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lunedì 27 maggio 2013

Oggi vi presento un paesologo



Franco Arminio è uno scrittore e poeta nato in Irpinia che se ne va in giro per i paesi d’Italia a vederli per poi raccontarli. Viaggia parecchio, ascolta la voce di chi non ha niente o poco da dire, poi scrive, parla, incontra le facce dei paesi desolati, stringe mani vigorose e sporche di chi fa cose e  ricostruisce pian piano dalle macerie. A tutti parla di paesologia, una fusione tra poesia e geografia ha detto qualcuno, una scienza che inizia proprio con lui. La sua scrittura mi ha fatto bene, la sua visione dei paesi mi aiuterà a capire cosa siamo diventati. Qualche giorno fa è uscito il suo ultimo libro (Geografia commossa dell’Italia interna, Bruno Mondadori ) ma in attesa di averlo riproponiamo scorci di qualche anno fa. Ora sotto gli occhi abbiamo un suo pezzo, la Repubblica della paesologia. 
Alcuni passaggi mi hanno colpito. “…I paesi non sono morti, ci sono ancora, sono malati, esattamente come è malato tutto il pianeta. C’è una parola che può riassumere tutto: desolazione. Si tratta di una malattia nuova per i paesi. Prima c’era la miseria, c’era il mondo mirabilmente descritto da Carlo Levi, c’era la lontananza e l’oppressione, c’era la comunità dei poveri, degli umili. Siamo passati dalla civiltà contadina, a volte crudele, perfino spietata, a questa cosa oscena che chiamo modernità incivile”. Penso a Ventaroli, San Donato, Casanova. Carinola il comune dei paesi disgiunti e dei borghi abbandonati alla loro bellezza fatta di rovi e solitudine. E ancora, “Scrivo a oltranza di luoghi che perdono abitanti e di abitanti che hanno perso i loro luoghi”. Dalle nostre parti accade qualcosa di simile, siamo proprio noi che perdiamo ogni giorno i nostri palazzi, ruscelli, fontane, case, strade di campagna, casini.

Qualcuno di noi si emoziona ancora per tutto questo perdere e cerca disperatamente aiuto. Altri hanno dimenticato come si fa. Le occasioni e le soluzioni giungeranno se saremo capaci di ritrovare “una nuova etica, un umanesimo delle montagne” scrive ancora Arminio.
Ecco che oggi piu’ che mai, tornando in città lontane dopo qualche giorno in paese sento che dovremmo semplicemente provare a fare qualcosa. 

Basta una passeggiata, 
il sole che passa nelle fronde di quercia,
che acceca di bellezza. Della nostra bellezza. 

Micco