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mercoledì 14 maggio 2014

Elezioni europee, ecco come funziona



Il 25 maggio dalle 7 alle 23 siamo chiamati ad eleggere i nostri rappresentanti del Parlamento europeo e per la prima volta indicheremo il candidato presidente della Commissione (ossia il capo del Governo dell'Ue con poteri esecutivi).

 L’Italia elegge  73 eurodeputati, così spartiti tra le cinque circoscrizioni nelle quali la legge elettorale elettorale in vigore per le europee divide il nostro Paese:

Italia nord occidentale (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia): 20 seggi

Italia nord orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna): 14 seggi

Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio): 14 seggi

Italia meridionale (Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria): 17 seggi

Italia insulare (Sicilia, Sardegna): 8 seggi.

A Carinola la scheda in cui votare è di colore arancione, bisognerà quindi fare una X sul simbolo della lista, e scrivere fino a tre preferenze ( cognome del candidato al parlamento), a condizione che solamente due di essi possono  essere dello stesso genere. La terza preferenza, ad esempio in caso di due candidati uomini, dovrà andare ad una donna, altrimenti sarà annullata in sede di scrutinio.

Ed ecco i candidati alla presidenza della Commissione già palesati:

Martin Shultz, tedesco, progressista, Pse.

Guy Verhofstadt, belga, liberale, Alde.

 Alexis Tsipras, greco, sinistra, l'altra Europa. 

José Bova e Ska Keller, Verdi Europei.

Jean Claude Juncker, lussemburghese, conservatore, Ppe.

Ed ecco, infine, tutte le liste presentate, (da ilPost.it) con i nomi di tutti i candiati: 
Italia Meridionale
(Campania, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Molise, Puglia)



Andiamo a votare, decidiamo noi chi ci governa.





giovedì 3 aprile 2014

La Madonna rubata che salvava dal degrado



E' di questo pomeriggio una notizia sconcertante, apparsa su un noto sito di informazione casertano: una statuetta della "Madonna dei Raggi" è stata rubata a Mondragone, zona mare, viale Europa precisamente. Ma non è tutto. La Madonna era stata collocata da alcuni cittadini con uno scopo ben preciso e che sarebbe interessante approfondire anche dal punto di vista antropologico. Quale?
E' di questo pomeriggio una notizia sconcertante, apparsa su un noto sito di informazione casertano: una statuetta della "Madonna dei Raggi" è stata rubata a Mondragone, zona mare, viale Europa precisamente. Ma non è tutto. La Madonna era stata collocata da alcuni cittadini con uno scopo ben preciso e che sarebbe interessante approfondire anche dal punto di vista antropologico. Quale?



Ebbene, per dissuadere i barbari ad abbandonarvi sacchi di spazzatura che degradavano quel luogo, un gruppo di persone aveva pensato bene di collocarvi una madonnina, in modo tale da provare a scoraggiare gli sversamenti. E l'idea ha funzionato. La strada in questione, da qualche mese, aveva ritrovato grazie alla statuetta un certo decoro, per la gioia dei residenti, le maestre ed i bambini che frequentano un asilo materno. Fino a ieri, ed ora?

A quanto i residenti, fautori dell'iniziativa, non intendono mollare.

In effetti, l'ingegnosità di questa trovata è senz'altro da riconoscere. Pensate solo un momento: la gente che fino al giorno prima era mal abituata a lasciare tranquillamente il suo sacco d'immondizia, di fronte alla madonnina hanno cominciato ad esitare, quindi cambiato idea. Perchè? Proprio questo sarebbe interessante scoprire, ossia che cosa ha operato una statuetta nelle menti per indurle ad invertire l'idea di partenza. Certo, qualcuno ora risponderà che sarà andato a buttarlo altrove il sacchetto ed aggiungo non possiamo mica pensare di collocare santi e madonne dappertutto. 

E voi cosa ne pensate? Qual'è la vostra idea che suggerireste per dissuadere i barbari ad abbandonare rifiuti, nelle piazze, strade e campagne?







giovedì 31 ottobre 2013

Un Tocco a sorpresa


Ma perché mi fissano tutti in questo Bar?

…forse è meglio ordinare qualcosa.

-Ehm, scusi, vorrei un estathè per favore …ah! Solo Birra Peroni dice? (sorriso)  Va benissimo, la conosco anch’io!
-Posso offrirle qualcosa?
-Na flebo zi Mari’..
-Di dove sono? Provincia di Benevento, sono stato trasferito presso un ufficio postale qui vicino e sto cercando una casa in questi paesini, sembrano così tranquilli, assomigliano un po’ ai posti in cui sono nato.. Si si proprio così, uliveti, vigne, boschi verdi.. Come dite, ci sono incendi d’estate? Ah! e come mai? (alzata di spalle di tutta risposta). In che senso “il problema è un altro”?

(silenzio)

-Ehm, e a livello di comune, com’è la situazione? voglio dire il sindaco è di destra o sinistra…(scroscio fragoroso di risate collettivo)

Qualche minuto ancora di risate.

-Invece, le associazioni? che attività ci sono durante l’anno? Ci sono comitati attivi, aperti a forme di protesta o che ne so, a proposte…? In che senso “qua la protesta non prende la linea, non fa campo…”?
(silenzio)

(qualche minuto ancora di silenzio)

-Se so giocare a tressette? Si, ci ho giocato qualche volta.
-Certo mi siedo con voi, cosi approfitto per chiedervi se conoscete qualcuno che affitta una casa qui vicino…
-ah, dopo? prima giochiamo, Va bene. Ho capito, qua si dice “menare il tocco” e così mi assicurate che capisco come vanno le cose da queste parti… sta bene.
Dopo due ore di trentuno a ripetizione e padrone e sotto consequenziali, ( i tavoli intanto sono diventati due) il nostro amico della provincia di Benevento è andato ad urmo. 

Non per questo però cambierà idea sul fatto di trovare casa nel Comune di Carinola.

martedì 8 ottobre 2013

Destinazione Berlino (e altrove in Europa)

L'immigrazione italiana a Berlino, vista con gli occhi ( e con i dati) della sociologa Edith Pichler, intervistata dal http://www.corritalia.de/home.2.0.html. Le motivazioni, passate sotto la lente, della nuova fuga verso i Paesi europei in cui si va per trovare un lavoro, un futuro. Perchè si parte? Cosa andiamo a fare in Germania e chi sono i nuovi migranti? Scopriamolo insieme in  questa interessante intervista a cura di Gherardo Ugolini.
http://www.corritalia.de/Dettaglio.26+M598c4246d39.0.html

giovedì 7 luglio 2011

L'erede dello sceriffo di Nottingham

Tutti conoscono questo personaggio che nella leggenda di Robin Hood estorceva soldi al popolo per soddisfare i lussi del principe Giovanni. Dopo tanti secoli abbiamo il suo erede in Italia, è un certo Tremonti che svolge lo stesso compito di detto sceriffo. C'è una piccola differenza fra i due, quello toglieva ai poveri, questo toglie a tutti, ma il fine è lo stesso per entrambi, foraggiare il principe e la corte.
Il problema odierno è che non essendoci più la monarchia, con la scusa della repubblica di re e principi non si sa più quanti ne siano. Sommando ministri, deputati, senatori, consiglieri regionali, provinciali, comunali, di circoscrizione, di comunità montane, di consorzi ed enti vari, molti sconosciuti al grande pubblico, si arriva ad un numero con molti zeri. Inutile sottolineare che intorno a questi nobil uomini girano un numero enorme di amici e collaboratori che usufruiscono degli stessi benefici, se non di più. Senza dimenticare il braccio esecutivo come la magistratura di vari tipi. Costituzionale, ordinaria, contabile, civile, militare, con le forze dell'ordine che devono essere ben pagate per difendere la patria e chi la governa, soprattutto.
Tutta questa massa di persone superpagate comportano un buco enorme per lo stato che il povero sceriffo deve provvedere a colmare di continuo. Finita l'era della finanza creativa dove vendeva palazzi e spiagge è arrivato a tassare tutto, peggio del suo predecessore. Automobili, case, pensioni, banche assicurazioni, regioni, comuni, province, sanità, scuola, mezzi pubblici, qualunque attività insomma. Inutile dire che tutti si rifanno con il popolo, nessuno si illude che una assicurazione o una banca paghi le tasse, se le rifarà aumentando i costi dei servizi, sicuri che lo sceriffo non li sanzionerà. Il povero sceriffo non sa più quale tassa inventarsi per portare nelle casse della casta le somme necessarie per i loro lussi. Loro hanno bisogno di abiti costosi, gioielli, auto superpotenti, aerei e di tanti tanti servitori. Chi non paga viene punito col sequestro di tutti i suoi averi anche se ha un debito piccolissimo, senza sconti per nessuno.
Al contrario dello sceriffo di tanti anni fa che era combattuto e bistrattato questo viene anche sostenuto ed applaudito da gran parte di quel popolo tartassato da lui. Lui promette un futuro migliore e che un giorno che non verrà mai:  ridurrà in povertà tutta la casta al governo. In attesa di quel giorno bisogna versare perchè le spese sono tante ed improcrastinabili.
Un'altra fortuna, forse la più grande, ha il moderno sceriffo, non c'è Robin Hood. Non esiste un personaggio che denunci i suoi abusi e lo combatta. Tutti con lui, potenti e deboli, tutti che pendono dalle sue labbra, i primi perchè da lui dipende il loro portafoglio, i secondi perchè aspettano il giorno che li libererà da tutti i balzelli che lui stesso ha messo. Finchè non uscirà un Robin Hood lo sceriffo potrà continuare indisturbato a svuotare le tasche degli italiani per ingrassare i suoi pari.

John

lunedì 23 maggio 2011

Gli indignados e gli ammosciados

Sono giorni che la nomenklatura spagnola trema sotto l'assedio democratico di migliaia di giovani che hanno deciso di prendere in mano il loro destino. La reazione è stata subito di repressione invece che di ascolto, per sentire e capire il motivo della protesta. Forse sanno benissimo quali sono le rivendicazioni anche senza averle ascoltate.
I giovani vogliono semplicemente lavorare, anche ad uno stipendio inferiore dei loro genitori. Non è possibile che nel cuore del vigore si stia con le mani in mano. Giustamente i giovani spagnoli hanno deciso di far sentire la loro voce e di premere su chi può e deve affinchè risolva il loro problema primario quello dell'occupazione.

Mentre in Spagna c'è il movimento degli indignados, in Italia c'è quello degli ammosciados. Una massa di giovani che dalle alpi a Pantelleria dormono di giorno e bevono di notte. Hanno perso, forse mai sentito, il sacro furore dell'indignazione. Non si indignano per niente, i potenti italiani piccoli o grandi che siano, possono passare sulle loro palle che tanto loro non si indignano. Non si indignano per la piena disoccupazione in cui li fanno vivere, non si indignano per la mancanza di prospettive future, non si indignano nemmeno quando affermano che loro alcuni lavori non li vogliono fare, come se stessero ad offrirli tutti i giorni. Non si indignano quando, con questa scusa, fanno arrivare centinaia di migliaia di stranieri, ammantando l'operazione come assistenza umanitaria. Non si indignano quando costringono questi poveretti a contendersi i pochi posti di lavoro con gli italiani a prezzi sempre più bassi.
Loro sono sempre più ammosciados, al sud bevono soltanto, al nord il sabato ascoltano anche la musica di Vasco Rossi e dopo di nuovo a dormire. Qualcuno che si indigna lo fa in modo sbagliato, partecipando alla lotta di una fazione politica contro l'altra, cadendo nel tranello del sinistra e destra ed attualmente Berlusconi ed anti Berlusconi. Questi ammosciados non comprendono che tutti i politici sono loro nemici, loro sono quelli che succhiano la linfa vitale di questa nazione, accumulando solo per loro grandi fortune che restano inutilizzate.
Loro fidano sulla mancanza di indignazione degli ammosciados perciò si permettono tre o quattro stipendi e macchine di lusso a spese di quella minoranza che lavora . Gli ammosciados non si indignano se questi personaggi, la gran parte mediocri ed incolti, godano di appannaggi favolosi come il presidente dell'ultima provincia d' Italia: Caserta. Il suo presidente gode di tre o quattro stipendi ed usa come auto blu, una cinquemila di cilindrata biturbo rottamando la ancora efficientissima Lancia Thesis. Inoltre ha nominato un suo parente direttore generale che gestisce quasi venti incarichi (anche Carinola) che gli fruttano quasi un milione di euro l'anno.
Loro possono, sanno che qui nessuno si indigna perchè non comprendono che se alcuni hanno tanti incarichi gioco forza altrettanti saranno disoccupati. Se un medico lavora in ospedale, a casa e per l'assicurazione è logico che tanti medici sono disoccupati. Se ingegneri, architetti, avvocati, fisici, chimici ecc. insegnano e poi esercitano la libera professione è logico che tanti sono disoccupati. Se i magistrati restano in servizio fino a settatacinque anni è logico che tanti siano disoccupati. Tutto questo accade perchè in Italia i giovani sono quasi tutti ammosciados, se non diventeranno indignados per loro i tempi saranno sempre più cupi. Tranne per i figli e nipoti dei politici, ovviamente.

Ignazyo Lorca

giovedì 9 dicembre 2010

La sottile linea grigia

Viviamo nel tempo della legalità, tutti la predicano istituendo addirittura assessorati ad hoc.  A fianco della legalità si sbandiera la trasparenza sancita addirittura con una legge dello stato alquanto farraginosa. Tra legalità e trasparenza e l'opposto cioè illegalità e burocratese c'è una sottile linea grigia che non permette di capire in quale parte si opera. Per esempio un animale macellato è sano o meno a secondo che sia timbrato dal veterinario o meno. La sua legalità dipende da un timbro che è qualcosa di molto labile. Una vendita  è legale se accompagnata da una fattura se questa viene sostituita con una bolletta di accompagnamento a cui non segue fattura siamo nella zona grigia. L'acqua è potabile o meno, quindi legale se supera una percentuale di purezza stabilita per legge. Se si varia i valore di un elemento da inquinata diventa potabilissima. Un rifiuto urbano che non si può smaltire tale e quale se si approva una deroga da illegale diventa ultra legale. Se una amministrazione comunale paga un sito web ufficiale come simbolo di trasparenza ma non incarica nessun funzionario di curarlo siamo nella zona grigia. Se una amministrazione aumenta le tariffe comunali a dismisura senza pubblicare le motivazioni ci troviamo nella zona grigia che divide la legalità dalla illegalità.  Allo stesso modo se si incarica una ditta privata di depotenziare l'illuminazione publica con la scusa che le luci troppo appariscenti rovinano l'ambiente.

La sottile linea grigia diventa doppia quando in cambio di un servizio ridotto come quello della raccolta dei rifiuti si raddoppia la tariffa. La sottile linea diventa più ampia quando in presenza di tante problematiche si limita l'accesso agli uffici ai cittadini forse per scoraggiarli a protestare.

L'inconcepibile è che questa sottile linea grigia che divide la legalità della politica dall'affarismo politico invece di essere eliminata a Carinola negli ultimi mesi è stata ampliata. L'arrivo dei commissari sul comune di Carinola era stato salutato da molti come un momento di pulizia ed incremento della legalità e della trasparenza.Si aspettavano che avessero esaminato i vari contratti stipulati dagli amministratori uscenti pure per capire se la crisi fosse scatuirita da questi. Ci si aspettava che avessero portato a conoscenza tutti i loro provvedimenti amministrativi e le relative motivazioni. Si ha l'impressione che invece si sia peggiorato e di molto, zero informazioni zero motivazioni. L'unico contatto con la popolazione l'invio quasi settimanale di bollettini sempre più esosi in cambio di un peggioramento quotidiano dei servizi. Si ha quasi l'impressione dell'imposizione di una tangente che si deve versare dietro minaccia,  non il pagamento dovuto di un servizio. Se un delinquente chiedesse mensilmente una tangente sicuramente incorrerebbe nei rigori della legge a Carinola amministratori e funzionari invece le impongono in nome della legge. Chi  giudica e controlla i controllori? E' la domanda senza risposta che aleggia da decenni in Italia.

Carinolese taglieggiato

mercoledì 3 novembre 2010

ELOGIO DELL'INEFFICIENZA

Quando si parla di emergenze ed inefficienze tutti si affannano a cercare i colpevoli di tali catastrofi quasi tutte facilmente evitabili. Senza allontanarmi troppo verso la diga del Vajont ma restando ai nostri giorni mi sono sforzato di quardare da altra angolazione qualunque inefficienza analizzandone qualcuna in dettaglio. L'autostrada Salerno-Reggio Calabria per esempio fu progettata male ubicandola in un sito sbagliato e realizzata peggio da ditte improbabili per cui è stata ed è pericolosa. Quella che sembrava una grave inefficienza si è rilevata una grossa risorsa economica per una regione notoriamente svantaggiata economicamente. Quando fu realizzata si arrichirono i progettisti ed i costruttori altri, facilmente i figli, continuano ad arricchirsi oggi su quella tratta di autistrada. Non bisogna dimenticare l'effetto economico benefico che ha avuto quella inefficienza su tanti comuni della Calabria.Gran parte dei loro abitanti nei decenni  passati e ancora oggi sono vissuti bene grazie a quel lavoro. Personalmente ho sempre condannato il comportamento di chi aveva realizzato quell'opera e invocato per loro il carcere. Man mano che sono passati gli anni mi sono convinto che se l'avessero realizzata dei tecnici seri avremmo avuto un grosso discapito economico e sociale. Esaminando la crisi attuale dei rifiuti in Campania anche qui ho dovuto ricredermi. Quando fu bocciato il primo ciclo dei rifiuti stilato dalla giunta Rastrelli sono stato tra quelli che ha inveito contro coloro che chiaramente stavano creando i presupposti per un disastro. Anche su questo negli anni mi sono convinto che a parte l'immagine è stata una operazione che ha portato benessere economico a molti. Come tutti sanno il piano Rastrelli prevedeva la costruzione di sette inceneritori con due sole discariche in cui dovevano andare le ceneri di combustione e l'unido.Bocciato si passò alle discariche private, uno dei capitoli più neri per l'ambiente della Campania. In questa regione visto il basso costo di smaltimento fu portato di tutto da tutta Italia ed anche da altre nazioni europee. Mi hanno raccontato di camionisti che davano un assegno in bianco al gestore della discarica dopo di che si liberavano de loro carico velenoso. Di giorno si scaricavano i rifiuti urbani di notte quelli industriali che venivano nascosti sotto di essi. Questa attività ha portato tanti soldi a tanta gente che li hanno riciclati  in attività legali incrementando l'economia dei singoli e della comunità campana. Dopo è arrivato il maestro dei maestri Bassolino con i suoi esperti Ricordo uno in particolare un certo Facchi per la sua faccia particolarmente intelligente.In quindici anni sempre emergenza rifiuti e sempre dando alla gente l'impressione che la situazione era stata risolta.Fra squilli di trombe annunciò il nuovo piano di smaltimento che prevedeva la chiusura delle discariche private e la costruzione degli inceneritori con qualche discarica pubblica. In pratica si tornava al passato sostituendo gli inceneritori con i termovalorizzatori. Chiuse le discariche private non furono realizzate quelle pubbliche e per anni non si è saputo dove mettere i rifiuti. I consulenti di Bassolino ebbero la geniale idea di imballarli e stoccarli in vari siti dove ancora si trovano. Il risvolto economico dell'operazione è stato grandioso. Sette centri di vagliamento con centinaia di addetti, camion che portavano rifiuti da un capo all'altro della regione e l'affitto dei terreni, una manna per i proprietari. Dimenticavo i treni ed i camion che partivano per la Germania e per tutte le regioni italiane. Un giro di affari  immenso. soldi per tutti, per amici ed avversari, infatti tutti zitti tranne gruppi di cittadini che a turno hanno protestato. Arrivati al punto che si rischiava che mezza regione fosse occupata dalle balle di rifiuti e danche per far fronte alle crescenti proteste della popolazione arrivò lo specialista delle emergenze, Bertolaso. Questo anzianotto con vesti di giovanotto sempre in tuta e golfino per sprizzare giovinezza ed efficienza  in pochi giorni trovò la soluzione. Fece scavare un paio di buchi e fece buttare tutto dentro oltre a far completare la costruzione dell'unico inceneritore di cui era iniziata la costruzione. Ovviamente l'inceneritore come l'autostrada è stato costruito male in modo che non assolva in pieno al suo compito. Fra qualche anno produrrà anche emissioni velenose e dovremo risolvere un'altra emergenza ambientale. Ancora oggi lo specialista è tornato per risolvere l'ultima crisi con epicentro Terzigno con un borsa una ventina di milioni di euro da distribuire.. Un centinaio di camion di terra ed il problema è stato risolto.... per ora. Venticinquemila addetti, migliai di camion e rusope impegnate, milioni di euro di affitto annuali. erogati oltre alla grande miniera d'oro rappresentata dai depositi di balle da smaltire. Questo il grande giro economico creato dall'inefficienza di tutti questi anni. Un calo di immagini e qualche problema ambientale ma in compenso un grande ritorno economico per gran parte della popolazione che vive di rifiuti. Ovviamente non è finita il buco tra poco si riempirà e nessuno ne vuole altri quindi si ripeterà il teatrino. Si indicherà un altro sito , si costituiranno i comtiati civici, la polizia farà finta di essere sopraffatta . Nel frattempo non avendo dove sversare i rifiuti resteranno nelle strade e scoppierà un'altra emergenza finanziata da somme sempre molto cspicue. Spero  di aver fatto comprendere lo sdegno personale nei confronti dei comportamenti  che ho descritti. Comunque nonostante il mio biasimo e quello di tantissimi i fatti, anche se raccontati in minima parte, restano quelli senza tema di smentita.

IL CONSULENTE 

sabato 9 ottobre 2010

Facebook

L'alba del nuovo millennio è stata segnata dall'avvento di internet e dalla comunicazione in tempo reale che hanno portato a una nuova concezione di trasmettere le informazioni.
Con il progresso tecnologico quasi tutte le famiglie dei paesi più industrializzati si sono dotate di un Personal Computer: una finestra sul mondo disponibile a tutti in tempo reale.
Tutto questo ha portato a una rapida evoluzione del modo di pensare di milioni di persone, tutti collegati istantaneamente a un'unica e immensa rete.
Grazie ad internet è possibile accedere ad una miriade di informazioni e servizi con una rapidità impensabile fino a qualche anno fa. 
L'ultima trovata è quella dei social network, ove tutti possono pubblicizzare la propria immagine.
Facebook, Twitter, Netlog, sono solo alcuni dei nomi dei social network più diffusi.
Facebook è stato creato nel 2004 da uno studente dell'università di Harward con lo scopo di trapiantare sul web gli annuari con le foto di ogni singolo studente che alcuni college americani distribuivano all'inizio di ogni anno accademico come mezzo per conoscere le persone all'interno del campus. Nel giro di pochi mesi aderirono all'iniziativa molte altre università statunitensi e dal 2006 il servizio fu disponibile anche per  le scuole superiori e le grandi aziende. 
Negli ultimi mesi in Italia si è verificato un aumento esponenziale degli utenti iscritti a Facebook, per la maggior parte giovani studenti, che hanno scelto di far parte di questo progetto per conoscere e farsi conoscere.
Il sito è gratuito e ognuno può dunque creare un proprio profilo che contiene fotografie, interessi personali, scambiare messaggi privati o pubblici, aggiungere alla lista degli amici altri utenti con cui condividere i propri dati e riunirsi in gruppi di amici.
Molte persone sono rimaste assuefatte da questo servizio e passano le intere giornate a interagire con altri utenti, modellano la propria esistenza per essere sempre più in vista sul social network del momento.
Si è arrivati addirittura alla tacita concezione che chiunque non abbia un account di Facebook è tagliato fuori dalla società, una cosa che sembra inconcepibile.
Facebook è solo uno dei tanti mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione e non dobbiamo farne un uso smodato.
Ci sono tanti altri modi per conoscere nuove persone e di passare il tempo.
anonimo 

domenica 3 ottobre 2010

Sognando il prossimo sindaco


Il sognatore di mezza estate ha stimolato, nel sognato,  un interessante elogio del sogno , così, trovandomi nel mio, anch’io ho sognato  ad occhi aperti.  Non  ho sognato un nome ma, complici le letture estive, ho sognato un metodo.

Ho sognato che prima di pensare a CHI dovrà essere il prossimo Sindaco tutti i politici e aspiranti tali si riunivano e pensavano a COSA dovrà fare il prossimo sindaco.
In Base a questo,poi, avrebbero scelto la persona con i requisiti richiesti dal Compito come fa una qualsiasi squadra di calcio, una qualsiasi azienda ed un qualsiasi altra organizzazione che persegue i propri fini legittimi.

Ma come si stabiliscono i requisiti senza essere influenzati dalle persone intorno al tavolo? Come Rawls, nel sogno ho immaginato la “posizione originaria” protetta da un “velo di ignoranza” sul futuro.

Azzerata la memoria il gruppo deve scegliere il suo leader  e, visto che tutti vogliono avere una possibilità hanno iniziato dai requisiti molto astratti e generali i, in modo da non escludere nessuno in principio.  Presumibilmente arriveranno ai questi sei punti:

1. Deve conoscere il territorio ed il suo popolo tanto da proporre soluzioni concrete ai problemi dei cittadini, in modo organico e con qualche stimolo all’orgoglio locale per ridarci speranza nel futuro. Questo programma, tra l’altro sarebbe di non poco aiuto per la vittoria.

2. Deve saper comunicare questa speranza alla squadra ed al popolo. Convincerli che è la cosa giusta. Per questo deve avere quel tanto di personalità ed una storia che gli conferiscono l’autorevolezza  necessaria a dare credibilità al programma.

3. Deve condividere questo programma con una squadra compatta che accetti l’idea della persona giusta al posto giusto. Per ogni ruolo ci vogliono dei requisiti. L’equilibrio tra le capacità ed i voti è un grande compito che deve saper gestire.

4.  Deve gestire il quotidiano senza mai perdere di vista gli obiettivi perché troppo spesso l’urgente distrugge l’importante. Coordinare e stimolare i vari assessori come un buon allenatore i suoi giocatori.

5. Deve avere la capacità di controllo per capire se si stanno raggiungendo gli obiettivi o se bisogna cambiare qualcosa. Un controllo della spesa sufficiente a garantire le risorse dove servono eliminando gli sprechi.

6. Deve, infine rappresentare l’orgoglio della sua terra in tutte le occasioni ufficiali e non con proprietà di linguaggio e, soprattutto con autorevolezza e concretezza del discorso.
Naturalmente non li ho inventati, e qualcuno potrà riconoscerne la provenienza, ma solo riformulati allo scopo. 

Se diamo un punteggio da 0 a 10 per ogni punto, si che il massimo sia 60,  la sufficienza sarà 36. Conviene stabilire anche che non deve esserci insufficienza netta ( meno di 4) su nessun punto.
Stabiliti questi requisiti, i convenuti , che erano  gli attuali politici Carinolesi hanno cominciato a darsi i voti.

Purtroppo non  sono arrivato a sognare il risultato.
Voi che voti gli dareste?



domenica 1 agosto 2010

Viva la modernità

Il parlamento regionale della Catalogna con sede a Barcellona ha votato per la soppressione delle corride sul proprio territorio a partire da 2012. Tutti i media  hanno trattato l'argomento riportando i commenti dei sostenitori del provvedimento e dei contrari. Tra i sostenitori i soliti gruppuscoli organizzati  che per essere presentabili si definiscono verdi o animalisti. La matrice è sempre quella comunista, se non la provenienza sicuramente la scuola. Si comprende dal fatto che sono minoranze che facendo leva sulla forza della  propria organizzazione riescono ad imporre il loro volere alla maggioranza come in questo caso.  

Stanno provando ad eliminare uno dei simboli storici della Spagna la corrida con tutto lo spettacolo focloristico connesso e l'indotto economico che in questi tempi di crisi fa molto comodo per arginare la forte disoccupazopne che attanaglia gli spagnoli. In ogni libro di scuola si è sempre affiancato il nome Spagna con questo bellissimo e nobilissimo spettacolo, anche per questo da eliminare ed anche perchè secolare quindi secondo loro vecchio.  Per loro non si può essere rappresentati da cavalieri, dame in gramaglie e toreri agghindati tutti insieme uniti in una festa grandiosa. A loro dà fastidio che la Spagna sia rappresentata dal toro che in varie forme campeggia in ogni dove mettendo in risalto gli attributi che lo distinguono dalla mucca. Loro non vogliono quei simboli preferiscono Almodovar con le sue rappresentazioni lascive della società spagnola o la rivoluzione gay che da qualche anno sta interessando tutto il paese. Questa è la modernità per loro: eliminare ogni ricordo e simbolo del passato e del machismo e con essi anche le persone che in essi si identificano o minimo metterle in secondo piano. Innalzare agli onori questi loro feticci della modernità secondo la loro interpretezione quali il vizio, la droga e la degenerazione cercando di imporli a tutti. Se poi, come in questo caso, i loro progetti si intrecciano con politici spregiudicati come i separatisti, il gioco è facilitato. In questa occasione i separatisti della Catalogna hanno appoggiato la richiesta dei verdi proprio per cancellare un simbolo dell'unità nazionale quale è il toro e la corrida. Cancellando i simboli storici che li accomunano e creandone di propri ed esclusivi, si sforzano di raggiugere il loro obiettivo che è quello della separazione. Quando la politica vuole raggiungere degli scopi cerca sempre di nobilitare i mezzi ed allora si parla di spettacolo cruento, di laghi di sangue , di torture e sofferenze per l'animale molte volte raccontate da persone che non hanno mai assistito ad una corrida. Quello è uno spettacolo in cui ci si cala nella storia nell'arte delle movenze leggere del toreador e nella poesia dell'atmosfera che si vive in quei momenti. Non a caso grandi scrittori e grandi poeti hanno tramandato attraverso le loro opere le loro  nobili sensazioni che adesso devono cadere nell'oblio. La modernità  vuole nuovi simboli e nuovi miti per cui quelli devono essere cancellati e dimenticati ed oltretutto demonizzati come il male assoluto.

DOMINGUIN

venerdì 19 marzo 2010

Quanto amore per gli italiani

Domani il Popolo della Libertà scenderà in piazza per una festa di gioia e d’amore al Circo Massimo di Roma, per dimostrare al mondo intero che loro non sono contestatori come il popolo viola, non creano problemi. Loro sono il Popolo della Libertà, capace di grandi slanci affettivi, di comprensione e misericordia. E per rendere tutti partecipi di questa grande festa dell’amore, Silvio ha mandato milioni di sms dicendo che li aspetta tutti a Roma domani, per renderli partecipi di tanto amore. Che tenero.
Domani La Russa perderà quel ciglio fascistoide che aveva mentre scuoteva il giornalista Carlomagno e sarà tutto amore e dolcezza. Maroni, Bossi e Calderoni stringeranno al cuore tutti gli extra-comunitari che abbiano un regolare permesso di soggiorno. Saranno tutti lì a dire stronz… pardon, a dire tante cose belle, ad ascoltare e raccogliere a bocca aperta tutti i fiori di verità che usciranno dalle labbra del Premier.
Si abbracceranno, si sorrideranno, si ameranno come pargoli.
I politici dimostreranno alla nazione intera quanto amore, quanta tenerezza, quanto interesse, quanta comprensione hanno per gli italiani. Quelli che votano Pdl.
Forse, di fronte a tanta tenerezza, qualcuno che aveva deciso di votare contro sarà talmente coinvolto in quella spirale d’amore che ci ripenserà e voterà Pdl.
Gli altri italiani, quelli che pensano e fanno domande indiscrete, quelli che vogliono sapere perché tantissime persone si trovano oggi senza lavoro e perché tantissimi giovani non intravedono un futuro, quelli che lottano per la pluralità dell’informazione e per una giustizia che sia giustizia, quelli a cui piace ascoltare Santoro, quelli no, non sono italiani. Sono semplicemente dei “comunisti”. Il peggio degli uomini, il peggio di tutta la società e che vanno schiacciati, zittiti, annullati. In ogni società che si rispetti, c’è sempre una categoria di “cattivi” responsabili per tutto il male del mondo. In Italia abbiamo i “comunisti”, che come dinosauri, sono stati riscoperti da Silvio, visto che erano scomparsi da decenni. Sono loro che attentano all’incolumità di questo governo, tramando e ordendo continue congiure in ogni luogo. Persino ai piani alti della Rai.
Proprio perché così cattivi, non può esserci amore per loro. Quello va rivolto solo ai buoni. A Bonaiuti, Feltri, Minzolini, Vespa, Bondi e compagnia.
Com’è facile amare quelli che ci amano! Peccato che una delle tante verità evangeliche dice di amare i propri nemici e porgere la guancia destra a chi ci percuote la sinistra.
La sinistra… che parola orribile!
Tutti di sinistra, persino i giudici. Quelle maledette toghe rosse che anche quando vanno a cagare, cagano rosso. Che vanno ad indagare dove non dovrebbero e intercettano ciò che non dovrebbero. E così tutta la merda che per mesi, per anni è stata nascosta, viene a galla per sommergere le povere vittime della sinistra: il povero Berlusconi e i suoi stipendiati che si lamentano continuamente di come certe azioni siano venute fuori. Non delle azioni stesse. Non sia mai.
Che bella festa sarà quella di domani. Andrei volentieri pure io. Anch’io ho tanto amore dentro di me da manifestare. Non per il Popolo della Libertà, ma per la Libertà del Popolo
Penso sia la stessa cosa. O no?....
 
Pimpa

giovedì 18 marzo 2010

Di Stato si muore, in silenzio

Sono trascorsi all’incirca 146 giorni dalla morte del giovane Stefano Cucchi ammazzato dalle mani dello stato e come succede in Italia non c’è nessun responsabile e sempre come succede in Italia non se ne parla più. Il pestaggio di Stefano, da parte delle guardie carcerarie, è doloroso quanto il silenzio di questi 146 giorni che “risolve” una storia scomoda, una storia che in un paese civile si concluderebbe con dei responsabili e con delle condanne esemplari ma siamo in Italia, dove la dignità, la libertà, la vivacità mentale cede il posto ad un ammorbante, anestetizzante silenzio. Le cose in questo paese non si risolvono: si dimenticano, vengono messe a tacere e se proprio il cerotto messo sulle bocche non basta allora si dissimula, si ridicolizza per poi, dunque, chiudere tutto nel solito e funzionale fagotto del silenzio.
Stefano, morto a ammazzato dallo Stato, viene ancor di più umiliato con questo silenzio maligno che offende i familiari della vittima e offende coloro che, nonostante tutto, ci credono ancora in quella cosa che si chiama Italia, ormai solo una parola, solo una vecchia idea. Nessun responsabile, nessuna condanna, seppur minima per coloro che follemente hanno massacrato nell’umido di una cella un nostro coetaneo descritto all’indomani dei fatti come un malato, un drogato e che dopo tutto se l’è cercata. Giorno dopo giorno i cari di Stefano cercano giustizia o più semplicemente una piccola verità tra le menzogne dichiarate dai vertici statali che pur sapendo stanno zitti. Una piccola verità che proprio il carnefice, cioè lo stato, dovrebbe dare ai genitori di Stefano che silenzio dopo silenzio non vogliono dimenticare e far dimenticare come è morto il proprio figlio.
 
St. e F.

martedì 9 marzo 2010

Investiture fasulle in chiesa?

Domenica 21 febbraio nella Chiesa Madre di Francolise, i fedeli che si erano recati alla messa delle ore 18 come ogni domenica, si sono ritrovati a presenziare, ad un inaspettato rito dal sapore medioevale: l'investitura di 3 Cavalieri e di un Commendatore da parte del Sovrano Ordine di Sant'Uberto di Lorena e di Barrois, durante il rito della Santa Messa. 
Tra i Cavalieri investiti c'era anche il Presidente del Consiglio del Comune di Francolise, Stefano D'Alterio, e ad essere nominato commendatore era il parroco della comunità don. Raimono Pasquariello. Tale rituale però desta non pochi sospetti in merito alla sua liceità e opportunità dal punto di vista religioso. Il “Gran Maestro” del suddetto Ordine di Sant'Uberto nominava «in nome di Dio della Beata Vergine Maria, di San Michele Arcangelo, di San Giorgio e di Sant'Uberto» i Cavalieri e il Commendatore durante il rito della Santa Messa. Tutto ciò e molto strano però, visto che la Santa Sede riconosce attualmente due soli Ordini Cavallereschi tra cui non compare quello di Sant'Uberto di Lorena e di Barrois, mentre ad essere riconosciuti sono: l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e il Sovrano Militare Ordine di Malta.
Come affermato anche più volte dall'Osservatore Romano tutti gli Ordini all'infuori dei due sopra citati,  ricordiamo gli unici ad essere riconosciuti, non hanno nessuna approvazione da parte della Santa Sede e a tal proprosito stila una lista di Ordini fasulli tra cui compare anche il suddetto Ordine di Sant'Uberto di Lorena. Inoltre sul tema si può consultare anche l'autorevole opinione del 2005 del Vicariato di Roma guidato dal Cardinale Camillo Ruini, che come si sa vale per tutte le chiese del mondo, nel quale il Segretario Generale Mons. Mauro Parmeggiani precisa che «i parroci, rettori di chiese e cappelle pubbliche o anche di istituti religiosi, sono invitati a lasciar cadere le richieste d’uso delle chiese e cappelle presentate da Ordini non riconosciuti, in particolar modo quelle concernenti celebrazioni eucaristiche finalizzate alle cosiddette investiture di nuovi cavalieri. Qualora davanti a richieste che vi pongano nel dubbio di concedere o meno l’uso delle chiese delle quali siete responsabili, vi invito a sottoporre previamente le domande a voi pervenute alla Segreteria Generale del Vicariato». 
Su questo tema inoltre si sprecano anche inchieste giornalistiche che hanno smascherato sedicenti “Gran Maestri” che facendo leva sulla ingenuità e prosopopea di chi a tutti i costi voleva fregiarsi del titolo di Cavaliere o di altri titoli nobiliari, che ricordiamolo non sono riconosciuti dalla Repubblica Italiana, era pronto a spillare fior di quattrini a poveri sprovveduti, lasciandogli come regalo un mantello e una medaglietta come ornamento della propria vanità. Inoltre in materia si è espresso anche il Legislatore con la legge 178/51, dove all'art. 8 si legge che «è vietato il conferimento di onorificenze, decorazioni e distinzioni cavalleresche, con qualsiasi forma e denominazione, da parte di enti, associazioni o privati».
Nonostante questo, a presenziare a tale rituale partecipava ufficialmente anche il Sindaco di Francolise, Nicola Lanna, facendosi accompagnare dal gonfalone del Comune, impegnando, quindi, in tale cerimonia il nome di tutta la comunità francolisana.
A questo punto sorgono spontanee alcune domande e quanto meno alcuni dubbi che vorremo dissipare con l'aiuto dei diretti interessati. Vista lo spessore culturale e umano di don Raimondo Pasquariello, riconosciutogli da tutta la comunità, ci chiediamo: sapeva quanto detto in materia dal Vicariato di Roma? E se si, ha  sottoposto la domanda d'uso della chiesa di Francolise da parte di un Ordine non Riconosciuto dalla Santa Sede quanto meno al Vescovo?
Al Presidente del Consiglio del Comune di Francolise, Stefano D'Alterio, chiediamo se ha versato soldi per farsi riconoscere Cavaliere del Sovrano Ordine di Sant'Uberto di Lorena e di Barrois? Se si, e visto quanto affermato sia dalla Santa Sede che dal Legislatore, non è il caso di domandarsi se è stato truffato?
Infine, al Sindaco Nicola Lanna: prima di presenziare, con Gonfalone comunale al seguito, a cerimonie e riti non meglio identificati, e da quanto appreso osteggiati sia dalla Santa Sede che dalla Legge Italiana non sarebbe meglio informarsi, prima di andare a rappresentare tutti i cittadini di Francolise in manifestazioni di dubbia legittimità? Non è meglio onorare il nome di tutti i cittadini di Francolise in manifestazioni di ben altro spessore culturale? 
Certi che una spegazione a tutto quanto accaduto esiste, speriamo vivamente in una risposta dei diretti interessati.
Speriamo, inoltre, di aver chiarito un po' di dubbi a tutte quelle persone che recandosi quel giorno a messa è tornata a casa chiedendosi se una cosa del genere fosse lecita o meno.

un passante

martedì 2 marzo 2010

La dep generation

depressione

E’ sempre un piacere ritrovare tanti buoni amici che sono rimasti in paese perché ancora studiano o non trovano ancora un lavoro.
Fuggo spesso dalla nevrosi di una città come Milano e vengo a rinfrancare le forze nel mio paesello, dove posso chiacchierare a tavolino con questo o quello senza essere ossessionato da clacson e traffico congestionato che opprimono il cervello e dallo smog che opprime il petto. Una boccata d’aria pura, una boccata di vita che è vita: semplice, buona, a dimensione umana, dove sei ancora qualcuno che può parlare, pensare, ridere, scherzare e non l’anonimo nessuno delle grandi metropoli spersonalizzanti.
Ma… ahime! La sorpresa arriva quasi subito. Anche nel mio paesello, ancora così semplice e vero, regna quel male oscuro e sottile che è la depressione, la quale afferra i giovani più che gli anziani e li fa star male, molto male.
Io che vengo da lontano per ritrovare quella serenità che Milano non riesce a dare, la sera mi aggiro tra decine di giovani depressi che piangono su loro stessi per i più svariati motivi. Uno è depresso perché lo è sempre stato, l’altra perché l’università la sta stressando e non vede l’ora di finire questi studi che comunque, secondo lei, non le serviranno a niente, un’ altra perché è ingrassata di cinque di chili e ha paura di perdere quella linea ottenuta con tanti sacrifici e tanta fame, un’altra ancora perché non è mai riuscita a scendere più di un chilo nonostante i suoi sforzi di assomigliare a una modella e non riesce ad accontentarsi del corpo che madre natura le ha dato, quell’altro perché ormai, alla sua età, dispera di trovare un lavoro e non sa cosa farne della sua vita. Chi va avanti con psicofarmaci, chi con sedute dallo psicologo, chi con alcool e chi con qualche spinello che aiuta a dimenticare e stare meglio.
Oddio, cosa sta succedendo a questi ragazzi? Dove bisogna ricercare le cause del loro malessere? Forse nel lavoro che non c’è, nell’assenza di sicurezza, nella mancanza di una direzione verso cui dirigersi, nella loro apatia giovanile, nell’incapacità di voler bene e volersi bene sul serio, nell’incapacità di trovare un semplice, vero motivo per vivere e per cui combattere, nell’impossibilità di costruire qualcosa, nel non saper aver più sogni?
Tantissimi possono essere i motivi che fanno precipitare i giovani di oggi nella depressione più nera e qualche causa potrei pure riuscire a sviscerarla, ma mi piacerebbe che fossero loro ad esternare i motivi che si nascondono dietro questo sottile malessere. E’ bene parlare, perché come si dice popolarmente: mal comune mezzo gaudio e chissà che, insieme, non si riesca a trovare una soluzione.

Sempregiovane

martedì 9 febbraio 2010

Leghisti fa rima con comunisti?

il figlio di Umberto Bossi, Renzo

Da tempo si legge su tutti i giornali e si sente dire in tutte le trasmissioni televisive di approfondimento politico che al nord quasi tutti gli operai che votavano comunista adesso votano lega. Tutti si sbizzarriscono a dare le motivazioni più consone al proprio pensiero. Chi sostiene che la lega sia più vicina ai lavoratori ed ai loro territori, chi sostiene che siano rimasti delusi dalla loro lunga militanza nel partito comunista. Inoltre alcuni sostengono che votino lega perchè questo partito fa loro intravedere la liberazione dal giogo romano fatto di tasse e di privilegi. Logicamente le tasse sono per i lavoratori e i privilegi per i politici che bivaccano a Roma.Quelle fiere ed oneste popolazioni delle valli prealpine da generazioni si sono dedicate al lavoro agricolo ed industriale dando credito alle promesse di chi carpiva il loro voto promettendo uno stato più giusto e meno esoso nella raccolta delle tasse. Per decenni hanno seguito quei pifferai votandoli senza riserve senza notare in cambio alcun miglioramento delle strutture o dei servizi, tantomeno una riduzione delle tasse. Invece di ricevere l'aiuto sperato e promesso, dallo stato solo leggi e leggine tese a complicare la loro attività e ad emungere quante più tasse e balzelli possibili . L'unico risultato visibile era quello dei vari personaggi che nominati onorevoli si arricchivano ed erano quasi infastiditi dalla loro presenza tranne che nelle tornate elettorali. Un giorno dalle sorgenti del Po emerse Alberto da Giussano del XX secolo, all'anagrafe un certo Umberto Bossi, che incominciò a predicare la crociata contro gli oppressori e ladroni di Roma. Come i comunisti promettevano loro benessere ed uguaglianza con la consegna del potere nelle mani dei lavoratori questi prometteva il benessere e la sicurezza economica e sociale con la secessione da Roma. Il suo programma era rendere quei territori indipendenti e tutte le tasse versate dovevano essere spese sul territorio per migliorare i servizi la sicurezza e principalmente contribuire alla riduzione delle tasse stesse. Iniziò subito una campagna informativa sugli sperperi di Roma ladrona e di tutti gli sfaccendati meridionali, che a suo dire, vivevano alle spalle del nord. Inutile precisare che alcune affermazioni erano vere mentre altre solo fandonie ingigantite per raccogliere quanti più consensi possibili. Le classi lavoratrici furono le più leste a raccogliere il messaggio ed in forze andarono ad ingrossare le fila del nuovo partito che prometteva autonomia e benessere. In pochi anni la lega è diventato un partito di rilevanza nazionale e di importanza strategica per la maggioranza che sostiene il governo. Importanti ministeri come quello degli interni e del tesoro sono stati e sono appannaggio degli esponenti della lega che in cambio dei posti di prestigio hanno trasformato la guerra per la secessione in guerra per il federalismo sostenendo che fosse la stessa cosa per loro. Le operose popolazioni del nord continuano a lavorare, pagare tasse esorbitanti ed aspettare che Bossi porti la rivoluzione fiscale e sociale. Bossi sostiene che tramite il federalismo le regioni del nord con gli immensi fondi a disposizione in pochi anni saranno trasformate con la realizzazione di infrastrutture all'avanguardia e con la creazione di una polizia locale sarà annientata la delinquenza che ormai la fa da padrona anche nel più piccolo villaggio. Ma quando si farà questo non si sa, presto molto presto si avrà il federalismo e la realizzazione di quanto promesso. Per adesso è necessario continuare a votare lega sempre più numerosi in modo da avere tantissimi deputati, tantissimi consiglieri regionali, tantissimi consiglieri provinciali e comunali che insieme agli altri si arricchiranno alle loro spalle. Al federalismo ci si penserà tra qualche anno, allora si diminuirà il numero di deputati, di consiglieri, di assessori, di comunità montane, di consigli di amministrazione inutili e si aboliranno anche le province, per adesso si sta benissimo così almeno gli eletti. Sicuramente i neo leghisti ex comunisti non faranno mancare il loro apporto compatto e numeroso che adesso, come prima, servirà solo al benessere degli eletti e dei loro portaborse. Il loro capo per mettere alla prova la loro fedeltà ha candidato una trota di nome Renzo ed è sicurissimo che anche la trota verrà votata ed eletta dai leghisti quasi tutti ex comunisti.
post-moderno

lunedì 1 febbraio 2010

Le donne vittime di violenza.

Mettere in discussione la violenza alle donne ha rappresentato, per la prima volta a livello mondiale, la volonta di sapere per capire e intervenire su un fenomeno che per secoli e millenni si è posto come assoluto e indiscutibile, leggittimo a tutti gli effetti.
In particolare le donne sono state le tipiche vittime della violenza domestica, che si è sviluppata in tutte le sue forme, da quella fisica ai rapporti sessuali imposti, dalle percorse all'omicidio, dalle minacce all'abuso psicologico e alla deprivazione economica.
In effetti la coscienza sociale ha per molto tempo considerato queste manifestazioni di violenza come questioni personali fra coniugi e, conseguentemente, le ha relegate nel privato, in tal modo non solo legittimandole ma a volte, riconoscendole ufficialmente.
Definire il significato del termine "violenza", la sua natura, le ripercussioni su chi le subisce e sulla società intera, è un impresa molto ardua: esistono dei luoghi comuni sulla violenza e in particolare sulla violenza contro le donne, che rendono difficile qualsiasi definizione universale condivisa di questo termine.
La violenza sulle donne ha una sua specificità, che è quella della differenza tra chi la agisce e chi la subisce: la differenza di genere. Si tratta cioè di una violenza che un genere(quello maschile) perpetra su un altro genere(quello femminile); non può essere considerata una devianza della sessualità maschile, ma è la componente intrinseca ed essenziale all'esercizio del potere maschile sul corpo femminile("Associazione Donna",dattiloscritto non pubblicato,2005).
IL primo rapporto su Violenza e salute, pubblicato dall'OMS il 4 ottobre 2002, riferisce che delle donne morte in modo violento, tra il 40% e il 70%, è stata uccisa dal proprio partener o marito.
La violenza contro le donne è un vero e proprio fenomeno sociale, diffuso in tutto il mondo, in tutti gli ambienti culturali, religiosi e razziali.
 
Claudia Ciappino

mercoledì 30 dicembre 2009

Le smentite di Feltri



Le ultime vicende del Cavaliere hanno fatto passere in secondo piano molte informazioni, tra cui le smentite di Feltri sul caso Boffo che sono arrivate dopo tre mesi.
Ma non bisogna lasciare da parte queste informazioni.
Le accuse di molestie omosessuali di Boffo, direttore di Avvenire, verso il marito di una signora si sono rivelate una grande bufala. Il signor Feltri voleva solo deviare l’attenzione dalle avventure sessuali del Premier verso altre direzioni. E ci è andato di mezzo Boffo perché anche il suo giornale, di solito pacato ed estraneo a certe cose, si era permesso di lanciare qualche accusa contro l’intoccabile Presidente del Consiglio.
Ora dopo tre mesi, Feltri smentisce e dice che la ricostruzione dei fatti non corrisponde al contenuto degli atti processuali. Una fotocopia del casellario giudiziale e una nota a parte che riassumevano la motivazione della condanna gli erano state passate da un “informatore affidabile” a cui lui aveva creduto ad occhi chiusi…. Balle!
Ragionamento: come può un direttore giornalistico che si ritiene serio e credibile (?) pubblicare una notizia che accusa un altro direttore senza verificarne la veridicità?
Conclusione: visto la pubblicazione di una notizia falsa, Feltri non è né serio e né credibile.
Quale era veramente il suo intento, quello di dare una notizia irrilevante per la vita della nazione o quella di distogliere l’attenzione da Berlusconi che in quel momento era sotto le mire della stampa nazionale ed estera per le sue avventure sessuali a Villa Certosa e salvargli così la faccia?
Conclusione: quella di salvargi la faccia.
Chi è veramente Vittorio Feltri? Perché ci teneva tanto a salvare il Cavaliere?
Chi mai può essere: uno scudiero al soldo del Premier.
E come mai ora, all’improvviso, si ricrede e smentisce la notizia che tre mesi fa ha sollevato un polverone?
Conclusione: Tre possono essere le motivazioni. Primo: lo scopo che si era prefisso è stato raggiunto e quindi è bene riabilitare Boffo per riallacciare buoni rapporti con la Chiesa. Secondo: è stato lo stesso Premier ad imporglielo sempre per riallacciare i rapporti con la Chiesa e non averla contro in un momento per lui molto critico. Terzo: Feltri sente puzza di ruzzolone per il Cavaliere e vuole mettersi le spalle al sicuro. Non si sa mai.
Ma chi veramente può prendere in considerazione uno come Vittorio Feltri?
Conclusione: solo gli stupidi e i disinformati. E l’Italia ne è purtroppo piena, sia degli uni che degli altri.
In fin dei conti, anche lui deve stare bene attento, visto che non è quello stinco di santo che vuole far credere agli altri. Anche lui è stato condannato a 18 mesi per diffamazione e la condanna è facilmente reperibile in rete, basta cercare Vittorio Feltri condannato. E anche lui è stato accusato, attraverso una lettera anonima, di avere il “vizietto” dell’omosessualità.
Non voglio mettermi a sindacare se Feltri è o non è omosessuale, non mi interessa, ma prima di scagliare la prima pietra sugli altri è bene esaminare i propri peccati. Prima o poi, tutti i nodi vengono al pettine.

White Jaguar

martedì 15 dicembre 2009

Caspita! E’ di carne!


Pensavo che il nostro Premier, nella sua onnipotenza e onnipresenza, fosse fatto di una materia non di questo mondo. Un insieme di fotoni sconosciuti che gli davano l’immortalità e quindi l’arroganza verso i comuni mortali non sintonizzati sulla sua lunghezza d’onda. Quel bel viso liscio super tirato, i finti capelli  sempre a posto, quello pseudo-sorriso stampato sul viso in tutte le occasioni offrivano  l’immagine di un super-eroe inattaccabile, ricomponibile, sempre in piedi, come Ercolino, il vecchio pupazzo di plastica di tanti anni fa.

E invece, con l’aggressione di Milano, patapuffete, tutto è crollato a culo per terra.

E’ proprio come noi! Fatto di carne che si lacera, di sangue che scorre, di ghigni di dolore. Caspita!

Mi dispiace, umanamente mi dispiace, perché qualsiasi tipo di violenza è condannabile, ma non voglio unirmi alla folla fanatica che adesso fa del Premier la povera vittima di una violenza alimentata solo da una parte politica, né voglio unirmi alle false commiserazione di tanti politici che si precipitano al suo cappezzale per portagli un ipocrito conforto e un’ipocrita solidarietà. Neppure voglio strapparmi le vesti o gridare allo scandalo, come stanno facendo  tanti leccaculo, per le oneste parole di Di Pietro che ha ricordato il ruolo di  istigatore di folle del Premier contro i suoi nemici, tutti “comunisti”, perché non si allineano al suo pensiero, e quello della Lega che non fa altro che alimentare sentimenti razzisti nel cuore degli italiani, dico io.

 No. Non è lui la vittima, anche se adesso cavalcherà l’onda della pietà umana per riguadagnare consensi. Lui, con un po’ di soldini, visto che ne ha tanti, si rimetterà subito a posto; avrà un viso nuovo, denti nuovi, un sorriso nuovo e sarà pronto a ricominciare come prima e peggio di prima.

Vittime, quelle vere, sono le migliaia di persone che stanno perdendo il lavoro e  stanno lottando con le unghie e con i denti per non perderlo; sono gli operai in cassa integrazione che non sanno se un lavoro lo avranno più e precipitano nella depressione più nera perché, alla loro età, la speranza non è più prevista; sono i giovani che il lavoro devono cercarlo col lanternino e non lo trovano o sono costretti ad andare via per crearsi una parvenza di vita; sono tutte le famiglie che, con uno straccio di stipendio, si arrabbattono giorno per giorno per mettere un piatto in tavola o mandare i figli a scuola; sono gli extracomunitari discriminati e spesso picchiati a causa del clima razziale alimentato dalla Lega; sono le centinaia di morti sul lavoro, a cominciare dalle sette vittime della Thyssen Krupp, le cui famiglie probabilmente non avranno neanche la soddisfazione di un po’ di giustizia se passerà la vergognosa legge sul processo breve; sono i morti delle strage di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, di Bologna, di Ustica, dell’ Italicus, per parlare di quelle più famose, che dopo tanti anni ancora stanno aspettando di avere dei colpevoli e dei mandanti che nessuno ha fretta di trovare.

E senza vergognarmi di dirlo chiaro e forte, è stato soprattutto lui, il nostro Premier, a creare questo clima di violenza che serpeggia nel Paese; lui che aggredisce e minaccia di continuo verbalmente i suoi oppositori politici; lui che non ha mai esitato a calpestare i diritti dei cittadini italiani per far valere i suoi; lui che parla di democrazia, ma sta instaurando una dittatura a 360 gradi; lui che ha pensato soprattutto a salvare se stesso e le sue aziende  con leggi ad personam, ma non fa niente per salvare dalla catastrofe i lavoratori italiani; lui che calpesta la legittimità del Parlamento e della Magistratura demonizzandoli e giustificare così le prossime schifose leggi volte a nullificare le azioni di queste due istituzioni; lui che vive come un satrapo assiro e vuole invece apparire candido, vittima di chissà quali congiure, contro la sua immagine;  lui che non sa dialogare con nessuno se non con chi accetta passivamente il suo volere e impone solo la sua volontà.

Mi dispiace, ma non riesco ad essere ipocrita. Pur condannando qualsiasi atto di violenza, un po’ di umiltà può fargli solo bene. Capire che anche lui può cadere e farsi male gli farà perdere quella smania di onnipotenza e riportarlo di nuovo entro quella dimensione umana che ha perso da tempo.

Nuvola Rossa

sabato 12 dicembre 2009

Al signor Corona


Egregio signor corona, oggi 10/12/2009 lei è stato condannato a 3 anni e 7 mesi di reclusione per estorsione e tentata estorsione, in seguito alle note vicende delle foto ai personaggi famosi. In pratica lei immortalava i cosiddetti vip in atteggiamenti o situazioni “imbarazzanti” e poi li ricattava per non pubblicare le foto sulle riviste, ottenendo così un guadagno illecito Le è andata anche bene poiché era stata chiesta per lei dal Pubblico Ministero una pena ben più pesante. Inoltre è previsto per il febbraio del 2010 un altro procedimento a suo carico per la faccenda delle banconote false che lei ha spacciato nel 2008 all’aeroporto di Fiumicino. Come se non bastasse lei è stato più volte denunciato dalle forze dell’ordine per resistenza e lesioni e numerose volte ha subito il ritiro della patente per eccesso di velocità, l’ultima volta mi sembra che sia avvenuto in Svizzera dove su queste cose sono molto più attenti e fiscali di noi. Quello che emerg! e da tutto questo, è un quadro tanto chiaro quanto inquietante: lei è un delinquente!
Eppure oggi dopo la lettura della sentenza che la condannava, lei signor corona, ha avuto la sfrontatezza di contestare e criticare i giudici, ha detto che andrà via dall’Italia, e l’ha detto a mo’ di minaccia come se questa nazione fosse destinata a perdere uno dei suoi figli migliori o fosse destinata a rimpiangerla per sempre. Ma lei chi è signor corona, o chi crede di essere, che cosa ha fatto - a parte i reati che ha commesso - per la nostra Italia di cui lei dice di vergognarsi? Eppure lei è una di quelle persone che “possono scegliere”, nella vita perché è una persona di bell’aspetto, poteva scegliere di fare l’attore, magari di fiction, poteva scegliere di fare qualche sport, perché onestamente ha anche un bel fisico e magari poteva eccellere in qualche disciplina; niente di tutto questo. Lei ha scelto la strada sbagliata, la strada del facile guadagno e del facile successo, la strada dell’illegalità, scelta che oggi finalmente lei paga grazie ! ai giudici da lei tanto criticati. Ma la cosa che più mi ha lasciato sbigottito in tutta questa vicenda è la frase da lei oggi pronunciata:
mi vergogno di essere italiano.
Signor corona le voglio semplicemente dire che sono io a vergognarmi di essere italiano quando penso che lei è un mio connazionale.
Le voglio dire di non vergognarsi di essere italiano ma di vergognarsi per la sua scelta e la sua condotta di vita; di vergognarsi di aver speculato sulla vita privata di un ragazzo brasiliano di nome Adriano nel momento peggiore della sua vita, non solo calcistica, che dopo un grave lutto in famiglia ha avuto una forte depressione, e con la depressione signor corona, forse lei non lo sa, ma si può morire!
Le voglio dire di non vergognarsi di essere italiano perché italiani sono anche Benigni, Battiato, Bocelli, Saviano (mio comprovinciale), Camilleri, Rita Levi Montalcini, Roberto Baggio, Valentino Rossi, Piero Angela, Ennio Morricone etc. etc; italiani sono stati Troisi, Pavarotti, Enzo Biagi, Pertini, De Sica, Sergio Leone, Falcone, Borsellino e rispettive scorte, la squadra 6/A dei Vigili del Fuoco di Roma, i morti dell’Abruzzo e tanti altri che adesso dimentico. Sono italiani tutti gli anonimi che si guadagnano il salario e lo stipendio alzandosi all’alba, lavorando di notte, facendo gli straordinari, rischiando la propria vita sul posto di lavoro, quelli che vanno al lavoro anche se stanno male (grazie al nano frustrato) per non perdere soldi dalla paga, sono italiane tutte le donne che la mattina accompagnano i figli a scuola e poi vanno al lavoro e si dannano l’anima per far quadrare i conti del bilancio familiare ed è italiano quel bambino di 3 o 4 anni dell' asilo nido di Pistoia che si è levato dal gruppetto di compagni terrorizzati per andare a tenere il braccio e consolare una bambina di 14 mesi maltrattata e picchiata da una maestra impazzita.
Signor corona che altro dirle? Le auguro che il soggiorno nelle patrie galere (se mai ci andrà) le dia modo di riflettere, ma se per qualche motivo dovesse restare a piede libero, faccia quello che ha minacciato di fare: lasci questo paese! Nessuno la rimpiangerà.

Due Calzini