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domenica 21 dicembre 2014

Giggi' e il trionfo del neo-decadentisimo. Cap. I



Davanti l'opera del Giggi' spesso si resta immobili, spaesati: anche se l'atmosfera dei suoi primi  paesaggi era già pienamente decadente, oggi con la sua ultima opera ( insieme con il Russo) spinge la sua tecnica verso un nuovo tipo di arte, poichè quel gusto specifico d'ispirazione classicheggiante - che tanto aveva animato il suo manifesto artistico politico - ora è definitivamente perduto per dirigersi verso il suo  trionfo della decadence.

Un Comune elemento di sviluppo di questa svolta manieristica la potrebbe suggerire l'abbandono per lo spazio urbano- piazzette, ville, ma anche per i complessi riservati alle istituzioni scolastiche. Stessa scelta per tutto cio' che è passato, archeologia, religiosità, non ha importanza: a Giggi' interessa solo l'avvenire è chiaro.

Cosi arriviamo ad analizzare la sua non-opera, l'ultimo grande fasto, un misto di leggerezza rococo' e ambiguità di giochi di luce. In effetti, la sua ultima opera [ Vico Toppetta, brecciame su terra argillosa. 2014] colpisce per la straordinaria incompletezza, la sfrontatezza esibita nel brecciame, lasciato al misto di pioggia d'inverno: un vero richiamo per i romantici.
L'ideazione dell'utilizzo del grigio coinvolge emotivamente lo spettatore ( e ancora piu' l'abitante) in un dramma che solo Giggi' ( o a questo punto nemmeno lui) riesce a spiegare e che sfocia ancora una volta nel non finire l'opera: la provocazione è riuscita. 

Considerato da tutti i carinolesi come il caposcuola del brecciame (una volta superato il sampietrino con il Mannillo ed il cemento grezzo del Di Biasio) il Giggi preferisce una fuga nostalgica verso una civiltà scomparsa, quella decadente, come un modello di perfezione irrimediabilmente perduta.
La reazione del pubblico, non si farà attendere: esposizione permanente, Casanova di Carinola, ingresso libero.

Ms

giovedì 31 ottobre 2013

Un Tocco a sorpresa


Ma perché mi fissano tutti in questo Bar?

…forse è meglio ordinare qualcosa.

-Ehm, scusi, vorrei un estathè per favore …ah! Solo Birra Peroni dice? (sorriso)  Va benissimo, la conosco anch’io!
-Posso offrirle qualcosa?
-Na flebo zi Mari’..
-Di dove sono? Provincia di Benevento, sono stato trasferito presso un ufficio postale qui vicino e sto cercando una casa in questi paesini, sembrano così tranquilli, assomigliano un po’ ai posti in cui sono nato.. Si si proprio così, uliveti, vigne, boschi verdi.. Come dite, ci sono incendi d’estate? Ah! e come mai? (alzata di spalle di tutta risposta). In che senso “il problema è un altro”?

(silenzio)

-Ehm, e a livello di comune, com’è la situazione? voglio dire il sindaco è di destra o sinistra…(scroscio fragoroso di risate collettivo)

Qualche minuto ancora di risate.

-Invece, le associazioni? che attività ci sono durante l’anno? Ci sono comitati attivi, aperti a forme di protesta o che ne so, a proposte…? In che senso “qua la protesta non prende la linea, non fa campo…”?
(silenzio)

(qualche minuto ancora di silenzio)

-Se so giocare a tressette? Si, ci ho giocato qualche volta.
-Certo mi siedo con voi, cosi approfitto per chiedervi se conoscete qualcuno che affitta una casa qui vicino…
-ah, dopo? prima giochiamo, Va bene. Ho capito, qua si dice “menare il tocco” e così mi assicurate che capisco come vanno le cose da queste parti… sta bene.
Dopo due ore di trentuno a ripetizione e padrone e sotto consequenziali, ( i tavoli intanto sono diventati due) il nostro amico della provincia di Benevento è andato ad urmo. 

Non per questo però cambierà idea sul fatto di trovare casa nel Comune di Carinola.

giovedì 11 luglio 2013

La rivoluzione casalinga di Gino&Maria




La noia e la routine, il caldo e le ferie lontane. Bollette scadute ed in piu' in paese non si parlava piu' delle solite cose, ma anche di "energia", sito di "compostaggio" e sembrava che Di Biasio fosse addirittura contro, il primo difensore dell'energia pulita e rinnovabile.  Insomma, Gino e Maria erano abbastanza ammorbati e sopratutto confusi.
Quella mattina Gino rimase nel letto fino alla dieci passate. Alle undici sali' Maria col suo prendisole a fiori blu. Una volta Gino ne andava pazzo.
Che hai Gino stamattina, non ti vuoi alzare?
Dalle lenzuola usci' un grugnito comprensibile solo a Maria.
Che tieni, dai dovevamo prendere le pummarole nell'orto?!
Un altro grugnito.
Ho capito che vuoi..
Ancora un grugnito.
Oh!!Ma basta mo!!Io non ce la faccio piu' e ci mancavi solo tu!!
Allora Gino esce lentamente dalle lenzuola e apre finalmente la bocca, ma non dice niente nemmeno stavolta.
Dai dimmi...
Ehm...Maria io non riesco piu' a far l'amore...
Eh, perchè?
Perchè penso alla rivoluzione!
E dove la vuoi fare la rivoluzione a Carinola?
Si, cioè no, se si cominciasse a cambiare tutta questa specie di buoni a nulla, che pensano ancora alle discariche..capisci che sarebbe un primo passo importante verso...
Maria sali' sul letto, Gino resto senza fiato. Il prendisole era a terra.
Senti Gino, ma non credi che dovremmo cambiare prima noi?
Cioè, vuoi dire, cambiare... posizione?
....Vabbè anche, ma intendevo cambiare dentro.. Dai ne parliamo un'altra volta, magari quando prendiamo le pummarole
... ora fa troppo caldo..


 

venerdì 3 maggio 2013

...... Il Fascio-Vivente.....


In questo periodo vaga nell'inquietudine l'anima d'un fascio-vivente. Sulla pagina Fb di tribuna politica  lo zombie Mattia non perde tempo a postare commenti in continuazione, per altro qualunquisti che fanno invidia anche a Grillo, in merito alla situazione italiana e carinolese. Quando scrive questi post crede proprio che la gente sia stupida e che non abbia memoria, ma si sbaglia e leggendo alcune sue frasi mi viene il dubbio che sia proprio lo zombie in questione ad averla persa. Quindi rinfreschiamola un po’.

Il fasciovivente dopo anni e anni di inconsistente opposizione ha trovato la sedia in maggioranza solo grazie alla genuflessione a Grimaldi aprendo una grande storia d’amore in quei mesi con il compagno Mannillo degna dei migliori romanzi harmony. Il fascio vivente dimentica, poi, che alle ultime elezioni si è venduto a Di Biasio, offendendo i suoi elettori, i quali, diversamente da lui, vivono una vita reale fatta di lavoro e sacrificio e non una vita su tribuna politica dove poter sparare cazzate a fiumi, cercando una sorta di resurrezione. Il fascio vivente, si permette di offendere il sindaco Gigi ( non è una difesa in quanto Gigi è indifendibile) etichettandolo come lupo del matese evidenziando sempre che non è di Carinola trascurando il fatto che lui vive a Caserta e non conosce assolutamente la vita reale del comune e i suoi problemi reali ( non politici),  diversamente dai suoi sostenitori e partner di partito che si spaccano la schiena col lavoro.

Percio' il fascio vivente dovrebbe avere la dignità di stare zitto e viversi la sua vita a Caserta presso la segreteria del suo partito (suo appunto) senza postare commenti ipocriti così come la sua storia politica, caratterizzata da accordi  sottobanco con chi il giorno prima sputtana dai balconi. Se vuole fare l’uomo di destra deve farsi un bell'esame di coscienza dinanzi ai suoi sostenitori e ricordare che un uomo di destra mai avrebbe accettato la candidatura con Mannillo e Gigi e mai avrebbe accettato di portare l’acqua a Di Biasio. Vergogna.

Ma tanto sono convinto che la gente ha già aperto gli occhi e il tuo vagare in questo purgatorio mediatico come internet si tradurrà in un inferno politico dove per la legge del contrappasso porterai l’acqua a Di Biasio per l’eternità sotto il busto di Mussolini
unodidestravero

martedì 3 aprile 2012

Ti amo, popolo mio


Popolo l'unico pregio che hai è che non sei niente. Meno di niente, devi solo aspettare. Perchè tu, popolo, questo solo puoi fare. Sei capace solo di attendere che tutto vada per il meglio. Le bugie sono pane per te. Se non mangi bugie, popolo, tu sei spacciato. E per questo motivo che ti voglio bene mio caro popolo.
Tu sei candido e devi vivere di sogni, sei un bambino che aspetta la festa e quando il regalo non è bello come lo desideravi diventi un pò triste, ma poi ti tiri su e continui a mangiare bugie. Ti amo popolo mio perchè ti lamenti sempre ma al primo sguardo di superiorità, al primo tono di prepotenza giri la faccia e torni a casa da tua moglie/marito. Perchè popolo tu non sei nulla, tu sei solo l'illusione di te stesso. Io ti amo e tu mi ami. Siamo fatti l'uno per l'altro; tu timido io espansivo, tu volgare io peggio, tu straccione io elegante, tu schiavo io potente, tu forte io precario, io potere tu popolo.
Popolo mi piaci perchè dici sempre di si anche quando dici di no. Sei simpatico quando credi di essere importante, necessario. Anche tuo figlio, il popolo giovane è simpatico come te quando crede di cambiare le cose, urla, chiede, gioca, propone ma alla fine è proprio come te: un niente. Si sa, i giovani sono giovani, ma presto diventano tutto e per tutto suo padre, un niente totale.
Tu non conti popolo devi solo stare zitto e fermo, devi solo illuderti, gonfiarti di promesse e di bugie. Popolo sei schiavo perchè accetti solo e non rifiuti mai e per questo motivo che tu sei popolo e io no, che tu sei schiavo e io no. Popolo ma chi credi di essere? Tu non sei niente e quindi torna al tuo posto e stai composto e in silezio. E se provi a disubbidirmi.................


Il tuo padrone

martedì 20 marzo 2012

Il cavallo e l'asino


C'era un uomo che aveva un asino e un cavallo. Un giorno che stavano viaggiando per la strada, l'asino si rivolse al cavallo: << Prendi un pò del mio carico, se non vuoi vedermi morto >>. Ma l'altro non volle saperne. E l'asino stramazzò e morì. Allora il padrone passò sul dorso del cavallo tutto il carico e in più la pelle dell'asino; e il cavallo, piangendo, esclamava:
<< Ahimè disgraziato! Che cosa mi è mai successo, povero infelice! Per aver rifiutato un poco di quel peso, eccomi costretto a portarlo tutto, ed in più anche la pelle>>.

La favola mostra che nella vita grandi e piccoli devono far causa comune, se vogliono salvarsi gli uni e gli altri.

Dalle favole di Esopo
E dove se non qui, nella classicità, si posson trovare queste illuminazioni, capaci di scuotere anche se per un solo momento, la nostra coscienza affannata e subito dopo liberar l'immaginazione. Ricercar la concordia, buon senso, educazione e senso civico, da noi spesso è come cercare metalli preziosi. Non solo, a volte mettere in pratica buone azioni fa rivoltar le orbite degli occhi a taluni. Così spaventoso è l'aiutarsi in una piccola comunità, difendere insieme la propria terra vergine, verde, profumata e carica di frutti, alberi e animali?Nessuno può credere ad una cosa del genere. Eppure, non viviamo come una comunità forte, onesta ed unita. Semmai è vero il contrario.

Caspita, ora che ci penso, non ho mai sentito parlar bene di qualcuno da un altro carinolese! Tutti si sparlano con lingue biforcute, peggio di aspidi! Hai visto quello? Hai sentito quell'altro? E così dallo scherzo si passa a qualcosa di peggio. Ma ciò sarebbe poco se quando collaborando per una causa comune - pubblica o privata - ci si aiutasse l'uno con l'altro senza risparmio...

Forse sarebbe il caso di cominciare a pensare al cavallo!

Popolo, caspita e come dormi (e come russi)! Destati, sto parlando con te! Non star sempre ad impicciarti di politica da bar e da marciapiedi, inciuci e di balle profumate scritte su questi poveri blog. Pensa a te stesso! Lascia che questi caproni si scornino fra loro, ad intromettersi con questi rischi di perdere - come a lavar la testa all'asino- tempo, acqua e sapone. E forse pure i sordi!

(Ora che l'effetto classico è già svanito, sento che forse non ho perso tempo a parlare ad asini e a cavalli)

Gavroche

mercoledì 28 settembre 2011

La banda dei cavi finalmente sgominata?


Finalmente identificati i fautori dei ripetutissimi furti dei cavi telefonici presso le frazioni di S.Donato e S.Ruosi. la notte scorsa le forze dell’ordine, pur non acciuffando i ladri, sono stati capaci di stilare un perfetto identikit dei fuori legge. La soddisfazione è tanta ma lo sgomento per la scoperta è sicuramente maggiore. In questi mesi i furti si sono avvicendati in maniera sempre più frequente e quasi sempre durante la vigilia di eventi politici di spessore, come può essere un consiglio comunale o eventi culturali e ludici all’interno dei confini comunali. I furti sono praticamente cresciuti in maniera esponenziale proprio con l’arrivo della nuova amministrazione. Due causalità che hanno insospettito non poco le forze dell’ordine che con molta pazienza e scrupolosità hanno accuratamente nascosto ai media le vere piste delle indagini. Tutti, pensavano che furti fossero stati compiuti dai soliti gruppi criminali di stampo albanese e/o rom. c’era chi, invece, additava come potenziali ladri alcune persone dalle condizioni disagiate del comune caleno. La realtà dei fatti ha zittito queste congetture superando decisamente l’immaginario collettivo e non solo.

Gli abili ladri ormai sono stati identificati e chi di dovere sta procedendo con l’iter necessario per sbrogliare una questione che, a conti fatti, si presenta burocraticamente e legalmente complicata nonché decisamente stramba. Dopo sere di appostamenti sono stati identificati i membri della banda del cavo e la scoperta ha provocato non pochi imbarazzi. La banda del cavo, così ribattezzata dalle forze dell’ordine, vede al suo interno nomi di spicco - ma facciamo un passo indietro, ricostruiamo le dinamiche della scoperta. Mentre buona parte dei cittadini era felicemente impegnata ad assaggiare vino e prodotti tipici, durante la festa della vendemmia a Casale, la banda approfittando della calma notturna entrava in azione. La tecnica è sempre la stessa: c’è chi taglia velocemente i cavi e chi regge la scala mentre, ben nascosta, una macchina con altri due elementi a bordo è pronta a scappare indisturbata e velocissima. Una tecnica semplice che in questi mesi ha sempre messo nel sacco le forze dell’ordine provocando non pochi problemi ai cittadini delle frazioni succitate. Ma questa volta, grazie all’azione investigativa, la banda è stata presa con le mani sui cavi. Una scoperta, ripeto, sensazionale che supera la realtà.

A tagliare i cavi, tenetevi forte, era il nostro caro sindaco Gigi . Proprio così, il sindaco di Carinola il quale non era da solo. Infatti Tony Pago reggeva la scala mentre ad attenderli nella macchina c’erano il Nardellino e il Grimaldone pronti a scappare via. Una procedura semplice e veloce ripetuta ben 11 volte nello stesso luogo.

Una scoperta sensazionale che per ora non viene commentata dalle forze dell’ordine. Tutto tace mentre alcune indiscrezioni riportano dichiarazioni da parte dei membri della banda, i quali giustificano i furti come “ atto necessario per ammorbidire, risolvere la forte crisi economica in cui versa il nostro comune”. Ed è proprio questa la tesi impugnata dal team di avvocati della banda del cavo. Tutti gli identificati minimizzano e non si pronunciano sull’accaduto anche se l’imbarazzo è forte. Dopo tale scoperta la popolazione si divide. Una gran fetta dei cittadini vede Gigi come Robin Hood, Grimaldone come Little John, Tony Pago come Frate Tac e Nardellino (causa esaurimento personaggi della leggenda anglosassone) come lo scemo della banda che nella tradizione cinematografica non manca mai identificandolo così in Capannelle de “I soliti Ignoti”. Nonostante i furti e le inevitabili difficoltà causate il popolo sta con la banda del cavo che, in nome del bene comune, ha deciso di rimboccarsi le maniche, anzi le forbici.

Gigi e i suoi anziché aspettare i fondi regionali promessi dal Grimaldone che mai arriveranno, hanno deciso di applicare metodi alternativi per la ricerca di fondi. Gli introiti racimolati dal rame, presente nei cavi, sembrano essere stati inseriti nel bilancio in modo da poter annunciare il lavoro di ottimizzazione dei costi sbandierata in questi mesi. Invece ecco la verità, ecco da dove proviene l’ottimizzazione economica del nostro comune. Aspettando risvolti invitiamo i lettori a non prendere posizioni e conclusioni avventate in merito, in quanto anche se i fini del gesto, quasi da romanzo, possono sembrare nobili, sempre di furto si tratta.
Identikit della banda del cavo

Fukocero

venerdì 27 maggio 2011

Il morso del serpente

Le cose cominciarono a complicarsi quando i Progenitori si abbandonarono al morso seduttore del Serpente. Dopo, non si accontentarono più della conoscenza: vollero l’onniscienza. Non si accontentarono più dell’autorità: vollero l’onnipotenza. E il Serpente, soddisfatto della sua opera, cominciò ad essere il padrone indiscusso degli animi trasformando la semplicità in scaltrezza, la fame in ingordigia, la condivisione in sopraffazione, la verità in menzogna. Il Giardino lussureggiante divenne deserto arido e pietroso; non più luogo di felicità, ma luogo di espiazione: la Terra era infine nata.

In questa enorme landa deserta, un pezzo del Giardino primigenio, chiamato Carinola, resistette fino a quando il Serpente non lo scoprì e volle impadronirsene. Vi disseminò le famiglie più pericolose e velenose dei suoi figli e, con pazienza, aspettò...

Tra le spire di questi rettili, il territorio calinensis cominciò la sua lenta, ma inesorabile trasformazione. Una volta distrutte le lussureggianti foreste montane, rinsecchiti e infettati i ruscelli limpidi e chiacchierini, sostituiti i fiori silvestri con cumuli di sudiciume maleodorante, dispersi e allontanati gli animi dissidenti, Carinola fu preda dei voraci serpenti che continuarono senza sosta l’opera di distruzione.

Il territorio era comunque troppo piccolo per l’enorme voracità dei rettili ed essi cominciarono a mordersi tra di loro in una feroce lotta per la sopraffazione. Annientato il python biasionis, zittiti gli elapidi juniores, schiacciati gli aspis viperidae, l’anaconda regia si nascose soddisfatto sull’Albero del Libero Arbitrio per dettare la sua volontà, facendosi aiutare dal fedelissimo serpente corallo, senz'altro minuscolo rispetto a lui, ma capace di stregare con i suoi sgargianti colori ottenuti con innumerevoli mutazioni.
Gli aspis viperidae erano tosti, molto tosti ad arrendersi. Sebbene schiacciati al suolo dal peso dell’ enorme anaconda regia, le teste di tutto il parentado schizzavano fuori come saette e continuavano a mordere, a mordere,  scagliando il loro veleno contro chiunque si trovasse a tiro, anche contro chi non c’entrava proprio nulla ed era solo di passaggio. Non sapendo accettare la definitiva disfatta, gli aspidi cominciarono ad accusare gli altri della loro sconfitta, incapaci di valutare il peso della loro forza che, in confronto a quella dell’anaconda regia, era ben misera.

Quando finalmente se ne resero conto, si dileguarono in silenzio lasciando al suolo un’enorme pozza di viscido, rivoltante veleno.

La lotta era stata infine debellata, ma quale impavido combattente riuscirà a debellare l’anaconda e a ristabilire l'ordine primigenio?... Mah!

Dubius Dubiosis



venerdì 13 maggio 2011

Tifoseria celeste

Un giorno il buon Dio, stanco di tutte le mostruosità che vedeva sulla Terra, chiamò i due angeli ai piedi del  suo trono e disse loro:
- Uagliù, ‘nci’a facciu cchiù! Chissi me fann’a pelle! -
-  Signore, sei puro Spirito! -  ricordò umilmente Primo Angelo, inchinandosi.
- Lo so, lo so! Si fa per dire! Un po’ di umorismo!... Ho bisogno di distrarmi un po’. Cercate per tutto il Paradiso i Santi protettori del Comune di Carinola e fateli venire qua, così ci guardiamo insieme questa partita elettorale. Solo i carinolesi riescono a farmi ridere.-
I due angeli presero il volo immediatamente e, poco dopo,  cominciarono ad arrivare ad uno ad uno tutti i Santi protettori di Carinola: San Bernardo, San Sisto, San Donato e Sant’Agnello, San Filippo e Giacomo, San Giovanni e San Paolo, San Francesco, l’ascetico San Martino, persino il silenzioso San Bartolomeo ed infine, di corsa e trafelato, ecco San Pietro.
Non appena il buon Dio lo vide, cominciò a ridere e gli disse:
- Oi Pie’!  hannu sparatu chella bbotta ri paesani tuoi! -
- Solo un anticipo di festa, mio Signore… ma tu sai chi è stato! -  Il buon Dio rise e non rispose, ma Pietro continuò, mormorando a se stesso:
- Lo so anch’ io! Ma qua l’aspetto! Vogliu vere’ si è capace ‘e trasì cca rentu!-
Si sedettero intorno al trono di Dio e guardavano con molta attenzione ciò che succedeva a Carinola, cercando di rimanere distaccati come la loro santità richiedeva. Ma come si fa a rimanere impassibili di fronte alle sciocchezze che si  sentono, alle manovre che si vedono, agli stratagemmi che si intuiscono?

Il primo a perdere la santa impassibilità fu proprio San Pietro che, con l’impulsività che lo ha sempre caratterizzato, si rivolse al suo successore San Sisto ed esclamò
- Sisto, tieni certi campioni tu! Ma senti quel Grimaldi come chiacchiera? Promette, regala, elargisce. Ma dove li prende tanti soldi? Dove li troverà in Campania tutti quei posti che promette? -
- Pie’, eppure prima di essere santo sei stato uomo, e pure nu pocu 'mbruglione! I soldi glieli dà la Regione, e qualche posto glielo daranno i suoi amici aversani, almeno per qualche mese. Ti sembra strano? E poi, i campioni non li tengo tutti io. Anche tu hai i tuoi  e tre li hanno presi in prestito proprio da te! E dove lo metti Mannillo? E dove lo metti Di Lorenzo?  Che in fatto di chiacchiera supera pure San Paolo. –
- Forte Mattia! Me fa addecria' quando parla – rispose  San Pietro
- Pure se dice stupidaggini?-
- Pure! -
- Non sei santamente corretto, Pietro! –
- Nessuno se ne accorgerà, Sisto. Neppure De Risi!  -
- De Risi è persona seria, Pietro! –
- Si, tanto seria che sta trasformando i carinolesi in un popolo di mangioni e di beoni, Sisto! –
- Si sta preparando i pazienti. Se perde, avrà almeno quelli - intervenne ironico San Bartolomeo.
- I migliori sono i miei protetti: semplici e puliti. Bisogna dargli credito – disse subito San Donato.
- Lascia perde, Dona’, aspetta qualche anno e te li ritroverai tutti come Mancini  - disse San Filippo che, non avendo candidati tra i suoi protetti, era quello che più si sentiva  imparziale. Invece la botta arrivò pure per lui.
- o come il tuo avvocato azzeccagarbugli! -
- Io invece ho una curiosità - disse San Paolo con solennità-  Queste, mi sembrano le elezioni più documentate della storia di Carinola: Gennaro parla con documenti alla mano; Micillo parla con documenti alla mano; Mancini parla con documenti alla mano; Galdieri gira con una cartellina piena di documenti che non caccia mai. Neh, ma in questi documenti che c’è scritto? Quante verità esistono?

- La verità è una sola, Paolo…- rispose sorridendo il buon Dio. Poi rivolgendosi a San Bernardo che se n’era stato silenzioso tutto il tempo gli disse;
- Berna’, e tu non hai niente da dire sui tuoi protetti? -
- Sto meditando le tue parole Padre Buono… Tu mi hai affidato dei figli molto difficili da gestire, ma non me ne lamento.  Nonostante i molti aiuti che mi hai dato - indica con gesto circolare della mano gli altri santi - i carinolesi non progrediscono più di tanto sulla retta via: sono sempre creduloni, propensi a farsi raggirare dal più furbo e poco coraggiosi nell’ affrontare il nuovo per migliorare e migliorarsi. Preferiscono affidarsi alle vecchie mani di chi li soffoca invece di affidarsi alle mani di chi li spinge in avanti… Non sanno sfruttare le occasioni che la Storia gli riserva per crearsi un futuro migliore….
Dimmi la verità Padre Buono e permettimi una parola molto umana: questo popolo che tu mi hai affidato, questi carinolesi sono troppo ingenui o so’ troppu… strunzi? –
Il buon Dio sorrise sornione e rispose al suo fedele San Bernardo:
- Perché lo vuoi sapere in anticipo? La risposta l’avrai tra qualche giorno, Bernardo. E sarà anche la verità che Paolo aspetta.-

Talìa

giovedì 12 maggio 2011

La lista di Troia

Grimaldennone e Derisao alla conquista di Carinola


In passato, la guerra era infuriata violenta a Carinola. Si era combattuta la battaglia delle Cave che decise le sorti dello Stato carinolese e in particolare di Casanova, una delle sue città.
Grande fu il clamore di gioia sprigionato dalla popolazione di Casanova, dinanzi alla tanto attesa vittoria. A seguito della vittoria, salì un nuovo regnante con i suoi consiglieri, ma quest’ultimo fu colpito da macchinazioni segrete e di conseguenza deposto.
Lo Stato, privo di un re, rimase sotto il dominio di un commissario, che si limitò a chiudere le porte del suo palazzo e lasciò il regno abbandonato a se stesso.
Il gioco era compiuto. Il terreno pronto. Il frutto maturo.
Re Grimaldennone, conosciuto come “l’Innominato” e il suo tira piedi Derisao detto “Gingerino”, decisero che era finalmente giunto il momento di sferrare un attacco decisivo che gli avrebbe garantito la conquista dello Stato.

“E’ il momento di prenderci ciò che è nostro” disse Grimaldennone mettendo una mano sulla spalla di Derisao . “E tu sarai il re dello Stato di Carinola”.
“Whoof!” rispose Derisao.

“Ho già inviato emissari ad annunciare allo Stato di Carinola di sottomettersi … oppure cadranno”, disse Grimaldennone con un sorriso maligno.

Gli emissari portarono la notizia in quel di Carinola; quest’ultima reagì in malo modo, schierando molti guerrieri sul campo di battaglia. Così il Fato vide due potenze contrapposte pronte ad affrontarsi fino all’ultimo guerriero.

Da un‘ altra direzione, si avvicinava al campo un manipolo di giovani ribelli, anch’essi pronti a non cedere Carinola nelle mani di Grimaldennone e Derisao. Ma le loro armi non erano sufficienti ad affrontare la feroce battaglia, anche se erano pieni di ideali e buone intenzioni. Entrati in gioco anch’ essi, vennero subito decimati dal feroce esercito di Grimaldennone e Derisao.

Nel salone della guerra di Grimaldennone :
“Hai visto caro mio? Saliremo senza problemi” - disse Grimaldennone sorridendo.
“E come la mettiamo con Casanova?... Sire … I casanovesi sanno”- disse Derisao perplesso.
“Non preoccuparti, carissimo. Ho un asso nella manica”.
Gli occhi di Grimaldennone si fecero feroci. “Useremo la lista di TROIA!” - esclamò.
“Whoof?” - chiese Derisao.

“Bevi il tuo crodino e ascolta … farò credere a quattro guerrieri di Casanova che li voglio nel mio esercito per le loro qualità, in questo modo, combatteranno per me e sottrarranno molti alleati all’esercito di Casanova, ma non abbastanza da essere una minaccia per noi”- disse Grimaldonne, scoppiando in una sonora risata.

“E’ fantastico!” – esclamò Derisao.
“Lo so … mio scudiero”.

Nonostante la lista di TROIA, l’esercito di Casanova e i ribelli di Carinola non si diedero per vinti. Continuarono la loro guerra, battaglia dopo battaglia, scontro dopo scontro, colpo dopo colpo, fino a giungere agli ultimi giorni di guerra, in cui le due potenze, si prepararono per lo scontro finale …

e che DIO ci aiuti!!!

MELKOR

lunedì 9 maggio 2011

Il Gingerino

Attenzione:  il gingerino è una bevanda altamente alcoolica da assumere con moderazione. 

Solo lui poteva rinnovare il modo di fare politica, rendere il vecchio comizio un momento di divertimento, una gioia per l’elettorato che con il sorriso stampato sulla faccia applaude ad ogni battuta. Di chi stiamo parlando? Ma ovvio, di Giggino De Risi anzi, da oggi, del Gingerino De Risi grazie alla sua fantastica idea dell’aperitivo politico. Una formula innovativa che già sta determinando moda e  imitazioni su tutto il territorio nazionale. Infatti oggi anche Berlusconi, prima della seduta in tribunale, ha offerto Campari e Crodino a tutti ma ovviamente senza ricavarne il grande successo che il Gingerino carinolese ha ottenuto con la sua geniale, inimitabile idea.
Il Gingerino dice che l’aperitivo è un modo semplice, diretto per comunicare con gli elettori, spiegando il programma chiaramente a tu per tu, evitando la pesantezza del politichese che caratterizza il comizio dai balconi. 


Semplicemente giusto. 


Ma come si svolge l’aperitivo politico? Facile. Prima di ogni comizio il Gingerino de Risi offre stuzzichini e aperitivi a tutti i suoi fans e quando il grado alcolico aumenta ecco che parte con il programma, sparando cazzate a destra e a  sinistra in maniera, appunto, semplice e diretta senza il politichese ma con tanto paraculismo. Tutti bevono e magnano, bevono e magnano e il Gingerino parla, promette, fa il simpatico, il figo con tutti. Figuratevi che dopo il 5° Campari bevuto dai presenti, il Gingerino ha promesso di portare la maratona di New York a Carinola, di trasferire Disneyland a S. Donato e perfino di eliminare la TARSU (bhè su questo argomento anche i più ubriachi sono rimasti perplessi). 
Poi, dopo l’aperitivo politico, Gingerino e i suoi, un po’ traballanti, salgono sul palco  con non poche difficoltà e iniziano a leggere il discorso.  Ma l’aperitivo politico  ha delle controindicazioni: purtroppo non tutti i candidati di Impegno Il Comune reggono l’alcool, pensiamo infatti a Nardelli, che a Nocelleto non riusciva nemmeno a leggere, non perché non sia capace di leggere i pensierini scritti dal Grimaldone (anche se i maligni sostengono che fosse lucido e che invece è proprio ciuccio) ma perché non ha fatto come il Gingerino che beve solo Crodino. Si, proprio così, Gingerino quando espone le sue idee è lucido non è ubriaco. Anche se i suoi concetti sembrano assurdi e fuori dal tempo vi assicuro che il Gingerino beve solo Crodino e  l’alcool  lo lascia ai suoi elettori che mezzi stonati non capiscono e applaudono. 
Ovviamente c’è sempre chi esagera: infatti l’altro giorno, a Casanova, un seguace del Gingerino dopo aver tracannato qualche aperitivo di troppo, ha creduto che le elezioni fossero finite e che il comune fosse finalmente impegnato. Preso dall’entusiasmo ha iniziato con il lancio dei fuochi d’artificio per festeggiare. Il gingerino senza scomporsi ha guardato il suo pubblico e ha detto: “Tranquilli non è successo niente, tutti al Bar offro io!!” e tutti, applaudendo, sono andati a bere. 


Grazie Gingerino per averci dimostrato ancora una volta che sei inimitabile. Dopo la filosofia del “faccio il cazzo che mi pare” hai donato a Carinola un nuovo modo di fare politica e appena diventerai sindaco siamo sicuri che vedremo sempre il consiglio comunale pieno di gente sbronza che approva delibere pur non capendoci una minchia accompagnati da festosi applausi dai tuoi poco sobri sostenitori.

So Ele Assim

lunedì 2 maggio 2011

Obiettività giornalistica


Gemellaggi tra vedovi mielosi - opera anonima

Con la stessa obiettività giornalistica di Feltri e Minzolini, l’avvocato Ceraldi ha scelto da tempo il suo padrone e lo serve con tutte le sue energie, sicuro che il suo tornaconto prima o poi arriverà.
Volevo ignorare il suo pezzo Mielosi perché era così mieloso da far venire il voltastomaco, ma non si può non sottolineare le volute menzogne scritte nel suo pezzo.  Semplicemente per amore di verità.
Se i candidati di Impegno il Comune sono stati dolci e mielosi, sono sicuro che lo sono stati per una strategia politica scelta dall’ on. Grimaldi: presentarsi agli elettori con l’equilibrio delle persone serie che sanno dare fiducia al popolo, senza alterarsi e senza attaccare.
Però non è affatto vero che i candidati dell’altra lista, Progetto per Carinola, siano stati “violenti”. Sono altrettante persone serie e si sono presentati al numeroso pubblico con la stessa serietà professionale che li distingue nella vita ordinaria.  Io c’ero in quella piazza ed ho visto e sentito, e non amo che si scrivano bugie da parte di chi dovrebbe proporsi ai lettori con obiettività.

Nella piazza di Casanova non c’è stato nessun attacco violento agli avversari politici; c’è stata invece una DIFESA agli attacchi fatti  nel recente passato dai dimissionari e loro sostenitori. C’è stata una DIFESA, con documenti alla mano, dell’operato della scorsa amministrazione agli attacchi delle stesse persone. Mi sembra anche giusto che si approfitti dell’occasione per chiarire definitivamente, sempre con documenti alla mano, certe azione che sono state motivo di crude discussioni atte a confondere sempre più le idee agli elettori, a cominciare dal contratto con la SACOM, al costo degli alberi di ulivo trapiantati nelle nostre piazze.
Nessuno dei candidati è stato offensivo verso gli altri. Forse l’avvocato, che sicuramente ha il dono dell’ubiquità essendo presente in entrambe le piazze, si è lasciato influenzare dall’irruenza oratoria di Mattia Di Lorenzo, ma Mattia, pur essendo quel politico di rara arte dell’eloquenza che è, affascinando e accattivando la folla, non ha offeso. Quindi caro avvocato, le sue insinuazioni risultano essere esagerazioni molto di parte.
Che dire del dottor Galdieri? Il dottor Galdieri si è presentato al pubblico da vero signore, parlando con garbo ed illustrando semplicemente il suo programma, che non è molto vasto ma che concentra pochi punti salienti da poter realizzare. E la gente lo ha molto apprezzato per la sua semplicità e signorilità.
Sembro anch’io di parte? Può darsi che qualcuno mi possa accusare di esserlo, ma a me non interessa più di tanto: scrivo e dico quello che ho visto, a differenza dell’avvocato che scrive ciò che ha visto solo in parte e si diletta a far apparire trave quella che è pagliuzza. 
Per chi si diletta a fare il giornalista non mi sembra deontologicamente corretto travisare la verità per favorire qualcuno…. Ma di questi tempi, si sa, tutti hanno bisogno di un padrone….


Il giustiziere della notte

sabato 30 aprile 2011

L'ultima cena.... politica


Con sinceri auguri di buona campagna elettorale a tutti i candidati da parte del Quiquiri.

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martedì 26 aprile 2011

mercoledì 19 gennaio 2011

Riflessioni Amatriciane : Antimus Mutus

Antimus Mutus non si tiene. La data di celebrazione del turno elettorale amministrativo che ingloba anche Carinola si avvicina e lui freme, si agita, si dimena, si distende come una molla. Oggi qua, domani là. E’ una sorta di Santissima Trinità: ha il dono dell’ ubiquità. Lo trovi ovunque vi sia un capannello di persone intente a parlar di politica. Prevale persino nel singolarissimo derby con Marcantonio Russo, il vecchio della politica carinolese, già pronto per passare a miglior vita, che forse, quanto a girovagare come uno “spendone” (Brunetta se ci sei batti un colpo) lo insidia seriamente. Mutus ha colpi in serbo, assi nella manica, uscite pirotecniche dell’ ultime ora. Vedrete cosa sarà capace di combinare pur di mettersi alle spalle il frustrante periodo di opposizione, solo formale s’ intende, degli ultimi due anni. Saprà stupirvi ancora una volta. Sentite come è bravo a cambiar pelle. Seguitemi per lo spazio di pochi attimi. In un articolo vergato di suo pugno ai tempi del CCD, sull’ organo ufficiale del partito e che io rinvenni nell’ allora sede del movimento (anno 1998 circa) in cui all’ epoca militava Zinzi Mimì da MARCIANAISE (cosi pronunciano gli indigeni), ubicata all’ inizio di via Mazzini a Caserta scriveva: ”dobbiamo arginare in ogni modo il Centrosinistra, a tutti i livelli. Solo il Centrodestra e Berlusconi possono salvare l’ Italia e, con essa, la nostra amata Campania e Terra di Lavoro. Le prossime amministrative dovranno essere il momento della prova del nove. E il Centrodestra dovrà prevalere, Comune per Comune, sul Centrosinistra e sulle liste civiche ad esso riconducibili.” Bene, dopo sessanta giorni, dico sessanta, non un secolo, si votò anche a Carinola e Mutus Antimus, nome d’ arte azzecatissimo dalla redazione del Quiquirì di Antimo Marrese da Casale, cosa fa? Clamoroso al Cibali! Si allea con Pasquale Di Biasio (espressione autentica del più squisito centrosinistra) diventandone addirittura Assessore. In campagna elettorale, esibirò in milioni di copie, se del caso, questo articolo, ancora gelosamente custodito nel mio archivio, laddove qualcuno dovesse dubitare della veridicità di ciò che scrivo!!!!! Ma qual è il programma attuale di Mutus? Ha mandato, in concorso con un manipolo di automi etorodiretti, a zampe all’ aria quello scapigliatone di Mannillo, ha fritto in padella Pasquale Di Biasio, ormai considerato cavallo-cappone, inutile perfino per le monte, un tempo apprezzate e politicamente vantaggiose, specie se consumate presso il palazzo di Città. Ha stretto alleanza solida con Grimaldi, De Risi, con I socialisti , Buccheri e Locandieri, e pure non si ferma. Perché, ci si chiede ? E’ presto detto. Mutus odia la tecnologia, il progresso, la globalizzazione. Ama i servizi sociali e Capriglione, nutre una inestinguibile passione per qualche dipendente comunale addetta allo scopo ma, soprattutto, ed è questo quello che più lo manda in bestia fungendo da mordente per il suo infaticabile attivismo, schifa visceralmente Bill Gates e i suoi maledettissimi computers! Si perché Mutus è contro la informatizzazione, l’ avanzamento in rete, internet e suoi succedanei. Lui è per la carta, la carta pura e semplice, la carta straccia. La carta, magari igienica, ma pur sempre carta. Punto e basta. Il suo albero preferito è il Pioppo: sarebbe capace di sventrare, da solo, la foresta dell’ Amazzonia e ripopolarla di soli Pioppi. Lui declinerebbe perfino una passeggiata alle due del pomeriggio con Marcantonio e Micio Micillo, su e giù per viale dei ciliegi ad ordir trame che manco De Mita, pur di distribuire certificati ad ogni piè sospinto con foga, impeto e abnegazione da mulo. Del resto è con i certificati che ha costruito la sua carriera (si fa per dire). Una carriera a cui solo l’ avvocato dal ”cappello western” dà ancora un po’ di credito, se è vero, come è vero, che ancora lo intervista per sapere sulle sorti e gli obiettivi dei dieci più famigerati e ridicoli dell’ Universo mondo. A proposito di politica, dato che tra i dieci dimissionari, da tempo non più tali, non si riesce a trovare la cosiddetta quadra, Mutus ha suggerito una sensazionale, avveniristica e straordinaria soluzione: tornare alla politica. Si, proprio cosi. Avrebbe declamato stizzito e adontato e con tono enfaticamente tribunizio: torniamo alla politica! Si? E come? Viene da chiedere. Sfornando certificati a iosa? Certificati, per dindirindella, certificati, solo ed esclusivamente certificati, ha imperativamente chiosato Marrese Mutus, si certificati, Benedetto Iddio!! Ma come cazzo volete fare politica senza certificati? Mah, io non vi capisco, avrebbe aggiunto sgomento e inviperito. Ma può essere? Vi chiederete. Si può essere. Anzi ..è! Ipse dixit. Lo stesso deprimente personaggio, in politica dagli settanta, che la mattina, forte dell’ accordo consociativo con Marcantonio, negli ultimi due anni, arrivava a Carinola, sostava sulla soglia del tabacchino di proprietà Trabucco (nipote di De Risi) in compagnia di Giovanni Micillo, volgeva lo sguardo sopra (Micillo manco se ne accorgeva tanto era preso dallo sfornar battute su pollastri e melelle) , verso il balcone del gabinetto del Sindaco e, pensando di non essere scorto, alla chetichella, quatto quatto, decadente per stile e andatura, si avviava verso l’ ufficio tecnico dove veniva accolto con onori e feste da “Pietro l’ Inutile” a lui devoto e regalatogli da Marcantonio: lo ha detto, lo ha proprio detto. A mò di intemerata e, cosa ancora più inquietante, lo ha pensato e lo pensa ancora..! Mi sia consentita una domanda, per chiudere: ”Massimo ma a che ti serve sto campione?”E’ con lui che vuoi rinnovare?Ti rendi conto che è già pronto per Rolando De Cristofaro? Fammi sapere se te ne dovessi avvedere..

Vincenzo l’ Amatriciano

P.s. Che ve pozzana accire sti recchiuni pecchè nun pensate a cuarnà le mugliere voste? Purtatele a me ….ve facciu verè i….Ah Musulinu uu!

mercoledì 22 settembre 2010

Il Villaggio delle Lanterne Zozze

lanterne zozzeTanti anni fa Marco Polo nei suoi lunghi viaggi attraversò la Cina in lungo ed in largo visitandone anche i villaggi più piccoli. Nel suo girovagare aveva sempre notato le allegre lanterne rosse che tutti i locali pubblici e le case di famiglie importanti tenevano accese per tutta la notte. Più numerose e lucenti erano le lanterne tanto più era importante il locale o la famiglia che le esponeva. Marco Polo restò colpito da quello spettacolo che tutte le sere le lanterne davano in tutte le città e villaggi della Cina tanto da annotarlo nei suoi appunti citandole più volte. Pochi conoscono invece il Villaggio delle Lanterne Zozze in quanto le annotò in un diario che non fu pubblicato. 
Allontanatosi dalla capitale per visitare i vari luoghi a lui sconosciuti, girovagando nelle campagne arrivò in un villaggio dove fu copito da un fatto inusitato. Tutte le case erano abbellite con quelle che a lui a prima vista sembrarono le solite lanterne. La stranezza che lo colpì subito fu che erano variopinte e non del solito colore rosso che lui era ormai abituato ad ammirare. Ogni cancello aveva appese tante lanterne di vario colore di numero variabile ma in proporzione alla grandezza dell'abitato, più grande era il fabbricato più alto era il numero di lanterne appese. Giunto nel corso pricipale gli sembrò veramente un bello spettacolo quella esposizione di tanti orpelli che davano un aspetto festoso al villaggio. Continuando ad addentrarsi nel paese incominciò a rendersi conto che qualcosa non andava. Notò infatti che quelle che lui pensava fossero lanterne non erano appese come di solito ma erano attaccate in modo disordinato sui cancelli ed ai muri in modo scomposto. Si fermò per osservare meglio e giunto a pochi metri si rese conto del suo abbaglio per cui esclamò" ho scambiato monnezze per lanterne" Incuriosito chiese ad un indigeno cosa fosse quella novità particolarmente suggestiva ma anche molto puzzolente. 
Il pover'uomo guardandosi intorno per assicurarsi che nessuno lo vedesse gli spiegò l'arcano. Il governatore aveva imposto a tutti gli abitanti di esporre i loro rifiuti con l'ordine di rimuoverli solo ogni dieci giorni pena cento frustate e la solita forte multa. Visto lo sbigottimento del suo interlocutore il villico continuò nello spiegargli che in quel modo si metteva in mostra la ricchezza degli abitanti. Gli fece notare le abitazioni delle famiglie più abbienti con tantissimi sacchi mentre quelle dei più poveri erano adornate da un numeo minore. Oltre che a misurare il tenore di vita dei sudditi servono anche a decorare il villaggio che ha un aspetto più allegro. Unica nota stonata è che la tassa per l'asposizione dei rifiuti è altissima e chi non espone nulla viene punito duramente per occultamento di monnezza, reato gravissimo. Marco provò a chiedere come mai non ci fosse una ribellione a quelle angherie provocando la meraviglia dell'interlocutore. Gli disse che nessuno si ribellava anzi tutti avevano accolto la disposizione molto favorevolmente. Tutti fanno a gara per appendere i loro rifiuti ostentando  così la propria ricchezza, alcuni arrivano perfino a rubarli dai vicini per appenderli alle proprie abitazioni. Se gli addetti ai lavori provano a raccoglierli prima dei dieci giorni previsti sono aggrediti e picchiati duramente. Aggiunse che siccome il cacicco locale eletto dal popolo non faceva rispettare fedelmente la disposizione era stato rimosso e sostituito da tre solerti funzionari governativi che avevano ripristinato il rispetto rigoroso della legge. Marco restò alquanto perplesso ma preso atto delle delucidazioni ricevute annotò nel suo diario"oggi ho visitato il villaggio delle lanterne zozze"            
Marco Polo
lanterne zozze

lanterne zozze
lanterne zozze
lanterne zozze

venerdì 19 febbraio 2010

La Scala Santa


la magnifica "Scala Santa di Casanova"


La scorsa settimana ho avuto il piacere di essere ospite di un mio parente di Carinola. Per me, che vivo in una città caotica come Napoli, godere una giornata nella pace di questa bellissima campagna è stato un’ esperienza da ripetere. Il mio amico dopo avermi fatto gustare un ottimo pranzo con vino Falerno mai assaggiato nelle enoteche mi ha portato a visitare le bellezze della zona. Anche senza scendere dalla macchina ho ammirato il castello di Carinola, la cattedrale, palazzo Novelli, il convento di S. Francesco ed infine mi ha portato al santuario della Madonna della Grangelsa. Appena giunto ho potuto ammirare questo gioiellino bianco immerso nel verde dei boschi in una posizione che domina e vigila la pianura dell'Ager Falernus che si intravede in lontananza. Ai miei complimenti si sono associati quelli del mio accompagnatore che mi ha illustrato la storia del Santuario e quella degli ultimi lavori di restauro che sono ancora in atto. Mi ha raccontato del contributo regionale che è stato speso con tanta oculatezza dalla ditta e dai tecnici, i quali hanno rinunciato anche alla parcella. Mi ha anche informato delle critiche di alcuni detrattori di professione che hanno definito un monumento così interessate, dal colore unico nel suo genere, come il “mulino bianco”. Mi ha riferito pure di criticoni che sostengono che con gli stessi fondi si poteva costruire una chiesa nuova dalle fondamenta. Per confortarlo gli ho detto che purtroppo tutte le società sono piene di individui che si dedicano solo alla critica. Il mio amico ha continuato col dirmi che le persone che si interessano ai lavori di restauro, oltre che dai migliori della soprintendenza ai beni culturali, sono le più colte del comune e sono supportate dai migliori tecnici e legali presenti sulla piazza. Il risultato della loro grande perizia e competenza è sotto gli occhi di tutti, basta guardare la chiesa per restarci gli occhi…


Ha continuato anche col parlarmi di tanti finanziatori generosi ed anonimi per cui mai nessuno è riuscito a conoscere l'entità delle varie spese effettuate. Oltre ai finanziatori, non si conoscono nemmeno i committenti dei lavori perché essendo persone molto schive non hanno mai voluto cartelli con queste notizie come previsto per legge per ogni lavoro.. Su questo lavoro hanno chiesto una deroga particolare all'ufficio tecnico comunale che prontamente l'ha concessa per "evidente trasparenza, competenza ed onestà degli addetti ai lavori".

La mia attenzione è stata attirata poi dalle due maestose ed imponenti scale d'accesso al Santuario. Ho notato subito la qualità della pietra ed ho apprezzato la geniale intuizione del tecnico che ha scelto una qualità di pietra inesistente nella zona in modo da creare contrasto con la chiesa. Stavo per esprimere qualche perplessità sulla ripidità di quelle scale ma sono stato interrotto dal mio amico in modo alquanto brusco dandomi quasi del bestemmiatore per non aver compreso il significato dell'opera. Mi ha illustrato l'ingegnoso progetto dell'architetto che ha voluto creare un luogo di culto che sicuramente sarà meta di migliaia di pellegrini. Le scale sono state costruite apposta in quel modo, affinché l'accesso alla chiesa sia possibile solo in ginocchio, perciò il nome di Scala Santa di Casanova che ben presto oscurerà la fama di quella di Roma.

Unica eccezione: per gli sposi che desidereranno unirsi in matrimonio nella chiesa, che potranno accedervi in piedi sfidando il pericolo come prova d 'amore tra di loro. Per tutti i morti ed i feriti nel tentativo di salire la scala è prevista l'indulgenza plenaria dai loro peccati.

Per i devoti che proprio non ce la facessero a salire, col prossimo finanziamento, sempre rigorosamente segreto, sarà costruito un comodissimo ascensore che li porterà direttamente in chiesa. L'amico mi ha detto che l'architetto ha previsto anche un congruo numero di loculi all'interno della chiesa, riservati gratuitamente ai fedeli che dovessero morire nel tentativo di scalata. Dopo queste delucidazioni sono rimasto ulteriormente ammirato dal genio creativo del progettista, che ha trasformato una semplicissima scala in un’attrattiva di fede e in un ponte verso il paradiso.




Un ammiratore del genio degli uomini buoni