Il conte Biasox era concentrato intensamente nel suo lavoro giornaliero presso il gran ministero delle acque, quando fu distratto dall’arrivo di un messaggero proveniente da Calenum. Ogni due giorni un messaggero gli portava notizie della sua contea, in particolare l’andamento della vita politica e il comportamento dei suoi vassalli e dei suoi nemici, che lui riteneva di numero limitatissimo. Quando gli fu riferito che tutta la contea sapeva che lui aveva abdicato dal suo titolo di Conte e padrone su di essa, si lasciò andare a parolacce a cui non era aduso. La sua collera aumentò quando fu informato che era stato il suo ex consigliere Abner a divulgare quella notizia cosicchè lo apostrofò con gli epiteti più disparati. Ancora paonazzo dalla collera, ordinò di preparare la sua carrozza e al cocchiere di condurlo a Calenum dove aveva inviato in avanscoperta un suo corriere per informare i suoi fedelissimi del suo arrivo.
In serata, giunto nel suo casale natio di Nocellum, fu accompagnato a casa di uno dei suoi vassalli più facoltosi, Anforino de Farmacis, che gli fece trovare pronta una cena luculliana. Più che la cena a Biasox fece piacere la cerchia di vassalli, valvassori e valvassini che numerosi erano ad attenderlo. La sua ira profonda fu in parte alleviata quando fra i suoi sostenitori che lo salutavano con un deferente inchino notò la presenza di una dama, a lui particolarmente cara, proveniente dal contado di Kasanovia . Dopo aver fatto il suo solito discorso introduttivo, più incomprensibile del solito a causa della sua forte irritazione, illustrò il suo piano per defenestrare il suo reggente Giano Trifronte de Fontanavecchia che occupava tale carica contro il suo volere. Presa penna e pergamena scrisse personalmente un messaggio, evitò di firmarlo ma per far capire a tutti che era stato scritto da lui lo infarcì di errori di ogni genere. Scrisse che il suo successore si era alleato con persone di malaffare col solo scopo di avere il potere e che questa alleanza ibrida avrebbe portato la contea alla rovina e per evitare ulteriori guai anche per le sue ghiandole più preziose avrebbe fatto meglio a dimettersi. Finito di scrivere ordinò ai suoi vassalli di riprodurne fedelmente, errori compresi, tantissime copie che in nottata i valvassini fecero in modo che raggiungessero tutti gli abitanti della Contea.
Il mattino dopo tutti lessero l’invito-minaccia di Biasox e molti subito pensarono a come tradire Giano per tornare con lui, Abner per primo. Anche Giano Trifronte lesse il messaggio ma ormai, deciso a tenersi i trono della contea il più a lungo possibile, passò al contrattacco cercando come suo solito di ricavarne il suo utile. Riuniti tutti i sui grandi elettori fece un lungo discorso paventando il ritorno di Biasox e le conseguenze sui loro affari e sui loro progetti futuri oltre alle conseguenze sulle loro teste. Il suo discorso ebbe l’effetto desiderato tutti sguainarono la spada e gli giurarono fedeltà nella lotta all’odiato tiranno. Giano sull’onda del consenso raggiunto subito scrisse un messaggio di risposta pieno di minacce e insulti al conte Biasox ordinando di ricopiarne in migliaia e migliaia di copie in vari formati. Chiamò in disparte il suo fedele alleato, Mattia il Gerarca, e gli chiese di usufruire dei servizi dei due suoi più feroci sicari, i sanguinari fratelli “Tale e Quali”. Avutoli al suo cospetto li incaricò di inondare tutta la contea del suo messaggio di sfida a Biasox, questi portarono a termine l’incarico nel migliore dei modi sfidando gli agguerriti sostenitori di Biasox. Il mattino dopo tutta la contea di Calenum era ricoperta del messaggio di Giano Trifronte e non vi era muro, albero, chiesa, locanda o portone in cui non fosse affisso il messaggio in tutti i vari formati. Giano raggiunse il suo scopo i molti titubanti suoi sostenitori si convinsero della sua ferma volontà di restare attaccato sul trono e continuarono a far finta di mostrargli la oro devozione.
Biasox purtroppo visto l’esito negativo della sua iniziativa finì per incollerirsi ancora di più e rientrò velocemente al suo palazzo governativo guidando personalmente la sua veloce carrozza.
Continua…..
In serata, giunto nel suo casale natio di Nocellum, fu accompagnato a casa di uno dei suoi vassalli più facoltosi, Anforino de Farmacis, che gli fece trovare pronta una cena luculliana. Più che la cena a Biasox fece piacere la cerchia di vassalli, valvassori e valvassini che numerosi erano ad attenderlo. La sua ira profonda fu in parte alleviata quando fra i suoi sostenitori che lo salutavano con un deferente inchino notò la presenza di una dama, a lui particolarmente cara, proveniente dal contado di Kasanovia . Dopo aver fatto il suo solito discorso introduttivo, più incomprensibile del solito a causa della sua forte irritazione, illustrò il suo piano per defenestrare il suo reggente Giano Trifronte de Fontanavecchia che occupava tale carica contro il suo volere. Presa penna e pergamena scrisse personalmente un messaggio, evitò di firmarlo ma per far capire a tutti che era stato scritto da lui lo infarcì di errori di ogni genere. Scrisse che il suo successore si era alleato con persone di malaffare col solo scopo di avere il potere e che questa alleanza ibrida avrebbe portato la contea alla rovina e per evitare ulteriori guai anche per le sue ghiandole più preziose avrebbe fatto meglio a dimettersi. Finito di scrivere ordinò ai suoi vassalli di riprodurne fedelmente, errori compresi, tantissime copie che in nottata i valvassini fecero in modo che raggiungessero tutti gli abitanti della Contea.
Il mattino dopo tutti lessero l’invito-minaccia di Biasox e molti subito pensarono a come tradire Giano per tornare con lui, Abner per primo. Anche Giano Trifronte lesse il messaggio ma ormai, deciso a tenersi i trono della contea il più a lungo possibile, passò al contrattacco cercando come suo solito di ricavarne il suo utile. Riuniti tutti i sui grandi elettori fece un lungo discorso paventando il ritorno di Biasox e le conseguenze sui loro affari e sui loro progetti futuri oltre alle conseguenze sulle loro teste. Il suo discorso ebbe l’effetto desiderato tutti sguainarono la spada e gli giurarono fedeltà nella lotta all’odiato tiranno. Giano sull’onda del consenso raggiunto subito scrisse un messaggio di risposta pieno di minacce e insulti al conte Biasox ordinando di ricopiarne in migliaia e migliaia di copie in vari formati. Chiamò in disparte il suo fedele alleato, Mattia il Gerarca, e gli chiese di usufruire dei servizi dei due suoi più feroci sicari, i sanguinari fratelli “Tale e Quali”. Avutoli al suo cospetto li incaricò di inondare tutta la contea del suo messaggio di sfida a Biasox, questi portarono a termine l’incarico nel migliore dei modi sfidando gli agguerriti sostenitori di Biasox. Il mattino dopo tutta la contea di Calenum era ricoperta del messaggio di Giano Trifronte e non vi era muro, albero, chiesa, locanda o portone in cui non fosse affisso il messaggio in tutti i vari formati. Giano raggiunse il suo scopo i molti titubanti suoi sostenitori si convinsero della sua ferma volontà di restare attaccato sul trono e continuarono a far finta di mostrargli la oro devozione.
Biasox purtroppo visto l’esito negativo della sua iniziativa finì per incollerirsi ancora di più e rientrò velocemente al suo palazzo governativo guidando personalmente la sua veloce carrozza.
Continua…..
IL CONTE DEL GRILLO