In merito alla questione Vaglie dirò in queste righe cose mediamente inutili alla causa. De Franciscis ha infatti già ribadito la propria indisponibilità a seguire una via d’uscita di conciliazione con il Commissario Pansa, insistendo sul diniego totale alla messa a disposizione di siti utilizzabili per lo stoccaggio di ecoballe in provincia di Caserta. Da questa posizione difficilmente si muoverà: il suo “no a Carinola” è semplicemente conseguenza diretta del suo “no a Caserta”. Niente siti alternativi a quello della località Vaglie quindi, ma solo ricorsi e “resistenza”(!). Ogni eventuale considerazione sulla possibilità di altri percorsi è, ad oggi, bellamente superflua.
Nonostante ciò ritengo comunque utile esporre le ragioni che mi hanno indotto a sposare a più riprese quella che sin dall’inizio di questa storia mi era parsa una valida azione che stavano proponendo alcuni cittadini carinolesi: l’indicazione di un sito alternativo a Vaglie, ubicato nel Comune di Carinola. Tale esposizione, lo riconosco di nuovo, è oggi del tutto ininfluente e terribilmente demodè, ma allo stesso modo convengo che l’abitudine ad evitare di riflettere a posteriori, sia quando è “oramai troppo tardi” sia quando “abbiamo già vinto”, ha portato in casi analoghi a compiere inesorabilmente errori evitabili la volta successiva. Di Storia, diceva una mia mai dimenticata insegnante, val bene sempre discutere, anche se non la si può cambiare.
E allora, anche se ormai ciò appartiene alla storia, va detto che, nel mese di Novembre dell’anno 2007, nella comune ed indiscutibile intenzione di tutti i cittadini di Carinola di scongiurare l’installazione di un impianto di stoccaggio nella cava di Casanova disposta dal potentissimo (l’unico che può derogare la LEGGE!!!!) Commissario Alessandro Pansa, un gruppo di essi suggerì un’altra via: quella che avrebbe voluto l’individuazione di un sito alternativo sul territorio provinciale (compreso il territorio carinolese) da parte del Sub-Commissario Sandro De Franciscis. Nella testa di tali individui albergava innanzi tutto la convinzione che si stava commettendo un errore: l’opposizione da parte di molti cittadini alla nascita del sito di stoccaggio a Casanova era esclusivamente incentrata su una questione di appartenenza territoriale (“No alle ecoballe a Carinola”, “No alle ecoballe a Casanova”, seguito dal defranciscisiano “No alle ecoballe a Caserta”). L’illogicità e l’“illogistica” del sito di Vaglie in quanto troppo vicino al centro abitato nonché troppo difficile da raggiungere dai mezzi su gomma, sono sembrate essere relegate alla funzione di utili argomentazioni di sostegno alla causa e mai elevate a causa stessa. Mi spiego: si combatteva contro l’installazione di una discarica a Carinola e a quel fine si argomentava che si era scelto un posto troppo prossimo alle case; più giusto invece sarebbe sembrato a molti il condurre una battaglia contro l’installazione di siti troppo vicini alle case (ovunque questo avvenisse) e conseguentemente essere contrari alla discarica che si stava predisponendo a Carinola. Tra le due posizioni (che assolutamente convergevano) la seconda appariva anche a me più credibile. E chissà se tale maggiore credibilità avrebbe potuto essere una sensazione avvertita anche da Sua Eccellenza Alessandro Pansa. Alle orecchie del Prefetto, invece di uno scontato “NO ALLE ECOBALLE A CARINOLA” (da affiancare agli innumerevoli no territoriali già pervenuti) o di un ancora più netto (e a questo punto insolente) “NO ALLE ECOBALLE A CASANOVA”, poteva giungere un’altra protesta: “NO ALLE ECOBALLE IN PROSSIMITA’ DELLE DIMORE” oppure “NO ALLE ECOBALLE VICINO ALLE SCUOLE E AI BAMBINI”. Protesta di diversa formazione e, probabilmente, di maggiore spessore, che per lo meno avrebbe evitato che Sua Eccellenza, in una sfottente intervista rilasciata al TG3, bollasse quella di Carinola come la più ovvia delle rivendicazioni, analoga a quella di Acerra, di Atena Lucana, di Ariano Irpino ecc. ecc. ecc.. Una cantilena, è apparso voler dire il Prefetto, a cui oramai aveva assuefatto l’udito e a cui non poteva dare importanza per ovvie ragioni. Ho creduto anche io che un dissenso improntato diversamente, che non si fosse fermato al “noi le ecoballe non le vogliamo”, che magari dalla protesta poteva trasformarsi in proposta, avrebbe avuto un’efficacia immediata diversa. Avremmo per lo meno guadagnato tempo, ed eravamo in ore drammatiche.
Se si fosse seguito tale filone sin dall’inizio della vicenda, come qualcuno proponeva, si sarebbero tuttavia (ed è qui che certi altri si sono improvvisamente tirati indietro) dovute seguire delle condotte consequenziali e assumere posizioni derivate che a molti (probabilmente ai più, per numero ed importanza) facevano arricciare il naso. Se si diceva che l’unico problema era quello di non installare impianti di stoccaggio in prossimità di case e scuole, si lasciava aperta la possibilità teorica di utililizzare spazi dotati di idonee distanze che si trovassero in Provincia di Caserta e, perché no, anche nel Comune di Carinola. Da ciò nasceva l’incompatibilità con gli assunti irremovibili di chi ha interpretato la lotta esclusivamente dal punto di vista dei confini di municipio (con tanto di invito pubblico ad evitare frazionismi) che tale possibilità esplicitamente escludeva.
Ma chi voleva lottare unicamente per la difesa di parametri di sicurezza e di tutela della salute e non per mera difesa di contrada non poteva porsi (se non a costo di compiere nefandezze intellettuali che avrebbero per sempre minato la propria credibilità) in posizione contraria all’individuazione di eventuali siti nel proprio territorio provinciale o addirittura comunale, qualora questi siti tali parametri rispettassero. Anzi, per rafforzare le proprie ragioni, alla ricerca di tali siti avrebbero dovuto partecipare propositivamente. Ecco quindi che, nell’invito che coloro che la pensavano in quel modo avrebbero voluto rivolgere immediatamente al Sub-Commissario de Franciscis di rintracciare in provincia un sito alternativo e con parametri idonei, non potevano escludere l’eventualità che tale sito sostitutivo di Vaglie si trovasse proprio nel Comune di Carinola e che rispondesse (ad esempio) al nome di “Carabottoli”. Tale località è quella del Comune di Carinola innegabilmente più distante dalle case e dai nuclei abitati sia del Comune di Carinola sia dei comuni limitrofi . Chi dice che il parametro principe per rendere possibile l’installazione un sito di stoccaggio deve essere la distanza dal centro abitato (e che sull’assenza di tale parametro fonda la sua contrarietà al sito di Vaglie), implicitamente indica Carabottoli come “possibile”. Possibile si è detto, non “auspicabile”.
Questo avrebbero dovuto fare, in buona sostanza, i cittadini e l’Amministrazione secondo alcuni, compreso il sottoscritto: indicare un’area possibile nel proprio territorio ed esortare tutti gli altri Comuni ed Enti Locali della provincia di Caserta a fare altrettanto nel loro. Al Sub-Commissario poi sarebbe spettata la scelta definitiva, da prendere in un’assemblea plenaria di tutti i Sindaci casertani.
In quella sede sarebbero poi stati rimessi in gioco anche quei siti che nella oramai famosa circolare prot. 26525 venivano indicati dallo stesso Commissario delegato “potenzialmente idonei”.
Ricapitolando, alcuni di coloro che ora parteciperanno alla “resistenza” ad oltranza avrebbero agito in questa maniera:
1) subito dopo aver appreso la notizia dell’individuazione di Casanova, i Cittadini e l’Amministrazione Comunale, con le procedure più consone (Consiglio Comunale? Ordinanza?), dopo aver considerato e dimostrato (relazione tecnica di parte) che il sito Vaglie è clamorosamente non idoneo ad ospitare il sito di stoccaggio in quanto posizionato estremamente vicino al centro abitato, avrebbero potuto chiedere la convocazione ad horas di un’assemblea plenaria di tutti i sindaci della Provincia di Caserta, presieduta dal Sub Commissario on. De Franciscis, onde discutere l’elaborazione di parametri di buon senso per la ricerca di un sito alternativo sul territorio provinciale;
2) in tale sede la posizione dell’Amministrazione Comunale di Carinola sarebbe stata quella di considerare non negoziabile il parametro della distanza minima di 800 metri dal centro abitato per istallare un impianto di giacenza rifiuti di qualsiasi tipo;
3) nella stessa convocazione dell’assemblea, il sub.commissarioDe Franciscis avrebbe dovuto ordinare (i sub commissari hanno poteri superiori di imporre ordinanze) ad ogni sindaco di indicare eventuali siti rispondenti ai parametri scelti (con particolare riferimento a fogli catastali non compromessi urbanisticamente) che dovessero trovarsi nei territori amministrati, oltre a quelli già considerati potenzialmente idonei dalla nota 26525;
4) il Comune di Carinola avrebbe potuto da subito, in un’ottica di non sottrarsi alle proprie responsabilità e ai propri doveri nei confronti dell’emergenza rifiuti e in segno di profondo spirito di collaborazione con il Commissario ed il Sub-Commissario, il sito di Carabottoli come il sito potenzialmente idoneo indicato dallo stesso Comune di Carinola;
5) Il sub-commissario De Franciscis avrebbe quindi operato una scelta definitiva tra le proposte pervenute dai vari sindaci e quelle già contenute nell’elenco.
A chi dice che i Sindaci non avrebbero risposto all’invito di indicare un sito con i giusti parametri nel proprio territorio, è necessario ricordare che le mappe catastali sono di gestione comunale e che alla domanda “esiste nel vostro territorio in luogo posto in un foglio non compromesso urbanisticamente?” o a domande similari, i sindaci non avrebbero potuto sottrarsi.
La nostra indicazione sarebbe inoltre servita quale esempio per gli altri e come testimonianza di non preconcettualità.
Agendo così avremmo insomma ottenuto il grande risultato di rimettere tutto immediatamente in gioco, e oggi, probabilmente, ci troveremmo di fronte una situazione diversa.
Con il nostro senso di responsabilità avremmo “costretto” ad altrettanta responsabilità gli amministratori e i cittadini degli altri comuni e lo stesso Sandro De Franciscis. Si sarebbe trovata, infine, una soluzione definitiva e, credo, tra i tanti siti “possibili” difficilmente sarebbe stata scelta l’area di “Carabottoli”.
Vi ho raccontato il perché, da subito, il sottoscritto si è schierato con coloro che invocavano l’indicazione di un sito alternativo nel Comune di Carinola.
Se proprio non meritiamo la ragione, spero di aver contribuito a far riguadagnare a coloro che l’hanno pensata come me un minimo di rispetto. La nostra era una posizione frutto di un ragionamento. W Carinola.
Nonostante ciò ritengo comunque utile esporre le ragioni che mi hanno indotto a sposare a più riprese quella che sin dall’inizio di questa storia mi era parsa una valida azione che stavano proponendo alcuni cittadini carinolesi: l’indicazione di un sito alternativo a Vaglie, ubicato nel Comune di Carinola. Tale esposizione, lo riconosco di nuovo, è oggi del tutto ininfluente e terribilmente demodè, ma allo stesso modo convengo che l’abitudine ad evitare di riflettere a posteriori, sia quando è “oramai troppo tardi” sia quando “abbiamo già vinto”, ha portato in casi analoghi a compiere inesorabilmente errori evitabili la volta successiva. Di Storia, diceva una mia mai dimenticata insegnante, val bene sempre discutere, anche se non la si può cambiare.
E allora, anche se ormai ciò appartiene alla storia, va detto che, nel mese di Novembre dell’anno 2007, nella comune ed indiscutibile intenzione di tutti i cittadini di Carinola di scongiurare l’installazione di un impianto di stoccaggio nella cava di Casanova disposta dal potentissimo (l’unico che può derogare la LEGGE!!!!) Commissario Alessandro Pansa, un gruppo di essi suggerì un’altra via: quella che avrebbe voluto l’individuazione di un sito alternativo sul territorio provinciale (compreso il territorio carinolese) da parte del Sub-Commissario Sandro De Franciscis. Nella testa di tali individui albergava innanzi tutto la convinzione che si stava commettendo un errore: l’opposizione da parte di molti cittadini alla nascita del sito di stoccaggio a Casanova era esclusivamente incentrata su una questione di appartenenza territoriale (“No alle ecoballe a Carinola”, “No alle ecoballe a Casanova”, seguito dal defranciscisiano “No alle ecoballe a Caserta”). L’illogicità e l’“illogistica” del sito di Vaglie in quanto troppo vicino al centro abitato nonché troppo difficile da raggiungere dai mezzi su gomma, sono sembrate essere relegate alla funzione di utili argomentazioni di sostegno alla causa e mai elevate a causa stessa. Mi spiego: si combatteva contro l’installazione di una discarica a Carinola e a quel fine si argomentava che si era scelto un posto troppo prossimo alle case; più giusto invece sarebbe sembrato a molti il condurre una battaglia contro l’installazione di siti troppo vicini alle case (ovunque questo avvenisse) e conseguentemente essere contrari alla discarica che si stava predisponendo a Carinola. Tra le due posizioni (che assolutamente convergevano) la seconda appariva anche a me più credibile. E chissà se tale maggiore credibilità avrebbe potuto essere una sensazione avvertita anche da Sua Eccellenza Alessandro Pansa. Alle orecchie del Prefetto, invece di uno scontato “NO ALLE ECOBALLE A CARINOLA” (da affiancare agli innumerevoli no territoriali già pervenuti) o di un ancora più netto (e a questo punto insolente) “NO ALLE ECOBALLE A CASANOVA”, poteva giungere un’altra protesta: “NO ALLE ECOBALLE IN PROSSIMITA’ DELLE DIMORE” oppure “NO ALLE ECOBALLE VICINO ALLE SCUOLE E AI BAMBINI”. Protesta di diversa formazione e, probabilmente, di maggiore spessore, che per lo meno avrebbe evitato che Sua Eccellenza, in una sfottente intervista rilasciata al TG3, bollasse quella di Carinola come la più ovvia delle rivendicazioni, analoga a quella di Acerra, di Atena Lucana, di Ariano Irpino ecc. ecc. ecc.. Una cantilena, è apparso voler dire il Prefetto, a cui oramai aveva assuefatto l’udito e a cui non poteva dare importanza per ovvie ragioni. Ho creduto anche io che un dissenso improntato diversamente, che non si fosse fermato al “noi le ecoballe non le vogliamo”, che magari dalla protesta poteva trasformarsi in proposta, avrebbe avuto un’efficacia immediata diversa. Avremmo per lo meno guadagnato tempo, ed eravamo in ore drammatiche.
Se si fosse seguito tale filone sin dall’inizio della vicenda, come qualcuno proponeva, si sarebbero tuttavia (ed è qui che certi altri si sono improvvisamente tirati indietro) dovute seguire delle condotte consequenziali e assumere posizioni derivate che a molti (probabilmente ai più, per numero ed importanza) facevano arricciare il naso. Se si diceva che l’unico problema era quello di non installare impianti di stoccaggio in prossimità di case e scuole, si lasciava aperta la possibilità teorica di utililizzare spazi dotati di idonee distanze che si trovassero in Provincia di Caserta e, perché no, anche nel Comune di Carinola. Da ciò nasceva l’incompatibilità con gli assunti irremovibili di chi ha interpretato la lotta esclusivamente dal punto di vista dei confini di municipio (con tanto di invito pubblico ad evitare frazionismi) che tale possibilità esplicitamente escludeva.
Ma chi voleva lottare unicamente per la difesa di parametri di sicurezza e di tutela della salute e non per mera difesa di contrada non poteva porsi (se non a costo di compiere nefandezze intellettuali che avrebbero per sempre minato la propria credibilità) in posizione contraria all’individuazione di eventuali siti nel proprio territorio provinciale o addirittura comunale, qualora questi siti tali parametri rispettassero. Anzi, per rafforzare le proprie ragioni, alla ricerca di tali siti avrebbero dovuto partecipare propositivamente. Ecco quindi che, nell’invito che coloro che la pensavano in quel modo avrebbero voluto rivolgere immediatamente al Sub-Commissario de Franciscis di rintracciare in provincia un sito alternativo e con parametri idonei, non potevano escludere l’eventualità che tale sito sostitutivo di Vaglie si trovasse proprio nel Comune di Carinola e che rispondesse (ad esempio) al nome di “Carabottoli”. Tale località è quella del Comune di Carinola innegabilmente più distante dalle case e dai nuclei abitati sia del Comune di Carinola sia dei comuni limitrofi . Chi dice che il parametro principe per rendere possibile l’installazione un sito di stoccaggio deve essere la distanza dal centro abitato (e che sull’assenza di tale parametro fonda la sua contrarietà al sito di Vaglie), implicitamente indica Carabottoli come “possibile”. Possibile si è detto, non “auspicabile”.
Questo avrebbero dovuto fare, in buona sostanza, i cittadini e l’Amministrazione secondo alcuni, compreso il sottoscritto: indicare un’area possibile nel proprio territorio ed esortare tutti gli altri Comuni ed Enti Locali della provincia di Caserta a fare altrettanto nel loro. Al Sub-Commissario poi sarebbe spettata la scelta definitiva, da prendere in un’assemblea plenaria di tutti i Sindaci casertani.
In quella sede sarebbero poi stati rimessi in gioco anche quei siti che nella oramai famosa circolare prot. 26525 venivano indicati dallo stesso Commissario delegato “potenzialmente idonei”.
Ricapitolando, alcuni di coloro che ora parteciperanno alla “resistenza” ad oltranza avrebbero agito in questa maniera:
1) subito dopo aver appreso la notizia dell’individuazione di Casanova, i Cittadini e l’Amministrazione Comunale, con le procedure più consone (Consiglio Comunale? Ordinanza?), dopo aver considerato e dimostrato (relazione tecnica di parte) che il sito Vaglie è clamorosamente non idoneo ad ospitare il sito di stoccaggio in quanto posizionato estremamente vicino al centro abitato, avrebbero potuto chiedere la convocazione ad horas di un’assemblea plenaria di tutti i sindaci della Provincia di Caserta, presieduta dal Sub Commissario on. De Franciscis, onde discutere l’elaborazione di parametri di buon senso per la ricerca di un sito alternativo sul territorio provinciale;
2) in tale sede la posizione dell’Amministrazione Comunale di Carinola sarebbe stata quella di considerare non negoziabile il parametro della distanza minima di 800 metri dal centro abitato per istallare un impianto di giacenza rifiuti di qualsiasi tipo;
3) nella stessa convocazione dell’assemblea, il sub.commissarioDe Franciscis avrebbe dovuto ordinare (i sub commissari hanno poteri superiori di imporre ordinanze) ad ogni sindaco di indicare eventuali siti rispondenti ai parametri scelti (con particolare riferimento a fogli catastali non compromessi urbanisticamente) che dovessero trovarsi nei territori amministrati, oltre a quelli già considerati potenzialmente idonei dalla nota 26525;
4) il Comune di Carinola avrebbe potuto da subito, in un’ottica di non sottrarsi alle proprie responsabilità e ai propri doveri nei confronti dell’emergenza rifiuti e in segno di profondo spirito di collaborazione con il Commissario ed il Sub-Commissario, il sito di Carabottoli come il sito potenzialmente idoneo indicato dallo stesso Comune di Carinola;
5) Il sub-commissario De Franciscis avrebbe quindi operato una scelta definitiva tra le proposte pervenute dai vari sindaci e quelle già contenute nell’elenco.
A chi dice che i Sindaci non avrebbero risposto all’invito di indicare un sito con i giusti parametri nel proprio territorio, è necessario ricordare che le mappe catastali sono di gestione comunale e che alla domanda “esiste nel vostro territorio in luogo posto in un foglio non compromesso urbanisticamente?” o a domande similari, i sindaci non avrebbero potuto sottrarsi.
La nostra indicazione sarebbe inoltre servita quale esempio per gli altri e come testimonianza di non preconcettualità.
Agendo così avremmo insomma ottenuto il grande risultato di rimettere tutto immediatamente in gioco, e oggi, probabilmente, ci troveremmo di fronte una situazione diversa.
Con il nostro senso di responsabilità avremmo “costretto” ad altrettanta responsabilità gli amministratori e i cittadini degli altri comuni e lo stesso Sandro De Franciscis. Si sarebbe trovata, infine, una soluzione definitiva e, credo, tra i tanti siti “possibili” difficilmente sarebbe stata scelta l’area di “Carabottoli”.
Vi ho raccontato il perché, da subito, il sottoscritto si è schierato con coloro che invocavano l’indicazione di un sito alternativo nel Comune di Carinola.
Se proprio non meritiamo la ragione, spero di aver contribuito a far riguadagnare a coloro che l’hanno pensata come me un minimo di rispetto. La nostra era una posizione frutto di un ragionamento. W Carinola.
L'olandese
Se il punto 3 e il punto 4 sono rigorosamente nell'ordine in cui sono stati indicati sono d'accordo con l'estensore dell'articolo.
RispondiEliminaSe si inverte l'ordine dei due punti allora mi sembra il gioco delle tre carte e la domanda e': chi si e' venduto il comune di Carinola e costui (o costoro) cosa ci ha guadagnato?
stanotte ho fatto un sogno...il comandante dei vigili di carinola sbrodolava come un maiale nella cava di casanova.Mi sono svegliato nel panico ed è stato facile trovare un significato al sogno.Qualcuno di voi ha altri argomenti in merito ?Io non sò perchè ma non faccio altro che pensare a questa cosa .
RispondiEliminaIo mi auguro che, finita la bufera (dovrà pur finire prima o poi) ognuno di noi non se ne ritorni nelle proprie case come se niente fosse successo.
RispondiEliminaSe dovesse accadere una cosa del genere, vorrà dire che tutto questo ce lo siamo meritato.
Forza gente, svegliatevi dal sonno! Senza polemiche né strumentalismi, ognuno ha il potere di cambiare le cose!!!
Confesso, data la lunghezza del pezzo, mi sono perso ... e pazienza
RispondiEliminaIo vedo le cose molto più semplicemente: individuata Vaglie ... andava fatta ogni possibile battaglia per evitarla. L'amm. doveva seguire un suo piano di lotta procedimentale, amministrativo, giudiziario, LA GENTE DEL COMUNE DI CARINOLA doveva, tutta insieme, sostenere la politica con la partecipazione e con un piano di lotta preciso.
Ma si è visto:
1. UNO scarso coinvolgimento dei partiti e dei referenti politici, delleorganizzazioni sindacali e datoriali del territorio, un carente e timoroso programma di lotta;
2. un disegno chiaro di emarginare la lotta "perchè doveva essere una lotta esclusivamente casanovese" e nemmeno della maggioranza di casanovesi, soltanto di una parte di essa;
3. che tale risultato è stato ottenuto anche facendo passare la convinzione che "l'unica soluzione possibile era indicare Casabottoli come sito alternativo";
4. che l'UNICA ATTIVITA' (oltre le due manifestazioni e il presidio) di lotta della gente è stata concentrata sul sito alternativo.
NESSUNO DALLE NOSTRE PARTI ACCOGLIE LE ECOBALLE (CHE TALI NON SONO) SENZA RESISTERE MA PER RESISTERE CI VUOLE LA GENTE.
oggi CASANOVA INVECE SALUTERA' IL LORO ARRIVO ISOLATA E ABBASTANZA, SE NON GIA' COMPLETAMENTE RASSEGNATA.
Caro Olandese, VATTI A INFORMARE SU COME E' STATA VINTA LA BATTAGLIA del sito di Scansano.
Tanti ragionamenti, pure giusti, cadono nel nulla e, nell'emergenza, non hanno senso alcuno.
LA POLITICA LA SUA SCELTA L'HA FATTA ED è VAGLIE, MA NON, COME CREDE QUALCUNO , PER "EVITARE CARABOTTOLI" (CHE POI CAVA NON E') ma perchè gli interessi economici sottostanti sono ben diversi (o no????). e' questa ovviamente una mia sensazione strisciante. L'AFRICANO
del risvolto economico dell'operazione poco e nulla si sa.
RispondiEliminadobbiamo credere che il problema non sia stato già affrontato? Chi sta facendo l'affare? la linea dei soldi è l'unica che porta aalla verità (o no?)
firma GUARDATEVI LE SPALLE