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mercoledì 30 dicembre 2009

Le smentite di Feltri



Le ultime vicende del Cavaliere hanno fatto passere in secondo piano molte informazioni, tra cui le smentite di Feltri sul caso Boffo che sono arrivate dopo tre mesi.
Ma non bisogna lasciare da parte queste informazioni.
Le accuse di molestie omosessuali di Boffo, direttore di Avvenire, verso il marito di una signora si sono rivelate una grande bufala. Il signor Feltri voleva solo deviare l’attenzione dalle avventure sessuali del Premier verso altre direzioni. E ci è andato di mezzo Boffo perché anche il suo giornale, di solito pacato ed estraneo a certe cose, si era permesso di lanciare qualche accusa contro l’intoccabile Presidente del Consiglio.
Ora dopo tre mesi, Feltri smentisce e dice che la ricostruzione dei fatti non corrisponde al contenuto degli atti processuali. Una fotocopia del casellario giudiziale e una nota a parte che riassumevano la motivazione della condanna gli erano state passate da un “informatore affidabile” a cui lui aveva creduto ad occhi chiusi…. Balle!
Ragionamento: come può un direttore giornalistico che si ritiene serio e credibile (?) pubblicare una notizia che accusa un altro direttore senza verificarne la veridicità?
Conclusione: visto la pubblicazione di una notizia falsa, Feltri non è né serio e né credibile.
Quale era veramente il suo intento, quello di dare una notizia irrilevante per la vita della nazione o quella di distogliere l’attenzione da Berlusconi che in quel momento era sotto le mire della stampa nazionale ed estera per le sue avventure sessuali a Villa Certosa e salvargli così la faccia?
Conclusione: quella di salvargi la faccia.
Chi è veramente Vittorio Feltri? Perché ci teneva tanto a salvare il Cavaliere?
Chi mai può essere: uno scudiero al soldo del Premier.
E come mai ora, all’improvviso, si ricrede e smentisce la notizia che tre mesi fa ha sollevato un polverone?
Conclusione: Tre possono essere le motivazioni. Primo: lo scopo che si era prefisso è stato raggiunto e quindi è bene riabilitare Boffo per riallacciare buoni rapporti con la Chiesa. Secondo: è stato lo stesso Premier ad imporglielo sempre per riallacciare i rapporti con la Chiesa e non averla contro in un momento per lui molto critico. Terzo: Feltri sente puzza di ruzzolone per il Cavaliere e vuole mettersi le spalle al sicuro. Non si sa mai.
Ma chi veramente può prendere in considerazione uno come Vittorio Feltri?
Conclusione: solo gli stupidi e i disinformati. E l’Italia ne è purtroppo piena, sia degli uni che degli altri.
In fin dei conti, anche lui deve stare bene attento, visto che non è quello stinco di santo che vuole far credere agli altri. Anche lui è stato condannato a 18 mesi per diffamazione e la condanna è facilmente reperibile in rete, basta cercare Vittorio Feltri condannato. E anche lui è stato accusato, attraverso una lettera anonima, di avere il “vizietto” dell’omosessualità.
Non voglio mettermi a sindacare se Feltri è o non è omosessuale, non mi interessa, ma prima di scagliare la prima pietra sugli altri è bene esaminare i propri peccati. Prima o poi, tutti i nodi vengono al pettine.

White Jaguar

lunedì 21 dicembre 2009

Le fantastiche avventure di Giggino e il tasso

Sebbene quella sera fosse andato a letto abbastanza tardi, pensò di aver dormito almeno dieci ore. Si sentiva estremamente riposato. Sveglissimo. Eppure, allo stesso tempo, tremendamente preoccupato. La verità però è che erano appena suonate le tre e mezza di notte, e fuori passò una macchina sfrecciando verso Nocelleto. In quel momento Giggino de Risi, capì che doveva assolutamente capire cosa gli stesse accadendo. Perché continuava a svegliarsi nel cuore della notte?Andò in cucina e cominciò ad analizzare. In quel periodo sul comune era il terrore dei dipendenti. Nessuno poteva dire il contrario. Naturalmente non era una cosa di tutti i giorni. Lui ci saliva meno di tutti gli altri sul comune. Ma come fa Marcantonio a starci tutti i giorni dalla otto meno dieci? Non se lo sapeva spiegare. Ciò nonostante, continua a pensare, quando decideva di andare, allora erano cazzi amari. Le rivoluzioni negli uffici erano frequenti. In quella stessa mattina doveva cambiare tutto. Poi sti cazzi se per quindici giorni non si faceva più vedere…. Eppure sentiva che avrebbe dovuto ricercare nel fondo marino della sua coscienza politica per qualcosa di più profondo. Il Polo Scolastico forse? Ma no, quello si farà come dice Gennaro... eppure c’è tanta terra qui vicino casa mia… Gennaro…Gennaro…Gennaro…Questo nome, come una eco pastorale  continuava a tornargli nella mente. Non riuscì a liberarsi e gli venne il singhiozzo. Allora bevve un bicchiere d’acqua al sapore di violette di bosco e si lasciò cadere su una poltrona. Penso che doveva dormire ma in quel momento sentì qualcosa alla porta. Non ebbe alcun  timore,  e si avvicinò verso l’ingresso…. Aperta la porta, guardò di fronte a sé, ma non vide nessuno. Stava per richiudere la porta quando si sentì chiamare da una voce roca e profonda: “Giggino! Sono qui! Abbassa lo sguardo”: era un grosso e corpulento tasciuto, che lo guardava dritto negli occhi. Giggino pensò di essere ammattito e lasciò cadere il suo soft drink.

Perché ti stupisci così tanto? – chiese con calma il tasciuto - sono Brunetta, l’ambasciatore del regno di Piedmontin e porto notizie gravi: il reggente della contea è caduto vittima della terribile epidemia della scrofa, e i suoi sudditi si trovano senza una guida. Solo tu, data la tua esperienza maturata nella contea di Calenum al seguito di ben due mostri sacri come il temibile Biasox e il suo degno successore Giano dè Fontanavecchia detto il Bifronte, puoi condurci verso il superamento di questo periodo di crisi e verso un nuovo inizio.

Lusingato, Giggino si versò un altro drink, e fece per pensarci su.

 Coraggio – insisté il tasciuto – seguimi attraverso le montagne e torna nel villaggio dove sei nato.

Giggino esitò. Guardò dalla finestra l’appezzamento di terreno dove nei suoi piani sarebbe sorto il Polo scolastico, e sembrò deciso a voler scacciare l’incomodo ospite. Poi improvvisamente prese la sua vecchia e polverosa casacca da montagna, e si incamminò dietro al tasciuto.

Continua…


Gatto Nero & Gatto Bianco

martedì 15 dicembre 2009

Caspita! E’ di carne!


Pensavo che il nostro Premier, nella sua onnipotenza e onnipresenza, fosse fatto di una materia non di questo mondo. Un insieme di fotoni sconosciuti che gli davano l’immortalità e quindi l’arroganza verso i comuni mortali non sintonizzati sulla sua lunghezza d’onda. Quel bel viso liscio super tirato, i finti capelli  sempre a posto, quello pseudo-sorriso stampato sul viso in tutte le occasioni offrivano  l’immagine di un super-eroe inattaccabile, ricomponibile, sempre in piedi, come Ercolino, il vecchio pupazzo di plastica di tanti anni fa.

E invece, con l’aggressione di Milano, patapuffete, tutto è crollato a culo per terra.

E’ proprio come noi! Fatto di carne che si lacera, di sangue che scorre, di ghigni di dolore. Caspita!

Mi dispiace, umanamente mi dispiace, perché qualsiasi tipo di violenza è condannabile, ma non voglio unirmi alla folla fanatica che adesso fa del Premier la povera vittima di una violenza alimentata solo da una parte politica, né voglio unirmi alle false commiserazione di tanti politici che si precipitano al suo cappezzale per portagli un ipocrito conforto e un’ipocrita solidarietà. Neppure voglio strapparmi le vesti o gridare allo scandalo, come stanno facendo  tanti leccaculo, per le oneste parole di Di Pietro che ha ricordato il ruolo di  istigatore di folle del Premier contro i suoi nemici, tutti “comunisti”, perché non si allineano al suo pensiero, e quello della Lega che non fa altro che alimentare sentimenti razzisti nel cuore degli italiani, dico io.

 No. Non è lui la vittima, anche se adesso cavalcherà l’onda della pietà umana per riguadagnare consensi. Lui, con un po’ di soldini, visto che ne ha tanti, si rimetterà subito a posto; avrà un viso nuovo, denti nuovi, un sorriso nuovo e sarà pronto a ricominciare come prima e peggio di prima.

Vittime, quelle vere, sono le migliaia di persone che stanno perdendo il lavoro e  stanno lottando con le unghie e con i denti per non perderlo; sono gli operai in cassa integrazione che non sanno se un lavoro lo avranno più e precipitano nella depressione più nera perché, alla loro età, la speranza non è più prevista; sono i giovani che il lavoro devono cercarlo col lanternino e non lo trovano o sono costretti ad andare via per crearsi una parvenza di vita; sono tutte le famiglie che, con uno straccio di stipendio, si arrabbattono giorno per giorno per mettere un piatto in tavola o mandare i figli a scuola; sono gli extracomunitari discriminati e spesso picchiati a causa del clima razziale alimentato dalla Lega; sono le centinaia di morti sul lavoro, a cominciare dalle sette vittime della Thyssen Krupp, le cui famiglie probabilmente non avranno neanche la soddisfazione di un po’ di giustizia se passerà la vergognosa legge sul processo breve; sono i morti delle strage di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, di Bologna, di Ustica, dell’ Italicus, per parlare di quelle più famose, che dopo tanti anni ancora stanno aspettando di avere dei colpevoli e dei mandanti che nessuno ha fretta di trovare.

E senza vergognarmi di dirlo chiaro e forte, è stato soprattutto lui, il nostro Premier, a creare questo clima di violenza che serpeggia nel Paese; lui che aggredisce e minaccia di continuo verbalmente i suoi oppositori politici; lui che non ha mai esitato a calpestare i diritti dei cittadini italiani per far valere i suoi; lui che parla di democrazia, ma sta instaurando una dittatura a 360 gradi; lui che ha pensato soprattutto a salvare se stesso e le sue aziende  con leggi ad personam, ma non fa niente per salvare dalla catastrofe i lavoratori italiani; lui che calpesta la legittimità del Parlamento e della Magistratura demonizzandoli e giustificare così le prossime schifose leggi volte a nullificare le azioni di queste due istituzioni; lui che vive come un satrapo assiro e vuole invece apparire candido, vittima di chissà quali congiure, contro la sua immagine;  lui che non sa dialogare con nessuno se non con chi accetta passivamente il suo volere e impone solo la sua volontà.

Mi dispiace, ma non riesco ad essere ipocrita. Pur condannando qualsiasi atto di violenza, un po’ di umiltà può fargli solo bene. Capire che anche lui può cadere e farsi male gli farà perdere quella smania di onnipotenza e riportarlo di nuovo entro quella dimensione umana che ha perso da tempo.

Nuvola Rossa

sabato 12 dicembre 2009

Al signor Corona


Egregio signor corona, oggi 10/12/2009 lei è stato condannato a 3 anni e 7 mesi di reclusione per estorsione e tentata estorsione, in seguito alle note vicende delle foto ai personaggi famosi. In pratica lei immortalava i cosiddetti vip in atteggiamenti o situazioni “imbarazzanti” e poi li ricattava per non pubblicare le foto sulle riviste, ottenendo così un guadagno illecito Le è andata anche bene poiché era stata chiesta per lei dal Pubblico Ministero una pena ben più pesante. Inoltre è previsto per il febbraio del 2010 un altro procedimento a suo carico per la faccenda delle banconote false che lei ha spacciato nel 2008 all’aeroporto di Fiumicino. Come se non bastasse lei è stato più volte denunciato dalle forze dell’ordine per resistenza e lesioni e numerose volte ha subito il ritiro della patente per eccesso di velocità, l’ultima volta mi sembra che sia avvenuto in Svizzera dove su queste cose sono molto più attenti e fiscali di noi. Quello che emerg! e da tutto questo, è un quadro tanto chiaro quanto inquietante: lei è un delinquente!
Eppure oggi dopo la lettura della sentenza che la condannava, lei signor corona, ha avuto la sfrontatezza di contestare e criticare i giudici, ha detto che andrà via dall’Italia, e l’ha detto a mo’ di minaccia come se questa nazione fosse destinata a perdere uno dei suoi figli migliori o fosse destinata a rimpiangerla per sempre. Ma lei chi è signor corona, o chi crede di essere, che cosa ha fatto - a parte i reati che ha commesso - per la nostra Italia di cui lei dice di vergognarsi? Eppure lei è una di quelle persone che “possono scegliere”, nella vita perché è una persona di bell’aspetto, poteva scegliere di fare l’attore, magari di fiction, poteva scegliere di fare qualche sport, perché onestamente ha anche un bel fisico e magari poteva eccellere in qualche disciplina; niente di tutto questo. Lei ha scelto la strada sbagliata, la strada del facile guadagno e del facile successo, la strada dell’illegalità, scelta che oggi finalmente lei paga grazie ! ai giudici da lei tanto criticati. Ma la cosa che più mi ha lasciato sbigottito in tutta questa vicenda è la frase da lei oggi pronunciata:
mi vergogno di essere italiano.
Signor corona le voglio semplicemente dire che sono io a vergognarmi di essere italiano quando penso che lei è un mio connazionale.
Le voglio dire di non vergognarsi di essere italiano ma di vergognarsi per la sua scelta e la sua condotta di vita; di vergognarsi di aver speculato sulla vita privata di un ragazzo brasiliano di nome Adriano nel momento peggiore della sua vita, non solo calcistica, che dopo un grave lutto in famiglia ha avuto una forte depressione, e con la depressione signor corona, forse lei non lo sa, ma si può morire!
Le voglio dire di non vergognarsi di essere italiano perché italiani sono anche Benigni, Battiato, Bocelli, Saviano (mio comprovinciale), Camilleri, Rita Levi Montalcini, Roberto Baggio, Valentino Rossi, Piero Angela, Ennio Morricone etc. etc; italiani sono stati Troisi, Pavarotti, Enzo Biagi, Pertini, De Sica, Sergio Leone, Falcone, Borsellino e rispettive scorte, la squadra 6/A dei Vigili del Fuoco di Roma, i morti dell’Abruzzo e tanti altri che adesso dimentico. Sono italiani tutti gli anonimi che si guadagnano il salario e lo stipendio alzandosi all’alba, lavorando di notte, facendo gli straordinari, rischiando la propria vita sul posto di lavoro, quelli che vanno al lavoro anche se stanno male (grazie al nano frustrato) per non perdere soldi dalla paga, sono italiane tutte le donne che la mattina accompagnano i figli a scuola e poi vanno al lavoro e si dannano l’anima per far quadrare i conti del bilancio familiare ed è italiano quel bambino di 3 o 4 anni dell' asilo nido di Pistoia che si è levato dal gruppetto di compagni terrorizzati per andare a tenere il braccio e consolare una bambina di 14 mesi maltrattata e picchiata da una maestra impazzita.
Signor corona che altro dirle? Le auguro che il soggiorno nelle patrie galere (se mai ci andrà) le dia modo di riflettere, ma se per qualche motivo dovesse restare a piede libero, faccia quello che ha minacciato di fare: lasci questo paese! Nessuno la rimpiangerà.

Due Calzini

giovedì 10 dicembre 2009

Il gatto e la volpe


Non so se arrabbiarmi o meno, ma sicuramente sono rimasto molto perplesso o quanto meno infastidito nel leggere il post di Roberto sul randagismo sul sito Carinola.net.
Perché perplesso e infastidito? chiederete voi. In fin dei conti si tratta di una buona proposta, da non prendere sottogamba. Infatti, nulla da eccepire sulla proposta. Solo che la stessa, identica proposta è stata fatta dal sottoscritto dalle pagine del Quiquiri, un blog che reputo dinamico, propositivo e anche  abbastanza impegnato.
E’ vero che non mi sono neanche firmato scrivendo quel post, ma l’articolo è là, leggibile, riscontrabile, verificabile e porta la data del 12 novembre scorso. 
Cosa succede sui blog di Carinola? Si gioca al gatto e alla volpe?
Non è la prima volta che delle proposte provenienti dal Quiquiri  se ne appropriano altri personaggi per dar lustro a se stessi o anche al proprio partito politico, fingendosi candidi come agnelli. E’ successo con la proposta della borsa di studio intitolata al ten. Giovanni Pezzulo di cui si appropriò il candidato della Margherita alle ultime elezioni; oppure con quella di consorziare l’agricoltura il cui post porta la data del 24 luglio 2009 e con tante altre proposte che ora neppure ricordo.
Anche se questo mi fa enormemente piacere perché vuol dire che le idee sono valide, devo ammettere che non è corretto ignorare o fingere di ignorare che esse provengono da altre fonti.
Il Quiquiri è un blog che predilige l’anonimato, è vero, ma questo non vuole dire che dietro ci siano i fantasmi; basterebbe solo dire “proposta dei ragazzi del Quiquiri” o come dir si voglia e la coscienza sarebbe a posto. Tutti felici e contenti.
Con questo, non voglio neppure accusare Roberto di essersi impadronito di un’idea pensata da altri perché magari davvero non l’ha letto il post (ma perché ci ha tenuto tanto a precisare che l’ha sentito a Canale 5, forse per avere un alibi?). Anche questo però è un punto a suo sfavore. Vuol dire che non sta attento a ciò che succede intorno a lui. Non ascolta, non sa ascoltare o non vuole ascoltare le poche voci critiche o meno che pur cercano di smuovere un po’ le coscienze in questo territorio. Anche lui è pieno di prevenzioni verso certe realtà perché si attacca all’apparenza e non ai contenuti preferendo la sicurezza di un nome scritto sulla carta, ignorando o fingendo di ignorare chi questo nome non lo scrive.
Ma se io mi firmassi Antonio, Francesco, Giuseppe o Giovanni, farebbe differenza?
Caro Roberto, non sapresti mai se il mio nome è quello giusto o che faccia io abbia. Perciò impara ad ascoltare chiunque, impara ad ascoltare  l’ “altro”, anche se non ha nome e non ha volto.

FN

martedì 8 dicembre 2009

Alla ripudiata Vestale di Bacco


La Festa della Vendemmia a Casale di Carinola - 2008 - foto tratta da Casaleweb


L’altra sera ho avuto il piacere di avere mio ospite Bacco (ci incontriamo amichevolmente ogni tanto); è venuto con Arianna, un grappolo di ninfe ed una piccola mandria di satiri. Sono dovuto scendere parecchie volte in cantina, ma ne valeva la pena. Chiacchierando del più e del meno e prima che le ninfe si mutassero in baccanti, il dio, in vena di confidenza e per l’amicizia che ci lega, mi ha confessato di essersi rifugiato da me per sfuggire ad una sua petulante ed indegna vestale. Indegna, ha detto, per il suo “sgarrupante” modo di esprimersi, per la sua lettura molto limitata della realtà, per i suoi orizzonti gretti ed angusti. Non soddisfatta di un suo scritto scadente e miserevole (il clan dei casalesi) su cui ho sorvolato con la mia notoria misericordia cristiana (poveretta! Fu il mio commento) ora ha voluto marcare la dose definendo la Festa della Vendemmia, Festa degli ubriaconi.

A questo punto, tirato per il pelo, varcato il mio limite di sopportabilità e sapendo che questa “roba” viene letta anche in luoghi lontani, provo a dire la mia.

La Festa della Vendemmia è la Festa della Memoria. Nata non solo per dare allegria, questa brutta copia della felicità, ma una festa capace di penetrare nell’anima di tutto un popolo, eccitandone amorevolmente lo spirito, creandogli emozioni profonde, commuovendolo. Essa ha inteso rinfocolare il senso civico (quanto bisogno di senso civico nei nostri paesi!), suscitare interesse per un ritorno all’antico orgoglio della comunità, smussare egoismi valorizzare culturalmente ed economicamente il vino, ricordare le generazioni passate proiettarne la storia verso il futuro per non dimenticare che l’uomo non è altro che il prodotto degli uomini che ci hanno preceduto e che non c’è futuro se non coltiviamo il passato. Una Festa che coinvolge tutti: bambini, giovani, donne, anziani. Una Festa capace di avvolgere il vecchio mondo dei nostri padri innestandovi l’energia della vita moderna. Una Festa con la responsabilità di ogni cittadino. C’è qualcosa di sacro, un ! alto significato, morale e civile; c’è un gesto nobile, un onore, un brindisi d’amore offerto ai nostri antenati (anche ai tuoi cara ex vestale) che hanno fondato i nostri paese; ai padri che piantarono sul nostro territorio la sacra pianta dell’uva; un gesto d’amore strettamente legato alla natura e allo spirito dell’uomo.

Basta? Potrei aggiungere il grande richiamo di gente, non solo di questi luoghi, potrei dire del prestigio che da a tutto il Comune, e tante altre cose.

Poi vieni tu e scambiando lucciole con lanterne, ti metti a fare distruttivi paragoni. Ti metti ad esaltare un avvenimento, per quando mi riguarda positivo, (la Festa del Vino) ma per farlo devi denigrare, con molta povertà di sentimento, la Festa della Vendemmia

E' in questo modo, con questi linguaggi, con questo modo di pensare la realtà, e quindi anche la politica, che intendete migliorare le sorti di questo territorio? La Festa è anche un modo di combattere le partigianerie e le piccinerie dilaganti e vuole costruire e non "sgarrupare" come tenti di fare tu con ciò che affermi in Il club dei casalesi e in questo scritto ultimo che vuol far credere che la Festa non abbia altri scopi che quello di una ubriacatura generale.

Sappi che la Festa del vino non è altro in fondo che un ramo innestato sul grande albero di quella Festa. La Festa delle Vendemmia ha fatto nascere sensibilità nuove, ha creato energia spirituale soprattutto in coloro che ne hanno capito e sentito il valore.

Essa esprime la coscienza civile ed etica di tutto un popolo. Per il suo valore, per i suoi significati è, deve essere al di sopra ogni bega politica, di ogni masturbazione politica, per il semplice fatto che appartiene a tutti, a quelli di destra a quelli di sinistra,a quelli di sotto e a quelli di sopra. E nessuno NESSUNO deve avere la sfrontatezza di abusare e servirsi di essa, vuoi per fini bassamente politici, vuoi per altri scopi. Io non credo, non voglio credere, che qualcuno abusando del suo Potere voglia togliere a questa Festa la sua peculiarità, la sua profonda originalità che consiste nella sua indipendenza. Un politico intelligente e sensibile sa molto bene che farebbe solo male a tutto un popolo e soprattutto a se stesso, nel caso tenti di farlo. Un saggio politico da questa manifestazione e da altre manifestazioni che nasceranno, spero nel territorio, deve solo trarre ispirazione per svolgere bene il suo importantissimo compito, lasciando esprimere la società civile liberamente. C'è un Comitato,che magari può anche commettere qualche errore, ma che, per dieci anni, si è impegnato in una fatica più grande di quanto generalmente si crede, per offrire qualcosa di veramente valido, energetico a tutto il nostro territorio.

Il guaio è che tu, cara ex vestale, e parecchi altri, abituati a navigare su barchette di carta nelle calme acque della piscina di Internet, malgrado le alte potenzialità di questo strumento, non riuscite a sporgervi oltre i bordi della piscina stessa. Provate ad entrare in mare aperto, sfidate qualche vera tempesta, mettetevi a servizio del Capitano Achab per la caccia a Moby Dick o, se proprio non ce la fate, salite almeno sulla zattera del mio amico Hackleberry Finn lungo l'infinito Mississippi della vita. Vi scoprirete orizzonti molto più vasti, luminosi, sentirete allargare la vostra mente ed il vostro cuore e vi accorgerete quanto sia interessante e meravigliosa la vita.

Cordialmente da: un casalese che è anche un carinolese, un casanovese, un nocelletese, un ventarolese, un sandonatese; che è anche un italiano, un europeo, un asiatico, un americano, un africano e un oceanico.


Con una zampa spezzata
EL COYOTE


sabato 5 dicembre 2009

Il comunista Fini


Che bello! Tra le tante persone che in Italia meritano l’appellativo di “comunista” come il peggiore degli insulti da parte di questo governo, ora vi rientra anche Gianfranco Fini. Finché scodinzolava dietro a Berlusconi dicendo sempre “sissignore”, tutto è andato bene. Coalizione compatta. Governo forte della prepotenza indiscussa del premier. Poi all’improvviso, o forse non tanto, Fini ha iniziato a usare la testa, si è accorto di avere un cervello, ma soprattutto si è accorto di avere una dignità di uomo e di politico e ha cominciato a dire “no, così non mi sta bene”. Si è dato a difendere la Costituzione, l’autonomia della magistratura e ad accusare il premier il quale, solo perché ha il consenso dei tantissimi italiani disinformati, pensa di aver diritto all’immunità. Ha avuto persino la temerarietà di celebrare Nilde Iotti, presidente della Camera dal 1979 al 1992 con le parole: “Nilde Iotti offrì un esempio di imparzialità e di equilibrio che le valse il riconoscimento e la stima di tutte le parti politiche. Non rinunciava, però, alle sue idee”
E bravo Gianfranco!
Con queste parole Fini è diventato più che mai l’uomo nero del Pdl, o meglio un “comunista!” come tutti quelli che non la pensano come il premier e non lo assecondano nelle sue baggianate.
Benvenuto tra noi Gianfranco!
Non può farci che piacere notare che l’unico che fa opposizione sia l’ex alleanzino, anche se forse un po’ di conti se li è fatti prima di mettersi a fare opposizione. Quali? Be’, capito che per Berlusconi è iniziata la parabola discendente, Fini ha preferito mettere una bella distanza di sicurezza tra lui e il premier. Ha altre mire lui: probabilmente la prossima presidenza del Consiglio.
E’ anche vero che Fini ha una concezione diversa della destra da quella che continuano ad avere il Pdl e la Lega ancora saldamente legati a una destra fascistoide, prepotente e razzista. Fini vuole invece una destra moderna, senza radici razziste o populiste; una destra che sia garante della Costituzione anche rispetto al Quirinale e alla Consulta tanto odiati da Berlusconi.
Quale sarà la strategia di Fini? Staremo a vedere.
Intanto mi chiedo e domando, qualora si arriverà ad una rottura tra Fini e Berlusconi, come spero, dove andranno a collocarsi i nostri assessori carinolesi che per convenienza o un’errata lungimiranza sono confluiti in massa in un moribondo Pdl? Resteranno al loro posto o si staccheranno di nuovo per saltare sul carro del nuovo probabile vincitore?
Anche questo staremo a vedere. E con molto interesse e curiosità. Ma tanto si sa: in politica non regna la coerenza; solo l’opportunismo.

Babbo Natale

venerdì 27 novembre 2009

La morte delle Palme - post fotografico


Rhynchophorus ferrugineus


Il Rhynchophorus ferrugineus è un coleottero curculionide molto dannoso alle piante di palma.

La specie è originaria dell’Asia meridionale e Melanesia. Sono segnalati gravi danni nei palmeti da dattero della penisola arabica. Nel 1994 l’insetto è comparso per la prima volta in Europa e precisamente in Spagna; dall'anno 2005 è segnalato anche in Italia (Sicilia, Campania, Puglia, Lazio e Toscana).

L’insetto vive all’interno della palma, dove compie interamente il suo ciclo vitale. La femmina depone circa 300 uova distribuite alla base delle giovani foglie o sulle ferite delle foglie o in cavità del tronco della palma. Le uova si trasformano in 2 o 5 giorni in piccole larve che bucano le palme, cibandosi dei tessuti delle stesse, eliminando tutto il materiale fibroso. Le larve si muovono verso l’interno della palma scavando tunnel e larghe cavità, si possono trovare in qualsiasi parte della palma, anche al colletto. Il periodo larvale varia da 1 a 3 mesi. Le larve si impupano in un pupario cilindrico formato da strati fibrosi, generalmente questa fase avviene fuori dal tronco alla base della pianta. Dopo 14-21 giorni fuoriescono gli adulti. L’intero ciclo dura 4 mesi.

Sullo stesso albero di palma possono sovrapporsi più generazioni dell’insetto. Generalmente il curculionide non si sposta in una nuova palma finchè non ha completamente distrutto quella su cui vive. I danni sono causati dalle larve e sono visibili solo quando il curculionide ha colonizzato l’intera pianta, che collassa.

Pertanto nei casi sospetti circa la presenza del coleottero in Campania, si raccomanda di informare il Servizio Fitosanitario Regionale, ai seguenti recapiti, presso i quali è possibile anche ritirare copie dell'opuscolo informativo "Attenzione al Punteruolo rosso della palma":


Quanto sopra è la fredda diagnosi dei tecnici ma questa epidemia mortale delle palme che in breve porterà alla loro totale scomparsa ci dà molto da pensare. Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13,24-32) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.


Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.

Gesù per primo, poi i Maia, poi Nostradamus hanno previsto la fine del mondo. Avverrà il 21 dicembre 2o12 come va per la maggiore? Un fatto è certo se il vangelo è degno di fede ci avverte che ci saranno dei segni premonitori. La distruzione delle palme, la pandemia dell'influenza suina, terremoti e cataclismi vari di insolità potenza si possono interpretare in quel senso?


Geremia
 
Di seguito: foto scattate a Casanova, Carinola e Falciano
 








mercoledì 25 novembre 2009

La Raccolta delle Olive - considerazioni

Volge quasi al termine la raccolta delle olive, ma restano ancora da raccogliere  le cosiddette qualità tardive. Qualcuno giura che per talune qualità si aspettava fino a gennaio per farle cadere e raccoglierle sui teli. Ma da qualche anno la metodologia di raccolta è stata in larga misura rivoluzionata dai carinolesi con la raccolta a mano, o per le grosse piantagioni, attraverso una macchina testata. Il passaggio successivo sarebbe  quello di andare subito al frantoio per passare le olive alla molitura nel più breve tempo possibile. Ma questo non avviene quasi mai. Purtroppo la produzione quest’anno è stata abbastanza fiacca, almeno per i piccoli produttori. Tuttavia sono ancora quei pochi grossi produttori ad imbottigliare il prodotto con una certa  tracciabilità (percorso informativo che segue il prodotto da monte a valle) e  rintracciabilità (percorso inverso a quello di tracciabilità), provando a  infilarsi in  un mercato saturo. Il resto dei possidenti produce per uso familiare. Eppur si fa un olio vergine ed extra vergine che ha quella particolare “tipicità” che ha origine da questo speciale territorio, ma che manca di  una strategia di promozione efficace sia da parte di associazioni o corporazioni che non esistono, sia dai frantoi stessi, sia dalle istituzioni. E’ anche vero che l’olio d’oliva carinolese non ha una produzione così alta e quindi capace di affrontare campagne di promozione, ma è pur vero che è necessario a questo punto trovare una strategia finanziariamente conveniente per far conoscere il territorio dove viene prodotto un olio di qualità. Si potrebbe cominciare con l’ottenimento di certificazioni, quindi le denominazioni d’origine, fornirsi di marchi collettivi, sperimentare produzioni biologiche. Tutto questo lo stanno sperimentando altri territori d’Italia (Piemonte ad esempio), anch’essi alle prese con una crisi profonda nel settore agro-alimentare, ma che vogliono fare di un prodotto di “nicchia” come l’olio extravergine d’oliva, una fonte di sviluppo per un’intera comunità. Ritornando a noi è facile capire come le zone collinari casanovesi, le campagne carinolesi, quelle di Casale, che si vanno accrescendo giorno dopo giorno di uliveti giovanissimi, debbano a questo punto muovere dei passi successivi: la cooperazione fra più piccoli produttori. Tuttavia questo processo successivo ha evidentemente bisogno dell’ausilio dell’amministrazione, che non può pensare di cavarsela solo con la Festa dell’Olio (per la quale almeno una relazione scritta potrebbe essere diffusa). Quindi se non altro d’un altro frantoio di modo da suscitare concorrenza produttiva nel territorio carinolese.

Aureliano Babilonia

lunedì 23 novembre 2009

Silvio, hai perso, ritirati

Caro Silvio

 È con immenso dolore che ti rivolgo  il  consiglio di ritirarti dalla vita  politica italiana per il tuo ed il nostro bene. Lo so che ti senti un vecchio leone  e che pensi di risorgere e distruggere tutti  i tuoi nemici, ma ormai non ce la fai più, convinciti che sei stato sconfitto. La tua immensa autostima ti ha portato a strafare e sottovalutare i tuoi avversari  oltre le loro poche capacità. I tuoi errori imperdonabili sono tanti, il principale esserti attorniato da tante nullità. Mi sai dire che ci devi fare con Bondi, Bonaiuti, Taiani et similibus?  Tutti insieme non riescono nemmeno a tenere a bada Fini, altro tuo errore,  lo hai tolto dalle fogne e portato in alto, adesso subiscilo. Molti capi adorano circondarsi di ebeti che sappiano solo chinare il capo ma tu li hai scelti proprio nello scarto delle nullità. Le scelte di persone sbagliate sono tante ma te ne voglio ricordare solo alcune altrimenti ci vuole una enciclopedia:

-          scandalo Telecom-Serbia, là un fatto era assodato: qualcuno del governo Prodi-D’alema si era fregato 300 miliardi di lire. Hai messo un presidente della commissione d’inchiesta che è riuscito a far risultare che i soldi li avevi presi tu nonostante non eri ancora in politica.

-          scandalo Mitrokin, hai messo a presiedere la commissione  un tizio che era stato scartato al concorso dei comici dilettanti perché vinto dai figli che avevano una raccomandazione migliore della sua. E’ mancato poco che non ti facesse arrestare come spia del KGB.

-          Hai concluso da poco il processo della SME con una mezza condanna lasciando in milioni di italiani il dubbio sulla tua innocenza. Non sei riuscito a far comprendere che l’imbroglione era Prodi che stava tentando di regalarla all’amico De Benedetti. Se pure l’acquisto era stato condotto in modo poco ortodosso, lo Stato, cioè noi, aveva incassato tanti miliardi in più.

-          Sei ancora impegolato con l’affare Mondadori senza riuscire a spiegare agli Italiani che così facendo hai impedito che tutta l’informazione fosse andata nelle mani della sinistra.
-          Hai quasi tutta la magistratura alle calcagna, tue e dei tuoi fedelissimi, per il tuo modo assurdo di porti nei loro confronti. Loro sono come il leone che sta accucciato ai piedi del trono, citando Violante, pronti al servizio del potente. Ma i leoni hanno bisogno di mangiare carne fresca non di essere presi a calci. Tu li offendi ogni giorno  quindi  ti  si rivoltano contro ed ormai stanno per sbranarti. La carne fresca che la sinistra dà loro sono le promozioni e gli incarichi. Incarichi da 50000 euro al mese come giudice della corte costituzionale  che poi devono ricambiare con le sentenze contro gli illusi come te. I tuoi sciocchi consiglieri non sapevano nemmeno che il lodo Alfano non avrebbe preso nemmeno un voto dei giudici di sinistra.
-          Ma la battaglia più disastrosa è stata quella sull’informazione,  e per te che ti reputi il re degli imbonitori  è una grande vergogna. Ti hanno scatenato contro una  grande campagna denigratoria a cui tu non hai saputo reagire se non con frasi  e azioni sconsiderate che hanno deteriorato ancora di più la tua immagine. Non hai compreso che quasi tutti i giornalisti italiani sono politici della sinistra camuffati, infatti a turno  sono candidati nelle loro liste. Ti hanno fregato proprio nel tuo campo, la propaganda. Ogni minuto di tutti i giorni hanno predicato contro di te ma concludevano che sei il padrone dell’informazione in Italia. In più lo hanno  fatto ripetere anche dai giornali stranieri, convincendo tutti e forse pure te. Ma come puoi vincere la sfida con Fede e   Vespa  e l’ultimo arrivato Alessio Vinci? Possibile che nessuno ti abbia consigliato di assumere un po’ di forze fresche invece di cercare solo l’epurazione di quelli che ti aggredivano?  Così non hai arginato  una armata di giornalisti , tutti schierati contro di te e tutti a ripetere che sei il padrone dell’informazione in Italia e impedisci a loro di parlare. Ma il massimo nel raggiungere il minimo della mia stima lo hai ragiunto nella sfida con De Benedetti che ti ha ridotto una pezza da piedi  tramite i suoi tirapiedi di Repubblica. De Benedetti è l’imprenditore più fallito del mondo nostante i suoi amici della sinistra gli abbiano fatto tanti regali miliardari. Gli hanno acquistato miliardi di telescriventi inservibili, lui le costruiva quando esistevano i fax, miliardi di pc di generazione preistoriche, gli hanno regalato la telefonia, hanno tentato di regalargli la SME e la Mondadori. Nonostante questi regali miliardari è sempre fallito, con le sue aziende e con quelle ereditate dal padre. Vive in Svizzera, non paga le tasse in Italia, ma prende i grossi contributi previsti per l’editoria, tu non sei riuscito a spiegare nemmeno questo agli italiani. Tutti sono convinti che quello è un grande uomo capace ed onesto mentre tu sei un inetto e delinquente. Hai alle costole quel Di Pietro al quale non hai mai chiesto come mai insieme a  tutti gli imprenditori italiani arrestati non incluse anche De Benedetti nonostante era notorio che fosse uno dei principali finanziatori della sinistra.

Ormai è tardi: non puoi ribaltare l’opinione negativa della tua persona della massa dei cittadini, anche molti di quelli che ti votano ti reputano un corruttore intrallazziere. Quello che più mi  dispiace è  che la maggioranza  dei giovani ti detestino, considerando perfino Bassolino migliore di te.  Sono ormai tempi lontani quando sceso in politica ci avevi promesso che  avresti impedito di prendere il potere alle forze illiberali che tiranneggiano questa nazione è cioè sinistra, sindacati e magistratura. Non sei riuscito nel tuo progetto, ammesso che fosse tua intenzione realizzarlo, niente è cambiato per questi, nemmeno la più piccola riforma che limitasse il loro strapotere.
Sei stato votato per questo, non per farti fotografare con i potenti della terra.
Quindi  ritirati in qualcuna delle tue ville e attento a chi inviti. Forse non  hai capito che se ti ritiri finiranno anche le tue peripezie giudiziarie in quanto  avranno raggiunto il loro scopo  perciò fallo e vivremo tutti più tranquilli.

Amilio Fede

giovedì 19 novembre 2009

La cultura non paga

In questo comune la cultura è un optional. Molto costoso. Perché chi ne vuole usufruire, è meglio che se lo vada a cercare per lidi lontani e privati. Qui a Carinola non è  alla portata di tutti perché la sua diffusione pubblica è negata. Per tanti motivi.  Primo tra tutti i soldi che non ci sono mai per cose edificanti ma che si spendono a fiumi per feste e festarelle che possano allietare gli animi degli apatici carinolesi, perennemente depressi ed afflitti.
Succede così che quelle poche persone che si erano impegnate gratuitamente per la diffusione pubblica della cultura mettendo al servizio della comunità il proprio tempo e le proprie competenze, si ritrovano ad essere come tanti don Chisciotte che combattono contro i mulini a vento.
Snobbati e presi per i fondelli dai pubblici amministratori, i componenti del GOB (Gruppo Operativo Biblioteca) si sono dimessi in massa dietro il fallimento di un progetto che poteva diventare un fiore all’occhiello del Comune. Grazie agli amministratori che non hanno saputo e non hanno voluto credere a questo progetto. Semplicemente perché se ne fregano. Sia quelli di destra che di sinistra; sia la maggioranza che l’opposizione. Tanto la cultura non paga.
Per fare in modo che il servizio decollava, erano necessari dei finanziamenti comunali per comprare altri libri, allestire una saletta informatica da mettere a disposizione degli studenti, ma questi finanziamenti promessi e ripromessi tanti volte, in una sorta di gioco del tira e molla, non sono mai arrivati. C’è sempre qualcosa di più urgente da fare, qualche buco da tappare, qualcuno da accontentare. E la biblioteca? Può aspettare.
Sono anni che si aspetta.
Allora, a questo punto, alla presa in giro di persone serie che non meritano tali comportamenti da parte degli amministratori, si mette un punto. Tutti a casa!
Peccato. Perché era un progetto valido. Perché le persone che lo portavano avanti erano altrettanto valide e lo avrebbero sicuramente fatto crescere sempre più, impegnandosi al massimo.
Peccato davvero.
Ma ai nostri amministratori non sembra interessare la politica della crescita sociale e culturale del Comune; solo quella clientelare. D’altra parte, parafrasando un famoso spot pubblicitario: più li tieni giù, più ti tiri su.
Altro che cambiamento! E’ proprio tutto come prima, se non peggio.
Che delusione!


Libro Parlante

lunedì 16 novembre 2009

Carinola parte integrante del sistema

Molto è stato scritto ma pochissima chiarezza è stata fatta sulla recente notizia della richiesta di custodia cautelare in carcere da parte del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli nei confronti di Nicola Cosentino, indagato per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo camorristico.

Molto viene detto dai nostri giornali a riguardo di un possibile o impossibile mantenimento della sua candidatura alla presidenza della Regione Campania, ma basta una piccola osservazione per rendersi conto che è tutto fumo negli occhi. Come ha recentemente detto Di Pietro ad Annozero e come confermato dal direttore di “Libero”, Maurizio Belpietro, l’opzione candidatura per Cosentino è assurda, in quanto se dovesse vincere perderebbe automaticamente l’immunità parlamentare e, siccome sulla sua testa pende una richiesta di custodia cautelare, dovrebbe andare direttamente da Montecitorio a Poggioreale.

Tuttavia non è su questo che voglio scrivere, bensì sul fatto che molto poco viene detto riguardo all’inchiesta che vede coinvolto Cosentino.

Si tratta di argomenti che da noi dovrebbero essere ben conosciuti, se non altro perché nel tremendo periodo durante il quale si concretizzava la possibilità di ospitare una discarica a Casanova, la gente ha iniziato a non accontentarsi del titolino sul giornale ma ha preteso di avere chiarezza su una serie di cose di cui fino a prima non si interessava.
Eppure ancora così poco ne sappiamo, soprattutto riguardo al Sistema che per anni ha gestito e che forse sotto mentite spoglie continua a gestire lo sconquassato ciclo dei rifiuti nella nostra terra. La nostra, si, proprio la nostra, perché non stiamo parlando di Napoli o Castelvolturno, ma di Carinola.
Il nostro comune è citato diverse volte all’interno dell’ordinanza e i nomi di alcuni nostri amministratori vengono fatti durante le intercettazioni di imprenditori e camorristi.

In particolare, è interessante analizzare ciò che viene fuori all’interno dell’ordinanza, al punto denominato “La monopolizzazione del servizio di raccolta”.

Come si legge nell’ordinanza del 7 novembre 2009,

 “la richiesta presentata dal Pubblico Ministero in data 16.2.2009 dà conto, [..], di come la ECO4 s.p.a. riuscì a realizzare il primo e fondamentale obiettivo strategico della partnership Orsi – Bidognetti: l’accaparramento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani presso quasi tutti i comuni consorziati L’obiettivo è nitidamente esposto dal collaboratore Vassallo nelle dichiarazioni rese il 3.6, il 5.6,il 18.6 e il 1° luglio 2008: “……Gli Orsi mi diedero ragione ma dissero che il loro progetto era quello di essere il braccio operativo del consorzio pubblico “CE 4” il cui presidente è Giuseppe Valente di Mondragone, mentre il direttore del Consorzio CE 4 è l’Arch. Di Biaso che “erano persone Loro”; gli Orsi mi dissero che non dovevano fare solo il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Mondragone, bensì in tutti i Comuni che fanno parte del bacino di utenza del Consorzio Caserta 4 e dovevano fare anche lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani con l’ampliamento la vecchia discarica di “ Parco Saurino “ e farne una nuova; per far questo si doveva costituire una società mista il cui 51% è del pubblico ( Consorzio dei Comuni Bacino Caserta 4) ed il 49% ai privati della “ FLORA AMBIENTE Srl ”. In tal modo avrebbero preso gli appalti per tutta la provincia di Caserta della n.u.” (interrogatorio del 3.6.08). “Compresi immediatamente le specificazione di Sergio ORSI, e capii che quello era un progetto eccezionale: si trattava del primo caso di una società mista pubblico-privata, che avrebbe monopolizzato la raccolta degli R.S.U. sull’intero bacino consortile. Da quando era iniziato il commissariamento del ciclo dei rifiuti in Campania, praticamente tutti i privati erano stati esclusi dalla gestione diretta e i consorzi erano interamente Comunali. La previsione, di cui mi parlò ORSI Sergio di una società mista pubblico-privato, costituiva una breccia fondamentale per consentire nuovamente ai privati e, conseguentemente anche ai gruppi organizzati mafiosi, quali quello di BIDOGNETTI, di ingerirsi direttamente nella gestione. “Una volta costituita l’ECO 4, la stessa iniziò a ricevere gli affidamenti da parte dei comuni; si trattava di affidamenti diretti, senza alcuna gara, e proprio la previsione di affidamenti diretti alla ECO 4 da parte dei comuni del consorzio, costituiva una delle ragioni fondamentali per cui si era inteso dare seguito a questo progetto; faccio presente che i Comuni partecipavano al consorzio CE 4, ente presieduto da VALENTE Giuseppe e il cui direttore generale era Claudio DE BIASIO, uomini legati agli ORSI, la presenza dei quali dunque garantiva i successivi affidamenti da parte dei singoli comini. Compresi agevolmente che si trattava di accordi prestabiliti e posso dire con sicurezza che vi fu anche il contributo del Commissariato di governo nel consentire l’attuazione di questo progetto.…[..]”.


Il riscontro documentale delle aggiudicazioni per affidamento diretto e senza gara è incorporato nell’informativa della Tenenza di Mondragone del 22.10.08 che riporta l’analisi delle procedure di affidamento seguite nei comuni di Bellona, Calvi Risorta, Carinola, Castel Volturno, Cellole, Falciano del Massico, Francolise, Giano Vetusto, Grazzanise, Mondragone, Pastorano, Pignataro Maggiore, Roccamonfina, Santa Maria La Fossa, Sessa Aurunca, Sparanise, Teano, Vitulazio. La notevole acquisizione documentale consente di apprezzare innanzitutto il generalizzato sistema di affidamenti diretti, realizzato: ora con la proroga reiterata di affidamenti temporanei (13 proroghe per il comune di Bellona; 10 proroghe per il comune di Calvi Risorta; 10 per il comune di Sessa Aurunca); ora con affidamenti diretti di durata quinquennale o decennale (Carinola; Castel Volturno, dopo 5 proroghe di affidamento temporaneo; Cellole; Falciano del Massico; Grazzanise; Mondragone; Pastorano; Pignataro Maggiore).

L’unico comune a non aderire al diktat consortile fu Cancello ed Arnone, il quale fece sapere attraverso il suo sindaco Ambrosca che si trattava di una soluzione non conveniente per il comune da lui rappresentato in quanto ci sarebbe stato un aumento ingiustificato della spesa pubblica. Tuttavia, dopo le pressioni dell’allora Sub Commissario all’emergenza rifiuti Giulio Facchi (qualcuno ricorda il suo ruolo nella vicenda della discarica a Croce di Casale, località Cese?) il comune di Cancello Arnone fu costretto a capitolare e accodarsi agli altri comuni nella gestione diretta, senza alcuna gara d’appalto, del servizio della raccolta rifiuti per la Eco Quattro.

Da quanto si evince da questo documento, il comune di Carinola invece aderì pienamente e senza esitazione al diktat consortile per l’affidamento di tali servizi, pagati con i soldi di noi tutti, ad un’azienda dai contorni quanto meno sospetti.

Durante questo periodo, abbiamo avuto diversi carinolesi coinvolti dall’esterno o all’interno nella gestione di queste problematiche. Mattia di Lorenzo è stato vicepresidente del CDA dell’Eco Quattro, componenti ne sono stati Antonio Russo e Salvatore di Francesco. Giovanni di Gennaro come consigliere del CE4, Il sindaco Di Biasio come rappresentante del comune e sottoscrittore di contratti, il vicesindaco con delega all’ecologia Dott. Gennaro Mannillo, attuale sindaco del comune. Scusatemi se ne dimentico qualcuno…. La cosa sicura è che nessuno di costoro si è mai opposto a tale diktat, anzi non ce ne hanno mai nemmeno parlato, se non in modo confusionario e “politichese”.

A tutti gli effetti, Carinola è parte di quel sistema che tutti noi siamo soliti considerare come lontano se non geograficamente almeno idealmente. Può qualcuno smentire questa affermazione? Può qualcuno dei nomi prima menzionati battere un colpo e fare chiarezza?

Giano il Vetusto e Pinio il Giovane

Scarica l' Ordinanza di custodia cautelare


P.S. Per dovere di cronaca, va notato che Il Quiquirì non era stato a dormire durante il periodo dell'affidamento alla Eco Quattro e, anzi, si può dire sia stata una delle rarissime voci che si erano alzate a suo tempo per richiedere spiegazioni, la prima volta nel Giugno 2003 e la seconda nel Settembre 2003, venendo bollati dall' allora assessore all'ecologia Mannillo come "Borghesetti Alternativi e Vigliacchetti".


giovedì 12 novembre 2009

Randagismo: una piaga periodica

Pubblichiamo oggi questo post pervenutoci una settimana fa e che tratta del problema del randagismo. Esso contiene delle idee interessanti per contrastare in modo civile il fenomeno e ci dispiace non averlo pubblicato prima anche perchè nel frattempo sembra che qualcuno abbia voluto adottare metodi ben più drastici e infami, ossia ammazzare i cani avvelenandoli.

La redazione

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Periodicamente si ripresenta in tutto il Comune e a Casanova in particolare il problema del randagismo. Attualmente, decine di cani abbandonati di grossa stazza girano per le strade del paese in condizioni di totale anarchia. Fanno un po’ paura tutti questi grossi animali lasciati a se stessi e la sicurezza dei cittadini mi sembra alquanto trascurata.
A guardarli uno alla volta, queste bestie sembrano innocue, ma nel momento in cui si riuniscono in gruppo non so se si possono più considerare inoffensivi. D’altra parte, non sarebbe affatto la prima volta che torme di cani affamati attaccano cittadini inermi. Le persone più a rischio sono chiaramente le donne e i bambini che non saprebbero far fronte a un eventuale allarme canino.
Purtroppo quando c’è sul territorio una bestia di sesso femminile, il randagismo si autoalimenta fino a diventare un problema  molto serio, soprattutto di notte quando  si raggruppano  orde di cani che diventano molto aggressivi.
Che fare? Eliminare la causa del problema?
Assolutamente no, ma il problema si potrebbe affrontare in tantissimi modi per arginarlo e tenerlo sotto controllo. Prima di tutto censire la popolazione canina in ogni frazione del Comune, poi costringere i legittimi proprietari di cani a denunciare i loro animali, quindi  sterilizzare le femmine randagie per evitare una riproduzione indiscriminata.
E’ anche vero che molti cani vengono abbandonati da gente non residenti nel nostro Comune, ma ciò non toglie che il problema esiste, si alimenta da solo e diventa poi problema nostro.
Ci sarebbe anche un altro modo di affrontare il problema e che potrebbe vedere la collaborazione di varie istituzioni presenti sul territorio. Propongo, infatti, di costruire un canile nei pressi del Penitenziario e affidarlo alle cure dei detenuti di Carinola. Al progetto si potrebbe arrivare con un protocollo d’intesa tra il Comune, il Penitenziario e l’Azienda sanitaria. Con un progetto simile, non solo si terrebbe il fenomeno randagismo sotto controllo, ma si offrirebbe ai detenuti l’opportunità di acquisire competenze specifiche nel settore della cura e del mantenimento degli animali che potrebbero anche tradursi, al termine della pena, in eventuali impieghi presso canili e strutture specializzate.
Che ne dite? E’ una cattiva idea?

lunedì 9 novembre 2009

Festa della vendemmia: da ubriaconi a intenditori


foto da "Summa Gallicana
   
La recente Festa del Vino Falerno tenutasi a Carinola pochi giorni fa è passata alquanto in sordina sui giornali locali. E’ stata trattata come la solita sagra, senza dargli il dovuto risalto che una passerella così prestigiosa meritava. Al contrario i mass media nazionali le hanno reso giustizia dedicandole gli ampi spazi che meritava. Ha avuto l’interessamento di  Raiuno con un servizio di più di tre minuti e ampi reportage su alcune riviste di enologia a tiratura nazionale. Grande regista della grandiosa  manifestazione è stato l’assessore all’agricoltura del comune di Carinola. Il successo è dovuto esclusivamente a lui, che si è dedicato anima a corpo per la buona riuscita dell'evento.

Il suo intenso e proficuo interessamento  è stata una sfida a coloro, soprattutto suoi compaesani, che lo hanno osteggiato nella realizzazione della Festa della Vendemmia  a Casale. Tale festa era diventata ormai una realtà tra le più prestigiose tra le varie iniziative organizzate nel comune di Carinola. Non si sa per quali motivi arcani, quest’anno non si è potuta tenere, pur avendo a disposizione un cospicuo contributo previsto dall’assessorato all’agricoltura. Anzi è stata proprio questa ventilata sponsorizzazione a portare alla sepoltura definitiva della festa della vendemmia 2009. L’indomito assessore Giacca ha incassato il  colpo tiratogli dai suoi sinistri oppositori, ma si è preso la rivincita  restituendo loro un colpo con gli interessi. E’ riuscito ad organizzare una Festa del Vino Falerno che resterà negli annali e sicuramente sarà ripetuta negli anni a venire.

La manifestazione, organizzata nel migliore dei modi farà dimenticare quella che a giudizio di molti era la riunione dei beoni del comune di Carinola e viciniori. Invece l’assessore è riuscito a fare una cernita naturale di degustatori e intenditori locali e non, facendoli ritrovare insieme nella splendida sala di palazzo Petrucci. Anche chi non era un degustatore lo è diventato per l’occasione.  Dopo aver ascoltato i discorsi degli esperti che li hanno aggiornati sulle potenzialità del vino Falerno e sulla bella notizia, nota a pochissimi, che Carinola da sola possiede il sessantacinque per cento degli  ettari di vigneti  impiantati in tutta la zona doc del Falerno, tutti si sono cimentati nella degustazione dei vini esposti dalle  case di punta nella produzione del Falerno della zona D.O.C. prevista dal  decreto ministeriale.
Erano  presenti le più accorsate cantine tra cui Villa Matilde, Fattoria Felicia, Nugnes,  Scialla e tante altre, tutte con le loro bottiglie migliori.  Il sommellier Marco Sabelli si è trovato in grande difficoltà nel dover fare una selezione tra vini tutti di così alta qualità ed anche nel design delle bottiglie. Un posto particolare hanno avuto negli assaggi  le bottiglie di don Franchino Bianchini e dei fratelli Migliozzi che a forza di continui assaggi sono state le prime ad essere svuotate. La festa si è conclusa tra i commenti di tutti i degustatori, di professione e non, che discutevano dei profumi,  dei bouqet o dei vari retrogusti assaporati nei vini degustati.

Grande soddisfazione per l’assessore Giacca che ha fatto fare un grande balzo in avanti verso il progresso civile del comune di Carinola. Ha  fatto dimenticare i gruppi di persone avvinazzate che si davano appuntamento sulle scale della chiesa di Casale alla fine di quella  festa che è stata ormai archiviata come la festa degli ubriaconi. Essa è stata sostituita dalla festa dei degustatori che a buon  diritto  può entrare nei grandi appuntamenti nazionali.

    La vestale di Bacco

sabato 7 novembre 2009

Crucifige… il crocifisso

La corte europea di Strasburgo ha emesso una sentenza molto chiara: via il crocifisso dalle aule scolastiche italiane. Tutto questo in nome della laicità dello Stato e del diritto di tutti di professare la propria religione senza sentirsi offesi dai simboli di altre religioni. Alla corte europea danno man forte anche personalità dello spettacolo come Dario Fo che vede nel crocifisso il simbolo di una religione di Stato gestita dai cattolici.

Beh, che male ci sarebbe?

Qui siamo in Italia. Il Paese dove è stato crocifisso San Pietro e dove è stato decapitato San Paolo. Dove migliaia di martiri cristiani sono stati trucidati negli anfiteatri per soddisfare  un popolo pagano che sapeva divertirsi solo con la violenza e la morte degli altri fino a quando non ha scoperto il cristianesimo.  E’ il Paese dove si sono susseguiti  centinaia di Papi. Dove sono state indette ben nove Crociate per la liberazione della Terra Santa e dove è nato San Francesco che la Terra Santa l’ha conquistata con i suoi frati e non con le armi dei crociati. E potrei andare avanti per molto ancora, ma non voglio sembrare una bigotta inguaribile, perché non credo di esserlo.

Quello che invece voglio mettere in evidenza è il cammino storico di questa nazione strettamente legato alla religione cristiana, che nel bene e nel male, ne ha condizionato la crescita sociale e culturale. Eliminarne il simbolo principale è un po’ come voler rinnegare la storia italiana che pur è cresciuta e si è formata con tale simbolo. Personalmente, quando guardo il crocifisso, non penso al potere dell’istituzione Chiesa, che può essere condiviso o no,  ma penso al sacrificio di un uomo e ai tanti valori positivi ad esso legati. Vogliamo privare le nuove generazioni italiane persino della curiosità di conoscere questa Persona e i valori che può tramandare?  E con quali  saranno sostituiti quelli cristiani emanati dal crocifisso? Questo mi piacerebbe proprio saperlo. Non mi sembra che la nostra società moderna attuale sia ricca di valori positivi da offrire alle nuove generazioni. Tutt’altro.

Parlare di laicità dello Stato potrebbe anche essere giusto, ma è alquanto riduttivo. Non esiste nessuno stato e nessun popolo che non sia stato condizionato nei propri comportamenti sociali, civili e culturali dalle proprie credenze religiose, anzi, la religione è una componente essenziale del processo di maturità storica che caratterizza ogni popolo.

Chiunque venga in Italia o viva in Italia, non dovrebbe far altro che prendere atto della realtà delle cose e accettarne tutte le componenti storiche, compreso il crocifisso nelle aule e negli uffici. D’altra parte, si può benissimo praticare la propria religione senza sentirsi offesi dalla presenza di una croce appesa alla parete.

Chi ce l’ha una fede, dovrebbe averla soprattutto nel cuore.



Cristiana delusa

giovedì 5 novembre 2009

Palloni gonfiabili


Ho l’impressione che diviene ogni giorno più facile disinteressarsi delle vicende amministrative, o presunte tali, che potrebbero riguardare la comunità carinolese. Non solo, anche quelle del Buffo Governo Berlusconi , a furia di pensare a tirare avanti fra stenti, studi, e lavoro che non c’è, scivolano via in queste mattine d’autunno  così piovose, ma così splendide quando c’è il sole.
Eppure leggendo sulla stampa locale, vedo che la maggioranza del sindaco Gennaro Mannillo ha delle serie decisioni da prendere, come PUC e Polo scolastico che trascina faticosamente come un sacco di carbone pesantissimo. Perché non si muovono dannazione? Ma sembra che ha anche delle grane sull’Ufficio tecnico, per dei consulenti che Mattia Di Lorenzo non riesce a scegliere insieme ai capoccioni.
Cosa dire, ce li meritiamo…Tuttavia ne abbiamo lette tante, e troppe forse su quanto siano instabili fra loro politicamente, così poco fantasiosi per un territorio che ha quasi tutto, ma che soffre purtroppo di una buona dose d’ accidia. Forse contaminati anch’essi si sfogano, credendo a questo punto che questa sia la politica che serva,  a portare  a  termine quelle piccole operazioni  derivanti da quelle troppe promesse fatte ieri e oggi.
E domani? Si vedrà. Ma quello che più stupisce però è quell’assessore all’ambiente Luigi De Risi che non ha combinato fino ad ora un bel niente. Non ho mai letto niente su di lui, nè nei bandi pubblici nè sulla stampa. E credo che si possa tranquillamente affermare che non ha prodotto quasi  nulla, mentre ogni giorno si continua a sversare nelle campagne ogni tipo d’ingombrante e di materiale, mentre gli alberi continuano ad esser tagliati senza controlli, mentre nelle scuole non parte una campagna di sensibilizzazione. Cosa riuscirà ad inventarsi per un confronto con la comunità, che non ci sarà se non sotto sotto le prossime elezioni?
Senza altro di grosse ne è abituato a dirle e ad inventarle. Certamente dirà che non terrà conto di quanto diremo. Che cosa gliene frega a lui, tanto è legittimamente al potere per volontà popolare. Si farà quattro risate e cliccando sul web cercherà un’altra maratona, oppure come riuscire a comprare in un' asta  olandese  una vivace mongolfiera per girare sul comune, e prendere ispirazioni di ogni sorta  per sparare  alle prossime elezioni la balla più grossa che i carinolesi  abbiano mai conosciuto: “Vi salverò dalla Politica, saremo uno Stato Indipendente, fondato sulle Miniere di rame, sulla canna da zucchero e sulle Compagnie bananiere e faremo guerra con un nostro esercito rivoluzionario contro i liberali e i progressisti del Popolo delle Liberta perché oggi ho capito che sono….che sono…. che sono  un uomo libero…”.

Aureliano Babilonia

martedì 3 novembre 2009

E se lo trasformassimo in qualcosa di utile?

impianto polisportivo - Nocelleto di Carinola



Alcuni giorni fa, così come Gasparri si è perso ed è finito nel quartiere dei trans, anche io non so come mi sono trovato in una via periferica  di Nocelleto. Convinto che mi riportasse sulla strada provinciale ho proseguito su di essa finendo di fronte ad un grosso fabbricato che a primo impatto avevo preso per un essiccatoio del tabacco.

Osservandolo più attentamente, ho capito di aver preso un grosso abbaglio in quanto trattavasi della chiesa nuova di Nocelleto, come si evinceva dalla croce installata sul tetto.  E’ vero che ho preso un granchio, ma a mia discolpa vi era la zona degradata, un cancello dì ingresso sgangherato, un albero che copriva la facciata ed il solito bruttissimo  palo della luce messo dall’ENEL ad ornamento di ogni casa che si rispetti. Ho espresso le mie critiche ad un gentile signore che si trovava sul posto,  il quale si è alquanto  risentito e mi ha spiegato che quella era una chiesa all’avanguardia in quanto progettata in modo rivoluzionario. Visto che la porta era aperta me l’ha mostrata all’interno ed in effetti era diversa dalle altre avendo una sola  navata posizionata parallela all’altare in modo da permettere a tutti i  fedeli di stare  vicini all’altare. Si vantava inoltre che era simile a quella più famosa di Casapesenna, accostamento che a dir la verità non mi è suonato particolarmente lusinghiero.

Uscendo, ho notato a lato della chiesa un altro grande ammasso informe di cemento ancora allo stato grezzo. Approfittando della disponibilità del mio occasionale interlocutore gli ho chiesto cosa fosse quell’obbrobrio. Mi ha spiegato che sarà il futuro impianto polisportivo di Carinola. Incuriosito, gli ho chiesto quante persone conoscesse che praticassero sport nella zona o se avesse  mai visto qualcuno almeno fare jogging. La risposta mi ha fatto sorridere in quanto ha detto che pochi masticano le gomme americane da quelle parti e quando gli ho spiegato cosa fosse lo jogging ha detto che anche quello lo fanno pochi tranne qualcuno che d’estate viene in vacanza.

Osservando attentamente la costruzione ho costatato che lo spazio permetterebbe la creazione di qualcosa molto più utile e fruibile da tutto il comune, ovvero un mercato ortofrutticolo. Questo servirebbe in particolar modo ai nocelletesi, che sono i maggiori produttori di frutta del comune e forse della provincia.   Si potrebbe usare la struttura come mercato coperto e all’esterno costruire tanti stand da utilizzare per il conferimento dei prodotti ortofrutticoli.  Sono rimasto particolarmente colpito dalla parte superiore della costruzione, che sembra progettata apposta per ospitare il futuro ed immancabile consiglio di amministrazione indispensabile per il funzionamento dell’attività.

Quasi ogni anno gli agricoltori sono costretti a svendere il loro prodotto con grosse perdite in particolare nella campagna 2009, la quale è stata particolarmente disastrosa, e questo sarebbe un valido sostegno alla loro attività. Il signore, molto informato, mi ha interrotto dicendomi che il mio progetto era irrealizzabile in quanto l’opera ha quella destinazione e non può essere cambiata. Anche volendo cambiare il progetto, i fondi che dovrebbero arrivare per ultimare l’opera non potrebbero essere stornati per altri utilizzi.  Sentendolo così preparato mi sono incuriosito ed alla fine ho scoperto che quelle informazioni così precise e dettagliate le aveva avute dall’assessore ai lavori pubblici e quindi, per lui, certissime ed inconfutabili. Ho salutato il mio cortese occasionale accompagnatore senza contraddirlo anche per la venerazione che ho sentito nelle sue frasi verso l’assessore, di cui sicuramente avevo intuito era fedele elettore.

Personalmente non sono d’accordo, penso che la politica quando vuole possa tutto: se è riuscita a far diventare difensore civico un impiegato di albergo non si comprende perché non potrebbe fare questo. Penso che potrebbe chiedere il cambio di destinazione della zona, come da villa comunale è stata trasformata in area per impianti sportivi  potrebbe ancora cambiare in mercato ortofrutticolo. Penso che sarebbe un’operazione veramente utile alla comunità carinolese.  Non penso che il grosso impegno di risorse economiche sia indispensabile per far divertire la squadretta di terza categoria di Nocelleto, la quale potrebbe benissimo servirsi del campo comunale di Carinola, in quanto è notorio che a Nocelleto hanno tre quattro macchine per famiglia.
Speriamo che l’assessore all’agricoltura abbia un’ ispirazione come la mia e la esponga al suo collega dei lavori pubblici rendendola realtà. I progettisti e la ditta saranno sicuramente d’accordo: per loro o impianto sportivo o mercato è lo stesso e anzi saranno contenti, più si cambia più si guadagna.

Vagabondo carinolese

lunedì 2 novembre 2009

Una morte scomoda


La morte di Stefano Cucchi è una patata bollente per lo Stato italiano che vedremo come cercherà di insabbiarla questa volta. Come sempre. Semplicemente con il silenzio. Così come ha insabbiato tutte le morti scomode di questi ultimi tempi.

Le dichiarazioni che leggo sui giornali, mi fanno inorridire.

Angelino Alfano, Ministro della Giustizia, dice che Stefano Cucchi è semplicemente caduto per le scale….. Che ne sa lui? C’era? E comunque le avete viste le foto del corpo di Stefano?  Vi sembra il corpo di uno caduto per le scale? Se così fosse, deve aver fatto un ruzzolone eccezionale, rimbalzando come una palla di faccia e di schiena da chissà quale altezza! E se così fosse, perché ai suoi familiari è stato vietato di vederlo in ospedale? Forse perché già stava morendo o per paura che parlasse e raccontasse la verità?....

Ignazio La Russa ha invece affermato che i militari hanno “adottato un comportamento corretto” ma allo stesso tempo invoca di fare piena luce con le indagini. C’era anche lui? Mah! Come fa a dire che i militari hanno adottato un comportamento corretto, proprio non lo so. Tanto corretto che ora Stefano si ritrova al cimitero e non si sa  come e perché!

Tutta questa brutta storia, come tante altre che l’anno preceduta, mi porta a  fare delle serie e preoccupanti considerazioni. Che tipo di Stato è il nostro? Uno Stato che tutela il cittadino o uno Stato di cui il cittadino deve aver paura?.... Un genitore che ha la sfortuna di avere un figlio un po’ ribelle e problematico, può sperare nell’aiuto dello Stato o nell’eliminazione del problema mediante la soppressione fisica? Come avveniva qualche millennio fa a Sparta o a Roma.

Siamo in una democrazia o siamo in un regime fascista, uno dei peggiori di cui le forze dell’ordine sono il braccio armato contro i cittadini dissidenti e scomodi?

Non è  possibile fare le asserzioni che hanno fatto i due ministri sopra citati, dimostrando squallidamente di difendere gli interessi di pochi a discapito di tutti i cittadini italiani. Non è possibile che un ragazzo di 31 anni, fermato per 20 grammi d’erba, si ritrovi al cimitero. Questo non è uno Stato che recupera o perdona, è uno Stato che punisce con la violenza più nera e gratuita chi non si allinea allo strapotere dominante e che invece non punisce i potenti colpevoli di ben altre cose.

Questo è  uno Stato di cui aver paura!  E per favore…. non venitemi a raccontare balle!

Nuvola Rossa

venerdì 30 ottobre 2009

Io odio mio padre


mano

Io odio mio padre. Questo è quello che dovrebbero dire tutti i figli del ventunesimo secolo, tutti i giovani che si ritrovano oggi a vivere in questo miserabile seppur incantevole paese. Io odio mio padre, mia madre e tutti quelli che hanno fatto si che oggi sia tutto come vediamo che è. La morale, l’etica, il rispetto, la vergogna, tutte cose che loro hanno calpestato e che ci hanno insegnato diretta o indirettamente a calpestare. I diritti te li guadagni, oggi come oggi, leccando il culo del tuo superiore, di un politico o di un classico ignorante signorotto, sperando in null’altro che un posto da fannullone, oggi i posti sicuri sono quelli, oggi il posto di uno che lavora non è detto che domani ci sarà.

L’ideale comune è diventato essere un ignorante, seduto su una bella poltrona imbottita e felpata dalla quale potrai costruirti il futuro e l’avvenire. I giovani lo percepiscono, anzi solo alcuni giovani lo percepiscono, quegli stessi che avrebbero qualcosa nella mente da insegnare, da mettere in atto, da far crescere e invigorire. Gli altri, sono figli di quelli che ci hanno portato a questo e non si rendono conto che di qui a dieci venti anni siccome burattini, non riusciranno a tener duro senza le menti che scappano e hanno reso l’Italia forte nel passato. Senza genio non ci sarà mai gloria ne passi in avanti; e il genio fugge il nostro paese ormai. Si cercano vie disperate e disparate e nella mente c’è solo l’illusione che diviene a volte certezza, di luoghi dove l’intelletto e la cultura non siano un suppellettile o un inutile optional. Ma la marcia dei marcificatori del mio amato paese è forte e le mie parole verranno messe sotto sopra da quei che sono gli artefici o da quegli altri che hanno appreso le arti del parlare senza cognizione di causa e che alla fine, tra le menti grette trovano un positivo riscontro. Come si ama Napoli ma a tratti si odiano i napoletani, lo stesso accade per l’Italia intera. Gente inetta a capo di persone dalle qualità infinite, gente inetta che occupa posizioni inutili e da quelle accresce la convinzione di essere persona rispettabile e potente, gente ignobile che con il solo dono della lingua pensa di esser nobile nell’ingannare gli altri. Odio mio padre, a simbolo di una generazione che ha strappato il futuro dei propri figli, che ha passato tutta la propria vita nell’intento di un infanticidio avvenuto nel momento in cui la propria prole è già adulta e seppur arrivata a tale età, deceduta nella realtà ancora prima dell’adolescenza. L’importante non è più neanche la moneta ma la soddisfazione dell’inganno, l’arrivismo sfrenato, gettare l’umiltà di Cristo giù in un pozzo ma lodarne le azioni e gli insegnamenti e avere la presunzione di poter fare qualsiasi cosa, ricoprire qualsiasi ruolo senza rispondere a terzi, senza interessarsi dei risvolti e delle conseguenze.

Siete voi cari mio padre al cubo che avete creato o avete forse inconsapevolmente aiutato a creare questo stato di cose. Siete voi quegli individui che continuano a portare avanti questa baracca chiamata nazione, che farebbe piangere chiunque ed a volte anche noi. Un luogo dove non esiste responsabilità perché chi ha mansioni che la pretenderebbero sanno di non essere in grado a far più di nulla e quindi: deresponsabilizzazione di tutto.

Vorrei poter dire che il mio obiettivo è far si che i miei figli non vorranno dire la stessa cosa di ciò che noi vogliamo dire dei nostri padri, ma un dubbio mi sovviene: ci saranno mai, i nostri figli?"


Izmirson