Quando Dio diede la donna come compagna al primo uomo, forse non si aspettava che sarebbe stata proprio lei la prima ad aprire gli occhi. Quella mela, che per la Chiesa è simbolo di peccato e disubbidienza, ha per noi una valenza molto diversa: quella dello stimolo alla curiosità, alla conoscenza e all’azione. Peccato che in quasi tutte le culture sia stata trasmesso solo l’aspetto religiosamente negativo della donna che l’ha relegata in una posizione di sudditanza rispetto all’uomo.
A noi piace pensare che, per secoli, l’uomo si sia preso la rivincita sulla donna, che sapeva più capace e più intraprendente di lui, semplicemente schiacciandola con la sua forza. E, purtroppo, in molti luoghi ancora avviene.
Nella cultura carinolese, per fortuna, non è più così, ma non è ancora colì. La donna tuttora subisce le piccole discriminazioni, volontarie o involontarie, dell’essere donna.
Nel nostro Comune, essa non trova gli spazi adeguati che competono le sue conoscenze e le sue capacità né, tante volte, li cerca. Confinata com’è dalla storia ad un ruolo secondario, si rassegna facilmente a rimanere più nascosta e meno partecipe alla vita pubblica.
L’occupazione femminile sul territorio riguarda, oltre allo scontato ruolo di casalinga e madre, le attività commerciali, l’insegnamento, il lavoro impiegatizio comunale e soprattutto il bracciantato agricolo. In questo periodo di crisi poi, la disoccupazione ricade di più sulla donna che sull’uomo il quale trova modo di occuparsi in vari altri settori.
La presenza femminile è invece molto più marcata nel sociale e in quelle attività extra scolastiche formative per i nostri adolescenti, quali possono essere le catechiste e le assistenti in oratorio, figure che non essendo molto visibili, non vengono valorizzate come si dovrebbe, ma che hanno un valore importantissimo poiché tolgono tanti ragazzi dalla strada.
La presenza femminile si riscontra anche nelle agenzie assistenziali e nella cura dei luoghi di culto: attività molto utili alla comunità, ma che non producono né denaro né gloria e a cui non viene dato il giusto spessore.
In politica, pur facendo risaltare il suo valore e le sue capacità nella gestione della cosa pubblica, la donna carinolese non ha uno spazio vitale adeguato e la sua ricchezza in fatto di proposte e di risorse, non viene messa a disposizione della comunità.
All’unica donna presente in quest’Amministrazione Comunale non è stato dato nessun incarico di rilievo se non quello di semplice consigliera. Forse meritava di più, sia per cultura sia per capacità.
Eppure la grande capacità di attivazione delle donne si è rivelata nella catastrofe che lo scorso anno stava travolgendo il Comune, quando la presa di coscienza verso il problema che stava arrivando è partita proprio da loro.
Davanti ad un vero problema che interessava il futuro di tutta la comunità, del territorio e dei figli, la donna ha fatto da traino, attivandosi con tutte le sue forze, tralasciando casa, famiglia, terreni e tutto ciò che di solito la occupava, per assicurare la sua presenza là dove era più necessario e dove sentiva di dover stare, giorno e notte, spronando e coinvolgendo anche gli uomini di famiglia.
Non avendo contorni politici che le offuscavano la mente, la donna si è impegnata in maniera istintiva e schietta per aiutare a sanare una situazione che sembrava difficilissima.
Oggi, a un anno di distanza da quella terribile avventura, sentiamo il dovere di ricordare e rivolgere il nostro pensiero a tutte le donne del Comune di Carinola che hanno saputo difendere il futuro del territorio con le unghie e con i denti, dimostrando di essere tenaci e combattive e, soprattutto, di avere le idee molto chiare.
Buon Natale
Donne per le donne
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