Nell'agenda politica mondiale l'ambiente è una priorità stabile. Tutti convengono che, a questo punto, i verdi hanno esaurito il loro ruolo. Anche gli americani notoriamente contrari a Kyoto vanno rivedendo le loro posizioni. La situazione dell'ecosistema mondiale è ormai ad un punto di non ritorno. Per la cultura ambientale si può e si deve fare di più.Ma la nostra provincia e la nostra regione, caso ormai noto a livello planetario, è indietro. Troppo. E' arrivato il momento di fare quello scatto di orgoglio che nelle situazioni più difficili permette di recuperare posizioni altrimenti pregiudicate. Si tratta di esercitare tutta la virtù italica per evitare il collasso più completo. La responsabilità maggiore ovviamente è da imputare agli organi istituzionali preposti alla informazione, istruzione e formazione dei cittadini. Chi non ha innestato nelle giovani menti il germe della cultura ambientale è colpevole anche delle conseguenze di ciò. E' arrivato forse il momento di prenderne coscienza e di porre in essere le azioni necessarie per evitare il perpetuarsi di tali insopportabili lacune. Senza di ciò le nostre terre saranno sempre più invase da rifiuti di ogni genere fino al collasso totale per cui in un futuro ormai prossimo si potrebbe rinunciare all'idea di tenerle pulite (da qualche parte già si è in tale situazione). Allo stesso modo la politica locale deve fare quanto è nelle proprie possibilità fissando obiettivi ragionevoli e raggiungibili e vigilando che i servizi ci siano e siano efficienti.Soprattutto deve cominciare a parlare con i cittadini dei loro problemi, mettendo in cima alle sue priorità la difesa dell'ambiente e il recupero dei siti contaminati. Lo scarso controllo sul territorio denuncia che tali siti sono molti di più di quelli ufficalmente conosciuti e classificati. Anche sulle vendite dei terreni andrebbe attuato un severo controllo ambientale, come pure sui siti normalmente incolti. Attenzione massima ci dovrebbe essere anche per gli studi epidemiologici e per le cause di decesso.Inspiegabilmente nemmeno di ciò abbiamo notizia. Quale il rischio di ammalarsi vivendo nel nostro territorio? Io ho sentito solo allarmanti dati in ordine ad alcuni indici di inquinamento in alcuni comuni della Campania (v. Voce della Campania) . Se questi suggerimenti non saranno prontamente recepiti è difficile anche solo immaginare un futuro. L'ambiente sembra sopportare ogni angheria ma, a veder bene, non è così. La battteria usata gettata in discarica sarà ancora lì tra 100 anni(forse più) mentre potrebbe essere raccolta separatamente e riutilizzata. I metalli pesanti, le sostanze tossiche e nocive, quelle radioattive provocano danni nemmeno quantificabili e pertanto andrebbero gestiti con le dovute accortezze.Perchè ciò non avviene? Perchè raccogliamo i rifiuti come si faceva trnt'anni fa? E' possibile che tutti siamo così ciechi? Oggi abbiamo opportunità di informazione che mai l'uomo ha avuto a disposizione ma anche il maledetto vizio di "tirare a campare" per pigrizia o per quieto vivere. Ma senza l'impegno consapevole da parte di ognuno questa battaglia, forse una delle più importanti che l'uomo combatte dalla sua comparsa sulla terra, sarà vana. L'ambiente e la sua tutela devono diventare priorità condivise, imprescindibili punti fermi nella cultura di ogni cittadino. Per vivere c'è bisogno del verde, dell'acqua, del sole. Senza c'è solo la morte. Siamo invasi dall'immondizia, ormai, e Natale si preannuncia fetido per le notizie che giungono dal fronte della dissennata gestione dei rifiuti in Campania e per le vicende note che colpiscono la nostra comunità. Troppo poco forse si è fatto su questo fronte e allora? Bisogna tutti, accantonate le polemiche sterili e strumentali, le spaccature insensate e personalistiche, le accuse becere e demagogiche, rimboccarsi le maniche e trovare la forza di andare avanti perchè ... "domani è un altro giorno" e forse c'è ancora una speranza. Tra un momento non ci saremo più ma resteranno i rifiuti che abbiamo prodotto EVITIAMO CHE CIO' VADA A DANNO DI CHI VERRA' DOPO DI NOI
Wangfu
Ti appoggio incondizionatamente ma purtoppo per noi, nessuno ha la volontà di di educarti ad un rispetto dell'ambiente.Il perchè è presto detto ,se tu non vuoi inquinare non devi CONSUMARE,e il non consumare vuole dire non spendere e tu sai bene che il mercato economico detta legge .Noi oggi siamo identificati come consumatori non come cittadini. Il consumatore deve guardare la tv, per sorbirsi montagna di pubblicità ,la domenica raggiungere il più vicino centro commerciale, per acquistare, quanto c'è di più superfluo , infine defecare .E poi ci meravigliamo dell'immondizia stratosferica che oggi abbiamo ...che sconforto!
RispondiEliminaAvere una cultura ambientale è anche avere quella sensibilità che ti porta anche anche nel momento della scelta dei beni da consumare. Ad es.
RispondiEliminaLe batterie non ricaricabili nei paesi occidentali cd civilizzati sono state abolite dagli scaffali, sostituite da quelle ricaricabili. Ma gli scaffali dei nostri centri commerciali sono tuttora pieni di prodotti alimentati a batteria e le pile sono quelle usa e getta.
Non si tratta quindi di non consumare ma costruire una domanda diversa, più consona all'impatto che essa ha sull'ambiente.
Se ciò n avviene òe multinazionali che si spartiscono i ns. consumi continueranno a proporci articoli che ormai riedcono a vendere solo ai paesi del III mondo
wangfu@ilquiquiri,com