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giovedì 3 aprile 2014

La Madonna rubata che salvava dal degrado



E' di questo pomeriggio una notizia sconcertante, apparsa su un noto sito di informazione casertano: una statuetta della "Madonna dei Raggi" è stata rubata a Mondragone, zona mare, viale Europa precisamente. Ma non è tutto. La Madonna era stata collocata da alcuni cittadini con uno scopo ben preciso e che sarebbe interessante approfondire anche dal punto di vista antropologico. Quale?
E' di questo pomeriggio una notizia sconcertante, apparsa su un noto sito di informazione casertano: una statuetta della "Madonna dei Raggi" è stata rubata a Mondragone, zona mare, viale Europa precisamente. Ma non è tutto. La Madonna era stata collocata da alcuni cittadini con uno scopo ben preciso e che sarebbe interessante approfondire anche dal punto di vista antropologico. Quale?



Ebbene, per dissuadere i barbari ad abbandonarvi sacchi di spazzatura che degradavano quel luogo, un gruppo di persone aveva pensato bene di collocarvi una madonnina, in modo tale da provare a scoraggiare gli sversamenti. E l'idea ha funzionato. La strada in questione, da qualche mese, aveva ritrovato grazie alla statuetta un certo decoro, per la gioia dei residenti, le maestre ed i bambini che frequentano un asilo materno. Fino a ieri, ed ora?

A quanto i residenti, fautori dell'iniziativa, non intendono mollare.

In effetti, l'ingegnosità di questa trovata è senz'altro da riconoscere. Pensate solo un momento: la gente che fino al giorno prima era mal abituata a lasciare tranquillamente il suo sacco d'immondizia, di fronte alla madonnina hanno cominciato ad esitare, quindi cambiato idea. Perchè? Proprio questo sarebbe interessante scoprire, ossia che cosa ha operato una statuetta nelle menti per indurle ad invertire l'idea di partenza. Certo, qualcuno ora risponderà che sarà andato a buttarlo altrove il sacchetto ed aggiungo non possiamo mica pensare di collocare santi e madonne dappertutto. 

E voi cosa ne pensate? Qual'è la vostra idea che suggerireste per dissuadere i barbari ad abbandonare rifiuti, nelle piazze, strade e campagne?







venerdì 28 marzo 2014

IL BEL PAESE DEI BUROCRATI


In italia c'è un mostro che lavora in silenzio ed indisturbato per complicare la vita dei cittadini. Questo è la burocrazia ai vertici della quale ci sono amici e parenti dei politici. Pecularietà principale del burocrate è l'irresponsabilità dei propri atti pertanto si può permettere qualunque errore o abuso senza pagare. Esempio molto chiaro di quanto scritto sopra è la vicenda tares a Carinola. Tutto è stato sistemato con un manifesto dell'""amministrazione comunale"" che annuncia che gli errori saranno corretti.Nessun responsabile, nessuno che rimborsi almeno il costo della carta e delle spese postali. Oltre questa penosa vicenda attualmente un altro provvedimento burocratico tormenta i cittadini carinolesi. Dal 2010 qualche grande esperto governativo ha fatto approvare un dlgs, precisamente il n.205/2010 che vieta la bruciatura delle sterpaglie e dei residui della potatura. Il decreto all'art 13 assimila i rami di olivo , di vite, di pesco ecc. ai normali rifiuti e come tali devono esser trattati.Il provvedimento non dà indicazioni di come smaltire questi ""rifiuti"" nè disposizioni ai sindaci di attrezzarsi per raccoglierli.Ha creato il problema ed i cittadini devono arrangiarsi per risolverlo, ognuno con la propria inventiva. Chi riesce a triturali con un trattore è a metà dell'opera ma chi ha i terreni in collina deve inventare altri metodi. I più usati sono quelli di accatastarli in una parte dl terreno o lasciarli direttamente al suolo come nel caso di sfoltimento dei boschi. Questo probabilmente provocherà incendi in estate. Altri li buttano nei canaloni e facilmente contribuiranno a fermare le acque con possibilità di qualche inondazione in inverno. Al burocrate questi problemi non interessano, lui non è mai stato in campagna nè conosce una pratica agricola e delle difficoltà che ha creato, nè gli interessano. Ai probabili incendi e inondazioni bisogna aggiungere le malattie fitosanitarie che si propagheranno per la mancata bruciatura dei rami infetti. Pagherà il burocrate nel caso si verifcassero queste disgrazie? Certamente no, lui vive nel bel paese.Come al solito pagheranno i cittadini sudditi con nuove tasse e disagi, per loro è sempre più un bruttissimo paese.


Coltivatore carinolese

venerdì 25 ottobre 2013

E' ora di lavorare

Finite le feste per il venticinquesimo anniversario di ordinazione sacerdotale di don Carlo è ora di iniziare i lavori in chiesa. Dopo un mese di preparativi e quindici giorni di eventi si è conclusa la festa per don Carlo. Le manifestazioni di affetto e stima sono state di tutti sia dei collaboratori che dei cittadini indistintamente. La partecipazione di tutta la parrocchia dimostra che quando si opera bene si raccolgono anche i frutti. Chiuso il piacevole periodo di festa è ora di interessarsi della chiesa intesa come edificio. Il complesso monumentale a causa dell'età mostra qualche ruga che deve essere curata. 

Alcune colonne portanti hanno delle crepe vistose e preoccupanti e l'umidità ha iniziato a passare il limite di guardia. Grazie all'interessamento di don Carlo che ha procurato un pò di fondi della CEI si cercherà di ovviare agli inconvenienti. Tra qualche giorno la chiesa sarà chiusa al culto e inizieranno i lavori. Tra i vari lavori da eseguire manca uno altrettanto importante oltre il consolidamento dell' edificio. 

All'ingresso della chiesa fanno bella mostra due tubi di eternit (Amianto) messi là tanti anni fa per sostenere la copertura creata per proteggere il portone dalle intemperie. Tra i tanti ecologisti che vivono a Casanova piena,  di fate turchine e grilli parlanti oltre ad un partito a forte spirito ecologista presente nel consiglio comunale,  nessuno ha notato il pericolo . Eppure ci sono passati vicino tante volte. Tanti ecologisti , tanti tecnici, nessuno dei quali ha notato il pericolo che è reale perché tante persone vi sostano e alcuni vi si appoggiano pure. Oltretutto uno dei tubi è lesionato aumentando il pericolo. Se non si avranno i fondi a disposizione per rimuovere i due tubi di eternit si spera che almeno vengano ricoperti con uno spesso strato di cemento. Si spera che i tecnici attuali siano più attenti di quelli che diressero i lavori del dopo terremoto ed eliminino il problema senza spendere come al solito somme enormi. 


Fata celeste




sabato 28 settembre 2013

Ricordi sporchi d'estate


Negli anni '90 l'estate ci faceva cosi' bene che dimenticavamo di mangiare. L'estate era piena di gente, si correva fra grida e pianti, per tuffarci nel rumore azzurro delle onde. L'estate non finiva piu'. Ecco, ricordo la prima volta che vidi tanta immondizia. Uno del gruppo aveva trovato un "ponte" che portava a Carinola. Organizzammo una spedizione e facemmo rifornimento passando nei campi di frutta. Per la strada che conduce al Convento, vedemmo una grande ammucchiata di sacchi. Restammo li' impalati, qualcuno forse disse qualcosa.
Chissà che passo' nella nostra testa mentre ci tuffavamo in una pesca colta di corsa. 



Qualche anno dopo la musica ci faceva cosi' bene che dimenticavamo di dormire, di tornare a casa. D'estate c'era comunque gente, ma non la vedevamo. Un basso, zaini invicta e le musicassette ci portavano lontano. Un giorno, in una stanza, fondammo un giornale e parlammo nei bar e nelle cucine d'immondizia abbandonata.
Chissà cosa passava nella testa della gente che leggeva la domenica, parole in bianco e nero, sul loro paese. 

Verso la fine dei favolosi anni '90 funzionavano una meraviglia il Ce4 e l'Eco4 al punto che c'era gente che non dormiva la notte per fotterci, anche se non era estate.

Avrei ancora tanti ricordi, forse troppi, ma avevo bisogno di risalire a quelli  piu' lontani.

L'estate è passata da qualche giorno, ma per tutte le stagioni c'è gente che va in giro e nasconde immondizia nelle campagne per sporcare anche i ricordi di quelli che verranno. 

















sabato 13 luglio 2013

PUC arma di distrazione di massa



         
    La storia infinita del piano urbanistico comunale di Carinola continua trascinandosi ormai da un ventennio. La stesura del nuovo piano regolatore, come si definiva allora, fu affidata ai tecnici dal compianto sindaco Matano. Lui era convinto di portarlo in consiglio per l'approvazione nel giro di pochi mesi: sono passati quasi venti anni ma non si arriva ad una proposta definitiva. 

            Intanto si sono fatte sull'argomento varie campagne elettorali, particolarmente le ultime. L'attuale sindaco promise in campagna elettorale di approvarlo entro Natale: ci fu una piccola dimenticanza nel non dire il Natale di quale anno e pertanto è ancora in discussione. Per oltre due anni è stato tenuto nei cassetti senza nemmeno guardarlo, poi all'improvviso ha conquistato la scena politica. Questo risveglio improvviso ha qualcosa di sospetto visto che in questi mesi l'amministrazione comunale sta portando a termine operazioni politicamente discutibili in tema di assunzione di personale. Il sindaco forestiero ha assunto il tecnico comunale suo compeasano, ha assunto il comandante dei vigili del paese dove il suo sponsor politico prende molti voti oltre alle tante consulenze ed incarichi legali "pesanti" dati fuori dai confini di Carinola. 
      
        Tutto questo tra feste di benvenuto con le congratulazioni e la documentazione di qualche avvocato locale specializzato in incidenti stradali passato da qualche anno al giornalismo.

         L' imminente assunzione di nuovi vigili, visti questi precedenti,  fa pensare che è pronto ad assumere anche vigili non di Carinola. In voti rendono molto di più. I posti dati agli stranieri infatti in termini di voti rendono molto di più che se dati ai locali. E' risaputo che se si prendono i locali ne accontenti uno ma ne scontenti cento. 

           Per evitare polemiche aspre e che qualche gattino apra gli occhi all'improvviso è scoppiato il caso sito di compostaggio. Questa discussione molto accesa sull'argomento anche se utile sembra innescata apposta per distrarre i cittadini. Un comune che ha il record mondiale di mancanza di posti di lavoro è assurdo che assuma persone estranee al territorio, oltreteutto sono pagate con le tasse dei carinolesi. 
          
           Sicuramente questo non accade nei comuni limitrofi dove un sindaco che tentasse qualcosa di simile in serata si troverebbe licenziato. Qui non se ne discute e si fa in modo che ci si distragga con altri argomenti. Tutti dovrebbero sapere che con la legge pensionistica attuale quando si occupa un posto lo si tiene fino alla morte perciò è una occasione unica. Assumere personale residente vuol dire anche far restare soldi nel comune che aiuterebbero un' economia locale tanto disastrata. 
Queste riflessioni al sindaco e co. non interessano, loro devono seguire le direttive che arrivano dall'alto per restare a vita sul comune. Non si comprende come i cittadini comuni con problemi occupazionali gravi accettino supinamente queste azioni al dir poco scandalose. Forse non li si fa riflettere su questi argomenti inducendoli a pensare ad altro

          Ogni mezzo per distogliere l'opinione pubblica da queste tematiche è buono. Quello del PUC è il migliore anche se non lo si approverà mai per non privarsi di una importante arma di distrazione delle masse popolari.

L'osservatore carinolese



sabato 13 aprile 2013

Amministrare meglio per vivere meglio


Questo dovrebbe essere il manifesto dell'amministrazione ovvio quanto il "differenziare meglio per vivere meglio". Questo il titolo dei numerosi manifesti affissi nelle bacheche comunali che avvisano i cittadini che saranno tenuti dei sit in nelle piazze per informarli sulla raccolta differenziata.


Una di queste manifestazioni  con tanto di gazebo e volantinaggio si terrà domenica a Casanova in piazza Magg. De Rosa. Ogni iniziativa è degna di plauso ed anche questa se chi la porta avanti è una amministrazione normale. E' da criticare se fatta dall'amministrazione di Carinola che lamenta sempre mancanza di fondi per le necessità più urgenti. Qualcuno dovrebbe far notare al sindaco che le frazioni del comune non sono tutte uguali come cultura e senso civico. Senza voler fare dell'inutile razzismo si può affermare che Casanova è stata sempre all'avanguardia nel rispettare le norme dettate dal  comune. Quando è stata istituita la differenziata la prima volta a Casanova è andata a regime dopo pochissimi giorni in quanto attuata fedelmente da tutti anche se non tanto da parte della ditta appaltatrice. Se si fosse tenuto conto dell'esperienza passata si sarebbe considerata la spesa per la manifestazione alquanto inutile per la frazione Casanova. I fondi stanziati per la divulgazione potevano essere impegnati per comprare i sacchetti colorati previsti dalla nuova regolamentazione e distribuirli ai cittadini come si faceva all'inizio. Con questo semplice atto ci si rende simili a tutti i comuni italiani che distribuiscono i sacchetti per la differenziati compresi nel  costo della bolletta della Tarsu.  Un buona amministrazione organizzerebbe la distribuzione dei sacchetti ed il controllo della raccolta e delle zone comunali interessate dal fenomeno del sacchetto selvaggio. Oltre questa semplicissima azione si dedicherebbe alla manutenzione delle strade delle fognature e dell'acquedotto funzioni amministrative semplicissime che un qualunque discreto amministratore dovrebbe saper fare. Trovare i fondi necessari sta nella razionalizzazione della spesa come in questo semplicissimo caso. Per gli altri lavori basterebbe " razionalizzare" i compensi per le spese legali, per i consulenti o per gli addetti al piano e si avrebbero nella disponibilità tantissimi fondi da destinare alle piccole ma indispensabili esigenze della vita del comune. 
Tornando alla manifestazione di domenica il sindaco potrebbe annullarla e destinare la somma nell'acquisto di sacchetti e volantini che potrebbero distribuire qualcuno degli operai licenziati permettendo loro un piccolo guadagno. Troppo tardi per attuare la proposta? Sarà per la prossima trovata pubblicitaria sperando che chi amministra provi a farlo sempre meglio per far vivere meglio gli amministrati.

Cittadino casanovese

mercoledì 13 marzo 2013

La strada della vergogna


Senza dubbio la strada più importante di Casanova dal punto di vista storico religioso è quella della Grangelsa. Storico perchè inizia in una delle parti più antiche di Casanova e collega il paese con il sito dove quasi certamente è stato edificato il primo edificio di culto della zona. 

Oltre all'importanza proveniente dai secoli c'è quella più recente in quanto collega Casanova al santuario della Madonna della Grangelsa venerata da tutti i casanovesi residenti in loco e fuori. Molto conosciuta e seguita anche dagli abitanti dei paesi vicini è la processione che ogni anno a Maggio accompagna la statua della Madonna dalla chiesa parocchiale di Casanova al santuario che si trova alla fine dela strada. Purtroppo nel novembre scorso un forte acquazzone provocò delle microfrane che causarono il riempimento dei canali di scolo. Quell'evento calamitoso rovinò anche leggermente il manto stradale in vari punti. Se si fosse intervenuti subito si sarebbe potuto ripristinare tutto con una spesa modesta. Invece non fu fatto nessun intervento neanche minimo come liberare il canale e mettere qualche secchio di ghiaia nelle buche della strada. Siccome non si è intervenuto l'acqua delle piogge di questo inverno particolarmente piovoso ha continuato a scorrere nella sede stradale continuando a erodere l'asfalto e ad allargare le buche. Ad aggravare la situazione qualche sera fa c'è stato un temporale più forte del solito che ha portato via il manto bituminoso in molte parti della strada. Inoltre le buche sono diventate crateri ed adesso per ripristinare lo stato di agibilità della strada ci vorrà una somma considerevole. 

Inutile aggiungere che la responsabilità è sicuramente dell'amministrazione comunale e del sindaco che sembra dare l'impressione di voler punire la frazione di Casanova per qualche colpa sconosciuta. Uno dei luoghi più cari ai Casanovesi ormai è diventato irrangiungibile anche a piedi. Si preferirebbe meglio che fosse una scelta politica quella di abbandonare Casanova che non quella che sia dovuta ad incapacità di questa amministrazione. Sicuramente il sindaco di Carinola è una persona onesta che non prende nemmeno lo stipendio come pure la sua giunta per tutte le ore che dedicano all'amministrazione ma non basta: bisogna anche saper amministrare. Questa amministrazione dà l'impressione di essere la più immobile tra le tante che ha avuto Carinola. I carinolesi che hanno questa impressione sarebbero sicuramente felici di scoprire che la loro sensazione negativa sia dovuta a mancanza di comunicazione. Quando un' amministrazione comunale non è capace di reperire pochi fondi per una emergenza che pertanto si trasforma in disastro dovrebbe trarne le decisioni conseguenziali. Ormai è giunta l'ora che questa amministrazione passi la mano per manifesta incapacità.

Cittadino casanovese










venerdì 7 dicembre 2012

Questioni di responsabilità

Non voglio alzare una discussione sulla prevenzione relativa ai disastri naturali e nemmeno individuare le responsabilità di coloro che avrebbero dovuto mettere in sicurezza il nostro territorio da tali improvvisi e devastanti avvenimenti. 
Voglio, invece, evidenziare come i nostri rappresentanti, i quali sono stati votati per gestire, superare le difficoltà che possono accadere nei nostri confini, si limitano a ordinare ai vigili urbani di porre semplicemente le transenne di plastica gialla nel luogo del disastro. Voglio parlare dello stato di abbandono e di  disinteresse in cui è stata lasciata la nostra “Fontana Vecchia”. Un simbolo della comunità casanovese e non solo che, ad oggi, è ancora invasa dal fango sceso giù dalla collina durante l’ultima notte di ottobre. Fango, detriti e scoli a cielo aperto questo è oggi la fontana vecchia. 
Messe le transenne sparito il Comune. La cosa più triste di questa situazione, a mio avviso, è la sordità dei nostri rappresentanti ed in particolare dell’assessore casanovese, nei confronti delle richieste dei residenti in merito ai tempi di recupero dell’area. Nessuno offre il minimo che dovrebbe offrire, ovvero: trasparenza. 
I disastri naturali capitano; ciò che non deve capitare è la lontananza verso quei cittadini che, credo, meritano almeno una presenza, una vicinanza, una risposta da chi ha una carica pubblica grazie ai voti del popolo. E’ triste vedere il degrado in un luogo simbolo della comunità casanovese, è deprimente vedere la strafottenza dei nostri rappresentanti. 
Il giovane assessore Di Spirito deve capire il significato del concetto di responsabilità morale che ha nei confronti del suo popolo e  particolarmente verso la frazione di Casanova,  in quanto è l’unico dell’apparato amministrativo che rappresenta il nostro paese. 
Di Spirito non ha abbandonato la sua natura infantile, nel senso negativo dell’accezione, e continua a giocare a fare l’assessore, dimettendosi quando non ha le competenze e le soluzioni ( vedi delega all’ecologia) e limitandosi a favorucci personalistici e di facciata trascurando le cose serie. L’assessore Di Spirito deve crescere e deve caricarsi dell’obbligo morale che i cittadini gli hanno regalato con il loro voto e non può limitarsi a fare il bullo con la sua macchina nera, scimmiottando modi e atteggiamenti di qui politici che oggi stanno distruggendo l’Italia tutta. 
Ritornando alla fontana vecchia, credo che sia un po’ pochino poggiare semplicemente delle transenne gialle e aspettare dal cielo un ripristino della zona ancora impraticabile, quasi come una palude. A questo punto,  chi di dovere dovrebbe almeno far finta di dare risposte sulle tempistiche o sulle metodologie da intraprendere per risolvere il degrado sotto gli occhi di tutti. Chi di dovere dovrebbe avere almeno l’educazione, nel momento in cui proprio non si comprende il concetto di responsabilità morale e di far finta di essere vicino a coloro che, vedendo tale situazione, si deprimono e si rattristano di tale abbandono. 
In attesa di una risposta posso solo augurare che qualcuno finisca di giocare all’assessore e , invece, provi a lavorare da assessore. 

inkiavikato  

giovedì 22 novembre 2012

Carinola munnezza story

Circa sessant’anni fa, subito dopo la guerra, Carinola non produceva monnezza. C’era una fame ancora talmente diffusa che si mangiavano persino le ossa, a discapito dei poveri cani che neanche quelle potevano avere. Questo per chi poteva permettersi un pollastrello nostrano, altrimenti erano i soliti fagioli o ceci cotti accanto al fuoco. Gli scarti delle verdure o qualsiasi altra cosa commestibile venivano gettati nell’orto, anticipando il moderno compostaggio. 
Della famigerata plastica non c’era neanche l’ombra. Gli alimenti si conservavano nella madia, in piatti di coccio, ma duravano ben poco perché quello che non si era finito a pranzo si finiva a cena e non c’era necessità di conservare a lungo gli alimenti deperibili. 
I recipienti di legno per lavare i panni erano già stati sostituiti da quelli di zinco pesante che potevano anche essere riparati in caso di rottura. D’altra parte, c’erano ancora i lavatoi pubblici e i ruscelli che servivano allo scopo.   
La carta era molto preziosa. L’unica carta che si vedeva in giro nelle case comuni erano i grossi fogli rossicci, in cui zi’ Filumena la bottegaia avvolgeva i lunghi ziti da spezzare e di cui si salvavano gli scarti per mischiarli poi con i fagioli, e  le buste di carta dello stesso colore, ri “cuoppi”. In essi veniva messo zucchero, sale, farina e pasta corta perché niente era imbustato, ma tutto si vendeva al minuto, “sfuso”.  Questa carta la si conservava con la massima cura per accendere il fuoco sotto le fornacelle  o sul focolare. 
I quaderni dei bambini erano piccoli e sottili, con una brutta copertina nera fascistoide. Quando mio padre mi portò due quaderni, uno a righi e l’altro a quadretti, mi disse di non strappare pagine perché i quaderni non si trovavano facilmente. Li guardai, li girai tra le mani e chiesi a mio padre: “anche loro sono a lutto?”, perché tutte le donne del paese vestivano di nero per la morte di qualche familiare, e quel lutto se lo portavano avanti tutta la vita.
Paradossalmente, quando Carinola non produceva monnezza, ogni frazione aveva il suo “scopapiazza” personale  che girava per il paese col suo carrettino spinto a mano e le ramazze. E che cosa ramazzava? Può sembrare strano, ma ramazzava gli escrementi di tutta la popolazione animale che abitava in ogni paese: pecore, capre, cavalli, asini, maiali. Il nostro zi’ Pasqualino ru scopapiazza ramazzava gli escrementi e li andava a depositare per la strada di San Francesco, dove ne faceva un bel mucchio. Poi li vendeva a secchi a chi aveva bisogno di concimare l’orto. Ma i furbi ci sono sempre stati e non volevano pagare quel prezioso concime organico: allora si alzavano presto la mattina, prima che arrivasse zi Pasqualino,  e ramazzavano tutti gli escrementi lungo la strada. Se li ammonticchiava sotto il portone, così non aveva bisogno di andarseli a comprare. In questa gara di velocità tra zi’ Pasqualino lo scopapiazza e i furbi, le strade erano sempre pulite.
Il boom economico italiano degli anni sessanta fu l’inizio del disastro ecologico. La plastica cominciò ad invadere le case e sempre più le invase perché tutto divenne di plastica.  Anche i tradizionali, poetici vasi da notte di metallo smaltato di bianco divennero di plastica.  
Cominciò a vedersi qualche televisione in più, qualche frigorifero e qualche lavatrice che alleggeriva i lavori delle donne, ma si cominciarono anche a vedere i primi contenitore di sapone che però erano di cartone pressato e potevano essere bruciati nel forno. Ma l’industria della plastica andava forte e dava lavoro… 
Per raccogliere i nuovo rifiuti non bastava più lo scopapiazza  e ci si organizzò con una raccolta più efficace. 
Negli anni 70/80 tutta la monnezza carinolese veniva smaltita a Carabottoli e coperta di terra. Se si scava in quel terreno, si troveranno molti reperti archeologici della monnezza carinolese di quegli anni. 
Con la trasformazione  della società da agricola a capitalistica, la monnezza aumentò in maniera esponenziale e fece la gioia delle organizzazioni criminali che videro in essa il nuovo oro. Nacquero le varie aziende di raccolta rifiuti gestite dalla camorra che cercavano appalti nei vari comuni. C’era sempre il politico compiacente che, in cambio di favori, dava l’appalto e la camorra si appropriò dell’affare monnezza. 
E così negli anni 90/2000 ci siamo trovati in mano alla ECO4 che smaltiva i nostri rifiuti. Ma smaltire i rifiuti non significava RICICLO, RECUPERO E RIUTILIZZO. Significava solo depositarli in qualche buco, perché così fa la camorra: prende soldi ma non li spende per offrire buoni servizi. 
A furia di depositarli di qua e di là, senza una politica di recupero, ci siamo trovati, in Campania, con tutti i buchi intasati. Solo la bocca del Vesuvio era ancora libera! 
E nel 2007 scoppiò il caso monnezza che non si sapeva più dove mettere. I vari commissari straordinari, Pansa e Catenacci, avrebbero voluto che la mettessimo sotto il letto pur di uscirsene da quelle botte ma, chiaramente, ci siamo rifiutati di farlo!
Bene o male la crisi passò e siamo arrivati, infine, alla raccolta differenziata, sempre in mano alla ECO4 che tutto faceva tranne che differenziare sul serio. In cambio mungeva molto bene la vacca grassa carinolese che, poco alla volta, si rinsecchì. E non era la sola. Anche molti impiegati comunali la mungono, tramite il grado di capo-settore dato dalla convenienza politica e non per necessità o per merito. E i nostri soldi, invece di essere usati per offrire servizi ai cittadini, vanno ad impinguare le loro tasche!
Infine siamo riusciti a estromettere l’ ECO4 e a fare la raccolta porta a porta con la ESOGEST, che non sarebbe male, ma ogni tanto si ferma per sciopero. Perché si ferma? Perché ormai la vacca grassa carinolese, a furia di allattare voracissime bocche, è diventata talmente magra che non ci stanno più neanche le ossa. E i poveri operatori ecologici, che non ricevono uno straccio di stipendio da mesi, incrociano le braccia e aspettano che il sindaco faccia loro l’elemosina di ciò che gli spetta di diritto. E così siamo alle solite! Paesi sporchi e pieni di monnezza! A chi va a protestare, la canzone è sempre la stessa: NON CI STANNO SOLDI!
Questa è la storia della nostra monnezza per quel che io riesco a ricordare. Se qualcuno ricorda meglio o sa ciò che io non so, può intervenire nei commenti e avremo un quadro più completo della nostra monnezza story.

Patatemittecelemanitu!


domenica 4 novembre 2012

Bugiardi come sempre

Foto "rubata" alla pagina fb di Marian Pricopie
“In alcuni casi, infatti, il recapito finale di alcuni alvei naturali coincide e/o si interseca direttamente con la sede viaria, divenendo di fatto veri e propri alvei strada. 
L’UTC fa rilevare e sottolinea che tale situazione si è consolidata negli ultimi cinquecento anni e non dipende da questa Amministrazione né dalle ultime”
. (clicca qui per leggere il documento )

Queste sono alcune delle frasi che si possono leggere nel documento sottoscritto dai geologi della protezione civile regionale, dall’arch. Claudio Fiorillo, responsabile UTC del Comune di Carinola, settore Lavori Pubblici, dal luogotenente dei vigili urbani Nicola Di Biasio e dal  maresciallo Flavio Fiorillo (tutti titolati questi nostri vigili, mica fessi qualsiasi!). Quello che mi fa veramente ridere in una perizia tecnica che dovrebbe essere molto seria, soprattutto dopo un caso di emergenza come quello che abbiamo avuto, è quella seconda frase: L’UTC fa rilevare e sottolinea che tale situazione si è consolidata negli ultimi cinquecento anni e non dipende da questa Amministrazione né dalle ultime. Traduco: non abbiamo colpa noi se è successo quel che è successo; prendetevela con qualcun altro!
E siccome non possiamo andare a prendercela con chi non c’è più da qualche secolo, la cosa finisce qui.

Pensano loro!

Questa giustificazione puerile, infantile, di chi ha paura di essere sorpreso con le mani nel barattolo delle caramelle, fa ancora più rabbia. E’ una delle bugie più eclatanti che siano mai state dette!
Lo scempio ambientale e idrogeologico più disastroso è stato compiuto dagli anni 70 inoltrati in avanti e di questo ne sono più che sicuro.  Spiego subito il perché. 

Quando sono partito per lavoro nel 1974 per altre destinazioni, tutto era ancora in sintonia con la natura. Il ponte della Grangelsa era intatto nella sua immensa arcata, il ruscello scorreva tranquillo nel suo alveo e,  attraversando un sentiero sterrato che ora è diventato Via del Popolo,  si immetteva sotto l’altro ponte, passando accanto all’edicola di S. Lucia. Il lavatoio era ancora là e usato dalle donne e il canale che scendeva dalla Grangelsa era ancora abbastanza ampio e non intubato. Quando dopo qualche anno (pochi) sono ritornato, tutto era stato stravolto: il lavatoio era scomparso (sigh!), il ruscello non scorreva più all’aperto, ma in un alveo sotterraneo, il ponte era stato sigillato come una tomba, il canale declassato a fosso. Fontana vecchia, con il suo terreno battuto pieno di felci bellissime, di rane gracidanti, di sassi levigati era sparita per sempre. Al suo posto un masso di cemento grigio e orrido. A chi chiedevo perché avessero fatti quei lavori così orrendi, rispondeva “per risanare il luogo”. Da che cosa?.... Non ho mai capito questa concezione di “risanamento”, quel distruggere tutto ciò che è naturalmente bello per dare il posto al bruttissimo e informe cemento. C’era sicuramente un modo migliore di risanare, rispettando l’ambiente naturale, valorizzandolo, ma evidentemente c’era qualcuno da accontentare, un appalto da dare. 

Le amministrazioni successive non sono state da meno: nessuna ha riparato i mali delle precedenti amministrazioni, dimostrando così un’attenzione particolare per l’ambiente e la natura, ma tutte hanno peggiorato la situazione, risolvendo qualsiasi cosa con il cemento. Restringendo, rimpicciolendo, ricoprendo, facendo sparire. Forse qualche amministrazione ci ha provato a fare qualcosa di buono, ma voracissimi oppositori non gli hanno lasciato fare un bel niente.
E ora come si permettono di asserire queste cose in un documento ufficiale? Ancora una volta lo dico io il perché: perché sono tutti colpevoli, tutti filo-governativi, tutti hanno preso o ottenuto qualcosa dalle amministrazioni e difendere il malfatto è il minimo che possono fare. 
Ma a chi la danno da bere?

pensionato deluso

clicca qui per leggere il documento 

Foto di Marian Pricopie

Foto di Marian Pricopie

domenica 29 luglio 2012

Bandiera Blu? no... Gialla


 Nel guardare il mare della riviera domizia di questi giorni a tutto si pensa ma non al blù. il blù inteso come mare pulito e trasparente e soprattutto salubre. L'esposizione della bandiera rossa che segnala mare mosso dovrebbe essere affiancata da una gialla. Per intenderci la gialla era quella che segnalava pericolo di epidemie sulle navi contagiate dal colera o dallo scorbuto. 

Il massimo si  è raggiunto mercoledì pomeriggio quando i pochi bagnanti hanno vissuto qualche ora di terrore. Ad un tratto nel mare sono comparse numerosissime chiazze scure e minacciose lungo tutto il litorale che lentamente ma inesorabilmente si avvicinavano alla riva. Quelli che guardavano cercavano di indovinare cosa stesse in arrivo, chi optava per la pulitura clandestina di qualche petroliera, chi per il guasto del depuratore di Mondragone, la maggioranza, visto il vento di scirocco, che tirava da Napoli, pensavano alla monnezza napoletana. Quando  lo sbarco si è concluso sulla spiaggia si è potuto constatare da una rapida ispezione che invece si trattava di rifiuti locali. Il forte temporale che si è abbattuto i giorni scorsi su Mondragone ha fatto sì che la grande massa d'acqua  ripulisse tutti i fossi di scolo e fognature abusive varie. Se il vento fosse rimasto di levante nessuno si sarebbe accorto di nulla ma girato a scirocco il mare ha consegnato tutto al mittente. 

Tutta la spiaggia era cosparsa di erbacce, legna marcia, frutta e verdura, campionari di ogni tipo di plastica, e perfino la carogna di un animale che a prima vista sembrava quella di un maiale rivelatasi poi per quella di un cane. Non mancavano numerose siringhe  di quelle che usano i dibiateci e non, segnale che nella zona ci sono tanti che soffrono di quella patologia, peccato che qualcuna era sporca di sangue. La presenza più preoccupante era quella dei vermi, tanti vermi, non quelli scuri o rossi che saltano chiamati comunemente pulci di mare e che mangiano il pescato:  vermi lunghi e piatti che strisciavano sul bagniasciuga cercando di raggiugere l'arenile provenienti dal mare dove evidentemente erano schiusi. 

Questa la cruda cronaca, le riflessioni ovvie e ripetitive sono sempre le stesse. La più bella spiaggia d'Italia violentata da popolazioni incivili che vivono in mezzo ad un tesoro senza apprezzarlo. Non solo non lo valorizzano come tanti altri ma fanno di tutto per distruggerlo e renderlo improponibile agli occhi di tutti, locali e non. 

Un piccolo segnale positivo è dato dagli  imprenditori locali che in questi anni hanno fatto notevoli sforzi per migliorare le loro strutture.  Anche in questi giorni si sono dati da fare giorno e notte per pulire tutto e cancellare i segni della marea nera. Peccato che le istituzioni non facciano la loro parte, sarebbe di valido aiuto noleggiare uno spazzamare che funzionasse nel periodo estivo facendo pagare un ticket ai gestori dei lidi che sarebbero felici di versarlo. Per gli interventi a terra bisognerà aspettare che cresca il senso civico degi indigeni e non, finchè non si abitueranno alla civiltà moderna. Anche le lente  istituzioni campane sembra  si stiano muovendo con uno stanziamento fuori del normale denominato proprio "Bandiera blù" - bisognerebbe vigilare su come vengono impiegati questi fondi e che servano effettivamente al risanamento e alla valorizzazione del Litorale Domizio.Vigilare per impedire che non prendano la solita via delle tasche dei soliti noti e, se dovesse accadere,  chiedere che vengano scoperti e perseguiti subito e non dopo decine di anni come come si usa da queste parti.

Bagnante Affranto






giovedì 27 ottobre 2011

Prova d’esame: il maltempo

Il maltempo incombe su tutt’Italia in maniera davvero disastrosa. Diversi morti e dispersi in Liguria. Strade che si trasformano in fiumi in piena, trascinando tutto quello che trovano lungo il cammino, compreso le persone. Un mare d’acqua e fango si intrufola nei campi, nelle case, nei sottoscale, nei portoni. Le auto si accavallano una sull’altra come fuscelli, trascinate da una furia che niente può arginare; i muri crollano; le strade si spaccano; le montagne franano; Pompei si sbriciola.
Le immagini che vediamo nei Tg sono semplicemente terribili e fanno davvero paura. Soprattutto dovrebbero far tremare gli amministratori, che da quelle immagini dovrebbero ricavarne un potente stimolo alla prevenzione, almeno là dove è possibile. E forse molti lo fanno, chissà. Ma i carinolesi? Sonnecchiano, come sempre.

Ieri, 26 ottobre, giornata di pioggia intensa. Tornando in auto dal lavoro, l’acqua piovana mi correva incontro come un torrente, non avendo dove incanalarsi. Dico: ma ci vuole così tanto a ripulire i canaletti di scolo dei fossi in modo che l’acqua posso incanalarsi in essi?

In paese la situazione non era migliore. Dai punti alti del paese scorreva un fiume d'acqua piovana che le caditoie stradali, completamente ostruite, non raccoglievano. Allora l'acqua scorreva lungo la strada, insinuandosi dove la pendenza le portava.
Ma non si dovrebbero ripulire periodicamente le caditoie? L’ultima volta che l' ho visto fare sarà stata una ventina d’anni fa, se non di più.

Non è un tempo sufficiente per ripulirle?

Ogni anno ripetiamo le stesse identiche cose, ed ogni hanno, immancabilmente, nessun amministratore ne prende nota.
Noi speriamo sempre di cavarcela da questi disastri idro-geologici, ma se dovesse verificarsi qualcosa di simile, anche in piccolo, non credo che i responsabili se la caveranno così a buon mercato. Non potranno dire che non erano stati avvertiti.

Cassandrino

venerdì 14 ottobre 2011

Lettera aperta all'Assessore all'Ambiente Fabio Passaretti

Non è indignazione, parola molto in voga in questi giorni, che spinge a scrivere questa lettera aperta, ma senso di disgusto puro, provato dopo gli ennesimi roghi, di chiara matrice dolosa, verificatisi nelle ultime 24 ore, in prossimità della cava di Vaglie il primo, l'altro, più devastante, su Monte Pecoraro, che ancora brucia.
In questi anni i doli sono cresciuti in maniera esponenziale, provocando danni irreparabili al nostro patrimonio naturale. Proprio così caro assessore stiamo parlando del NOSTRO PATRIMONIO NATURALE, quello di tutto il Comune di Carinola anche suo, così come i frutteti di pesche della sua frazione. Ribadiamo per l’ennesima volta NOSTRO PATRIMONIO NATURALE perché chiaramente lei non si è ancora reso conto che le colline che abbracciano Casanova fanno parte di un Comune chiamato Carinola, di cui lei è l’Assessore all' Ambiente.
Con questi ritmi feroci le nostre colline, tra qualche anno, saranno come quelle di Mondragone, ossia semplici rocce senza più flora, senza più fauna.

E non stiamo parlando di ragazze, ma di alberi e animali.

In tutti questi anni non è stata mai attivata una politica di contrasto verso questi atti terroristici, non è mai stato preso in considerazione un piano di recupero delle aree bruciate e non è mai stato attuato una sola campagna di sensibilizzazione e prevenzione. Nulla di tutto ciò è stato fatto da anni. Il suo incarico le ricordo non consiste semplicemente nel comprare panchine e cestini per la spazzatura, ma è quello di preservare, proteggere, contrastare e sensibilizzare il nostro patrimonio naturale. In tutta questa AMARA storia non può certo scamparsela il nostro caro onorevole: quanto te ne importa della catena del Massico, tu che predichi legalità dappertutto? Possibile che non ti accorgi che nel tuo comune scorazzano piromani e delinquenti che ci stanno portando verso la desertificazione ambientale?

Continuate tutti a chiudere gli occhi, amministratori carinolesi: i nostri e vostri figli giocheranno sulla terra bruciata.

ambientalisti arrabbiati


fotografie aggiunte il 15.10.11:









Un’ordinaria giornata di vento

Un fresco birichino entra nelle ossa stamattina per colpa di un venticello impertinente che si diverte a scompigliare tutto: i panni stesi che asciugano velocemente, i capelli delle persone che passano, scarti di rifiuti che trascina lungo la strada, carte e cartacce che svolazzano stancamente, infilandosi nei portoni, nei cortili, sui balconi, nelle finestre aperte a dare aria dopo la chiusura notturna. Dovunque. Sembrano tante farfalle colorate che, leggere, volteggiano in aria e poi si posano in ogni luogo.

Ecco là un assorbente sbrindellato che fa bella mostra di sé ai margini della strada e che attira la curiosità di un cane solitario. Un pezzo di carta oleata unta e stra-unta, dopo aver avvolto del prosciutto crudo di cui sento ancora l’aroma, mi svolazza davanti ai piedi per poi andare a fermarsi sotto una macchina. Ed ecco più avanti un pannolone profumato d’ammoniaca che giace schiacciato sulla strada dopo che macchine e macchine lo hanno appiattito sull’asfalto. Sarà quello di mio suocero che con tanta cura avevo prima sigillato in una busta della spesa e poi riposto nel sacchetto azzurro del secco? Mah! Chissà!

Più avanti ancora ecco delle bucce di melanzane spiaccicate per terra che rendono scivoloso il passo di chi inavvertitamente ci passa sopra. Chissà se la casalinga che le ha usate ne ha fatto una buona parmigiana o delle melanzane sott’olio che mi piacciono tanto! Comunque non è roba di questa mattina, ma di un paio di giorni fa; oggi si raccoglieva il secco.

Ad un tratto accade qualcosa di molto strano: tutte quelle carte che svolazzano per aria si trasformano, diventano banconote da 100, 50, 20, 10 e 5 euro. Migliaia e migliaia di banconote: i miei 800 euro di Tarsu, i 770 di mio fratello, i 950 di mia madre, i 1200 della mia vicina di casa e quelli di tanti, tanti altri cittadini. Al vento, come carta straccia. Soldi che sono costati sudore e lavoro e che non hanno prodotto alcun bene per la comunità, se non quello di essere volati via col vento, tra le scintille e il fumo intenso di Monte Pecoraro che brucia, brucia e brucia....

Che altro possiamo fare noi poveri cittadini per alleviare la fatica agli operatori ecologici e lo stress all’amministrazione?... Ecco, forse possiamo aiutarli con piccoli regalini.

Regalerei una ramazza e una paletta agli operatori ecologici, visto che non ce l’hanno, così non gli costerà fatica chinarsi a raccogliere l’immondizia da terra. Regalerei una tettarella alla camomilla all’assessore all’ecologia perché continui a dormire tranquillo. Regalerei invece una potente sveglia al quarzo al sindaco che non si è accorto che la primavera è passata da un pezzo e continua imperterrito il suo letargo. E cos’altro ancora potrei regalare ai nostri amministratori?….

Forse una corda….

Arrabbiatissima

martedì 11 ottobre 2011

Autunno pulito: uno schiaffo all’Amministrazione

Lodevole iniziativa quella dei soci dell’Associazione Coraggio e Libertà: ripulire tutte le piazze del Comune da cartacce ed erbacce che stazionano perennemente in questi luoghi pubblici, abbandonati a se stessi. Se la piazza o la villa vuole essere, nelle intenzioni degli amministratori, luogo d’incontro e di socializzazione per tutta la comunità, non basta abbellirla, dotarla di una bella fontana, di panchine nuove, di vasi di fiori: bisogna curarla. Tenerla costantemente pulita, vigilare che non ci siano oggetti dannosi per i più piccoli, intoppi per i più anziani. Tutto questo invece non avviene e le nostre ville comunali sono lo specchio dell’incuria e del disinteresse dei nostri amministratori che hanno fatto di questi luoghi dei deserti di abbandono, dove solo i più grandi vi sostano la notte, lasciandovi decine di bottiglie vuote d’ogni genere.
Nelle nostre ville comunali non ci sono mamme che passeggiano con i loro bambini, non ci sono bambini che giocano, non ci sono vecchi che si fermano a prendere il sole sulle panchine, non c’è una comunità che usufruisce di questo bene pubblico, semplicemente perché ritenuto troppo insicuro e sporco per tutti.
E allora a cosa serve avere una villa comunale in ogni paese se non viene vissuta a causa dell’incuria che gli stessi amministratori hanno verso di essa? Sono forse questi luoghi solo il pretesto per ottenere periodicamente fondi regionali o statali? Direi di si, a questo punto.
Un Comune in cui non si pensa alla crescita dei bambini e al tramonto dei vecchi, attrezzando per loro spazi adatti, è un ben misero Comune. Sono anni che questo viene detto e sono anni che le amministrazioni se ne fregano, preoccupate solo a far girare i loro personali interessi. E per questo non avranno MAI la stima del popolo.
L’azione di questi giovani amici di Coraggio e Libertà sicuramente non risolverà i problemi ecologici del Comune, ma è un segnale molto forte. E se l’Amministrazione ha un minimo di sensibilità dovrebbe arrossire di vergogna per il fatto che dei giovani cittadini stanno svolgendo un servizio per cui tutti paghiamo abbondantemente.
Dovrebbe arrossire anche l’assessore all’Ecologia che finora non è stato in grado di mettere insieme un’azione capace di suscitare interesse verso questo problema e farsi amici i giovani come lui.
Non dirò belle parole per quest’ Amministrazione, finora non me ne ha dato l’occasione; dirò solo che ci sono ancora tantissime strade vicinali da ripulire, fossi, piccole e grandi discariche abusive sul territorio. Che facciamo? Le lasciamo lì per i saecula saeculorum?
Un elogio ai giovani che si rivelano sempre maestri dei loro maestri.

Ambientalista convinto

lunedì 27 giugno 2011

Iniziata la campagna incendi 2011



Gli incendi boschivi in Italia nel 2011 sono aumentati del duecento per cento rispetto agli altri anni. Ovviamente la maglia nera spetta alla Campania con 220 incendi. Solo domenica, 25 giugno,  è stata interessata da cinque grossi incendi per i quali è stato necessario l'intervento dei mezzi aerei. Le regioni come la Campania, dove più scarsa è la sensibilità ambientale, sono ovviamente le più colpite. 
In Campania vige addirittura una cultura ventennale del guadagno facile sullo sfascio ambientale. Alcuni giorni fa il governo regionale ha sottoscritto l'assunzione a tempo determinato di 1800 operai che insieme alla forestale,  agli operatori regionali, provinciali, comunità montane, vigili del fuoco, vigili urbani, carabinieri e protezione civile combatteranno anche quest'anno strenuamente contro le fiamme. Tutte queste forze terrestri, equipaggiate con sofisticate attrezzature e dotati di svariati mezzi anti-incendio, saranno supportate dall'aria da una numerosa flotta aerea, composta da aeromobili ed elicotteri. Il risultato della battaglia facilmente sarà come sempre a favore delle fiamme, che distruggeranno migliaia di ettari di bosco e macchia mediterranea. Questa estate incombe un ulteriore pericolo sui nostri boschi, il mancato rinnovo del finanziamento alla SMA Campania. Si tratta di una società creata dalla giunta Bassolino forte di settecento unità diretti da un collaboratore stretto dell'ex governatore. Questa società a capitale misto pubblico-privato, a quanto pare, se manca la parte pubblica non funziona. 
Non si è mai capito cosa mettano i privati, forse la mano d'opera. Per far capire meglio chi sono, sicuramente tutti hanno visto dei camioncini che girano continuamente con il compito di avvistare gli incendi per tempo e che di solito si rinfrescano vicino la fontanavecchia, a Casanova. 
Ci si augura che la vertenza si chiuda al più presto e vengano finanziati altrimenti essendo disoccupati potrebbero impiegare il loro tempo in attività alternative allo spegnimento, con incremento ulteriore degli incendi. Siccome da tanti anni è passato il pricipio del più distruggi più guadagni, la tentazione di incrementere gli incendi è forte. Tutti sono convinti che questa politica di aumentare i finanziamenti in proporzione al numero di incendi ed alla vastità delle superfici incenerite, è deleteria per l'ambiente. Comprensibile che chi vive di questa attività, aerei ed elicotteri in primis, possano dare una mano per aumentere il disastro ambientale. Finchè non ci sarà una inversione di queste politiche, la distruzione dei boschi aumenterà sempre di più.  
Siccome tutti gli operatori del settore guadagnano dall'organizzazione attuale dell'antincendio, sicuramente si continuerà su questa  strada, le conseguenze disastrose sono inimmaginabili. Anche quest'anno assisteremo alle battaglie aeree contro le fiamme, all'eroico contrasto dei forestali, all'enorme dispendio di risorse economiche. Come risultato finale avremo un incremento notevole delle superfici percorse dal fuoco. Meno verde, meno ossigeno di cui poter usufruire, con conseguente disagio della vita di tutti gli esseri viventi.. Siccome queste conseguenze nefaste, derivanti dalla distruzione del verde, non sono visibili ed immediate, la società civile non se ne interessa. Al contrario chi ci guadagna vuole che si bruci sempre di più,  così accadrà anche questa estate.

Amico del verde

sabato 25 giugno 2011

Smaltimento selvaggio

Amianto








Chi passeggia per diletto per le stradine di campagna ha il piacere non solo di respirare aria pura, di riempirsi gli occhi di verde e dei colori che la natura offre in questo periodo, ma anche di vedere molto da vicino come noi cittadini trattiamo l’ ambiente che ci circonda. Non troppo bene, credetemi. 
Più volte, dalle pagine di questo blog, ho denunciato il  penoso trattamento che riserviamo al nostro ambiente e che continua inesorabilmente, giorno dopo giorno, senza che venga mosso un dito nei cosiddetti “piani alti”. Ma non importa: continuerò a denunciare, sperando che, prima o poi,  qualcuno che conta (forse l’assessore all’Ecologia?),  mi darà ascolto.
Passeggiando per la solita stradina che porta verso la Creta e verso la montagna, ho notato che le piccole grotte scavate nel tufo e che dovrebbero essere un nostro patrimonio storico, sono completamente ostruite da rifiuti di ogni genere, già abbondantemente denunciati e fotografati.
Ma credete che sia servito a qualche cosa? A nulla. I rifiuti sono sempre là.
Chi come me si diletta però di fotografia ha sempre qualcosa di nuovo da immortalare: un albero contorto, un animale in fuga, un bidone  rotto che prima non c’era….
La passeggiata di oggi mi ha riservato una sorpresa: oltre ai soliti rifiuti visti e rivisti cento volte, nelle ultime due grotte, accuratamente nascosti da frasche secche,  c’erano due grossi fagotti avvolti in fogli di spessa plastica, accuratamente sigillati con scotch da imballaggio. Mancava solo un bel fiocco colorato e sarebbe stato un dono speciale.
E qualcosa di speciale lo era davvero: tanti ondulati di eternit, ossia amianto, sigillati e nascosti agli occhi dei passanti. Qualcuno se ne era liberato e ne aveva voluto fare un regalo a tutta la comunità. 
Beh, tra i tanti mucchi di rifiuti che ricoprono il territorio non poteva certo mancare l’amianto! D’altra parte, il cittadino lo sa cosa deve fare per liberarsi di questi rifiuti speciali? Forse si: basta chiamare una ditta specializzata, pagare circa 5000 euro per lo smaltimento dell’amianto ed il gioco è fatto… E credete che chi ha una piccola tettoia in eternit di cui liberarsi sia disposto a pagare 5000 euro per il suo smaltimento? Certo che no! A dire la verità, neppure io lo sarei. Non è che tanti soldi si trovano sulla porta di casa ogni mattina! Molto più semplice abbandonare i rifiuti e lasciare che sia l’amministrazione comunale ad occuparsene o l’ASL. 

AmiantoMa se ne occuperanno? Figuratevi! Le casse comunali piangono continuamente e non ci saranno mai soldi per occuparsi di rifiuti speciali. E allora? Allora l’amianto resterà là nei saecula saeculorum, fino a quando la plastica che l’avvolge non si distruggerà, gli ondulati non si polverizzeranno, le polveri non si disperderanno nell’aria  e non spargeranno nell’aria i loro semi di morte. Come già è avvenuto ad un altro mucchietto di amianto polverizzatosi poco lontano. 
Non sarebbe meglio tutelare la salute di tutti venendo incontro al cittadino e offrendogli un modo più pratico e più economico di liberarsi di questi rifiuti così  pericolosi per tutti?
Si, lo sarebbe… ma, tanto, chi se ne frega! Oggi a te, domani a me. Chi rimane, si arrangi!

Gala


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martedì 7 giugno 2011

Informando - 9 e 10 Giugno


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Infine, ce l’abbiamo fatta! Dopo varie riunioni, parecchi intoppi, qualche resistenza e anche un po’ di inutile polemica, siamo riusciti a raggiungere lo scopo: una due giorni informativa sul referendum tra la villa comunale di Casanova  e Palazzo Petrucci di Carinola.
Si inizia Giovedì 9 a Casanova, intorno alle 20,30, con una serata musicale a cui parteciperanno tre gruppi musicali: IL GRUPPO OPERAIO DI POMIGLIANO D’ARCO, IL MALPERTUGIO  e I FIOCCHI D’AVENA che gratuitamente hanno aderito a questa manifestazione  e a cui va il nostro indiscutibile grazie.
Durante la serata ci sarà l’intervento di Gennaro Variale e, inoltre, il giovanissimo Antimo Matano, studente dell’Istituto d’arte di Cascano, darà un saggio di arte estemporanea.
Venerdi 10 alle ore 18:00, il Palazzo Petrucci di Carinola ospiterà, invece, gli interventi della prof.ssa Giulia Casella e del dott. Dimitri Pierri che non vanno assolutamente persi.
E’ fondamentale dire che questa due giorni informativa è stata possibile grazie all’impegno di tutti i componenti del Comitato Referendario che hanno creduto a questo piccolo progetto al di là di ogni difficoltà e di ogni colore, ma soprattutto grazie al contributo economico dei commercianti del Comune che hanno sostento con piacere la manifestazione. Per loro sarà creato un piccolo spazio pubblicitario da affiggere in loco.
Che dire di più? Invitiamo la cittadinanza carinolese  ad accorrere numerosa a queste manifestazioni  non solo per informarsi, ma anche per trascorrere piacevoli momenti di comunità.

Il Comitato Referendario

mercoledì 25 maggio 2011

L'oro Blu

riceviamo e volentieri pubblichiamo :

Ci stanno rubando l'acqua!
Come possiamo permettere che l'acqua, nostra madre, sia violentata e fatta diventere mera merce per il mercato? Per tutti i cristiani l'acqua è un grande dono di Dio e non può essere trasformata in merce.
'' Donna dammi da bere!'' chiede un Gesù stanco ed assetato, a una donna samaritana, nel vangelo durante la Quaresima, in tutte le chiese cattoliche del mondo.
L'ONU afferma che ,entro la metà del nostro secolo, tre miliardi di esseri umani non avranno accesso all'acqua potabile. E' un problema etico e morale 
di dimensioni planetarie che ci tocca direttamente.E' lo stesso Papa Benedetto XVI ad affermare nella sua enciclica sociale Caritas in Veritate n.27 che L'ACQUA E' UN DIRITTO UNIVERSALE DI TUTTI GLI ESSERI UMANI.
Il segretario della CEI, Mon. Mariano Crociata, ha affermato durante il convegno ad Assisi su ''Sorella Acqua'', in aprile 2011, che :'' In questo scenario conservano tutto il loro peso i processi di privatizzazione, che vedono poche multinazionali trasformare l'acqua in affare, a detrimento dell'accesso alle fonti e quindi dell'approvvigionamento, con conseguente perdita di autonomia da parte degli enti governativi.Il tema va affrontato dalla comunità internazionale, per uso equo e responsabile della risorsa, bene strategico- l'oro blu! -attorno al quale si gioca una delle partite decisive del prossimo futuro. Richiede un impegno comune, che sappia orientare le scelte e le politiche per l'acqua, concepita e riconosciuta come diritto umano, come bene dalla destinazione universale (...) A dire quanto queste problematiche tocchino la sensibilità comune, la Corte Costituzionale ha ammesso a referendum due quesiti, sui quali il popolo italiano sarà chiamato ad esprimersi nel prossimo mese di giugno''.
Come cristiani non possiamo accettare la legge Ronchi, votata dal nostro Parlamento (primo in Europa) il 19 novembre 2009, che dichiara l'acqua come bene di rilevanza economica. 
IL REFERENDUM DEL 12 e del 13 giugno sarà molto importante per bloccare questo processo di privatizzazione dell'acqua e per salvare l'acqua come grande dono per l'umanità.
Lettera di Padre Adriano Sella e padre Alex Zanotelli.

RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM...perchè il governo non farà passare gli spot nè in Rai nè a Mediaset.Sapete perchè? Perchè nel caso in cui riuscissimo a raggiungere il quorum lo scenario sarebbe drammatico per i governanti ma stupendo per tutti i cittadini italiani: Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. E' necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone.
Ripeto che il referendum non sarà pubblicizzato in TV.
I cittadini, non sapranno nemmeno che ci sarà un referendum da votare il 12 giugno. Quindi: i cittadini, non andranno a votare il referendum.
Vuoi che le cose non vadano a finire cosi? Pubblicizza il referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti.

Passaparola!