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domenica 27 settembre 2009

Il Biasox Furioso


Il conte Biasox era concentrato intensamente nel suo lavoro giornaliero presso il gran ministero delle acque,  quando fu distratto dall’arrivo  di  un messaggero proveniente da  Calenum. Ogni due giorni un messaggero  gli portava  notizie della sua contea, in  particolare l’andamento della vita politica e il comportamento dei suoi  vassalli e dei suoi nemici, che lui riteneva di numero limitatissimo. Quando gli fu riferito che tutta la contea sapeva che lui aveva abdicato dal suo titolo di Conte e padrone su di essa, si lasciò andare a parolacce a cui non era aduso. La sua collera aumentò quando fu informato che era stato il suo ex consigliere Abner a divulgare quella notizia cosicchè lo apostrofò con  gli epiteti più disparati. Ancora paonazzo dalla collera, ordinò di preparare la sua carrozza e al cocchiere di condurlo a Calenum dove aveva inviato in avanscoperta  un suo corriere per informare i suoi fedelissimi del suo arrivo. 
In serata, giunto nel suo casale natio di Nocellum,  fu accompagnato a casa di uno dei suoi  vassalli più facoltosi, Anforino de Farmacis, che gli fece trovare pronta una cena luculliana. Più che la cena a Biasox fece piacere la cerchia di vassalli, valvassori e valvassini che numerosi erano ad attenderlo. La sua ira profonda fu in parte alleviata quando fra  i suoi sostenitori che lo salutavano con un deferente inchino notò  la presenza di una dama, a lui particolarmente cara,  proveniente dal contado di  Kasanovia . Dopo aver fatto il suo solito discorso introduttivo,  più  incomprensibile del solito a causa della sua forte irritazione, illustrò il suo piano per defenestrare il suo reggente Giano Trifronte de Fontanavecchia che occupava tale carica contro il suo volere. Presa penna e pergamena scrisse personalmente un messaggio, evitò  di firmarlo ma per far capire a tutti che era stato scritto da lui lo infarcì  di errori di ogni genere. Scrisse che il suo successore  si era alleato con persone  di malaffare col solo scopo di avere il potere e che questa alleanza ibrida  avrebbe portato la contea alla rovina e per evitare ulteriori guai anche per le sue ghiandole più preziose avrebbe fatto meglio a dimettersi. Finito di scrivere ordinò ai suoi vassalli di riprodurne fedelmente, errori compresi,  tantissime copie che in nottata i valvassini  fecero in modo che raggiungessero tutti gli abitanti della Contea. 
Il mattino dopo tutti lessero l’invito-minaccia  di Biasox e molti subito pensarono a come tradire  Giano per tornare con lui,  Abner per primo. Anche Giano Trifronte  lesse il messaggio ma ormai, deciso a tenersi i trono della contea il più a lungo possibile, passò al contrattacco cercando come  suo solito di ricavarne il suo utile. Riuniti tutti i sui grandi elettori fece un lungo discorso paventando il ritorno di Biasox e le conseguenze sui loro affari e sui loro progetti futuri oltre alle conseguenze sulle loro teste. Il suo discorso ebbe l’effetto desiderato tutti sguainarono la spada e gli giurarono fedeltà  nella lotta all’odiato tiranno. Giano sull’onda del consenso raggiunto subito scrisse un messaggio di risposta pieno di minacce e insulti al conte Biasox  ordinando di  ricopiarne in migliaia e migliaia di copie in vari formati.  Chiamò in disparte il suo fedele alleato, Mattia il Gerarca, e gli chiese di usufruire dei servizi  dei due suoi più feroci sicari, i sanguinari fratelli “Tale e Quali”.  Avutoli al suo cospetto li incaricò di inondare tutta la  contea del suo messaggio di sfida a Biasox, questi portarono a termine l’incarico  nel migliore dei modi sfidando gli agguerriti  sostenitori di Biasox. Il mattino dopo tutta la  contea di Calenum era ricoperta del messaggio di Giano Trifronte e non vi era muro, albero, chiesa, locanda o portone in cui non fosse affisso il  messaggio in tutti i vari formati. Giano raggiunse il suo scopo i molti titubanti suoi sostenitori si convinsero della sua ferma volontà di restare attaccato sul trono e continuarono a far finta di mostrargli la oro devozione.  
Biasox purtroppo visto l’esito negativo della sua iniziativa finì per incollerirsi ancora di più e rientrò velocemente al suo palazzo governativo guidando personalmente la sua veloce carrozza. 

Continua…..




 

IL CONTE DEL GRILLO



E se dietro l'influenza suina ci fosse un grande porco?



FORSE NON TUTTI SANNO CHE....

A proposito di influenza suina.....

L'IRONIA NEL SUO MIGLIOR STILE....

2000 persone contraggono l'influenza suina e ci si mette la mascherina...
25 milioni di persone con AIDS e non ci si mette il preservativo...


PANDEMIA DI LUCRO. Che interessi economici si muovono dietro l'influenza suina?

Nel mondo, ogni anno, muoiono milioni di persone, vittime della malaria, i notiziari di questo non parlano...
Nel mondo, ogni anno muoiono due milioni di bambini per diarrea che si potrebbe evitare con un semplice rimedio che costa 25 centesimi..
I notiziari di questo non parlano...

Polmonite e molte altre malattie curabili con vaccini economici, provocano la morte di 10 milioni di persone ogni anno.
I notiziari di questo non parlano...

Ma quando comparve la famosa influenza dei polli.... i notiziari mondiali si inondarono di notizie... un'epidemia e più pericolosa di tutte, una pandemia!
Non si parlava d'altro, nonostante questa influenza causò la morte di 250 persone in 10 anni...
25 morti l'anno!!

L'influenza comune, uccide ogni anno mezzo milione di persone nel mondo.
...Mezzo milione contro 25.

E quindi perché un così grande scandalo con l'influenza dei polli?
Perché dietro questi polli c'era un "grande gallo".

La casa farmaceutica internazionale Roche con il suo famoso Tamiflu, vendette milioni di dosi ai paesi asiatici.
Nonostante il vaccino fosse di dubbia efficacia, il governo britannico comprò 14 milioni di dosi a scopo preventivo per la sua popolazione.
Con questa influenza, Roche e Relenza, ottennero milioni di dollari di lucro.

Prima con i polli, adesso con i suini: e così adesso è iniziata la psicosi dell'inflluenza suina. E tutti i notiziari del mondo parlano di questo.

E allora viene da chiedersi: se dietro l'influenza dei polli c'era un grande gallo, non sarà che dietro l'influenza suina ci sia un "grande porco?".
L'impresa nord americana Gilead Sciences ha il brevetto del Tamiflu.
Il principale azionista di questa impresa è niente meno che un personaggio sinistro, Donald Rumsfeld, segretario della difesa di Gorge Bush, artefice della guerra contro l'Iraq...
Gli azionisti di Roche e Relenza si stanno fregando le mani... felici per la nuova vendita milionaria.

La vera pandemia è il guadagno, gli enormi guadagni di questi mercenari della salute...

Se l'influenza suina è così terribile come dicono i mezzi di informazione, se la Organizzazione Mondiale della Salute (diretta dalla cinese Margaret Chan) è tanto preoccupata, perché non dichiara un problema di salute pubblica mondiale e autorizza la produzione farmaci generici per combatterla?


(Ho ricevuto questo documento via e-mail,solitamente non apro le catene,ma questa mi sembrava interessante.Meditate.)

Boccadoro

giovedì 24 settembre 2009

Il re è nudo



Ho letto qualche articolo e molti commenti sulla situazione amministrativa carinolese. Io credo che non ci sia nulla di ciò che non si sarebbe potuto intuire a monte. Per quanto si sia potuto ostentare, in campagna elettorale, il grande valore di una lista civica fatta di uomini che, indipendentemente dalle estrazioni partitiche, si sono coalizzati per il bene della città ecc. ecc., quella lista civica sta divenendo “cinica” ossia sprezzante di coloro che hanno comunque votato quel sindaco e quella coalizione, indipendentemente dall’estrazione destroide-sinistroide dei suoi partecipanti. Del resto i partecipanti sono comunque da una parte i componenti della destra confluita nella PDL, dall’altra gli scissionisti del PD ed è scontato che in prossimità di altre scadenze elettorali da parte delle prime donne ci sia la volontà di candidarsi indipendentemente dal ruolo di amministratore che stanno già svolgendo. Alla fine, dopo un po’, ognuno si è rimesso addosso! la sua casacca partitica in previsione di altri scenari elettorali. Il vero problema, a mio avviso è che tali atteggiamenti possano riflettersi negativamente sull’amministrazione della città. In parole povere: quando ci saranno le provinciali il centro destra esprimerà i suoi candidati, il centro sinistra i suoi e il gruppetto del sindaco cosa farà? Ci sarà una guerra tra poveri e quelle persone che si erano coalizzate per far vincere questa amministrazione si divideranno di nuovo per votare i singoli diversi schieramenti partitici, alcuni contrapposti agli altri. Qualcuno potrebbe obiettare che è normale in politica uno scenario del genere. Si, potrebbe anche esserlo, ma non è normale che per l’ambizione politica di qualcuno salti un’amministrazione con tutte le conseguenze che un tale scellerato atto comporti sui cittadini. Se ciò dovesse accadere gli artefici di questo atto ignobile dovranno solo rinchiudersi in casa e lasciare la politica cittadina a ch! i veramente ha a cuore questa realtà.




Anonimo via web


martedì 22 settembre 2009

Le tragedie che aiutano i governi

Sono le tragedie come quella accaduta in Afghanistan che aiutano questo governo. Sono proprie questo tipo di cose che colpiscono il cuore degli italiani e fanno slittare la loro attenzione da un’altra parte, mettendo in secondo piano i tanti problemi italiani che pur meritano la massima attenzione. E chiaramente il governo in carica si bea del sentimento di solidarietà e di amor patrio che erompe in seno agli italiani ogni volta che i suoi militari vengono colpiti a morte. Lo cavalca, lo usa, lo strumentalizza.

Per noi italiani, il sentimento ha sempre la meglio sulla ragione. Sempre. Fino al punto da sottometterle quest’ultima, la ragione, che è invece la bilancia personale di tutte le cose. A causa del sentimentalismo italiano, ogni cosa passa in secondo piano. Non è avvenuta la manifestazione indetta per sabato 19 Settembre a Roma per la libertà di stampa; la trasmissione Ballarò, che già aveva subito uno spostamento per fare posto al padrone di questo Paese, ha cambiato decisamente l’argomento della serata perché non sembrava il caso di mettersi a fare polemica. Ma rimaniamo freddi un attimo. Usiamola un po’ questa ragione che spesso  mandiamo in vacanza.

Le tragedie di questa Nazione sono tante e tutte hanno bisogno di essere conosciute, di essere prese in considerazione per essere affrontate. I riflettori non si devono accendere solo su quello che fa politicamente più comodo, ma su tutte le problematiche che riguardano l’intera popolazione italiana. Oggi migliaia di posti di lavori sono a rischio, il futuro dei giovani è a rischio, la libertà d’informazione è a rischio, l’incolumità di troppe categorie di persone è a rischio, la stessa democrazia è a rischio. Non si può dimenticare tutto questo. Mai. Perché sono proprio le tragedie che tendono a far dimenticare ciò che non deve essere dimenticato. E’ giusto che l’Italia pianga i suoi morti, è giustissimo avere considerazione del dolore delle famiglie, ma non perdiamo di vista la realtà delle cose e soprattutto non appoggiamo certe scelleratezze facendoci fregare dal sentimentalismo. Diciamola chiara e forte la verità: i militari italiani devono tornare a casa. Non ha senso rimanere in una nazione come quella afghana che non è pronta per una democrazia di stile occidentale.


E’ inutile negarlo: la missione in Afghanistan  è stata un grosso flop. Sebbene sia stata l’unica ad avere il beneplacito dell’ONU, i nostri eserciti occidentali non sono stati in grado di sconfiggere i talebani e non lo saranno mai. Troppo protetti dal loro popolo, quello stesso popolo a cui vorremmo imporre i nostri modelli democratici.

Gli stessi americani lo hanno capito da tempo e cercano una scappatoia per richiamare in patria i propri soldati. Certo non ammetteranno mai il fallimento ma, molto diplomaticamente, stanno cercando una via d’uscita. La via d’uscita è stata offerta dalle elezioni appena avvenute. Aspettano solo che si definisca meglio la situazione elettorale ancora poco chiara, poi potranno dire al mondo che la loro missione è finita perché hanno portato la democrazia in Afghanistan. Quindi tutti a casa.

E noi che facciamo? Aspettiamo che gli USA ci diano il permesso di andarcene? Sarebbe meglio avere il coraggio di dire basta e riportare a casa i nostri militari. Possibilmente ancora vivi.

Nuvola Rossa

lunedì 21 settembre 2009

Centro culturale a Carinola






Il decremento demografico continuo del comune di Carinola ha comportato una vittima illustre, il plesso scolastico della scuola elementare di Carinola centro. Per l’anno scolastico appena iniziato nessun bambino si è iscritto a quella scuola, di conseguenza è stata chiusa. Questo fatto è molto triste per tutto il comune che tende lentamente ma inesorabilmente a spopolarsi.  Le scuole sono le cartine al tornasole di questo triste fenomeno: prima ha chiuso Santa Croce, poi San Donato adesso Carinola, a breve seguirà Casanova. Per fortuna l’amministrazione comunale ha subito provveduto a trasformare quella che è una vera e propria iattura in un evento positivo per tutta la comunità calena. Ci è stato riferito che nell’ultima giunta l’assessore alla cultura ha presentato un articolato piano di riconversione dell’istituto, da scuola a centro culturale.  Il piano prevede piccolissimi interventi di ristrutturazione che sono stati anche autorizzati dalla giunta comunale all’unanimità. Per sommi capi il progetto, che dovrebbe essere realizzato in tempi brevi, prevede innanzitutto il cambio di destinazione dell’edificio da scuola in centro culturale.
L’assessore ha illustrato il suo piano che prioritariamente prevede l’assegnazione di una stanza, ex aula,  a tutte le associazioni regolarmente costituite nel territorio comunale. Ogni stanza sarà munita di telefono, fax e pc collegato ad internet. Le associazioni pagheranno un canone annuale di fitto simbolico di cento euro, in tale somma sono comprese anche le spese telefoniche, elettricità e riscaldamento. Tutti gli assessori presenti si sono compiaciuti per l’iniziativa e il sindaco ha voluto esternare il suo personale apprezzamento all’assessore per l’iniziativa oltre al suo appoggio incondizionatoalla realizzazione. In verità prima della votazione finale con relativa approvazione all’unanimità, l’assessore alla cultura era stato fortemente contestato da alcuni colleghi di altre frazioni. Le contestazioni erano per quelle che sono state definite preferenze particolari per le associazioni della frazione di Casanova. Il piano prevedeva in partenza l’assegnazione  delle aule più grandi  al  gruppo ‘A Cètta- e per l’associazione teatrale –‘A Scarpasciota- entrambe di Casanova, e l’uso dell’atrio per cinque giorni la settimana per le loro prove. Letto il piano gli assessori delle altre frazioni, come anzidetto, hanno protestato ritenendolo giustamente troppo a favore della frazione Casanova. 
L’intervento pacificatore del sindaco è servito a riportare la calma e la concordia facendo trovare un accordo sull’assegnazione delle stanze che sarà fatta a sorteggio, fermo restando l’uso dell’atrio per le prove. La riunione si è conclusa con la soddisfazione di tutta la giunta e sicuramente anche con quella di tutta la cittadinanza non appena il progetto sarà concretizzato.
Verificato che l’entità della spesa necessaria per la  ristrutturazione e l’arredamento in verità non è molto elevata e che gli interventi sulle strutture  non sono tanti, a breve ci sarà l’inaugurazione del centro culturale di Carinola che servirà tutte le frazioni del comune. L’opera servirà a dare notevole impulso alle attività culturali che sicuramente avranno un forte incremento con nuovi adepti e collaboratori alle varie iniziative. Appena il centro culturale entrerà in funzione servirà anche ad eliminare l’uso distorto, anche se obbligato,  che si  fa  dei vari plessi scolastici dove ancora si tengono le lezioni regolarmente.



Nostradamus




giovedì 17 settembre 2009

Impressioni di Settembre



La costituzione del gruppo del PDL in seno al consiglio comunale segna la fine della civica insieme per cambiare. Invero non ce n'era proprio alcun bisogno, come giustamente stigmatizzato dal sindaco in carica. Ma poche sono le cose che accadono per caso, e anche questo lo sa bene il sindaco. E' un messaggio chiaro e preciso che vuole limitare l'autonomia del Sindaco e mettere in evidenza che la sua posizione, di uomo storicamente di sinistra, è isolata in un'amministrazione di destra. Le avvisaglie già c'erano state ed erano culminate nella differenziazione avvenuta in seno alla giunta, prima del rimpasto d'Agosto, sulla spinosa vicenda dei vigilini. L'amministrazione procede tra grandi e piccole incertezze, ma procede. E...state a Carinola ha animato la calda estate 2009, ma pare che anch'essa sia priva in gran parte di copertura finanziaria (vigilino bis?). Ciò significa, in sostanza, che anni passeranno prima che gli organizzatori vedano evasi gli impegni assunti nei loro
 confronti. Gli scavi di Foro Popilio sono stati per il momento abbandonati e della vicenda dei cimiteri non se ne parla proprio più. L'opposizione che era in stand-by ora riprende vigore perchè intravede nella difficoltà palesatasi all'interno della maggioranza una possibilità per andare ad un voto anticipato. E’ Ripresa la corte serrata al Sindaco per convincerlo a dichiarare la fine dell'esperienza con la PDL. Il tutto rafforzato da bordate per allargare la crepa all'interno dell'amministrazione, attività quest’ultima affidata al capogruppo del PD, silenzioso ma abile politico di lungo corso. Il PD cerca di recuperare una pedina importante e sembra disposto anche a offrire una congrua ricompensa perché l’operazione vada in porto (forse una candidatura alla provincia?). Il coordinatore del PD e lo stesso ex sindaco sarebbero impegnati nelle operazioni di avvicinamento e di sdoganamento del sindaco, e qualcuno già ingrassa il vitello per festeggiare il suo ritorno.  Intanto
 c’è già il futuro candidato sindaco della PDL. E’ il dott. De Risi che senza dirlo esplicitamente lo lascia intendere questa mattina  sul Corriere in una lunga intervista in cui parla del suo “cambio di visione”: da uomo di sinistra (sempre pronto a criticare i rappresentanti della sinistra) a iscritto  della PDL. Tutti hanno diritto di poter sognare quello che vorrebbero si verificasse, anche il dott. De Risi. Auguri di cuore!

anonimo via web 

martedì 15 settembre 2009

APPELLO DEI CITTADINI



Ieri mattina a Carinola, sono sono stato due ore ad aspettare un pullmino che mi portasse alla stazione e che non è mai passato. La conseguenza di tutto questo è stata che ho perso chiaramente il treno e non ho potuto fare ciò che dovevo.
Ora vorrei sapere: come deve fare un cittadino, che per varie ragioni non dispone di una macchina, ad arrivare alla stazione ferroviare per prendere un treno? A chi santo deve votarsi per sapere almeno gli orari di passaggio di questi pullmini fantasma che quando servono non ci sono mai? Mi hanno detto che spesso se ne vanno per la strada del carcere e non passano per i paesi, così se c'è qualche anima che li sta aspettando, può aspettare tutto il giorno! O che servono solo i treni per Napoli! Non si va solo a Napoli; si va anche a Roma! Come cittadino carinolese che paga le tasse chiedo all'amministrazione comunale che si faccia carico di questa incresiosa situazione e cerchi di ovviare a questo disservizio vergognoso della ditta Angelino. Non ha senso avere nel comune un servizio pullman per la stazione ferroviaria se non può essere usato dai cittadini. Un servizio pubblico dovrebbe prima di tutto servire la cittadinanza e non essere usato solo a convenienza degli! autisti che fanno un po' quello che vogliono, altrimenti è meglio che non ci sia. Chiedo cortesemente che vengano almeno resi noti gli ORARI e affissi in luoghi pubblici in modo che ci si possa regolare.
Ringrazio quanti dell'amministrazione comunale vogliano prendere a cuore la regolarizzazione di questo dissservizio che se dventa servizio può essere di grande utiliità per tutti.

Un cittadino

Nota della Redazione: nemmeno a farlo apposta, quando questo post era ancora in coda, si è sviluppata una discussione sullo stesso argomento, dalla quale è nata anche una petizione. Riportiamo qui di seguito il testo della stessa. A quanto pare, potrebbe esservene anche una copia nel bar di Salvatore. Ci scusiamo con l'autore del post per avergli rubato lo spazio e per aver cambiato il titolo del post ma sembra che l'appello potrebbe provenire da molti di più che un solo cittadino.


PETIZIONE PUBBLICA 
Al Sindaco del Comune di Carinola
dott. Gennaro Mannillo 
All’Assessore ai Trasporti
del Comune di Carinola
o a chi ne ha la competenza 
p.c. al responsabile della Ditta Angelino Vincenzo 
Dai cittadini carinolesi
firmatari di questa petizione
Oggetto: richiesta assegnazione del circondario ad altra ditta di trasporti – cura e vigilanza
                della stazione ferroviaria di Falciano-Mondragone – sistemazione strada pubblica






Carinola 14 settembre 2009 
Noi cittadini di Carinola, firmatari di questa petizione,
  • visto il continuo disagio che sono costretti ad subire i cittadini carinolesi che viaggiano   tramite la Ditta di trasporti pubblici ANGELINO;
  • visto la poca serietà della stessa, la quale, soprattutto per il servizio di collegamento con la stazione ferroviaria di Falciano, non è in grado di offrire un servizio affidabile  di pubblica utilità che permetta  un serio e continuo uso delle corse;
  • visto che la Ditta in questione non si preoccupa neppure di rendere pubblici gli orari delle corse per e  dalla stazione ferroviaria;
  • visto che gli autisti della Ditta non sempre rispettano le corse, sopprimendole arbitrariamente con grande disagio dei cittadini;
  • visto che gli stessi non sempre seguono il tragitto previsto e tagliano per via San Biagio invece di passare per i centri abitati procurando altro notevole disagio ai cittadini che sarebbero interessati alla corsa;
  • visto  anche il carente servizio scolastico mediante pullman sporchissimi e fatiscenti dove succede di tutto per la mancanza di un controllore che tenga a bada l’esuberanza degli studenti;
  • visto  che i cittadini  non possono usufruire di un servizio pubblico così inaffidabile per recarsi soprattutto alla stazione, a scuola o anche al posto di lavoro e devono comunque affidarsi a mezzi privati;
  • visto infine lo stato di degrado e di abbandono in cui versa la stazione ferroviaria, situazione assolutamente indegna per un paese cosiddetto civile;
  • visto anche la pietosa condizione della strada pubblica nei pressi della stazione ferroviaria
    il cui dissestamento rappresenta un serio pericolo per l’incolumità dei guidatori  nonché per le condizioni delle stesse auto
CHIEDIAMO
                                                                     
  • che l’istituzione Comune si adoperi presso le altre istituzioni competenti, Provincia e  Regione, affinché venga revocato il servizio di trasporti pubblici del circondario alla Ditta Angelino e venga assegnato ad altra ditta che possa assicurare un servizio pubblico più efficiente ed affidabile per i cittadini di Carinola i quali possano finalmente usufruire di un servizio moderno, al passo coi tempi e che abbia riguardo e considerazione per il viaggiatore.




                                                                 
CHIEDIAMO INOLTRE 
  • che la stessa istituzione Comune si adoperi presso le suddette istituzioni affinché venga garantita alla stazione ferroviaria di Falciano-Mondragone la cura e la vigilanza che si compete ad un paese civile, e i viaggiatori  non abbiano a trovarsi in situazioni di pericolo o di grande disagio;
  • che venga sistemata la suddetta strada al fine di consentire una circolazione più sicura per i viaggiatori che la percorrono.


          Sicuri di una vostra attenta considerazione e collaborazione, porgiamo
                                                                                                               Distinti Saluti

lunedì 14 settembre 2009

Da Don Bosco a ... Tettamanzi



Tantissimi sono i personaggi che si distinguono nel portare il messaggio di carità della chiesa fra la gente bisognosa.  Tra i tanti due nomi sono particolarmente conosciuti per la loro dedizione in particolare verso i giovani svantaggiati. Questi sono Don Bosco e Don Zeno, il primo più famoso per aver cercato di redimere e assicurare un futuro  ai ragazzi insegnando loro un mestiere come pure il secondo. La loro opera altamente meritoria fu predicata e  praticata per tutta la durata della loro vita. Nelle loro parole e nei loro insegnamenti migliaia e migliaia di diseredati trovarono la forza e l’aiuto per riscattarsi materialmente e spiritualmente. Difficilmente una persona riesce a tenere un alto profilo spirituale se vive nella necessità più assoluta. Questi testimoni della carità cristiana che si portano ad esempio oltre a predicare e tempestare di richieste chiunque poteva a favore dei loro protetti,  vivevano insieme con loro, notte e giorno.
I bisogni dei poveri che proteggevano o dei giovani deviati che cercavano di redimere erano anche i loro, se non mangiavano i loro poveri non lo facevano nemmeno loro  o se non dormivano per non avere la disponibilità di un letto. Questo loro comportamento induceva chiunque, anche i cuori più induriti a collaborare al loro progetto con quanto potevano. I poveri di allora erano gli orfani delle guerre o i figli di famiglie particolarmente indigenti che senza l’aiuto di qualche animo nobile erano destinati a morire d’inedia o essere vittime della delinquenza.
Anche oggi, come allora, ci sono gli stessi poveri gli stessi perseguitati dalle dittature o vittime di conflitti in atto dai quali cercano di fuggire. Anche oggi ci sono i Don Bosco e i don Zeno che si interessano di loro e chiedono la carità di chi può nei loro confronti. C’è una differenza, questi non vivono con loro ma in sontuosi palazzi dove i poveri non hanno accesso. Predicano incessantemente e pretendono la carità nei confronti di questi poveretti ma non offrono niente oltre le parole per cui il loro messaggio risulta vuoto e molti addirittura lo combattono. Chi paga per questo sono sempre loro, i derelitti, che seguendo i  richiami di questi cristiani  affrontano viaggi disastrosi e molte volte anche la morte. Qualche giorno ci si chiederà chi sono i veri responsabili delle tante morti di clandestini che affrontano viaggi impossibili seguendo i richiami delle sirene che li allettano con la visione di paradisi inesistenti. A questi Tettamanzi si uniscono partiti  politici il cui credo non è la pietà che predicano ma il voto, presente o del domani di questi poveretti. L’esercito dei predicatori lontani si allunga con varie organizzazioni ad hoc che speculano sulla condizione dei poveracci ed è evidente a tutti che le loro grida aumentano quando i centri di accoglienza si svuotano. Questa premessa non tragga in inganno che si sostenga che non si debbano accogliere i profughi o poveracci che inseguono un futuro migliore, tutt’altro si condanna il modo di fornire accoglienza.
 Non li si dovrebbe  invogliare ad affrontare viaggi illegali servendosi di persone poco raccomandabili come fanno i Bagnasco e Tettamanzi di turno affiancati  anche belloccia di turno che parla   addirittura a nome dell’ONU. Si dovrebbero favorire forme di immigrazione più civili,  si potrebbero creare strutture a cavallo delle zone di guerra o particolarmente disastrate economicamente e trasportare queste persone con gli stessi mezzi su cui viaggiano Bagnasco e Tettamanzi verso i centri di accoglienza. Se questi centri non bastassero, che mettessero a disposizione le immense sedi vescovili e cardinalizie quasi disabitate per il calo delle vocazioni religiose. Se poi questi predicatori della carità cristiana viaggiassero insieme a loro sarebbe una vera testimonianza di solidarietà.  In questo caso nessuno avrebbe il coraggio di ostacolare questo processo inarrestabile di trasmigrazione tra luoghi meno sviluppati a quelli economicamente migliori. 

 Nortenson


mercoledì 9 settembre 2009

PERDETE OGNI SPERANZA VOI CHE..VIAGGIATE

È una tiepida giornata di settembre.
Mi sveglio al fastidioso rumore della sveglia che mi avverte che sono le 6 del mattino,oggi ho il mio primo colloquio di lavoro ed è ora di alzarmi. Frettolosamente mi lavo la faccia,indosso la prima cosa che capita, controllo che tutto ciò che serve sia nella borsa e come d'abitudine mi scotto la lingua col caffè. Anche questa mattina combatto contro il tempo:alle 07.00 il mio treno raggiungerà la stazione di falciano del massico.
Passo gli ultimi cinque minuti prima di partire a cercare disperatamente le chiavi dell'auto in giro per casa,che poi mi accorgo essere come sempre al proprio posto. Alle 6.27 sveglio la mia panda che mi da il suo buongiorno rugginoso.Ha piovuto tutta la notte e quindi le consento di fare i suoi soliti capricci.

La strada è ingombra e scivolosa ma nonostante io non sia una perfetta guidatrice so che se vorrò arrivare in orario dovrò premere il piede sull'acceleratore. Dopo una perfetta traiettoria,durante la quale pochi sono stati gli intoppi (trattori che mi hanno fatto perdere giusto una decina di minuti,anche se vitali per me) raggiungo l'incrocio che mi permetterà di immettermi nella strada che porta alla mia dolce stazione e mi sento ad un passo dalla fine. Dove in altre occasioni c'erano FOSSE e BUCHE adesso ci sono piccole pozzanghere; cerco di evitarle facendo uno slalom degno di un pilota di rally in una strada che dovrebbe essere a due corsie e che non ha neppure lo spazio per il transito di un solo veicolo. Così come per magia nel giro di un attimo un bel vitellone mi intralcia la strada e sono costretta a sterzare prendendo in pieno quella che sembrava una semplice pozzanghera ma che si è dimostrata una vera e propria piscina olimpionica.Una ruota è andata ma io s! ono un'ottimista,arriverò in tempo al mio appuntamento.

E così io e la mia panda siamo in stazione alle 6.50,giusto in tempo per comperare il biglietto. Mi precipito al bar della stazione,dopo essermi ricordata che falciano non dispone di una BIGLIETTERIA e con enorme sorpresa mi accingo a leggere il biglietto che precede la porta chiusa del bar: CHIUSO PER FERIE. Dopo qualche istante di panico decido di raggiungere un addetto delle ferrovie dello stato che sicuramente sarà all'interno del fabbricato giallo paglierino. Busso delicatamente sul vetro opaco di quello che dovrebbe essere un ufficio di DIRIGENZA DEL MOVIMENTO ma posso da subito constatare che non c'è nessuno all'interno; allora raggiungo quella che dovrebbe essere la biglietteria e che di rado ospita un responsabile che sembra quasi nascondersi dietro le veneziane chiuse, anche qui i miei tentativi risultano vani.Scorgo quasi per caso alla mia destra un apparecchio elettronico che si configura come un "distributore" di biglietti automatico,ovviamente non funzionant! e.

So a questo punto di avere un'unica soluzione,spiegare la mia situazione al controllore,sono le 6.58 e tra due minuti sarò sul mio treno.
Attraverso il sottopassaggio, raggiungo il binario tre dove ci sono altri viaggiatori a farmi compagnia.Spiego anche a loro il mio inconveniente e mi accorgo che il 70% di quelle persone è nella mia stessa situazione. Mi sento sollevata. Tra una chiacchiera ed un altra sono passati quindici minuti e sembra che non sia ancora stato annunciato alcun treno ne aventuali RITARDI. Fiduciosa penso che nessuno,nemmeno un piccolo rirardo potrà rovinare il mio stato d'ottimismo. Qualcuno comincia a spazientirsi, altri perdono le speranze, qualcuno "delicatamente" impreca contro chissaccosa ed intanto sono passato altri 40 minuti. Penso che il mio appuntamento è alle 9 e in fondo posso tentare di prendere anche il treno delle otto.

E così,come tanti stoccafissi,rimaniamo tutti lì, fiduciosi che prima o poi ci venga comunicato qualcosa, fiduciosi che prima o poi il nostro treno arriverà...ed io fiduciosa che prima o poi,anche un'altra proposta di lavoro arriverà.


Sono troppo poco informata per puntare il dito o attribuire la colpa di questo degrado a qualcuno perchè ammetto che non saprei in che parte orientarmi, so solo che quella che dovrebbe essere una linea FONDAMENTALE di transito che congiunge Roma a Napoli è davvero abbandonata a se stessa.
In molte stazioni ho trovato poca efficienza e molta distrazione ma in nessuna e dico nessuna un così totale abbandono, non intendo dire che dovrebbe essere ripristinata totalmente ma almeno dotata delle cose necessarie,come la biglietteria od un addetto che possa offrire servizio ai viaggiatori o almeno iniziare dalle fondamenta ed asfaltare una volta per tutte la benedetta strada che viene "rattoppata" una volta tanto e che sta sempre punto e accapo e magari procedere per gradi sistemando una cosa per volta.

E con questo parlo a nome di molti altri viaggiatori che come me,spesso, si sono trovati ad aspettare sotto la pioggia un treno che non passava mai.

Angi

lunedì 7 settembre 2009

L' abdicazione del Conte Biasox



Nella contea di Calenum la vita scorreva immersa nella propria particolare felicità sotto la guida illuminata del reggente duca Giano Trifrontis dè Fontanavecchia. L’apparente spensieratezza degli abitanti era data dalle feste di ogni genere che il reggente propinava al popolo, quasi obbligandoli a divertirsi. Era ormai più di un anno che Giano governava incontrastato il contado e ormai le alleanze e i mezzi truffaldini che gli avevano permesso di occupare quel posto, contro il volere del conte Biasox, erano stati dimenticati. L’infido Abner, già consigliere di Biasox, conduceva un assedio giornaliero al palazzo del governo per entrare nelle grazie del nuovo padrone. Giano, sfruttando le sue doti di grande corruttore, faceva finta di annoverarlo tra i cortigiani, ma a giorni alterni: in tal modo sfruttava i suoi servigi senza però dargli nulla in cambio. Il solerte Abner, per entrare nelle grazie del nuovo padrone, aveva perfino attrezzato una stamperia abusiva, chiamandola addirittura con lo stesso nome del contado per farla apparire una cosa ufficiale e autorizzata. Ogni giorno scriveva, anche se non era il suo forte, delle lodi a Giano osannandolo per le opere ipotetiche che questi, a suo dire, quotidianamente realizzava.
L’apparente serenità della vita del contado era offuscata però dalle alleanze truffaldine che il duca aveva sottoscritto per impossessarsi del potere. La mancata osservanza dei contratti che aveva firmato con varie fazioni contrarie tra loro, creava delle frizioni nell’esercizio giornaliero del potere. Inoltre si era divulgata la notizia, forse per mezzo della stamperia di Abner, che il conte Biasox avesse rinunciato alle sue prerogative sul trono della contea per dedicarsi interamente ad incarichi presso la corte di Maradonia. Tali incarichi gli erano dovuti per la sua grande esperienza e abilità  nel condurre gare d’appalto, in particolar modo nel trattare con gli imprenditori.
Il duca Giano, a questa notizia si mise subito all’opera per impossessarsi definitivamente della contea e tacitare, a suo modo, gli avversari. I suoi mezzi erano semplici ed efficaci: corrompere, dando poco e promettendo molto. La sua lunga militanza al servizio di Biasox lo aveva reso super esperto in questo anche perché più intelligente e spregiudicato di lui. Così incominciò a dare i lavori  pubblici ai sostenitori di Biasox per spostarli dalla sua parte. Per giustificarsi con gli alleati incolpava il capo scribacchino della contea accusandolo di dare gli incarichi ai sostenitori di Biasox  perché cugino  di Antimus Mutus.  Spostò di posto tutti gli alti funzionari del palazzo, dando l’illusione di aver cambiato tutto. In effetti, non cambiò niente in particolare. Per assicurarsi i suoi servigi, confermò tutte le prerogative del comandante dei pretoriani, anche se in pubblico fingeva di criticarlo.  Nominò uno stuolo di amici avvocati legali di corte e non dimenticò di donare qualche piccola elemosina ai sostenitori particolarmente accattoni anche se non bisognosi.  Nominò i vari giovani che lo avevano sostenuto come ciambellani della contea, con l’incarico di declamare le sue lodi per tutto il giorno.  Incaricò i suoi amici di organizzare spettacoli, mostre, sagre e conferenze su tutte le branche dello scibile umano. Promise cariche future a tutti, a Marcantonio il Russo, a Mattia il Gerarca e perfino a Maxim de Grimaldellis: promettendogli il suo appoggio incondizionato per la rielezione nel consiglio del regno di Maradonia, si assicurava il suo devoto e fedele servizio. Ovviamente non si dimenticava di promettere ogni giorno la sua successione al cerusico di corte, don Luis Risus Abuntat de Santa Cruz, il quale ci credeva davvero, come faceva da decenni con Biasox. Promise anche un incarico di prestigio ad Ughetto de’ Farmaci, a condizione che prima morisse chi lo deteneva già. Non dimenticò di promettere il suo appoggio anche ai suoi oppositori, in quanto non dobbiamo dimenticare che egli  ufficialmente faceva parte della fazione a lui contraria.  Ovviamente nominò controllori dei conti e delle spese e degli sperperi suoi amici personali provenienti da contee lontane.  In questo modo gli eventuali e sicuri ammanchi nei bilanci della contea sarebbero stati giustificati e nascosti a tutti.
Così, giorno per giorno, Giano tesseva la trama  per consolidare il suo potere che sognava di perpetuare nei secoli. Per realizzare il suo progetto inventava ogni giorno qualche investitura da dare o da promettere, incentivando gli istinti più bassi dei suoi sudditi. Tutto questo gli riusciva benissimo in quanto sfruttava la lunga esperienza di cortigiano maturata al servizio del suo grande maestro e sempre amico il Conte Biasox.

Il conte del Grillo

I mercanti del Tempio


Oggi come ieri, l’istituzione Chiesa è un organo di potere più che un organo di diffusione del messaggio evangelico. I palazzi vaticani pullulano di figuri,  come i cardinali Bertone e Bagnasco, manager di una potente multinazionale in lotta tra loro per affermare l’uno il potere sull’altro, più che di sacerdoti preoccupati di custodire e diffondere al meglio il Vangelo di Cristo.

Le vicende di questi giorni hanno gettato un’ombra nera sul Vaticano e l’hanno fatto precipitare in basso di mille anni,  a quando la lotta per le investiture tra Papato e Impero, coinvolse l’intera Europa e si concluse, due secoli dopo, con un accordo che accontentò entrambe le parti. Allora, la simonia, ossia l’acquisto e la vendita di cariche ecclesiastiche, aveva raggiunto livelli vergognosi perché essere vescovo significava  potere personale, patrimonio terriero e ricchezza. Oggi, mentre potere temporale e potere spirituale continuano ad andare a braccetto come sempre,  si è stabilita un’altra forma di simonia basata sulla “vendita” delle Perdonanze a soggetti moralmente corrotti e  sulle assegnazioni delle direzioni di quotidiani che fanno gli interessi dei poteri che contano, vedi Il Giornale, vedi Avvenire. Persone giuste al posto giusto; persone scomode, ipocritamente scaricate purché vada avanti il volere del potere dominante.

Il mondo cattolico e non solo, è inorridito da questa tresca della Chiesa con un governo che calpesta i diritti umani con le biasimevoli leggi sulla clandestinità, che alimenta sentimenti xenofobi tra la popolazione, che scende a patti e va ad ossequiare il terrorista Gheddafi, che fa spudoratamente gli interessi della mafia, che appoggia paesi dove gli omosessuali vengono uccisi senza processo, che da benedizioni a un Premier corrotto e corruttore due volte divorziato e che rifiuta di farsi processare per i suoi trascorsi illeciti,  per ottenere in cambio che cosa? L’otto per mille, l’esenzione ICI sugli immobili della Chiesa, leggi che fanno comodo alla Chiesa, finanziamenti per le scuole cattoliche ed altro ancora, alla faccia dei poveri preti che per amore di Cristo vivono una vita in povertà e rinuncia e magari ce la rimettono pure la vita.

Non una parola da parte del Vaticano sui comportamenti moralmente degradanti di  un Premier che sta ridicolizzando la Nazione di fronte agli occhi del mondo mentre, qualche anno fa, non si faceva remore di dare addosso a Prodi, padre di famiglia, che voleva fare un atto di giustizia sociale  regolarizzando le coppie di fatto. Dov’è più la credibilità di una Chiesa che fa sentire solo una flebile voce su questioni umane e sociali di fondamentale importanza? Come può essere obiettivamente credibile un’ istituzione che accetta passivamente tutto ciò che viene da destra e respinge tutto ciò che viene da sinistra? Forse perché interpreta alla lettera la frase del Credo cattolico ” alla destra del Padre” o per mera convenienza? E’ ancora, se mai lo è stata, l’istituzione degna di rappresentare Gesù Cristo?  In tutto questo mercimonio, il Papa sembra solo un vecchio incapace di gestire l’enorme multinazionale vaticana e perde ogni giorno consensi perché, oltre tutto, non riesce a instaurare un rapporto confidenziale e aperto col popolo cattolico.

Alla luce della realtà attuale, l’elezione di un papa  molto dottrinario e poco carismatico può sembrare una manovra delle alte sfere vaticane intesa a collocare sul trono di Pietro un uomo che non avrebbe posto ostacoli alla massoneria vaticana, sia per incapacità caratteriale sia per  rigidità dottrinaria.

Molti preti si oppongono a questo comportamento poco cristiano di Santa Madre Chiesa e lo  disapprovano apertamente attraverso lettere e articoli in cui  richiamano alla semplicità evangelica, come fa padre Silvano Nicoletto in una sferzante lettera al cardinale Bertone.  Ma Santa Madre Chiesa è sorda all’appello dei suoi figli più attivi, richiamandoli e inquisendoli se solo palesano movimenti di coscienza che si distaccano dal diktat ufficiale. E il Vaticano diventa sempre più un luogo dove si servono due padroni. Più Mammona che Dio.

G.B.

sabato 5 settembre 2009

Stulti pauca...



 Sento parlare spesso in questi giorni di violazione della privacy, della sfera privata. Come se fosse una cosa che deve fare scandalo.
A me non fa scandalo. Ma capisco perchè c’è tutto questo rumore.
I protagonisti delle storie narrate in questi giorni a tutta pagina dai maggiori quotidiani italiani sono tutti, senza distinzione alcuna, appartenenti ad una generazione precedente a quella che oggi, a tutti gli effetti, si trova pronta nei mezzi e nello spirito per soppiantare i propri padri. Sono persone che in molti casi sono nate durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale o nell’immediato dopoguerra, ed oggi si trovano a vivere una rivoluzione che per certi versi è più dirompente della Guerra stessa: in quanto forza costruttrice e non distruttrice, e quindi destinata a durare nel tempo se lasciata sviluppare.
E’ la rivoluzione dell’informazione, con modalità e capacità di penetrazione finora sconosciute e, per certi versi, inaspettate.
Le persone di cui stiamo parlando, si trovano tutte in posti di potere. Eppure, sono persone sconfitte.  Sono sconfitte perchè vivono questo momento di svolta storico proprio quando hanno preso in mano le chiavi del potere, che sia esso politico, economico, sulla o nell’informazione.  Il potere in Italia è vecchio, si arriva a poter decidere davvero qualcosa solo da vecchi. Queste persone tuttavia non riescono a capire cosa succede perchè le loro coordinate, per quanti forzi essi possano fare, appartengono a un passato che ogni giorno si allontana in maniera esponenziale.
Sono nel panico perchè non sanno come mantenere quel potere.
Si fanno la guerra, loro. Scaramucce, stoccate e contromosse, mostrando la loro vera faccia da maschere da circo equestre. Si fanno la guerra, sperando di vincere non sul proprio avversario ma sul proprio pubblico...pubblico si, l'idea è proprio quella. 
Eppure,qualcosa non funziona.

La generazione precedente non li contesta in modo classico, come loro stessi avevano imparato a fare da giovani, con metodologie che a loro volta i loro padri avevano imparato, in contesti seppur diversi, per scopi molto simili. In quel caso sarebbe stato facile: due botte qua, due infiltrati li, ed è fatta.
Ma la generazione ormai pronta a prendere il potere ha un altro metodo di protesta, anzi, non la si potrebbe nemmeno chiamare protesta, in quanto si tratta più che altro di un atteggiamento frutto della passività e dalla disillusione.
Delegittimazione, scardinamento, lento sgretolamento dell’autorità: questi sono i mezzi utilizzati, spesso involontariamente e addirittura inconsapevolemente, dalla generazione ormai prossima al potere. Anarchici, senza volerlo.
Dove questo porterà, non se lo chiede nessuno. Ma c’è una cosa che deve essere ricordata, ossia: non sappiamo il limite che può raggiungere la disumanità dell’essere umano, finchè non lo si tocca con le proprie mani.  

Zufolo

venerdì 4 settembre 2009

Sul concorso di cortometraggi



Ciao a tutti.

Ho sempre letto il Quiquirì, specialmente i commenti che molte volte hanno assunto un tono molto colorito.
Così come altre volte commentavo anche io e allungando il discorso qualcuno mi ha fatto la proposta di scrivere un articolo sul Quiquirì(!!!).

Così eccomi qui a scrivere su questo Blog.

Sabato 29 agosto si è svolta sul convento di S.Francesco la seconda edizione di un'importante manifestazione di carattere culturale che pian piano sta assumendo importanza...avete capito che sto parlando della premiazione del concorso di cortometraggi a cura della compagnia teatrale A Scarpasciota (e l'associazione "Nessun Dorma" ndb)

Beh, che dire, i film in concorso erano circa una decina, la proiezione degli stessi durante la manifestazione ha allietato una delle tante serate di fine estate di questo paesello di campagna.

Avrei tante cose da dire e da ridire ma preferisco evitare per non assillarvi con tutti i miei complessi mentali.
Mi limito a constatare che l'organizzazione di quest'anno rispetto alla volta scorsa è migliorata molto, anche se la location (è sempre il nostro caro e vecchio convento) è un po' isolata rispetto al centro abitato e bisognava fare di più per attirare il pubblico un po' come è stato fatto per la festa della fresella quando hanno addobbato il vico della Grancelsa con tante belle candeline quasi come volessero creare un percorso, un qualcosa che ti invitava a camminare lungo la strada per poi arrivare sui Laurenzi.
L'unica cosa che hanno fatto è stato appendere un cartello per giunta poco visibile all'inizio della strada. Penso che io sia stato uno dei pochissimi a notarlo.

Tutto sommato abbiamo passato una serata un po' diversa dalle altre anche perché non ci sono simili iniziative nel nostro territorio.

Quirino