Ho letto con molta attenzione i commenti sull’articolo dell’ Infiorata e non posso fare a meno di scrivere alcune cosettine che potranno piacere o non piacere, ma che vanno dette per amore di chiarezza e anche per il diletto di instaurare un dialogo con gli altri. D’altra parte non scrivo per piacere, ma per dire quello che penso.
In quell’articolo, non criticavo nessuno in particolare, come è stato scritto in un commento; mettevo solo in evidenza il diverso modo di sentire la festa oggi. E’ chiaro che ognuno ha un proprio rapporto, molto personale, con il divino, ma è anche chiaro che la nostra festa di Maggio è legata alla religiosità di questo paese.
Credo che sia opportuno far una distinzione tra le parole religiosità e spiritualità anche se il più delle volte si complementano.
Religiosità è quell’atteggiamento o sentimento di devozione legato a una religione, mentre la spiritualità è quell’intimo modo di sentire, portato a dare più importanza alle cose dello spirito che alla realtà materiale.
Be’, io ribadisco che entrambe le cose sono molto cambiate. Nella nostra festa sono entrati tanti di quei fattori consumistici e spettacolari che hanno inquinato lo spirito religioso che la caratterizzava e, allo stesso tempo, hanno offuscato la spiritualità che ne emergeva. Oggi la processione è solo l’occasione di una passeggiata in montagna dove si può chiacchierare con amici che magari non vedi da tanto. Tutto questo non è sbagliato per carità, ma fa passare in secondo piano il vero motivo di una processione che dovrebbe essere un atto di devozione e di preghiera, oltre che una testimonianza di fede. Una volta arrivati al Santuario poi, ci dovrebbe essere silenzio, predisposizione all’ascolto delle messa e invece è un vero e proprio mercato: gente che vende, gente che compra, gente che chiacchiera ad alta voce. Come i mercanti del Tempio cacciati via da Gesù. Non venitemi a parlare di religiosità. Bigottismo il mio? Assolutamente no, è solo usare le parole giuste per le diverse circostanze. Diceva Eduardo de Filippo in una sua famosa commedia: le parole giuste ci sono, e usiamole!
Più che la religiosità che, è vero, spesso sfocia nel bigottismo per mancanza di una corretta formazione religiosa, vorrei mettere in evidenza l’assopimento della spiritualità nella nostra cultura moderna e anche nella nostra comunità. Il materialismo dilagante sta offuscando le menti. Oggi ci si preoccupa di avere i jeans firmati, il telefonino dell’ultima generazione, la palestra che ti snellisce le forme, perché essere bello e in forma è importante e chi è nato brutto e storto può buttarsi a mare, il frigorifero più che pieno, andare di qua, andare di là, fare questo fare quello… Una vita piena di impegni e di cose piacevoli dove non ci si annoia mai e soprattutto ci si diverta sempre. Ritmi impossibili, vorticosi, che non appartengo all’uomo. E ciò che non appartiene all’uomo porta necessariamente alla follia, alla deviazione, alla fine dell’uomo.
La spiritualità, quella vera, necessariamente coinvolge tutta la sfera dell’esistenza. Condiziona i rapporti con gli altri, con l’ambiente e con se stesso. L’uomo animato da spiritualità sa rispettare e sa ascoltare, più che parlare; sa sentirsi parte integrante ed armoniosa della natura e soprattutto, sa stare bene con se stesso perché si conosce e si accetta. Cerca anche il silenzio che gli permette di ascoltare le voci dello spirito più che che quelle della terra. I suoi modelli di vita sono ben nitidi e definiti, il punto fermo della sua esistenza. L’uomo dotato di spiritualità sa in che direzione andare, anche se è una direzione che oggi va controcorrente. Tutto questo sembra noioso?... questione di opinione. In realtà restituisce all’uomo la sua vera essenza, lo riconcilia con se stesso e con ciò che lo circonda, lo trasporta nella giusta dimensione.
L’uomo che vuole vivere nella giusta dimensione, non deve farsi catturare dagli ingranaggi del capitalismo più sfrenato il cui unico scopo è quello di creare sempre nuovi bisogni consumistici. Dalla modernità deve saper prendere solo le cose buone, necessarie all’uomo del mondo di oggi. Tre telefonini? No grazie, me ne basta uno. Jeans da 80 euro? No grazie, mi basta quello di 30. Con i tempi che corrono avere poco e di poco prezzo, è quasi una necessità, ma bisogna crescere pensando che non c’è niente di sbagliato nell’avere il necessario, evitando il superfluo. Le nuove generazioni, che sono le più influenzabili, vanno educate da noi adulti con molta attenzione e non con indifferenza. Per loro bisogna creare continue occasioni di buona crescita e a loro bisogna presentare dei modelli di riferimento positivi a cui attingere. Se non ci si distacca un po’ dallo sfrenato materialismo che ci circonda, siamo destinati a autodistruggerci.
Grillo parlante
In quell’articolo, non criticavo nessuno in particolare, come è stato scritto in un commento; mettevo solo in evidenza il diverso modo di sentire la festa oggi. E’ chiaro che ognuno ha un proprio rapporto, molto personale, con il divino, ma è anche chiaro che la nostra festa di Maggio è legata alla religiosità di questo paese.
Credo che sia opportuno far una distinzione tra le parole religiosità e spiritualità anche se il più delle volte si complementano.
Religiosità è quell’atteggiamento o sentimento di devozione legato a una religione, mentre la spiritualità è quell’intimo modo di sentire, portato a dare più importanza alle cose dello spirito che alla realtà materiale.
Be’, io ribadisco che entrambe le cose sono molto cambiate. Nella nostra festa sono entrati tanti di quei fattori consumistici e spettacolari che hanno inquinato lo spirito religioso che la caratterizzava e, allo stesso tempo, hanno offuscato la spiritualità che ne emergeva. Oggi la processione è solo l’occasione di una passeggiata in montagna dove si può chiacchierare con amici che magari non vedi da tanto. Tutto questo non è sbagliato per carità, ma fa passare in secondo piano il vero motivo di una processione che dovrebbe essere un atto di devozione e di preghiera, oltre che una testimonianza di fede. Una volta arrivati al Santuario poi, ci dovrebbe essere silenzio, predisposizione all’ascolto delle messa e invece è un vero e proprio mercato: gente che vende, gente che compra, gente che chiacchiera ad alta voce. Come i mercanti del Tempio cacciati via da Gesù. Non venitemi a parlare di religiosità. Bigottismo il mio? Assolutamente no, è solo usare le parole giuste per le diverse circostanze. Diceva Eduardo de Filippo in una sua famosa commedia: le parole giuste ci sono, e usiamole!
Più che la religiosità che, è vero, spesso sfocia nel bigottismo per mancanza di una corretta formazione religiosa, vorrei mettere in evidenza l’assopimento della spiritualità nella nostra cultura moderna e anche nella nostra comunità. Il materialismo dilagante sta offuscando le menti. Oggi ci si preoccupa di avere i jeans firmati, il telefonino dell’ultima generazione, la palestra che ti snellisce le forme, perché essere bello e in forma è importante e chi è nato brutto e storto può buttarsi a mare, il frigorifero più che pieno, andare di qua, andare di là, fare questo fare quello… Una vita piena di impegni e di cose piacevoli dove non ci si annoia mai e soprattutto ci si diverta sempre. Ritmi impossibili, vorticosi, che non appartengo all’uomo. E ciò che non appartiene all’uomo porta necessariamente alla follia, alla deviazione, alla fine dell’uomo.
La spiritualità, quella vera, necessariamente coinvolge tutta la sfera dell’esistenza. Condiziona i rapporti con gli altri, con l’ambiente e con se stesso. L’uomo animato da spiritualità sa rispettare e sa ascoltare, più che parlare; sa sentirsi parte integrante ed armoniosa della natura e soprattutto, sa stare bene con se stesso perché si conosce e si accetta. Cerca anche il silenzio che gli permette di ascoltare le voci dello spirito più che che quelle della terra. I suoi modelli di vita sono ben nitidi e definiti, il punto fermo della sua esistenza. L’uomo dotato di spiritualità sa in che direzione andare, anche se è una direzione che oggi va controcorrente. Tutto questo sembra noioso?... questione di opinione. In realtà restituisce all’uomo la sua vera essenza, lo riconcilia con se stesso e con ciò che lo circonda, lo trasporta nella giusta dimensione.
L’uomo che vuole vivere nella giusta dimensione, non deve farsi catturare dagli ingranaggi del capitalismo più sfrenato il cui unico scopo è quello di creare sempre nuovi bisogni consumistici. Dalla modernità deve saper prendere solo le cose buone, necessarie all’uomo del mondo di oggi. Tre telefonini? No grazie, me ne basta uno. Jeans da 80 euro? No grazie, mi basta quello di 30. Con i tempi che corrono avere poco e di poco prezzo, è quasi una necessità, ma bisogna crescere pensando che non c’è niente di sbagliato nell’avere il necessario, evitando il superfluo. Le nuove generazioni, che sono le più influenzabili, vanno educate da noi adulti con molta attenzione e non con indifferenza. Per loro bisogna creare continue occasioni di buona crescita e a loro bisogna presentare dei modelli di riferimento positivi a cui attingere. Se non ci si distacca un po’ dallo sfrenato materialismo che ci circonda, siamo destinati a autodistruggerci.
Grillo parlante
Nel commentare la festa di maggio condivido quello che riferisci sul fatto che sia poca religiosità in ogni modo non da tutti, quello che mi preoccupa e solo il fatto che ce poco interesse da parte dei giovani, (non da tutti) forse e meglio ritornare un po’ indietro, mostrando più devozione alla Madonna, mostrando la vera passione come si fa in tanti posti e nella storia popolare portando anche turisti.
RispondiEliminaE ancora una volta ti do ragione caro grillo parlante. Perchè una volta ci si divertiva e si praticava religione insieme,ma man mano quest'ultima sparisce. E,riguardo al volere i vestiti firmati ti continuo a dare ragione. Quando vengo nei periodi di vacanza vedo sempre di più noi giovani andare per mode. Secondo me è perchè i tempi in Italia e nel mondo non vanno come dovrebbeo,quindi chiunque sarebbe felice di fare la bella vita e nei paesini tra l'altro non c'è molto da dire/fare. In più vedo che non ci sono più differenze generazionali (anni '80,'90...) ma proprio differenze di anni! Una volta una persona del '72 e del '77 erano circa "uguali",adesso una persona del '90 e del '94-'95 sono di una differenza assurda. Forse ora sono uscito un po' fuori discorso...
RispondiElimina"Vivi puro e libro, non avere Fretta...
RispondiEliminaCon la gioia e un grande amore questo è ciò che conta..."
San Francesco
D'assisi
S. Francesco è il mio santo preferito e quello che più amo in Lui é l'umiltà e la semplicità... vorrei tanto assomigliargli. Amo di più questo santo soprattutto perchè, come Gesù, oltre a predicare portava nelle strade tutto quello che diceva con il suo esempio. Io credo che è importate che ogni uno di noi dimostri di essere un buon cristiano con i "fatti" e non con la superbia di essere sicuro che è più bravo di chi ha un atteggiamento irriveroso nei confronti della cosiddetta "festa di Maggio". Non guardiamo gli altri facendoci idee che potrebbero scatenare atteggiamenti ostili per reazione ma, piuttosto, se siamo proprio convinti di fare bene è più importate, secondo il mio punto di vista per quanto riguarda la religione, dare un buon esempio che mettersi a fare un'arringa su chi è più o, meno religioso.
Ciao a tutti e grazie al Grillo Parlante per questo confronto,
La Fata Turchina
Cara fatina turchina, continuo a non essere chiaro io o continui a non capirmi tu, non so. Mi fai sentire colpevole per quello che scrivo, come se stessi puntando il dito contro le persone che non hanno il giusto atteggiamento devozionale nei confronti delle processioni. Non sono un bigotto, per fortuna. Non punto il dito contro nessuno, me ne guarderei bene. Ho anch'io i miei difetti e i miei limiti, come tutti. Quello che ho voluto dire nell'articolo
RispondiEliminaè che la modernità, con tutto quello che porta con sè, specie la cultura del consumismo, sta uccidendo lo spirito che permeavano la festa di maggio e non solo quella. Purtroppo, noi permettiamo che questo accada perchè assecondiamo quei meccanismi che dovremmo invece tenere lontani non solo da una festa religiosa, ma anche dalla nostra vita. Non escludendoli completamente, per carità, ma prendendoli con cura, nella misura giusta. Forse tu sei troppo giovane per comprendere pienamente
il mio modo di vedere. Mi fa piacere che S. Francesco è il tuo Santo preferito; è anche il mio. Da sempre. La frase che hai citato è molto bella, ma potrei citartene tante altre che ti farebbero capire come la pensava su certe cose. Questo è però solo un commento e non voglio appesantirne la lettura, anche perchè, come vedi, i commenti sono ben pochi finora sull' argomento. Questo basti a farti capire quanto interesse c'è in giro verso la spiritualità. Certo, a una certa età, è molto più interessante Capozzi che altro; che vuoi farci, questa è la vita. Mi sa che su questo post, i commenti li faremo solo io, te e pochi altri. E ho detto tutto...
vorrei rispondere al grillo parlan-te e alla fata turchina.Condivido completamente i sentimenti del grillo parlante per quanto riguarda
RispondiEliminal'atteggiamento ed il comportamento
dei cosiddetti fedeli al seguito di
una processione.Ambedue li trovo
irrespettosi nei riguardi del santo
festeggiato e nel caso della nostra
amata Madonna li trovo anche offensivi.Per me seguire una processione significa pregare,sia
cantando che recitando le comuni
preghiere.Questo e`un segno visibile della nostra religiosita`
e del nostro amore , devozione e
rispetto verso la nostra Mamma Celeste.E`veramente penoso vedere
tanta gente che invece di pregare
al seguito della processione, parla
di questo e di quello, magari facendo delle critiche che non sono
appropriate ne al luogo ne
all'occasione.E`vero che ognuno e`
libero di professare la propria fede come vuole,facendo del bene e
non badando alle cose esterne, ma a tutto c'e` un limite,a volte anche le manifestazioni esterne sono indice di una fede profonda e vera che parte dall'intimo e ti spinge ad agire con riverenza e
rispetto.Amo con tutto il cuore la
nostra Madonna e vorrei essere a
Casanova nel giorno della Sua festa
e accompagnarLa con devozione al Suo Santuario,ma vivo molto lontano
e non posso fare altro che invocar_
LA e amarLa da lontano e dirLe Grazie e con le lacrime agli occhi
chiederLe la Sua Benedizione per me,per la mia famiglia e per tutti
i casanovesi.
Per anonimo delle 3.26
RispondiElimina...ZA ZA ZA!!! E ho detto tutto!!!
Per il grillo Parlante:
Non so tu cosa intenda per troppo giovane, ma se a 31 anni si è troppo giovani ti ringrazio e comunque di frasi del Caro S. Francesco ne conosco tante anche io... cosa ti fa pensare che io conosca solo questa frase del Santo e come fai ad avere la certezza che solo quello che hai capito tu di quello che ha scritto Francesco è giusto?
Ricordi... L'"Umiltà"!
Buona notte e grazie ancora per il confronto,
La Fata Turchina
Per fate turchine e grilli parlanti.
RispondiElimina...E scusatemi se non comprendo,voi sareste le adepte di San Francesco,l'umile fraticello di Assisi???E questa competizione su chi ha assimilato meglio la dottrina del frate da dove vi viene??Rivedetevi un tantino ...
per anonimo delle 14 e 11
RispondiEliminaahahah...
Però credo che in fondo abbia ragione !
Un pò di autocritica farebbe bene a tutti anche alla Fata Turchina...
Ciao Savonarola del Quiquirì con affetto, La fata Turchina
ahahah... come mi diverto!!!
Senti bella delle 14,11 tu sei un'altra che ci ha capito ben poco in questo post...
RispondiEliminaNessuno sta cercando di dimostrare che si conosce San Francesco più di un altra, ma semplicemente che non basta una o più frasi del santo per comprendere a pieno il suo modo di pensarla su DETERMINATE cose.Bisognerebbe conoscerne tutta l'opera e tutta la sua vita nei minimi particolari prima di affermare come la pensava su specifici argomenti. Forse la lettura delle Fonti Francescane può aiutare a capire meglio.
Per rispondere a fata turchina: certo che la ricordo l'umiltà (mi accusi di superbia?), ma ricordo anche che S. Francesco costrinse uno dei suoi frati che aveva 'osato' toccare una moneta, a prendere quest' ultima con la bocca, a ginocchia per terra, da sopra un cumulo di escrementi di
mucca dove lui l'aveva gettata. E poi lo cacciò via dall'ordine perchè troppo materialista per i suoi gusti. Tommaso da Celano:Vita prima. Attenetevi all'orgomento del post, quando volete far commenti e non state ad alimentare inutili diatribe che non sono affatto costruttive. Saluti.
per il grillo bla bla..
RispondiEliminaConfermi con questo post che l'umiltà è la tua dote migliore...Acidina acidella.
Dimenticavo,"bella" a me non può proprio dirlo nessuno,immaginati il perchè...
X 13,52
RispondiEliminaE tu confermi di essere solo una pettegola acida come ti firmi. Parti subito con offese personali quando si poteva fare una bella discussione costruttiva e magari coinvolgere altre persone. Ma che vuoi farci, non tutti hanno certe sensibilità.
Non ci saranno più risposte da parte mia. Non ne vale la pena.
Per 16.09(acidina acidella)
RispondiEliminauuuuu,che paura...
ma sei un portento di genialità!Sino ad adesso non hai fatto altro che gridare ai sette venti che nessuno capiva,che eri l'unica ad avere la chiave della spiritualità,e mò te ne vieni chiatta chiatta,che alcuni ti offendono nei post...Nooo,tu non sei acidella è vero,sei bigotta!E delle peggiori...ascolta il mio primo e spassionato consiglio, rivediti...la tua cristianità è molto discutibile.
cioè posso fare una domanda a questi 2 fedeli??
RispondiEliminama voi davvero credete che dio ha creato l'universo e compagnia bella come la vostra fede vi fà credere??
io non credo e percio secondo me
la festa di magggio è solo consumismo...dal pane della comissione agli autoscontri
C'è una bellissima canzone dei King Crimson che dice:
RispondiEliminaI talk to the wind
my words are all carried away.
I talk to the wind
the wind does not hear
the wind cannot hear...
Qualcuno dovrebbe ascoltarla e provare a tradurla.
per 17.16. Te la traduco io la canzone dei King Crimson:
RispondiEliminaIo parlo al vento
le mie parole son portate via
io parlo al vento
ma il vento non sente
il vento non puo` sentire
e con questo vorrei invitare queste
vocine polemiche da strapazzo a
smetterla, e rispettare i sentimenti e le vedute di altre
persone anche se non condivise.
Non c'e` nessun bisogno di polemizzare o criticare o mettere
in ridicolo altri modi di vedere,
la religiosita` e` un fattore intimo, personale e non va assolutamente criticato o messo alla berlina.Vivete la vostra spiritualita`e religiosita`come si
conviene alla vostra personalita`e
accettate con vero spirito di
UMILTA` qualche osservazione che
viene fatta nel nome della decenza
e del rispetto senza alcuna intenzione di offendere.
Non vorrei piu` vedere i ZA ZA ZA o i ahahah,ma un dialogo positivo e
corretto. Amico/amica delle 17.16
non te la prendere se l'ho presa un poco per le lunghe,prendendo
spunto dalla traduzione ho colto
l'ccasione di esporre qualche mia
idea su queste schermaglie sulla
religiosita` e spiritualita`che a mio modesto parere non hanno niente di positivo