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Il Conte del Grillo
In redazione continuano ad arrivare lettere indirizzate al vicesindaco Gennaro Mannillo. Alcune sono francamente troppo "pesanti" per essere pubblicate qui (se volete speditele direttamente a lui). Questo post sarà quindi per praticità aggiornato con le vostre nuove missive senza dover creare un nuovo post per ogni nuova lettera.
Infine, ricordiamo nuovamente al destinatario della posta che per una eventuale risposta e’ presente un modulo a fondo pagina dove non e’ necessario inserire il proprio indirizzo e-mail.
SELLECCOLA E SVOLTE
Egregio Gennaro, tanto tuo rinnovato interessamento per la Selleccola sarebbe certamente lodevole, se non puzzasse, adesso, di campagna elettorale.
Che il sito Selleccola fosse inidoneo ad accogliere “qualsiasi tipologia di rifiuti”, lo sapevamo tutti da un pezzo, prima che lo sancisse una commissione ad hoc.
Comunque, preso atto del tuo interessamento (a testimonianza del quale tappezzi da tempo la bacheca adiacente al bar Grancelsa), una domanda sale a questo punto spontanea:
Dove eri tu, tu e tutti gi altri consiglieri e assessori casanovesi, quando la
Selleccola( peraltro tuttora proprietà della Marina Militare) fu disinvoltamente eletta a sversatoio di tutto il comune di Carinola??? -
Mi puoi credere, se ti dico che sversatoio sarebbe tuttora, se l’intraprendenza e la denuncia di qualche cittadino, non la tua, non avesse posto fine a questa vergogna.
Per quanto attiene all’altra vergognosa vicenda di Vaglie e Carabottoli, ti assicuro che non è motivo di vanto, né per te né per gli altri politicanti casanovesi. Avete compiuto un atto dovuto! Una scelta che mai avreste fatto se non vi foste trovati, improvvisamente, sbattuti in faccia alle vostre responsabilità, responsabilità che peraltro non vi eravate mai assunte fino a quel momento.
Una scelta che avete dovuto compiere per non perdere la faccia e soprattutto voti.
Non vi servirà a molto.
Non esprimo opinioni in merito alla tua lista civica che dovrebbe, secondo te, voltare pagina. Aspetto di vederla formalizzata nero su bianco, ma più per curiosità che per altro, per la curiosità di vedere soprattutto quanti ne ho azzeccati.
Personanalmente fui uno di quegli elettori che qualche anno addietro salutò con interesse il tuo approdo alla politica, il tuo e quello degli altri “giovani” politici/canti casanovesi . Pensai che ci fossero i numeri e le qualità e soprattutto le volontà di voltare pagina e ti votai caro Gennaro, con sommo rammarico, debbo dire che ti votai. Mi sbagliavo! Siete politicamente nati vecchi e, se possibile, peggiori della classe che vi ha preceduto.
Per quanto mi riguarda ho già voltato pagina, la vostra è chiusa da un pezzo.
Per amore di cronaca ti dico, che al sito Selleccola non è in atto alcuna bonifica, né ora, né all’epoca in cui hai tappezzato la bacheca suddetta delle tue lodevoli intenzioni.
Se poi tu per bonifica intendi l’aver ammassato tutta la monnezza presente in loco, sulla sola piazzola di sinistra , beh! allora hai ragione. Forse per bonifica intendi l’aver liberato dai rovi (e ribadisco dai rovi) la piccola piazzola inferiore? O intendevate depositarci altra monnezza? A meno che tu per bonifica non intenda l’aver circoscritto la piazzola sversatoio con il nailon antinfortunistico, quello bello, bianco e rosso e l’aver posto una miriade di cartelli “Zona derattizzata”.
Egregio Gennaro, delle due l’una: o sei un colossale bugiardo o un colossale sprovveduto. Ma sei poi uno sprovveduto?
Un consiglio: guardati le foto, sono posteriori al tuo proclama, poi fatti un sopralluogo.
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Lettera aperta a Gennaro Mannillo
Sembra che sia il periodo delle svolte. Veltroni vuole svoltare, tu vuoi svoltare. Ma se sono disposta ad aver fiducia in uno come Veltroni, purtroppo in te non ho fiducia.
Perché?
E’ presto detto. La svolta la dovevi fare qualche mese fa, quando su Casanova pendeva la spada di Damocle delle ecoballe e c’era veramente bisogno di una svolta decisiva che, purtroppo, non è stata fatta.
Tu sapevi perfettamente su chi ricadeva la colpa di quella scelta scellerata e allora avresti dovuto dimetterti, dissociarti da tutto e tutti, stare dalla parte del popolo di Casanova come un vero combattente. Fare le notti al freddo come le hanno fatte tanti ragazzi e non come un semplice visitatore occasionale. Oggi avresti dalla tua parte l’intera popolazione di Casanova. Invece abbiamo assistito alle tue bugie, alle tue ambiguità: una sera dicevi una cosa, la sera dopo il contrario. Chi potrebbe crederti ora? Allora ti sei divertito a fare il giocatore d’azzardo, adesso ne paghi le conseguenze.
Ora tiri in ballo la Selleccola, che sta per essere bonificata… Sarà!
E dov’eri quando la Selleccola è stata presa di mira e elevata a pattumiera del Comune? Perché lo hai lasciato fare senza opporti? Avresti dovuto sbranarli i cari consiglieri, invece ancora una volta sei sceso a compromessi. E credi che a noi interessi solo la Selleccola? Guardati intorno. Casanova sembra una bidonville africana. Cartacce dappertutto, schifezze dovunque. Quante volte all’anno gli spazzini ramazzano questo paese? Due volte, tre volte all’anno?... E’ vero, l’ emergenza non è finita, ma ciò non impedisce di ripulire il paese e accatastare tutto in un unico posto. E se vai per le vie vicinali, che così orgogliosamente avete fatto asfaltare per aiutare l’agricoltura, vedrai quello che ci trovi! Se i nostri nonni potessero vedere come siamo riusciti a ridurre i luoghi su cui loro hanno lavorato tutta la vita, ci sputerebbero in faccia. Leggi: Spinaruccoli, Santa Lucia, Terralba e altri. E le fognature? Quand’è che vi decidete a farle ripulire? Sono tutte intasate e se solo piove un po’ più forte, le strade sembrano fiumi. Vico Valle e Vico Toppetta, poi, sembrano le cascate del Niagara.
La raccolta differenziata è un’altra presa per i fondelli: come si può fare una vera raccolta differenziata senza una vera campagna informativa e formativa?! Il minimo che avresti dovuto fare è andare nelle scuole e cominciare a informare i ragazzi, poi nelle famiglie, casa per casa, istruendo le povere vecchiette e spiegando loro dove cavolo la devono mettere la lattina dell’olio o il tetrapack del latte. E invece niente. E tu parli di svolta? Adesso?... Sono cinquant’anni che aspetto questa svolta e vuoi farmi credere che proprio adesso è arrivata? Per te forse. Ma sai, io non lo credo più.
Vedi amico, io so perfettamente che, non votandoti, contribuirò forse a consegnare il Comune di nuovo nelle mani dei volponi che l’hanno amministrato finora e di cui tu facevi parte, ma non mi sento di fare altrimenti. Esiste una parola che si chiama coerenza. A che cosa? A se stessi.
Se ci sarà una lista di giovani, anche inesperti, anche timidi e imbranati, ebbene, io li voterò. E sai perché? Perché avranno avuto il coraggio delle scelte e avranno avuto gli zebedei che tu non hai avuto in tutti questi anni.
Purtroppo, e dico purtroppo, io penso che la politica non sia solo una ‘scalata’ al successo o un sistemarsi e non sia solo scendere a compromessi, ma sia un servizio alla comunità. Chiunque si mette in ballo deve avere uno spirito di sacrificio non indifferente. Tu ce l’hai questo spirito? …
Si lo so, sono un’idealista. E’ per questo che quelli come me non possono votare quelli come te.
Una casanovese molto incazzata
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Lettera aperta a Mannillo
Gli avvenimenti delle ultime ore si possono definire clamorosi in fatto di candidature ed hanno creato scompiglio nelle coscienze dei carinolesi ma in particolare dei casanovesi. E’ ormai di dominio pubblico che hai raggiunto un accordo politico con il centrodestra carinolese. Non voglio esprimere giudizi sulle modalita' fulminee dell’operazione e sui contraenti. Ti chiedo di rileggere la lettera che ti ho scritto da questo sito nell’ormai lontanissimo Dicembre 2007. In quella lettera ti rivolgevo alcune domande che ritenevi offensive e non da amico . Forse ti sei fatto fuorviare dal tono risentito della lettera nei tuoi confronti senza tenere in considerazione lo stato d’ animo esacerbato dello scrivente in quei momenti. Ti sei fatto colpire dal virus che colpisce moltissimi politici e cioe’ di credere di capire tutto di tutto e di tutti. In quella lettera hai letto solo delle crude accuse di responsabilitą giudicandola tendente ad indicarti come il principale o addirittura l’ unico responsabile di quella vergognosa tragedia dei casanovesi ed in particolare del territorio di Casanova. Non hai preso per niente in considerazione che chi scriveva era un vero amico poiché secondo te se lo era non ti doveva rivolgere critiche ma difenderti. Un dubbio mi affligge, che il tuo concetto di amicizia in questi anni di gestione del potere, anche se in piccolo, si sia alquanto modificato. Pensi che quelli che parlano con te e che ti mostrano simpatia lo facciano esclusivamente per qualche scopo , tu sai che tutte le regole hanno l’eccezione, io sono una di quelle. Quella lettera era un appello accorato a percorrere una strada diversa da quella di Di Biasio , non continuando a nutrire nella gente il sospetto che perseguivi gli stessi obiettivi.
Seguendo l’invito che ti veniva rivolto, oggi ti saresti potuto legittimamente alleare con chiunque, dettando le tue condizioni di rinnovamento della politica locale, che tutti avrebbero accettato senza remore e adesso avresti potuto combattere da una posizione morale di netto vantaggio sugli altri contendenti . Se avessi fatto quel gesto invece di darti a stolte minacce, adesso tante persone non si troverebbero in palese difficoltą’ sulle decisione di chi votare. Tutti coloro che aspirano ad un futuro rinnovato, ad un programma amministrativo serio cioe’ fattibile in breve, ti avrebbero sostenuto e la tua candidatura ripeto con qualunque fazione si sarebbe conclusa in un plebiscito a tuo favore. Adesso invece queste persone, soprattutto giovani, stanno studiando una lista loro che proponga all’elettorato le loro aspirazioni ed i tuoi ex colleghi di Casanova gią sono all’opera accusandoti di tutto lo sfacelo del comune senza dimenticare la tangente sui defunti.
Stanne certo, cercheranno di dimostrare che tu sei l’unico responsabile degli scempi perpetrati in quanto loro, non avendo cariche, non contavano niente.
Personalmente faccio parte della folta pattuglia degli indecisi e intontiti che aspettano qualche proposta sana e che sia foriera di un futuro migliore per la nostra collettivitą’. Resto pessimista, vedo in giro soli rozzi e grassi negoziatori da cui difficilmente ne potra’ scaturire qualcosa di elevato. Ma questa mia non posso chiuderla senza rivolgerti la domanda che ho in gola : veramente credevi che Di Biasio all’ultimo momento scaricava Marrese e ti proponeva al suo posto? O per caso addirittura te lo aveva promesso?
È basato sulla vera cronaca di un esperimento scientifico tenutosi negli Stati Uniti agli inizi degli anni Settanta, finito nel sangue e con l'arresto di quasi tutti i suoi partecipanti.
L'esperimento consisteva nel monitoraggio continuo attraverso microfoni e telecamere, di un gruppo di uomini chiusi in una finta prigione, in cui alcuni avrebbero rivestito il ruolo di prigionieri e altri di guardie carcerarie.
Dopo solo pochi giorni gli uomini nel ruolo delle guardie cominciarono ad abusare del loro potere e a provocare situazioni di forte stress. Un giorno in cui lo scienziato organizzatore dell'esperimento si era dovuto allontanare per un apio di giorni, lasciando un vuoto nel controllo, le violenze sfociarono nella vera e propria tortura: il potere, come un veleno, aveva fatto loro perdere aderenza alla realtà.
Quello che il film mi ha fatto pensare è che il potere è una cosa molto delicata, e una volta lasciato senza controllo porta sempre al suo abuso. Come una droga dà alla testa, e fa perdere il senso della realtà. Chi è in una posizione di potere deve per questo sempre essere controllato. Spesso però, chi ha il potere di controllare non lo fa, perchè chi ha il potere tende a tenerselo, intimidendo, minacciando o, più subdolamente, promettendo benefici, elargendo regali, illudendo le menti.
Tornando a noi, è secondo me, una simile volontà spasmodica e direi patologica di potere che ha spinto l'attuale vicesindaco Mannillo ad avvicinarsi alla lista opposta a quella in cui milita attualmente. La semplice considerazione del fatto che sarebbe stato candidato un altro al posto suo gli avrà tormentato ogni pensiero, magari togliendogli il sonno... “ci ero così vicino, e ora devo tornare indietro”... avrà pensato. Ed ecco l'idea geniale: “cambio sponda, vado con i nemici al momento senza un valido candidato”. In una situazione “normale” dove gli amministrati controllano e giudicano gli amministratori, il nostro Mannillo a dir poco almeno uno sputacchio in faccia se lo sarebbe beccato (in modo figurato almeno)... ma invece nulla, c'è addirittura chi lo incoraggia... e chi come al solito non parla, perchè sta alla finestra e cerca di capire qual'è la lista con le maggiori possibilità per buttarsi all'ultimo momento sul carro del vincitore.
Tutto nella più completa mancanza di moralità, non solo politica ma direi anche umana.
E chi non sta al gioco, chi non si sente di essere così, si sente come uno dei prigionieri del film di prima, combattuto tra il pensiero di evadere e non pensarci più e quello invece di ribellarsi e bruciare tutta la baracca.
Avremmo il voto, direte voi... si.. a quanto pare andremo a scegliere tra i fasci-accatto-comunisti con a capo Mannillo il Caimano e il Biasox Team II con a capo Marrese, uno che in 40 anni di consigliere nessuno ha mai capito se è proprio muto oppure è moooolto riservato.
In quel film i prigionieri alla fine riuscivano a scappare, e i carcerieri venivano arrestati dalla polizia... ma era solo un film.
Cikipanzo
Diomede Vamm Ignotte.
Inefficienze, malaffare, corruzione; giorno dopo giorno abbiamo prove sempre più nitide di come permeino la nostra società, ma da questa evidenza sorge anche una esigenza di cambiamento che viene avanti sempre più forte e chiara sia a livello nazionale, che nel nostro più piccolo livello comunale. Questa esigenza la ascoltiamo e la esprimiamo tutti e dappertutto, anche nelle strade e nelle piazze, la leggiamo tutti, anche sui blog e sui siti internet carinolesi, che mai come adesso riportano sempre più spesso, la voce di chi è stanco, estremamente stanco, della situazione in cui stiamo vivendo. Sorge dal basso questa esigenza di cambiamento, di rinnovamento,
questa sensazione di inutilità di gran parte della nostra classe politica, che appare sempre più dedita al perseguimento del bene personale a discapito di quello comune.
Credo sia opportuno, in riferimento alla situazione locale, mettere un attimo da parte le riflessioni sugli schieramenti politici, sui partiti codificati e valutare invece altri elementi. Credo che a livello locale gli schieramenti di campo contino ben poco, contano invece le capacità personali, l'onestà, la volontà di risolvere i problemi, a prescindere dall'appartenenza a questa o a quella formazione. Tantissimi oggi esprimono il desiderio che le persone migliori della nostra società civile, politici e non, si impegnino in prima persona, eventualmente anche in maniera politicamente 'trasversale'. I problemi, le emergenze che abbiamo di fronte sono assai gravi, e non si possono risolvere credo presentando, come se nulla fosse successo, per le prossime elezioni le candidature delle solite persone, le solite degli ultimi decenni, che, qualunque sia stato il loro colore politico, hanno dato vita ad una scialba, inconsistente, inutile e perniciosa parodia della democrazia. Provocatoriamente mi viene da dire che forse avremmo avuto rappresentanti migliori se li avessimo estratti a sorte invece di eleggerli.
In tanti invitiamo con tutto il cuore gli schieramenti in lizza per le prossime comunali a rinnovare e a rinnovarsi, presentando volti nuovi, che abbiano idee nuove e nuove capacità, invitiamo anche nuove forze e ed espressioni della nostra realtà a farsi avanti, perché ne abbiamo tutti bisogno.
Il nostro Comune ha sempre posseduto e possiede risorse umane enormi, che hanno brillato e brillano in tanti campi, professionali, sociali, culturali; la nostra società civile ha espresso ed esprime donne e uomini di grande levatura e capacità. La nostra società civile, la nostra popolazione, frequentemente mortificata da un certo modo piccino e personalistico di fare politica, non merita i rappresentanti che spesso ha avuto, merita molto di meglio. Per questo credo che non si possa ancora andare avanti in questo modo, occorre un cambiamento, un radicale rinnovamento che porti a un salto di qualità nell'amministrazione della nostra comunità.
Jeronimus
Anche il nostro Comune ne è rimasto affascinato e ha partorito alla comunità carinolese il suo piccolo alpinista.
Le vette ambite sono tante, ma quelle agognate dai più si trovano tutte sulla stessa catena montuosa e sono tre: la Vetta del Successo, la Vetta del Potere e quella del Denaro. Pochi riescono a raggiungerle o a raggiungerle allo stesso modo, ma moltissimi ci provano. Il risultato dipende non solo dalle singole capacità e abilità o dalle singole aspirazioni, ma anche dagli agganci giusti lungo la salita, la quale può essere veramente molto impervia. Bisogna dirlo: l’ alpinismo non è certo uno sport semplice.
C’ è chi nasce alpinista e chi lo diventa. Chi si accontenta di vette più basse e chi pretende altezze incredibili. Chi pratica l’alpinismo con scioltezza e chi con difficoltà. Chi preferisce andare da solo e chi in cordata. Comunque sia l’arrampicata, si ha sempre bisogno della preparazione giusta e di una buona dose di freddezza o si rischia di precipitare rovinosamente.
L’equipaggiamento, poi, è di fondamentale importanza.
Prima di tutto, l’alpinista deve fornirsi di un paio di scarponi ad hoc: quelli che non scivolano, ma hanno una presa tenace e lo mantengono ben in equilibrio nella sua posizione, qualunque sia la direzione o la forza del vento. In secondo luogo, deve indossare ottime tute che gli conservano il calore del corpo, magari mimetiche, così gli avvoltoi che volteggiano in alto non riescono a vederlo tra le rocce o, tutt’ al più, lo considerano uno di loro e non lo beccano. La picozza, poi, deve essere di quelle belle taglienti, alla Cossiga, e, qualora se ne presentasse la necessità, con essa dare delle decise picconate capaci di scalfire anche le pareti più dure.
Non è mai consigliabile arrampicarsi da soli perché non si può sapere quali ostacoli si incontrano nella salita, ma è sempre preferibile la cordata, meglio se simbiotica, alla Berluska - Fini. Persino un alpinista in gamba come Veltroni, affascinato dalla solitaria, ha dovuto ammettere che la cordata, quella molisana, è più sicura della salita individuale. Le cordate campane, purtroppo, sono sempre un po’ inquinate…anche se molti le preferiscono. A tutti i livelli.
Altri alpinisti esperti come Casini e Mastella si sono invece sganciati dalla cordata e sembrano preferire la solitaria, ma chissà che non ci riservano qualche sorpresa!
Certo, la cordata ha i suoi rischi. E qui entra in ballo la lucidità e la freddezza del capo-cordata: qualora si verificasse un serio inconveniente che metta in pericolo la sua vità, è purtroppo necessario operare un taglio netto alla corda e sacrificare il compagno. Come Mastella insegna, nello zainetto bisogna avere sempre un buon coltello, da usarsi al momento giusto. D’altra parte, la legge della soppravvivenza lo impone: mors tua, vita mea.
Una volta rispettate tutte le precauzioni del caso, anche se con tanta fatica, un buon alpinista riesce sempre ad arrivare in cima… Che soddisfazione allora! Niente conta più: né la fatica che ha fatto per arrampicarsi fin lassù, né la perdita del compagno che ha dovuto sacrificare per continuare ad esistere, tantomeno il pericoloso spessore di un aggancio che lo ha tirato fino in cima. Niente conta… solo quella meravigliosa sensazione di onnipotenza che lo investe. La vista di ciò che si estende sotto i suoi piedi lo ripaga di tutto. Si inebria di quelle altezze che lo fanno sentire, come Dio, capace di decidere delle sorti degli uomini…
… L’ alpinista nostrano è abbastanza bravo; ha iniziato bene ma poi è diventato un po’ incauto e nella fretta di salire non si è reso conto che a tali altezze l’ossigeno scarseggia e la mente si annebbia. Rischia di cadere malamente!
Non si è neanche reso conto che l’ossigeno ha iniziato a scarseggiare già da un bel po’ e gli ha fatto sbagliare strada… Ma guarda un po’ che peccato! Invece della Vetta del Potere, si è ritrovato sulla Vetta della Stronzaggine!...Ora, come farà ad aiutare i suoi compaesani.
Non capivo l’accanimento di Beppe Grillo e altri sulla cosiddetta “Casta dei Giornali”, fino a stamattina quando, leggendo il corriere.it, non mi trovo davanti questo articolo (disponibile anche qui). Un articolo ironico, scritto nemmeno tanto bene, nel quale si mette in rilievo il contrasto della volonta’ della lista di Veltroni di rappresentare la “novita’” quando invece sta inserendo figli e nipoti di cognomi “eccellenti”.
L’autrice del pezzo si chiama Maria Laura Rodota’… un cognome che, non so perche’ mi suonava familiare, e allora mi sono fatto un giro per vedere chi e’.
Alla fine l’ho trovata. Ebbene si, e’ la figlia dell’ Ex presidente dell'Autorita' Garante per la protezione dei Dati Personali, Stefano Rodota'. Tra l’altro una delle poche “raccomandate e fiere di esserlo”, cosi’ come dice lei stessa in questa intervista.
Allora mi sono chiesto: con quale coraggio una “figlia di….” Ha il coraggio di scrivere un pezzo criticando la scelta nelle liste politiche di “figli di…”?
Sara’ che anche lei ha capito il meccanismo della “memoria breve” degli italiani? Lo stesso meccanismo che fa dichiarare a Casini che Berlusconi e’ un “populista”, (qui), quando fino a ieri stava contrattando per infilarsi anche lui nella sua lista e quando gli ha sempre leccato i piedi dentro e fuori dal parlamento? O lo stesso che che fa urlare a Bertinotti e colleghi, “Compagni!!” nelle piazze, e allo stesso momento eliminare (senza che nessuno dei giornali ne faccia un articolo) la falce e martello dal simbolo della nuova lista? O lo stesso gioco che fa si che Berlusconi prometta le stesse ed identiche cose di 7 anni fa, addirittura accennando a rinnovare il contratto con gli italiani dalla scrivania di ciliegio del servo compiacente Vespa?
Ci sono svariate centinaia di esempi dell’esistenza di questo meccanismo, ma non serve stare davanti alla tv o internet per dimostrarlo. Basta scendere in strada:
A Carinola in questi anni ne abbiamo viste di cotte e di crude: sversatoi dichiarati legittimi dal sindaco e poi sequestrati dai Carabinieri, strane apparizioni di cartelli pubblicitari sull’affitto di appartamenti in palazzi in costruzione quando nessun piano regolatore e’ nemmeno stato pensato, individuazione di discariche con responsabilita’ interne piu’ che evidenti, dichiarazioni di assessori subito ritirate, demagogia quotidiana e mille altre cose ancora . Ma ora tutto tace… ci sono cose piu’ importanti da fare: gli accordi, gli inciuci, i conteggi dei voti, i candidati con la famiglia grossa, questo e’ mio questo e’ tuo, questo e’ nostro quello e’ contro… a questo si riduce la politica carinolese, prima delle elezioni, quando invece sarebbe il momento ideale per una catarsi e una memoria collettiva che aiuterebbe a capire dove si e’ sbagliato, e magari a migliorare.
Sono andato un po’ oltre: quello che volevo chiedere ai visitatori era semplicemente questo: non dimenticate, ne’ le cose buone ne’ quelle cattive, e votate in base a quello che e’ stato fatto e non fatto, perche’ il voto per amicizia e per interesse, alla lunga, sotterrera’ anche voi (e per essere sotterrati ora dovete pagare la tangente). Per cui vi invito a scrivere tutto quello che, a vostro avviso, e’ degno di essere ricordato di questi ultimi 5 anni ( se poi il gioco della memoria breve per voi non funziona si puo’ andare ancora piu’ lontano!)
toraskam
Napoli, 26 X 2007. Terrazzo
Una tale confusione nella mente- ma forse più dell’animo- lo sospende in una solida attesa, muta ovviamente. Una nebbia, oramai risaputa, sta per prendere il completo controllo di Riccardo, di parecchie funzioni-azioni, è quasi ovunque , e sa che sarà difficile rifiutarla. Non gli resta altro da fare che aspettare che si dissolva. Ora però avverte di non poter parlare. Che cosa lo divora, sono le sue emozioni che bollono, insidiate da serpi vivaci, in uno stagno di lacrime. Insieme a queste - o meglio, in questo preciso momento in un abisso non troppo lontano- respirano, agitandosi affannosamente, cavalli silvani. Fuma come un dannato e beve vino rosso affacciato sul mondo. Avete capito bene, certo, affacciato, non affamato.
Dopo circa un minuto, accende una sigaretta…
Fame. Si, Fame, mille volte dovrà urlarlo. Fame vergine: primitiva condizione dell’uomo, inesprimibile ossessione, che quando si manifesta del tutto naturale può renderci leggerissimi, ci sprofonda in un attimo, di cui non ne abbiamo coscienza, nello spirito del tempo.Un morso di serpente. Un morso verace. Un piede nel fango. Una bocca desiderata da occhi pendenti da lacci lunari. Che cos’è dunque la fame? E se è, cos’altro è? Dimentichiamo il bisogno strettamente biologico. Trascuriamolo, per un momento. La fame nasconde e riserva qualcosa di più profondo, di primigenio. L’assoluto. La fame, quante volte l’ho detto, invecchia e muore con noi. E prima ancora vive con noi. La fame muore con noi?La fame non deve necessariamente morire con noi. Probabilmente noi potremo dover farvi i conti anche dopo che siamo, come si dice, trapassati. Oppure è ancora possibile che noi non saremo più interessati dal fenomeno “fame”, e che sia tutta una questione fra lei e la morte. Quanta fame hanno, ed hanno avuto, gli uomini fino ad arrivare ad ora, ai giorni nostri? Fame nobile e indegna, passeggera, vigorosa, fame di gloria, di peccato, di verità, di vizi, di giustizia, fame di vino e di donne.Fame di vita e d’amore. Fame di morte. Tutto questo si è ripetuto in maniera necessariamente ciclica fino ai nostri giorni, così sciatti in quanto troppo liberi, spesso indecisi tra pesce o carne, giorni marroni, e di tanto in tanto poco inattesi, notturni. Una fame che spesso da’ , ad un primo sguardo, un’impressione di salute, di rigoglio. Delle volte è effettivamente così, ma poi vi si possono scoprire, scavando meglio, radici profondissime maledettamente malate di superbia, di paura. Fame Impura. Il quadro non è certo da apocalisse, da inizio della fine del mondo; tuttavia ancora facciamo fatica a resistere ad una fame malsana . Mi si potrebbe facilmente accusare- come taluni a volte fanno quando si trovano impossibilitati a rispondere, o annoiati da simili argomenti- di qualunquismo, di generalizzare, di tendenza alla globalizzazione, di sommarietà di contenuti. No? Probabilmente nel mondo l’ inganno ha sempre troppo fame rispetto alla verità.In certi casi si sfamano entrambi. E’ questa la crisi che sprigiona vapori diversi, mischiati.
Misero Gaudio
Qualche giorno fa, alcuni di voi hanno mostrato grande interesse per la Grotta dei Briganti e per il Ponte Romano, erroneamente definito etrusco, situati a poca distanza l’una dall’altro nelle campagne di Casanova. Ebbene, per chi è interessato a questi luoghi è giusto abbia le informazioni corrette.
La Grotta dei Briganti non è una vera grotta, ma è in realtà la bocca d’uscita di un lunghissimo budello sotterraneo per il deflusso delle acque piovane che, insinuandosi nella Grotta di Santa Venere circa 500 metri più su, defluivano nel canale in cui si trova la grotta.
Se infatti osservate bene, noterete che la grotta ha la sua apertura in un canale il quale, fiancheggiando l’attuale casa del prof. Daniele, convogliava le acque nel Rio Malerba. Certo, oggi le cose sono un po’ cambiate, ma tutto è ancora lì. Se poi osservate ancora meglio l’interno della grotta, noterete che la conformazione della stessa è quasi a triangolo: la base più ampia e la volta più stretta. Questa conformazione è propria delle gallerie scavate dalle acque nel corso dei millenni per farsi strada verso un’ uscita.
La storia vera e propria, da cui la grotta prese quel nome così affascinante, risale al settecento, al periodo in cui scorrazzava nelle vostre campagne il famigerato brigante Michele Pezza, meglio conosciuto come Fra’ Diavolo.
Fra’ Diavolo imperversava sul confine tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio e non risparmiava i vostri luoghi che, essendo così vicini al Real Cammino (l’ Appia) su cui praticava le sue imboscate, gli offrivano un’ ottima via di fuga. Fu proprio lui a scoprire l’esistenza di quel budello sotterraneo e ad usarlo per i suoi attacchi o per le sue ritirate. Insieme alla sua banda, compariva e scompariva all’ improvviso nelle vostre campagne e nessuno sapeva da dove fosse spuntato o che fine avesse fatto. Poi qualcuno notò i suoi movimenti e così si iniziò a chiamare quel budello Grotta dei Briganti. Queste informazioni erano ben conosciute dai vostri trisavoli e bisnonni, peccato che non le hanno mai tramandate abbastanza e sono andate perse.
Durante l’ultima guerra, la grotta fu usata dai vostri parenti come nascondiglio quando cadevano le bombe o quando i tedeschi rastrellavano il paese in cerca degli uomini. Qualcuno vi praticò anche un’uscita laterale di sicurezza da usarsi in caso di bisogno, ma purtroppo la grotta fu anche murata verso il fondo. Oggi non è possibile esplorarla più di tanto perché, ad un certo punto, ci si trova di fronte un muro di blocchi di tufo che impedisce di andare oltre. Peccato! Sarebbe stato bello esplorarla, magari con degli speleologi, e ritrovarsi a Santa Venere! Una bella metropolitana naturale d’altri tempi!
Il Ponte Romano a schiena d’asino, situato anch’esso sullo stesso canale, è la conferma che in quel luogo scorreva acqua. Il ponte univa e unisce appezzamenti di terreno, ma non viene più usato perché altri sentieri vengono praticati. Dovreste però tenerlo più pulito e curato o rischiate di perdere questa bella testimonianza del passato!
Da quel ponte, a metà ottocento, capitombolò don Tommaso Mazzucchi col suo cavallo. Inseguito dai briganti (più recenti questa volta, forse la banda di Francesco Tommasino), i quali volevano prenderlo in ostaggio per chiedere un riscatto, don Tommaso si diede a galoppare a rompicollo attraverso i terreni per non farsi prendere e, passando a tutta velocità sullo stretto ponte romano, cadde giù insieme al suo cavallo. Non potendo trascinarlo via, i briganti lo abbandonarono a se stesso. A ricordo di quell’avventura, don Tommaso zoppicò per tutta la vita.
Il fascino della storia! Purtroppo non ho documenti scritti da mostrarvi; tutto è però verificabile in loco. Mi affido anche ai commenti di chi ha altre notizie sulla grotta e sul ponte così si potrà ampliare questa pagina di storia così suggestiva e affascinante.
Alla prossima pagina.
CLIO