Tanti anni fa Marco Polo nei suoi lunghi viaggi attraversò la Cina in lungo ed in largo visitandone anche i villaggi più piccoli. Nel suo girovagare aveva sempre notato le allegre lanterne rosse che tutti i locali pubblici e le case di famiglie importanti tenevano accese per tutta la notte. Più numerose e lucenti erano le lanterne tanto più era importante il locale o la famiglia che le esponeva. Marco Polo restò colpito da quello spettacolo che tutte le sere le lanterne davano in tutte le città e villaggi della Cina tanto da annotarlo nei suoi appunti citandole più volte. Pochi conoscono invece il Villaggio delle Lanterne Zozze in quanto le annotò in un diario che non fu pubblicato.
Allontanatosi dalla capitale per visitare i vari luoghi a lui sconosciuti, girovagando nelle campagne arrivò in un villaggio dove fu copito da un fatto inusitato. Tutte le case erano abbellite con quelle che a lui a prima vista sembrarono le solite lanterne. La stranezza che lo colpì subito fu che erano variopinte e non del solito colore rosso che lui era ormai abituato ad ammirare. Ogni cancello aveva appese tante lanterne di vario colore di numero variabile ma in proporzione alla grandezza dell'abitato, più grande era il fabbricato più alto era il numero di lanterne appese. Giunto nel corso pricipale gli sembrò veramente un bello spettacolo quella esposizione di tanti orpelli che davano un aspetto festoso al villaggio. Continuando ad addentrarsi nel paese incominciò a rendersi conto che qualcosa non andava. Notò infatti che quelle che lui pensava fossero lanterne non erano appese come di solito ma erano attaccate in modo disordinato sui cancelli ed ai muri in modo scomposto. Si fermò per osservare meglio e giunto a pochi metri si rese conto del suo abbaglio per cui esclamò" ho scambiato monnezze per lanterne" Incuriosito chiese ad un indigeno cosa fosse quella novità particolarmente suggestiva ma anche molto puzzolente.
Il pover'uomo guardandosi intorno per assicurarsi che nessuno lo vedesse gli spiegò l'arcano. Il governatore aveva imposto a tutti gli abitanti di esporre i loro rifiuti con l'ordine di rimuoverli solo ogni dieci giorni pena cento frustate e la solita forte multa. Visto lo sbigottimento del suo interlocutore il villico continuò nello spiegargli che in quel modo si metteva in mostra la ricchezza degli abitanti. Gli fece notare le abitazioni delle famiglie più abbienti con tantissimi sacchi mentre quelle dei più poveri erano adornate da un numeo minore. Oltre che a misurare il tenore di vita dei sudditi servono anche a decorare il villaggio che ha un aspetto più allegro. Unica nota stonata è che la tassa per l'asposizione dei rifiuti è altissima e chi non espone nulla viene punito duramente per occultamento di monnezza, reato gravissimo. Marco provò a chiedere come mai non ci fosse una ribellione a quelle angherie provocando la meraviglia dell'interlocutore. Gli disse che nessuno si ribellava anzi tutti avevano accolto la disposizione molto favorevolmente. Tutti fanno a gara per appendere i loro rifiuti ostentando così la propria ricchezza, alcuni arrivano perfino a rubarli dai vicini per appenderli alle proprie abitazioni. Se gli addetti ai lavori provano a raccoglierli prima dei dieci giorni previsti sono aggrediti e picchiati duramente. Aggiunse che siccome il cacicco locale eletto dal popolo non faceva rispettare fedelmente la disposizione era stato rimosso e sostituito da tre solerti funzionari governativi che avevano ripristinato il rispetto rigoroso della legge. Marco restò alquanto perplesso ma preso atto delle delucidazioni ricevute annotò nel suo diario"oggi ho visitato il villaggio delle lanterne zozze"
Marco Polo
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