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venerdì 15 giugno 2012

Dar da bere agli assetati




E’ una delle sette opere di misericordia spirituale che hanno  marcato la vita morale di tante generazioni di cristiani. Da un punto di vista religioso il simbolismo è d’obbligo: acqua = vita; vita = conoscenza, consapevolezza. Chi ha conoscenza ha ricchezza. 
E’ praticamente un dovere morale di ogni persona (o ente)  dare da bere l’acqua di vita, ossia trasferire la sua conoscenza a chi meno ha e meno sa. Veramente, di questi tempi, ci basterebbe solo l’acqua, quella liquida, quella che scorre, che evapora… quella che piaghiamo più dell’oro. 
Ironia della sorte, noi carinolesi siamo capitati proprio male con un’amministrazione simile: non ci da’ da bere né l’acqua di vita né l’acqua per la vita. 
Troppo illetterati per trasmettere conoscenza, troppo venali ed incapaci per darci l’acqua che si beve, che fa funzionare i reni, che ci fa fare una doccia altrimenti puzziamo, ci fa lavare i panni o puzzano anche quelli, ci fa cucinare e via dicendo. Dobbiamo farlo con acqua minerale? 
Un dato è certo: nella Carinola del ricco occidente del 21simo secolo c’è ancora chi non usufruisce dell’acqua a tempo pieno. Chi la vuole usare dopo le 21-22, deve pensare a riempirsi  vasca da bagno,  bacinelle,  bottiglie e quant’altro, in puro stile dopoguerra. 
Forse gli amministratori non se ne rendono conto, ma i bambini piccoli hanno bisogno di essere lavati anche la notte, se si sporcano; i malati ne hanno bisogno a tutte le ore, del giorno e della notte! O si pretende di ignorare queste realtà? 
Tutte le frazioni sono penalizzate dalla carenza di acqua, ma soprattutto Croce di Casale, Borgo Migliozzi e Borgo Vittorio che l’acqua la vedono con il contagocce. Un drastico ritorno all’età della pietra. Cosa fanno gli amministratori per risolvere il problema? Si grattano la pancia e se ne fregano. 
L’attuale tronfio barone del circondario, quello che voleva dimostrare la sua forza politica ai carinolesi, si è sgonfiato come un palloncino pieno d’aria, dimostrando solo il suo menefreghismo e la sua incapacità. Ora vorrei dire a questi signori che ci amministrano: come possono sperare nella benevolenza del popolo se non riescono a risolvere nessun problema, neanche quello che riguarda un elemento di prima necessità come l’acqua e che penalizza famiglie, bambini, vecchi e malati? 
Il popolo non vede l’ora di togliersi dai piedi un’amministrazione inetta come questa e reagisce come può. Via gli incapaci! Largo, largo ai giovani! Almeno se sbaglieranno lo faranno per inesperienza; questi lo fanno per incapacità e malafede. E se si buscano volantini offensivi, non hanno il diritto di lamentarsi perché niente fanno per non meritarseli.


Jatafafotte

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