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martedì 3 giugno 2014

Le visioni delle associazioni e la miseria degli assessorati



Assistiamo negli ultimi anni alla formazione di associazioni socio-culturali parecchio attive nel Comune. Concretamente, tutti possiamo constatarne l'impegno, le lotte, le numerose attività messe in campo, quindi la riuscita di quest'ultime rispetto a grandi temi quali la promozione culturale, valorizzazione dei luoghi, il coinvolgimento della comunità, frutto di un fiorente volontariato che non puo' piu' passare inascoltato dall'amministrazione De Risi, ma pure dai gruppi di opposizione. 

Nello specifico parliamo di eventi quali Lunarte Festival, sette edizioni, che richiama centinaia di visitatori ogni anno; Biblioteca comunale e le interessanti attività annesse con cadenza settimanale e lavoro quotidiano; si occupano poi di tutela e promozione dei beni naturali e culturali l'Archeoclub Carinola ( Ludi Augustales, ultima importante attività riuscita); Festa della Vendemmia, bel momento di sana celebrazione e promozione di un prodotto del territorio, quale il vino; il Cif, l'Acen per eventi ludici; infine ci sono i premi Matilde Serao, Fulvio Nuvolone e Moscati. 

Da qualche mese poi è stata riformata la Pro Loco, la cui fondazione ha conosciuto una forte ingerenza della brutta politica locale, ma pure una sana partecipazione delle associazioni attive e di certa società civile. Fin'ora pero' quest'ultima ha fatto ben poco di concreto. Imbarazzante invece il rapporto di esclusività che l'amministrazione De Risi intrattiene con la cooperativa Lilladis, la quale gestisce, sulla base di un contratto con scadenza a fine anno, Palazzo Petrucci in cambio di manutenzione dei beni culturali e naturali del Comune. Da rivedere assolutamente.



Tuttavia, il principio da cui nasce questo post è quello di rendersi propositivo, aprire un dibattito possibile. 

Leggevo un pezzo sull'Unità stamattina Berlinguer nel 1984 e mi ha colpito questo passaggio in cui diceva:
"Credo anch’io che sia sempre più forte il bisogno di reinvestire la politica di «pensieri lunghi», di progetti. Naturalmente questi pensieri devono essere sorretti da un’analisi scientifica della realtà, altrimenti i progetti si trasformano in vuote proclamazioni retoriche". Ebbene, concretamente, quali "pensieri lunghi", quali progetti, quest'amministrazione ha in mente per sostenere le associazioni attive che fanno vivere il territorio?

Le difficoltà legate all'impreparazione, ( e spesso all'improvvisazione ) dei vari assessorati alla cultura e al sociale, la carenza di visioni e di ricerca di finanziamenti, indeboliscono le azioni delle associazioni. Ma a cio' si potrebbe rimediare, da oggi, mettendo in campo una serie di azioni capaci di ri-formare questo settore in via di sviluppo. Noi ne proponiamo qualcuna sperando possa esser condivisa, dibattuta in consiglio comunale, in giunta e applicata in delibere ed in azioni.

  1. Istituzione di un incontro bimestrale per fare il punto dei progetti e delle richieste con la presenza del sindaco, assessori al ramo, responsabili dei settori e referenti delle associazioni;
  2. Creazione di un calendario annuale degli eventi da svolgersi con relativa richiesta di finanziamenti a tutti gli enti predisposti;
  3. Assunzione in stage per merito di due giovani del Comune come collaboratori del sindaco, esclusivamente per occuparsi della ricerca di finanziamenti, progetti, coordinazione delle attività delle associazioni comunali; 
  4. Creazione di un mercatino domenicale dell'artigianato e del vintage in via sperimentale;
  5. Ripensare  gli spazi vuoti ed inutilizzati del comune ( scuole, uffici, campetti etc)  e affidamento dei  beni naturali e culturali con concessione sotto vincoli e verifiche semestrali.  
Ebbene, ora ci vuole una visione. La nostra è quella di una Carinola operosa, ridente, pulita che ospita visitatori e  turisti da marzo ad ottobre e che lavora d'autunno e d'inverno per prepararsi  la prossima stagione. E la vostra invece?

Mi_Ma









martedì 8 ottobre 2013

Destinazione Berlino (e altrove in Europa)

L'immigrazione italiana a Berlino, vista con gli occhi ( e con i dati) della sociologa Edith Pichler, intervistata dal http://www.corritalia.de/home.2.0.html. Le motivazioni, passate sotto la lente, della nuova fuga verso i Paesi europei in cui si va per trovare un lavoro, un futuro. Perchè si parte? Cosa andiamo a fare in Germania e chi sono i nuovi migranti? Scopriamolo insieme in  questa interessante intervista a cura di Gherardo Ugolini.
http://www.corritalia.de/Dettaglio.26+M598c4246d39.0.html

domenica 21 luglio 2013

Strani Pensieri


Sono uno dei tanti ragazzi di questo comune.


Uno di quelli che ha dovuto lasciare il carinolese per la stessa motivazione che ha spinto quasi tutti i ragazzi carinolesi a farlo: "quella di cercare un futuro", un "futuro" parola divenuta troppo rara in queste zone.

Sono stato via quasi un decennio e dopo diverso tempo, come si nota la differenza di crescita in un ragazzino nel non vederlo per un certo periodo di tempo, a differenza di chi ci vive a contatto giornalmente, ho avuto un'impressione che definirei tristissima: questo comune sta morendo e lo sta facendo ad una velocità preoccupante.

Ricordo quando sono partito, si scherzava sul fatto che se pur essendo un comune piccolo e desolato, almeno l'estate sembrava rinascere. Non succede più, siamo in estate e non è cambiato niente; i giovani sono sempre di meno; le possibilità di lavoro praticamente nulle o quasi; le strade sempre più rovinate; le piazze sembrano essere il residuo di città in rovina; sempre meno persone in giro; molti locali chiusi o lo stanno facendo, ecc...

Dovè il sindaco in tutto questo?
Dove sono i consiglieri?
Dove sono gli assessori? E tutte quelle promesse di rinascita del comune? Di lavoro? Di sostegno e proggetti per i giovani?

Sono certo che si staranno impegnando tutti fino all'esasperazione per proteggere il nostro territorio dato che è anche il loro. 

Stanno cercando di rilanciare questo comune. Non stanno certo pensando a restituire favori ricevuti, finanziamenti o altro.
Sono persone di un certo livello. Non stanno certo inserendo nel nuovo piano regolatore un sito di stoccaggio rifiuti che potrebbe dare il colpo di grazia a questo comune o a tutto il territorio.
Non si perderanno mica a vecchie ripicche risalenti al periodo delle elezioni.
No loro sono diversi da tutti gli altri...dopotutto l'hanno detto loro.
Spero ed invito tutti i cittadini del carinolese ad aprire gli occhi, indipendentemente dal pensiero politico...è la vostra casa. 

Abbiatene cura!!
Un saluto a tutti!!
Melkor

lunedì 27 maggio 2013

Oggi vi presento un paesologo



Franco Arminio è uno scrittore e poeta nato in Irpinia che se ne va in giro per i paesi d’Italia a vederli per poi raccontarli. Viaggia parecchio, ascolta la voce di chi non ha niente o poco da dire, poi scrive, parla, incontra le facce dei paesi desolati, stringe mani vigorose e sporche di chi fa cose e  ricostruisce pian piano dalle macerie. A tutti parla di paesologia, una fusione tra poesia e geografia ha detto qualcuno, una scienza che inizia proprio con lui. La sua scrittura mi ha fatto bene, la sua visione dei paesi mi aiuterà a capire cosa siamo diventati. Qualche giorno fa è uscito il suo ultimo libro (Geografia commossa dell’Italia interna, Bruno Mondadori ) ma in attesa di averlo riproponiamo scorci di qualche anno fa. Ora sotto gli occhi abbiamo un suo pezzo, la Repubblica della paesologia. 
Alcuni passaggi mi hanno colpito. “…I paesi non sono morti, ci sono ancora, sono malati, esattamente come è malato tutto il pianeta. C’è una parola che può riassumere tutto: desolazione. Si tratta di una malattia nuova per i paesi. Prima c’era la miseria, c’era il mondo mirabilmente descritto da Carlo Levi, c’era la lontananza e l’oppressione, c’era la comunità dei poveri, degli umili. Siamo passati dalla civiltà contadina, a volte crudele, perfino spietata, a questa cosa oscena che chiamo modernità incivile”. Penso a Ventaroli, San Donato, Casanova. Carinola il comune dei paesi disgiunti e dei borghi abbandonati alla loro bellezza fatta di rovi e solitudine. E ancora, “Scrivo a oltranza di luoghi che perdono abitanti e di abitanti che hanno perso i loro luoghi”. Dalle nostre parti accade qualcosa di simile, siamo proprio noi che perdiamo ogni giorno i nostri palazzi, ruscelli, fontane, case, strade di campagna, casini.

Qualcuno di noi si emoziona ancora per tutto questo perdere e cerca disperatamente aiuto. Altri hanno dimenticato come si fa. Le occasioni e le soluzioni giungeranno se saremo capaci di ritrovare “una nuova etica, un umanesimo delle montagne” scrive ancora Arminio.
Ecco che oggi piu’ che mai, tornando in città lontane dopo qualche giorno in paese sento che dovremmo semplicemente provare a fare qualcosa. 

Basta una passeggiata, 
il sole che passa nelle fronde di quercia,
che acceca di bellezza. Della nostra bellezza. 

Micco

domenica 28 ottobre 2012

Cambiare conviene...

Non c'è cambiamento che riesca a coinvolgere il popolo carinolese. Fermi, immobili, rallentati, dopati, dal nulla. Dall'immobilismo, dalla fiacca, dalla depressione. Tutto ciò che a fare con la cultura termina con il periodo scolastico. Dopodichè l’unica attività praticata è il pettegolezzo, l’inciucio, mescolati con goliardia ambiuità e sfessataggine cronica. 
Poi ci lamentiamo che i nostri figli nascono ruspanti paesani sempre più spesso con bicchieri in mano che con le braccia a lavorare. Che l’unica lingua parlata sia rigorosamente il dialetto. Ma ci siamo mai chiesti quali esempi positivi siamo riusciti a mettergli a disposizione? Purtroppo al mondo d’oggi, per stimolare un giovane occorrono l’insieme di tante situazioni, che non possono essere solo affidate all’onesta lavorativa della famiglia. 
Quando si sente che in giro che un giovane fà uso di sostanze stupefacienti ci si meraviglia quando proviene da proprio da una buona famiglia. Questa è la prova che non c’è da lavorare sul contesto interno della famiglia, ma su quello esterno. Un’amministrazione di sessantenni e cinquantenni potrà mai avere una buona applicazione di politiche giovanili? A voi la risposta.
C’è una pubblicità famosa che recita cosi: “cambiare conviene”! Carinola quando cambierà???

Per ora mai!

Perché ci dobbiamo tenere Gigino che si deve mettere la fascia altrimenti piange! Perché a Grimaldi serve un uomo che sorbo-licamente non rompa i coglioni agli Orsi, come il famoso detto aversano! E tutto gira intorno al cimitero, all’illuminazione pubblica, alla munnezz, alle donne mute, a quelle sempre assenti, a marcantanio a antimucc. I giovane bevono e sorridono; Pasquale si compra un altro fay; le ruote della macchine si consumano per fare le sgommate la domenica con il capello tutto brillantinato!

Nessuno ha il coraggio di cambiare, tanto alla bottega il pacco di pasta costa sempre 70 centesimi. Le pummarole si fanno la stagione, il vino ad ottobre, e con la pensione di mammà si può tirare avanti.

Che schifezz!

Amaro Averna

giovedì 27 settembre 2012

La morte in centro


Quello delle onoranze funebri è un rito vecchio, antico. Fin dagli egizi, passando per etruschi e romani, sorvolando sui riferimenti mitologici che in quanto tali erano pur sempre partoriti da umani pensieri di popoli sviluppati, le attenzioni dedicate all’ ultimo viaggio, al distacco dalla vita terrena, sono state intense, trasversali, caratterizzanti, nazionalpopolari e regali. Lo scorrere del tempo, scandito dal susseguirsi di civiltà, epoche auree e buie, ha piuttosto che affievolito l’ espletamento del rito,  con a corredo tutti i suo inserti, destato ulteriore concentrazione e, quando ci si è accorti che il percorso d’ addio di un corpo passato a miglior vita,  potesse addirittura rappresentare,  per chi aveva l’ incombenza di sopperire, per manifesta impossibilità del beneficiario, allo svolgimento di tale percorso stesso, un momento di facile guadagno, all’ insegna del sempre attuale “mors tua vitae mea”, ci si è accapigliati, profusi, spesi e spasi, perché la moltitudine umana diventasse, all’ atto della fine, l’ inizio di aurifera risorsa. Fin qui, pur con eccessi  di gusto, di stile, di pacchetti completi  o integrati che dir si voglia, offerti al limite del digeribile e della decenza, poco male. Le risse per l’ accaparramento del servizio, talvolta con piglio troppo buonista, venivano rubricate quali scontate conseguenze di una competizione senza quartiere. Con buona pace della scaramanzia e degli scongiuranti di tutte le logge. Poi, manco a dirsi, il mai distratto sguardo della malavita, di chi delinque o di chi ne fa le veci, ha notato che da li, dai morti, dalla pratica dell’ ultimo accompagnamento, potesse derivarne un affare praticamente senza fondo. Una sorta di vincita perenne ad una lotteria che non avesse mai fine. Anzi una lotteria senza costi di start up che esaltasse la fine della testimonianza terrena di un’ anima, offrendo una panoramica coglibile ad occhio nudo,  sull’ essenzialità dell’ uomo….. da principio…..a fine. Un vitalizio. Come a dire,siamo buoni anche da morti, forse addirittura migliori! Come dei porci non si butta nulla, cosi anche di noi si può chiedere e ottenere il massimo, sempre. Vacche da mungere. Una volta morti possiamo trasformarci e diventare quello che non siamo stati da vivi. L’ occhio però, si sa, ama farsi attirare dal bello, storce e appare svogliato alla vista del così così, e addirittura aziona lo stomaco,  che risponde immediato,  con conati di vomito a stento trattenibili, quando è invece il brutto, il grottesco, lo schifoso a mettersi davanti. Quand’è cosi, l’ occhio non transige. Il troppo, come suol dirsi, disturba. Ogni limite, ha una pazienza, ammoniva il Principe della risata. Plastico esempio, ne è   ciò che si è verificato nella piazza Maggiore De Rosa della frazione Casanova del Comune di Carinola. Una ditta di “schiattamorti”, munita di permesso o forse di compiacenti omissioni di controllo,  garantite a mezzo di un assordante silenzio da parte dell’ Amministrazione retta dall’ “Uomo Libero”(si fa per dire) De Risi, ha ritenuto di dover adibire un locale privato,  con affaccio fronte strada,  a sede del proprio esercizio erogante servizio per la miglior pratica funeraria. E lo ha fatto nel modo più stomachevole possibile, triturando come una zolla incappata tra i denti di una zappatrice, le esigenze di pubblico decoro. Lo ha fatto offendendo. Oltraggiando. Calpestando il glorioso passato di una piazza di un piccolo centro, i cui marciapiedi sono stati calcati da uomini che poi hanno onorato la loro terra d’ origine nel mondo. L’ occhio, ne ha risentito, contrariato. E ha suscitato reazioni  a catena, energiche. Ora basta, gridano i Casanovesi. Non ne possiamo più. Dopo le panchine “trampolino”, praticamente un attentato ai più piccoli, rimosse solo dopo vibrate proteste di cittadini ancor provvisti di materia grigia, dopo l’ acqua mancante tanto di sera quanto di giorno, dopo le strade e i marciapiedi che non esistono, dopo la munnezza ovunque, le erbacce lungo i cigli della strada, il depauperamento di qualsivoglia politica culturale, ora anche un mausoleo mastodontico, un autentico pugno nell’ occhio, nel cuore della cellula pulsante di una comunità già alle prese con un vuoto amministrativo senza precedenti e su cui, del resto lo stesso obbrobrio mortifero lo annuncia greve e  profetico, sembra essere calato l’ odore mefitico della morte, della fine appunto. Dove altro, se non  in quei luoghi, come è divenuto per l’ appunto Casanova, sprovvisti di guide, di fari amministrativi,  poteva trovare diritto di domicilio una indecenza di tal fatta? A furia di gufare, i soliti soloni nei cui confronti la vita è stata matrigna, hanno ottenuto, assicurando al timone del Comune la guida di De Risi, cioè di uno che spara solo cazzate, forte con i deboli e debole con i forti, che non è mai intervenuto e che mai interverrà  a tutela del pubblico decoro, ciò che volevano:fare del paese una terra di nessuno. Aggredibile con incontrastate scorribande dal primo energumeno. Una terra da conquistare, perché Terra arida di idee. Perchè terra violentata, ormai priva di un’anima..Quella insegna, non ce ne voglia il proprietario di casa, che  pur legittimamente intende trarre vantaggio dalla percezione del canone di fitto mensile del locale, sa da levare! Fa schifo, genera imbarazzo, autorizza scongiuri al limite del protopornografico, ancorchè efficaci. De Risi, se ha a  cuore la comunità, deve e può intervenire con la messa a fuoco di quegli strumenti che afferiscono alle competenze di un Sindaco. Lo faccia presto. La faccia rimuovere. Ora basta. De Risi faccia in mondo che la repressione e rimozione dello sconcio della “promozione della fine” possa, soprattutto per lui, coincidere con l’ avvento di un principio di buona politica , anche dell’ immagine.


P.s. Premesso e ribadito che la location in cui si è inteso ubicare un cosi particolare esercizio commerciale è assolutamente fuori luogo, il materiale usato per l’ insegna è oggettivamente disgustoso, reso ancora più orribile dalle scritte contenenti messaggi promozionali per una pratica che non si sa quanti abbiano in animo di prendere in esame o  accelerare. Avessero usato un po’ di  marmo, giusto un po’, con poche, pochissime, anzi una sola scritta  discreta , sempre altrove ovviamente e non in piazza, lo avremmo forse, con sommesso disappunto, fatto pure passare. Avremmo chiuso gli occhi e pensato che quel marmo fosse come quello della vetrina della premiata pasticceria “Pintauro” di via Toledo a Napoli. Ci saremmo illusi di inalare l’ inebriante profumo delle mitiche sfogliatelle. Se le cose resteranno cosi, invece, penseremo sempre che l’ insegna sia identificativa di un’ epoca. Un vero e proprio luttuoso, funereo, funesto affresco, figlio ovviamente del suo tempo e di esso stesso espressione. Un affresco “di…Pinto” a mano. Praticamente doc! Una prece.


AntiBecchini

nota della redazione: non siamo riusciti ad ottenere una foto dell'orribile quanto macabra insegna in quanto nel frattempo è stata rimossa... si spera per sempre

sabato 15 ottobre 2011

Oggi come ieri

“Le opportunità di carriera si erano esaurite, poiché tanti posti di carattere politico ed amministrativo erano stati occupati nel periodo precedente da uomini molto giovani.
In quel momento non vi erano che poche occasioni di inserimento, poiché le promozioni dei giovani nominati nel periodo precedente ritardavano naturalmente sia le ulteriori assegnazioni di posti sia le promozioni acoloro che erano entrati in un momento successivo.

Conseguentemente la struttura occupazionale in ordine all' età mutò, favorendo nei pubblici uffici gli uomini di età media a scapito dei giovani. Un autore ginevrino, James Fazy, espresse il malcontento dei giovani in unpamphlet intitolato: De la gérontocratie, ou de l'abus de la sagesse des vieillards dans le gouvernement:
"Essi avevano ridotto la Nazione - egli diceva - a settemila o ottomila individui eleggibili, asmatici, gottosi, paralitici, indeboliti nelle loro facoltà. Talune occasioni si potevano trovare nelle nuove iniziative industriali, che, tuttavia, si sviluppavano lentamente. La gioventù istruita, in numero superiore rispetto alle esigenze del paese, considerava in termini problematici il futuro che le stava di fronte. La Nazione abbondava di medici senza pazienti, di avvocati senza clienti e di giovani che trascorrevano il loro tempo nelle sale d'aspetto dei potenti. Non essendovi bisogno di loro, questi giovani cominciarono a soffrire non soltanto di un' insoddisfazione di ordine materiale, ma anche di un profondo malessere spirituale, che fini per essere chiamato le mal du siècle; non avevano alcuna ideologia che fornisse loro una spiegazione del loro destino, non possedevano saldi convincimenti né principi che potessero guidare la loro esistenza. Sebbene la Chiesa fosse di nuovo in una posizione di prestigio, la religione non riusciva a riconquistare l'antica autorità morale".
Il romantico ritorno al cattolicesimo non riuscì a far presa sull'immaginazione dei giovani nel loro complesso e non vi era del resto alcun altro sistema di valori in grado di colmare tale vuoto. A proposito della sua generazione, scriveva Alfred de Musset in La confession d'un enfant du siècle: "Ahimè, ahimè, la religione si è perduta... Non abbiamo più né speranze né aspettative, nemmeno due piccoli pezzi di nero legno di fronte ai quali stringere le nostre mani... Tutto ciò che era non è più. Tutto ciò che sarà non è ancora".
Era una giovane generazione, scontenta del sentimento di autocompiacimento ostentato dallo Stato, ed assetata di una nuova fede che fosse capace di dare un senso a ciò che sembrava privo di significato e di riempire il doloroso vuoto di solitudine e di disperazione”.
Questa pagina, tratta da un manuale istituzionale con l'eliminazione dei soli riferimenti temporali sembra scritta oggi e per noi. Si riferisce invece alla Francia della restaurazione, succeduta a
Napoleone.
Come uscì l'Europa da questa situazione?

Da lì a poco sarebbe successo ... il quarantotto.

Un indignato

giovedì 16 giugno 2011

Non è mai tardi


La politica nei propositi, grazie all’esercizio dell’arte delle chiacchiere, è profondamente realista.
Il miracoloso avvento di Silvio Berlusconi,  per quello che ci viene detto dal senso comune, avrebbe proiettato il modo d’intendere l’attività di governo in una nuova dimensione, da molti, chiamata seconda Repubblica.
Sicuramente, per molte versi, è vero.
I partiti, all’apparenza,  non sarebbero più un covo di corrotti mercanti.
E’ stato definitivamente debellato il reato di illecito finanziamento ai partiti.
Purtroppo, il nuovo modo di interpretare le cose, ha introdotto molte virtù ma, tuttavia, ha confermato innumerevoli vizi.
Vi siete accorti che, a fronte di una presunta diffusa moralizzazione, i burocrati, i mangia pane a tradimento, hanno mantenuto intatti i loro privilegi?
Basterebbe, senza troppi sforzi,  girare per le nostre città per incontrare, per strada, una quantità innumerevole di auto blu.
Autovetture ed autisti hanno un costo…..non per chi ne usufruisce, ma per i cittadini!!!
Siamo certi che molti scrocconi di Stato hanno diritto ad avere un trattamento da nababbo?
Secondo me, senza ombra di dubbio,  solo i principali esponenti del Governo ed i Magistrati a forte rischio, meriterebbero di essere accompagnati nei loro spostamenti.
Gli altri si attacchino al tram od utilizzino la bicicletta!
Non è giusto che molti italiani vivano alle soglie della povertà quando, invece, quattro sanguisughe viziose, si permettono lussi che potrebbero essere restituiti ai cittadini sotto forma di economie.
Sono modalità di ostentazione, diritti acquisiti che sembrerebbero derivanti da Virtù divine, delle quali, sono certo, ne possiamo fare traanquillamente a meno.
La politica, se si vuole mantenere, con la massima trasparenza, ricorra a forme lecite di auto finanziamento.
Ai deputati ed ai senatori venga tolto l’immeritato privilegio di potersi spostare gratuitamente su tutto il territorio nazionale.
Gli venga garantito un solo biglietto di andata e di ritorno per Roma.
La politica dovrebbe trasformarsi in un Onore e non un onere da risarcire!
Bisognerebbe abolire le Provincie, le Comunità Montane, le A.S.I., gli A.T.O. e tutti quei “poltronifici” che consentono a scrocconi e lacchè di tutte le estrazioni, di stare bene alle nostre spalle.
IL MIO E’ UN RAGIONAMENTO TRASVERSALE, CHE SIA BEN CHIARO !!!
E’ una richiesta di tagli che potrebbe investire altri mille settori della cosa pubblica.
Bisogna fare una rivoluzione democratica.
Dobbiamo trovare il coraggio di dare una spallata ai privilegi di chi si nutre a sbafo e sulla nostra pelle.
Lo capisco e’ più facile a dirlo che a farlo……..ma, chi non inizia, mai finisce!
La gente è stufa di dire grazie a chi, facendo il proprio dovere, pretenderebbe pure dei ringraziamenti.
Mi riferisco al pubblico impiego ed alla sanità!
L’inerzia dei pubblici uffici è diventata intollerabile.
Dirigenti e Funzionari, fanno il bello ed il cattivo tempo….basta ad esempio guardare anche i dipendenti comunali a Carinola…..
Si atteggiano, senza averne i meriti, ad unti del Signore…….
Bisognerebbe dire basta!!!
Bisogna continuare nella politica dei tagli……ma imboccando la strada giusta!!
Non possono essere penalizzati i salari delle persone mentre la Casta dei nullafacenti continua ad arraffare sempre e continuamente tutto!!
Scendano tutti dal piedistallo, abbandonando il loro vile egoismo, iniziando a pensare, una volta per tutte, al bene comune!!!
Vorrei che Silvio, infischiandosene degli equilibri politici, del sostegno dei divoratori del benessere altrui, iniziasse a demolire tutto.
Trovi la forza di cambiare la parte peggiore di questa Italia che, senza troppa riconoscenza, segue il vento ed i vincitori.
Credo che Destra e Sinistra debbano impegnarsi in tal senso.
Non è mai tardi per cambiare.
L’Italia lo vuole………


Speranzoso

sabato 4 giugno 2011

Ciao Antonio


Ieri pomeriggio è venuto a mancare l'amico di tutti Antonio Ricciardone. La tremenda malattia che lo ha colpito qualche anno fa, ha avuto la meglio su di lui. Era un giovanotto pieno di gioia e di interessi sociali, come sono tutti i giovani normali. Nonostante i tanti dispiaceri avuti nella sua vita cercava senpre di essere sereno o almeno dimostrarsi tale. Non voleva assillare chi gli stava intorno con i suoi problemi che sono stati tanti per lui. Per una questione di privacy non li voglio elencare, ne cito uno per tutti la mancanza del padre. Nonostante lo avesse cercato e desiderato tanto di conoscerlo non è mai riuscito ad incontrarlo. Ultimamente era stato anche sospeso dal servizio, per una strana coincidenza dopo qualche mese è comparsa la malattia che lo ha portato alla morte. Nonostante tutto, i suoi temi preferiti erano il sociale e l'ambiente. I suoi discorsi erano sempre in difesa dei boschi degli animali selvatici, perfino dei randagi. Polemizzava sempre con i cacciatori locali, che oltre a sterminare gli uccelli, abbandonano i bossoli delle cartucce nei boschi. Diventava  una furia quando vedeva i boschi bruciare ed invitava tutti a combattere questa vergognosa abitudine. Antonio non parlava mai di interessi personali, i suoi discorsi erano sempre su questi temi, Pensava sempre come si potesse creare una cooperativa di giovani che potessero gestire al meglio il patrimonio naturale e culturale del comune. Ripeteva continuamente questi concetti per far sì che i giovani non fossero costretti ad allontanarsi dal paese natale. 
Questi discorsi Antonio li faceva molto prima di andare a Milano per lavoro, forse li aveva fatti da quando era nato. Con le poche forze che gli erano rimaste sosteneva i referendum che si terranno prossimamente. Nonostante fosse fortemente debilitato si era impegnato ad andare a votare anche in carrozzella. Il destino non ha voluto concedergli questo suo ultimo desiderio. L'impegno dei giovani sensibili ai temi collettivi, come lo era lui, lo faranno contento convincendo qualcuno restìo a recarsi a votare. Quel voto recuperato sarà dato al posto di Antonio. Certamente lui ne sarà molto  felice, più  delle messe e delle visite di rito che si tengono in queste dolorose circostanze. Ci impegniamo tutti ad accontentarti, ciao Antonio.

Un Amico

mercoledì 1 giugno 2011

Analisi primo Consiglio Comunale (2)

Che noia fare un’analisi su Massimo, ma in qualche modo bisogna pure afferrare il senso delle scelte prodotte nel primo consiglio comunale, svoltosi ieri a Palazzo Petrucci, in una sala consiliare capovolta per l’occasione. Quindi cominceremo proprio da questo. Invertita la disposizione dei tavoli, ci si è ritrovati in una sala molto più ariosa, dove il popolo era sopra, gli amministratori qualche gradino più sotto. Ma per ora sembra solo simbologia derisiana. La notizia invece è un'altra, ed è fin troppo semplice fare sarcasmo sui due dinosauri, Marrese e Russo, fuori dalla giunta e da incarichi per la prima volta, variamente ringraziati per il “passo indietro”, seduti nei pressi del presepe, uno accanto all’altro, scambiandosi mezzi sorrisi, tentando di smorzare il colpo, la botta, la mazzata, o come volete chiamarla, di Massimo Grimaldi. Poco lontani dai Re magi ( ossia i tre assessori esterni, Tonino Pagano, Antonio Giorgio, Fabio Passaretti) , i due sembravano quasi volersi abbracciare per consolarsi dal freddo politico.
Certo Giggi ha avuto fermezza, ma prima, madonna, quante ne ha tentate. Correva voce di parecchi assessorati proposti nelle ultime 48ore, da Casanova a Nocelleto, passando per Carinola. AAA si cercavano disperatamente volti puliti, professionisti, ragazzi e ragazze da mettere in giunta, ed alla fine ha accettato un ventitreenne, Fabio Passaretti, un bravo ragazzo, tranquillo, studente di ingegneria. Ovviamente di Nocelleto. Ma perché non individuarli prima che si trionfasse, permettere una formazione, farli arrivare in giunta a poco a poco, magari quasi alla fine della turnazione?Perchè all’ultimo momento? Massimo Grimaldi così ha deciso, premiando solo Luigi Verrengia con la vicesindacatura per tenerlo buono per il dopo-Giggi. Infilando due suoi componenti nelle commissione elettorale ( il diligente Nardelli ed il piccolo Di Spirito) ha poi espresso il desidero che Carinola restasse senza assessore, in cambio Peppe del Prete si accontenta della presidenza del Consiglio. E ancora il piccolo Di Spirito vicepresidente.
Massimo, in poche parole ha fatto capire a tutti che ha lo scettro in mano, ma questo Russo e Marrese lo sapevano fin dall’inizio eppure hanno accettato di remare per lui e per Giggi. (Essere più forti, trionfare, sedersi sul comune, questo dolore che Carinola sopporta). Ma con queste scelte di forza Massimo fa capire soprattutto a chi non lo ha votato, a chi voterà, che con lui si può far tutto. Dalla mattina alla sera siedi in consiglio comunale, entri nelle commissioni, diventi assessore. Sei grande, famoso. Tutto questo a costo dello svilimento del significato di formazione politica-amministrativa. Con lui fai prima l’amministratore e poi la formazione.
Ma qual è il prezzo che Carinola paga? Certamente è molto pericoloso questo metodo, in quanto chi si affaccia alla politica per la prima volta ha bisogno di formarsi da solo, farsi da solo, pensare da solo, decidere da solo, ovviamente con un gruppo fidato alle spalle. Ma per ora la gente vuole questo.

DeLucis

Analisi primo Consiglio Comunale (1)

Con la riunione del consiglio comunale di ieri si è completato l'organigramma della squadra che collaborerà col neo sindaco di Carinola. Con la nomina della giunta, del presidente del consiglio e commissioni varie, gli adempimenti preliminari sono stati tutti ultimati e bisogna solo operare. Non ci sono più ostacoli all'inizio dell'azione di questo sindaco che ha sempre eruttato progetti in tutti i campi, da quello delle finanze comunali a quello dell'economia, senza tralasciare lo sport e il sociale. Se realizzerà la metà dei progetti che ha predicato in tanti anni, Carinola diventerà una piccola Svizzera. L'eminenza grigia della lista ha pensato a tutto mettendogli tutti i mezzi a disposizione, lui ci deve mettere solo l'impegno.
Mai nessun sindaco ha potuto avere a disposizione tanti mezzi ed agganci amministrativi come questo. Ha un assessore proviciale eletto con lui, ha il presidente del bilancio regionale che lo protegge, inoltre, cosa non da poco, una giunta oltremodo docile.
Sua eminenza con una grandiosa manovra politica ha eliminato i dinosauri che avrebbero potuto intralciare il lavoro della giunta.Veramente encomiabile questa operazione che ha portato all'estinzione dei due dinosauri sopravvissuti. Dopo aver eliminato Mannillo, Di Lorenzo e Di Biasio adesso ha ingabbiato anche Marrese e Russo dopo averli sfruttati elettoralmente. Prime mosse azzeccatissime da parte dell'allenatore che ha fornito anche una squadra che più arrendevole di così non si poteva trovare: Giorgio, Verrengia, Passaretti non sono dei piantagrane, tantomeno Pagano, da sempre grande elettore del sindaco. Questi ora non ha alcuna giustificazione o alibi per sottrarsi alla concretizzazione dei suoi programmi. Nessuno lo disturberà e tutti lo aiuteranno, anche se qualcuno  volesse ostacolarlo non ha la forza per farlo, visto che in consiglio ci sono tutti gruppi politici singoli.. Non potrà certo essere disturbato dall'ipotetico gruppo dei due dinosauri eliminati,  adesso contano i numeri non i voti. Un consigliere di cinquecento preferenze vale uno, quanto quello di centocinquanta.
Quindi il sindaco può e deve lavorare in tutta serenità, abituandosi anche  a pensare prima di parlare, cosa non facile per lui. Ieri sera ha confermato questo suo difetto cronico gaffando nei confronti della maggioranza, nei confronti di Di Spirito e dell'opposizione nei confronti della lista di Zannini. Ha rivelato coram populi che Di Spirito non ha voluto cariche e che non voleva nemmeno quella simbolica di vice presidente del consiglio per paura di dover parlare. Ha poi apostrofato i componenti della lista  Coraggio e Libertà col termine "guagliuni". Bene ha fatto Zannini a rintuzzarlo fermamente, ricordandogli che tutti i componenti la sua lista ed anche i supporters, sono stimati professionisti. La reazione dell'altro  arriverà quando capirà. Si spera che in futuro faccia attenzione alle sue parole ricordandosi di essere il sindaco e non un politicante da bar. Tutto a gonfie vele dunque, perciò sindaco lavora e se possibile in silenzio.

Sfreccero

lunedì 30 maggio 2011

Viva Giggino!

De Magistris è sindaco di Napoli. Un altro "Giggino" (così viene chiamato dai suoi amici) che però ha in comune con il nostro Giggino, purtroppo, solo il nome. Rappresentante di un nuovo modo di fare politica, fatto di idee concrete e non di intrighi, saltimbanchi e cambiacasacca a tradimento, una persona pulita che non è mai sceso a compromessi con i poteri forti. La sua vittoria è la dimostrazione che l'impegno a favore della legalità alla lunga paga, e sopratutto che il nostro capoluogo regionale si è finalmente svegliato. Ciò lascia ben sperare anche per il nostro futuro locale, dove per il momento le coscienze sembrano ancora addormentate e dove si è preferito continuare con il "meno peggio", dando il comune in mano a una banda di politicanti da quattro soldi con a capo un pagliaccio politico, che solo a sentirlo parlare, con i suoi discorsi vacui di chi non ha il minimo senso della realtà, mi viene da piangere. 

Ma ripenso ai risultati di Napoli e Milano - e un sorriso stampato sul viso, oggi, non me lo toglie nessuno.
Ovvio, queste alla fine sono piccole cose se ci si pensa bene, nel senso che ci vuole ben altro che una sconfitta del governo alle comunali, per cambiare un Paese complessamente infognato come il nostro. Ma forse è arrivato quel segno tanto atteso che l'aria sta cambiando. 
Se persino Milano volta pagina, dopo 20 anni, magari il berlusconismo  si sta sgretolando. Visto che lui ha contribuito a farla, Milano. 
O almeno si comincia ad avvertire quella nausea tipica prima di un'indigestione. Quell'alito pesante.
Tutto e' meglio di quello che abbiamo dovuto tollerare in questi ultimi anni. L'ignoranza becera, la papponeria, il ladrocinio legittimato. Legittimato a tal punto che improvvisamente non si sono dovuti manco piu' nascondere, i criminali, visto che gli si e' creato un habitat favorevole. Sono usciti dalle loro tane e gongolano in doppio petto, trionfanti. 
Eppur si muove - nonostante l'intossicazione mentale-televisiva, la lobotomizazzione degli adolescenti, il fumo negli occhi, il populismo sudamericano, la piacioneria sboccata da bar che tanto piace a certi italiani, le promesse di soldi facili ... la gente gli ha votato contro. E dico tutti, pure quelli che sventolavano le bandiere ai suoi comizi. 
Vuol dire, probabilmente, che tutta quella schiera di gente che fino a ieri ci ha mangiato sopra, chi piu' chi meno, ora si trova improvvisamente a bocca asciutta. Non ce n'e' piu' per nessuno. Neanche gli scarti, sono rimasti, di quel festoso banchetto andato avanti per anni.

Onesti o criminali, il pane e' finito. E chi prometteva la moltiplicazione di pani e di pesci si ritrova ad arringare piazze vuote.
Se qualcuno ha la voglia e la forza di far cambiare rotta alla politica italiana, questo e' il momento giusto. Se veramente ci fosse qualcuno.
Se qualcuno cogliesse il segnale e lo incanalasse, non dico a rivoluzionare il sistema, ma almeno a renderlo piu' razionale, vivibile. 
Non per noi, sinceramente, ormai la nostra generazione e' andata cosi', c'e' poco da riparare. Per i figli che metteremo al mondo, un giorno, si spera.


Basco Amaranto


mercoledì 13 aprile 2011

Fine di una lunga attesa: dalla Noia al Nuovo

Michele Zannini HopeLa lunga attesa, morbosa, vuota, sta quasi per concludersi. Dunque, proviamo a riempire queste ore con  alcuni pensieri per rompere la noia. I mostruosi antenati* della politica, che più parlano e più si spaccano, più si concentrano e più si arruffano, hanno tempo fino a sabato pomeriggio per presentarsi all’ufficio elettorale con scartoffie, simboli e le loro facce stanche. Due, tre, quattro, dieci liste. Chissà! Tutto è possibile. Poi inizieranno una nuova fase, scervellandosi con la preparazione dei programmi e ovviamente dei comizi! Quante idee, quante cose da fare, (che potevano fare prima), mettere nero su bianco, così si fa, così pensano i grandi politici. Carte in mano, santoiddio! La gente capirà, non è mica stupida!Intanto, il popolo attende senza annoiarsi, tanto ci sono loro, quasi come saltimbanchi ad intrattenere.  Proprio ieri leggevo che ci sono studiosi, secondo cui la noia può essere anche creativa. In sintesi si diceva che annoiarsi un poco aiuta a liberare la mente, quindi a cercare idee nuove, sane. Chi non sa o non vuole annoiarsi probabilmente ha solo paura della noia. Paura di stare solo. Sono delle semplice ipotesi, certo, ma su cui potrebbe essere interessante riflettere. Forse tutto questa noia produce qualcosa di nuovo. Chissà.  Di certo in questi ultimi giorni c’è qualcuno che non si sta annoiando e che non annoia. Michele Zannini è pronto a condurre una lista di giovani, offrendosi al popolo annoiato dalla politica degli antenati. Ha creduto di far bene dando un nome nuovo al movimento Coraggio e Libertà, ma prima smarcandosi dall’ex sindaco M. e dal suo ultimo movimento popolare carinolese. Questi i fatti in sintesi, tanto per non annoiarci più di tanto. 

Ma il Popolo si desterà? Avrà smesso di annoiarsi? Innanzitutto però, Michele e il suo gruppo dovranno convincere il Popolo che si tratta di qualcosa di concretamente Nuovo, riuscendo ad assortire un gruppo di lavoro, onesto, preparato, creativo, aperto alla differenze e alla sfide. Quindi cominciando a liberarsi da quel linguaggio noioso [quali “condivido in pieno però, mi permetto di replicare, lancio un monito, per senso di responsabilità,  nelle more ( e nelle ciliegie!),  cordoglio unanime, o ancora, auspico un clima sereno, senza le istituzioni non si va da nessuna parte!] e roba del genere che ascoltiamo in Tv e leggiamo sui giornali. Comunicazione nuova, semplice, diretta, vogliamo. Infine il programma, ascoltando e osservando tanto ed elaborandolo di conseguenza. Basta, altrimenti annoieremo troppo. Così aspettiamo, annoiandoci quanto basta, che il Popolo cominci a ricacciare gli antenati nelle spelonche.

*Con questa etichetta s’intendono naturalmente tutti quegli esponenti politici, ex amministratori, sponsorizzatori che,  negli ultimi vent’anni, a vario titolo e con diverse responsabilità, hanno dettato provvedimenti, scelte, affari, nomine e quant’altro con cui  hanno di fatto depresso il territorio e la comunità del Comune di Carinola.

Aurora Balenare

mercoledì 23 marzo 2011

Buon compleanno Quiquiri!



quiquicompleNel marzo del 2007 un gruppo di giovani cazzuti e intellettualmente maneschi con lungimiranza (modestia a  parte) trasportano il Quiquirì dalla carta al web. Fu  una necessità determinata dalle continue minacce e denunce fatte dai vari politiciucci nei confronti di un giornale che, autofinanziandosi, dal 2003 “invadeva” periodicamente i vari esercizi pubblici casanovesi con i suoi contenuti. 
Era un semplice foglio A4 diviso in due, fitto di denunce, idee, critiche, obiezioni, satira. Un semplice foglio pieno di passione  e verità che chiaramente infastidiva  tutti coloro che fino a quel momento si sentivano sicuri e intoccabili. Il Quiquirì in carta continuò a dire la sua  nonostante i metodi camorristici dei nostri “rappresentanti” che, infastiditi dal pensiero libero, non hanno mai perso tempo nel minacciare e diffamare i presunti quiquiristi, presentandoli all’opinione pubblica come delinquenti, drogati, gentaglia poco raccomandabile. Ovviamente i cittadini, meno stupidi di quello che i politici credono, hanno subito capito chi fossero i poco raccomandabili e con  sincera partecipazione ci hanno seguito fino ad oggi. 
I primi passi del Quiquirì  furono molto divertenti, la Di Biasio team’s, con il Gennaro bifacce al seguito, amministrava il comune e, senza perdere tempo, era sempre a fare esposti dai carabinieri, al commissariato di polizia ecc. ecc. ogni qualvolta usciva un numero del Quiquirì. Sempre nello stesso periodo, invece, i vari fascistelli locali, ancora fedelissimi a Fini, cercavano di comprarci e ci mandavano tanti baci d’amore che ovviamente venivano spediti al mittente, dopo essere passati dal cesso di casa. 
Sono passati diversi anni, anche se sinceramente sembrano pochi mesi, e dopo essere stati costretti ad archiviare la carta, in quanto troppo esposti alle facili denunce/minacce dei soliti noti, ecco la svolta: il web. Può sembrare strano ma l’evoluzione della rete è stata cosi repentina che, in pochi anni, le serate che spesso diventavano nottate trascorse ad organizzare l’edizione cartacea, sembrano davvero lontane. Problemi di incolonnamento, foto da ottimizzare, scollettamento per pagarci le stampe, la distribuzione al limite del comico. Momenti che rimarranno sempre in noi. 
Dal 2007 tutti questi problemi sono andati in pensione, ciò che invece non è andato e non andrà mai all’ospizio è il coinvolgimento, il confronto, l’indipendenza, la libertà di non essere schiavi. Concetti che grazie al web, si sono amplificati oltre le nostre aspettative, determinando una cosa che mai ci saremmo aspettati, ovvero la totale apertura attiva verso tutti coloro che hanno la necessità di esprimere un pensiero, un punto di vista, una critica, una risata. 
Il Quiquirì, da quando è approdato sul web, è un mezzo di dominio pubblico, una finestra sul nostro territorio da dove i nostri concittadini lontani possono affacciarsi, un luogo dove ogni cittadino può dire la sua. Il Quiquirì, ormai, non è più di coloro che lo hanno fondato, ma di tutti i carinolesi e non solo.
Grazie a tutti. Grazie a tutti coloro che ci apprezzano, che ci disprezzano,  a quelli che credono nelle nostre parole, a quelli che invece ci considerano dei maldicenti, a quelli che alimentano le discussioni in modo sensato e a quelli che cercano la rissa o la diffamazione; grazie a chi ci ha minacciato verbalmente e fisicamente; grazie a chi continuamente ci appoggia. Grazie.

lunedì 31 gennaio 2011

La pseudo emancipazione carinolese


La grande emancipazione culturale che trapela dai commenti del post precedente mi fa inorridire: difesa  incondizionata del Berluska, offese ai presunti comunisti e a tutti coloro che dicono una parola di schietta obiettività contro il nostro Premier, e pretesa di ragionare con la propria testa... Con la propria testa? Mah! Questa è proprio grossa!
Avere una testa e ragionare con essa, per me significa non allinearsi con nessuno se non con se stessi.  Sentirsi vicino ad un certo partito politico o a una persona non significa pensarla come la pensa il Partito o quella persona, ma è il Partito che la pensa come me e con me condivide aspettative, aspirazioni e altro.
Chi sono i nuovi “emancipati” di questo Comune? Ce ne sono tantissimi a quanto pare,  e tutti tendono verso la stessa direzione: non a destra, che sarebbe la cosa più normale e accettabile, ma verso il basso. Molto in basso. Tanto in basso da giustificare le porcate di un porco, legittimandole a discapito di qualsiasi prova contraria e facendolo passare per una povera vittima del sistema giudiziario.
Siete diventati tutti porci come lui? Vi sta bene come Premier un corruttore di minorenni, un bugiardo, uno psicolabile, un opportunista che ha a cuore solo la salvaguardia dei propri interessi e non quello di milioni di italiani? Che cosa ha dato questa persona al popolo italiano in fatto di benessere sociale, economico e culturale? Niente. Quale messaggio ha fatto passare tra le nuove generazioni?

Uno solo e ve lo dico io quale: venditi e otterrai.
E così ci troviamo una maggioranza di venduti. Vi sta bene tutto questo? A quanto pare si. Allora vi dico che mi fate un po’ schifo perché, per allinearvi con un uomo idolo, rinnegate tutti i valori dei vostri genitori, dei vostri nonni, del carinolese tutto: l’onestà, la dignità, l’operosità e i sani valori della cristianità. Mi dispiace amici, ma non siete degni di chiamarvi carinolesi perché non avete più nulla di quello che distingueva il vero carinolese onesto.
Ve lo ricordate Monsignor Nogaro, il nostro ex Vescovo che era sempre in prima linea nelle battaglie sociali e nella difesa dei più deboli? Ebbene vi consiglio di leggere questo suo articolo. Forse vi chiarirà le idee.

Accettare i non-valori che ci propone il Premier significa sputare in faccia a tutto ciò che è legale ed onesto, a tutto ciò che da dignità all’uomo. E per favore, non lo fate passare per la povera vittima: è solo un gran farabutto opportunista. Le vittime siete voi e non ve ne accorgete.

Ma non mi fate per niente pena. Tutto sommato, Berlusconi è il capo di governo che vi meritate

N. R.


mercoledì 15 dicembre 2010

Per sognare ... nella realtà

L'isola di Utopia

Vorrei tanto che a Carinola ci fosse un posto dove leggere Frigidaiere (Free Giovani Dai Re), oppure consultare le opere di Cesare Segre; prenotare viaggi su internet per dieci, quindici persone, organizzare corsi e mostre di fotografia. Avere rapporti e scambi con paesi e popoli meno fortunati di noi. Fumare una sigaretta, sfogliare una rivista d’arte o di letteratura. Vedere una pellicola degli anni ’40. Ospitare una compagnia teatrale veneta per due settimane, e poi collaborare alla prima, montare la scenografia, parlare sottovoce prima dello spettacolo. Applaudire, pensare ad una nuova giornata. Collaborare con la compagnia del comune, smontare le scenografie della compagnia veneta, montarle per quella locale, mettere a posto le sedie, distribuire le note di regia, osservare, ascoltare, applaudire. Solite noie per la nostra class politically correct, già annoiati dalle loro perfide idee da cui non sanno liberarsene, poverini. Che cosa vogliono questi da noi? Teatro? fotografie, scambi? E che cazzo ci fanno co ste cose? Perchè le fotografie non  possono vedersele a casa….ahahah…che risate!!

Relegati nei bar o appunto nelle loro case, giovani, vecchi, donne, bambini, hanno pochissimi mezzi e rari spazi per fare cose, per parlare di pittura, creare musica, produrre spettacoli di teatro. Fare letteratura, parlare di politica. Fare controinformazione. Pensare a idee per migliorare la società in cui abbiamo deciso di trascorrere la nostra esistenza. Non voglio degenerare in accuse di sorta come a qualcuno piacerebbe, ma piuttosto ripartire da un’idea, balenatami proprio mentre leggevo ieri per la prima volta Frigidaire, dopo averne solamente sentito parlare da alcuni amici più grandi di me. L’idea è quella di una Repubblica della Cultura indipendente a Carinola, magari una succursale del Quiquiri, che facesse solamente ricezione, promozione, che garantisse ospitalità di espressione ai visitatori di disparate origini e più disinteressati, che desse a noi “viaggiatori della vita" le informazioni di cui tutti abbiamo bisogno per viaggiare. Da qui a organizzare cose il passo è breve, è come un soffio che dalla bocca, passa per la mano. Naturalmente in attesa di uno spazio fisico, concreto, dove stabilire il quartier generale della Repubblica della Cultura indipendente, si attendono risposte, critiche, motti e suggerimenti. E naturalmente iniziative.

Emilio Votaterra

domenica 28 novembre 2010

Il riposo rende più efficienti


E' stata pubblicata l'ordinanza commissariale che fissa i nuovi orari per i dipendenti del comune di Carinola a partire da questa settimana. Leggendo gli orari alquanto ridotti siamo stati alquanto critici  finchè non abbiamo conosciuto le motivazioni che hanno rimosso i dubbi di molti. 
I commissari ormai da mesi a Carinola hanno potuto constatare dettagliatamente il lavoro dei dipendenti comunali.
Questi ogni giorno si sacrificano dando tutto sè stessi per assolvere le loro  tantissime mansioni senza un attimo di riposo.

Quando non fanno nulla pensano e quando parlano tra di loro discutono delle strategie innovative per migliorare il funzionamento della macchina comunale.
Particolare menzione per l'ufficio tecnico dove si progetta quotidinamente il futuro assetto urbanistico del comune. Hanno notato perfino una signora che riesce a telefonare sei ore di seguito senza mai riposarsi un attimo, ovviamente per esigenze del suo  ufficio e sembra che lo faccia a spese proprie. 
I commissari mai avevano diretto un comune con lavoratori così iper attivi. Hanno rilevato anche che mentre sudano immersi nei faldoni delle loro migliaia di pratiche sono disturbati molto spesso da cittadini nullafacenti. Hanno rilevato che  Carinola ha un alto numero di disoccupati che non sapendo come impiegare il tempo vanno a dar fastidio  ai lavoratori comunali con varie scuse. Chi si lamenta della bolletta dell'acqua , chi di quella dei rifiuti, chi  aspetta una concessione edilizia da un anno, senza dimenticare i creditori che vantano sempre crediti  inesigibili. 
Tutta questa pletora di sfaccendati si reca ogni giorno ad infastidire i dipendenti comunali  che nonostante i loro sforzi non riescono a portare avanti il loro lavoro nelle poche ore di  servizio per cui devono ricorrere frequentemente allo straordinario. 
Per ovviare a questi inconvenienti e per alleviare il peso lavorativo insopportabile il commissario ha modificato gli orari di accesso agli uffici da parte del pubblico. 
I giorni di apertura del comune per il pubblico sono stati ridotti a tre e gli  orari sono dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 17.30. Dalle otto alle nove i dipendenti avranno tempo di programmare l'attività giornaliera e le dipendenti di discutere  di come hanno passato la serata oltre che di rifarsi il trucco.
 Dalle 12.00 alle 14.00 riepilogo del lavoro svolto nella giornata e scambiarsi le ricette del pranzo. 
Stessa cosa il pomeriggio, non ci si può guastare la digestione con  l'incontro immediato con il pubblico pertanto si è ritardato l'ingresso di una mezz'ora. 
La mezz'ora di anticipo sull'orario di uscita serve per non attardarsi oltre l'orario di servizio vista la moltitudine di utenti che tutti i giorni si accalcano sul comune. 
I due giorni di riposo servono poi per discutere fra di loro sulle problematiche che attanagliano il comune di Carinola. 
Tutti devono rivolgere il loro plauso alla sollecitudine dei commissari nel preoccuparsi del benessere dei lavoratori così tartassati di incombenze.
Facendo loro incontrare il pubblico a giorni alterni saranno più freschi e riposati potendo così attenzionare meglio le esigenze dei cittadini.


Difensore dipendenti schiavizzati

sabato 27 novembre 2010

Historia magistra vitae

Leggendo un articolo interessante sulla storia amministrativa carinolese ho notato che tra i nomi dei padri della  moderna Carinola vi erano dei secolari latifondisti. Il latifondo, infatti, nel meridione italiano viene superato solo verso la metà del Novecento. Non dimentichiamo che, se la nostra realtà si è sviluppata accumulando enormi ritardi, è anche a causa di un sistema feudale che  è stato in parte congelato, ma non distrutto da Napoleone. 
La sua occupazione italiana, per fortuna o sfortuna, è stata di breve durata se confrontate con altre tristi dominazioni. I signorotti carinolesi, che certamente festeggiarono quando rimasero unici detentori del potere a seguito della soppressione della diocesi di Carinola, non sappiamo se accettarono di più il clima riformatore francese o il ritorno dei Borbone ai quali certamente non rifiutarono la ri-obbedienza. 
Diversamente, sui vasti territori di cui erano signorotti non avrebbero più avuto potere e ricco sostentamento. Comunque la storia è fatta anche di persone che hanno occupato ruoli solo perché erano più potenti  che lungimiranti, più astuti che riformatori. Questi erano sempre li a mostrare benevolenza e obbedienza a ogni signore. Se in qualche occasione hanno  palesato qualche sentimento liberale è stato solo perché il signore di turno esigeva troppo da loro e non perché la realtà in cui vivevano era triste, non per loro, ma per la massa di gente che viveva alla giornata. Triste per i braccianti che lavoravano instancabilmente per il signore, al quale dovevano il giusto tributo e la dovuta riconoscenza.
Erano li pronti ad ossequiare Carlo I di Borbone quando giunge Napoli dopo la fase austriaca, inneggiare Murat e le sue politiche riformiste (a patto che non avrebbe toccato i loro piccoli interessi), a re-inchinarsi di fronte a  Ferdinando I delle Due Sicilie dopo la cacciata dei francesi, a guardare con diffidenza  Garibaldi e plaudire all’Unità Nazionale sotto l’egida dei Savoia. 
Erano li, sempre con il loro potere e i loro beni, durante il periodo fascista… sempre li, intangibili, camaleontici.

La storia siano noi.

domenica 7 novembre 2010

Nostalgia canaglia…

Leggendo qualche lettera aperta e che a mio avviso sarebbe stata buona cosa lasciare chiusa e sigillata con la ceralacca mi viene spontaneo dire che se nel centro sinistra locale il nostalgico  letterario aperto non trova dei riferimenti, raggelo quando penso che i suoi possano essere Landolfi, che grazie alla politica ha trovato un lavoro e Coronella per il quale già parlarne è troppa concessione. Certo,  vedere l’evoluzione  anzi l’involuzione della politica locale carinolese  mi lascia veramente nauseato. C’è chi pensa ancora alla destra, alla sinistra e al centro come entità ideologicamente pure che possano trovare applicazione nella politica locale. E provate a smentire lo scrivente esaminando attentamente le persone che a livello locale si fregiano di queste pure appartenenze rispetto alla vita che conducono. Conservatori, cristiani, progressisti o opportunisti? Magari esistessero ancora quelle ideologie. Credo che oggi a  Carinola vi sia spazio solo per chi voglia fare politica  esclusivamente per il proprio tornaconto. Basta con queste nostalgie canaglie. Certo è che a votare Mannillo non è stato solo quella parte dei duri e puri di destra, ma anche molte persone che si riconoscono in altri schieramenti che forse, a differenza dei puri di destra, hanno accettato la cosa sperando nel progetto di quella coalizione.  Io ho votato Gennaro indipendentemente dalla sua appartenenza o coalizione e credo che molte colpe del suo crollo siano da attribuire anche a qualche viscido politico che bazzica nel centro-destra. Se questi destroidi sono così convinti di perseguire l’onestà o la legalità all’atto pratico si schierano con Fini o con quella destra che preferisce assecondare certa mala politica che oramai emerge sempre di più a livello nazionale? 

Anonimo via web

venerdì 29 ottobre 2010

(Sogniamo di scrivere il nostro futuro)


La Statua di Re Lear a Chicago

Parliamo subito di Carinola, terra bruna, assolata e addormentata. Ma ricca. Ricchissima e verde, abitata da troppi sognatori, ma anche da gente abietta, da molti indifferenti e da pochi coraggiosi. E se dimentichiamo qualcuno, lasciamolo pure dormire ancora. Una domanda giusta credo, quella di domandarsi che cosa si desidera. Ma lo stesso vale per chi ha bisogno di andarsene via. Lontano. Ma tornerà?Chissà…

“Il desiderio è la vita - diceva ieri sera al Teatro Nuovo un meravigliante Albertazzi - finchè si desidera si è vivi”. Questa breve battuta, ma carica di significato, detta alla fine di un così trascinante adattamento di Lear (da William Shakespeare, realizzato da Antonio Latella e Ken Ponzio) mi ha aperto improvvisamente gli occhi, più di quanto non li avessi già. Una rara sensazione dentro una visione altrettanto irripetibile. Perché in fondo questo è il teatro, così come la vita. Un soffio di parole che si possono ascoltare come un battito d’ali.

Parole a cui seguono belle cose.

Ma dicevamo dei desideri. Timidi, audaci, spregiudicati, sporchi, vecchi e nuovi. Buoni e cattivi. In tutte le comunità si tessono questi ed altri elementi. E nel nostro caso, quali desideri la spuntano? I peggiori o i migliori? Scusate tanto questo tono dubitativo, ma il teatro non dà risposte. O almeno non le dà subito. Illumina, certo, ma che cosa c’è di meglio di una buona domanda?

Sarebbe già un primo passo se i nostri Coleotteri della politica, imbarazzati dalla verità, grassi di ritardi e di menzogne, si ponessero buone domande; per noi, ovviamente, non per loro stessi. Forse se ne fanno già troppe per conto loro...Sarebbe meglio se decidessimo di dimenticarci un po’ di questi arronzoni, ficcanaso ed ingordi, e invece provare a farci noi delle buone domande, e da queste partire, inseguire i desideri…

Ma non perdiamo il filo del discorso, che forse può anche non esserci. Un filo che dondola ancora. Forse subisce una nenia, quella della televisione spazzatura, delle chiacchiere che a volte fanno anche bene, ma ci distraggono troppo e ci dopano. E a volte finiamo per appassire. Da noi, servirebbe … E’ inutile, meglio parlare d’altro… Di teatro.

*

Non conoscevo la storia di re Lear. Me l’ha raccontata una mia amica poco prima di entrare a teatro. Banale definirsi colpito dopo uno spettacolo, ed, infatti, dirò “rinnovato” da una performance davvero singolare, avanguardistica quanto semplice, quella di Giorgio Albertazzi e dei suoi attori, che hanno deciso di “mettere a nudo” il teatro, la trama, la storia, le parole. “Parole extraquotidiane”. Tutto praticamente, era nudo, anche il pubblico, che si alzava, seguiva, spiava.

“Giovinezza, maturità, la solitudine della vecchiaia… un vecchio solo ha mille anni…”Lear dopo aver creduto di divider bene il suo regno, impazzisce; rimane solo. Due delle sue figlie contribuiscono a ciò. La terza, invece, che per il profondo amore della verità, ne è esclusa, lo amerà fino alle fine, sinceramente, in un modo così totale da consentirgli di “entrare nella notte ad occhi aperti”. Fino alla fine Lear quindi ha saputo risorgere grazie a Cordelia, e trovare la forza dentro di sé per sollevarsi, fuggire la pazzia.

E’ stato un tuffo nella storia dell’umanità. E poi la stessa fisiognomica di Albertazzi ne incoraggiava la suggestione: un volto di uomo che avrebbe potuto vivere in ogni età, dal tempo di Cristo a quello dei Provenzali, passare indifferente per le strade di Agrigento, consigliare Alessandro il Grande a Gaugamela, combattere per la liberazione della Spagna franchista, camminare nel mondo fino ad oggi…

*

Già, oggi..Che cosa facciamo oggi? E domani cosa faremo?

Che cosa desideriamo ardentemente?


Rinascere, rialzarsi, risalire… desideri come altri..



Emilio Votaterra