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mercoledì 1 agosto 2012

Metamorfosi


Carinola - Loggiato di Palazzo Marzano

Carinola e le sue trasformazioni, quale è il bilancio? Proviamo a farlo insieme, cominciando dall’ urbanistica. Passando per il paesaggio rurale, le cose avrebbero bisogno di essere quanto meno riviste, regolamentate, attuando provvedimenti volti alla tutela delle preesistenze, come ad esempio quelle che troviamo nelle corti, negli antichi palazzi privati dei centri storici, nelle masserie e nei casolari che tanto suggestionano i nostri sguardi. Non è impresa facile, soprattutto in tempi di crisi, ma piuttosto che stravolgere le cose di punto in bianco, sarebbe opportuno operare con piccoli interventi per volta. Sia chiaro, se aspettiamo indirizzi dalle amministrazioni e dai tecnici che ci governano - sempre impegnati a litigare per la marmellata - non concluderemo un bel niente, dunque si confida nel buon senso dei proprietari. 
Case disabitate, sommate all’abbandono e all’incuria, dominano per la maggiore i centri storici di Carinola (l’Annunziata), Casanova (Borgo Laurenzi), Ventaroli, Casale, Nocelleto,  tutti potenzialmente attrattivi se fossero rimaneggiati e quotidianamente puliti dal personale di cui dispone l’amministrazione. Ma cio’ non avviene e non capiamo perché nonostante gli sforzi necessari non siano cosi’ ciclopici. Un punto negativo dunque per il paesaggio urbano. Il paesaggio rurale e naturale soffre anch’esso dell’incuria, ma  tutto sommato  basterebbe almeno un’ annuale pulizia dei rovi, anche per impedire alle fiamme degli incendi estivi di deturpare le cascine ed i terreni. Gia’, gli incendi estivi! Doloroso capitolo degli ultimi venti anni. Come combatterli? Il sindaco e l’ amministrazione vogliono davvero farlo, per preservare il paesaggio naturale delle montagne e delle colline del Comune a favore delle prossime generazioni? Chissa’ se ci hanno mai pensato, se quanto appena detto è mai stato oggetto di discussione, posto addirittura come un punto all’ordine del giorno di una qualsivoglia riunione di maggioranza. 
Ci riserviamo di dubitare, sperando che qualcuno dei consiglieri possa per caso leggere questo pezzo e farsi carico di far pressione per una sana discussione in maggioranza. Positive invece le trasformazioni avvenute e che stanno per avvenire nei palazzi  e nelle chiese del Comune, dove interventi degli ultimi anni hanno rinnovato le parti interne ed esterne di numerosi gioielli artistico-architettonici, che possono essere visitati,speriamo al piu’ presto da turisti e studiosi. Ed infine come è cambiata la nostra comunità? Quali sono le aspirazioni e le angosce quotidiane? Forse, come i centri storici e le campagne, anche noi ci lasciamo troppo abbandonare, o allora preferiamo bruciare dentro, come gli incendi, senza che nessuno ci porti dell’acqua per spegnere le fiamme.

Masase

domenica 29 luglio 2012

Bandiera Blu? no... Gialla


 Nel guardare il mare della riviera domizia di questi giorni a tutto si pensa ma non al blù. il blù inteso come mare pulito e trasparente e soprattutto salubre. L'esposizione della bandiera rossa che segnala mare mosso dovrebbe essere affiancata da una gialla. Per intenderci la gialla era quella che segnalava pericolo di epidemie sulle navi contagiate dal colera o dallo scorbuto. 

Il massimo si  è raggiunto mercoledì pomeriggio quando i pochi bagnanti hanno vissuto qualche ora di terrore. Ad un tratto nel mare sono comparse numerosissime chiazze scure e minacciose lungo tutto il litorale che lentamente ma inesorabilmente si avvicinavano alla riva. Quelli che guardavano cercavano di indovinare cosa stesse in arrivo, chi optava per la pulitura clandestina di qualche petroliera, chi per il guasto del depuratore di Mondragone, la maggioranza, visto il vento di scirocco, che tirava da Napoli, pensavano alla monnezza napoletana. Quando  lo sbarco si è concluso sulla spiaggia si è potuto constatare da una rapida ispezione che invece si trattava di rifiuti locali. Il forte temporale che si è abbattuto i giorni scorsi su Mondragone ha fatto sì che la grande massa d'acqua  ripulisse tutti i fossi di scolo e fognature abusive varie. Se il vento fosse rimasto di levante nessuno si sarebbe accorto di nulla ma girato a scirocco il mare ha consegnato tutto al mittente. 

Tutta la spiaggia era cosparsa di erbacce, legna marcia, frutta e verdura, campionari di ogni tipo di plastica, e perfino la carogna di un animale che a prima vista sembrava quella di un maiale rivelatasi poi per quella di un cane. Non mancavano numerose siringhe  di quelle che usano i dibiateci e non, segnale che nella zona ci sono tanti che soffrono di quella patologia, peccato che qualcuna era sporca di sangue. La presenza più preoccupante era quella dei vermi, tanti vermi, non quelli scuri o rossi che saltano chiamati comunemente pulci di mare e che mangiano il pescato:  vermi lunghi e piatti che strisciavano sul bagniasciuga cercando di raggiugere l'arenile provenienti dal mare dove evidentemente erano schiusi. 

Questa la cruda cronaca, le riflessioni ovvie e ripetitive sono sempre le stesse. La più bella spiaggia d'Italia violentata da popolazioni incivili che vivono in mezzo ad un tesoro senza apprezzarlo. Non solo non lo valorizzano come tanti altri ma fanno di tutto per distruggerlo e renderlo improponibile agli occhi di tutti, locali e non. 

Un piccolo segnale positivo è dato dagli  imprenditori locali che in questi anni hanno fatto notevoli sforzi per migliorare le loro strutture.  Anche in questi giorni si sono dati da fare giorno e notte per pulire tutto e cancellare i segni della marea nera. Peccato che le istituzioni non facciano la loro parte, sarebbe di valido aiuto noleggiare uno spazzamare che funzionasse nel periodo estivo facendo pagare un ticket ai gestori dei lidi che sarebbero felici di versarlo. Per gli interventi a terra bisognerà aspettare che cresca il senso civico degi indigeni e non, finchè non si abitueranno alla civiltà moderna. Anche le lente  istituzioni campane sembra  si stiano muovendo con uno stanziamento fuori del normale denominato proprio "Bandiera blù" - bisognerebbe vigilare su come vengono impiegati questi fondi e che servano effettivamente al risanamento e alla valorizzazione del Litorale Domizio.Vigilare per impedire che non prendano la solita via delle tasche dei soliti noti e, se dovesse accadere,  chiedere che vengano scoperti e perseguiti subito e non dopo decine di anni come come si usa da queste parti.

Bagnante Affranto






venerdì 13 luglio 2012

OMMMMMMMMMM....


Voce bassa, occhi socchiusi, viso disteso ed avvolto in vesti orientali, abbiamo quasi fatto fatica a riconoscere il nostro big della politica, regista di vittorie lampanti, e di commissariamenti coatti. 

Un bagliore alabastrino lo avvolge, mentre invoca divinità dai nomi irripetibili. Raggiunto in Nepal, dove si trova per un viaggio molto speciale - La Ricerca del Cambiamento - si è subito aperto con la stampa planetaria, affrontando con serenità anche la calda questione Tribunale. «E’ assurdo tutto cio’. Non posso crederci, percio’ mi sono imbarcato su un battello di pescatori indiani, non potendo piu’ soffrire le crude parole dell’ Olandese. Credetemi,  non dirò più fregnacce, mai piu’ promesse vaghe, finanziamenti e posti vari: non  prometterò più niente alla mia gente, ma solo di poter trovare la pace interiore. Credetemi questo posto, questi monaci, queste tigri mi hanno cambiato letteralmente la vita. Forse adotterò un elefante, spero di poterlo far vedere ai carinolesi!” Gia’ il cambiamento è in lui, ora lo percorre e lo libera. Espressione iperlogorata dalla vecchia classe politica locale, il cambiamento rappresenta la parola più detta dai balconi per far abboccare i poveri elettori idealisti, mentre gli altri, i faccendieri ed i disperati stanno già pensando ad altro, i primi agli affari e alle buste i secondi a frigoriferi e alle televisioni al plasma. 

Al comando di due amministrazioni, la prima caduta per sua volontà, questo grosso pesce della politica casertana non riesce purtroppo a concretizzare nel suo piccolo comune un margine di cambiamento, cosi’ ha pensato di cercarlo da solo, altrove. Fatto di un’ altra stoffa, di seta, come quella che indossa,  riserva molte sorprese per il popolo. “Si, è tempo di cambiare ed i primi a farlo dobbiamo essere noi. Insegnero’ il digiuno e la preghiera, a rispettare la natura e la fauna che la abita! Insegnero’ a rispettare gli altri. Infine a meditare durante i consigli e credo che Antimo sara’ assessore delegato”. Mille idee, tanti propositi, ma quando tornerai a Carinola? “Tornare? Sarebbe assurdo, al contrario qui aspetto i carinolesi, tutti e naturalmente Giggi per primo. Ma a questo punto dovete concedermi spazio, perché voglio invitare degli amici speciali in segno di pace. Gennaro,  Mattia, Marcantonio, venite vi ospitero’ tra i monaci e le tigri che veglieranno su di voi.” 

Programma ambizioso, forse un tantino troppo, e chissà se questi ultimi tre accetteranno di restare con le tigri! Ma la domanda è: riuscirà a fondare una nuova Carinola in Nepal? Lo scopriremo fra qualche tempo. Intanto, Ommm....Ommmm…

Buddha

giovedì 5 luglio 2012

L’incursione del conte Biasox


In una serata molto calda, nel salone delle feste del palazzo della contea di Calenum si teneva il gran consiglio . L’aria afosa rendeva l’aria irrespirabile ed i notabili della contea là riuniti non vedevano l’ora di uscire fuori. L’argomento della riunione era la costruzione dei cimiteri ideata e progettata dal conte Biasox quando regnava sulla contea. La tentazione di quasi tutti i notabili era di non procedere più alla realizzazione di quelle opere in quanto solo il conte ne avrebbe incassato i proventi oltretutto era da tempo irreperibile. Il presidente dell’assemblea aveva appena finito di leggere l’ordine del giorno da discutere quando fu interrotto da un frastuono di ferraglia proveniente dall’esterno. Nemmeno il tempo di alzare la testa ed eccoti a tu per tu col conte Biasox in persona inguainato in una elegantissima corazza argentea e col suo cappello adornato di piume di pavone. I quattro gendarmi addetti al’ordine pubblico, destati dalla confusione, erano accorsi trafelati con le daghe strette fra le mani. Riconosciuto il conte rimisero le armi nel fodero e si inchinarono in un deferente saluto. I servi della gleba che erano presenti, con la segreta speranza che si mangiasse a sbafo come di consuetudine, si alzarono in piedi e la maggior parte si inginocchiò a mani giunte. Il povero Don Luis per poco non cadde dalla sedia per lo spavento e si congratulò con sé stesso per non essersi seduto sul trono. Tutti gli altri cavalieri restarono impietriti sulle sedie cercando furtivamente con lo sguardo una via di fuga. 
Nel terrore generale Il conte Biasox sguainò la sua spada che era stata benedetta dal papa quando era partito per la prima crociata. Il rumore e gli occhi di fuoco del conte terrorizzarono ulteriormente gli astanti che per paura di irritarlo si sforzavano perfino di non respirare. In quel silenzio tombale la voce tenorile del conte si potè sentire fino a qualche kilometro dal palazzo.  Il suo discorso inizialmente fu semplice e comprensibilissimo   “l’affare dei sepolcri”, disse, “è stata una mia idea e guai a chi ne impedirà la realizzazione, chi non sarà ucciso dalla mia spada sarà deferito al gran giurì di Maradonia mio amico che lo farà marcire per sempre in prigione, non mi interessa che i servi della gleba non sono contenti perchè loro non hanno diritti”. Notato che l’assemblea  lo guardava ed ascoltava con attenzione incominciò a dilungarsi con i suoi vecchi discorsi insensati. Mentre continuava nella sua orazione il suo ex generale, l’infido Abner da San Ruosi, ora ridotto a paggio di corte, gli girava intorno a capo chino disegnando suoi ritratti in varie pose che all’indomani avrebbe mostrato agli amici. Anche le dame presenti lo guardavano ammirate e contraccambiate dal suo sguardo che le frugava nel decolletè. In particolare donna Laura de Passerinis inguainata in un bellissimo vestito rosa arrivato da Parigi gli sorrideva estasiata. In verità cercava di attirare l’attenzione del conte perché questi la mantenesse ancora a capo della banda di suoi sostenitori. Il conte continuava con i suoi sproloqui che niente aggiungevano o levavano alle prime frasi  del suo discorso  tanto che il presidente dovette farsi coraggio e pregarlo di interrompersi per permettere ad altri di parlare. Dopo un’altra mezz’ora di chiacchiere inutili intervenne il duca Giano Trifronte. Questi si era recato al gran consiglio  per perorare la causa dei servi della gleba che non riuscivano a pagare le spese imposte da Biasox per seppellire i propri cari. Trovatosi al cospetto del conte, tenendo fede al proprio nome, immediatamente cambiò il suo discorso e spiegò a tutti i presenti che il progetto era quanto di meglio si potesse ideare e che avrebbe portato la contea nei primi posti di gradimento del regno di Maradonia. A lui fece seguito il suo amico fraterno Mattia il Gerarca, vestito nella sua tenuta tutta nera elmo compreso, fece impallidire ancora di più il già provato Don Luis. Il gerarca facendo sfoggio della sua ben nota abilità oratoria dimostrò l’inettitudine del conte reggente il cerusico Don Luis in quanto non ancora aveva iniziato i lavori del cimiteri. Completò il suo discorso con l’invito a ritirarsi fra i suoi pazienti per permettere a Biasox di tornare sul trono. A questo punto superato il momento di terrore prese la parola il prode cavaliere de Paganicus che iniziò a dimostrare come il progetto favorisse gli introiti del conte a discapito del popolo. Vista la piega del discorso intervenne il socio di Biasox, quello che materialmente doveva realizzare il maestoso progetto del conte. Questi con voce imperiosa ed ancora più potente di quella del conte minacciò di pubblicare delle carte segrete in suo possesso che dimostravano che tutti erano d’accordo alla realizzazione del progetto di Biasox. A queste parole il povero Antimus Mutus incominciò a contorcersi sulla sedia in quanto quell’energumeno lo fissava insistentemente come se si rivolgesse a lui in particolare. Lo stesso faceva Antonio il Russo anche se non smetteva di dare consigli a Don Luis su come dovesse comportarsi. Ristabilito il silenzio sepolcrale e avuto sentore che il suo ordine sarebbe stato eseguito il conte Biasox come era comparso così all’improvviso sparì tra i rumori della sua armatura ed il rombo della sua potente carrozza che si allontanò nella notte verso una meta sconosciuta a tutti. A questo punto il conte reggente Don Luis de Santa Cruz che era quasi scivolato sotto la sedia per la paura ricominciò a respirare ed anche a riprendere l’uso della parola. Assicuratosi più volte che il conte Biasox fosse davvero andato, via,  iniziò prima a balbettare e poi a parlare correttamente.  Man mano che illustrava il suo pensiero gli ascoltatori non credevano alle loro orecchie. Don Luis appoggiava la tesi di de Paganicus che quel progetto fosse una grande truffa ai danni del popolo di Calenum ideato solo per arricchire Biasox  e pertanto lui si sarebbe impegnato a farlo sparire. Accortosi però di essersi sbilanciato troppo, temendo la reazione del Conte aggiunse che nel caso non ci fosse riuscito, o che il gran giurì glielo avesse imposto, avrebbe realizzato il progetto. I servi della gleba che avevano inteso solo la prima parte del discorso acclamarono Don Luis a gran voce e con tantissimi applausi.

Il Conte del Grillo                                                                                                                                                                                                  

Il Marcio Dentro


In tempi così difficili per tutti è bene pungolare in continuazione coloro che poco amministrano il nostro infelice Comune a fare finalmente delle nuove e sane scelte a favore della creazione di forme occupazionali, anche temporanee, che possano dare sollievo alle famiglie, quindi ai giovani che popolano il territorio. Come? Occorre avere coraggio, idee e buon senso. 
Ho letto della creazione di un elenco comunale per lavori estivi retribuiti con dei buoni. Molti non sanno di cosa si tratta, altri lo condannano  a priori. A mio avviso, potrebbe essere un piccolo passo avanti, purchè vi sia trasparenza ed assenza di qualsiasi speculazione politica dei più deboli, abitudine che purtroppo alcuni dei dinosauri hanno innata ed il piccolo idolo Grimaldi pur non riesce ad abbandonare. Smettetela di raccontare baggianate, non crede più nessuno alle vostre vili promesse. Come sarete ricordati? Malissimo se continuate con questo passo ignobile. In ogni caso spero si siano iscritti in molti, senza passare per questo o per quell’altro, ed ora aspettiamo con curiosità i risultati di questo progetto. Ovviamente bisogna guardare lontano, anticipare i cambiamenti, o almeno farsi trovare pronti. Ed ecco ad esempio che si ripropone un problema storico per il Comune a cui sarebbe bene pensare in  questi giorni, ovvero a come  sostenere i piccoli e medi imprenditori agricoli locali, costretti spesso a svendere il lavoro di un anno intero, sotto pioggia e sole. Cosa ne è stato del bilancio partecipato?Pochi lo sanno. Cosa ne sarà del raccolto estivo degli agricoltori carinolesi? Rispondi tu, Massimo il Grande Ingannevole, tanto sai sempre cosa dire pur di umiliarci. Ma ecco cosa avviene altrove, in Emilia ad esempio, dove piccoli mercati ortofrutticoli sono costruiti per gli imprenditori agricoli di due o tre comuni promotori, nei quali si stabiliscono dei vantaggi rispetto a coloro che vengono da fuori a vendere i loro prodotti. Immaginate un piccolo mercato ortofrutticolo a San Donato o sull’ Appia dove troviamo per la maggiore banchi con frutta e verdura coltivata nel Comune di Carinola. Sarebbe un nuovo modo di fare agricoltura, economia e comunità sopratutto, concependo il ‘piccolo circuito agricolo’, ossia una rivoluzione tutta carinolese,  a favore delle famiglie di agricoltori che si specializzano nella biodiversità dei prodotti mediterranei, senza dimenticare che all’occorrenza potrebbe essere utile un bel po’ di manodopera in più se il gioco riuscisse. Ma come non crederci se pensiamo alle nostre mele, ciliegie, albicocche, pesche, zucchine, melanzane, broccoli, cavoli, cipolle che finirebbero per attirare utenze anche dai comuni vicini a dispetto delle spese nei grandi centri commerciali, piuttosto lontani e freddi. Due volte a settimana, il mercoledi’ ed il sabato, ed il gioco è fatto. Massimo il Grande Ingannevole voleva invece un grande centro da fare non so dove e con non so chi ed a favore di chissà cosa. Come è vero che pur di ingannare qualcuno si inganna da solo.
Da quando sono piccolo assisto a tutti i comizi. Ora sono grande e grosso e un mercato ortofrutticolo resta sepolto negli scaffali dell’ufficio elettorale dove decine di programmi, lunghi ed articolati, giacciono all’ombra del coraggio, del buon senso e della voglia di fare bene per tutti noi.  
MASASE

lunedì 2 luglio 2012

Cimiteri - Consiglio chiarificatore.....forse.


Finalmente sapremo tutto sull'affare cimiteri di Carinola in quanto ci sarà un consiglio comunale aperto sull'argomento. Che si tratti di affare anzi di un grande affare, non ci sono dubbi visto che si parla di una cifra di circa dodici milioni di euro. Conoscendo le abitudini delle ditte a gonfiare le somme in connivenza con le pubbliche amministrazioni si può ipotizzare una somma anche maggiore. 


Gran parte della cittadinanza carinolese sa che l'affare è stato organizzato e sottoscritto dall'ex sindaco Pasquale Di Biasio. Questi è stato attaccato pesantemente in due campagne elettorali a Carinola ed anche  nel comune vicino. Falciano come al solito  è un caso  eccezionale, pur avendo necessità di un cimitero se ne ricordano solo in occasione delle campagne elettorali e per la soluzione del loro problema hanno dato ampia disponibilità al comune di Carinola. 

La novità di questo consiglio è sicuramente la presenza di Di Biasio e su che cosa dirà visto che è stato lui che ha fatto pressione perchè fosse indetto il consiglio. Addirittura ha minacciato di denunciare il presidente del consiglio caleno se non  avesse fissato la data al più presto. Siccome nell'esecutivo Di Biasio c'era De Risi, Marrese e Mannillo addirittura come vicesindaco, l'attesa per le sue dichiarazioni è forte. Siccome i paetner di Di Biasio hanno sempre sostenuto su tutte le piazze di non saperne nulla della vicenda finalmente si spera chiarezza sulle loro posizioni. Si spera anche che finalmente si decida se procedere nella realizzazione dell'affare o darsi da fare tutti insieme per bloccarlo definitivamente. Se si optasse per questa seconda ipotesi si spera pure che liberino il cimitero da quei finti infermieri che vi si aggirano in occasione dei funerali. Servizio che svolgono solo  cinque giorni a settimana  e pertanto sia ripristinato il servizio a tempo pieno. Non è civile lasciare i morti insieme ai topi per un paio di giorni solo perchè hanno avuto la sfortuna di essere deceduti di Venerdì o Sabato.  

Il condizionale sulle aspettative è d'obbligo trovandoci in presenza di politici con carriere ultratrentennali. Il timore è che facciano ancora tante chiacchiere senza apportare nessun aiuto al problema col solo scopo di continuare ad ingarbugliarlo in modo che i cittadini non comprendano chi vuole concludere l'affare e chi no. Sarebbe di grande aiuto un intervento del consigliere regionale Grimaldi che illustrasse  il suo pensiero sull'argomento. Conoscendo la furbizia politica del soggetto difficilmente si presenterà in un dibattito alla luce del sole abituato come è a trattare nelle segrete stanze. Pertanto si prevedono scarsi risultati e che si continuerà ancora per anni a dibattere il problema. I cittadini non sapranno mai quali sono i politici interessati all'affare e quelli che no. Si spera almeno di comprendere chi sta fuori per un principio morale o perchè non ce lo vogliono. 

Aspirante necroforo

domenica 24 giugno 2012

L'ultimo Arcano


Dalla celebre saga di biasiox.

Erano giorni tormentati nella contea di Calenum. L'ex cerusico ed ora Conte Don Luis da Santa Cruz si vedeva sempre più solo ed aspettava inquieto l’arrivo dei suoi due più validi soldati. 

 Intanto Antimus Mutus e Antonio il Rosso, cavalcavano da ore senza treegua. Scendeva la notte.  La vista necessitò di qualche attimo per abituarsi a sopportare il contrasto tra il rossore accecante dell’ultimo sole e il buio alle loro spalle. Stagliandosi sul valico, i due uomini a cavallo contemplavano il congedo del giorno. Nel caldo torrido, il vapore dalle narici e il movimento pigro delle code degli animali erano l’unica animazione di quel palco sospeso nel cielo. Tutto era fermo. Le mani impugnavano giunte l’elsa delle spade mentre respiravano l’odore di sottobosco. La croce rossa sulla veste bianca copriva le loro cotte in maglia di ferro accomunandone i destini. Il profumo di cucina nelle vicinanze anticipava che dopo una giornata intera di cavalcata avrebbero trovato un rifugio coperto.  

La via per Calenum era stata lunga. Non avevano mai abbassato la guardia. Fino a quel punto non avevano fatto soste se non per i brevi riposi notturni. Era la domenica della grande investitura. Anticiparono tutti e si portarono a Ventaroli all’episcopio. C’erano tutti. Il grande re della Campania, Calle d’oro, ed il sommo sacerdote S.S. Pepe. Loro in grande uniforme in prima fila per il saluto al Conte de Grimaldellis che di li a poco avrebbe loro offerto la chances di governare un esercito non piu saldo, ma che con loro avrebbe trovato stabilità e si sarebbe sbarazzato dal Tribuno dei Tributi pagani. 

Eran anni che i due cavalieri crociati, preparavano tranelli. Tra i due il più silenzioso, detto Mutus, perché di poche parole e molti fatti, si dice che abbia sempre preso parte attiva a tutte le giunte della storia di Calenum, con perfetti cambi di armature e divise. Era un affronto troppo grande essere messi fuori gioco per lo sfizio di potere di qualcuno che furbo quanto loro non era mai stato. Allora i due architettarono tutto alla perfezione. Serviva qualcuno che li mettesse in gioco. Dove potevano trovare appiglio se non nei condottieri che loro stessi avevano combattuto? Partirono con il petto in fuori, adunarono i loro vecchi avversari e pronunciarono queste parole: Nemici…un giorno ci vide contrapposti per la conquista di Calenum: oggi ci pentiamo, e ci doniamo alla vostra compagnia. Come segno di pace, portarono loro un Bel giglio. Tutti erano in attesa di questo momento. Gradirono l’omaggio floreale, accettarono l’amicizia e tutti insieme si avviarono per architettare il piano di sconfitta di Don Luis da Santa Cruz.  Disquisirono per ore intere ed alla fine coinvolsero tutti nel loro ambizioso progetto.  Arrivarono le ore del gran consiglio del senato di Calenum, e quando si presentò loro la scheda del voto, cacciarono il Bel giglio che avevano anzitempo regalato ai nuovo compagni, e questo emanò un odore così forte e cosi aromatico che fece cadere Don Luis in stato di semicoscienza. 

Lo portarono nelle segrete del palazzo e tentarono di rianimarlo in tutti i modi. Ma le uniche parole che diceva erano: "datemi la fascia e la bandiera!! Voglio la fascia e la bandieraaaaaaaaaaaaa!!!". Poi chiamo i suoi soldati tutti ed esclamò: cacciate fuori il Tribuno dei tributi, il Passero solitario, ed il sommo Giorgius, insieme al suo vice don Luis II. Così fu fatto. 

I giorni che si susseguirono  furono duri e contorti. La pozione magica per la stregoneria del Bel giglio era tutta nelle mani dei due. Nel penetrante silenzio Mutus entrò nella stanza  e gli fece annusare un antidoto. Per qualche minuto Don Luis torno ad essere quello di prima e disse: "Mutus mi stai salvando dalla fine, e per questo ti nomino mio braccio destro. Porta un tuo amico e partecipiamo insieme al banchetto della pace". Mutus non aspettava altro. Salì sul cavallo da corsa dal Rosso e gli disse: finalmente c’è gloria per gli audaci. Dall’alto della finestra del grande palazzo si affaccio Don Luis e disse: "il mio esercito da oggi ha nuovi capi: Antimus Mutus, Antonio il Rosso , Lo Spirito (leggenda narra che fosse solo un ombra) e con  Il Bel giglio fecero una composizione con una rosa. 

Antonius non credeva ai propri occhi, Salì sul cavallo e fuggi. Nella prossima puntata racconteremo il viaggio solitario di Antonius.

Amanuense Anonimo

venerdì 22 giugno 2012

Ritorno al passato



Ormai sono cinque anni che il comune di Carinola vive un continuo travaglio amministrativo. Si è iniziato con l'amministrazione Mannillo che nonostante l'impegno non riuscì a resistere più di due anni. Dopo una lunga e sofferta parentesi commissariale anch'essa punteggiata da tensioni riguardanti le bollette ed i cimiteri si è arrivati alla giunta Derisi. Questa che sembrava alla sua nascita dotata di una solidità imbattibile dopo qualche settimana si è rivelata ancora più rissosa della precedente. Eppure le premesse per un mandato proficuo per la cittadinanza c'erano tutte. Una squadra affiatata sotto un unico comando con agganci pesanti in regione ed i provincia,sembrava che tutto fosse possibile. Invece  si è iniziata una guerra sotterranea che oltre a non produrre atti amministrativi sembra portare ad un ennesimo scioglimento. Se non ci sarà un' inversione di rotta con la sottoscrizione di un serio e leale patto di legislatura la fine sembra molto probabile. Se al contrario  continueranno con giochetti e sgambetti reciproci sicuramente andranno allo scoglimento. Sembra che Carinola sia avvolta da una maledizione che non permette una vita amministrativa serena ma sempre tormentata e sull'orlo della rottura. Chi non è superstizioso e non crede alle maledizioni ha l'impressione che ci sia un puparo che manovri tutti attraverso fili invisibili.


 La sua bravura principale è quella di far credere ai manovrati di essere pienamente indipendenti e di non seguire le direttive di nessuno. Invece queste continue scaramucce sembrano avere un unico scopo, l'arrivo dell'uomo della provvidenza. Uno che riesca a tenere insieme sempre una maggioranza solida anche se variabile e far concludere tutto il ciclo amministrativo. Una sola persona può riuscire nell'impresa, quello che ci è riuscito per dieci anni  forse ci riproverà e ci riuscirà di nuovo. Sembra una utopìa invece è fattibilissimo, forse qualche incontro  con l'attuale politico potente di Nocelleto già si è avuto e si aspettano i risultati.  Forse anche i suoi più acerrimi oppositori inconsapevolmente sperano nel suo ritorno per avere di nuovo una amministrazione normale che si interessi dei problemi degli abitanti. 

Gazzettino di Carinola

Quando non puoi fare meglio, fai di peggio!


E pensare che con Giorgio alla cultura pensavamo di aver toccato il fondo e invece per la serie “quando non puoi fare meglio, fai di peggio! Cit.” abbiamo scavato oltre il fondo. Ma per seguire a pieno e in modo oltremodo stakanovista la precedente citazione, gli abbiamo dato anche deleghe per l’ecologia e questo visti i suoi vizietti notturni in montagna è un tutto dire. Ma centriamoci in un solo discorso e torniamo alla cultura.
Se dico arte catalana, congiuntivo, arte paleocrstiana, associazionismo, caro assessore Di Spirito lei non ne comprende il significato, ma tanto l'istruzione, l'erudizione o la dialettica non sono cose necessarie a Carinola per dilettarsi nella cultura. Il guaio è fatto e alla fine di tutto, in pieno stile Grimaldi lei non offrirà nulla ai carnolesi, in quanto è agli antipodi delle deleghe a lei assegnate. Sono sicuro che sempre in pieno stile Grimaldi, lei con spocchia e arroganza si limiterà al massimo a mettere qualche maxi schermo per gli europei o organizzerà feste di cattivo gusto contraddistinte dal flop così come ha già fatto a natale. Non è colpa sua,  la cultura non è cosa di tutti, la colpa è del Grimaldi che ha determinato questa vergogna, che ha umiliato due volte i casanovesi prima con Giorgio e ora con lei, che chiaramente non è neppure capace di esprimersi in un corretto italiano. Lei è un bravo ragazzo, vittima di questi Giuda che fanno del nostro territorio cosa loro, seguendo i propri capricci e i propri interessi. Spero vivamente che lei conosca il termine ETICA ed il termine MORALE e si cerchi in un vocabolario l'etimologia del significato della parola POLITICA. Caro assessore Di Spirito, so che alcuni potranno criticarmi dicendo “ma alla fine chigliu e nu buon waglion è colpa d’altri” dunque a parer mio la cosa migliore che in questo momento può fare è abbassare il capo e in piena umiltà chiedere aiuto a chi di cultura si nutre e a chi alla cultura da valore. A Casanova e nel comune ci sono molte persone che per istintiva passione vivono di cultura ed è a loro che potrebbe chiedere aiuto, a loro deve chiedere consiglio. Adesso che ha coronato il suo sogno, in piena umiltà accetti le sue falle formative e che la madonna ci aiuti. A questo punto posso solo ribadire il mio punto di vista: meglio nessun assessore per Casanova che un Lei in tale ruolo. Che pena che monotonia…

Sturm und Drang

venerdì 15 giugno 2012

Dar da bere agli assetati




E’ una delle sette opere di misericordia spirituale che hanno  marcato la vita morale di tante generazioni di cristiani. Da un punto di vista religioso il simbolismo è d’obbligo: acqua = vita; vita = conoscenza, consapevolezza. Chi ha conoscenza ha ricchezza. 
E’ praticamente un dovere morale di ogni persona (o ente)  dare da bere l’acqua di vita, ossia trasferire la sua conoscenza a chi meno ha e meno sa. Veramente, di questi tempi, ci basterebbe solo l’acqua, quella liquida, quella che scorre, che evapora… quella che piaghiamo più dell’oro. 
Ironia della sorte, noi carinolesi siamo capitati proprio male con un’amministrazione simile: non ci da’ da bere né l’acqua di vita né l’acqua per la vita. 
Troppo illetterati per trasmettere conoscenza, troppo venali ed incapaci per darci l’acqua che si beve, che fa funzionare i reni, che ci fa fare una doccia altrimenti puzziamo, ci fa lavare i panni o puzzano anche quelli, ci fa cucinare e via dicendo. Dobbiamo farlo con acqua minerale? 
Un dato è certo: nella Carinola del ricco occidente del 21simo secolo c’è ancora chi non usufruisce dell’acqua a tempo pieno. Chi la vuole usare dopo le 21-22, deve pensare a riempirsi  vasca da bagno,  bacinelle,  bottiglie e quant’altro, in puro stile dopoguerra. 
Forse gli amministratori non se ne rendono conto, ma i bambini piccoli hanno bisogno di essere lavati anche la notte, se si sporcano; i malati ne hanno bisogno a tutte le ore, del giorno e della notte! O si pretende di ignorare queste realtà? 
Tutte le frazioni sono penalizzate dalla carenza di acqua, ma soprattutto Croce di Casale, Borgo Migliozzi e Borgo Vittorio che l’acqua la vedono con il contagocce. Un drastico ritorno all’età della pietra. Cosa fanno gli amministratori per risolvere il problema? Si grattano la pancia e se ne fregano. 
L’attuale tronfio barone del circondario, quello che voleva dimostrare la sua forza politica ai carinolesi, si è sgonfiato come un palloncino pieno d’aria, dimostrando solo il suo menefreghismo e la sua incapacità. Ora vorrei dire a questi signori che ci amministrano: come possono sperare nella benevolenza del popolo se non riescono a risolvere nessun problema, neanche quello che riguarda un elemento di prima necessità come l’acqua e che penalizza famiglie, bambini, vecchi e malati? 
Il popolo non vede l’ora di togliersi dai piedi un’amministrazione inetta come questa e reagisce come può. Via gli incapaci! Largo, largo ai giovani! Almeno se sbaglieranno lo faranno per inesperienza; questi lo fanno per incapacità e malafede. E se si buscano volantini offensivi, non hanno il diritto di lamentarsi perché niente fanno per non meritarseli.


Jatafafotte

mercoledì 13 giugno 2012

Ridicoli



Un' altra occasione, l'ennesima. Azzerata la giunta, c'è un rimpasto da organizzare in meno di una settimana: quali manovre in atto nella politica del do minore? I criteri di scelta dei nuovi assessori saranno poveri di fattori legati alla qualità morali e culturali dei selezionati, piuttosto determinati alla sopravvivenza della maggioranza per i prossimi mesi... fino a nuova crisi.

Ricominciamo... la prova di forza per la nomina del revisore dei conti non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, Giggi battuto al primo round ha plaudito la sua caduta, mentre Massimo, il piccolo idolo ha fatto un nuovo tonfo a terra, nella sua terra; lui che pensa a progetti faranoici, disinteressandosi delle piccole cose, quelle che servono al Comune e sopratutto alla comunità, sta pensando a come tirare avanti, ingannandosi da solo. A casa vanno Tonino Pagano, gli altri Antonio Giorgio, Verrengia ed il piccolo Passaretti, ci restano visto che la loro presenza non si è quasi mai accusata in questi tredici mesi di gestione De Risi. 
Giorgio ha bocciato un ampio programma culturale sognato di notte da Dionigi di Alicarnasso, mentre Massimo faceva le sue guerre sotterranee per mostrasi grande. Verrengia mostrava il sorriso, velando rabbia e frustazione, venute fuori alla prima occasione per rifarsi della sua inoperosità. Passaretti, non ha colpa se non quella di aver creduto alle parole di Massimo, quando gli propose di servirlo e di difenderlo. 

Che farai ora, tu che ti nascondi? Carinola ha bisogno di essere amministrata, ricordalo. Dunque, avete un' altra possibilità, decidete pure come vorrete essere ricordati. Carinola ha bisogno di gente normale con voglia di lavorare, non di fenomeni, di stelle e prime donne. 

MASASI

martedì 5 giugno 2012

Situazione di stallo

E' trascorso un anno e qualche settimana dalla vittoria della lista Impegno il Comune e poco si è visto. Ovviamente nessuno si aspettava posti di lavoro, crescita o miglioramento della vita ma qualcuno, incluso me, si aspettava almeno un impegno e un ascolto attivo verso i cittadini; e invece tanto silenzio. 
Tutte le amministrazioni appena elette, da tradizione, dichiarano l'imminenza di mettere in ordine i conti sballati a causa dell'amministrazione precendente e, per continuare questa tradizione, anche Impegno il Comune, appena eletta, lo ha comunicato, dimenticando, però, che erano gli stessi della passata amministrazione. 
Un anno tra i numeri è passato e i numeri che contano li ha assorbiti la Esogest; più che numeri, cifre liquide e corpose. Un assegno staccato senza perdere tempo, controfirmato dagli assessori messi li solo per firmare, appunto. Firme chiare e leggibili, tra le quali spicca quella dell'assessore alla cultura, Giorgio che solo questo ha fatto. 
Tralasciando l'Esogest, che è una delle operazioni che non possono essere dimenticate e evidenziate appena se ne ha occasione, torno sul tema di questo mio articolo, ovvero la totale mancanza di ascolto e vicinanza di questa amministrazione, verso i cittadini di Carinola. 
Forse gli addetti ai lavori hanno orecchie solo per alcuni cittadini, quelli che meritano ascolto in quanto portano voti, e altre cose non proprio legate al bene comune. Orecchie sorde, che non ascoltano idee che, vi assicuro, ci sono. Orecchie sorde accompagnate da occhi ciechi che guardano solo ciò che è opportuno guardare. A ciò si unisce una spocchia irritante degli assessori, tutti, i quali sono l'anima di qualsiasi amministrazione e che in tredici mesi non hanno dato nessun frutto. Zero proposte, zero idee, zero ascolto. Solo lontananza e strategia politica-personale.
Una situazione voluta da Grimaldi che, per un suo arrivismo e per una dimostrazione di onnipotenza, ha voluto questo stallo. L' unico che ci prova è il sindaco, ma la sua solitudine amministrativa lo incatena nel suo studio con vista sulla strada. L'irresponsabilità degli assessori è tanta, in quanto non hanno nemmeno gli attributi di guardarsi dentro e afferrare le mancanze morali-politiche verso noi cittadini. Assessori afferati alla sedia, muti e ciechi, lontani dal popolo e dalle soluzioni possibili. Che delusione!  Che monotonia!

RainMan

sabato 2 giugno 2012

Carditello: paradosso italiano


Interno della Reggia di Carditello

Un articolo sulla pagina della cronaca casertana del Mattino mi ha fatto molto sorridere. Di amarezza. Oltre cento associazioni casertane si stanno infine muovendo per la Reggia di Carditello.  Hanno chiesto al giudice responsabile di poter installare un presidio permanente per il controllo del monumento borbonico e la cura dei giardini! A questo punto, non so davvero se ridere o arrabbiarmi. Che dire? “ropp' arrubbatu, ‘e porte ‘e fierru!” Niente potrebbe rendere meglio l’idea della situazione che per anni ha visto la Reggia di Carditello in balìa di ladri, vandali, saccheggiatori e mascalzoni. Hanno fatto di tutto: preso il marmo dello scalone d’onore, quello dei camini, le porte delle stanze, gli stemmi; hanno distrutto gli affreschi, scempiato quadri, rubato suppellettili; l' hanno oltraggiata fino al punto da farla diventare un rudere messo all’asta per 15 milioni di euro, con il rischio di darla in mano alla camorra.

Ora si svegliano le Associazioni! Perché non l’hanno fatto prima? Perché non hanno occupato a tempo indeterminato l’area della Reggia per evitare quello scempio?
Mai vista una vergogna simile, né da parte delle istituzioni né da parte dei cittadini che dovrebbero essere i primi custodi del proprio patrimonio artistico. Qualsiasi cosa si celi sotto la situazione di Carditello, e che probabilmente noi non possiamo sapere, ci si doveva muovere molto tempo prima e portarla all’attenzione dell’Italia e del mondo. Forse la Reggia sarebbe stata meno abusata.

Tutto questo mi porta col pensiero alla nostra Carinola dove alcuni monumenti versano ancora in condizioni precarie. A dire il vero, tante cose sono state fatte, seppur a rilento, ma tante ancora devono essere fatte. Dopo il restauro del Convento di San Francesco e quello dell’Episcopio di Ventaroli, adesso tocca all’Annunziata, la bella chiesa quattrocentesca che sta agonizzando nell’umidità che le divora le pareti e nella sporcizia che la circonda dentro e fuori. 
I tempi di intervento sono sempre troppo lunghi e non sempre si può aspettare. L’Annunziata, come un malato in grave crisi cardiaca, ha subito bisogno del medico per salvarsi, o finirà per morire. Le istituzioni locali non possono permettersi di aspettare troppo, altrimenti porteranno sulle spalle il peso della loro colpa. Ancora una volta invito ad intervenire al più presto; ancora una volta invito a salvare un pezzo importantissimo del nostro patrimonio storico-artistico, prima che sia troppo tardi.



Clio