Le mafie hanno nomi diversi in tanti momenti e punti diversi del globo, ma uno solo è l’atteggiamento che le distingue: la prepotenza. Esplicita o silenziosa. Fisica o psicologica.
La prepotenza è sempre sopraffazione, è sempre arroganza, è sempre despotismo. È sempre aggressività ed ingiustizia. E’ sempre chiusura mentale, ignoranza intellettuale e spirituale. Profonda ignoranza.
Anche quando si avvale di lauree o si nasconde dietro cortesissimo atteggiamento.
L’impulso mafioso, storicamente radicato nella società e nella cultura del sud e non solo, diventa parte dell’intimo sentire di un individuo e ne condiziona i comportamenti.
Un comportamento mafioso può annidarsi nel tuo vicino di casa che ti costringe a subire la sua invadenza perché si arroga il diritto di parcheggio davanti la porta di casa tua; nel tuo migliore amico che non ti saluta perché pretende che il tuo pensiero sia conforme al suo; nel tuo amico consigliere comunale che si arrabbia se lo critichi per qualche mancanza nell’ambito del suo servizio; in chi fa fallire un concorso comunale pubblico per ripicca contro qualcuno; nella stessa amministrazione comunale che da incarichi a chi gli è politicamente più vicino trascurando gli altri; in chi fa vincere un posto di lavoro a colui/colei che gli fa più comodo; in chi assegna incarichi di rilievo a persone che non se lo meritano o non ne sono all’altezza, ma hanno bisogno di essere ripagate; in chi da un’ adesione politica solo perché vuole ottenere qualcosa.
E’ sicuramente presente nella politica nazionale che si nutre di simili atteggiamenti ed è’ in coloro che non hanno voluto concedere a Roberto Saviano e a Enzo Biagi la cittadinanza onoraria milanese e l’ambrogino d’oro perché alla mafia e alla camorra devono render conto o non si identificano nei valori di giustizia e democrazia evidenziati da questi due scrittori.
E’ attivamente presente anche in chi diventa adulatore della classe politica in carica, mettendo da parte le proprie idee, per averne un utile tornaconto, ed è passivamente presente anche in chi, palesandole invece le proprie idee, è costretto a non firmarsi per tutelare la propria pace e la propria tranquillità….
Il termine ‘mafioso’ o ‘camorrista’ nato per indicare un appartenente ad organizzazione criminale, è diventato sinonimo di un comportamento individuale e sociale molto diffuso che delle organizzazioni criminali conserva, in piccolo, un meccanismo simile per ottenerne effetti simili.
Chiaramente, le conseguenze di questi comportamenti ricadono sempre sulle persone più deboli e incapaci di difendersi dalla tracotanza dei prepotenti.
Non si può parlare di vittoria sulle mafie e sulla camorra fino a quando non si riuscirà ad annullare questi atteggiamenti così radicati nella società e nella vita di ogni giorno.
Ma lo vogliamo veramente?
Robin Hood
bravo robin si grande
RispondiEliminaCondivido in pieno il contenuto del post. Finalmente qualcuno che comprende il vero volto della mafia o camorra che si voglia. Non ho compreso però che ci azzecca la cittadinanza non data a Saviano e Biagi con la mafia. Nell'autore c'è quella distorsione ideologica comune a tutti quelli che si definiscono di sinistra. Anche se si sforzano di fare un discorso equilibrato devono sempre dare una sterzata verso la propria deprimente ideologia.
RispondiEliminaNoooo.E quando compiamo qualcosa che si dirige verso la legalità, non guardiamoci alle spalle, ma spariamo avanti contro i furbi, i politici falsi, i conoscenti voltafaccia..camminiamo senza paura del futuro. Non rinasceremo una seconda volta, ma nemmneo loro. Rocco.
RispondiEliminaX 21,08
RispondiEliminaE tu verso la tua!
Vi consiglio di leggere il libro di Raffaele Cantone, il magistrato che in questi anni ha dato un duro colpo alla camorra. Sono narrati i nostri luoghi, persone e personaggi di cui abbiamo sentito parlare o addirittura conosciuti.
RispondiEliminaCapire a fondo il passato per debellare sistematicamente il cancro che devasta la nostra terra.
Mi congratulo vivamente con Robin Hood per l’articolo; veramente notevole e da far riflettere. Ho apprezzato soprattutto la parte finale dove fa riferimento ad alcuni atteggiamenti da tempo radicati nella nostra zona che ritengo nostro dovere eliminare al più presto se vogliamo cambiare qualcosa. Soprattutto la squallida abitudine di vantare amicizie politiche o pseudocamorristiche, la voglia di farceli “compari o padrini” e aggiungerei anche quello di far riferimenti sia pur scherzosi a certi comportamenti mafiosi, che ritengo assolutamente fuori luogo considerato il livello d’intelligenza inversamente proporzionale a quello della malvagità degli appartenenti alle mafie.
RispondiEliminaIsoliamo il nostro male; non diamogli cassa di risonanza, e - come dice Rocco delle 21,11- camminiamo senza paura verso il nostro futuro, cercando di rendercelo migliore, tanto non rinasceremo ma neanche loro.
Insomma cominciamo a riscoprire alcune parole che da tempo dalle nostre parti sono cadute in prescrizione come responsabilità e legalità, anche a costo di sembrare retorici o di combattere contro i mulini a vento.
E’ vero certe cose hanno un prezzo ma questo sinceramente non mi sembra esagerato.
P.S.- sperando che nel commento non si ravvisino distorsioni ideologiche tali da determinare una sterzata verso la mia deprimente ideologia, mi auguro di sentire (si fa per dire) quanto prima la voce dell’amico Cavallo Pazzo.
x Rocco h 21,11
RispondiEliminaDici bene Rocco, ma ricordati che a un povero cristo che denuncia apertamente certe cose, nessuno dà la scorta 24 ore su 24 e nessuno gli difende tutti i membri della famiglia.
Per fortuna, a Carinola, non abbiamo problemi così gravi, ma sapessi quanti voltafacce e quanti ghigni vedi sul viso degli amici per il semplice sospetto di scrivere sul quiquirì!
Per 7,32 hai proprio ragione non basta i morti che ti bestimmiano se avessero la forza te lo farebbero pagare anche fisicamente.Autori, simpatizzanti del quiquirì sono tutti odieati.
RispondiEliminaX 7,32
RispondiEliminaHai detto proprio una cosa verissima. Purtroppo Casanova è piena di ipocriti bacchettoni perbenisti che si sentono investiti dal fuoco sacro dell'onestà e si sentono offesi da chi non firma gli articoli. Non fa niente che poi loro parlano e sparlano dietro le spalle delle persone e se possono gli ficcano un bel coltello nella schiena! Intanto hanno salvato la loro bella faccia!
Vorrei proprio vedere se, firmando un articolo, ti verrebbero a dire "bravo, non concordo ma apprezzo" o se ti tratterebbero come l'ultimo cane della piazza e cercherebbero di fartela pagare in ogni modo possibile! Ipocriti!
Il potere vi odia la maggior parte della gente vuole che continuate.
RispondiEliminaE noi continueremo!
RispondiEliminaX due calzini, la tua battuta finale è fuori luogo.Chi scrive sa leggere fra le righe ed essere obbiettivo,stanne certo. Se dico che c'è una deprimente ideologia è sicuro che c'è. A volte la si può manifestare anche inconsciamente. Se ti può far piacere nel tuo ottimo commento, che ho molto apprezzato, non ho ravvisato alcuna deprimente ideologia. Sto parlando del commento che hai scritto, no del tuo cervello.
RispondiEliminaSimpatizzo e concordo con Robin Hood che leggenda vuole paladino degli oppressi, in questa fase in cui i poveri sono sempre più poveri ei ricchi sempre più ricchi Robin Hood è quello che ci vuole.
RispondiEliminaInnanzi tutto credo che il riferimento al Comune di Milano non riguardasse il riconoscimento in quanto tale ma una supposta sudditanza a poteri trasversali che non avrebbero acconsentito.
Fugato ogni dubbio legato al fattore ideologico mi complimento con l'estensore del post il quale ha centrato in pieno l'obbiettivo ,criticando la camorra ma anche i comportamenti camorristici che in qualche modo amplificano il problema e sottolineano atteggiamenti che andrebbero combattuti a favore della legalità e della meritocrazia , che da noi pur essendo un merito, viene trattata come una colpa.
Ribellarsi a tanto e gridarlo a gran voce fa sì che se ne prenda coscienza collettiva aumentando la resistenza che la solitudine, in queste vicende, rende deboli e indifesi.
Gli interventi fin qui letti sono tutti apprezzabili e danno la misura di quanto , anche qui da noi , il problema sia sentito, ma è necessario fare di più e subito ,per affermare il principio della legalità ed il rispetto delle regole creando un esercito degli onesti che è di gran lunga più forte e più numeroso di quei pochi che grazie all’ uso delle armi, del ricatto e della violenza tengono in scacco un’intera Nazione.
Roberto.
Solidarietà ai ragazzi del "quiquirì" oggi si contengono con minacce verbali domani speriamo bene.
RispondiEliminaSi può definire un cammorrista anche quello che minaccia si specialmente quanto se la prende con una persona indifesa. La minaccia cammorristica non è solo quella di chiedere un estorsione o quant'altro di illegale è anche quella di spaventare una persona per qualsiasi motivo.
RispondiEliminaBel post. Chiaro, semplice e molto veritiero.
RispondiEliminaPurtroppo alla domanda che Robin formula alla fine bisogna rispondere: no, non lo vogliamo.
A troppe persone fa comodo un comportamento simile, perchè solo così riescono ad ottenere qualcosa. Con le proprie forze, vuoi per incapacità, vuoi per altro, non riuscirebbero ad ottenere quello che vogliono. La dura legge della vita è purtroppo questa: il più forte sopravvive. Gli altri subiscono. Anche se sono i migliori.
i ragazzi del quiquiri sono tali...dovranno pur crescere un giorno...
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