Chat

Visualizzazione post con etichetta Poesia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Poesia. Mostra tutti i post

domenica 25 gennaio 2015

Ricordi sporchi d'inverno


Era parecchio tempo che non guardavo foto del paese dove sono cresciuto, poi  giovedi' pomeriggio, per caso, nell'appartamento di R, un amico brasiliano di origini italiane, ne sono venute fuori assai e quasi per magia hanno colorato quelle ore. Cosi' sulle foto ci siamo messi a chiacchierare.


***
                                                                            
Improvvisamente sullo schermo del Pc appare la foto della fonte battesimale trovata a Forum Popilii, le carriole di terra, le ragazze e i ragazzi della Sun. Il sole cocente, il sudore, i sorrisi bianchi.
Wow! ha esclamato R,  ma è bellissimo!!come avete fatto?!Deve essere stata proprio una bella esperienza...

[Si, lo è stata ed i ricordi si sono messi su un treno che correva di pomeriggio, per attraversalo dolcemente].


***
Poi gli ho mostrato foto di Palazzo Petrucci, il Convento di San Francesco, l'Episcopio, il borgo di Casale, le colline di Casanova, la Cattedrale di Carinola, i terreni a coltura a Nocelleto...gli ho parlato delle processioni, dei nostri bar, di San Giuseppe, della caccia al cinghiale, del mare a due passi, del vino Falerno, di San martino e Monte Massico..e di tanto altro ancora..

[la mia voce era rapita dalla luce dei ricordi]

***


R: Come mai te ne sei andato?! Sembra proprio un bel posto..

Io: Si lo è..solo che manca lavoro ..
.. e manca pure..

[ le parole erano piene di rabbia 
e quando è cosi' si gelano dentro
vi rimangono
aspettando di sciogliersi dopo l'inverno]












Mas

sabato 4 gennaio 2014

*Idee per il Mediterraneo interiore



[...] Mi piace evocare alla rinfusa suggestioni per gli amministratori e gli abitanti. Terra e cultura più che cemento e uffici. Prodotti tipici da consumare non solo nelle sagre. Canti e teatro al posto delle betoniere. Svuotare le coste e riportare le persone sulle montagne. Sistemare le strade provinciali, togliere le buche, restaurare i paesaggi, le pozze d’acqua per gli ovini, ripulire i fiumi, i torrenti. Ora al sud si fanno buoni vini, ma il pane potrebbe essere migliore. E così pure il latte. 

Imparare a fare il formaggio. Dare ai giovani le terre demaniali. Coltivare un pezzo di terra. Essere scrupolosi, ma farsi tentare dalla fantasia, dall'impensato. Distendersi ogni tanto con la pancia per terra. Avere cura che i propri figli imparino a cucinare e a fare lavori manuali. Adottare un luogo e prendersene cura. Passare ogni giorno un po’ di tempo vicino a un animale. 

Ogni paese deve avere un piano regolatore del suo paesaggio. 

Un piano dove siano previste zone inoperose, in cui non solo non si fabbricano case, ma non si fa neppure agricoltura. Zone dove non si taglia neppure la legna. Un piccolo cuore selvatico per ogni paese. Nei piccoli paesi dovrebbero essere esentati dalla tassa sulla casa le persone che abitano nel centro antico. Stare all'aria aperta almeno due ore al giorno. Ascoltare gli anziani, lasciare che parlino della loro vita. Ogni paese deve avere un piccolo teatro e una sala per suonare. Le scuole devono essere aperte la mattina per i ragazzi e la sera per gli adulti. Riattivare la vita comunitaria. Oltre al museo della civiltà contadina ci devono essere dei luoghi in cui i ragazzi possano apprendere vecchi mestieri: fare un cesto, una sciarpa, potare un albero. Viaggiare nei dintorni. Tenersi la testa tra le mani ogni tanto. Incontrare delle persone che sappiano sverniciare la nostra modernità incivile. Costruirsi delle piccole preghiere personali e usarle. Esprimere almeno una volta al giorno ammirazione per qualcuno. Svegliarsi ogni tanto alle tre di notte. Uscire all’alba almeno una volta al mese. Comprare il formaggio da chi lo fa, fare la spesa nei piccoli negozi. Riportare gli animali nei paesi. Un paese in cui non ci sia un uovo fresco non ha senso. Mettere una libreria comunale in cui si vendono i libri a prezzo ridotto. Stabilire che in ogni consiglio comunale ci debba essere come primo punto all’ordine del giorno un’iniziativa culturale. Riportare le feste patronali alle antiche tradizioni. Dire quello che vediamo assai più di quello che pensiamo. Regalare almeno un libro la settimana, magari dopo averlo letto.
Mettere una tassa di trentamila euro l’anno per ogni pala eolica e usare questa cifra per servizi agli anziani. Stabilire gemellaggi tra i paesi interni e quelli della costa. Dimezzare il costo del gas e del gasolio da riscaldamento nei paesi più freddi. Dare incentivi a chi abbatte edifici incongrui o a chi restaura la propria casa rendendola più adatta al contesto. Obbligare ogni paese ad avere un’isola pedonale in funzione tutto l’anno. Dare attenzione a chi cade e aiutarlo a rialzarsi, chiunque sia. Leggere poesie ad alta voce. Far cantare chi ama cantare. Abituare i cittadini a un uso limitato della macchina. Diminuire l’uso della plastica e degli imballaggi. Fare una vera raccolta differenziata e stimolare azioni locali di recupero e riciclaggio dei materiali. Stabilire che ogni amministrazione comunale faccia per legge un’assemblea pubblica ogni sei mesi sulle scelte riguardanti la comunità. Piantare alberi da frutta e obbligare gli acquedotti a mettere almeno una fontana pubblica in ogni paese. Abituare i cittadini a fare un manifesto in cui si annuncia la nascita di un bambino: perché annunciare la morte e non la nascita? Il futuro dei luoghi sta nell'intreccio di azioni personali e civili. Per evitare l’infiammazione della residenza e le chiusure localistiche occorre abitarli con intimità e distanza. E questo vale per i cittadini e più ancora per gli amministratori. Bisogna intrecciare in ogni scelta importante competenze locali e contributi esterni. Intrecciare politica e poesia, economia e cultura, scrupolo e utopia.[…]
*Pezzo estrapolato da Geografia commossa dell’Italia interna, di F. Arminio, edito da B. Mondadori 2013.

http://comunitaprovvisorie.wordpress.com/

sabato 25 agosto 2012

DOVE ANDIAMO?


DOVE ANDIAMO?

Dove andiamo?
I poeti, gli artisti, i filosofi ispirati, i saggi sinceri, le menti esasperate lo sanno: verso l’abisso.
Ma, dalla nostra origine, durante i secoli, le religioni, soprattutto le tre grandi religioni monoteiste, hanno anestetizzato la follia primitiva del pensiero che esiste in ciascuno di noi. Così la risposta sensata “noi andiamo all’abisso” eccede il nostro vocabolario, le nostre conversazioni immaginabili, può essere gli stessi nostri così tragici monologhi segreti. Noi non andiamo da nessuna parte che non sia un luogo abitabile. Ecco venire a noi il tempo delle convulsioni.
Lo spirito più normale,
per esempio quello di un uomo politico,
lo sente, lo sa, se ne spaventa:
noi andiamo verso l’abisso.

Tuttavia,
noi viviamo e siamo degli esseri viventi.
In vita ancora.
Ora, gli uomini sfidano tutto,
sfidano il destino, sfidano i pronostici,
sfidano Dio.

L’uomo, è colui che tenta L’Impossibile.
In vita ancora,
noi tentiamo l’impossibile.

Noi non eviteremo l’abisso.
Ma noi vogliamo immaginare, quindi creare al di là
dell’abisso prossimo,
orribilmente prossimo,
le comunità, le città
un’altra presenza sulla terra,
un altro modo di abitare qui,
un’altra maniera di passare il tempo
della nostra vita sulla terra.


INTERRUZIONE

I pensieri antichi sono dei virus, essi sterminano silenziosamente miliardi di particelle di poesie, di filosofie, di società di aforismi in via di costituzione, di popoli dalle intuizioni selvagge. Nei licei, le università, nelle istituzioni culturali, nei media,
in questi ospedali del sapere, agonizzano e muoiono di queste malattie nosocomiali che sono i pensieri antichi, i geni, gli inventori, gli insensati.

Come fare?
Suscitare in tutti i campi la venuta di un’ INTERRUZIONE.

Provocare un GUASTO.

Che nasca e si prolunghi in un’immensa esitazione
delle coscienze,
che s’apra e si ingrandisca all’infinito come un vortice
tra tutte le attività,
che alcun avvenimento non sia d’ora in poi
vicino di un altro avvenimento,
ognuno gironzolando solo giorno e notte in un mondo
inedito senza continuità,
come se apparisse, fragile poi infrangibile
nel silenzio infine regnante,
la parola innocente che si prenderà gioco di tutto.

Queste linee non sono incantesimi
né delle nuove superstizioni,
esse vogliono parole sagge,
essere vengono a voi in un pensiero di precisione :
dove andiamo? verso l’abisso.
Impossibile!
Ma ancora?
Eh bene si, noi siamo in vita ancora.
Noi vogliamo offrire delle nuove città
e delle comunità che verranno dopo l’interruzione,
aldilà dell’abisso.

(Traduzione tratta da un manifesto letterario a firma di Michel Buttel, apparso in agosto 2012 sulla rivista francese L’Impossible)

MiSo

mercoledì 29 aprile 2009

Cavalca l'Honda

Oggi è il giorno fortunato
per chi molto ha già sperato,
ma non sa, povero allocco,
che non caverà un baiocco.
Se ha già preso il patentino
per l’innocuo motorino,
non ha fatto un buon affare
pur se ben lo sa guidare,
tutto ciò non lo confonda:
deve cavalcare l’Honda!
Quella anomala, diversa
un po’stronza, un po’ perversa
che travolge, e mai ha rimorso,
chi gli ostacola il percorso,
che si intrufola spietata
dove trova l’abbuffata,
perché quella che controlla
è una pancia mai satolla;
chi non ha niente da offrire
può mollare e scomparire.
I giochetti son già fatti:
pochi qui saran gli eletti
che con fulgido sorriso
entreranno in paradiso
dove i santi sono tanti
ma chi conta è un soltanto.
Oggi il più miracoloso,
con potere prodigioso,
non è certo San Gennaro
ma San Mario, il carbonaro.

Pasquino






giovedì 24 luglio 2008

Ho Visto

Ho visto

Un ministro del Regno

Che faceva gesti scurrili

Al risuonare dell'inno

Ho visto

Un ministro del Regno

Che minacciava chi

Gli aveva bocciato

Il figlio

Ho visto

Un ministro del Regno

Che inseguiva i ragazzini

Per 'prendere le impronte'

Ho visto

Un ministro del Regno

che non sapeva come fare

a fare il ministro

Maestà,

Ho detto allora,

Dite qualcosa

Fate qualcosa

Va via villano,

Mi ha risposto

Non mi interessa

Tutto questo

Ma una cosa posso dirti

E te la dirò in eterno

  • Io sono Io
  • Io sono il Bene di tutti
  • Nessuno può rivolgermi la parola
  • Tutti possono solo adularmi
  • E soprattutto
  • IO Sono al di sopra di tutto
  • E Nessuno ha il potere di giudicarmi!!
  • Così sia scritto
  • Per i secoli dei secoli

Cavallo pazzo

giovedì 26 giugno 2008

Il venerdi' del villaggio

La Lara vien dai Carani
con le bollette fra le mani

Col suo cammin a tratti
reca un fascio di contratti.

Ormai fa come le pare
e aspetta la festa con le comare e,
domani,
col suo fare ostenterà il petto e il collare.

Siede con le compagne
a chiacchierar e a far lagne.

Con tanta devozione
fa aprir ogni portone

E con un pò di sane moine
fa sganciare tante lire.

Con la bionda e Antonietta per tutti i vicoli sgambetta

E con Pino e Tommaso prende tutti per il naso.

Dove si trova si fa sera raccontando la sua spesa

E novellando vien sovvenendo di quando la festa sta venendo

E la sera si deve ornare perché tutti vuol caricare

E tutta snella e fiera festeggerà
con don Carlo tutta la sera e,
lasciandosi nei pensier,
corre ancor a quello di ier.

Già l’aria imbruna
e sta ormai per sorgere la luna
or la banda suona con tanto sfizio
e alla festa si dia inizio.

Bocciato Leali e Tozzi,
sospirando aspetta Capozzi

E i fanciulli tutti insieme
a gridar di cambiar mestiere.
Intanto al tavolino il zappator
le lancia un risolino

Perché quando tutto sarà spento
verrà da tutti un gran lamento.

Tutti a gemere e bisbigliare che questa festa non è da fare

E c’è chi tanto le vuol male che invoca il temporale.

Ciascun in cuor suo fa crucci
e vede bello pure Ruocci.

Manca solo che tutto arzillo
si presenti pure Mannillo

E tutti e due con devozione
pensino a cambiare situazione.

Altro della tua festa non dirò
ma ti dico che farò

Questo venerdì è il più gradito
perché tutti insieme alziamo il dito

E fortemente attanagliati
gridiamo in coro ci hai stufati!

domenica 1 giugno 2008

Elogio alla…………………..

Vorrei le tue carni solo per guardarle e dire che è vero. La caviglia, la coscia il fegato il tuo desiderio di profumo. Per quale motivo non riesco a concretizzare la voglia che dentro mi arde. Per quale motivo non riesco a descrivere l’inaudito desiderio che forte urla. Per quale motivo la vita desidera la vita e il sudore vuole il sudore; mescolarsi senza criterio ma seguendo lo spasmo della mescolanza. Sentirsi gonfi di voluttuosa speranza di succhiare per sempre l’anomala rugiada indecente che alle orecchie dei vani pensieri risulta acida e gelida. Ho voglia di stringere le strette spregiudicatezze, desidero di sposare l’inattesa ferocia della voglia. Voglio. Voglio e vuoi. Perché la volgarità liquidosa deve sempre essere presentata come massimo sistema fonetico e non per quello che è, ovvero, nella semplice forma divina del godimento semplice e a se stante . perché????????? Perché le mie parole non riescono a pronunciare metafore d’amore ma solo parole sincere di desiderio. Voglio la voglia desidero il desiderio di spettinarci i capelli desidero la tua sensazione di benessere. Desidero la tua spregiudicatezza, voglio la mia illusione che tutto sia per sempre. Anelo al sorriso iniziale per salutarti con la beffarda occhiata della fine. Inizio, inizio, fine e inizio poi fine e mari inizio e inizo, illusione inizio e fine e inizio……………………….
PLINO

domenica 30 marzo 2008

SI COMINCIA!

Forza gente, tutti in piazza
lo spettacolo ha inizio!
Ci son tutti i burattini
per la gioia dei bambini
vecchi nuovi brutti e belli
niente cambia sempre quelli!
C’ è un Orlando, il furioso
E un Rinaldo, il baldanzoso
e guardate le sorprese
c’è un Crociato con Marrese!
Ma che è stato, come fu?
Il Cedrone non c’ è più!
Poffarbacco! E’ all’altra sponda!
Creerà una baraonda!
Vuoi vedere, che disdetta,
che ha sbagliato l’operetta?
Tra sorrisi, lazzi e sberle
ne vedremo delle belle.
Chi ha orecchie sopraffine
sentirà che suonatine!
E chi gli occhi bene attenti
si godrà dei movimenti!
Tra un sorriso dolce e amaro
chi sarà il Gran Puparo?
Sempre quello, che vergogna
ma mettiamolo alla gogna!
E voi tutti spettatori,
diventate primi attori:
a chi chiede un’ adesione
regalate un sospirone
e giammai soltanto quello
ma azionate anche il cervello.
State attenti con le falle:
ricordatevi le…balle!

Talìa

giovedì 7 febbraio 2008

La Fame

Napoli, 26 X 2007. Terrazzo

Una tale confusione nella mente- ma forse più dell’animo- lo sospende in una solida attesa, muta ovviamente. Una nebbia, oramai risaputa, sta per prendere il completo controllo di Riccardo, di parecchie funzioni-azioni, è quasi ovunque , e sa che sarà difficile rifiutarla. Non gli resta altro da fare che aspettare che si dissolva. Ora però avverte di non poter parlare. Che cosa lo divora, sono le sue emozioni che bollono, insidiate da serpi vivaci, in uno stagno di lacrime. Insieme a queste - o meglio, in questo preciso momento in un abisso non troppo lontano- respirano, agitandosi affannosamente, cavalli silvani. Fuma come un dannato e beve vino rosso affacciato sul mondo. Avete capito bene, certo, affacciato, non affamato.

Dopo circa un minuto, accende una sigaretta…

Fame. Si, Fame, mille volte dovrà urlarlo. Fame vergine: primitiva condizione dell’uomo, inesprimibile ossessione, che quando si manifesta del tutto naturale può renderci leggerissimi, ci sprofonda in un attimo, di cui non ne abbiamo coscienza, nello spirito del tempo.Un morso di serpente. Un morso verace. Un piede nel fango. Una bocca desiderata da occhi pendenti da lacci lunari. Che cos’è dunque la fame? E se è, cos’altro è? Dimentichiamo il bisogno strettamente biologico. Trascuriamolo, per un momento. La fame nasconde e riserva qualcosa di più profondo, di primigenio. L’assoluto. La fame, quante volte l’ho detto, invecchia e muore con noi. E prima ancora vive con noi. La fame muore con noi?La fame non deve necessariamente morire con noi. Probabilmente noi potremo dover farvi i conti anche dopo che siamo, come si dice, trapassati. Oppure è ancora possibile che noi non saremo più interessati dal fenomeno “fame”, e che sia tutta una questione fra lei e la morte. Quanta fame hanno, ed hanno avuto, gli uomini fino ad arrivare ad ora, ai giorni nostri? Fame nobile e indegna, passeggera, vigorosa, fame di gloria, di peccato, di verità, di vizi, di giustizia, fame di vino e di donne.Fame di vita e d’amore. Fame di morte. Tutto questo si è ripetuto in maniera necessariamente ciclica fino ai nostri giorni, così sciatti in quanto troppo liberi, spesso indecisi tra pesce o carne, giorni marroni, e di tanto in tanto poco inattesi, notturni. Una fame che spesso da’ , ad un primo sguardo, un’impressione di salute, di rigoglio. Delle volte è effettivamente così, ma poi vi si possono scoprire, scavando meglio, radici profondissime maledettamente malate di superbia, di paura. Fame Impura. Il quadro non è certo da apocalisse, da inizio della fine del mondo; tuttavia ancora facciamo fatica a resistere ad una fame malsana . Mi si potrebbe facilmente accusare- come taluni a volte fanno quando si trovano impossibilitati a rispondere, o annoiati da simili argomenti- di qualunquismo, di generalizzare, di tendenza alla globalizzazione, di sommarietà di contenuti. No? Probabilmente nel mondo l’ inganno ha sempre troppo fame rispetto alla verità.In certi casi si sfamano entrambi. E’ questa la crisi che sprigiona vapori diversi, mischiati.

Misero Gaudio

giovedì 20 dicembre 2007

TIR' E MMOLLA


Tir' e molla, molla e tira
viri u vientu comme ggira?
Mmolla e tira, tir' e mmolla
'sta munnezza a chi la mollu?
Oggi a tte, rimani a mme
chi 'a vò? 'Nze po' sapè!
Ma veremmu d' a fernì,
j' da cca me n'aggia ascì!
Casanova nun ze po',
Carauottuli n' 'a vo',
e Casale che sta a ffa?
nun ze sente annummenà!
Che ne facciu 'e cheste balle
ca m'abboffanu le palle?
Mo' sapete che facimmu?
Je so' propriu nu sfaccimmu!
'E purtammu in alti piani,
addo steunu i 'mericani,
tra Cascanu e Casanova,
e che Ddiu ci' a manni bbona!
Uè, uagliò, nun sai che ffa?
'nce penzà, vatte a curcà
e 'ste balle, si te 'mporta
schiaffatelle arret' a porta!
'Stu cunzigliu nun te piace?
Megliu ca te fai capace,
ca sinnò... lacrime 'e sale,
caccherunu se fa... male!

TALIA

sabato 1 dicembre 2007

La Vittima Sacrificale - Capitolo I



Qualcosa era andato storto nei piani del Barone Padre. Eppure ogni cosa era stata analizzata attentamente, ogni minuzia vagliata meticolosamente. E invece... poff! Tutto in una balla di sapone (pardon, bolla!).
Ahi, quell' asso nella manica non se l' aspettava proprio! E com' è che la gatta Cenerentola si era trasformata in una tigre?.... Errori di valutazione. Stupidi, banali errori di valutazione. Ma tutto ciò era grave e non doveva succedere più. Qualcuno dei suoi nove figli e figliastri poteva convincersi che stava perdendo colpi e approfittarsene. Invece dovevano ancora temerlo e rispettarlo con la massima riverenza.
Anche se li amava tutti allo stesso modo, I giochi li doveva fare ancora lui o la baronìa non avrebbe fruttato più il massimo. E il massimo si poteva ottenere solo se si sapeva giocare d' azzardo, come faceva lui. A costo di sacrificare uno di loro e metterli uno contro l' altro.... Era successo già tante volte, ma il bene della famiglia giustificava ogni cosa e tutto il resto passava in second' ordine.
Guai se qualcuno di loro avesse preso il sopravvento....
Quando aveva deciso di sacrificare la figliastra, lo aveva fatto, è vero, tanto a malincuore, ma andava fatto.
La posta in gioco era molto alta e non si poteva correre il rischio di perderla. In fin dei conti lei, la figliastra, non gli aveva dato tutto quell' affetto che lui si aspettava ed era l' unica ad avere velleità ereditarie che andavano stroncate. Non erano in preventivo. Una decisione andava perciò presa. Una sofferta decisione.
Era ormai troppo vecchio per poter fare da solo, ma la baronìa andava comunque lasciata nelle mani di una persona fidata, di uno che egli poteva ancora manovrare con fermezza e che avrebbe soddisfatto le sue decisioni. E chi poteva essere se non il Primogenito che si era cresciuto con tanta dedizione al suo fianco, a cui aveva dato tanto e da cui si aspettava tutto? Gli altri figli e figliastri, sempre affettuosi, sarebbero stati comunque trattati molto bene, come sempre....
La figliastra invece andava eliminata. Era remissiva si, arrendevole si, ma quelle sue improvvise alzate di cresta potevano compromettere tutto. E poi non sarebbe mai stata capace di soddisfare appieno I suoi desideri! Gli avrebbe creato solo problemi.
Doveva solo riuscire a prenderla. Non sembrava poi tanto difficile! I cinque galli da combattimento che razzolavano nel suo cortile, messi lì a difesa della casa, non erano poi così ruspanti e non l' avrebbero beccato se lui sapeva come prenderli. Figurarsi se poteva aver paura di loro!... E lei sembrava così fiduciosa, così tranquilla. Non dubitava minimamente del suo affetto di padre.
L' avrebbe circuita con il suo sorriso, la sua presenza, le sue promesse.... tant' è! Era un esperto nel gioco delle tre carte e a lei piaceva molto guardarlo mentre giocava: l' avrebbe distratta, fatta divertire prima di sferrarle il colpo decisivo....
Come aveva potuto sbagliarsi? Come aveva potuto pensare che l' avrebbe eliminata così facilmente? Eppure...! Quando lei era già sull' altare del sacrificio, inerme, e lui stava per sferrarle la pugnalata nella schiena, lei si era voltata all' improvviso e - bum! - gli aveva sparato il colpo di pistola che lo aveva steso al suolo....

TALIA

giovedì 10 maggio 2007

Vivere una sola vita

Vivere una sola vita

in una sola città

in un solo Paese

in un solo universo

vivere in un solo mondo

è prigione.

Amare un solo amico,

un solo padre,

una sola madre,

una sola famiglia

amare una sola persona

è prigione.

Conoscere una sola lingua,

un solo lavoro,

un solo costume,

una sola civiltà

conoscere una sola logica

è prigione.

Avere un solo corpo,

un solo pensiero,

una sola conoscenza,

una sola essenza

avere un solo essere

è prigione.

Ndjock Ngana

segnalato da Cyberscanner

martedì 8 maggio 2007

We Are The World

Il 22 Aprile, l'Earth Day, milioni di persone si si sono impegnate per pulire il nostro pianeta. Ma, come River Phoenix ci fa notare, ogni giorno dovrebbe essere l’earth day per salvare la terra.

Heavens mourn above us until dawn

Weeping see her tears as rain they fall

Winds whip through canyons

Manifesting splintered wrath

Mother knows that we've betrayed her

Dealing with the aftermath.

Sailing ocean cross the sea

Floating vessel carries me

Once I'm there, what is it worth

If I'm betraying Mother?

Stormy weather abruptly

Changes my course suddenly

It's so unfair starting at birth

Still mistreating Mother Earth.

So you see my friends what we have done

Shadows linger overhead

Heavy like the fog in the valleys

Under heavy earth lay dead.

In a boxcar hides an orphan

Seeking shelter, nothing more

Gliding now tracks lay before him

Leading him to distant shore.



Queste sono le parole della canzone Betraying Mother. Quest'anno, il 1990, l'anno in cui mi sono lasciato alle spalle l'adolescenza, l'anno in cui ho capito una cosa importante: noi dobbiamo guarire il nostro pianeta se vogliamo sopravvivere. Siccome i miei genitori sono così legati alla natura e sappiamo che il Pianeta Terra è la nostra casa, sono sempre stato consapevole del fatto che abbiamo bisogno di prenderci cura della terra mentre vive, mentre respira, sostenendo, alimentando la nostra casa. Quando ero bambino, le altre minaccie come guerra nucleare, tutte le guerre sparse per tutto il pianeta, carestia, povertà, crimine, medicine, prigionieri politici ed una mancanza complessiva di compassione per ogni cosa vivente mi sembravano molto più gravi. E durante la crescita ognuno di noi ha anche i suoi problemi personali.Nei nostri anni da adolescente accadono molte cose. Passiamo dall'infanzia ad un periodo in cui gli ormoni prendono il sopravvento. Tutto sembra accadere velocemente ci sviluppiamo fisicamente e assumiamo molte più responsabilità a casa. Abbiamo a che fare con la scuola, e ci viene posta di continuo la pressante domanda "Cosa farai da grande?", cerchi di essere un buon esempio per gli altri fratelli, scegli il college ed un milione di altre cose nelle nostre menti che hanno veramente poco o nulla a che fare con la nostra relazione con Madre Terra e la nostra vera natura come esseri umani. Così crescendo, era un vero sollievo pensare che i nostri ufficiali eletti si sarebbero presi cura di tutti quei problemi riguardanti il pianeta, mentre noi ci concentravamo solo sulla crescita. Ora è ovvio che non solo nessuno si stava prendendo cura della nostra casa come noi credevamo, ma che queste persone, e ancora oggi lo fanno, perpetuavano la distruzione del pianeta.Ora guardando al mio futuro, sono stupito di come la terra stessa ci stà dimostrando in tanti modi che c'è stata un'ingiustizia fatta dalla stessa umanità. Le recenti inondazioni devastatrici, frane e cambiamenti di clima ci mostrano il dolore della terra e come il nostro ecosistema ha perso il suo equilibrio. A questo punto, noi non solo abbiamo inquinato la terra sulla quale viviamo, le acque che beviamo e in cui nuotiamo e l'aria che respiriamo, ma abbiamo alterato anche l'atmosfera stessa.Ora siamo in un'emergenza globale, e per questa ragione io sono molto grato all'Earth Day 1990, che spero mobiliterà un esercito cittadino massiccio e mondiale per riparare al disastro planetario.Ci sono soluzioni a questi problemi, ma la maggior parte di queste dipendono dallo sforzo degli esseri umani. Elencherò i problemi e ti chiedo di unirti a me e divenire una parte della soluzione.L'effetto serraI gas sono intrappolati nell'atmosfera che si comporta come il vetro di una serra che fa entrare la luce del sole, ma non permette ai raggi infrarossi di uscire. Perché le nostre foreste ed oceani non possono filtrare tutto il diossido di carbonio che immettiamo nell'atmosfera (combustibili, macchine), che viene intrappolato mettendo pressione sul pianeta. Dobbiamo usare meno energia, meno elettricità e dobbiamo ridurre l'uso di combustibile fossile (soprattutto carbone e petrolio). Dobbiamo diminuire l'uso di benzine, dobbiamo passare dall'uso di combustibili fossili all'uso di fonti di energia rinnovabili – come l'energia solare – che non contribuiscono al riscaldamento globale. Noi dobbiamo piantare più alberi perché sono i magazzini naturali di diossido di carbonio.Lo strato di ozonoLo strato di ozono si trova sette miglia su nell'atmosfera ed è un scudo dai raggi ultravioletti del sole. Questa membrana delicata è distrutta dai prodotti chimici che portano esalazioni fin lassù – principalmente il clorofluorocarbonio (CFCs) quello usato nei condizionatori di aria, frigoriferi Styrofoam (come i cartoni dei fast food) e solventi industriali. Questi CFCs mangiano l'ozono e contribuiscono all'effetto serra. Dobbiamo lavorare per leggi che proibiscano l'uso dell'CFCs. Quella è la chiave. Non possiamo aspettare che sia qualcun altro a farlo – tu cambi il mondo cambiando te stesso.Distruzione delle foreste pluvialiQuarantanove milioni d'acri di foresta pluviale sono distrutti o sono degradati ogni anno. Sarebbe l'equivalente di un campo di calcio e mezzo ogni secondo. Queste foreste sono fonti vitali di ossigeno: moderano il nostro clima, prevengono inondazioni, e sono la nostra migliore difesa contro l'erosione del suolo. Le foreste riciclano e purificano la nostra acqua. Un quarto di tutti i medicinali prescritti negli Stati Uniti è prodotto da materie prime trovate in queste foreste. Sono la casa di milioni di piante ed animali. La bellezza ed inspirazione di queste foreste sono importanti per milioni di persone. La distruzione delle foreste pluviali contribuisce all'effetto serra perché non c'è nessun modo di ripiantare questi gioielli di natura abbastanza velocemente per riparare all'ammontare esorbitante di diossido di carbonio che rilasciano nell'atmosfera quando le stesse foreste vengono bruciate.Contribuisce alla distruzione delle foreste pluviali l'importazione annuale nel nostro paese di milioni di libbre di carne dall'America Centrale. Questi paesi stanno bruciando le loro foreste per creare pascoli per il bestiame bovino e hanno reso le loro foreste pluviali inapprezzabili. Noi dobbiamo opporci all'uso di questa carne (specialmente usata nei fast food); dobbiamo chiedere di fermare la distruzione delle nostre foreste. Una ragione che ha spinto i nostri vicini di casa dell'America Centrale e meridionale a partecipare a questa distruzione sono i debiti tremendi che hanno con molti paesi in tuto il mondo. Esportando carne si procurano i soldi per pagare questi debiti. Io dico che dobbiamo trovare un modo per aiutare queste popolazioni a pagare questi debiti.È una tragedia che mille piante e specie animali scompaiano ogni anno a causa della distruzione delle foreste pluviali tropicali – e che le tribù natie di queste foreste vengano cacciate da questi luoghi. Scomparendo queste foreste, molti dei nostri uccelli migratori stanno perdendo anche le loro case dove svernare. Stanno morendo, e questo è dannoso perché controllano la popolazione di insetti – ed è tragico perché il mondo perderà la loro bellezza.ImmondiziaLa nostra società crea ogni giorno un mucchio d'immondizia. Dobbiamo perfezionare il programma di riciclaggio nelle nostre case, scuole e comunità. Tu puoi cominciare riciclando l'alluminio, il vetro, i giornali, il cartone, e la carta. Parla con i tuoi insegnanti e contatta i tuoi organi statali per scoprire come puoi agire. Compra prodotti confezionati in contenitori riciclabili. Sii persistente. Sii entusiasta. Sii determinato.Prodotti chimici, tossine e pesticidi Ci stiamo letteralmente avvelenando a causa degli insetticidi spruzzati sulle nostre produzioni; i fattori chimici vengono scaricati sui nostri terreni coltivati per nutrire il suolo; ormoni, eccitanti di crescita, sedativi, ed antibiotici alimentano animali e, chiaramente, le sostanze inquinanti fuoriescono nell'aria.Gli insetticidi non colpiscono solo la creatura che li ingerisce. Si accumulano nei tessuti animali e poi, dato che un organismo è mangiato da un altro, integrano concentrazioni di materiali chimici sempre più alte. Questo vuole dire che un verme che vive nel suolo immagazzinerà insetticidi nei suoi tessuti. Poi un uccello mangerà il verme ed ingerirà l'insetticida mangiato dal verme – considera le migliaia di altri vermi che ingerisce nella sua vita. Su ciascun anello della catena alimentare, la concentrazione di elementi tossici è aumentata paurosamente. Lo stesso vale per vacche o polli o maiali. Gli animali cresciuti nelle fattorie hanno grosse concentrazioni di tossine chimiche perché vengono nutriti con grandi quantità di pesce (carne di pesce che vive in acque inquinate); ed i loro alimenti vegetali vengono cresciuti su terra spruzzata con insetticidi; e loro sono nutriti con questi alimenti per essere mantenuti sani, vivendo in condizioni sporche ed innaturali in questi fattorie. I giorni in cui si vedeva il bestiame che pascolava nei prati verdi sono finiti.Questi veleni sono trattenuti nel grasso degli animali. Gli animali sono divenuti i corrieri più forniti di tossine mortali. Tu siedi alla cima della catena alimentare, ed ogni qualvolta mangi qualsiasi cosa che viene da natura, stai ingerendo queste tossine.Le soluzioni a questi problemi impiegheranno tempo per attuarsi completamente, ma verranno portate a termine. Io ho imparato che se non puoi portare a termine insieme a tutti questa cosa chiamata la pace, fai almeno la tua parte nella tua vita, perché è lì che puoi cambiare davvero le cose. Mi piacerebbe fermare tutte le guerre mondiali, ma per una persona sola è impossibile. Ma io posso fermare tutte le guerre della mia vita. Posso partire da me, migliorando le mie relazioni con gli altri. Mi piacerebbe eliminare la fame dal mondo e la carestia, ma un uomo solo non lo può fare. Ciò che posso fare è usare il mio tempo, energia, e soldi aiutando i poveri. Ed anche se io non posso fermare ogni crudeltà fatta alle creature viventi, posso essere più gentile con ognuna di loro.La pace comincia con te. Adesso. Noi dobbiamo accendere la lampada della nostra coscienza così che non metteremo mai in dubbio i nostri ideali e la voglia di fare. Perché se il percorso lungo la strada che ci siamo prefissati è coperto di spine, egoismo, crudeltà e avidità, stai sicuro che il risultato ci condurrà a dove siamo noi oggi... Vicini alla fine, se non facciamo rapidamente qualche cosa.Così, ho messo in discussione tutto con la luce della coscienza per vedere se la strada che ho preso mi avrebbe portato alla pace. Nella mia vita ho deciso:
 di non mangiare carne o prodotti di animali o usare le loro pelli per il mio abbigliamento, scarpe o decorazioni. C'è così tanta crudeltà el consumo animale che se io posso fermare il loro dolore boicottando i loro prodotti, immediatamente lo farò.
 di riciclare. Anche cambiare le mie abitudini di tutti i giorni. Io tento di usare poche cose e riciclarle ogni volta che posso. di parlare chiaro e far sentire la mia voce allo Stato, divenendo politicamente attivo, facendo pressioni a Washington e partecipando a manifestazioni pacifiche ed istruttive.
 di utilizzare sempre meno quei prodotti che fanno male alla terra. Nella nostra famiglia, non siamo mai stati dei grandi celebratori di feste, ma quest'anno mia madre ha chiesto per la prima volta di fare qualcosa per la Festa della Mamma. Vuole che l'aiutiamo ad attirare l'attenzione di tutti su questo giorno che dovrebbe essere dedicato alla madre di tutti noi – Madre Terra. Se verranno fatti regali, saranno fatti per la Terra. Potremmo piantare alberi, potremmo fare donazioni a gruppi ambientali, o potremmo donare altri regali per promuovere la comprensione sulla condizione del pianeta. Questo lo renderebbe un giorno che vale la pena d'esser festeggiato.Con l'aiuto di tutti di voi, attendo con ansia quel giorno in cui la nostra generazione lavorerà insieme per creare un ambiente felice, sano, pulito ed affettuoso.


River Phoenix

tratto da Seventeen, Aprile 1990

venerdì 20 aprile 2007

Quiquiri' is out!!!!

E' disponibile l'Edizione cartacea del Quiquiri' di Aprile, che è stato distribuito Domenica 22 aprile.
Clicca qui per scaricarla



Godetene e fatene godere



Redazione Quiquiri'

mercoledì 11 aprile 2007

Febbre

È una febbre che sale, piano.
Lentamente prende controllo del mio corpo esausto, e mi toglie il fiato.
Svuotato di senso, senza identità, continuo a girare in tondo, ed il solco che lascio sui miei passi mi separa da voi come una porta che si chiude, per non aprirsi mai più.
È questa la mia canzone, scritta con parole di nulla su buste bianche…….e non voglio sentire, non voglio vedere. Mai più.
E non mi appartenete, non più, ed è come non avervi mai avuto.
Sono un brivido che vaga randagio, mi fermo sui sorrisi congelati dalla muta vergogna, e ricomincio a viaggiare,
Sono una schiena perpetua, e ovunque mi vedrete vi volgerò le spalle.
Mi allontano verso un orizzonte di carta, finto, marcio, come una mano di lacca traslucida, sul cielo che ci sovrasta.
Le nuvole sono bolle d’aria, che trasportano i miei sogni lontano da tutto.
Sono morto e parlo con i morti, e la mia è una lingua morta, persa nel tempo…come un giardino invaso dall’erbacce, un tempio in rovina, un film che hai dimenticato, una canzone che non hai mai ascoltato.
E svanisco nell’aria, mi stringo ai muri, e sembra che questa realtà mi stia fagocitando.
Solo un altro mattone, un altro pezzo della città, come in un folle presepe, senza altro scopo se non occupare uno spazio vuoto.
Mentre loro riprendono dall’alto…………………

Kai