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lunedì 4 aprile 2011

Un uomo che ha capito

Che non si vive di solo pane, lo sappiamo e lo accettiamo tutti, ma il cibo che nutre l’altra parte di noi, quella spirituale, non sempre è di prima scelta. A volte ci si accontenta di scarti che non soddisfano affatto il nostro io superiore, ma lo accogliamo tranquillamente perché non ne conosciamo altri o nessuno ce li propone nel modo giusto. Ed ecco che i giovani di oggi trovano sollazzo in tante attività che possono diventare anche pericolose: le discoteche, le uscite notturne con gli amici verso le quali non ci sarebbe nulla di male se non fossero accompagnate da  ingestioni di droghe pericolosissime o di alcool che spesso portano ai disastri stradali che  angosciano i nostri fine settimana. Molti giovani di oggi non conoscono altra strada che lo “sballo” per stare bene con se stessi e con gli altri.

C’è però chi sa che c’è un’altra strada per stare bene con se stessi e con gli altri e non ha avuto paura di proporla alle nuove e alle vecchie generazioni.
Don Paolo Marotta, parroco di San Donato e Ventaroli, è ciò che io definirei un prete di frontiera, costretto com’è a dividersi tra due parrocchie non senza difficoltà, perché i problemi pratici e logistici di queste due piccole comunità sono tanti. Quello che però caratterizza don Paolo è la forza d’animo, il non avvilirsi o piangersi addosso e da ogni situazione, per quanto problematica possa essere, cerca di tirarne fuori il meglio. E’ un uomo che fa perchè ha capito.  

Ha capito che i giovani vanno presi per mano e condotti verso strade più sicure, ma ha anche capito che i ragazzi di questi luoghi sono troppo abbandonati e lasciati a se stessi da tutte le istituzioni.
Quando allora si è presentata l’occasione, ha dato subito la sua disponibilità per affrontare una nuova esperienza formativa: aiutarli a crescere, offrendo loro la possibilità di vivere la fede con gioia, cantando e ballando, secondo il sentire delle nuove generazioni, ma che piace tanto anche alle vecchie.
 Più di un anno fa, un seme è stato gettato nel silenzio della chiesa di San Donato. Oggi quel seme è  germogliato ed è diventato albero rigoglioso, tanto che la chiesa di San Donato non è bastata più a contenere tutte le persone che ogni mercoledì sera si ritrovavano insieme. Così sono state le suore di Carinola ad offrire la propria cappella, abbastanza grande per accogliere le 300 e passa persone che si riversano a Carinola da ogni parte del Comune e dei dintorni.
Stupenda esperienza che tutti dovrebbero fare, soprattutto i più giovani che pensano che vivere la fede sia un’esperienza inutile e ammosciante! E’ un abbracciarsi, un sorridersi, un cantare e ballare insieme, ma anche un raccogliersi nel silenzio e nella meditazione. E’ soprattutto un elevarsi insieme.
Credo che tutti noi dovremmo essere grati a don Paolo per l’opportunità di crescita che offre a noi tutti  e all’attenzione che ha  verso i nostri ragazzi, visto che le altre agenzie educative sono latitanti.
Fotinai

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