Gentile Redazione
Ho letto con interesse il post “Donne per le donne ” e mi complimento per la chiara esposizione, anche se, penso, l’argomento dovrebbe essere ampliato ed approfondito.
L’articolo, nella prima parte, mi ha divertito per l’ironia in esso racchiusa, ma anche è stato motivo di riflessione.
Divertito per come è stato presentato il peccato originale….una veste a cui mai avevo pensato: Eva che “convince” il povero Adamo a dare un morso al succulento frutto, andando contro il volere di Dio, non perché ingannata da Satana con le sembianze del serpente, ma perché mossa dalla curiosità che è poi lo stimolo principale per la conoscenza…. sottintendendo quindi la capacità innata nella donna di riuscire a stimolare la creatività dell’uomo in molti campi.
E questo mi ha portato a riflettere sul peso che tante donne, di cui mai conosceremo il nome, hanno avuto nel campo della ricerca, dell’arte, della religione e, permettetemi, anche in un campo da cui le donne sono sempre state estromesse: la strategia militare. Siamo certi che i vari condottieri che si sono susseguiti nei secoli, non chiedessero un ultimo parere alle rispettive mogli prima di intraprendere una battaglia? Se è vero il detto che dietro un grande personaggio c’è sempre una ancor più grande compagna….io propenderei per questa ipotesi.
La seconda parte del post è per me difficile da commentare, in quanto fa riferimento a una realtà, quella carinolese, a me sconosciuta perché ligure, anche se, purtroppo e da quel che ho letto, non credo si discosti molto dalle realtà esistenti in tutte le regioni italiane. Le discriminazioni verso il “gentil sesso” esistono ovunque, a partire da stipendi più bassi (ad eguale responsabilità) fino ad arrivare ai ricatti veri e propri nell’ambito lavorativo (non credo sia necessario specificare di quali ricatti parlo).
Se poi andiamo a verificare il contributo che la donna dà alla società, ci accorgeremo che, in termini lavorativi, il suo apporto è di molto superiore a quello dell’uomo, in quanto, oltre all’eventuale impiego fuori casa, è occupata anche per i lavori necessari al buon andamento della vita famigliare…marito…figli…tenuta della casa e così via. Anche nel caso della pura casalinga, non possiamo parlare di “vita facile”. Credo che ogni padre (non lo chiamo “capo famiglia” perché ritengo questa definizione assolutamente errata) che si sia trovato anche per una sola settimana a dover svolgere il compito della “casalinga” capisca ciò che intendo dire.
Detto questo, vorrei dire la mia opinione sul resto dell’articolo, dove viene evidenziata la bassa considerazione che viene data al lavoro femminile nell’ambito del territorio carinolese.
Mi permetto di fare un appunto.
Vengono elencate le varie attività dove le donne prestano la loro opera… e m’accorgo che sono presenti in tutti i campi. Si dice anche che esse non sono valorizzate come meriterebbero, ma subito dopo si scrive che “si rassegna facilmente a rimanere più nascosta….”
Una domanda sorge spontanea.
Perché?
Non credo che oggi la donna, sia essa abitante a Carinola oppure in altre città,, non abbia la capacità di far valere i propri meriti e/o diritti. Il livello d’istruzione è pari al “sesso forte” (?) e anche la capacità lavorativa non è assolutamente a lui inferiore. Allora…quale la risposta?
La risposta è in quella frase “si rassegna”. Che brutta parola!
Si fa riferimento anche alla presenza politica dell’unica donna facente parte del Consiglio Comunale, poco valorizzata e ascoltata.
Se così fosse, ma questa è soltanto l’impressione di uno che non vive i problemi carinolesi, la colpa di tutto questo ricade su voi donne, che non sapete o non volete agire in modo da cambiare questo stato di cose. A prescindere dall’idea politica di ognuno, siete voi donne che dovete intervenire presso i vostri rappresentanti e PRETENDERE una più corretta rappresentanza nella vita pubblica e siete sempre voi donne che dovete INTERVENIRE presso i vostri rappresentanti sindacali per cambiare uno stato di cose a voi non favorevoli.
L’articolo fa anche riferimento ad una situazione grave verificatasi lo scorso anno nella vostra città e per la quale le donne si sono impegnate in prima persona, ottenendo risultati positivi.
Il caso viene citato come “vero problema” . Perdonate la mia ignoranza, ma tutto quello a cui fa riferimento l’articolo…non rappresenta un vero problema?.
Io penso di sì.
I problemi esistono finché qualcuno non decide di risolverli. Nel vostro caso esisteranno fino a che voi donne non vi renderete pienamente conto che non siete sussidiarie agli uomini e che avete la capacità e l’intelligenza di fare ciò che gli uomini fanno…e penso anche in modo migliore perché, come viene riportato alla fine del post, avete la mente sgombra da sotterfugi politici e di potere.
In parole semplici…siete ancora oneste e, spero, che lo rimaniate ancora a lungo.
Grazie per la disponibilità a ricevere questo mio commento, anche se non sono vostro concittadino, e auguri per il Nuovo Anno.
Albino
Grazie Albino, bellissimo post! Tanti Auguri anche a te e alla stupenda Liguria
RispondiEliminaIl post "Donne per le donne"era incommentabile,anzi ,direi quasi offensivo. Non mi ha fatto assolutamente piacere sentirmi definire: un essere, creato per volontà di un Dio subordinato all'uomo;sfuggito, non si capisce il perchè,al suo destino a cui tale dio l'aveva destinata. Nessun stupore se tale post l'avesse scritto il solito uomo clericalmaschilista. In questo luogo, continuiamo ad essere vittime di società composte da uomini da bar! Caro Albino,vuoi sapere cosa faceva l'unica quota rosa della odierna amministrazione,quando le donne di cui si parla erano a presenziare il presidio? Nulla! Era al calduccio di casa sua,e probabilmente ,a criticare quella masnada di pettegole che non avendo voglia di stare a casa loro,si ritrovavavno vicino a quei falò a perder tempo. La quota rosa che ci rappresenta è questo,caro il mio Albino.Io sono mia!!!
RispondiEliminaCarissima 10,05
RispondiEliminatu sei una che quando legge, non capisce un granchè se non quello che vuole capire. In quanto a senso critico ed analitico, nisba! E in quanto a cultura... ancora peggio!
Mi fai un po' pena. Continua ad essere tua così come sei, sono sicura che il mondo non si accorgerà della tua presenza.
Oltre al calduccio era impegnata a chiedere ed ottenere gli incarichi con Di Biasox. Però è stata sveglia ha capito che c'era un cambiamento di poltrone ovviamente.
RispondiEliminale donne di Carinola come tutte le altre donne ... non hanno le palle. "Per fortuna", direbbe qualcuno, ma nemmeno su questo punto la pensano tutti allo stesso modo. Ma sai che palle se fosse così? Chiedo scusa per aver turbato "il pensiero unico dominante" che pensa le donne impegnate sotto le scrivanie dei potentucoli di turno. W le donne, i transgender ecc. ecc.
RispondiEliminaIn c* a chi la pnsa diversamete. Oggi mi sento democratico ma nn capisco ancora se di destra o di sinistra.
revolucion
Albì tu stai scetato ruormi o è fanatsia? a vita o ssai cherè è na livella uomini e donne songo tutti uguali è a vuluntà chi ffa essere diversi.
RispondiEliminaQui da noi ,come credo altrove dalle nostre parti, non c'è discriminazione ,ma spesso vittimismo , perchè anche se meridionali e tradizonalisti qui nessuno si sogna di dire alla donna quello deve o non deve fare.
Da noi la donna studia se ne ha voglia , o lavora qualora , come per gli uomini , riesce a trovarne.
In politica più che essera cacciate dagli uomini ,,sono loro stesse ad essere restie al protagonanismo , tanto è vero che trovare donne da collocare in liste è un compito arduo.
Io credo che qui il gentil sesso , e mi piacerebbe essere smentito di qui a poco fa quello che vuole sia in campo lavorativo che nella vita quodidiana senza ostacoli di sorta .
Se quanto affermo non fosse vero , invito le donne che scorrono queste pagine a renderci parecipi delle loro disavventure affinchè possiamo prenderne atto ed eventualmente intervnire per evitare sopprusi e sopraffazioni discriminanti.
per 12.27
RispondiEliminaMa chi ti dice che vorrei che il mondo si accorgesse di me??? Vorrei,al contrario di quello che tu pensi, essere anonima tra le anonime,e poi,se permetti,saranno fatti miei,ti basta?? La tua pena poi...uuffff,che valide argomentazioni!? Quanto alla mia errata comprensione del testo,rileggiti la prima parte del post. Ad ognuno il suo,ti senti una parte del costato dell'uomo? Che buon prò ti faccia!!
non c'è cosa più eccitante di vedere le donne che s'appiccicano
RispondiEliminaCara 10,05 e 20,22
RispondiEliminaforse non lo hai capito, ma la prima parte del post in questione è volutamente ironico.
A quanto pare, una post-sessantottina inutilmente arrabbiata contro tutto e tutti, il senso dell'ironia non sa neppure cosa sia!
per il facocero
RispondiEliminaTi piacerebbe ehhh?? Ma con me non c'è trippa per gatti,una gandiana come me non ti darà nessun piacere del genere. Prova alla porta accanto,le lunghe braccia del cristianesimo potrebbero soddisfarti in ogni senso. A volte le streghe ritornano...
X 23,09
RispondiEliminaok,ora che ci hai fatto sapere che sei una seguace di Gandhi (quale? Indira?...così mi sembra)calmati un poco. Mi sembri la fata turchina nei suoi momenti peggiori!
Le streghe tornano, ritornano....
RispondiEliminaSi mascherano, mimetizzano, confondono tra la gente. Hanno mille facce. A volte assumono persino quelle delle pacifiche e innocue gandiane che vorrebbero parlare di pace. Ma non sanno farlo perchè, nonostante la faccia possa ispirare dolcezza, il loro è un cuore di strega....
Ciao Anonimo delle 15,04
RispondiEliminaLa tua risposta mi ha fatto molto piacere perché ha toccato un punto importante che, a mio parere, dovrebbe essere approfondito e sul quale non mi trovi completamente d’accordo.
Parlo della discriminazione nei confronti delle donne. Affermi che sul vostro territorio non esiste, ma che, piuttosto, si dovrebbe parlare di vittimismo.
Se così fosse e me lo auguro, sareste un faro non solo per Carinola e dintorni, ma per il mondo intero.
Certamente sei al corrente delle difficoltà che le donne incontrano nel mondo del lavoro e che raramente sono apprezzate per quel che veramente valgono. Mi riferisco, per esempio, alla carriera nella quale sono ostacolate, molte volte, dal fatto dell’essere donna, il che comporta avere una famiglia, figli ecc. Le poche che arrivano ai vertici sono o dichiaratamente single o con famiglie potenti alle spalle. Le altre possono aspirare, al massimo, a un posto direzionale secondario e anche qui sono malviste dai colleghi maschi che poco sopportano il dover ubbidire a una donna.
Affermi che, a Carinola, non c’è discriminazione ma piuttosto una sorta di vittimismo da parte loro. Dal poco che conosco della situazione in generale nel nostro meridione, qui devo concordare con te. Sì, credo anch’io che esista questo voler “nascondersi” per poi avere una scusante per un mancato “successo”….ma mi piacerebbe leggere il tuo pensiero su ciò che ha portato a questo e, naturalmente, invito le donne di Carinola a fare altrettanto.
Personalmente penso che la “colpa” stia nel protagonismo maschile che, nei secoli, ha sempre visto la donna come “l’angelo del focolare” e che, ai giorni nostri, male accetta un suo coinvolgimento troppo accentuato nella vita sociale, agli alti livelli. Sono stati fatti molti passi avanti nel cercare di cambiare questa situazione che offende il mondo femminile, ma nemmeno si può pensare che secoli di “sottomissione” vengano spazzati via con un colpo di spugna. E’ ora la donna che, specialmente in alcune regioni, deve riuscire a superare questo ostacolo…e non è facile.
Con amicizia e sperando in una tua risposta.
Albino
P:S: Ho letto con piacere la massima in dialetto che hai scritto….è bellissima! E colma di saggezza. Grazie!
carissimo albino da 15.05 risposta vuoi ,risposta avrai.
RispondiEliminaDato per scontata la condizione generale della donna nel mondo lavorativo, che tu egregiamente descrivi, il mio commento andava un po’ oltre i luoghi comuni, , che vogliono la donna meridionale più “mal trattata” delle sue omologhe settentrionali, volevo affermare che qui da noi , e mi riferisco all’intero meridione , ma in modo particolare all’area abitativa in cui vivo , la donna nutre il massimo rispetto e io , come molti altri padri nella mia stessa condizione , faccio del tutto affinché le mie figlie abbiano il meglio di ciò che desiderano.
Non vieto loro di studiare , ne di andarsi a divertire , tantomeno , se vogliono , qualora in età, lavorare per assicurasi qualche distrazione che io non posso offrirle.
Come me tutti quelli che conosco , e ti assicuro non sono pochi, fanno lo stesso , la stessa cosa vale per la moglie , la quale , a suo insindacabile giudizio , decide se stare in casa o trovarsi un lavoro.
Se poi andiamo ad analizzare il mondo lavorativo allora non posso negare che spesso la donna vive una sorta di sudditanza psicologica ed effettiva , nei suoi sacrosanti diritti, a questo punto però , come ha fatto l’uomo anni or sono, deve scattare la molla della ribellione(civile si capisce) e l’arma della denuncia per reprimere eventuali tentativi di sopraffazione e pubblicare il datore di lavoro che non si comporti degnamente.
Come vedi non sono un razzista , tantomeno un maschilista incallito , ma a volte ci si barrica dietro frasi fatte per descrivere realtà che ,invece, andrebbero cambiate , con la lotta di classe fatta insieme da uomini e donne per affermare i diritti conseguiti e lanciare nuove formule capaci di soddisfare le moderne esigenze della donna e della famiglia.
Per Albino.
RispondiEliminaDopo la lettura di tanti commenti interessanti, voglio ringraziare tutti e soprattutto te, Albino, per il bel contributo che hai dato a questo articolo. Continua a dire la tua su questo blog perchè sei senz'altro una persona molto analitica e preparata e lo scambio di idee con persone così, può fare solo bene a tutti. Si, hai ragione bisognava approfondire di più l'argomento, ma questo significava fare un vero e proprio studio invece che un semplice articoletto per un blog. Penso che altri aspetti riguardo la donna, saranno approfonditi man mano in altri articoli futuri. Ora voglio solo dire che l'amico delle 15,05 ha ragione dicendo che la donna nel carinolese è molto rispettata, ma non è assolutamente esente dalle piccole discriminazioni quotidiane. Il nostro amico non può saperlo perchè, essendo uomo, non vive le stesse situazioni di una donna, ma se lavorasse nel privato come la sottoscritta e dovesse affrontare una maternità, se ne renderebbe conto. Ha ragione però nel parlare di vittimismo della donna, anche se, più che vittimismo, io parlerei di mancanza di ambizioni o di 'volersi accontentare' della propria situazione. Mi sembra di capire che tu sia meridionale di origine e quindi puoi comprendere. Qui al sud, la condizione attuale della donna ha origini storiche e culturali molto profonde le quali condizionano non poco le scelte femminili. Da noi, più che al nord, i ruoli sono ancora ben definiti, per fortuna devo dire: all'uomo competono delle cose, alla donna altre cose. Nonostante la donna sia stata liberata da certi vincoli del passato, è e rimane, nel sentire generale, moglie e madre. Tutto il resto è secondario. E' una questione soprattutto mentale, diffusa sia nell'uomo che nella donna stessa. Per soddisfare questo ruolo che la storia le ha riservato, la donna rinuncia volentieri a tutto il resto, accettando di vivere più nascosta e di non partecipare a decisioni che pur la riguardano. Il mio augurio è che le donne continuino ad essere le stupende mogli e madri di sempre, ma che sappiano anche risvegliare la loro coscienza sociale partecipando di più alla vita pubblica del Comune che ha tanto bisogno del prezioso apporto femminile. Se la donna riuscisse a trasferire nel pubblico la determinazione e la volontà che ha nel privato, nonchè le sue capacità, sicuramente ne verrebbe un gran bene per tutta la comunità. Un saluto
buona discussione
RispondiEliminaCaro amico delle 15,05….mi suona un po’ strano iniziare così, anche se lo trovo simpatico.
RispondiEliminaHai ragione. Concordo con te circa i luoghi comuni che ancora circolano per la Penisola, riguardo al presunto stato di sudditanza della donna del sud nei confronti dell’uomo. Forse questo era vero 50 anni fa, ma, ai giorni nostri, non credo sia ancora possibile (se non in qualche sperduto paese dell’entroterra, nord compreso) che le giovani donne si lascino condizionare da un’educazione troppo rigida in cui il padre (o la madre) cerchino di imporre il loro modo di vedere, senza considerare la realtà della vita odierna. Salvo, naturalmente, l’insegnamento dei principi morali, i quali non hanno età né collocazione geografica.
Come hai ben inteso, mi riferivo alla situazione della donna nel campo lavorativo e del sociale, dove ancora esiste una disparità tra i due sessi.
Ciò che hai scritto è assolutamente vero, circa i rimedi da adottare per supplire a queste ingiustizie: lottare per arrivare alla vera parità uomo/donna.
Soltanto una cosa vorrei dire.
Quanti uomini, politici e non, pensi sarebbero disposti ad appoggiare una lotta tesa a dare completa dignità alle donne?
Quando gli uomini protestavano per il raggiungimento dei loro sacrosanti diritti, molte donne erano al loro fianco. Vorrei tanto credere che anche in questo caso gli uomini fossero pronti ad appoggiare le loro rivendicazioni, ma su questo mi sorgono tanti dubbi. Un esempio? Le famose quote rosa, da tutti i gruppi politici sbandierate, ma poco rispettate…almeno nelle percentuali che in campagna elettorale venivano proclamate.
Un saluto
Albino
Ciao cara “autrice” e grazie per le belle parole nei miei confronti…anche se immeritate.Mi rendo conto di esprimermi sempre smaccatamente a favore della donna, ma le esperienze da me vissute in altri Paesi, dove la donna è veramente “sottomessa” all’uomo, mi ha portato ad una “deformazione” nei giudizi. Alcuni anni fa feci anche uno studio sulla situazione della donna nepalese e, nel caso fosse di tuo interesse, potrei inviartene copia via mail. Potresti trovare spunto per ulteriori tuoi articoli, anche se riferiti a realtà completamente diverse.
RispondiEliminaPer quanto scrivi, facendo riferimento all’amico delle 15,05, mi permetto di dissentire, in quanto il tuo concittadino (almeno credo), penso sia ben al corrente della situazione discriminatoria nel campo lavorativo che, anche se non sempre, le donne devono sopportare. Ha anche ben chiarito il suo pensiero su come si dovrebbe agire per il superamento di questa situazione e, pur se uomo, sono certo che conosce benissimo come la donna viene trattata se si “permette” di rimanere incinta, anche se, ultimamente, importanti passi sono stati fatti per la salvaguardia della donna lavoratrice e madre.
Leggendo la seconda parte del tuo commento, ho avuto qualche perplessità, dovute, penso, alla mia non conoscenza della cultura del meridione.
Sono a conoscenza della grande attenzione che si dà alla famiglia, dove figli e marito hanno la priorità su tutto il resto, ma questo, spesso, porta la donna/moglie/madre a sopportare ed accettare situazioni che non fanno onore né a lei e, ancor meno, al marito/padre che, a volte, si approfitta di quella che tu chiami “accettazione del vivere più nascosto ….” Pur ammirando la dedizione alla famiglia, non penso sia un fattore positivo il rinunciare, anche se in parte, al dare il proprio apporto alla società. Non è necessario “tradire” il ruolo di moglie e madre per fare questo. Pur rendendomi conto della responsabilità che questo ruolo comporta, penso sia sufficiente un pizzico di volontà e …sì…anche curiosità verso il mondo che scorre al di là della porta di casa. Il delegare agli altri la costruzione della società in cui viviamo potrebbe anche non essere ciò che noi desideriamo per i nostri figli e mi associo all’augurio che tu fai al termine del tuo scritto.
Un caro saluto, nell’attesa di leggere l’approfondimento al tuo scritto.
Albino
P:S. amo molto il meridione anche se, purtroppo, ho avuto poche occasioni per visitarlo, ma le mie origini sono genovesi e friulane
Per Albino.
RispondiEliminaSi, mi piacerebbe molto ricevere i tuoi studi sulla donna nepalese. Per ovvie ragioni, non posso darti un mio indirizzo di posta elettronica, ma puoi contattare la redazione di questo blog che provvederà a inoltrarmi la tua mail così potremo metterci in contatto e scambiarci informazioni. Grazie della tua squisita disponibilità. Ciao
Da 15:03 risposta.
RispondiEliminaAlla commentatrice che accetta la mia posizione per la quale a Carinola a livello sociale non esistono forti contraddizioni verso la donna vorrei precisare che ho anche asserito che non è la stessa cosa in ambito lavorativo, ha anche detto che bisogna cercare di ribellarsi e che le donne in questa battaglia, di civiltà, non vengano lasciate sole.
Ad albino dico che non so quanti politici o uomini d’affari o altri pezzi della società sono pronti a sostenere questa battaglia ma , credo, che la sensibilità verso questo problema ci sia e al momento opportuno ci potrebbe essere l’apporto necessario.
In alcuni partiti della sinistra radicale , oggi extraparlamentare, è già in uso l’uguaglianza di genere e tutti gli organismi eletti in sede di congresso, ad esempio, devono contemplare una percentuale femminile pena la decadenza.
A volte però rimane difficile reperire materialmente le interessate per scarsa presenza e militanza o per ‘impossibilità oggettiva , dovuta sicuramente agli impegni sia lavorativi che domestici che vedono , spesso la donna impegnata , disumanamente , per un arco di tempo che non lascia spazio alle pubbliche relazioni.
L’uomo dovrebbe farsi carico di questa esigenza e consentire alla donna di relazionarsi con la società ed apportare il suo , indispensabile, contributo in termini di idee e d iniziative, che spesso ci sfuggono.
Detto questo , credo sia opportuno segnalare , però , che anche chi ha il tempo disponibile , ameno dalle nostre parti, non sempre si impegna nel sociale lasciando agli uomini gran parte dello spazio disponibile , non so se per mancanza di ambizioni o per pregiudizi non ancora superati completamente evitando alla donna le pari opportunità tanto agoniate.