Pure se fosse diventata già una sorta di abitudine il veder bruciare quasi ogni giorno pezzi di verde, non si può non parlarne, fare finta che non si possa far nulla: già il solo discuterne può portare a qualche idea nuova, magari qualche iniziativa. Ma c’è bisogno di fare qualcosa, non solo per sentirci a posto con le coscienze (e fin da subito dico che queste righe non ne hanno nessuna pretesa), piuttosto per riappropriarci di qualcosa che da molti anni è come se non ci appartenesse più. Guardiamo allibiti le nostre colline bruciare da un mese a questa parte, mandiamo al cielo qualche spergiuro, quindi alziamo la cornetta, comunichiamo allarmati alla Guardia Forestale il luogo più o meno esatto, mentre con la coda dell’occhio proviamo a seguire le fiamme o il fumo sperando che si fermino. E basta. Non possiamo fare altro che attendere che i soccorsi arrivino con tanta acqua. Intanto sono le nove e mezzo di sera, e una corona di fiamme ha già da un pezzo scollinato sulla Cava di Vaglie, affacciandosi con tutta la voracità che acquista con il vento. Lingue di fuoco sulla montagna del Purgatorio, una scena che di sera, ricorda forme medievali, visioni selvagge.
Nessun sospetto in un mese di incendi? Nessun indizio? E’ possibile tutto ciò? Stop! fermiamoci un momento: qualche giorno fa, gli uomini delle Guardia Forestale di Reggio, insieme al Nucleo Investigativo Ambientale e Forestale del Comando provinciale hanno arrestato in flagranza di reato un uomo. Infatti, “Da molti giorni le pattuglie del Corpo Forestale sorvegliavano la zona a causa delle ripetute segnalazioni di incendi verificatisi nei giorni scorsi. Nella tarda serata di ieri, dopo un prolungato appostamento, l'arresto” (http://www.calabriaonline.com/articoli/reggio-calabria-sorpreso-mentre-appiccava-fuoco-arrestato-piromane_2023.htm). Ecco perché potrebbe servire a qualcosa segnalare in continuazione, ma a queste devono seguire pattuglie della Forestale, con il compito di porre fino a questo scempio, facendo appostamenti. Forse sarà un compito molto difficile, ma non impossibile per uomini determinati catturare i piromani di turno. Difatti, tutti quelli che avessero visto qualche cosa di sospetto, un numero di targa, devono affidarlo alle forze dell’ordine.
Infine, eccovi un terzo vademecum inutile: “Gli ecosistemi forestali proteggono dai dissesti idrogeologici, aumentano la fertilità dei suoli, salvaguardano la qualità delle acque, conservano la biodiversità animale e vegetale, concorrono alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e all’attenuazione dei fenomeni legati ai cambiamenti climatici. Il Protocollo di Kyoto attribuisce una centralità ai boschi anche sul piano economico”. Peccato, davvero, tante belle cose ci danno i boschi.
Pirro
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