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sabato 13 luglio 2013

PUC arma di distrazione di massa



         
    La storia infinita del piano urbanistico comunale di Carinola continua trascinandosi ormai da un ventennio. La stesura del nuovo piano regolatore, come si definiva allora, fu affidata ai tecnici dal compianto sindaco Matano. Lui era convinto di portarlo in consiglio per l'approvazione nel giro di pochi mesi: sono passati quasi venti anni ma non si arriva ad una proposta definitiva. 

            Intanto si sono fatte sull'argomento varie campagne elettorali, particolarmente le ultime. L'attuale sindaco promise in campagna elettorale di approvarlo entro Natale: ci fu una piccola dimenticanza nel non dire il Natale di quale anno e pertanto è ancora in discussione. Per oltre due anni è stato tenuto nei cassetti senza nemmeno guardarlo, poi all'improvviso ha conquistato la scena politica. Questo risveglio improvviso ha qualcosa di sospetto visto che in questi mesi l'amministrazione comunale sta portando a termine operazioni politicamente discutibili in tema di assunzione di personale. Il sindaco forestiero ha assunto il tecnico comunale suo compeasano, ha assunto il comandante dei vigili del paese dove il suo sponsor politico prende molti voti oltre alle tante consulenze ed incarichi legali "pesanti" dati fuori dai confini di Carinola. 
      
        Tutto questo tra feste di benvenuto con le congratulazioni e la documentazione di qualche avvocato locale specializzato in incidenti stradali passato da qualche anno al giornalismo.

         L' imminente assunzione di nuovi vigili, visti questi precedenti,  fa pensare che è pronto ad assumere anche vigili non di Carinola. In voti rendono molto di più. I posti dati agli stranieri infatti in termini di voti rendono molto di più che se dati ai locali. E' risaputo che se si prendono i locali ne accontenti uno ma ne scontenti cento. 

           Per evitare polemiche aspre e che qualche gattino apra gli occhi all'improvviso è scoppiato il caso sito di compostaggio. Questa discussione molto accesa sull'argomento anche se utile sembra innescata apposta per distrarre i cittadini. Un comune che ha il record mondiale di mancanza di posti di lavoro è assurdo che assuma persone estranee al territorio, oltreteutto sono pagate con le tasse dei carinolesi. 
          
           Sicuramente questo non accade nei comuni limitrofi dove un sindaco che tentasse qualcosa di simile in serata si troverebbe licenziato. Qui non se ne discute e si fa in modo che ci si distragga con altri argomenti. Tutti dovrebbero sapere che con la legge pensionistica attuale quando si occupa un posto lo si tiene fino alla morte perciò è una occasione unica. Assumere personale residente vuol dire anche far restare soldi nel comune che aiuterebbero un' economia locale tanto disastrata. 
Queste riflessioni al sindaco e co. non interessano, loro devono seguire le direttive che arrivano dall'alto per restare a vita sul comune. Non si comprende come i cittadini comuni con problemi occupazionali gravi accettino supinamente queste azioni al dir poco scandalose. Forse non li si fa riflettere su questi argomenti inducendoli a pensare ad altro

          Ogni mezzo per distogliere l'opinione pubblica da queste tematiche è buono. Quello del PUC è il migliore anche se non lo si approverà mai per non privarsi di una importante arma di distrazione delle masse popolari.

L'osservatore carinolese



domenica 9 gennaio 2011

I banditi del degrado

RU DEGRADO!!!!!!!!  Questa è l’espressione ormai diventata proverbiale che tra noi amici istintivamente s’intona appena entriamo nelle ville comunali, mentre passeggiamo per le strade di Carinola, mentre osserviamo, appunto, il degrado emotivo, culturale che si respira nel nostro comune. Non voglio parlare del cattivo servizio di raccolta, decisamente e proporzionatamente  lontano dall’altissima tarsu che i cittadini pagano. Non voglio parlare dell’abbandono morale che caratterizza molti dei carinolesi come non voglio discutere del disinteresse aggressivo dei giovani i quali, senza nessuna illusione di miglioramento, preferiscono una vecchiaia cerebrale anticipata. Non voglio assolutamente discutere della scemenza  dei finti intellettuali che chiusi nella solitudine dell’associazionismo inconcludente, non propongono nemmeno una briciola di alternativa.  “ RU DEGRATO” che più dannoso della diossina, secondo dopo secondo ci allontana da una qualsiasi svolta economica, sociale, culturale e ci avvicina sempre più nell’impero di Gomorra che fino a qualche tempo fa veniva vista con timore e lontananza. Ovviamente, tutti ,pezzo dopo pezzo, contribuiamo alla costruzione del regno indiscusso de “RU DEGRATO”.  Ma, allo stesso tempo, sono convinto che ci sono personaggi e ripeto personaggi in quanto non possono essere definite  persone, che hanno una  responsabilità maggiore cioè quella di aver determinato, grazie alle loro dinamiche parassitarie e degenerative finalizzate ai loro semplici tornaconti, l’ apertura delle porte del palazzo de RU DEGRATO. Lontano da specificare le singole schifose azioni che sono cosa pubblica, voglio semplicemente dichiarare i nomi ( in ordine sparso) così come si fa nei necrologi,  come nelle liste dei banditi, come per gli imputati ecc.
PASQUALE  DI BIASIO, GENNARO MANNILLO, ANTONIO RUSSO, LUIGI DE RISI,MATTIA DI LORENZO, GIOVANNI MICILLO, ANTIMO MARRESE, ENZO CERALDI, MASSIMO GRIMALDI.  Questi i banditi che amano in maniera sadomasochistica  RU DEGRADO. Questi i banditi che hanno la taglia da un milione di euro. Questi che senza degrado non possono vivere che senza le loro schifezze non sono niente. Personaggi che non hanno nel cuore Carinola come qualcuno dice ma Carinola nel culo se mai. Ovviamente ci sono anche gli altri banditi che non ho messo perché semplici schiavi e hanno una taglia ancora bassa ma potenzialmente tra qualche anno potrebbero diventare sporchi così come i loro maestri. A marzo si vota e tutti sti cosi chiamati politici riempiranno i bar, le strade, illudendo qualche ignorantone di paese, comprandosi qualche voto, costruendo fittizie compagini politiche tutte verso l’unica cosa che conta:  RU DEGRATO.  


Degradato

domenica 18 luglio 2010

Intercettazioni

Queste intercettazioni (del periodo 2004-2007), estrapolate dall’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal Giudice Vincenzo Alabiso qualche giorno fa, hanno il solo scopo di informare come la criminalità organizzata che va sotto il nome del clan dei Casalesi, interessi anche il comune di Carinola. Non si vogliono peraltro insinuare sospetti, tanto meno indicare responsabili. L’obiettivo è quello di conoscere il gergo e l’arroganza con cui questi banditi manipolano denaro e opere pubbliche. Le indagini hanno consentito di scoprire una ramificata infiltrazione della camorra nel sistema degli appalti pubblici nel Casertano. Le accuse sono associazione mafiosa, riciclaggio, turbativa d’asta. Si vedrà quindi che sono boss, in particolare Nicola Schiavone, arrestato, sottoposto ad indagini per l’art. 416bis, classe ’78, a parlare di “lavori” e appalti a Carinola.

Nella prima intercettazione infatti lo Schiavone (figlio del boss Francesco Schiavone detto Sandokan) parlando con una tale Raffaela Fontana (donna che favoriva il clan) gli confida che:



NICOLA = ah.. brava, hai capito perchè poi i rischi sono i nostri...
RAFFAELA = eh...
NICOLA = hai capito non sono di nessuno più...
RAFFAELA = si...
NICOLA = questo è....
RAFFAELA = ho capito dai...
NICOLA = allora stiamo un poco giù... un poco più indaffarati... poi si deve chiarire con il padre di Raffaele quello che deve avere.... perchè qualcosa a quello lo devi dare.... hai capito?! perchè pure lui vengono e portano i lavori... poi gli facciamo prendere il lavoro a qua di parte insieme a noi, ti facciamo guadagnare i soldi... quello dopo non se ne escono tre lavori a Carinola?!...

Nella seconda intercettazione c’è sempre lo Schiavone ma stavolta l’interlocutore è Francesco Iovine (sottoposto ad indagini per 416bis) a cui spiega che:

FRANCESCO = inc.. chiaccheroni.. quello si è preso il lavoro.. inc.. hai capito.. inc..
NICOLA = però aspetta ragazzo.. tu lo sai con quali cristiani parlo per il telefono e...
FRANCESCO = inc.. se dobbiamo fare inc.. (per disturbi sulla linea)...
NICOLA = Io Francesco te l'ho detto no?!.. diciamo noi.. e uno... il fatto che noi abbiamo deciso... inc.. e uno... la seconda cosa oi Ci è che comunque quelli vengono a casa mia e portano sempre lavori e cose.... e allora tu in un certo senso.. ti disobblighi.. gli fai guadagnare qualcosa di soldi... mantieni l'amicizia e poi oi Ci... parliamoci chiaro.. quelli dopo che quando hanno fatto un lavoro di questo qua... del genere.. si presentano altre 3-4 lavori a Carinola.. se ci devono..
Quindi sempre lo Schiavone al telefono con Michele D’Aniello, anche quest’ultimo arrestato e sottoposto ad indagini per art. 416 bis. Particolarmente interessante questa telefonata. Infatti:

NICOLA = Michele io ti dico la sincera verità
MICHELE = mi sono spiegato o no?...
NICOLA = se io venivo da te
MICHELE = se io ti dicevo Miche... Nicola...
NICOLA = e tu dicevi a me ... Nicò non dire nulla io ho il problema a Casale non ci voglio partecipare
MICHELE = no... no... ma è esatto...
NICOLA = non ti preoccupare che io ti capivo... ogni volta che ti sono venuto a chiedere per Falciano e per Carinola tu me le hai fatte sempre...
MICHELE = ma perciò ti sto dicendo .

Infine l’ultima intercettazione è sempre tra Nicola Schiavone e Raffaele d’Alessio, da poco costituitosi,  sottoposto ad indagine per art. 416bis.

NICOLA = bel fratello cosi siamo rimasti.... tu da me cosa vuoi...
RAFFAELE = inc.. la rotazione..
NICOLA = a me lo ha detto lui....
RAFFAELE = inc..
NICOLA = no niente....
RAFFAELE =anche a Carinola e a Falciano ci sta la rotazione..



mercoledì 12 maggio 2010

Un giorno importante per la legalità



Vorrei provare ad accendere e puntare l’occhio di bue su di un argomento che non ha trovato, secondo me a torto, alcuno spazio nella discussione politica degli ultimi giorni.
Il giorno 10 Giugno prossimo venturo sarà, e ciò non può passare inosservato, una giornata storica per il Comune di Carinola.
Verrà infatti espletata la gara per l’affidamento dell’appalto “COMPLETAMENTO DEI LAVORI DI ADEGUAMENTO STATICO E FUNZIONALE DI UN EDIFICIO COMUNALE PER ATTIVITA’ CULTURALI SITO IN CARINOLA ALLA VIA PLATANI n. 8” il cui progetto esecutivo è stato approvato dalla Giunta Mannillo con deliberazione n.87 del 22/07/2009 e il cui capitolato speciale è stato convalidato con determina n.89 del 12/04/2010.
La rilevanza che ritengo memorabile di questa circostanza non risiede tuttavia nella pur non trascurabile bontà dell’oggetto delle opere a farsi, ma piuttosto nel procedimento stesso dell’appalto.
Trattasi infatti del primo caso di gara la cui procedura di aggiudicazione è stata affidata dal nostro municipio alla Stazione Unica Appaltante.
La Stazione Unica Appaltante della Provincia di Caserta è stata istituita il 29 Settembre scorso attraverso la stipula di una convenzione costitutiva tra la Provincia e la Prefettura. La partecipazione a tale convenzione (art.6 della Convenzione stessa) non è obbligatoria per i comuni della provincia bensì soggetta ad una “manifestazione di volontà” (art.14 della medesima). Tuttavia, e questa volta va gridato un vivaddio, il Comune di Carinola è stato uno dei primi ad aderire.
La possibilità di dar vita alle stazioni uniche appaltanti è stata introdotta dal comma 3 dell’art.3 del Decreto Legislativo 163/2006 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE ) così come modificato dai successivi decreti legislativi n. 173/2006, n. 6/2007 e n. 152/2008.
Queste unità operative di committenza serviranno ad indire e ad espletare in modo centralizzato le delicate e complesse procedure delle gare di appalto riguardanti i lavori, le forniture ed i servizi che le autonomie locali aderenti intenderanno affidare. Ciò renderà possibile una spersonalizzazione dell’autonomia locale stessa, che non appalterà più direttamente le opere che avrà programmato, a vantaggio di una maggiore trasparenza e velocizzazione degli iter, nonché, e qui sta il punto più positivo, a vantaggio di una più potente opera di prevenzione riguardo ad eventuali ingerenze criminali.
In parole povere, a partire dai lavori di via Platani che ho citato in apertura, il Comune di Carinola non gestitrà più autonomamente le sue gare di appalto, ma le farà assolvere in toto alla Stazione Unica Appaltante della Provincia di Caserta. Una scelta di avanguardia, non c’è che dire, e di seria lotta alla delinquenza organizzata.
La Stazione Unica Appaltante di Caserta, che ha sede in Corso Trieste n.12, sarà tra l’altro dotata di un Nucleo Operativo Interforze nominato direttamente dal Prefetto con il compito, relativamente allo svolgimento di una gara, di stabilire l'ammissione con riserva di quei soggetti ed imprese in merito ai quali, dalle verifiche effettuate, emergessero elementi relativi a forme di collegamenti, condizionamenti o infiltrazioni di tipo mafioso.
Sino ad oggi, se non ho controllato male, le uniche provincie oltre Caserta che hanno attivato la stazione unica appaltante sono solo tre: Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia. I Comuni della Provincia di Caserta che hanno aderito sono arrivati a circa 40 su 105.
Per dovere di correttezza nei confronti di tutti i Carinolesi che rivestono un ruolo amministrativo sia dentro che fuori le mura comunali, devo segnalare che anche il Consorzio Idrico di Terra di Lavoro ha aderito alla stazione.
Unica nota che, mi permetto di segnalare, è un poco negativa: la Stazione Unica Appaltante di Caserta gestirà, almeno di cambiamenti per così dire statutari, gli appalti con un importo superiore ai 250.000 euro e le forniture di beni e servizi di valore superiore ai 50.000 euro. Tali limitazioni sembrano essere un po’ alte.
C’è, come sempre e come in tutto, molto da migliorare, ma un primo passo davvero importante è stato fatto indubitabilmente.

Olandese

lunedì 16 novembre 2009

Carinola parte integrante del sistema

Molto è stato scritto ma pochissima chiarezza è stata fatta sulla recente notizia della richiesta di custodia cautelare in carcere da parte del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli nei confronti di Nicola Cosentino, indagato per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo camorristico.

Molto viene detto dai nostri giornali a riguardo di un possibile o impossibile mantenimento della sua candidatura alla presidenza della Regione Campania, ma basta una piccola osservazione per rendersi conto che è tutto fumo negli occhi. Come ha recentemente detto Di Pietro ad Annozero e come confermato dal direttore di “Libero”, Maurizio Belpietro, l’opzione candidatura per Cosentino è assurda, in quanto se dovesse vincere perderebbe automaticamente l’immunità parlamentare e, siccome sulla sua testa pende una richiesta di custodia cautelare, dovrebbe andare direttamente da Montecitorio a Poggioreale.

Tuttavia non è su questo che voglio scrivere, bensì sul fatto che molto poco viene detto riguardo all’inchiesta che vede coinvolto Cosentino.

Si tratta di argomenti che da noi dovrebbero essere ben conosciuti, se non altro perché nel tremendo periodo durante il quale si concretizzava la possibilità di ospitare una discarica a Casanova, la gente ha iniziato a non accontentarsi del titolino sul giornale ma ha preteso di avere chiarezza su una serie di cose di cui fino a prima non si interessava.
Eppure ancora così poco ne sappiamo, soprattutto riguardo al Sistema che per anni ha gestito e che forse sotto mentite spoglie continua a gestire lo sconquassato ciclo dei rifiuti nella nostra terra. La nostra, si, proprio la nostra, perché non stiamo parlando di Napoli o Castelvolturno, ma di Carinola.
Il nostro comune è citato diverse volte all’interno dell’ordinanza e i nomi di alcuni nostri amministratori vengono fatti durante le intercettazioni di imprenditori e camorristi.

In particolare, è interessante analizzare ciò che viene fuori all’interno dell’ordinanza, al punto denominato “La monopolizzazione del servizio di raccolta”.

Come si legge nell’ordinanza del 7 novembre 2009,

 “la richiesta presentata dal Pubblico Ministero in data 16.2.2009 dà conto, [..], di come la ECO4 s.p.a. riuscì a realizzare il primo e fondamentale obiettivo strategico della partnership Orsi – Bidognetti: l’accaparramento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani presso quasi tutti i comuni consorziati L’obiettivo è nitidamente esposto dal collaboratore Vassallo nelle dichiarazioni rese il 3.6, il 5.6,il 18.6 e il 1° luglio 2008: “……Gli Orsi mi diedero ragione ma dissero che il loro progetto era quello di essere il braccio operativo del consorzio pubblico “CE 4” il cui presidente è Giuseppe Valente di Mondragone, mentre il direttore del Consorzio CE 4 è l’Arch. Di Biaso che “erano persone Loro”; gli Orsi mi dissero che non dovevano fare solo il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Mondragone, bensì in tutti i Comuni che fanno parte del bacino di utenza del Consorzio Caserta 4 e dovevano fare anche lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani con l’ampliamento la vecchia discarica di “ Parco Saurino “ e farne una nuova; per far questo si doveva costituire una società mista il cui 51% è del pubblico ( Consorzio dei Comuni Bacino Caserta 4) ed il 49% ai privati della “ FLORA AMBIENTE Srl ”. In tal modo avrebbero preso gli appalti per tutta la provincia di Caserta della n.u.” (interrogatorio del 3.6.08). “Compresi immediatamente le specificazione di Sergio ORSI, e capii che quello era un progetto eccezionale: si trattava del primo caso di una società mista pubblico-privata, che avrebbe monopolizzato la raccolta degli R.S.U. sull’intero bacino consortile. Da quando era iniziato il commissariamento del ciclo dei rifiuti in Campania, praticamente tutti i privati erano stati esclusi dalla gestione diretta e i consorzi erano interamente Comunali. La previsione, di cui mi parlò ORSI Sergio di una società mista pubblico-privato, costituiva una breccia fondamentale per consentire nuovamente ai privati e, conseguentemente anche ai gruppi organizzati mafiosi, quali quello di BIDOGNETTI, di ingerirsi direttamente nella gestione. “Una volta costituita l’ECO 4, la stessa iniziò a ricevere gli affidamenti da parte dei comuni; si trattava di affidamenti diretti, senza alcuna gara, e proprio la previsione di affidamenti diretti alla ECO 4 da parte dei comuni del consorzio, costituiva una delle ragioni fondamentali per cui si era inteso dare seguito a questo progetto; faccio presente che i Comuni partecipavano al consorzio CE 4, ente presieduto da VALENTE Giuseppe e il cui direttore generale era Claudio DE BIASIO, uomini legati agli ORSI, la presenza dei quali dunque garantiva i successivi affidamenti da parte dei singoli comini. Compresi agevolmente che si trattava di accordi prestabiliti e posso dire con sicurezza che vi fu anche il contributo del Commissariato di governo nel consentire l’attuazione di questo progetto.…[..]”.


Il riscontro documentale delle aggiudicazioni per affidamento diretto e senza gara è incorporato nell’informativa della Tenenza di Mondragone del 22.10.08 che riporta l’analisi delle procedure di affidamento seguite nei comuni di Bellona, Calvi Risorta, Carinola, Castel Volturno, Cellole, Falciano del Massico, Francolise, Giano Vetusto, Grazzanise, Mondragone, Pastorano, Pignataro Maggiore, Roccamonfina, Santa Maria La Fossa, Sessa Aurunca, Sparanise, Teano, Vitulazio. La notevole acquisizione documentale consente di apprezzare innanzitutto il generalizzato sistema di affidamenti diretti, realizzato: ora con la proroga reiterata di affidamenti temporanei (13 proroghe per il comune di Bellona; 10 proroghe per il comune di Calvi Risorta; 10 per il comune di Sessa Aurunca); ora con affidamenti diretti di durata quinquennale o decennale (Carinola; Castel Volturno, dopo 5 proroghe di affidamento temporaneo; Cellole; Falciano del Massico; Grazzanise; Mondragone; Pastorano; Pignataro Maggiore).

L’unico comune a non aderire al diktat consortile fu Cancello ed Arnone, il quale fece sapere attraverso il suo sindaco Ambrosca che si trattava di una soluzione non conveniente per il comune da lui rappresentato in quanto ci sarebbe stato un aumento ingiustificato della spesa pubblica. Tuttavia, dopo le pressioni dell’allora Sub Commissario all’emergenza rifiuti Giulio Facchi (qualcuno ricorda il suo ruolo nella vicenda della discarica a Croce di Casale, località Cese?) il comune di Cancello Arnone fu costretto a capitolare e accodarsi agli altri comuni nella gestione diretta, senza alcuna gara d’appalto, del servizio della raccolta rifiuti per la Eco Quattro.

Da quanto si evince da questo documento, il comune di Carinola invece aderì pienamente e senza esitazione al diktat consortile per l’affidamento di tali servizi, pagati con i soldi di noi tutti, ad un’azienda dai contorni quanto meno sospetti.

Durante questo periodo, abbiamo avuto diversi carinolesi coinvolti dall’esterno o all’interno nella gestione di queste problematiche. Mattia di Lorenzo è stato vicepresidente del CDA dell’Eco Quattro, componenti ne sono stati Antonio Russo e Salvatore di Francesco. Giovanni di Gennaro come consigliere del CE4, Il sindaco Di Biasio come rappresentante del comune e sottoscrittore di contratti, il vicesindaco con delega all’ecologia Dott. Gennaro Mannillo, attuale sindaco del comune. Scusatemi se ne dimentico qualcuno…. La cosa sicura è che nessuno di costoro si è mai opposto a tale diktat, anzi non ce ne hanno mai nemmeno parlato, se non in modo confusionario e “politichese”.

A tutti gli effetti, Carinola è parte di quel sistema che tutti noi siamo soliti considerare come lontano se non geograficamente almeno idealmente. Può qualcuno smentire questa affermazione? Può qualcuno dei nomi prima menzionati battere un colpo e fare chiarezza?

Giano il Vetusto e Pinio il Giovane

Scarica l' Ordinanza di custodia cautelare


P.S. Per dovere di cronaca, va notato che Il Quiquirì non era stato a dormire durante il periodo dell'affidamento alla Eco Quattro e, anzi, si può dire sia stata una delle rarissime voci che si erano alzate a suo tempo per richiedere spiegazioni, la prima volta nel Giugno 2003 e la seconda nel Settembre 2003, venendo bollati dall' allora assessore all'ecologia Mannillo come "Borghesetti Alternativi e Vigliacchetti".


martedì 12 maggio 2009

Le ipocrisie del Pdl




  Qualche sera fa, guardando il telegiornale, mi ha colpito l’espressione gioiosamente strafottente del nuovo ministro per il Turismo, Michela Brambilla, mentre firmava il suo mandato, e l’espressione seriamente impassibile, da sfinge, del Presidente Napolitano.

Ho capito immediatamente che questo Ministero dato a questo nuovo ministro è l’ennesimo colpo basso ai danni degli italioti per sistemare una zoccola d’alto rango. E allora mi sono chiesto chi fosse questa oscura Michela Brambilla mai sentita prima.

Ci ha pensato Beppe Grillo a farmelo sapere inviandomi, come ogni sera, i suoi pezzi.

Michela Brambilla, figlia di un industriale del nord, ha iniziato la sua ‘carriera politica’ come show girl del sado-maso, sbatacchiando sfrontatamente di qua e di là le sue protuberanze superiori a mo’ di palloncini colmi d’acqua; ondeggiando le sue rotondità posteriori, a misura ravvicinata, davanti alla telecamera; palpando e facendosi palpare a più non posso da mani voraci e vogliose che le hanno assicurato una ricca e promettente carriera. La stessa carriera è stata promessa alle tante belle starlettes e attricette che il Cavaliere vorrebbe candidare per le europee e che hanno suscitato il disgusto di sua moglie Veronica Lario.

Se gli italiani usassero di più il cervello e si fermassero a riflettere, informandosi magari attraverso una stampa libera (ancora ce n’è) o la Rete, si renderebbero conto di quanta ipocrisia regna nel Pdl.

Un partito che si proclama sostenitore di ogni libertà e custode di ogni vero valore tradizionale è in realtà il più farisaico dei partiti che l’Italia abbia mai avuto, persino della vecchia DC dalla cui scuola proviene.

Le libertà che esso sostiene sono solo quelle che si prende il signor Berlusconi per difendere i suoi interessi, e questo non ci stancheremo mai di dirlo. E’ inutile, tuttavia, andare a rispolverare continuamente la censura sulla libertà d’informazione che questo governo opera minuziosamente giorno per giorno, così come è inutile sottolineare la dipendenza economica delle migliori testate giornalistiche e televisive dal portafogli del Cavaliere. Chiaramente, in questo contesto, le notizie che passano sono solo quelle che vuole lui. Per il resto, regna il silenzio. Alla faccia della libertà!

Mi piace invece soffermarmi su un altro aspetto, finora trattato molto in sottofondo.

Quali messaggi, provenienti dall’operato di questo governo, passano alle nuove generazioni? Quali valori vengono diffusi tra i giovani e tra i cittadini? Se ci si riflette, è facile capirlo.

Riescono forse quelli che impegnano tutta la loro vita nello studio, nel lavoro quotidiano, nel sacrificio di una lunga gavetta malpagata? Neanche a pensarci! Riescono quelle che sanno conquistare il cuore e la mente del Cavaliere con la loro puttanizia. Grande puttanizia. Talmente grande che potranno essere quelle che andranno a rappresentare il popolo italiano al Parlamento Europeo a seguito dell’operazione di scambio “tu dai una cosa a me, io do’ una cosa a te”.

Mi chiedo: in che modo ci rappresenteranno? Che cosa hanno in comune con l’operaio in cassa integrazione, con la casalinga che non sa come far quadrare il bilancio familiare, con le famiglie sfasciate, con gli adolescenti allo sbando, con i vecchi soli e malati, con i giovani precari che non sanno se e come riusciranno a costruirsi un’esistenza dignitosa? Che cosa ne sanno veramente loro dei problemi quotidiani della vita quotidiana delle persone ordinarie, loro viziose viziate preoccupate solo di arrivare in alto senza sforzo? Chi vive di reality non può capire chi vive di realtà e il tentativo di Ghedini, ospite ad Anno Zero, di paragonare queste donne spregiudicate a donne della sinistra come Nilde Iotti o Pina Picierno, persone pulite e seriamente impegnate, è stato quanto mai patetico. Non ci sono paragoni che reggono.

Il messaggio che passa alle nuove generazioni non è certo quello dell’ impegno e del sacrificio, ma è questo: più stronzo sei, più carriera farai; più disonesto sei, più riverito sarai; meno cervello hai, più salirai. Tanto c’è chi pensa per te.

E pensare che quando fu eletto Luxuria, il Pdl ne disse di tutti i colori. Quando poi andò a fare la pipì nel bagno delle donne, ne disse di tutto e di più. Ora nessuno parla per le scelte immorali del Cavaliere se non sua moglie. Grandi uomini quelli del Pdl! Si scandalizzano per Luxuria, ma accettano la ripugnante immoralità di queste donne.

Gli altri valori tradizionali, tanto cari al Vaticano, di cui questo governo vorrebbe essere custode sono quelli cristianissimi della famiglia, della solidarietà e dell’attenzione ai più poveri e ai meno fortunati. Per questo motivo si sta deviando tutta l’attenzione del mondo sul palcoscenico allestito a L’Aquila dove viene esibito l’impegno e l’interesse di questo governo verso i terremotati; intanto non si parla di aiuti economici a chi ha perduto il lavoro; intanto non si parla di responsabilità nella costruzione degli edifici pubblici crollati; intanto non viene garantita giustizia alle famiglie che hanno perso un figlio nel crollo della Casa dello Studente; intanto la Lega propone posti riservati ai milanesi sugli autobus di linea, in pieno stile apartheid sudafricano, spargendo spudoratamente il seme del razzismo; intanto centinaia e centinaia di poveri cristi che hanno attraversato il mediterraneo, vengono respinti in Libia senza pietà e senza pensare che qualcuno di loro va incontro alla morte. La loro vita non vale quella di Eluana Englaro che era già morta da 17 anni.

Essere contrari all’aborto, non acconsentire alla ricerca usando le cellule staminali, non voler staccare una spina a chi sta faticosamente morendo, non fa del Pdl un partito serio, custode dei valori fondamentali della vita; fa del Pdl un partito di cialtroni, capace di gabbare la gente che non vuole e non sa vedere le cose come in realtà sono.

Le giustificazioni per queste ipocrisie sono quanto mai nocive soprattutto per gli italiani. Cominciate a riflettere, gente, prima che sia troppo tardi.


Red Eagle

lunedì 1 dicembre 2008

Le tante facce delle mafie

Le mafie hanno nomi diversi in tanti momenti e punti diversi del globo, ma uno solo è l’atteggiamento che le distingue: la prepotenza. Esplicita o silenziosa. Fisica o psicologica.
La prepotenza è sempre sopraffazione, è sempre arroganza, è sempre despotismo. È sempre aggressività ed ingiustizia. E’ sempre chiusura mentale, ignoranza intellettuale e spirituale. Profonda ignoranza.
Anche quando si avvale di lauree o si nasconde dietro cortesissimo atteggiamento.
L’impulso mafioso, storicamente radicato nella società e nella cultura del sud e non solo, diventa parte dell’intimo sentire di un individuo e ne condiziona i comportamenti.
Un comportamento mafioso può annidarsi nel tuo vicino di casa che ti costringe a subire la sua invadenza perché si arroga il diritto di parcheggio davanti la porta di casa tua; nel tuo migliore amico che non ti saluta perché pretende che il tuo pensiero sia conforme al suo; nel tuo amico consigliere comunale che si arrabbia se lo critichi per qualche mancanza nell’ambito del suo servizio; in chi fa fallire un concorso comunale pubblico per ripicca contro qualcuno; nella stessa amministrazione comunale che da incarichi a chi gli è politicamente più vicino trascurando gli altri; in chi fa vincere un posto di lavoro a colui/colei che gli fa più comodo; in chi assegna incarichi di rilievo a persone che non se lo meritano o non ne sono all’altezza, ma hanno bisogno di essere ripagate; in chi da un’ adesione politica solo perché vuole ottenere qualcosa.
E’ sicuramente presente nella politica nazionale che si nutre di simili atteggiamenti ed è’ in coloro che non hanno voluto concedere a Roberto Saviano e a Enzo Biagi la cittadinanza onoraria milanese e l’ambrogino d’oro perché alla mafia e alla camorra devono render conto o non si identificano nei valori di giustizia e democrazia evidenziati da questi due scrittori.
E’ attivamente presente anche in chi diventa adulatore della classe politica in carica, mettendo da parte le proprie idee, per averne un utile tornaconto, ed è passivamente presente anche in chi, palesandole invece le proprie idee, è costretto a non firmarsi per tutelare la propria pace e la propria tranquillità….
Il termine ‘mafioso’ o ‘camorrista’ nato per indicare un appartenente ad organizzazione criminale, è diventato sinonimo di un comportamento individuale e sociale molto diffuso che delle organizzazioni criminali conserva, in piccolo, un meccanismo simile per ottenerne effetti simili.
Chiaramente, le conseguenze di questi comportamenti ricadono sempre sulle persone più deboli e incapaci di difendersi dalla tracotanza dei prepotenti.
Non si può parlare di vittoria sulle mafie e sulla camorra fino a quando non si riuscirà ad annullare questi atteggiamenti così radicati nella società e nella vita di ogni giorno.
Ma lo vogliamo veramente?

Robin Hood

giovedì 25 settembre 2008

così lontano....così vicino

A circa venti km dal mio comune c’è la guerra, o meglio c’è sempre stata, ma solo oggi si fa finta di averne piena coscienza.
Ma cosa significa avere coscienza di un determinato dato? Significa conoscere o, forse, nel nostro caso, significa semplicemente sentirne la presenza? Quando si conosce una cosa o si cerca di conoscerla si può tentare di decidere cosa fare o non fare di fronte alla cosa in questione ma quando, invece, se ne sente soltanto l’esistenza cosa si fa? Sembra quasi un situazione, blasfemamente teologica, non vi pare? Sento un alito di putrefazione addosso continuamente, anche quando tutto sembra pulito e profumato, questo sento in questi giorni. O meglio  l’ho sempre sentito ma purtroppo anche il mio essere, vuoi o non vuoi, è invischiato è tutt’uno con la santissima degenerazione chiamata camorra. 
Si ,proprio così, siamo tutti figli della camorra del suo modo di fare e d’intendere tutto ciò che ci circonda e questi venti km possono essere soltanto pochi cm. Ormai siamo bollati. Basta presentarsi ad un estraneo e dire che sei della provincia di caserta che l’identikit è inesorabilmente tracciato e come lo spieghi che vieni da un comune di neppure diecimila anime apparentemente lontano da alcune logiche a da certi tipi di vita? Come si fa a togliere il vestito nero di vittima e di camorrista che l’ufficio anagrafe ti ha messo addosso? A meno di venti km c’è la guerra e noi subiamo gli echi violenti di questa guerra fatta di spari e di silenzi, d’omertà, di posti di blocco dei militari che servono soltanto ai politici per far vedere che qualcosa si sta facendo. Ma cosa si sta facendo veramente? Un interrogativo che automaticamente partorirebbe una risposta gratuita piena dei soliti e duraturi luoghi comuni che sinceramente non ho voglia d’ingrassare ulteriormente. Quindi, oggi, preferirei mettere in evidenza il mio stato d’animo di carinolese che da vicinissimo ( geograficamente parlando) osserva una situazione che da sempre fa sentire la sua presenza. Vicinissimo? Mica tanto, visto che tutto ciò che sappiamo c’è lo dice la tv e i giornali che parlano di guerra civile, di terrorismo e non dicono la cosa più importante, ovvero che è sempre stato così. Io da carinolese posso dire che la puzza di questo Dio oscuro la sento ogni secondo, e oggi la sento ancora di più quando si dice che è colpa dei “negri” che tutto sommato se la sono meritata, sento la puzza quando i politici credono di far parte di un territorio lontano ventimila km e non venti Km, quasi se Carinola fosse provincia di Siena.  Si parla di valorizzazione del territorio, dei prodotti agricoli, delle bellezze culturali e poi? Cosa  è stato fatto per toglierci il vestito nero che abbiamo dalla nascita? E noi cosa stiamo facendo? Non credo che basti un protocollo di legalità a garantire che tutto rimanga lontano venti km da noi, basti pensare che sono proprio le ditte camorristiche che hanno tutto in regola con tanto di certificato antimafia. Ma non ho voglia di polemizzare come non ho voglia di dire che sono i camorristi a gestire la raccolta rifiuti, l’illuminazione pubblica, le grandi operazioni edili. Oggi, voglio soltanto spiattellare sul web la mia grande tristezza che nasce ogni qualvolta che vedo la sigla CE sui miei documenti. La politica non può nulla ed è un dato di fatto perché spesso dipende dal dio camorra, la polizia è legata e noi cosa facciamo per uscire da questa voragine? Praticamente nulla. Facciamo finta che sono ventimila Km e che del resto a Castelvolturno è sempre stato questo. Tutto sommato un atteggiamento ovvio che avvolge tutti noi. Ma il punto non è questo ma piuttosto è: cosa facciamo per diversificarci dall’ovvietà del litorale domitio? Cosa possiamo fare per non avere vergogna di dire: “ io sono di Carinola un piccolo comune in provincia di caserta ma più vicino a Formia” Quante volte ho ripetuto questa frase non so, soltanto per riuscire a tranquillizzare la/o sconosciuto di turno che già sta storcendo il muso appena sente provincia di Caserta. La risposta non possiamo trovarla fin quando non accettiamo che la camorra è un dato di fatto che alita anche sul nostro territorio e che non basta far finta di vivere in un oasi di verde lontana lontana. Prima di costruire edifici, fabbriche, bisogna costruire la cultura e l’orgoglio carinolese, bisogna essere diversi dentro, obbiettare quando si presenta il becchino di fronte la casa del morto senza che nessuno lo abbia chiamato, bisogna ribellarsi al potere quando fa cose strane e soprattutto bisogna capire che Carinola deve essere diversa dai paesi camoristici non perché è immersa nel verde e cose di questo tipo ma è diversa perché i carinolesi hanno le palle di essere diversi. Dopo ciò sono triste e vado a comprare una mitragliatrice. 
Fijo di PoPa

martedì 3 giugno 2008

I governi passano, la camorra resta

Mi è capitata tra le mani in questi giorni una piccola documentazione relativa ad un discorso di Benito Mussolini, del maggio 1927, in cui presentava la missione del colonnello dei Reali Carabinieri di Caserta Vincenzo Anceschi (una specie di super-commissario) incaricato di debellare la camorra dei Mazzoni. E’ stato interessante leggere questi dati, che in seguito proporrò, tenendo presente il clima del regime fascista (diciamolo subito che lo condanno in toto) in cui si svolgevano queste missioni, e, a distanza di tanti anni con l’informazione di cui disponiamo, farsi un‘idea, provare a riflettere su quanto sta accadendo oggi nella provincia di Caserta, dove la camorra, o meglio una decina di bande criminali che lottano per il controllo del territorio, ci tiene in scacco nonostante la sfida raccolta da alcuni Pm, politici, e pochi giornalisti.

Vediamo allora che negli anni che vanno dal 1923 al 1926 furono commessi i seguenti reati: 171 oltraggi alla Forza Pubblica, 318 incendi, 169 omicidi, 918 lesioni ,1082 tra furti e rapine , 193 danneggiamenti . Ma questa non è che una parte. In ogni modo dopo le gesta del colonnello Anceschi molto cambiò - anche se si sbagliò a credere che la camorra fu estirpata per sempre- e tuttavia con un lavoro energico furono arrestati 1699 affiliati nella sola zona dei Mazzoni e nella zona di Aversa 1268. Ma da allora quanto sono cambiate le cose in questo senso, o forse possiamo parlare di peggioramento considerando le ingerenze della malavita nella pubblica amministrazione, con gli imprenditori che fanno da mediatori? Gli ultimi fatti successi a Casal di Principe con l’assassinio di Michele Orsi, quanto hanno scosso l’opinione pubblica? Ce l’aspettavamo per caso? Tutta questa paura- la prima è la mia- di parlare, di voler raccontare dovrebbe, ma quando mi chiedo, esplodere nella popolazione ed invogliarci a ribellarci da questa maledetta piaga, vecchia di trecento anni e che fa così male nelle nostre coscienze che forse vi abbiamo fatto l’abitudine. Dalla più piccola azione bisogna partire, condannarla quando sentiamo che in qualche modo è un pezzo della mentalità camorristica, e con coraggio partecipare a manifestazioni che interessano in particolare le roccaforti dei camorristi, ma che in fondo interessano anche noi. Chiudo con un pensiero di Pasquale Villari(1826-1917), il primo, tenace, scrittore anti-camorra: “Il male è contagioso come il bene, e l’oppressione, specialmente quella esercitata dalla camorra, corrompe l’oppresso e l’oppressore, e corrompe ancora chi resta lungamente spettatore di questo stato di cose senza reagire con tutte le sue forze”-Da Le lettere Meridionali.
Il primo morto di sonno.

mercoledì 30 aprile 2008

Ritorno a Gomorra

"“La mafia è la grande assente di questa campagna elettorale”. Roberto Saviano, autore del celebre libro “Gomorra”, con queste parole rifiutò la proposta di candidarsi alle recenti elezioni. In Campania la camorra sfoggia una inedita capacità imprenditoriale, spingendo i suoi affari anche al nord. Ma la lotta alla mafia è ancora nell’agenda della politica? "
La puntata di Anno Zero del 24 Aprile è stata una puntata importante. Ospite d'onore Roberto Saviano, tema fondante della serata il "Sistema" dei Casalesi.

Ascoltare Saviano è come guardarsi nello specchio dove non vogliamo guardare, per paura, per indifferenza o per comodità - fa male - ma il fatto di riconoscersi in quello che dice fa pensare, su chi siamo, e dove stiamo andando.

Prendete un'ora, non pensate di guardare Annozero, ma di ascoltare un amico, un amico che a differenza nostra ha il coraggio di voler dire le cose come stanno, svelando i meccanismi che da anni ci perseguitano.
Un amico non va mai lasciato solo, specie se in pericolo.

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