Da più di tre settimane siamo bombardati dai media nazionali e internazionali sulla vicenda di Sakineh.
Come in altri casi simili, ossia quandi si tratta di dare addosso al governo iraniano, si è scatenata la corsa alla solidarietà. Ministri, presidenti della repubblica, giornalisti e gente comune, tutti a manifestare contro “l’atto di barbarie” rappresentato dalla condanna a morte per Sakineh, da tutti chiamata per nome come fosse una celebrità (qualcuno ne conosce il cognome? È Mohammadi Ashtiani per vostra informazione).
Non voglio apparire insensibile ai temi del trattamento delle donne: non lo sono, ma odio la doppiezza dei politici e l’ipocrisia dei nostri mezzi di informazione, che in effetti dovrebbero chiamarsi di disinformazione in quanto ci parlano della vicenda tralasciando alcuni fondamentali particolari. Ci ripetono che la donna è stata condannata per … adulterio!! E poi segue, quasi a bassa voce … per aver organizzato l’omicidio del marito. Bene, diciamolo chiaramente: la donna è stata condannata per concorso in omicidio. Per quanto non si possa essere d’accordo con la sharia islamica, e io non sono d’accordo, va sottolineato che in questo caso l’adulterio è stato considerato un' aggravante del reato principale, ossia l’aver tolto la vita ad un’altra persona. Vogliamo trovare un parallelo nella nostra evoluta società occidentale? Teresa Lewis, in Florida, USA, condannata a morte per un reato analogo. Ci ripetono che è stata condannata a morte per lapidazione, e per agghiacciarci di più ci mostrano immagini di donne che subiscono questa orribile sentenza. Peccato però che quelle immagini siano risalenti al periodo immediatamente successivo alla rivoluzione islamica, negli anni 80. La pratica della lapidazione è infatti in disuso da più di 15 anni, e nel 2002 una moratoria ha vietato tale modalità di esecuzione delle condanne a morte. E’ inoltre dal 2008 è all’esame del Parlamento iraniano la cancellazione della lapidazione dai testi di procedura penale iraniani. Volete un altro parallelo? In Francia, la condanna a morte tramite la ghigliottina è stata abolita ufficialmente solo nel 1981, e in diversi stati degli USA è ancora prevista l’esecuzione tramite fucilazione e impiccagione.
Quali sono gli scopi dei nostri mezzi di informazione? Sono quelli di informare, o di controllarci?
Casi come questo ci fanno rendere conto in maniera lampante quanto ci sia bisogno sempre di una coscienza critica, sospettosa di qualunque fonte di informazione, che metta a confronto le diverse voci e che soprattutto non prenda mai troppo sul serio la voce della folla.
Speak e Span
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