[...] Mi piace evocare alla rinfusa suggestioni per gli
amministratori e gli abitanti. Terra e cultura più che cemento e uffici.
Prodotti tipici da consumare non solo nelle sagre. Canti e teatro al posto
delle betoniere. Svuotare le coste e riportare le persone sulle montagne.
Sistemare le strade provinciali, togliere le buche, restaurare i paesaggi, le pozze
d’acqua per gli ovini, ripulire i fiumi, i torrenti. Ora al sud si fanno buoni
vini, ma il pane potrebbe essere migliore. E così pure il latte.
Imparare a
fare il formaggio. Dare ai giovani le terre demaniali. Coltivare un pezzo di
terra. Essere scrupolosi, ma farsi tentare dalla fantasia, dall'impensato.
Distendersi ogni tanto con la pancia per terra. Avere cura che i propri figli
imparino a cucinare e a fare lavori manuali. Adottare un luogo e prendersene
cura. Passare ogni giorno un po’ di tempo vicino a un animale.
Ogni paese deve
avere un piano regolatore del suo paesaggio.
Un piano dove siano previste zone
inoperose, in cui non solo non si fabbricano case, ma non si fa neppure
agricoltura. Zone dove non si taglia neppure la legna. Un piccolo cuore
selvatico per ogni paese. Nei piccoli paesi dovrebbero essere esentati dalla
tassa sulla casa le persone che abitano nel centro antico. Stare all'aria
aperta almeno due ore al giorno. Ascoltare gli anziani, lasciare che parlino
della loro vita. Ogni paese deve avere un piccolo teatro e una sala per
suonare. Le scuole devono essere aperte la mattina per i ragazzi e la sera per
gli adulti. Riattivare la vita comunitaria. Oltre al museo della civiltà
contadina ci devono essere dei luoghi in cui i ragazzi possano apprendere
vecchi mestieri: fare un cesto, una sciarpa, potare un albero. Viaggiare nei
dintorni. Tenersi la testa tra le mani ogni tanto. Incontrare delle persone che
sappiano sverniciare la nostra modernità incivile. Costruirsi delle piccole
preghiere personali e usarle. Esprimere almeno una volta al giorno ammirazione
per qualcuno. Svegliarsi ogni tanto alle tre di notte. Uscire all’alba almeno
una volta al mese. Comprare il formaggio da chi lo fa, fare la spesa nei
piccoli negozi. Riportare gli animali nei paesi. Un paese in cui non ci sia un
uovo fresco non ha senso. Mettere una libreria comunale in cui si vendono i
libri a prezzo ridotto. Stabilire che in ogni consiglio comunale ci debba
essere come primo punto all’ordine del giorno un’iniziativa culturale.
Riportare le feste patronali alle antiche tradizioni. Dire quello che vediamo
assai più di quello che pensiamo. Regalare almeno un libro la settimana, magari
dopo averlo letto.
Mettere una tassa di trentamila euro l’anno per ogni pala eolica e usare questa
cifra per servizi agli anziani. Stabilire gemellaggi tra i paesi interni e
quelli della costa. Dimezzare il costo del gas e del gasolio da riscaldamento
nei paesi più freddi. Dare incentivi a chi abbatte edifici incongrui o a chi
restaura la propria casa rendendola più adatta al contesto. Obbligare ogni
paese ad avere un’isola pedonale in funzione tutto l’anno. Dare attenzione a chi cade e aiutarlo a rialzarsi, chiunque sia. Leggere poesie
ad alta voce. Far cantare chi ama cantare. Abituare i cittadini a un uso
limitato della macchina. Diminuire l’uso della plastica e degli imballaggi.
Fare una vera raccolta differenziata e stimolare azioni locali di recupero e
riciclaggio dei materiali. Stabilire che ogni amministrazione comunale faccia
per legge un’assemblea pubblica ogni sei mesi sulle scelte riguardanti la
comunità. Piantare alberi da frutta e obbligare gli acquedotti a mettere almeno
una fontana pubblica in ogni paese. Abituare i cittadini a fare un manifesto in
cui si annuncia la nascita di un bambino: perché annunciare la morte e non la
nascita? Il futuro dei luoghi sta nell'intreccio di azioni personali e civili.
Per evitare l’infiammazione della residenza e le chiusure localistiche occorre
abitarli con intimità e distanza. E questo vale per i cittadini e più ancora
per gli amministratori. Bisogna intrecciare in ogni scelta importante
competenze locali e contributi esterni. Intrecciare politica e poesia, economia
e cultura, scrupolo e utopia.[…]
*Pezzo
estrapolato da Geografia commossa dell’Italia
interna, di F. Arminio, edito da B. Mondadori 2013.