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giovedì 3 aprile 2014

La Madonna rubata che salvava dal degrado



E' di questo pomeriggio una notizia sconcertante, apparsa su un noto sito di informazione casertano: una statuetta della "Madonna dei Raggi" è stata rubata a Mondragone, zona mare, viale Europa precisamente. Ma non è tutto. La Madonna era stata collocata da alcuni cittadini con uno scopo ben preciso e che sarebbe interessante approfondire anche dal punto di vista antropologico. Quale?
E' di questo pomeriggio una notizia sconcertante, apparsa su un noto sito di informazione casertano: una statuetta della "Madonna dei Raggi" è stata rubata a Mondragone, zona mare, viale Europa precisamente. Ma non è tutto. La Madonna era stata collocata da alcuni cittadini con uno scopo ben preciso e che sarebbe interessante approfondire anche dal punto di vista antropologico. Quale?



Ebbene, per dissuadere i barbari ad abbandonarvi sacchi di spazzatura che degradavano quel luogo, un gruppo di persone aveva pensato bene di collocarvi una madonnina, in modo tale da provare a scoraggiare gli sversamenti. E l'idea ha funzionato. La strada in questione, da qualche mese, aveva ritrovato grazie alla statuetta un certo decoro, per la gioia dei residenti, le maestre ed i bambini che frequentano un asilo materno. Fino a ieri, ed ora?

A quanto i residenti, fautori dell'iniziativa, non intendono mollare.

In effetti, l'ingegnosità di questa trovata è senz'altro da riconoscere. Pensate solo un momento: la gente che fino al giorno prima era mal abituata a lasciare tranquillamente il suo sacco d'immondizia, di fronte alla madonnina hanno cominciato ad esitare, quindi cambiato idea. Perchè? Proprio questo sarebbe interessante scoprire, ossia che cosa ha operato una statuetta nelle menti per indurle ad invertire l'idea di partenza. Certo, qualcuno ora risponderà che sarà andato a buttarlo altrove il sacchetto ed aggiungo non possiamo mica pensare di collocare santi e madonne dappertutto. 

E voi cosa ne pensate? Qual'è la vostra idea che suggerireste per dissuadere i barbari ad abbandonare rifiuti, nelle piazze, strade e campagne?







domenica 1 aprile 2012

Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi



Ero presente mercoledì scorso alla preghiera della gioia che si tiene ogni settimana dalle suore di Carinola, quando, alla fine di una sobria celebrazione in cui si era venerata la Croce, don Paolo Marotta ha comunicato a tutti i presenti la sua decisione di non celebrare più la preghiera.
E’ inutile dire che le persone presenti sono rimaste senza parole, poi hanno cominciato a protestare, qualcuno a piangere. Don Paolo ha dovuto calmare l’assemblea chiedendo silenzio e riflessione a tutti, a cominciare da se stesso.
Proprio per acconsentire alla volontà di don Paolo di usare questo periodo come momento di riflessione, rifletto. E mi faccio anche delle domande, a cui cerco di trovare una risposta.
La preghiera della gioia non è nata dalla volontà di don Paolo; è nata dal desiderio di alcuni giovani di riunirsi insieme per pregare e cantare; per vivere la loro fede nel modo a loro più congeniale. Solo più tardi, quando già si riunivano da qualche tempo, il sacerdote si è offerto di guidarli, sicuramente per due motivi specifici: primo, per accoglierli e farli sentire parte di un tutto che si chiama Chiesa; secondo perché anche a lui piace cantare, giovane con i giovani.
Ho partecipato spesso alla preghiera della gioia ed ho sempre visto una cappella piena di gente, ma soprattutto piena di tantissimi giovani e tanti uomini. Molte conversioni ha operato lo Spirito tramite questa preghiera; e questo è un dato di fatto. Don Paolo è stato sempre una guida straordinaria, che sapeva incitare al canto, ma anche al raccoglimento e al silenzio. E silenzio e raccoglimento si facevano.
Ora questo sacerdote viene accusato di allontanare le persone dalle loro parrocchie…. e lui, molto umilmente, si fa da parte per non creare malumori tra i suoi confratelli.

Quest’accusa così puerile mi fa venire da ridere. Beh, se le persone si allontanano dalle loro parrocchie, non è certo per causa di don Paolo o di quell’incontro settimanale, che può essere benissimo considerato un approfondimento della vita parrocchiale. Per conto mio, le ragioni vanno ricercate altrove: nell’incapacità di molti sacerdoti di mettersi sulla stessa lunghezza d’onda dei loro fedeli e soprattutto dei giovani; nella loro incapacità di accettare il carisma di un altro sacerdote.
E’ inutile negarlo, l’invidia e la gelosia hanno sempre trovato la porta ben aperta nella santa romana chiesa, che da madre si trasforma spesso in matrigna. Se poi aggiungiamo anche un pizzico di superbia da parte di chi non vuole sentirsi secondo a nessuno, ecco allora che la luciferite afferra e schiavizza il malcapitato. Mettiamoci ancora l’indolenza di un Pastore che, dopo aver partecipato lui stesso alla preghiera ed averla molto apprezzata, non riesce a valorizzare quest’ iniziativa di primo annuncio ai lontani, beh allora la pentola è bella e pronta!
Tutti nel calderone per essere cotti a fuoco lento? No!...

Quegli stessi giovani che avevano iniziato la preghiera tre anni fa e a cui si aggiungono ora molti altri, hanno deciso che non rinunceranno a quell’incontro settimanale così importante per loro.
L’incontro ci sarà lo stesso, anche senza don Paolo, perché don Paolo non era il fine della preghiera, era solo lo strumento, la guida che aiutava a pregare meglio. Quei sacerdoti che hanno protestato contro un’ iniziativa così positiva, possono gioire perché la loro malvagità ha ottenuto il risultato che volevano: quella di togliere un valido aiuto a chi aveva comunque voglia di incontrarsi per pregare insieme e a coloro che, grazie alla preghiera della gioia, hanno riscoperto il valore della spiritualità.
Credo che questi ragazzi saranno comunque aiutati perché, come dice Gesù, “dove sono riuniti due in mio nome, là sono io”.

Anima critica

lunedì 4 aprile 2011

Un uomo che ha capito

Che non si vive di solo pane, lo sappiamo e lo accettiamo tutti, ma il cibo che nutre l’altra parte di noi, quella spirituale, non sempre è di prima scelta. A volte ci si accontenta di scarti che non soddisfano affatto il nostro io superiore, ma lo accogliamo tranquillamente perché non ne conosciamo altri o nessuno ce li propone nel modo giusto. Ed ecco che i giovani di oggi trovano sollazzo in tante attività che possono diventare anche pericolose: le discoteche, le uscite notturne con gli amici verso le quali non ci sarebbe nulla di male se non fossero accompagnate da  ingestioni di droghe pericolosissime o di alcool che spesso portano ai disastri stradali che  angosciano i nostri fine settimana. Molti giovani di oggi non conoscono altra strada che lo “sballo” per stare bene con se stessi e con gli altri.

C’è però chi sa che c’è un’altra strada per stare bene con se stessi e con gli altri e non ha avuto paura di proporla alle nuove e alle vecchie generazioni.
Don Paolo Marotta, parroco di San Donato e Ventaroli, è ciò che io definirei un prete di frontiera, costretto com’è a dividersi tra due parrocchie non senza difficoltà, perché i problemi pratici e logistici di queste due piccole comunità sono tanti. Quello che però caratterizza don Paolo è la forza d’animo, il non avvilirsi o piangersi addosso e da ogni situazione, per quanto problematica possa essere, cerca di tirarne fuori il meglio. E’ un uomo che fa perchè ha capito.  

Ha capito che i giovani vanno presi per mano e condotti verso strade più sicure, ma ha anche capito che i ragazzi di questi luoghi sono troppo abbandonati e lasciati a se stessi da tutte le istituzioni.
Quando allora si è presentata l’occasione, ha dato subito la sua disponibilità per affrontare una nuova esperienza formativa: aiutarli a crescere, offrendo loro la possibilità di vivere la fede con gioia, cantando e ballando, secondo il sentire delle nuove generazioni, ma che piace tanto anche alle vecchie.
 Più di un anno fa, un seme è stato gettato nel silenzio della chiesa di San Donato. Oggi quel seme è  germogliato ed è diventato albero rigoglioso, tanto che la chiesa di San Donato non è bastata più a contenere tutte le persone che ogni mercoledì sera si ritrovavano insieme. Così sono state le suore di Carinola ad offrire la propria cappella, abbastanza grande per accogliere le 300 e passa persone che si riversano a Carinola da ogni parte del Comune e dei dintorni.
Stupenda esperienza che tutti dovrebbero fare, soprattutto i più giovani che pensano che vivere la fede sia un’esperienza inutile e ammosciante! E’ un abbracciarsi, un sorridersi, un cantare e ballare insieme, ma anche un raccogliersi nel silenzio e nella meditazione. E’ soprattutto un elevarsi insieme.
Credo che tutti noi dovremmo essere grati a don Paolo per l’opportunità di crescita che offre a noi tutti  e all’attenzione che ha  verso i nostri ragazzi, visto che le altre agenzie educative sono latitanti.
Fotinai

sabato 7 novembre 2009

Crucifige… il crocifisso

La corte europea di Strasburgo ha emesso una sentenza molto chiara: via il crocifisso dalle aule scolastiche italiane. Tutto questo in nome della laicità dello Stato e del diritto di tutti di professare la propria religione senza sentirsi offesi dai simboli di altre religioni. Alla corte europea danno man forte anche personalità dello spettacolo come Dario Fo che vede nel crocifisso il simbolo di una religione di Stato gestita dai cattolici.

Beh, che male ci sarebbe?

Qui siamo in Italia. Il Paese dove è stato crocifisso San Pietro e dove è stato decapitato San Paolo. Dove migliaia di martiri cristiani sono stati trucidati negli anfiteatri per soddisfare  un popolo pagano che sapeva divertirsi solo con la violenza e la morte degli altri fino a quando non ha scoperto il cristianesimo.  E’ il Paese dove si sono susseguiti  centinaia di Papi. Dove sono state indette ben nove Crociate per la liberazione della Terra Santa e dove è nato San Francesco che la Terra Santa l’ha conquistata con i suoi frati e non con le armi dei crociati. E potrei andare avanti per molto ancora, ma non voglio sembrare una bigotta inguaribile, perché non credo di esserlo.

Quello che invece voglio mettere in evidenza è il cammino storico di questa nazione strettamente legato alla religione cristiana, che nel bene e nel male, ne ha condizionato la crescita sociale e culturale. Eliminarne il simbolo principale è un po’ come voler rinnegare la storia italiana che pur è cresciuta e si è formata con tale simbolo. Personalmente, quando guardo il crocifisso, non penso al potere dell’istituzione Chiesa, che può essere condiviso o no,  ma penso al sacrificio di un uomo e ai tanti valori positivi ad esso legati. Vogliamo privare le nuove generazioni italiane persino della curiosità di conoscere questa Persona e i valori che può tramandare?  E con quali  saranno sostituiti quelli cristiani emanati dal crocifisso? Questo mi piacerebbe proprio saperlo. Non mi sembra che la nostra società moderna attuale sia ricca di valori positivi da offrire alle nuove generazioni. Tutt’altro.

Parlare di laicità dello Stato potrebbe anche essere giusto, ma è alquanto riduttivo. Non esiste nessuno stato e nessun popolo che non sia stato condizionato nei propri comportamenti sociali, civili e culturali dalle proprie credenze religiose, anzi, la religione è una componente essenziale del processo di maturità storica che caratterizza ogni popolo.

Chiunque venga in Italia o viva in Italia, non dovrebbe far altro che prendere atto della realtà delle cose e accettarne tutte le componenti storiche, compreso il crocifisso nelle aule e negli uffici. D’altra parte, si può benissimo praticare la propria religione senza sentirsi offesi dalla presenza di una croce appesa alla parete.

Chi ce l’ha una fede, dovrebbe averla soprattutto nel cuore.



Cristiana delusa

giovedì 19 febbraio 2009

sulle tracce dell'ultimo santone del sud Italia..


    Sono ore queste di agitata trepidazione e di grandi emozioni, di partenze improvvise dove l’Oriente sembra essere la rotta più battuta. La folla è in delirio, gli uomini organizzano grandi falò mentre alcune donne si toccano il grembo pensando probabilmente a Lui. Qualche ora fa infatti, a conferma di quanto sapevamo, è giunta un’ ambasceria dal Gibuti, arrivata in groppa a degli enormi cammelli. Sembra la scena di un Kolossal ma è la pura realtà. Si tratta forse di due possenti guardie del corpo che stanno ora accompagnando uno sciamano dai tratti somatici antichissimi, condotto per le scale del comune dal colonnello Josè Mario Tuozzi. Ma prima di andare avanti ripetiamo quella che è la notizia del giorno. Da fonti molto vicine al suo team possiamo confermare che il sindaco di Carinola Gennaro Mannillo è da due giorni chiuso con pochi seguaci nella stanza del comune, in un stato di grande allucinazione in cui, dicono concordi medici e santoni, potrebbe rivelare una grande illuminazione per il genere umano. Sono arrivate le televisioni nazionali e internazionali già da qualche ora, ma nessuno ancora è riuscito ad entrare e vedere il “figlio del ventunesimo secolo”. Così è stato battezzato dai media il nuovo messia della politica, l’uomo del cambiamento, “vestito di sabbia e di bianco”, come direbbe il cantautore genovese.
    Alcune fonti ufficiose parlano di una grande alcova, con zanzariere giunte dal Sudamerica, che pare sia stata installata nella stanza del sindaco al posto della scrivania, con cuscini a terra e incensi profumati sempre accesi, in modo da permettere il crearsi di un ambiente naturale per la levitazione, che pratica una volta al giorno.
    Ma la domanda che tutti si pongono ora è come sia potuto entrare improvvisamente in questo stato di tranche? Ebbene la scienza concorda su questa versione: siamo a metà febbraio ed esattamente un anno fa si stavano formando le due liste per le amministrative in questo comune della provincia di Caserta. Ebbene tenetevi attaccati alle sedie prima di sentire questa cosa: Gennaro Mannillo aveva bevuto a sua insaputa un potente filtro magico che gli ha consentito di lasciare Pascale il Grigio (suo ex cobelligerante politico) per allearsi con Marcantonio il Russo. Il filtro però, versato nel vino da un’accattivante donna senza scrupoli, sarebbe dovuto durare per cinque anni. E invece cari lettori, la mole protomaschia di quest’uomo ha fatto in modo che sia durata solo anno.
    Cosicchè,  finito di colpo l’effetto ma scopertosi sindaco, Gennaro Mannillo è caduto in un profondissimo stato di tranche, invoca la terra d’India, parla una lingua sconosciuta formulando illuminazioni che ambasciatori da tutto l’Oriente cercano ora di interpretare. Intanto è calata anche questa notte senza che nessuno abbia capito quello che questo nuovo santone vuole consegnare a questa gente, ammaliata oramai da una leggenda vivente. Verremo a conoscenza di una profezia? Un segreto inconfessabile dell’umanità? Una nuova religione?
Non resta che rimanere a Carinola per scoprire come andrà a finire questa storia incredibile.



Da RaiNotte “Speciale Santoni”, martedì 17 febbraio 2009, servizio di Marcello Nespolillis.


Guru
un'immagine del santone durante un momento di meditazione

sabato 7 febbraio 2009

Silvio come sei buono!

N.B. Questo post deve essere letto solo da persone che conoscono il significato della parola ironia


Caro Silvio

Se qualcuno aveva dei dubbi sulla tua smisurata bontà, in questi giorni ha dovuto ricredersi. Nonostante tu sia impegnato diurnamente a combattere la crisi economica che ci assedia, a gestire la tua azienda , a distruggere la delinquenza, i giudici deviati e le bande di comunisti che scorazzano nel nostro paese, ti sei impegnato a risolvere il caso del giorno. 
Mi riferisco al caso Englaro, uno dei  tanti che tu affronti ogni giorno. Grazie al tuo intervento il dramma personale di un padre è diventato un problema nazionale. Tutti dicono la loro su di un caso che doveva restare circoscritto ad una stanza di ospedale.  Tutti  danno giudizi  medici e legali  dividendosi tra pro e contro le richieste del padre nel silenzio assordante del super pagato garante della privacy. Immediato il tuo intervento risolutore per rispondere all’accorato appello del popolo. Dopo aver letto i risultati dei sondaggi che ti dicevano  quali   tesi sosteneva la maggioranza degli elettori, subito  hai suffragato la loro richiesta con un decreto legge. Seguendo lo slancio generoso del tuo cuore hai ignorato la sentenza di quei giudici bacucchi della cassazione che avevano dato un giudizio esaustivo e risolutivo, per loro ma non per te. Col tuo slancio di bontà hai ignorato gli inviti alla cautela del Quirinale che prospettavano l’incostituzionalità dell’atto. Spinto dall’ incommensurabile  bontà del tuo animo hai obbligato i tuoi ministri a votare un decreto sull’argomento.  Hanno votato tutti perché apprezzano la tua sconfinata bontà, ma soprattutto per non essere licenziati. 
Il tuo sforzo tempestivo   e  generoso per adesso non è riuscito a fermare la mano di chi vuole togliere la vita ad una bella ragazza piena di vita.: così  infatti me la mostrano le tue televisioni,  mentre invece  i sinistri, tuoi oppositori, raccontano di un corpo  informe allo stato vegetale da diciassette anni. Per screditare il tuo generoso intervento parlano di cure mediche al limite dell’ossessione e che quel corpo informe vegeta solo per merito di macchine. Io non li credo. Ti ringrazio per aver seguito  la spinta del  tuo irrefrenabile senso di bontà  che ti impone di fare qualunque tentativo per impedire quello scempio. Oltre al decreto ti ringrazio per aver mandato gli ispettori del ministero del lavoro a controllare  l’operato dei medici di quell’ospedale invece di perdere tempo nei cantieri  a verificare le condizioni di lavoro degli operai. So benissimo che tutto questo lo fai solo per bontà  e non per avere riconoscimenti ma ti ringrazio lo stesso. Insieme a me hai il plauso di monache, preti, vizzoche, vescovi associazioni umanitarie, volontari vari e da parte di  tutti i buonisti che sono una maggioranza schiacciante in questa nazione. 
Bene ha fatto il Vaticano ad  elogiare il tuo comportamento con un atto ufficiale ed a manifestare  la delusione per le eccezioni di costituzionalità avanzate dal capo dello stato.  Mi dispiace che non puoi dedicarti ai nostri  seri problemi  giornalieri che ci preoccupano capisco che devi seguire il tuo cuore nel risolvere questo  dramma che mina la vita della nazione.  Quel padre snaturato che vuole l’ assassinio della figlia deve essere biasimato e condannato da tutti perché  non possiede  un briciolo dei nobili sentimenti di cui è infarcito  invece il tuo animo. 
Grazie Silvio per aver manifestato ancora una volta il tuo vero volto che alcuni scambiano per opportunismo politico invece per me è solo immensa bontà e generosità .

Parini

domenica 25 maggio 2008

Religiosità e spiritualità


Ho letto con molta attenzione i commenti sull’articolo dell’ Infiorata e non posso fare a meno di scrivere alcune cosettine che potranno piacere o non piacere, ma che vanno dette per amore di chiarezza e anche per il diletto di instaurare un dialogo con gli altri. D’altra parte non scrivo per piacere, ma per dire quello che penso.
In quell’articolo, non criticavo nessuno in particolare, come è stato scritto in un commento; mettevo solo in evidenza il diverso modo di sentire la festa oggi. E’ chiaro che ognuno ha un proprio rapporto, molto personale, con il divino, ma è anche chiaro che la nostra festa di Maggio è legata alla religiosità di questo paese.
Credo che sia opportuno far una distinzione tra le parole religiosità e spiritualità anche se il più delle volte si complementano.
Religiosità è quell’atteggiamento o sentimento di devozione legato a una religione, mentre la spiritualità è quell’intimo modo di sentire, portato a dare più importanza alle cose dello spirito che alla realtà materiale.

Be’, io ribadisco che entrambe le cose sono molto cambiate. Nella nostra festa sono entrati tanti di quei fattori consumistici e spettacolari che hanno inquinato lo spirito religioso che la caratterizzava e, allo stesso tempo, hanno offuscato la spiritualità che ne emergeva. Oggi la processione è solo l’occasione di una passeggiata in montagna dove si può chiacchierare con amici che magari non vedi da tanto. Tutto questo non è sbagliato per carità, ma fa passare in secondo piano il vero motivo di una processione che dovrebbe essere un atto di devozione e di preghiera, oltre che una testimonianza di fede. Una volta arrivati al Santuario poi, ci dovrebbe essere silenzio, predisposizione all’ascolto delle messa e invece è un vero e proprio mercato: gente che vende, gente che compra, gente che chiacchiera ad alta voce. Come i mercanti del Tempio cacciati via da Gesù. Non venitemi a parlare di religiosità. Bigottismo il mio? Assolutamente no, è solo usare le parole giuste per le diverse circostanze. Diceva Eduardo de Filippo in una sua famosa commedia: le parole giuste ci sono, e usiamole!
Più che la religiosità che, è vero, spesso sfocia nel bigottismo per mancanza di una corretta formazione religiosa, vorrei mettere in evidenza l’assopimento della spiritualità nella nostra cultura moderna e anche nella nostra comunità. Il materialismo dilagante sta offuscando le menti. Oggi ci si preoccupa di avere i jeans firmati, il telefonino dell’ultima generazione, la palestra che ti snellisce le forme, perché essere bello e in forma è importante e chi è nato brutto e storto può buttarsi a mare, il frigorifero più che pieno, andare di qua, andare di là, fare questo fare quello… Una vita piena di impegni e di cose piacevoli dove non ci si annoia mai e soprattutto ci si diverta sempre. Ritmi impossibili, vorticosi, che non appartengo all’uomo. E ciò che non appartiene all’uomo porta necessariamente alla follia, alla deviazione, alla fine dell’uomo.
La spiritualità, quella vera, necessariamente coinvolge tutta la sfera dell’esistenza. Condiziona i rapporti con gli altri, con l’ambiente e con se stesso. L’uomo animato da spiritualità sa rispettare e sa ascoltare, più che parlare; sa sentirsi parte integrante ed armoniosa della natura e soprattutto, sa stare bene con se stesso perché si conosce e si accetta. Cerca anche il silenzio che gli permette di ascoltare le voci dello spirito più che che quelle della terra. I suoi modelli di vita sono ben nitidi e definiti, il punto fermo della sua esistenza. L’uomo dotato di spiritualità sa in che direzione andare, anche se è una direzione che oggi va controcorrente. Tutto questo sembra noioso?... questione di opinione. In realtà restituisce all’uomo la sua vera essenza, lo riconcilia con se stesso e con ciò che lo circonda, lo trasporta nella giusta dimensione.
L’uomo che vuole vivere nella giusta dimensione, non deve farsi catturare dagli ingranaggi del capitalismo più sfrenato il cui unico scopo è quello di creare sempre nuovi bisogni consumistici. Dalla modernità deve saper prendere solo le cose buone, necessarie all’uomo del mondo di oggi. Tre telefonini? No grazie, me ne basta uno. Jeans da 80 euro? No grazie, mi basta quello di 30. Con i tempi che corrono avere poco e di poco prezzo, è quasi una necessità, ma bisogna crescere pensando che non c’è niente di sbagliato nell’avere il necessario, evitando il superfluo. Le nuove generazioni, che sono le più influenzabili, vanno educate da noi adulti con molta attenzione e non con indifferenza. Per loro bisogna creare continue occasioni di buona crescita e a loro bisogna presentare dei modelli di riferimento positivi a cui attingere. Se non ci si distacca un po’ dallo sfrenato materialismo che ci circonda, siamo destinati a autodistruggerci.
Grillo parlante