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lunedì 16 novembre 2009

Carinola parte integrante del sistema

Molto è stato scritto ma pochissima chiarezza è stata fatta sulla recente notizia della richiesta di custodia cautelare in carcere da parte del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli nei confronti di Nicola Cosentino, indagato per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo camorristico.

Molto viene detto dai nostri giornali a riguardo di un possibile o impossibile mantenimento della sua candidatura alla presidenza della Regione Campania, ma basta una piccola osservazione per rendersi conto che è tutto fumo negli occhi. Come ha recentemente detto Di Pietro ad Annozero e come confermato dal direttore di “Libero”, Maurizio Belpietro, l’opzione candidatura per Cosentino è assurda, in quanto se dovesse vincere perderebbe automaticamente l’immunità parlamentare e, siccome sulla sua testa pende una richiesta di custodia cautelare, dovrebbe andare direttamente da Montecitorio a Poggioreale.

Tuttavia non è su questo che voglio scrivere, bensì sul fatto che molto poco viene detto riguardo all’inchiesta che vede coinvolto Cosentino.

Si tratta di argomenti che da noi dovrebbero essere ben conosciuti, se non altro perché nel tremendo periodo durante il quale si concretizzava la possibilità di ospitare una discarica a Casanova, la gente ha iniziato a non accontentarsi del titolino sul giornale ma ha preteso di avere chiarezza su una serie di cose di cui fino a prima non si interessava.
Eppure ancora così poco ne sappiamo, soprattutto riguardo al Sistema che per anni ha gestito e che forse sotto mentite spoglie continua a gestire lo sconquassato ciclo dei rifiuti nella nostra terra. La nostra, si, proprio la nostra, perché non stiamo parlando di Napoli o Castelvolturno, ma di Carinola.
Il nostro comune è citato diverse volte all’interno dell’ordinanza e i nomi di alcuni nostri amministratori vengono fatti durante le intercettazioni di imprenditori e camorristi.

In particolare, è interessante analizzare ciò che viene fuori all’interno dell’ordinanza, al punto denominato “La monopolizzazione del servizio di raccolta”.

Come si legge nell’ordinanza del 7 novembre 2009,

 “la richiesta presentata dal Pubblico Ministero in data 16.2.2009 dà conto, [..], di come la ECO4 s.p.a. riuscì a realizzare il primo e fondamentale obiettivo strategico della partnership Orsi – Bidognetti: l’accaparramento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani presso quasi tutti i comuni consorziati L’obiettivo è nitidamente esposto dal collaboratore Vassallo nelle dichiarazioni rese il 3.6, il 5.6,il 18.6 e il 1° luglio 2008: “……Gli Orsi mi diedero ragione ma dissero che il loro progetto era quello di essere il braccio operativo del consorzio pubblico “CE 4” il cui presidente è Giuseppe Valente di Mondragone, mentre il direttore del Consorzio CE 4 è l’Arch. Di Biaso che “erano persone Loro”; gli Orsi mi dissero che non dovevano fare solo il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Mondragone, bensì in tutti i Comuni che fanno parte del bacino di utenza del Consorzio Caserta 4 e dovevano fare anche lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani con l’ampliamento la vecchia discarica di “ Parco Saurino “ e farne una nuova; per far questo si doveva costituire una società mista il cui 51% è del pubblico ( Consorzio dei Comuni Bacino Caserta 4) ed il 49% ai privati della “ FLORA AMBIENTE Srl ”. In tal modo avrebbero preso gli appalti per tutta la provincia di Caserta della n.u.” (interrogatorio del 3.6.08). “Compresi immediatamente le specificazione di Sergio ORSI, e capii che quello era un progetto eccezionale: si trattava del primo caso di una società mista pubblico-privata, che avrebbe monopolizzato la raccolta degli R.S.U. sull’intero bacino consortile. Da quando era iniziato il commissariamento del ciclo dei rifiuti in Campania, praticamente tutti i privati erano stati esclusi dalla gestione diretta e i consorzi erano interamente Comunali. La previsione, di cui mi parlò ORSI Sergio di una società mista pubblico-privato, costituiva una breccia fondamentale per consentire nuovamente ai privati e, conseguentemente anche ai gruppi organizzati mafiosi, quali quello di BIDOGNETTI, di ingerirsi direttamente nella gestione. “Una volta costituita l’ECO 4, la stessa iniziò a ricevere gli affidamenti da parte dei comuni; si trattava di affidamenti diretti, senza alcuna gara, e proprio la previsione di affidamenti diretti alla ECO 4 da parte dei comuni del consorzio, costituiva una delle ragioni fondamentali per cui si era inteso dare seguito a questo progetto; faccio presente che i Comuni partecipavano al consorzio CE 4, ente presieduto da VALENTE Giuseppe e il cui direttore generale era Claudio DE BIASIO, uomini legati agli ORSI, la presenza dei quali dunque garantiva i successivi affidamenti da parte dei singoli comini. Compresi agevolmente che si trattava di accordi prestabiliti e posso dire con sicurezza che vi fu anche il contributo del Commissariato di governo nel consentire l’attuazione di questo progetto.…[..]”.


Il riscontro documentale delle aggiudicazioni per affidamento diretto e senza gara è incorporato nell’informativa della Tenenza di Mondragone del 22.10.08 che riporta l’analisi delle procedure di affidamento seguite nei comuni di Bellona, Calvi Risorta, Carinola, Castel Volturno, Cellole, Falciano del Massico, Francolise, Giano Vetusto, Grazzanise, Mondragone, Pastorano, Pignataro Maggiore, Roccamonfina, Santa Maria La Fossa, Sessa Aurunca, Sparanise, Teano, Vitulazio. La notevole acquisizione documentale consente di apprezzare innanzitutto il generalizzato sistema di affidamenti diretti, realizzato: ora con la proroga reiterata di affidamenti temporanei (13 proroghe per il comune di Bellona; 10 proroghe per il comune di Calvi Risorta; 10 per il comune di Sessa Aurunca); ora con affidamenti diretti di durata quinquennale o decennale (Carinola; Castel Volturno, dopo 5 proroghe di affidamento temporaneo; Cellole; Falciano del Massico; Grazzanise; Mondragone; Pastorano; Pignataro Maggiore).

L’unico comune a non aderire al diktat consortile fu Cancello ed Arnone, il quale fece sapere attraverso il suo sindaco Ambrosca che si trattava di una soluzione non conveniente per il comune da lui rappresentato in quanto ci sarebbe stato un aumento ingiustificato della spesa pubblica. Tuttavia, dopo le pressioni dell’allora Sub Commissario all’emergenza rifiuti Giulio Facchi (qualcuno ricorda il suo ruolo nella vicenda della discarica a Croce di Casale, località Cese?) il comune di Cancello Arnone fu costretto a capitolare e accodarsi agli altri comuni nella gestione diretta, senza alcuna gara d’appalto, del servizio della raccolta rifiuti per la Eco Quattro.

Da quanto si evince da questo documento, il comune di Carinola invece aderì pienamente e senza esitazione al diktat consortile per l’affidamento di tali servizi, pagati con i soldi di noi tutti, ad un’azienda dai contorni quanto meno sospetti.

Durante questo periodo, abbiamo avuto diversi carinolesi coinvolti dall’esterno o all’interno nella gestione di queste problematiche. Mattia di Lorenzo è stato vicepresidente del CDA dell’Eco Quattro, componenti ne sono stati Antonio Russo e Salvatore di Francesco. Giovanni di Gennaro come consigliere del CE4, Il sindaco Di Biasio come rappresentante del comune e sottoscrittore di contratti, il vicesindaco con delega all’ecologia Dott. Gennaro Mannillo, attuale sindaco del comune. Scusatemi se ne dimentico qualcuno…. La cosa sicura è che nessuno di costoro si è mai opposto a tale diktat, anzi non ce ne hanno mai nemmeno parlato, se non in modo confusionario e “politichese”.

A tutti gli effetti, Carinola è parte di quel sistema che tutti noi siamo soliti considerare come lontano se non geograficamente almeno idealmente. Può qualcuno smentire questa affermazione? Può qualcuno dei nomi prima menzionati battere un colpo e fare chiarezza?

Giano il Vetusto e Pinio il Giovane

Scarica l' Ordinanza di custodia cautelare


P.S. Per dovere di cronaca, va notato che Il Quiquirì non era stato a dormire durante il periodo dell'affidamento alla Eco Quattro e, anzi, si può dire sia stata una delle rarissime voci che si erano alzate a suo tempo per richiedere spiegazioni, la prima volta nel Giugno 2003 e la seconda nel Settembre 2003, venendo bollati dall' allora assessore all'ecologia Mannillo come "Borghesetti Alternativi e Vigliacchetti".


giovedì 12 novembre 2009

Randagismo: una piaga periodica

Pubblichiamo oggi questo post pervenutoci una settimana fa e che tratta del problema del randagismo. Esso contiene delle idee interessanti per contrastare in modo civile il fenomeno e ci dispiace non averlo pubblicato prima anche perchè nel frattempo sembra che qualcuno abbia voluto adottare metodi ben più drastici e infami, ossia ammazzare i cani avvelenandoli.

La redazione

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Periodicamente si ripresenta in tutto il Comune e a Casanova in particolare il problema del randagismo. Attualmente, decine di cani abbandonati di grossa stazza girano per le strade del paese in condizioni di totale anarchia. Fanno un po’ paura tutti questi grossi animali lasciati a se stessi e la sicurezza dei cittadini mi sembra alquanto trascurata.
A guardarli uno alla volta, queste bestie sembrano innocue, ma nel momento in cui si riuniscono in gruppo non so se si possono più considerare inoffensivi. D’altra parte, non sarebbe affatto la prima volta che torme di cani affamati attaccano cittadini inermi. Le persone più a rischio sono chiaramente le donne e i bambini che non saprebbero far fronte a un eventuale allarme canino.
Purtroppo quando c’è sul territorio una bestia di sesso femminile, il randagismo si autoalimenta fino a diventare un problema  molto serio, soprattutto di notte quando  si raggruppano  orde di cani che diventano molto aggressivi.
Che fare? Eliminare la causa del problema?
Assolutamente no, ma il problema si potrebbe affrontare in tantissimi modi per arginarlo e tenerlo sotto controllo. Prima di tutto censire la popolazione canina in ogni frazione del Comune, poi costringere i legittimi proprietari di cani a denunciare i loro animali, quindi  sterilizzare le femmine randagie per evitare una riproduzione indiscriminata.
E’ anche vero che molti cani vengono abbandonati da gente non residenti nel nostro Comune, ma ciò non toglie che il problema esiste, si alimenta da solo e diventa poi problema nostro.
Ci sarebbe anche un altro modo di affrontare il problema e che potrebbe vedere la collaborazione di varie istituzioni presenti sul territorio. Propongo, infatti, di costruire un canile nei pressi del Penitenziario e affidarlo alle cure dei detenuti di Carinola. Al progetto si potrebbe arrivare con un protocollo d’intesa tra il Comune, il Penitenziario e l’Azienda sanitaria. Con un progetto simile, non solo si terrebbe il fenomeno randagismo sotto controllo, ma si offrirebbe ai detenuti l’opportunità di acquisire competenze specifiche nel settore della cura e del mantenimento degli animali che potrebbero anche tradursi, al termine della pena, in eventuali impieghi presso canili e strutture specializzate.
Che ne dite? E’ una cattiva idea?

lunedì 9 novembre 2009

Festa della vendemmia: da ubriaconi a intenditori


foto da "Summa Gallicana
   
La recente Festa del Vino Falerno tenutasi a Carinola pochi giorni fa è passata alquanto in sordina sui giornali locali. E’ stata trattata come la solita sagra, senza dargli il dovuto risalto che una passerella così prestigiosa meritava. Al contrario i mass media nazionali le hanno reso giustizia dedicandole gli ampi spazi che meritava. Ha avuto l’interessamento di  Raiuno con un servizio di più di tre minuti e ampi reportage su alcune riviste di enologia a tiratura nazionale. Grande regista della grandiosa  manifestazione è stato l’assessore all’agricoltura del comune di Carinola. Il successo è dovuto esclusivamente a lui, che si è dedicato anima a corpo per la buona riuscita dell'evento.

Il suo intenso e proficuo interessamento  è stata una sfida a coloro, soprattutto suoi compaesani, che lo hanno osteggiato nella realizzazione della Festa della Vendemmia  a Casale. Tale festa era diventata ormai una realtà tra le più prestigiose tra le varie iniziative organizzate nel comune di Carinola. Non si sa per quali motivi arcani, quest’anno non si è potuta tenere, pur avendo a disposizione un cospicuo contributo previsto dall’assessorato all’agricoltura. Anzi è stata proprio questa ventilata sponsorizzazione a portare alla sepoltura definitiva della festa della vendemmia 2009. L’indomito assessore Giacca ha incassato il  colpo tiratogli dai suoi sinistri oppositori, ma si è preso la rivincita  restituendo loro un colpo con gli interessi. E’ riuscito ad organizzare una Festa del Vino Falerno che resterà negli annali e sicuramente sarà ripetuta negli anni a venire.

La manifestazione, organizzata nel migliore dei modi farà dimenticare quella che a giudizio di molti era la riunione dei beoni del comune di Carinola e viciniori. Invece l’assessore è riuscito a fare una cernita naturale di degustatori e intenditori locali e non, facendoli ritrovare insieme nella splendida sala di palazzo Petrucci. Anche chi non era un degustatore lo è diventato per l’occasione.  Dopo aver ascoltato i discorsi degli esperti che li hanno aggiornati sulle potenzialità del vino Falerno e sulla bella notizia, nota a pochissimi, che Carinola da sola possiede il sessantacinque per cento degli  ettari di vigneti  impiantati in tutta la zona doc del Falerno, tutti si sono cimentati nella degustazione dei vini esposti dalle  case di punta nella produzione del Falerno della zona D.O.C. prevista dal  decreto ministeriale.
Erano  presenti le più accorsate cantine tra cui Villa Matilde, Fattoria Felicia, Nugnes,  Scialla e tante altre, tutte con le loro bottiglie migliori.  Il sommellier Marco Sabelli si è trovato in grande difficoltà nel dover fare una selezione tra vini tutti di così alta qualità ed anche nel design delle bottiglie. Un posto particolare hanno avuto negli assaggi  le bottiglie di don Franchino Bianchini e dei fratelli Migliozzi che a forza di continui assaggi sono state le prime ad essere svuotate. La festa si è conclusa tra i commenti di tutti i degustatori, di professione e non, che discutevano dei profumi,  dei bouqet o dei vari retrogusti assaporati nei vini degustati.

Grande soddisfazione per l’assessore Giacca che ha fatto fare un grande balzo in avanti verso il progresso civile del comune di Carinola. Ha  fatto dimenticare i gruppi di persone avvinazzate che si davano appuntamento sulle scale della chiesa di Casale alla fine di quella  festa che è stata ormai archiviata come la festa degli ubriaconi. Essa è stata sostituita dalla festa dei degustatori che a buon  diritto  può entrare nei grandi appuntamenti nazionali.

    La vestale di Bacco

sabato 7 novembre 2009

Crucifige… il crocifisso

La corte europea di Strasburgo ha emesso una sentenza molto chiara: via il crocifisso dalle aule scolastiche italiane. Tutto questo in nome della laicità dello Stato e del diritto di tutti di professare la propria religione senza sentirsi offesi dai simboli di altre religioni. Alla corte europea danno man forte anche personalità dello spettacolo come Dario Fo che vede nel crocifisso il simbolo di una religione di Stato gestita dai cattolici.

Beh, che male ci sarebbe?

Qui siamo in Italia. Il Paese dove è stato crocifisso San Pietro e dove è stato decapitato San Paolo. Dove migliaia di martiri cristiani sono stati trucidati negli anfiteatri per soddisfare  un popolo pagano che sapeva divertirsi solo con la violenza e la morte degli altri fino a quando non ha scoperto il cristianesimo.  E’ il Paese dove si sono susseguiti  centinaia di Papi. Dove sono state indette ben nove Crociate per la liberazione della Terra Santa e dove è nato San Francesco che la Terra Santa l’ha conquistata con i suoi frati e non con le armi dei crociati. E potrei andare avanti per molto ancora, ma non voglio sembrare una bigotta inguaribile, perché non credo di esserlo.

Quello che invece voglio mettere in evidenza è il cammino storico di questa nazione strettamente legato alla religione cristiana, che nel bene e nel male, ne ha condizionato la crescita sociale e culturale. Eliminarne il simbolo principale è un po’ come voler rinnegare la storia italiana che pur è cresciuta e si è formata con tale simbolo. Personalmente, quando guardo il crocifisso, non penso al potere dell’istituzione Chiesa, che può essere condiviso o no,  ma penso al sacrificio di un uomo e ai tanti valori positivi ad esso legati. Vogliamo privare le nuove generazioni italiane persino della curiosità di conoscere questa Persona e i valori che può tramandare?  E con quali  saranno sostituiti quelli cristiani emanati dal crocifisso? Questo mi piacerebbe proprio saperlo. Non mi sembra che la nostra società moderna attuale sia ricca di valori positivi da offrire alle nuove generazioni. Tutt’altro.

Parlare di laicità dello Stato potrebbe anche essere giusto, ma è alquanto riduttivo. Non esiste nessuno stato e nessun popolo che non sia stato condizionato nei propri comportamenti sociali, civili e culturali dalle proprie credenze religiose, anzi, la religione è una componente essenziale del processo di maturità storica che caratterizza ogni popolo.

Chiunque venga in Italia o viva in Italia, non dovrebbe far altro che prendere atto della realtà delle cose e accettarne tutte le componenti storiche, compreso il crocifisso nelle aule e negli uffici. D’altra parte, si può benissimo praticare la propria religione senza sentirsi offesi dalla presenza di una croce appesa alla parete.

Chi ce l’ha una fede, dovrebbe averla soprattutto nel cuore.



Cristiana delusa

giovedì 5 novembre 2009

Palloni gonfiabili


Ho l’impressione che diviene ogni giorno più facile disinteressarsi delle vicende amministrative, o presunte tali, che potrebbero riguardare la comunità carinolese. Non solo, anche quelle del Buffo Governo Berlusconi , a furia di pensare a tirare avanti fra stenti, studi, e lavoro che non c’è, scivolano via in queste mattine d’autunno  così piovose, ma così splendide quando c’è il sole.
Eppure leggendo sulla stampa locale, vedo che la maggioranza del sindaco Gennaro Mannillo ha delle serie decisioni da prendere, come PUC e Polo scolastico che trascina faticosamente come un sacco di carbone pesantissimo. Perché non si muovono dannazione? Ma sembra che ha anche delle grane sull’Ufficio tecnico, per dei consulenti che Mattia Di Lorenzo non riesce a scegliere insieme ai capoccioni.
Cosa dire, ce li meritiamo…Tuttavia ne abbiamo lette tante, e troppe forse su quanto siano instabili fra loro politicamente, così poco fantasiosi per un territorio che ha quasi tutto, ma che soffre purtroppo di una buona dose d’ accidia. Forse contaminati anch’essi si sfogano, credendo a questo punto che questa sia la politica che serva,  a portare  a  termine quelle piccole operazioni  derivanti da quelle troppe promesse fatte ieri e oggi.
E domani? Si vedrà. Ma quello che più stupisce però è quell’assessore all’ambiente Luigi De Risi che non ha combinato fino ad ora un bel niente. Non ho mai letto niente su di lui, nè nei bandi pubblici nè sulla stampa. E credo che si possa tranquillamente affermare che non ha prodotto quasi  nulla, mentre ogni giorno si continua a sversare nelle campagne ogni tipo d’ingombrante e di materiale, mentre gli alberi continuano ad esser tagliati senza controlli, mentre nelle scuole non parte una campagna di sensibilizzazione. Cosa riuscirà ad inventarsi per un confronto con la comunità, che non ci sarà se non sotto sotto le prossime elezioni?
Senza altro di grosse ne è abituato a dirle e ad inventarle. Certamente dirà che non terrà conto di quanto diremo. Che cosa gliene frega a lui, tanto è legittimamente al potere per volontà popolare. Si farà quattro risate e cliccando sul web cercherà un’altra maratona, oppure come riuscire a comprare in un' asta  olandese  una vivace mongolfiera per girare sul comune, e prendere ispirazioni di ogni sorta  per sparare  alle prossime elezioni la balla più grossa che i carinolesi  abbiano mai conosciuto: “Vi salverò dalla Politica, saremo uno Stato Indipendente, fondato sulle Miniere di rame, sulla canna da zucchero e sulle Compagnie bananiere e faremo guerra con un nostro esercito rivoluzionario contro i liberali e i progressisti del Popolo delle Liberta perché oggi ho capito che sono….che sono…. che sono  un uomo libero…”.

Aureliano Babilonia

martedì 3 novembre 2009

E se lo trasformassimo in qualcosa di utile?

impianto polisportivo - Nocelleto di Carinola



Alcuni giorni fa, così come Gasparri si è perso ed è finito nel quartiere dei trans, anche io non so come mi sono trovato in una via periferica  di Nocelleto. Convinto che mi riportasse sulla strada provinciale ho proseguito su di essa finendo di fronte ad un grosso fabbricato che a primo impatto avevo preso per un essiccatoio del tabacco.

Osservandolo più attentamente, ho capito di aver preso un grosso abbaglio in quanto trattavasi della chiesa nuova di Nocelleto, come si evinceva dalla croce installata sul tetto.  E’ vero che ho preso un granchio, ma a mia discolpa vi era la zona degradata, un cancello dì ingresso sgangherato, un albero che copriva la facciata ed il solito bruttissimo  palo della luce messo dall’ENEL ad ornamento di ogni casa che si rispetti. Ho espresso le mie critiche ad un gentile signore che si trovava sul posto,  il quale si è alquanto  risentito e mi ha spiegato che quella era una chiesa all’avanguardia in quanto progettata in modo rivoluzionario. Visto che la porta era aperta me l’ha mostrata all’interno ed in effetti era diversa dalle altre avendo una sola  navata posizionata parallela all’altare in modo da permettere a tutti i  fedeli di stare  vicini all’altare. Si vantava inoltre che era simile a quella più famosa di Casapesenna, accostamento che a dir la verità non mi è suonato particolarmente lusinghiero.

Uscendo, ho notato a lato della chiesa un altro grande ammasso informe di cemento ancora allo stato grezzo. Approfittando della disponibilità del mio occasionale interlocutore gli ho chiesto cosa fosse quell’obbrobrio. Mi ha spiegato che sarà il futuro impianto polisportivo di Carinola. Incuriosito, gli ho chiesto quante persone conoscesse che praticassero sport nella zona o se avesse  mai visto qualcuno almeno fare jogging. La risposta mi ha fatto sorridere in quanto ha detto che pochi masticano le gomme americane da quelle parti e quando gli ho spiegato cosa fosse lo jogging ha detto che anche quello lo fanno pochi tranne qualcuno che d’estate viene in vacanza.

Osservando attentamente la costruzione ho costatato che lo spazio permetterebbe la creazione di qualcosa molto più utile e fruibile da tutto il comune, ovvero un mercato ortofrutticolo. Questo servirebbe in particolar modo ai nocelletesi, che sono i maggiori produttori di frutta del comune e forse della provincia.   Si potrebbe usare la struttura come mercato coperto e all’esterno costruire tanti stand da utilizzare per il conferimento dei prodotti ortofrutticoli.  Sono rimasto particolarmente colpito dalla parte superiore della costruzione, che sembra progettata apposta per ospitare il futuro ed immancabile consiglio di amministrazione indispensabile per il funzionamento dell’attività.

Quasi ogni anno gli agricoltori sono costretti a svendere il loro prodotto con grosse perdite in particolare nella campagna 2009, la quale è stata particolarmente disastrosa, e questo sarebbe un valido sostegno alla loro attività. Il signore, molto informato, mi ha interrotto dicendomi che il mio progetto era irrealizzabile in quanto l’opera ha quella destinazione e non può essere cambiata. Anche volendo cambiare il progetto, i fondi che dovrebbero arrivare per ultimare l’opera non potrebbero essere stornati per altri utilizzi.  Sentendolo così preparato mi sono incuriosito ed alla fine ho scoperto che quelle informazioni così precise e dettagliate le aveva avute dall’assessore ai lavori pubblici e quindi, per lui, certissime ed inconfutabili. Ho salutato il mio cortese occasionale accompagnatore senza contraddirlo anche per la venerazione che ho sentito nelle sue frasi verso l’assessore, di cui sicuramente avevo intuito era fedele elettore.

Personalmente non sono d’accordo, penso che la politica quando vuole possa tutto: se è riuscita a far diventare difensore civico un impiegato di albergo non si comprende perché non potrebbe fare questo. Penso che potrebbe chiedere il cambio di destinazione della zona, come da villa comunale è stata trasformata in area per impianti sportivi  potrebbe ancora cambiare in mercato ortofrutticolo. Penso che sarebbe un’operazione veramente utile alla comunità carinolese.  Non penso che il grosso impegno di risorse economiche sia indispensabile per far divertire la squadretta di terza categoria di Nocelleto, la quale potrebbe benissimo servirsi del campo comunale di Carinola, in quanto è notorio che a Nocelleto hanno tre quattro macchine per famiglia.
Speriamo che l’assessore all’agricoltura abbia un’ ispirazione come la mia e la esponga al suo collega dei lavori pubblici rendendola realtà. I progettisti e la ditta saranno sicuramente d’accordo: per loro o impianto sportivo o mercato è lo stesso e anzi saranno contenti, più si cambia più si guadagna.

Vagabondo carinolese

lunedì 2 novembre 2009

Una morte scomoda


La morte di Stefano Cucchi è una patata bollente per lo Stato italiano che vedremo come cercherà di insabbiarla questa volta. Come sempre. Semplicemente con il silenzio. Così come ha insabbiato tutte le morti scomode di questi ultimi tempi.

Le dichiarazioni che leggo sui giornali, mi fanno inorridire.

Angelino Alfano, Ministro della Giustizia, dice che Stefano Cucchi è semplicemente caduto per le scale….. Che ne sa lui? C’era? E comunque le avete viste le foto del corpo di Stefano?  Vi sembra il corpo di uno caduto per le scale? Se così fosse, deve aver fatto un ruzzolone eccezionale, rimbalzando come una palla di faccia e di schiena da chissà quale altezza! E se così fosse, perché ai suoi familiari è stato vietato di vederlo in ospedale? Forse perché già stava morendo o per paura che parlasse e raccontasse la verità?....

Ignazio La Russa ha invece affermato che i militari hanno “adottato un comportamento corretto” ma allo stesso tempo invoca di fare piena luce con le indagini. C’era anche lui? Mah! Come fa a dire che i militari hanno adottato un comportamento corretto, proprio non lo so. Tanto corretto che ora Stefano si ritrova al cimitero e non si sa  come e perché!

Tutta questa brutta storia, come tante altre che l’anno preceduta, mi porta a  fare delle serie e preoccupanti considerazioni. Che tipo di Stato è il nostro? Uno Stato che tutela il cittadino o uno Stato di cui il cittadino deve aver paura?.... Un genitore che ha la sfortuna di avere un figlio un po’ ribelle e problematico, può sperare nell’aiuto dello Stato o nell’eliminazione del problema mediante la soppressione fisica? Come avveniva qualche millennio fa a Sparta o a Roma.

Siamo in una democrazia o siamo in un regime fascista, uno dei peggiori di cui le forze dell’ordine sono il braccio armato contro i cittadini dissidenti e scomodi?

Non è  possibile fare le asserzioni che hanno fatto i due ministri sopra citati, dimostrando squallidamente di difendere gli interessi di pochi a discapito di tutti i cittadini italiani. Non è possibile che un ragazzo di 31 anni, fermato per 20 grammi d’erba, si ritrovi al cimitero. Questo non è uno Stato che recupera o perdona, è uno Stato che punisce con la violenza più nera e gratuita chi non si allinea allo strapotere dominante e che invece non punisce i potenti colpevoli di ben altre cose.

Questo è  uno Stato di cui aver paura!  E per favore…. non venitemi a raccontare balle!

Nuvola Rossa

venerdì 30 ottobre 2009

Io odio mio padre


mano

Io odio mio padre. Questo è quello che dovrebbero dire tutti i figli del ventunesimo secolo, tutti i giovani che si ritrovano oggi a vivere in questo miserabile seppur incantevole paese. Io odio mio padre, mia madre e tutti quelli che hanno fatto si che oggi sia tutto come vediamo che è. La morale, l’etica, il rispetto, la vergogna, tutte cose che loro hanno calpestato e che ci hanno insegnato diretta o indirettamente a calpestare. I diritti te li guadagni, oggi come oggi, leccando il culo del tuo superiore, di un politico o di un classico ignorante signorotto, sperando in null’altro che un posto da fannullone, oggi i posti sicuri sono quelli, oggi il posto di uno che lavora non è detto che domani ci sarà.

L’ideale comune è diventato essere un ignorante, seduto su una bella poltrona imbottita e felpata dalla quale potrai costruirti il futuro e l’avvenire. I giovani lo percepiscono, anzi solo alcuni giovani lo percepiscono, quegli stessi che avrebbero qualcosa nella mente da insegnare, da mettere in atto, da far crescere e invigorire. Gli altri, sono figli di quelli che ci hanno portato a questo e non si rendono conto che di qui a dieci venti anni siccome burattini, non riusciranno a tener duro senza le menti che scappano e hanno reso l’Italia forte nel passato. Senza genio non ci sarà mai gloria ne passi in avanti; e il genio fugge il nostro paese ormai. Si cercano vie disperate e disparate e nella mente c’è solo l’illusione che diviene a volte certezza, di luoghi dove l’intelletto e la cultura non siano un suppellettile o un inutile optional. Ma la marcia dei marcificatori del mio amato paese è forte e le mie parole verranno messe sotto sopra da quei che sono gli artefici o da quegli altri che hanno appreso le arti del parlare senza cognizione di causa e che alla fine, tra le menti grette trovano un positivo riscontro. Come si ama Napoli ma a tratti si odiano i napoletani, lo stesso accade per l’Italia intera. Gente inetta a capo di persone dalle qualità infinite, gente inetta che occupa posizioni inutili e da quelle accresce la convinzione di essere persona rispettabile e potente, gente ignobile che con il solo dono della lingua pensa di esser nobile nell’ingannare gli altri. Odio mio padre, a simbolo di una generazione che ha strappato il futuro dei propri figli, che ha passato tutta la propria vita nell’intento di un infanticidio avvenuto nel momento in cui la propria prole è già adulta e seppur arrivata a tale età, deceduta nella realtà ancora prima dell’adolescenza. L’importante non è più neanche la moneta ma la soddisfazione dell’inganno, l’arrivismo sfrenato, gettare l’umiltà di Cristo giù in un pozzo ma lodarne le azioni e gli insegnamenti e avere la presunzione di poter fare qualsiasi cosa, ricoprire qualsiasi ruolo senza rispondere a terzi, senza interessarsi dei risvolti e delle conseguenze.

Siete voi cari mio padre al cubo che avete creato o avete forse inconsapevolmente aiutato a creare questo stato di cose. Siete voi quegli individui che continuano a portare avanti questa baracca chiamata nazione, che farebbe piangere chiunque ed a volte anche noi. Un luogo dove non esiste responsabilità perché chi ha mansioni che la pretenderebbero sanno di non essere in grado a far più di nulla e quindi: deresponsabilizzazione di tutto.

Vorrei poter dire che il mio obiettivo è far si che i miei figli non vorranno dire la stessa cosa di ciò che noi vogliamo dire dei nostri padri, ma un dubbio mi sovviene: ci saranno mai, i nostri figli?"


Izmirson

giovedì 29 ottobre 2009

Le donne di Nocelleto protestano

Cascata_Palata

A proposito di acqua…. questo preziosissimo elemento è stato sempre motivo di attenzione e interesse da parte di popoli, i quali si stabilivano nei pressi di fiumi e sorgenti per averlo sempre a portata di mano per le comuni incombenze. Ma l’acqua è stata anche motivo di dispotismo da parte dei più forti verso i più deboli i quali erano costretti a subire ogni sorta di prepotenza e soprusi, senza avere alcuna possibilità di difendersi se non quella di appellarsi a qualcuno in alto loco.
Una lezione ci viene dalle donne di Nocelleto che, rifiutandosi di subire le prepotenze del signorotto di turno, si rivolgono alla Regina Elena per avere un po’ di giustizia.
Credo valga la pena leggere questa bella pagina della nostra storia che ci dimostra che nulla è cambiato: è sempre il popolo a soffrire per lo strapotere dei più forti.
Buona lettura.

Clio
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Nocelleto di Carinola  25 Maggio 1913

Augusta Sovrana!
Noi donne firmatarie non siamo per chiedere alla Maestà Sua grazia pecuniaria e né favori. La grazia che le chiediamo è di raccomandarci al nostro Sovrano e suo augusto sposo che ci faccia fare giustizia. Tutte noi fimatarie siamo povere, viviamo con la giornata e siamo contente, però non vogliamo essere trattate come bestie feroci. Noi non vogliamo seccare la Maestà Sua , perché già contemporaneamente tutto è stato esposto nel piego a Sua Maestà il re della disgrazia che ci ha colpito nell’essere ammorbate dalle bufale in questo nostro ameno villaggio di Nocelleto di Carinola, provincia di Caserta. Noi qui donne accenneremo soltanto a sua maestà, che tra noi è raro che vi è chi tiene tre camice, cosicchè siamo costrette a lavare alla meglio due volte la settimana, e ciò succede di sera, perché il giorno dobbiamo andare a  lavorare le terre, in contrario non si mangia. Ebbene siamo private dell’acqua dal proprietario delle mozzarelle che è il cavalier Foglia,
la nostra disgrazia, come sopra abbiamo detto, e i nostri uomini hanno dimostrato contemporaneamente a Sua Maestà il Re. Ora dimo a Sua Maestà, che noi madri e sorelle, quando i nostri figli e fratelli sono chiamati sotto le armi per difendere la Patria e per onore della Nazione, non neghiamo, anzi incoraggiamo i nostri cari a partire per soldati col dire loro: fatevi onore, siate ubbidienti ai superiori. E perciò ripetiamo qui grazia e giustizia a Sua Maestà. Si tratta d’igiene per duemila abitanti che un proprietario, Cavalier Foglia, con l’aiuto del Prefetto ci sta considerando come bestie feroci. Niente di meno, oltre alla malaria, ne (ci) si toglie con prepotenza l’acqua potabile e ne si (la si) impesta  l’acqua col farne i bagni alle bufale, e dopo, è il nostro primo alimento.
Si prega Sua Maestà per la giustizia, a farci liberare dalle bufale e restituire l’acqua potabile, che da tanti secoli è stata proprietà del nostro paese ed il nostro primo alimento.
Ecco tutta la grazia che supplichiamo umilmente a Sua Maestà noi donne firmatarie.
Se poche siamo a firmare è perché siamo povere e non tutte le donne sanno leggere e scrivere. La maggior parte delle donne nel nostro villaggio sono analfabete.
Ossequiando le Maestà Loro ci firmiamo:


Carmela Di Fusco
Rosaria Miola
Maria di Fusco
Francesca Cunaro (? quasi illegibile)
Maria Alfieri
Emilia Gianna
Carolina Razzino
Maria Bertolino
Alessandra Russo
Chiara Marafina
Teresa Pallazo
Antonia Passeretti
Anna Lepore
Amelia Bertone
Clementina la Torre
Assunta Marcello
Margherita Razzino
Anna           ?

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venerdì 23 ottobre 2009

I Giochini di Biasox

pubblichiamo su segnalazione via web:

POLITICA

Consorzio Idrico, clamoroso dietrofront di Di Biasio sull'operazione di affidamento dei servizi ad Acquedotti scarl. Cenname gongola

Il sindaco di Camigliano, tra i primi a critcare con serie argomentazioni l'operazione sedicente bipartisan, ora dice: "Incredibile,il presidente rinnega tutto quello che ha detto pubblicamente". La chiosa di Casertace: "Forse c'entra Giliberti"

CASERTA - “Forse è stato soltanto un sogno. Forse la delibera numero 5 del 13 luglio scorso con la quale il consorzio idrico approvava l’acquisizione della partecipazione del 14% della società Acquedotti scpa e l’affidamento alla stessa dei servizi idrici interni è soltanto frutto della mia immaginazione e di qualche altro folle visionario”.

Vincenzo Cenname, sindaco di Camigliano, dal primissimo momento fortemente e fieramente critico su questa operazione dai contorni tutt'altro che chiari, usa toni ironici dinanzi al dietrofront del presidente Pasquale Di Biasio che in questi giorni ha scritto a tutti i sindaci consorziati smentendo il contenuto della delibera che tante polemiche ha suscitato negli ultimi mesi e anche le parole da lui stesso riportate in una missiva nella quale esprimeva lo scorso 16 luglio stupore per i “metodi allarmistici e poco rispettosi della democrazia assembleare”.

Nella stessa lettera sottolineava anche che “le decisioni prese dall’assemblea ( l’acquisizione delle quote) non possono essere sottoposte ad annullamento” sottolineando pertanto che la delibera ormai era fatto avvenuto. Affermazioni seguite alla battaglia intrapresa da Cenname che da subito aveva puntato il dito contro l’illegittimità dell’affidamento, avvenuto senza alcuna evidenza pubblica, e soprattutto contro la pesante ombra di una privatizzazione del bene acqua con conseguente aumento della tariffa idrica. Critiche documentate e ripresentate nell’assemblea del consorzio svoltasi appena due settimane fa, quando Cenname ancora una volta ha evidenziato la gravità del provvedimento del consorzio idrico chiedendone l’annullamento.

Ma dopo le polemiche e l’attenzione diventata sempre più alta sulla questione, Di Biasio, probabilmente in difficoltà per l’errore commesso, che cosa ha fatto?

"Il presidente ha cancellato con un colpo di spugna quanto avvenuto negli ultimi mesi- risponde Cenname- scrivendo una lettera dove senza alcun pudore viene rinnegata l’azione incriminata”. Nella lettera inviata a tutti i sindaci Di Biasio sottolinea infatti che l’acquisizione delle quote della Acquedotti scpa (“che sia chiaro - sottolinea il sindaco di Camigliano - secondo il contratto stipulato, avrebbe facoltà di influenzare la tariffa idrica per garantire la remunerazione d’ impresa) è ancora non formalizzata”.

Insomma una vera e propria negazione di atti e dichiarazioni pubbliche. Di Biasio dice che l’acquisizione delle quote di una società dovrà avvenire attraverso tre fasi salienti: l’acquisto con procedura di evidenza pubblica, mantenimento della tariffa idrica e gestione dei servizi da parte della società. Da luglio ad oggi? Tutto azzerato.
p.t.

NOTA DEL DIRETTORE Non è improbabile che inquesta marcia indietro c'entrino anche le riserve contenute in una missiva riservata, scritta alcuni giorni fa dal prefetto Giliberti, commissario dell'Amministrazione provinciale, azionista di riferimento del Consorzio, lettera che Casertace ha pubblicato in esclusiva. Azione di "moral suaision" o qualcosa in più? Staremo a vedere.


Gianluigi Guarino


giovedì 15 ottobre 2009

tratto da Caserta C'è

lunedì 19 ottobre 2009

PD, ovvero Partito D'Alema



Il partito democratico è senza dubbio una delle novità più interessanti del panoramico politico italiano. Il programma progressista e aperto a una larghissima fetta dei cittadini favorisce la loro partecipazione attiva alla vita politica e alle sue decisioni. Peccato che, fin dalla sua nascita aleggi su questo partito qualcosa che lo tiene prigioniero e che gli impedisce di esprimere tutte le potenzialità positive e impedendogli di crescere come potrebbe. Anzi,sembrerebbe che deliberatamente lo si vuole piccolo per poterlo controllare meglio.
Sembra che i giochi per l’elezione del nuovo segretario del PD siano ormai fatti. Confermando le previsioni, sembra che sarà Bersani a prendere il posto di nuovo candidato a premier, lo si deduce anche dalle sue continue apparizioni nelle trasmissioni televisive. Ormai il suo sponsor, dopo aver sabotato col suo stile levantino la segreteria Veltroni, mira a impossessarsene con un suo prestanome.
Veltroni era riuscito a sedersi sulla sedia di segretario solo per un fatto giudiziario contingente: tutti ricordano che D’Alema era sotto tiro per una storia di banche e cooperative rosse. Approfittando di quel piccolo incidente giudiziario, Veltroni riuscì a farsi eleggere, ma siccome non aveva il permesso del padrone  si è visto dove è finito: in Africa. Il nostro eroe invece, dopo aver risolto la grana giudiziaria col quasi arresto del giudice, quella poverina della Forleo che aveva osato importunarlo, è tornato a curare la sua azienda. Come Berlusconi è padrone di Mediaset e De Benedetti di Repubblica, D’Alema è il padrone del PD. Quale proprietario, gli spetta scegliere l’amministratore delegato e la sua scelta è caduta su Bersani come anni fa era caduta su Fassino. Per gli altri due candidati non servirà a nulla affannarsi in comizi e convenzioni varie o addirittura spendere un patrimonio in manifesti come ha fatto Franceschini: si devono convincere che concorrono per il quarantanove per cento, il quanto il cinquantuno è già assegnato. Per convincersene basta analizzare le regioni che sono interamente di D’Alema, ossia tutte le regioni meridionali più la Lombardia, oltre logicamente alla fetta di voti che gli spettano nelle altre regioni.
Tra qualche mese tutto ritornerà sotto il controllo del legittimo proprietario, Baffino.
Purtroppo non si può fare niente contro questo potere occulto che domina lo stato italiano tramite l’apparato del vecchio partito comunista, che condiziona e danneggia la vita della nazione. Tramite la sottile propaganda e l’azione giudiziaria continua riesce a far credere che il  pericolo per la democrazia sia Berlusconi. Niente di più falso: all’indomani della sconfitta elettorale o del suo ritiro dalla politica, che prima o poi arriverà, non  si avrà alcun problema. Invece chiunque deve fare i conti con Baffino. Ha piazzato i suoi uomini-partito in ogni dove, ministeri, banche, università, sindacati, oltre a gran parte di settori della magistratura palesemente comunisti.
Questo sistema di cui Baffino è il padrone e custode permette a chi ne fa parte di aver tutto facilitato: lavoro, carriera, incarichi prestigiosi o finanziamenti, senza alcun problema dalle banche amiche. Gli altri invece devono arrancare, sudare e sacrificarsi nel campo del lavoro e dello studio senza mai riuscire a raggiungere i componenti degli apparati. Inutile tesserarsi e votarli, sono cellule che si alimentano una con l’altra e respingono i corpi estranei.
L’esempio più eclatante è proprio il PD. Per esigenze elettorali si è fatta la fusione della margherita con gli ex comunisti, che tanto ex non sono se sono sempre gli stessi come Baffino. Hanno fagocitato gran parte dei votanti margheritini ma adesso è in atto la pulizia etnica degli uomini di apparato della Margherita. Fuori Prodi, Rutelli, Parisi, Castagnetti: man mano saranno espulsi tutti. Resterà solo qualche Iervolino finché servirà alla causa, dopo fuori anche lei.
Il grande delinquente imbroglione che è Berlusconi, visto da diversa angolazione, era un’ opportunità da  sfruttare per liberarsi da questa dittatura, ma ormai anche lui è stato sconfitto. Questa subdola organizzazione, ramificata in tutti i gangli della società, ormai è riuscita a far passare il messaggio che lui è un moderno dittatore che vuole impossessarsi del paese. Come si fa a impossessarsi di una nazione senza la polizia, l’esercito,  i grand commis di stato e tutti i funzionari pubblici? impossibile.
Sono riusciti a far credere che riuscirà nell’intento con l’appoggio di Emilio Fede e Bruna Vespa, che barzelletta.  Baffino sa chi sono i poteri forti, li conosce, li controlla e li rifocilla continuamente. Berlusconi deve pagare i giudici, Baffino, per ricompensarli  per i loro servigi, o li  promuove  o fa avere qualche consulenza milionaria, basta una telefonata a Bassolino. Quando è il momento, sono  pronti a ricambiare il favore ricevuto, a quello scopo Baffino li ha piazzati  nei posti strategici con largo anticipo riguardo al bisogno. Qualcuno dirà che Bersani non è una marionetta nelle mani di Baffino, e probabilmente anche lui lo pensa. Ma nel momento il cui non seguirà le indicazioni del padrone, si troverà contro tutti i cacicchi di Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Bari e anche Milano, e non potrà fare altro che abbassare la testa e dire obbedisco. Gli italiani nel frattempo resteranno con i propri problemi insoluti a osservare come si spartiscono lo stato e a nulla servirà votarli   e dichiararsi loro sostenitori,  non li farà mai entrare  nell’apparato del partito.

Azeglio

sabato 17 ottobre 2009

La non vita di questo Comune


E’ già inverno in questo Comune. E’ inverno soprattutto nel cuore della gente. Le strade sono vuote a tutte le ore, a cominciare dalla mattina. Tranne qualche donna che entra e esce da qualche bottega e i soliti quattro sfaccendati davanti ai bar, non c’è aria di movimento per le strade. Non credo sia solo questione di crisi economica. Si potrebbe stare fuori anche senza comprare, si potrebbe relazionare anche senza spendere, invece la gente si chiude in casa e vive la sua vita e i suoi problemi tra le pareti domestiche senza lasciar trapelare nulla all’esterno. Tutto questo non è un bene.
Cosa si potrebbe fare per infondere un po’ di vita a questo Comune? Dove sono le iniziative delle politiche sociali? Perché non si cerca di coinvolgere i giovani in attività stimolanti che possano ravvivare un po’ l’ambiente? Perchè non si approntano iniziative per i bambini che crescono sempre più chiusi e problematici?
Bisogna fare assolutamente qualcosa e spero che arrivino tante proposte da parte dei lettori che aiutino a sollevare la desolazione che c’è in giro. Altrimenti moriremo di noia e d’angoscia.

Anonimo Carinolese

lunedì 12 ottobre 2009

La sicurezza al primo posto





Non bastava l’usciere, né la segreteria, né i nuovi vigili per fermare l’orda di cittadini che quotidianamente cercano un colloquio con l’amministrazione, quindi da oggi i nostri cari rappresentanti hanno deciso di fornirsi di una guardia giurata per meglio proteggere la loro incolumità. L’amministrazione, non sentendosi protetta come si deve, si è rivolta a una società napoletana di sicurezza privata che da oggi, con un suo dipendente , assicura tranquillità ai nostri affaccendati amministratori che, evidentemente, si vedono circondati ogni giorno da male intenzionati.  I contribuenti, felici ell’ennesima spesa pubblica, sono sicuramente lieti e rasserenati nel sapere che i loro rappresentanti sono ben protetti. 

Ma protetti da chi o da che? Forse sono troppi i cittadini delusi che quotidianamente cercano risposte dal sindaco? Oppure dobbiamo credere che veramente le stanze della casa comunale sono frequentate ogni giorno da delinquenti? O magari il sindaco si sente così minacciato politicamente che, caduto in piena paranoia, non ha più fiducia di nessuno al punto da assoldare un guardia spalle? M’immagino il sindaco nervoso e sudato, con lo sguardo continuamente rivolto dietro di sé, indispettito da proposte politiche non convenienti, spaventato dai fantasmi dibiasiani che si aggirano nei corridoi, isolato in una casa delle libertà diventata ormai una prigione e quindi, inevitabilmente,  scatta la paranoia e per non sentirsi più  nudo di fronte agli attacchi esterni ha piantato una guardia  giù le scale del comune, proprio di faccia al gabbiotto dell’usciere. Sicuramente non sembra più tranquilla l’amministrazione, quindi si presume che nei prossimi giorni sarà installato un metaldetector tra l’usciere e la guardia giurata nonché due pastori tedeschi sulla soglia dell’ufficio del primo cittadino. 


Scherzi a parte, credo che la presenza del nucleo della polizia urbana all’entrata della casa municipale (maggiorata con nuove unità) e la presenza dell’uscire renda ovviamente inutile e superflua l’assunzione di una guardia giurata, la quale logicamente dovrà essere pagata mensilmente. Non conosciamo i costi, e quindi possiamo solo immaginare che tra stipendio, tasse, contributi ecc. la guardia possa costare ai contribuenti circa un tremila euro al mese, che sicuramente potrebbero essere impiegati su altri fronti come ad esempio la manutenzione degli istituti scolastici e impianti pubblici come campetti di calcio, giardini, monumenti e così via. Oppure si poteva magari creare un mini nucleo part-time di guardie ecologiche che censiscono le aree bruciate in questi giorni, monitorano i boschi e denunciano i boscaioli abusivi (e di boscaioli abusivi ne abbiamo!) in modo da far fare bella figura a De Risi, in modo che nessuno possa dire che l’assessore all’ecologia è un lavativo. Insomma l’amministrazione ha paura: tanta paura che ha bisogno di maggiore protezione, e quando si ha paura tutto il resto non conta. Aspettando spiegazioni per tale scelta,  un consiglio ai male intenzionati: statev’ a casa che Gennaro non scherza.    



Jaculazione Feroce