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martedì 14 agosto 2012

Il Campetto della Vergogna



La  Giunta comunale in data 08/08/2012 ha deliberato le tariffe per il campo di calcetto di Casanova, vi risparmiamo quelle ad ore e a titolo semplificativo vi riportiamo quelle giornaliere per i residenti e per i non residenti  (Turisti, emigrati etc. ):

cinquanta/00 euro per ogni giorno o frazione di giorno (residenti)
cento/00 euro per ogni giorno o frazione  (non residenti)


Manifestazioni non sportive nel campetto ???

218,75 euro per i residenti
437,50 euro per i non residenti

Nella stessa delibera si è deciso di aumentare la mensa scolastica da  TRENTA/00 EURO  a CINQUANTA/00 EURO per ogni alunno.

 C’è crisi, c’è crisi, c’è crisi.

P.S. Il campetto è chiuso o  è aperto? Mi rivolgo ai Vigili di Casanova che noto spesso in piazza.
Un campetto senza spogliatoio è utilizzabile?
La Giunta ha approvato un progetto con indizione di gara per realizzare un impianto fotovoltaico sullo spogliatoio del campetto di Casanova. L’unica parte realizzata dello spogliatoio sono le fondamenta.
Recatevi dietro la villa, ormai abbandonata,  nel degrado totale, così come, puntualmente, denunciato dal Quiquiri e chiedetevi dove potrebbe essere realizzato l’impianto  fotovoltaico. Giggino è un “genio” quando sarete in molti vi farà pagare la tassa, tanto per non smentirsi “Giggino il Tasso”.

Tex

venerdì 15 luglio 2011

La protesta dei baristi carinolesi

Stamattina si è tenuto l'incontro dei proprietari dei bar di tutto il carinolese col sindaco ed esponenti dell'amministrazione. Dietro il tavolo insieme al sindaco erano seduti il super assessore alle finanze, il comandante dei vigili urbani, l'astro nascente della politica nocelletese e due amministratori casanovesi. Tema unico della riunione: la tassa sull' occupazione dei suoli pubblici che dovrebbe essere di due euro al metro quadro. Ha iniziato il sindaco cercando con vari giri di parole di scaricare la responsabilità dell'esoso balzello sui commissari.

Secondo la sua versione quelli lo hanno ascritto in bilancio ed ora loro sono tenuti a riscuoterlo. Forse lui ed il suo super assessore non conoscono come si fanno le variazioni di bilancio o forse non vogliono. Approfittando della impreparazione a riunioni simili della controparte ha avuto buon gioco nel dimostrare l'obbligatorietà di quella tassa. Ha continuato il padrone di tutti  conti comunali che sulla stessa linea del sindaco ha cercato di convincere gli astanti dei vantaggi derivanti dell'esoso esborso. Per essere più convincente è arrivato a paragonare le piazze carinolesi a piazza Navona facendo intendere a cosa si fossero ispirati lui ed i commissari. Oltre alla tassa spropositata  ha ordinato di  chiudere entro l'una di notte ed invitare gli artisti che intervengono alle serate di cantare sottovoce e senza accompagnamento musicale.
L'intervento di questi signori è alquanto preoccupante per chi guarda un pò più lontano dell'argomento in questione. Carinola è l'unico comune d'Italia che non ha una azienda che dia lavoro ad una decina di addetti. L'unica attività sono pochi esercizi commerciali tra cui un pò di bar che danno lavoro anche a qualche ragazzo e ragazza. Ultimamente si sono organizzati con ospitate  di musicisti che riescono a raccogliere tanti giovani che passano la serata insieme. Importante che questi restino nel comune,  per il fatto economico in quanto quello che spendono resta in loco. Inoltre non andando a Gaeta o peggio verso Napoli, non rischiano brutti incontri o pericoli sulla strada. A questi neo amministratori  queste considerazioni non interessano, non hanno figli o se li hanno risiedono altrove.

Non si rendono conto di distruggere un' attività commerciale positiva dal lato economico e sociale. L'aggregazione dei giovani di tutto il comune è l'obiettivo che tanti hanno invano perseguito per anni ora è stato raggiunto grazie ai bar. Questo grande risultato è messo in pericolo da una politca ottusa o forse, malignando, il loro obiettivo sia la distruzione di questo fenomeno.  I giovani uniti fanno tanta paura, meglio incontrarli in modo da poterli condizionare e controllare. Quello che manca ai politici odierni, a tutti i livelli, è la totale mancanza di qualunque strategia per creare lavoro: stanno bene loro, stanno benissimo tutti.

A convalida di questo, l'accenno che il signore delle finanze comunali ha fatto sulla gestione dei parcheggi. Ha previsto che il pagamento avvenga con le machinette. Non è stato nemmeno  sfiorato dal pensiero di sistemare qualche giovane come si fa in tutte le città dove c'è un alto tasso di disoccupazione giovanile. Troppo complicato creare una coperativa, assumere giovani che poi devono essere pagati ed assicurati ecc. molto più semplice installare delle macchinette.

Difficile vivere in un comune dove vengono richieste tasse degne di una grande metropoli e servizi degni di un villaggio del sud America. Drammatica conclusione è il graduale spopolamento delle nostre zone dove resteranno solo il sindaco ed i suoi collaboratori, solo loro perchè anche i loro figli saranno costretti ad abbandonare questa terra.

Barman arrabbiato

sabato 25 giugno 2011

Smaltimento selvaggio

Amianto








Chi passeggia per diletto per le stradine di campagna ha il piacere non solo di respirare aria pura, di riempirsi gli occhi di verde e dei colori che la natura offre in questo periodo, ma anche di vedere molto da vicino come noi cittadini trattiamo l’ ambiente che ci circonda. Non troppo bene, credetemi. 
Più volte, dalle pagine di questo blog, ho denunciato il  penoso trattamento che riserviamo al nostro ambiente e che continua inesorabilmente, giorno dopo giorno, senza che venga mosso un dito nei cosiddetti “piani alti”. Ma non importa: continuerò a denunciare, sperando che, prima o poi,  qualcuno che conta (forse l’assessore all’Ecologia?),  mi darà ascolto.
Passeggiando per la solita stradina che porta verso la Creta e verso la montagna, ho notato che le piccole grotte scavate nel tufo e che dovrebbero essere un nostro patrimonio storico, sono completamente ostruite da rifiuti di ogni genere, già abbondantemente denunciati e fotografati.
Ma credete che sia servito a qualche cosa? A nulla. I rifiuti sono sempre là.
Chi come me si diletta però di fotografia ha sempre qualcosa di nuovo da immortalare: un albero contorto, un animale in fuga, un bidone  rotto che prima non c’era….
La passeggiata di oggi mi ha riservato una sorpresa: oltre ai soliti rifiuti visti e rivisti cento volte, nelle ultime due grotte, accuratamente nascosti da frasche secche,  c’erano due grossi fagotti avvolti in fogli di spessa plastica, accuratamente sigillati con scotch da imballaggio. Mancava solo un bel fiocco colorato e sarebbe stato un dono speciale.
E qualcosa di speciale lo era davvero: tanti ondulati di eternit, ossia amianto, sigillati e nascosti agli occhi dei passanti. Qualcuno se ne era liberato e ne aveva voluto fare un regalo a tutta la comunità. 
Beh, tra i tanti mucchi di rifiuti che ricoprono il territorio non poteva certo mancare l’amianto! D’altra parte, il cittadino lo sa cosa deve fare per liberarsi di questi rifiuti speciali? Forse si: basta chiamare una ditta specializzata, pagare circa 5000 euro per lo smaltimento dell’amianto ed il gioco è fatto… E credete che chi ha una piccola tettoia in eternit di cui liberarsi sia disposto a pagare 5000 euro per il suo smaltimento? Certo che no! A dire la verità, neppure io lo sarei. Non è che tanti soldi si trovano sulla porta di casa ogni mattina! Molto più semplice abbandonare i rifiuti e lasciare che sia l’amministrazione comunale ad occuparsene o l’ASL. 

AmiantoMa se ne occuperanno? Figuratevi! Le casse comunali piangono continuamente e non ci saranno mai soldi per occuparsi di rifiuti speciali. E allora? Allora l’amianto resterà là nei saecula saeculorum, fino a quando la plastica che l’avvolge non si distruggerà, gli ondulati non si polverizzeranno, le polveri non si disperderanno nell’aria  e non spargeranno nell’aria i loro semi di morte. Come già è avvenuto ad un altro mucchietto di amianto polverizzatosi poco lontano. 
Non sarebbe meglio tutelare la salute di tutti venendo incontro al cittadino e offrendogli un modo più pratico e più economico di liberarsi di questi rifiuti così  pericolosi per tutti?
Si, lo sarebbe… ma, tanto, chi se ne frega! Oggi a te, domani a me. Chi rimane, si arrangi!

Gala


clicca qui per le foto

giovedì 13 gennaio 2011

Ha ragione Lui, i comunisti ci sono ancora.

Quando berlusconi si scaglia contro i comunisti molti lo accusano di pura propaganda sostenendo che i comunisti non esistono più. Molti lo accusano di voler creare dei fantasni ad hoc per convincere le persone a seguilo in finte battaglie. Molti di questi scettici in questi giorni si son dovuti ricredere seguendo  le immagini trasmesse da Torino. Davanti alla fabbrica della Fiat sono sfilati tutti gli impiegati del comunismo italiano. E' arrivato Vendola col suo orecchino e la erre moscia ad incitare i lavoratori alla lotta contro i padroni. Bene hanno fatto alcuni lavoratori ad invitarlo a lavorare per un giorno della sua vita. Sono arrivati tutti i gerarchi della Fiom e della Cgil oltre a parecchi esponenti del PD. Se i primi sono espliciti nell'incitare i lavoratori i compagni politici sembrano un pò vergognarsi nel chiedere ai lavoratori di votare contro il proprio futuro. Forse, almeno gli esponenti del PD, veramente stanno iniziando a ripudiare il comunismo. Gli altri stanno combatterndo una battaglia feroce per ottenere in caso di vittoria la chiusura della fabbrica. Come si possa seguire condottieri del genere è il segreto dei veri comunisti che godono nel combattere le guerre perse. In questa vicenda se perdono devono entrare in fabbrica con la coda tra le gambe in quanto sconfitti. Se vincono non entreranno lo stesso in fabbrica in quanto la produzione sarà delocalizzata in qualche altra nazione. Se qualcuno avesse dei dubbi se sono comunisti veri se li togliesse lo sono infatti vanno contro i loro interessi. Non solo contro i loro ma anche contro il futuro di tanti giovani che sperano di trovare un lavoro in quella realtà. Bisogna ricordare che la Fiat non assume solo operai o quadri ma anche tecnici laureati in quando dispone di un collaudato reparto di progettazione e di design.Con i tempi che corrono solo degli sconsiderati possono augurarsi il trasferimento di  una tale realtà produttiva. Il motivo di tanta ostilità è ancora più assurdo dell'obbiettivo che si prefiggono in quanto si sta discutendo di qualche minuto in meno per la mensa o perchè bisogna avere il dirito di assentarsi quando si vuole. Proprio ragionamenti da comunisti che voglion imporre il proprio volere pensando di essere ancora ai tempi di Gianni Agnelli che cedeva alle loro richieste assurde in cambio di cospicui finanziamenti statali. Non hanno compreso che si sta parlando di fondi privati che devono rientrare nelle tasche di chi li anticipa ed in cambio i lavoratori ricevono lo stipendio che assicura benessere a loro ed alle loro famiglie.. Regole elementari di economia che per i comunisti sono ostrogoto pensando che Pantalone paghi sempre. L'assurdità maggiore è di quella parte  di lavoratori  che rischiano il posto di lavoro per seguire questi pifferai falsi che vogliono continuare a comandare senza comprendere il cambiamento dei tempi. Se proprio volessero continuare a contare nella politica aziendale dovrebbero comportarsi come i sindacati americani che hanno investito nella fabbrica diventandone azionisti di riferimento. I nostri sindacalisti investono invece in pulmann che portano gli iscritti a Roma in manifestazioni oceaniche che celebrano la loro potenza. Solo fumo per nascondere il loro vero interesse: campare alle spalle dei lavoratori fingendo di difendere i loro diritti dimenticando quello principale che è il lavoro. Il giorno che si impegneranno su questioni serie, prioritariamente lavoro per tutti, quello sarà il giorno che non esisteranno più i comunisti.
Didò

martedì 21 dicembre 2010

Una pretesa più che giusta

SI PREGA DI METTERE LE BUSTE  DELL’ IMMONDIZIA  IN APPOSITI  CONTENITORI  PER EVITARE  SPARPAGLIAMENTI DELLA STESSA. GRAZIE.


Volevo armarmi io di scopa e paletta, come ho già fatto più volte, per pulire la nauseabonda immondizia che  staziona intorno  alla mia casa e che da tempo non viene  ripulita. Avevo anche preparato un cartello, quello sopra,  per invitare i cittadini della zona a mettere i loro sacchetti in apposti contenitori, in modo che non vengano dilaniati dai cani randagi e il loro contenuto disperso.
Poi ci ho pensato su e mi sono detta che non è per niente giusto che io mi metta a fare l’operatore ecologico ripulendo la strada, o l’assessore all’ecologia; però è giustissimo, come cittadina, che io pretenda un servizio che ci viene fatto pagare caro e amaro.
E allora, visto che devo pagare circa 800 euro di TARSU, pretendo che le strade vengano ripulite regolarmente da chi è pagato per farlo; pretendo che chi  ha la funzione del ruolo attivi misure informative e disciplinari per prevenire comportamenti disdicevoli, perché noi cittadini abbiamo il diritto di vivere almeno con le strade pulite, senza aspettare che l’immondizia ci venga a finire fin dentro casa.

Chi esplica la funzione di amministratore comunale non può solo pescare nelle tasche dei cittadini per cercare di risanare le casse perennemente fallimentari del Comune, ma deve anche fare in modo che ai cittadini vengano garantiti quei servizi per i quali pagano fior di tasse senza avere in cambio un servizio adeguato. Per di più, l’esazione di questa imposta viene affidata alle esattorie che, in maniera molto scorretta, applicano la riscossione coatta,  imponendo sequestri o ipoteche, per far si che il cittadino paghi ad ogni costo.
Noi cittadini veniamo presi letteralmente per il collo ed allora il minimo che si possa pretendere è un servizio conforme al  prezzo che paghiamo. Comunque, anche i cittadini facciano la loro parte e siano più civili.
Qualcuno può dire il contrario?

Cittadina che paga le tasse

domenica 19 dicembre 2010

Questioni di sicurezza

La sicurezza dei cittadini dovrebbe essere uno dei maggior impegni delle istituzioni nazionali e locali, non solo in termini di piccola o grande criminalità, ma anche di incolumità fisica dovuta a cause naturali. Tra le tante altre cose, Carinola pecca anche nella tutela della sicurezza e dell’ incolumità dei suoi cittadini, alcuni dei quali solo per pura fortuna e loro prudenza non  si sono  visti piombare addosso un lampione della piazza a Casanova.
E’ bastata una nottataccia di gelo e vento perché un lampione della piazza, già deteriorato alla base da ruggine decennale e tenuto in piedi con fil di ferro, e dico fil di ferro, è crollato in avanti sfiorando un’auto parcheggiata. Se  il lampione fosse caduto sull’auto e dentro l’auto vi fosse stato qualcuno a chiacchierare, oggi avremmo potuto piangere una disgrazia.
La fase “prevenire è meglio che curare” a Carinola è del tutto sconosciuta. Nessuno gira, né di giorno né di notte, a controllare gli arredi pubblici per verificare in che stato siano né per verificare che tipo di personaggi circolano nelle nostre strade.
Vigili assenti. Carabinieri pure. Preferiscono la loro sicurezza a quella dei cittadini.
Intanto c’è l’altro lampione, proprio accanto a quello stramazzato al suolo, che ha subìto un’ inclinazione preoccupante, tipo torre di Pisa, e che sicuramente sarà il prossimo caduto di questa silenziosa  guerra dell’indifferenza istituzionale.



 Che facciamo, lo lasciamo là ed aspettiamo la prossima bufera di vento per vederlo stramazzare  o lo togliamo prima?
E mentre nelle sfere alte ci si continua a preoccupare di premi di poesia e di conferenze con personaggi famosi, le sfere basse continuano a guardarsi intorno per cercare di capire chi le libererà dalla monnezza, dai giovani criminali notturni che sparano pistolettate per mostrare quanto siano machi o dai vandali che bruciano cassonetti per il solo gusto di distruggere.



Mah! Sarà questione di opinione e di punti di vista, ma credo seriamente che la prevenzione e la tutela del cittadino bisogna farla nelle strade e non nei Palazzi. Nei Palazzi ci si assopisce; è nelle strade che si vive.

Santa Claus

lunedì 27 settembre 2010

Le 10 strategie della manipolazione mediatica

Il linguista Noam Chomsky ha elaborato la lista delle “10 Strategie della Manipolazione” attraverso i mass media.

1 - La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2 - Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione - soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3 - La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 - La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

5 - Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

6 - Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l'emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti….

7 - Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori" (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

8 - Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...

9 - Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di depressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10 - Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

Noam Chomsky

lunedì 16 agosto 2010

Cambia il Maestro, ma la musica è sempre la stessa

Come tutti gli anni  a cavallo del mese di luglioed agosto vengo  nel mio paese natale , non solo per respirare un pò di aria nativa  ma anche per rivivere la mia passata giovinezza , rivedendo i miei amici di scuola ,grazie a Dio ancora in buona salute, ma anche per andare ad onorare i miei defunti al cimitero di Nocelleto. In genere questo luogo è il biglietto da visita del proprio paese , certamente  i politici precedenti al Commissario   non hanno fatto gran chè , durante la gestione  Di Biasio e anche durante la gestione Mannillo,d'estate è praticamente  una foresta di erbacce che sono più alte delle croci messe sulle tombe, mi è stato praticamente impossibile poter depositare  un fiore sulla tomba della mia sorellina morta nel lontano 1969. E' stata fatta una strada  una strada che collega  via Stefano ceca con quella che porta sul savone , l'anno scorso era tenuta abbastanza bene , ma quest'anno in alcuni tratti è quasi ostruita dalla vegetazione . La Festa in onore di San Sisto si è conclusa  e anch'io devo tornare al mio lavoro  a Milano, ma ritornerò anc'ora e spero di poter depositare qualche fiore sulla tomba di mia sorella.

Emigrante per orgoglio.  

martedì 11 maggio 2010

Manifesti in politichese

Altro manifesto. Altri chiarimenti pubblici in lingua politichese.
I dieci dimissionari non hanno avuto il coraggio di organizzare un incontro pubblico come veniva loro chiesto da più parti, ma hanno tappezzato il Comune con un bel manifesto, molto visibile e leggibile, dal titolo “cerchiamo di capire”.
Sono corso subito a leggere con la speranza ci venisse finalmente spiegato l’arcano, ma, nonostante il titolo e il mio sforzo interpretativo, non sono riuscito a capire un bel nulla. Vuoi vedere che la vecchiaia mi è caduta addosso all’improvviso e mi si è rincitrullito il cervello di colpo?
“L’ex sindaco dott Mannillo ha detto: l’esperienza di Insieme per cambiare è finita. Carinola necessita di un’altra amministrazione ed è giusto che al più presto si ritorni al voto. Personalmente non sono disponibile ad un’altra ricomposizione di questa maggioranza”… segue una serie di punti interrogativi. I signori dimissionari non sanno il perché di questa frase detta da Mannillo. Non hanno neanche cercato di trovare delle spiegazioni da dare ai cittadini o vogliono che siano i cittadini a trovarle. Che furbi! Ci posso provare….
Forse perché questa maggioranza ha cominciato a rompere le scatole da subito con pretese assurde ed opportunistiche impedendo a se stessa di amministrare il Comune come era giusto fare? Beh, se non è così ci si aspetta i chiarimenti dei signori dimissionari.
“ Il Pd di Pasquale Di Biasio dice che il dott. Mannillo è bravo e chi si è dimesso è cattivo”… Altra serie di punti interrogativi, a cui aggiungo il mio: non sapevo che il Pd appartenesse a Pasquale Di Biasio. Pensavo piuttosto che fosse Pasquale ad appartenere al Pd. Bah, ogni partito ha i propri boss e i propri affiliati. Comunque, cosa vorrebbero dire le parole di Pasquale? Che c’è un ritorno di fiamma tra lui e Gennaro e quindi ci dobbiamo aspettare una nuova alleanza, questa volta tutta a sinistra? O che il dott. Mannillo ha cercato di fare il suo dovere e i dimissionari no? Conoscendo Pasquale, opterei più per la prima ipotesi che per la seconda.
“Noi consiglieri di maggioranza sono due anni che diciamo al sindaco di cambiare, il sindaco non vuole cambiare, cambiamo il sindaco”…. Che valenza danno i dimissionari alla parola “cambiare”?
Cambiare le poltrone tra di loro o cambiare una linea politica fritta e rifritta e che non ha portato alcun beneficio al popolo carinolese? E chi vorreste mettere al posto di Mannillo? Antonio Russo? O il dott. De Risi? … Questo mi incuriosisce sul serio!

“ Tutto chiaro”…. Meno che mai! Tutto ambiguo. Come sempre.

Questi manifesti in politichese rivolti ai cittadini sembrano in realtà messaggi in codice che si scambiano le parti politiche per non far capire nulla a nessuno. E come i pizzini trovati nel covo di Bernardo Provenzano, hanno l'aspetto di ordini o comunicati da far pervenire agli affiliati.
Continuiamo a giocare sporco con i cittadini, miei cari politici. Se non ci mettete un po’ di buona volontà per farvi capire almeno un po’, come sperate di trovare di nuovo qualche ingenuo disposto a votarvi?


Spider Man

martedì 9 marzo 2010

Investiture fasulle in chiesa?

Domenica 21 febbraio nella Chiesa Madre di Francolise, i fedeli che si erano recati alla messa delle ore 18 come ogni domenica, si sono ritrovati a presenziare, ad un inaspettato rito dal sapore medioevale: l'investitura di 3 Cavalieri e di un Commendatore da parte del Sovrano Ordine di Sant'Uberto di Lorena e di Barrois, durante il rito della Santa Messa. 
Tra i Cavalieri investiti c'era anche il Presidente del Consiglio del Comune di Francolise, Stefano D'Alterio, e ad essere nominato commendatore era il parroco della comunità don. Raimono Pasquariello. Tale rituale però desta non pochi sospetti in merito alla sua liceità e opportunità dal punto di vista religioso. Il “Gran Maestro” del suddetto Ordine di Sant'Uberto nominava «in nome di Dio della Beata Vergine Maria, di San Michele Arcangelo, di San Giorgio e di Sant'Uberto» i Cavalieri e il Commendatore durante il rito della Santa Messa. Tutto ciò e molto strano però, visto che la Santa Sede riconosce attualmente due soli Ordini Cavallereschi tra cui non compare quello di Sant'Uberto di Lorena e di Barrois, mentre ad essere riconosciuti sono: l'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e il Sovrano Militare Ordine di Malta.
Come affermato anche più volte dall'Osservatore Romano tutti gli Ordini all'infuori dei due sopra citati,  ricordiamo gli unici ad essere riconosciuti, non hanno nessuna approvazione da parte della Santa Sede e a tal proprosito stila una lista di Ordini fasulli tra cui compare anche il suddetto Ordine di Sant'Uberto di Lorena. Inoltre sul tema si può consultare anche l'autorevole opinione del 2005 del Vicariato di Roma guidato dal Cardinale Camillo Ruini, che come si sa vale per tutte le chiese del mondo, nel quale il Segretario Generale Mons. Mauro Parmeggiani precisa che «i parroci, rettori di chiese e cappelle pubbliche o anche di istituti religiosi, sono invitati a lasciar cadere le richieste d’uso delle chiese e cappelle presentate da Ordini non riconosciuti, in particolar modo quelle concernenti celebrazioni eucaristiche finalizzate alle cosiddette investiture di nuovi cavalieri. Qualora davanti a richieste che vi pongano nel dubbio di concedere o meno l’uso delle chiese delle quali siete responsabili, vi invito a sottoporre previamente le domande a voi pervenute alla Segreteria Generale del Vicariato». 
Su questo tema inoltre si sprecano anche inchieste giornalistiche che hanno smascherato sedicenti “Gran Maestri” che facendo leva sulla ingenuità e prosopopea di chi a tutti i costi voleva fregiarsi del titolo di Cavaliere o di altri titoli nobiliari, che ricordiamolo non sono riconosciuti dalla Repubblica Italiana, era pronto a spillare fior di quattrini a poveri sprovveduti, lasciandogli come regalo un mantello e una medaglietta come ornamento della propria vanità. Inoltre in materia si è espresso anche il Legislatore con la legge 178/51, dove all'art. 8 si legge che «è vietato il conferimento di onorificenze, decorazioni e distinzioni cavalleresche, con qualsiasi forma e denominazione, da parte di enti, associazioni o privati».
Nonostante questo, a presenziare a tale rituale partecipava ufficialmente anche il Sindaco di Francolise, Nicola Lanna, facendosi accompagnare dal gonfalone del Comune, impegnando, quindi, in tale cerimonia il nome di tutta la comunità francolisana.
A questo punto sorgono spontanee alcune domande e quanto meno alcuni dubbi che vorremo dissipare con l'aiuto dei diretti interessati. Vista lo spessore culturale e umano di don Raimondo Pasquariello, riconosciutogli da tutta la comunità, ci chiediamo: sapeva quanto detto in materia dal Vicariato di Roma? E se si, ha  sottoposto la domanda d'uso della chiesa di Francolise da parte di un Ordine non Riconosciuto dalla Santa Sede quanto meno al Vescovo?
Al Presidente del Consiglio del Comune di Francolise, Stefano D'Alterio, chiediamo se ha versato soldi per farsi riconoscere Cavaliere del Sovrano Ordine di Sant'Uberto di Lorena e di Barrois? Se si, e visto quanto affermato sia dalla Santa Sede che dal Legislatore, non è il caso di domandarsi se è stato truffato?
Infine, al Sindaco Nicola Lanna: prima di presenziare, con Gonfalone comunale al seguito, a cerimonie e riti non meglio identificati, e da quanto appreso osteggiati sia dalla Santa Sede che dalla Legge Italiana non sarebbe meglio informarsi, prima di andare a rappresentare tutti i cittadini di Francolise in manifestazioni di dubbia legittimità? Non è meglio onorare il nome di tutti i cittadini di Francolise in manifestazioni di ben altro spessore culturale? 
Certi che una spegazione a tutto quanto accaduto esiste, speriamo vivamente in una risposta dei diretti interessati.
Speriamo, inoltre, di aver chiarito un po' di dubbi a tutte quelle persone che recandosi quel giorno a messa è tornata a casa chiedendosi se una cosa del genere fosse lecita o meno.

un passante

lunedì 8 marzo 2010

Il buon servizio si paga

Stamattina la giornata era bellissima. Poi s’è guastata. Avevo preso accordo con due amiche per andare a Napoli. Ognuno aveva i fatti suoi da sbrigare, chi una cosa chi un’altra. Il treno quello delle dieci e dodici, per Salerno. Con la macchina della mamma della bionda che anche questa mattina c’ha accompagnato tutti, siamo arrivati alla stazione, tutta da esplorare magari con jeep, scarponi, e fucile. Per la lunghissima Direttissima stavamo con molta preoccupazione perché eravamo in ritardo e avremmo perso tutti gli impegni se avessimo perso il treno. L’altro c’era alle dodici e dieci. Siamo arrivati per tempo e fatto il biglietto- le mie amiche ne erano già munite- siamo saliti. Devo dire però che il biglietto non lo faccio spesso. Ho i miei trucchi insomma e godo di buona fortuna sui treni, tanto che sono conosciuto come er Mandrake. Ma quello che sto per raccontarvi forse farebbe sobbalzare anche Giggi Proietti, in veste di Mandrache al ritorno dalle corse. Stamattina comunque dovevo studiare delle cose, quindi avevo pensato di starmene tranquillo col biglietto pronto ad esibirlo. Difatti, dopo un po’ arriva il controllore. Le mie amiche mi guardano e sorridono. Già s’aspettano qualche movimento, qualche colpo di teatro. Ma io niente, esibisco e sorrido al buon uomo. Riprendo a leggere. Passano cinque o dieci minuti quando vedo i passeggeri affianco che guardano con interesse qualcosa nella carrozza precedente. Certo ci faccio caso ma senza scompormi, anche perché stavo seduto di spalle. Le mie amiche parlavano di scarpe e vestitini quando entrano tre uomini in borghese con una fascia arancione intorno al braccio destro con su scritto in bianco “Servizio AntiEvasione”. Ma chi cazzo sono, ho pensato?!?E questi che fanno?Richiedono a tutti i biglietti, li guardano con attenzione e vanno avanti. Ancora non ci credo. Qualcuno a cui l’ho raccontato mi spiegava che è colpa della Tav, che servono più soldi, altri dicevano che fanno bene, altri ancora si son grattati. Ed io? Penso che mi comprerò un mulo molisano...

 
Cino da Cano

domenica 24 gennaio 2010

Mucca pazza o proprietario criminale?

Da qualche anno sulla provinciale Casanova – Falciano si sono verificati gravi incidenti – che per fortuna non hanno generato morti se non nella causa che li ha generati: mucche in libertà. Ebbene si, questo utile e innocuo quadrupede, della cui proprietà molti sanno ivi compresi chi dovrebbe vigilare sull’ordine pubblico e sulla sicurezza dei cittadini, di notte scende dalle montagne che sovrastano gli abitati di Casanova e Falciano e spesso si riversa sulla strada provinciale creando in più di un’occasione gravi incidenti automobilistici. L’unica iniziativa che le amministrazioni dei due comuni sembrano aver preso al momento, per arginare il gravissimo problema – un vero pericolo alla pubblica incolumità, è l’installazione di segnaletica di pericolo con la dicitura “attenzione animali vaganti”. Bene, credo che queste problematiche debbano trovare un posto di rilievo tra chi è preposto alla tutela del cittadino. È inaudito che  tutt’oggi continuino quelle docili mucche a pascolare liberamente e che il proprietario di cui si sa nome, cognome e soprannome continui a non essere responsabilizzato circa questo grave problema di cui lui è il principali responsabile. Qui si tratta di un reato perseguibile penalmente. Gli animali hanno l’unica colpa di poter pascolare liberamente, anche ai danni di proprietari dei numerosi fondi coltivati e di qui ogni tanto riversarsi sulla provinciale schiantandosi sotto la macchina dello sventurato di turno. I loro proprietari sono tenuti alla custodia e vigilanza. Per fortuna che non c’è stato ancora il morto (e speriamo “vivamente” che non ci sia mai) altrimenti il proprietario sarebbe responsabile anche del grave reato di omicidio colposo. È ora che la magistratura, le forze dell’ordine, le amministrazioni locali si pongano seriamente il compito di porre fine a questo grave e decennale problema. Certamente non ci vuole il mago per capire questi animali da dove giungono, basterebbe schiodare il sedere dalle sedie e fare delle indagini approfondite e non limitarsi ad intervenire solo quando, purtroppo, qualcuno ci rimette la propria incolumità e anche la propria auto. Il caso, infatti, non è piccola cosa. Ricordiamo alle persone tenute a fronteggiare questo problema che la salute e l’incolumità del cittadino è la cosa a cui loro per prima devono dedicarsi.


Anonimo via web

mercoledì 9 settembre 2009

PERDETE OGNI SPERANZA VOI CHE..VIAGGIATE

È una tiepida giornata di settembre.
Mi sveglio al fastidioso rumore della sveglia che mi avverte che sono le 6 del mattino,oggi ho il mio primo colloquio di lavoro ed è ora di alzarmi. Frettolosamente mi lavo la faccia,indosso la prima cosa che capita, controllo che tutto ciò che serve sia nella borsa e come d'abitudine mi scotto la lingua col caffè. Anche questa mattina combatto contro il tempo:alle 07.00 il mio treno raggiungerà la stazione di falciano del massico.
Passo gli ultimi cinque minuti prima di partire a cercare disperatamente le chiavi dell'auto in giro per casa,che poi mi accorgo essere come sempre al proprio posto. Alle 6.27 sveglio la mia panda che mi da il suo buongiorno rugginoso.Ha piovuto tutta la notte e quindi le consento di fare i suoi soliti capricci.

La strada è ingombra e scivolosa ma nonostante io non sia una perfetta guidatrice so che se vorrò arrivare in orario dovrò premere il piede sull'acceleratore. Dopo una perfetta traiettoria,durante la quale pochi sono stati gli intoppi (trattori che mi hanno fatto perdere giusto una decina di minuti,anche se vitali per me) raggiungo l'incrocio che mi permetterà di immettermi nella strada che porta alla mia dolce stazione e mi sento ad un passo dalla fine. Dove in altre occasioni c'erano FOSSE e BUCHE adesso ci sono piccole pozzanghere; cerco di evitarle facendo uno slalom degno di un pilota di rally in una strada che dovrebbe essere a due corsie e che non ha neppure lo spazio per il transito di un solo veicolo. Così come per magia nel giro di un attimo un bel vitellone mi intralcia la strada e sono costretta a sterzare prendendo in pieno quella che sembrava una semplice pozzanghera ma che si è dimostrata una vera e propria piscina olimpionica.Una ruota è andata ma io s! ono un'ottimista,arriverò in tempo al mio appuntamento.

E così io e la mia panda siamo in stazione alle 6.50,giusto in tempo per comperare il biglietto. Mi precipito al bar della stazione,dopo essermi ricordata che falciano non dispone di una BIGLIETTERIA e con enorme sorpresa mi accingo a leggere il biglietto che precede la porta chiusa del bar: CHIUSO PER FERIE. Dopo qualche istante di panico decido di raggiungere un addetto delle ferrovie dello stato che sicuramente sarà all'interno del fabbricato giallo paglierino. Busso delicatamente sul vetro opaco di quello che dovrebbe essere un ufficio di DIRIGENZA DEL MOVIMENTO ma posso da subito constatare che non c'è nessuno all'interno; allora raggiungo quella che dovrebbe essere la biglietteria e che di rado ospita un responsabile che sembra quasi nascondersi dietro le veneziane chiuse, anche qui i miei tentativi risultano vani.Scorgo quasi per caso alla mia destra un apparecchio elettronico che si configura come un "distributore" di biglietti automatico,ovviamente non funzionant! e.

So a questo punto di avere un'unica soluzione,spiegare la mia situazione al controllore,sono le 6.58 e tra due minuti sarò sul mio treno.
Attraverso il sottopassaggio, raggiungo il binario tre dove ci sono altri viaggiatori a farmi compagnia.Spiego anche a loro il mio inconveniente e mi accorgo che il 70% di quelle persone è nella mia stessa situazione. Mi sento sollevata. Tra una chiacchiera ed un altra sono passati quindici minuti e sembra che non sia ancora stato annunciato alcun treno ne aventuali RITARDI. Fiduciosa penso che nessuno,nemmeno un piccolo rirardo potrà rovinare il mio stato d'ottimismo. Qualcuno comincia a spazientirsi, altri perdono le speranze, qualcuno "delicatamente" impreca contro chissaccosa ed intanto sono passato altri 40 minuti. Penso che il mio appuntamento è alle 9 e in fondo posso tentare di prendere anche il treno delle otto.

E così,come tanti stoccafissi,rimaniamo tutti lì, fiduciosi che prima o poi ci venga comunicato qualcosa, fiduciosi che prima o poi il nostro treno arriverà...ed io fiduciosa che prima o poi,anche un'altra proposta di lavoro arriverà.


Sono troppo poco informata per puntare il dito o attribuire la colpa di questo degrado a qualcuno perchè ammetto che non saprei in che parte orientarmi, so solo che quella che dovrebbe essere una linea FONDAMENTALE di transito che congiunge Roma a Napoli è davvero abbandonata a se stessa.
In molte stazioni ho trovato poca efficienza e molta distrazione ma in nessuna e dico nessuna un così totale abbandono, non intendo dire che dovrebbe essere ripristinata totalmente ma almeno dotata delle cose necessarie,come la biglietteria od un addetto che possa offrire servizio ai viaggiatori o almeno iniziare dalle fondamenta ed asfaltare una volta per tutte la benedetta strada che viene "rattoppata" una volta tanto e che sta sempre punto e accapo e magari procedere per gradi sistemando una cosa per volta.

E con questo parlo a nome di molti altri viaggiatori che come me,spesso, si sono trovati ad aspettare sotto la pioggia un treno che non passava mai.

Angi

venerdì 31 luglio 2009

La scaffaloteca

    



Qualche settimana fa, a Carinola, approfittando del premio internazionale di mosaico intitolato a Padre Michele Piccirillo e del ritardo eccessivo (ma forse si usa così) dell’ambasciatrice della Giordania che doveva presenziare alla manifestazione, ho potuto conoscere meglio il bello ed importante palazzo Petrucci dove l’iniziativa aveva luogo. Al termine avendo udito che il piano superiore, quasi il sottotetto dello storico palazzo quattrocentesco, accoglieva la biblioteca del Comune di Carinola, ho voluto dare uno sguardo, ritenendo la cosa molto interessante. Così mi sono accodato al piccolo drappello che saliva ed ho potuto constatare come gli scaffali fossero perlopiù vuoti, talché più che di biblioteca potevasi parlare di scaffaloteca.

Una tarma del venticinquesimo secolo che, vinta dalla fame, riuscisse a salire fino ai vetusti locali che ospitano la biblioteca ( continuo a chiamarla così per comodità e per semplicità di esposizione) per cibarsi di carta di libro, leggera friabile e delicata al palato, rimarrebbe spiacevolmente sorpresa nel constatare che dai suddetti locali quasi niente altro potrebbe addentare se non tavoli, sedie e scaffali, peraltro di pessima qualità, la cui degustazione sarebbe infinitamente più difficoltosa.

La mia curiosità mi ha spinto allora a raccogliere qualche informazione ed ho così appreso che la struttura e’ nata per iniziativa dell’avvocato Abner ed ha, in passato, usufruito dell’apporto di un comitato scientifico, che si avvaleva tra gli altri di cattedratici e di noti esponenti della cultura calena.Essa viene attualmente gestita da una sorta di Comitato di Salute Pubblica nel quale, altra grande sorpresa, abbondano avvocati, avvocaticchi (absit iniuria verbis) e dottori in giurisprudenza. La Facoltà di Giurisprudenza della sola Università Federico II sforna mensilmente parecchie centinaia di laureati; e’ quantomeno singolare che essi, nel comune di Carinola, eccellano nello svolgimento della funzione bibliotecaria più che in quello della professione forense.

Al di là di questi amletici dubbi restano le questioni di sostanza.

E’ mai possibile che cattedratici, avvocati e sapienti abbiano prodotto quell’insieme disordinato e sparuto di libri che, quasi vergognandosi di se stessi, si sono offerti alla mia vista quella sera? E se volessi avvalermi di questa presunta biblioteca a chi rivolgermi? Ad un vigile? Ad un vigilino, magari?, Ad un LSU di passaggio al comune? E come ottenere poi il prestito del libro?
Ma se fosse poi vera la notizia che tutto il poco che ho visto sia frutto di un’unica donazione, altre domande si pongono.
Il comune non ha denaro?
Il comune ha denaro per altro ma non per la biblioteca?
Il comune ha stanziato denaro per la biblioteca ed allora il problema sta nella capacità organizzativa e manageriale di chi quel denaro deve gestire?

Visti i problemi che attanagliano questo povero comune, e considerata anche la scarsa propensione alla lettura dei suoi abitanti (problema nazionale, certo, e non solo carinolese), di una simile “cosa” si poteva fare a meno? E se non se può fare a meno, e’ possibile fare in modo che diventi una cosa seria?
Quelli che sanno possono rispondere?

CONTE VRONSKI (via web)

giovedì 14 maggio 2009

Terza lettera ai casanovesi devoti a Maria SS. Grande ed Eccelsa




Ormai ci siamo; pochi giorni ed è festa di maggio, come ogni anno, da sempre, per sempre. Casanovesi e non, vicini lontani e lontanissimi tornano a casa colorando le strade di risate, saluti, abbracci, schiamazzi, tacchi di scarpe che su e giù percorrono via nazionale tra bancarelle, luci, musiche. E poi, spumoni, birre noccioline per-e-mus seduti in un brivido totale di gioia al bar. La banda, le processioni, l’infiorata, la Grangelsa. Già la Grangelsa e dunque il piccolo santuario, icona di una festa, di un paese, di un popolo che anche quest anno si presenta chiuso, inagibile ma come sempre bianchissimo.

Questa è la terza lettera che scrivo puntuale come la letterina a babbo natale per capire i perché di un lavoro di ristrutturazione approssimata, inadeguato e soprattutto mai ultimato. Da anni, il santuario, dopo il rifacimento della facciata è INCOMPLETO e come normalmente accade dalle nostre parti non se ne sa nulla e sempre seguendo la prassi, nessuno fa domande. In questo momento non m’interessa sapere che fine hanno fatto i soldi spartiti tra consulenti, architetti, ingegneri e avvocati buoni. Oggi voglio parlare di ricordi. Il solito ricordo che ho dell’interno del santaurio. Proprio così, a pochi giorni dalla festa di maggio non voglio sapere perché si continua a dire che mancano le autorizzazioni necessarie per smuovere i soldi e quindi completare la ristrutturazione ma voglio invitare tutti i lettori a fare un salto indietro e ricordare cosa c’era dietro la porta. Io ricordo un spazio piccolo che accoglieva la statua della madonna e consenti va a tutti i fedeli di entrare velocemente, seguendo una lunga fila, giusto il tempo di una genuflessione e un segno della croce. Un affresco che con pensieri da bambino lo ricordo strano quasi buffo, una figura in primo piano con capelli e barba lunga e grigia che planando su un paesaggio verde sorride. Questo e il mio ricordo e visto che risale a quando non capivo ancora cosa significasse innamorarsi forse non è attendibile. Non ho voglia di parlare del solito atteggiamento dei governanti, dei governati e dei furbi ma voglio invitarvi a ricordare e superare con la mente la porta chiusa a chiave con catenacci silenziosi.

Tutti, dovremmo chiederci il perché di questa situazione congelata da anni e comprendendere che una facciata (a parer mio di cattivo gusto) e un tetto nuovo non significa un lavoro terminato. Domenica, dopo la funzione o chi vuole prima ma anche durante, guardiamoci negli occhi e chiediamoci “ ma da quanti anni non aprono il santuario e chi cazz gestisce i soldi di questa situazione e perché non vanno avanti” Con questo invito vi saluto e vi auguro una buona festa di maggio, ci vediamo l’anno prossimo punto e a capo.


domenica 10 maggio 2009

Che ambiente meritiamo?


E’ ancora possibile recuperare  la spiritualità con l’ambiente naturale del territorio carinolese? In molti vi scommettono e fanno bene. Io sono fra questi e aggiungo che bisogna partire da oggi. Perchè se mettiamo ad esempio che servirebbero dieci anni per un ripristino totale dell’ecosistema naturale, se già iniziamo domani ci vorranno dieci anni più un giorno. Ma da dove bisognerebbe ripartire? Da lontano...Da quel poco che conosco, negli ultimi tre decenni  sembra che l’approvvigionamento quotidiano, come la coltivazione intensiva del territorio collinare, oltre che di quello pianeggiante e montano, ( compresi i pascoli di bestiame) sia rapidamente calato intorno dall’inizio degli anni ’70 fino alla metà ’80, con la fuga nelle città (d’Italia e dell’estero). Ebbene questo non è successo solo a Carinola  ma in moltissime zone d’Italia, come nei colli Berici ad esempio (a sud di Vicenza) nei quali si è avuto un grosso movimento emigratorio, ma  vi è stato però un ritorno consistente, con la ripresa di attività rurali e commerciali dopo gli anni ‘90. Dunque sembra che l’abbandono delle campagne del carinolese sia grosso modo coinciso con una pratica  crescente d’inquinamento periodico dell’ambiente (ma i controlli dov’erano?e ora dove sono?). Per contro possiamo affermare che  una seria politica ambientale – come non è stata attuata fino ad oggi- e di sviluppo agricolo e naturalistico verrebbe  con determinazione e concretezza portata avanti con successo,potrebbe canalizzare  un ripopolamento delle campagne e la crescita della produzione di prodotti autoctoni ( uliveti, vigneti, canapa, sambuco, grano..) insieme quindi al rispetto ambientale. Ma bisogna partire dal sanare tutte le discariche delle campagne e collinari, nei pressi degli ex rivoli, portare da domani subito via l’eternit da dove sempre più spesso viene abbandonato. Quindi cominciare con l’acquisto di depuratori per posizionarli dove vengono confluite le acque reflue. Cercare di accantonare coltivazioni che durante l’anno  hanno spesso bisogno di pesticidi vari.  Da qui dividere la rete fognaria degli scarichi commerciali e delle abitazioni dalle fogne per il solo deflusso delle acque piovane, le quali possono confluire nei fiumi che finiscono in mare. Insomma servono soldi e serve che vengano spesi bene. Questo significherebbe creare le condizioni per svilupparci con quello che tanto ci offre la nostra amara terra. Ma questo gli amministratori non vogliono capirlo. Sembra non riguardarli. Eppure pare che anche questo hanno promesso…Ma noi  che stiamo maturando una nuova coscienza territoriale vogliamo che questo sia fatto bene e lo vogliamo ora. Perché è nostro, ed è sacro. Altro capitolo su cui insisteremo tenacemente nelle prossime settimane riguarderà  la salvaguarda dei boschi collinari, sul disboscamento invernale e quindi  sull’incombente minaccia degli incendi estivi. L’amministrazione però ha siglato un piano antincendi con la protezione civile, che vedrà vigilanza diurna e postazioni fisse. Ma serve che anche la comunità si rivolti una buona volta contro questi soprusi e scempi territoriali.


Veleno Mangiapane

mercoledì 29 aprile 2009

Cavalca l'Honda

Oggi è il giorno fortunato
per chi molto ha già sperato,
ma non sa, povero allocco,
che non caverà un baiocco.
Se ha già preso il patentino
per l’innocuo motorino,
non ha fatto un buon affare
pur se ben lo sa guidare,
tutto ciò non lo confonda:
deve cavalcare l’Honda!
Quella anomala, diversa
un po’stronza, un po’ perversa
che travolge, e mai ha rimorso,
chi gli ostacola il percorso,
che si intrufola spietata
dove trova l’abbuffata,
perché quella che controlla
è una pancia mai satolla;
chi non ha niente da offrire
può mollare e scomparire.
I giochetti son già fatti:
pochi qui saran gli eletti
che con fulgido sorriso
entreranno in paradiso
dove i santi sono tanti
ma chi conta è un soltanto.
Oggi il più miracoloso,
con potere prodigioso,
non è certo San Gennaro
ma San Mario, il carbonaro.

Pasquino






mercoledì 8 aprile 2009

Carinola, svolta continua


Continuando incessantemente nell’attuazione del programma elettorale l’amministrazione di Carinola ha pubblicato il concorso per vigili urbani a termine.
Questo bando era un impegno prioritario preso con la popolazione di Carinola, non solo quale occasione di collocamento lavorativo ma soprattutto per dare soluzione a molte problematiche della vita quotidiana del comune. Il numero esiguo di vigili in servizio, peraltro alquanti anzianotti, non permette di svolgere al top le numerosissime incombenze di cui sono caricati quotidianamente. Nonostante il loro impegno assiduo non riescono a tenere sotto controllo le discariche abusive di varia entità che sorgono giornalmente per mano di qualche maleducato contro il quale sarebbe necessario usare il pugno di ferro. Oltre al controllo dell’attività edilizia sono tenuti a quello dell’attività commerciale, compresa quella un po’ sregolata degli ambulanti.
L’impegno più proibitivo è poi quello del controllo del traffico e della sosta selvaggia in punti strategici delle varie frazioni che impedisce il normale deflusso del traffico. Il loro numero non è sufficiente nemmeno per scrivere la scaletta delle cose da fare, per questo passano quasi tutto il tempo del turno di servizio in ufficio invece che per strada.  Per questi compiti e per tutti gli altri impegni istituzionali è indispensabile il rafforzamento del numero di vigili. 

Oltre ai complimenti per il bando bisogna dare atto della trovata geniale dell’assunzione a tempo parziale, che permette con la stessa somma di impegnare più persone e per più mesi. Inoltre quest’assunzione di massa permetterà anche di giustificare il grado di colonnello del comandante. Quelli che continuamente pronunciavano frasi ironiche su un colonnello senza reggimento, tra poco non potranno più farlo, poiché se non avrà un reggimento  avrà  almeno un plotone.

Novità importante prevista dal bando è quella di chiedere agli aspiranti vigili il possesso della patente per guidare moto di grossa cilindrata.   E’ evidente l’intenzione dell’amministrazione di dotarli di potenti motociclette, tipo Harley Davidson, a cavallo delle quali catturare  gli eventuali  male intenzionati che si accingessero a ideare  qualche reato nel comune. Aggiungendo tre o quattro motociclette potenti  al parco  auto veicoli, il comune di Carinola  diventerà  il più fornito della regione. Con i nuovi assunti i mezzi potranno anche uscire senza restare per settimane inutilizzati per mancanza di autisti. Anche se qualcuno già dice che si tratta di un meccanismo per “preselezionare” solo coloro che già posseggono tale patente o, ancora peggio, ai quali e’ stato detto in anticipo di procurarsela. In effetti non e’ molto semplice, per una persona che dovesse leggere il bando oggi, procurarsi tale patente in tempo per la scadenza del bando.

Un unico dubbio ci assilla tra tante certezze: se riusciranno gli eventuali aspiranti a rispondere alle domande che saranno preparate dalla commissione. Ci si augura che questa volta si presentino candidati più preparati che riescano rispondere al minimo di 21 su 30 dei  facilissimi quesiti a cui saranno sottoposti. Nel caso si verificasse la strage di concorrenti  del concorso  precedente,  ci si augura una seria indagine per capire se non sia solo colpa degli aspiranti vigili, e quindi  prendere in considerazione anche la rimozione e sostituzione della commissione. Nel caso in cui si ripetesse lo stesso risultato del concorso precedente, vorrà dire infatti che la commissione è di una levatura culturale troppo alta rispetto alla media e quindi bisogna sostituirla con un'altra più vicina al comune senso del sapere.

Belfagor

lunedì 16 marzo 2009

Le Vacche Sacre


Durante le ultime  festività natalizie mi sono recato al sud, ospite di un mio amico  conosciuto ai tempi del militare. Questi abita in un paesino alle falde di una piccola montagna, uno dei tanti  paesini del sud di poche centinaia di abitanti. 
Quasi ogni serata della mia permanenza in quei luoghi era  segnata dal suono della sirena di una autoambulanza. Io pensavo che in quei luoghi fossero molto cagionevoli di salute, invece mi spiegarono che erano vittime delle "vacche sacre". Al mio stupore, il mio amico mi spiegò che sono come  quelle che si trovano in India, animali che nessuno può toccare, che sono liberi di andare ovunque. Possono andare nei campi coltivati, negli orti delle case, perfino nei giardini e nelle strade investendo macchine e ferendone passeggeri. 
Se in India si comprende la loro sacralità perché si pensa appartengano ad una divinità, qui non si comprende il perché della sacralità di questi animali.  Chiunque ha provato a capire il perché non ci è riuscito, scontrandosi contro un muro di gomma istituzionale. La parola istituzione, che al sud vuol dire menefreghismo, tanto che gli fai ad un poliziotto, ad un carabiniere, ad un forestale, ad un vigile urbano e simili...  anche se scrivi al ministro degli interni, la lettera non gli sarà mai consegnata.
Il poveraccio che con sudore coltiva i propri campi oltre le tasse normali deve sopportare anche la tassa delle vacche sacre, sotto forma di pascolo obbligatorio. I più furbi hanno recintato i terreni con reticolati ma mani di ignoti li tagliano  per dare libero accesso ai bovini sacri. Oltre alle cosiddette forze dell’ordine si interessano al problema anche la provincia, i comuni e l’azienda sanitaria nonchè la procura della repubblica, tutti insieme sono un esercito che invece di difendere i cittadini vagano negli uffici aspettando che finisca l’orario di lavoro studiando il da farsi... misteri del sud Italia. 
Tutti sanno chi è il proprietario di quegli animali, anche perché in tutta la zona c’è un solo allevatore, eppure per le istituzioni è una indagine difficilissima. Uno degli ultimi giorni della mia permanenza il mio amico arrivò tutto entusiasta a darmi la notizia che le istituzioni con una seduta decisiva avevano trovato la soluzione al problema delle vacche vaganti.  Mi riferì che questi esimii funzionari avevano messo dei cartelli lungo le strade che avvisavano della presenza delle vacche sacre e i cittadini dovevano circolare a passo d’uomo per non investirle, pena pesanti multe. La mia incredulità dovette ricredersi quando fui accompagnato sulla strada provinciale a vedere gli incredibili cartelli che numerosi campeggiavano sul bordo della strada. Un qualunque delinquentuccio, per l’ignavia e la connivenza  delle istituzioni, sottometteva tutta la  popolazione  della zona al proprio volere. Queste stesse persone fanno convegni sulla legalità nelle scuole ed in ogni dove - che ipocriti - questo sud non si eleverà mai e resterà  per sempre schiavo della inettitudine e dell’illegalità, avvalorando le tesi di Bossi che lo vuole isolare per evitare il contagio del resto d’Italia.

Un Italiano schifato

lunedì 9 marzo 2009

Oasi naturalistica" Bassolino" (ex "Lago di Falciano")





E’ ormai pronto il protocollo di intesa tra il comune di Falciano del Massico e la Regione Campania per la nuova denominazione del lago di Falciano, già lago di Carinola. Sembra che la nuova denominazione sia dedicata al finanziatore e maggiore ispiratore dell’oasi e cioè Bassolino. L’oasi è ormai pronta per l’inaugurazione e sarà la prima nel mondo a rappresentare le bellezze moderne della Campania, ormai note a tutta l’umanità.

In anteprima, accompagnati dal direttore dell’oasi naturalistica abbiamo visitato il sito. Il direttore è amico intimo di Bassolino, da cui ha avuto la nomina per i suoi alti meriti scientifici ed accademici, per i quali è stato munificamente finanziato in questi anni.


Lago di Falciano


Avviandoci verso il lago, abbiamo percorso la bellissima strada di accesso, costruita in rigoroso stile Iervolino. Questo stile inconfondibile, altamente artistico, realizzato in tutte le strade del Vomero, consiste nel realizzare lungo tutto il tratto stradale buche di varie dimensioni, alcune profondissime in cui ci si può anche nascondere con tutta la macchina. Ai fianchi, marciapiedi larghissimi per pochi metri che finiscono in un fosso. Ogni fondo rustico, e sono tantissimi, è servito da un ponte di accesso di dimensioni e prezzo enorme, dimensionati per l’accesso ai TIR.


Lago di FalcianoLago di Falciano


Giunti al lago, siamo subito colpiti dagli eucalipti, semi bruciati ad arte, che fanno bella mostra in mezzo ai frutteti ed ai pioppeti rigogliosi del posto. Sotto ogni albero notiamo le prime bellezze, cumuli di bottiglie di plastica e vetro e variopinte buste di plastica con contenuto volutamente celato, che ci vengono orgogliosamente mostrate dal direttore.


Lago di FalcianoLago di Falciano



Giunti vicino all’acqua abbiamo potuto ammirare il suo bellissimo colore blu scuro, frutto della felice combinazione di acqua di fogna e melma. Iniziando il giro in senso orario ci ha mostrato le cannucce invecchiate, tra cui beccheggiavano bottiglie di plastica di vari colori che sembravano giocare nell’acqua. Mentre camminavamo, ci spiegava che immergendosi si potevano ammirare, ferme nella melma rosata del fondo, migliaia di bottiglie di varie dimensioni, anche damigiane, bidoni, pezzi di auto, batterie di macchine e, quando il livello dell'acqua lo permette, si intravede il tetto di un intero camion, forse pieno di bidoni di materiale pericoloso. Il direttore si è detto sicuro che sarà in futuro l'attrattiva principale dell'oasi. Tutto l’insieme forma un bellissimo paesaggio che ricorda la periferia di Napoli.


Lago di Falciano Lago di Falciano Lago di Falciano Lago di Falciano


Continuando siamo arrivati alla spiaggetta, denominata “mappatella beach”, in onore di quella di via Caracciolo, e come quella ornata di ogni genere di rifiuti di vario colore. Si continua arrivando all’emissario del lago denominato “Regio Lagno Minor” perché pieno degli stessi reperti che si possono ammirare nei Regi Lagni.


Lago di FalcianoLago di Falciano


Tornati sui nostri passi, girando in senso antiorario siamo giunti al “Ponte dei Sospiri” da cui si può ammirare una bellissima acqua giallastra che sembra si ottenga da una formula segreta realizzata in una vicina azienda bufalina. E’ stato denominato Ponte dei sospiri perché di là si sospira pensando a quando l’acqua non aveva la bellissima colorazione attuale.


Lago di Falciano Lago di Falciano Lago di Falciano Lago di Falciano


Continuando, si notano sulla destra dei bellissimi e notevoli cumuli di rifiuti che ricordano le principali città della Campania, su tutti campeggia da un albero una bellissima tabella con la denominazione dell’oasi.


Lago di Falciano


Continuando nel giro il direttore, sempre vantando la bellezza delle bottiglie che ci fanno l’occhiolino tra le cannucce, sulla destra ci mostra una vera opera d’arte unica, un cancello realizzato con una rete di letto matrimoniale, vanto di un artista locale. Più avanti ci fa notare la creazione più bella che si trova nell’oasi , una lunga parete di lamiere che ricorda i campi rom dell’ hinterland napoletano. Mentre torniamo all’auto, ancora con gli occhi estasiati dalle tante bellezze che avevamo ammirato, il direttore ci ha mostrato delle grosse pantegane che numerose giocavano sulla sponda. Ci ha spiegato, con giustificato orgoglio, che erano state catturate alla foce della fognatura che dà nel porto di Napoli e immesse nel lago come attrazione faunistica. Ha confessato che per le loro dimensioni parecchi visitatori le scambiano per lontre, senza sapere che queste non sarebbero in grado di vivere in un posto così particolare.


Finita la visita, ci siamo complimentati per la bellissima e geniale idea e siamo sicuri che appena sarà pubblicizzata l’ oasi sarà meta di migliaia e migliaia di visitatori oltre che interesse delle televisioni di tutto il mondo.
I Falcianesi e tutti gli abitanti del circondario, che sicuramente ne avranno immensi benefici, nutriranno eterna gratitudine nei riguardi del responsabile del’oasi e dell’associazione ambientalista che con lui collabora, e giustamente del loro sponsor, Bassolino.


contrAmbientalista


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