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giovedì 27 settembre 2012

La morte in centro


Quello delle onoranze funebri è un rito vecchio, antico. Fin dagli egizi, passando per etruschi e romani, sorvolando sui riferimenti mitologici che in quanto tali erano pur sempre partoriti da umani pensieri di popoli sviluppati, le attenzioni dedicate all’ ultimo viaggio, al distacco dalla vita terrena, sono state intense, trasversali, caratterizzanti, nazionalpopolari e regali. Lo scorrere del tempo, scandito dal susseguirsi di civiltà, epoche auree e buie, ha piuttosto che affievolito l’ espletamento del rito,  con a corredo tutti i suo inserti, destato ulteriore concentrazione e, quando ci si è accorti che il percorso d’ addio di un corpo passato a miglior vita,  potesse addirittura rappresentare,  per chi aveva l’ incombenza di sopperire, per manifesta impossibilità del beneficiario, allo svolgimento di tale percorso stesso, un momento di facile guadagno, all’ insegna del sempre attuale “mors tua vitae mea”, ci si è accapigliati, profusi, spesi e spasi, perché la moltitudine umana diventasse, all’ atto della fine, l’ inizio di aurifera risorsa. Fin qui, pur con eccessi  di gusto, di stile, di pacchetti completi  o integrati che dir si voglia, offerti al limite del digeribile e della decenza, poco male. Le risse per l’ accaparramento del servizio, talvolta con piglio troppo buonista, venivano rubricate quali scontate conseguenze di una competizione senza quartiere. Con buona pace della scaramanzia e degli scongiuranti di tutte le logge. Poi, manco a dirsi, il mai distratto sguardo della malavita, di chi delinque o di chi ne fa le veci, ha notato che da li, dai morti, dalla pratica dell’ ultimo accompagnamento, potesse derivarne un affare praticamente senza fondo. Una sorta di vincita perenne ad una lotteria che non avesse mai fine. Anzi una lotteria senza costi di start up che esaltasse la fine della testimonianza terrena di un’ anima, offrendo una panoramica coglibile ad occhio nudo,  sull’ essenzialità dell’ uomo….. da principio…..a fine. Un vitalizio. Come a dire,siamo buoni anche da morti, forse addirittura migliori! Come dei porci non si butta nulla, cosi anche di noi si può chiedere e ottenere il massimo, sempre. Vacche da mungere. Una volta morti possiamo trasformarci e diventare quello che non siamo stati da vivi. L’ occhio però, si sa, ama farsi attirare dal bello, storce e appare svogliato alla vista del così così, e addirittura aziona lo stomaco,  che risponde immediato,  con conati di vomito a stento trattenibili, quando è invece il brutto, il grottesco, lo schifoso a mettersi davanti. Quand’è cosi, l’ occhio non transige. Il troppo, come suol dirsi, disturba. Ogni limite, ha una pazienza, ammoniva il Principe della risata. Plastico esempio, ne è   ciò che si è verificato nella piazza Maggiore De Rosa della frazione Casanova del Comune di Carinola. Una ditta di “schiattamorti”, munita di permesso o forse di compiacenti omissioni di controllo,  garantite a mezzo di un assordante silenzio da parte dell’ Amministrazione retta dall’ “Uomo Libero”(si fa per dire) De Risi, ha ritenuto di dover adibire un locale privato,  con affaccio fronte strada,  a sede del proprio esercizio erogante servizio per la miglior pratica funeraria. E lo ha fatto nel modo più stomachevole possibile, triturando come una zolla incappata tra i denti di una zappatrice, le esigenze di pubblico decoro. Lo ha fatto offendendo. Oltraggiando. Calpestando il glorioso passato di una piazza di un piccolo centro, i cui marciapiedi sono stati calcati da uomini che poi hanno onorato la loro terra d’ origine nel mondo. L’ occhio, ne ha risentito, contrariato. E ha suscitato reazioni  a catena, energiche. Ora basta, gridano i Casanovesi. Non ne possiamo più. Dopo le panchine “trampolino”, praticamente un attentato ai più piccoli, rimosse solo dopo vibrate proteste di cittadini ancor provvisti di materia grigia, dopo l’ acqua mancante tanto di sera quanto di giorno, dopo le strade e i marciapiedi che non esistono, dopo la munnezza ovunque, le erbacce lungo i cigli della strada, il depauperamento di qualsivoglia politica culturale, ora anche un mausoleo mastodontico, un autentico pugno nell’ occhio, nel cuore della cellula pulsante di una comunità già alle prese con un vuoto amministrativo senza precedenti e su cui, del resto lo stesso obbrobrio mortifero lo annuncia greve e  profetico, sembra essere calato l’ odore mefitico della morte, della fine appunto. Dove altro, se non  in quei luoghi, come è divenuto per l’ appunto Casanova, sprovvisti di guide, di fari amministrativi,  poteva trovare diritto di domicilio una indecenza di tal fatta? A furia di gufare, i soliti soloni nei cui confronti la vita è stata matrigna, hanno ottenuto, assicurando al timone del Comune la guida di De Risi, cioè di uno che spara solo cazzate, forte con i deboli e debole con i forti, che non è mai intervenuto e che mai interverrà  a tutela del pubblico decoro, ciò che volevano:fare del paese una terra di nessuno. Aggredibile con incontrastate scorribande dal primo energumeno. Una terra da conquistare, perché Terra arida di idee. Perchè terra violentata, ormai priva di un’anima..Quella insegna, non ce ne voglia il proprietario di casa, che  pur legittimamente intende trarre vantaggio dalla percezione del canone di fitto mensile del locale, sa da levare! Fa schifo, genera imbarazzo, autorizza scongiuri al limite del protopornografico, ancorchè efficaci. De Risi, se ha a  cuore la comunità, deve e può intervenire con la messa a fuoco di quegli strumenti che afferiscono alle competenze di un Sindaco. Lo faccia presto. La faccia rimuovere. Ora basta. De Risi faccia in mondo che la repressione e rimozione dello sconcio della “promozione della fine” possa, soprattutto per lui, coincidere con l’ avvento di un principio di buona politica , anche dell’ immagine.


P.s. Premesso e ribadito che la location in cui si è inteso ubicare un cosi particolare esercizio commerciale è assolutamente fuori luogo, il materiale usato per l’ insegna è oggettivamente disgustoso, reso ancora più orribile dalle scritte contenenti messaggi promozionali per una pratica che non si sa quanti abbiano in animo di prendere in esame o  accelerare. Avessero usato un po’ di  marmo, giusto un po’, con poche, pochissime, anzi una sola scritta  discreta , sempre altrove ovviamente e non in piazza, lo avremmo forse, con sommesso disappunto, fatto pure passare. Avremmo chiuso gli occhi e pensato che quel marmo fosse come quello della vetrina della premiata pasticceria “Pintauro” di via Toledo a Napoli. Ci saremmo illusi di inalare l’ inebriante profumo delle mitiche sfogliatelle. Se le cose resteranno cosi, invece, penseremo sempre che l’ insegna sia identificativa di un’ epoca. Un vero e proprio luttuoso, funereo, funesto affresco, figlio ovviamente del suo tempo e di esso stesso espressione. Un affresco “di…Pinto” a mano. Praticamente doc! Una prece.


AntiBecchini

nota della redazione: non siamo riusciti ad ottenere una foto dell'orribile quanto macabra insegna in quanto nel frattempo è stata rimossa... si spera per sempre

sabato 15 settembre 2012

L’indifferenza uccide



L’indifferenza uccide. 

Una scritta su un muro, un batter di mani, un passo di un romanzo, un film di Monicelli, una canzone dei Beatles, fare l’amore sotto la pioggia, il Natale, la febbre, un viaggio in India, il mare al tramonto, le prime ciliegie, la vendemmia, la mamma di domenica. 

Quante emozioni raccolte e sprigionate tutti i giorni. Ma quante per il nostro paese, la comunità di cui facciamo parte? Quanto amiamo davvero la città invisibile in cui viviamo? Tanto certamente, ma non sappiamo o piuttosto non vogliamo mostrarglielo.
Cosi’ a partire dal giorno dopo il voto comunale, provinciale, nazionale ed europeo che sia, sprofondiamo nel sonno dell’indifferenza, cominciando dalle cose che si deliberano in Comune tutti i giorni; seppellendo i problemi e le bellezze del nostro ambiente naturale, umiliato, violentato, sottrattoci giorno dopo giorno. 

Lasciamo correre per i servizi per cui paghiamo e che per tutta risposta si tramutano in mezzi favori, fumo negli occhi, quando va bene. Indigniamoci, come consiglia Stephen Hessel. Scuotiamoci dal sonno che ci imprigiona in questa fumosa cortina di indifferenza. Mentre certa politica si trasforma in divisione settaria (Pd e Pdl soprattutto), le iniziative apertamente popolari si possono contare sulla dita di una mano negli ultimi anni. Troppo poche. Leggevamo su questo sito di portare davanti al comune (quindi davanti la Nostra Cas(s)a Pubblica) sacchetti di rifiuti per protestare contro il sindaco. 

Sicuramente la stampa avrebbe acceso i riflettori, qualcosa sarebbe accaduto, il popolo avrebbe mostrato che sa tirare fuori i denti, i politici avrebbero avuto un buon motivo per nutrire maggiore riguardo verso la comunità. Non sappiamo cosa sarebbe cambiato ma un’azione, spontanea, improvvisa e feroce del popolo mette paura. Diverso quando un’iniziativa viene portata avanti da un professionista della politica. L’ex assessore alle finanze sta facendo rumore con una raccolta firme per l’Imu. Molti vi vedono ambiguità, altri la sostengono non trovandovi nulla di male. Ma non è di questo che stavamo parlando, ma della nostra genetica indifferenza verso cio’ che di bello e di brutto ci circonda. 

L’indifferenza partorisce la facilità a delegare qualcun’ altro (a volte sempre lo stesso ) di occuparsi degli affari comunali. Come invertire la rotta? Nelle scuole. Gli insegnanti, durante le ore di educazione civica, dovrebbero parlare agli alunni sempre piu’ dei problemi e delle risorse del territorio, di ambiente, di partecipazione attiva alla vita amministrativa, di sentirsi parte di una comunità, di associazionismo. Ecco, noi abbiamo anche un consiglio comunale dei ragazzi: bene rompete il muro di indifferenza che ci imprigiona. Rompiamolo anche noi. Tutti. Oraaaaaaaaaa!

Masase

domenica 2 settembre 2012

Che fine fanno i nostri soldi?



E’ la domanda che tutti si pongono in questi giorni e che merita una veloce e chiara risposta. Non solo è vergognoso, ma e’ soprattutto immorale che si paghino tanti soldi per la Tarsu e si debba avere cumuli di sacchetti di immondizia sparsi per il paese, vicino le case, attaccati alle ringhiere perché la raccolta si è di nuovo fermata. “Il Comune non paga il servizio” è la frase ricorrente. E allora che fine fanno i nostri soldi? In quale tasca vanno a finire? In quella dei tanti capi-settore di cui il Comune inutilmente si fregia? Quali buchi tappano? 
Personalmente pago circa 800 euro annuali di Tarsu e c’è chi arriva  e supera abbondantemente i 1000 euro. Il minimo che l’amministrazione deve fare è garantire un servizio, non dico ottimale, ma almeno discreto. Invece si continua a peggiorare in fatto di raccolta rifiuti. La realtà è che l’amministrazione ci tira fuori dalle tasche, tramite quei ladri legalizzati di Equitalia, fior di quattrini per un servizio pessimo. E allora come cittadino esprimo tutto il mio malcontento e chiedo spiegazioni a questa amministrazione che si professa  limpida come acqua cristallina e invece è più torbida del fango. 
Esigo di sapere perché la raccolta non viene effettuata e soprattutto che fine fanno i soldi dei cittadini carinolesi. 
Un servizio pagato caro come il nostro deve essere assolutamente garantito, altrimenti invito i cittadini a denunciare il Comune.

Disgustato



mercoledì 29 agosto 2012

I politici del qua qua



Non tutti sono a conoscenza della polemica che in questi giorni imperversa in Puglia con contendenti principali Romina Power e l'assessore alle opere pubbliche della regione. Putroppo in Italia la stampa è asservita al potere politico e pubblica solo quello che fa comodo a questo. 
La regione Puglia aveva dato il via alla realizzazione di una condotta fognaria che sfocia nel mare di Manduria sul litorale Salentino. L'operazione stava andando in porto tra l'indifferenza generale degli abitanti della zona, ormai diventati indifferenti a qualunque scempio ambientale come tutti gli italiani. 

Fortunatamente per loro da anni si è insediata in quei luoghi, adottandoli e venedone adottata, un'americana di nome Romina Power molto conosciuta e stimata in tutto il mondo. Questa signora ha scritto una lettera di protesta al presidente della regione Vendola chiedendogli di rivedere il progetto. Le motivazioni sono semplici: quel mare è uno dei più belli del mondo. Chi va in vacanza in quelle zone resta colpito dalla sua trasparenza degna delle migliori mete turistiche esotiche. Il boom di presenze che sta registrando il Salento in questi anni è dovuto esclusivamente al suo mare. Il reclamizzato presidente della Puglia invece di salvaguardare questa unica risorsa economica permette ogni tipo di attentati, si permette di costruire nell'acqua e di distruggere la bellissima pineta o addiritura di scaricare liquami. 
Anche in questa occasione ha dimostrato la sua fama di paladino dell'ambiente risolvendo immediatamente la questione passando la pratica al suo assessore alle opere pubbliche. 

Questi, un politicante di lungo corso riciclato  democristiano nel Pd , ha risposto alla Power che la depurazione non è come ballare il Qua Qua. Con questa frase ha compendiato l'arroganza autoreferenziale di tutta la politica italiana che non vuole essere contraddetta da nessuno nemmeno per un motivo giusto. 
Forse quell'opera già appaltata dovrà fornire fondi per le prossime elezioni e non si può permettere a nessuno di fermarla. Sfortunatamente per lui ed il suo presidente super ambientalista la sua frase si è ritorta contro di loro. Per incanto  tuti i movimenti ambientalisti stanno facendo sentire la loro voce e perfino Al Bano è sceso in campo per difendere la ex moglie da cui è separato da anni. Tante manifestazioni all'insegna del qua qua per dire a questi politici che sono solo dei quaquaraquà

Gazzettino del Salento

sabato 25 agosto 2012

DOVE ANDIAMO?


DOVE ANDIAMO?

Dove andiamo?
I poeti, gli artisti, i filosofi ispirati, i saggi sinceri, le menti esasperate lo sanno: verso l’abisso.
Ma, dalla nostra origine, durante i secoli, le religioni, soprattutto le tre grandi religioni monoteiste, hanno anestetizzato la follia primitiva del pensiero che esiste in ciascuno di noi. Così la risposta sensata “noi andiamo all’abisso” eccede il nostro vocabolario, le nostre conversazioni immaginabili, può essere gli stessi nostri così tragici monologhi segreti. Noi non andiamo da nessuna parte che non sia un luogo abitabile. Ecco venire a noi il tempo delle convulsioni.
Lo spirito più normale,
per esempio quello di un uomo politico,
lo sente, lo sa, se ne spaventa:
noi andiamo verso l’abisso.

Tuttavia,
noi viviamo e siamo degli esseri viventi.
In vita ancora.
Ora, gli uomini sfidano tutto,
sfidano il destino, sfidano i pronostici,
sfidano Dio.

L’uomo, è colui che tenta L’Impossibile.
In vita ancora,
noi tentiamo l’impossibile.

Noi non eviteremo l’abisso.
Ma noi vogliamo immaginare, quindi creare al di là
dell’abisso prossimo,
orribilmente prossimo,
le comunità, le città
un’altra presenza sulla terra,
un altro modo di abitare qui,
un’altra maniera di passare il tempo
della nostra vita sulla terra.


INTERRUZIONE

I pensieri antichi sono dei virus, essi sterminano silenziosamente miliardi di particelle di poesie, di filosofie, di società di aforismi in via di costituzione, di popoli dalle intuizioni selvagge. Nei licei, le università, nelle istituzioni culturali, nei media,
in questi ospedali del sapere, agonizzano e muoiono di queste malattie nosocomiali che sono i pensieri antichi, i geni, gli inventori, gli insensati.

Come fare?
Suscitare in tutti i campi la venuta di un’ INTERRUZIONE.

Provocare un GUASTO.

Che nasca e si prolunghi in un’immensa esitazione
delle coscienze,
che s’apra e si ingrandisca all’infinito come un vortice
tra tutte le attività,
che alcun avvenimento non sia d’ora in poi
vicino di un altro avvenimento,
ognuno gironzolando solo giorno e notte in un mondo
inedito senza continuità,
come se apparisse, fragile poi infrangibile
nel silenzio infine regnante,
la parola innocente che si prenderà gioco di tutto.

Queste linee non sono incantesimi
né delle nuove superstizioni,
esse vogliono parole sagge,
essere vengono a voi in un pensiero di precisione :
dove andiamo? verso l’abisso.
Impossibile!
Ma ancora?
Eh bene si, noi siamo in vita ancora.
Noi vogliamo offrire delle nuove città
e delle comunità che verranno dopo l’interruzione,
aldilà dell’abisso.

(Traduzione tratta da un manifesto letterario a firma di Michel Buttel, apparso in agosto 2012 sulla rivista francese L’Impossible)

MiSo

lunedì 20 agosto 2012

Qualcosa bolle in pentola


Spero di non sbagliarmi, ma percepisco un sommovimento  clandestino, ma non troppo, che sembra appropriarsi  degli animi di molti carinolesi, quasi fossimo al tempo  dei carbonari. Che sia l’inizio di nuovi moti di liberazione? Non è affatto strano che in pieno 2012 e in un paese democratico ci si debba liberare di qualcuno, ma forse ci si deve liberare più da qualcosa che da qualcuno.
Ci si deve assolutamente liberare da un certo modo di fare politica, da quella politica oligarchica che ha penalizzato enormemente il territorio e i cittadini, favorendo solo il signore di turno e la sua corte. I frutti di questa politica li vediamo: territorio economicamente affossato, ambientalisticamente distrutto, culturalmente ottenebrato; centri cittadini sporchi e abbandonati a qualsiasi tipo di degrado, strade cittadine secondarie dissestate fini all’inverosimile, servizi sociali e civici assolutamente inesistenti, cittadini scontenti e trascurati. Niente si è fatto per la comunità! E allora, fino a quando si può essere complici di questa irresponsabile gestione della cosa pubblica? Perché, è bene dirlo chiaro e tondo, chi non si oppone è complice.

I signori di turno hanno sempre adottato una gestione amministrativa, diciamo, molto “disinvolta”, in cui i finanziamenti pubblici andavano a finire dappertutto, ma non dove dovevano andare. E così ci ritroviamo un Comune che fa solo pietà  nel suo avvilente abbandono, ma, in compenso, ci ritroviamo un ex sindaco particolarmente ricco e con la villa al mare, comprata con i soldi pubblici; che si è piazzato molto bene sulla scala lavorativa provinciale e altrettanto bene ha piazzato i suoi figli. La sua politica è stata così disinvolta che oggi, in Comune, ci ritroviamo sette (e dico sette!) capi-settori che mangiano più della metà dei soldi pubblici (i nostri, quelli delle nostre scandalose tasse!) per i loro grassi stipendi e indennità varie e che potrebbero essere spesi in altro modo. Per pagare la ESOGEST ad esempio, altra azienda senza macchia e senza paura,  che senza soldi non canta messe e ci lascia, in piena calura agostina, immersi nell’immondizia. Neanche al Comune di   Roma o di Milano ce ne sono  tanti di capi-settori! 

Ci ritroviamo la SACOM che è entrata di lenza e si è piazzata di chiatto e che non sappiamo come toglierci dal groppone. Il popolo di Carinola non finirà mai di ringraziare l’ intraprendente  ex sindaco per tutti i regali che ha fatto alla comunità. Ma spenta la sua stella, se n’è accesa subito un’altra di uguale splendore e che oggi brilla imperterrita tra Casale di Principe e Carinola, regalandoci tutto il meglio in appalti pubblici. Beh, ogni favore, si ripaga; è giusto che sia così. Solo che i favori personali dei signorotti locali li ripaga sempre e solo la cittadinanza. Consapevolmente o inconsapevolmente. E allora basta! Basta ai  padroni, basta ai sottopadroni, ai lecchini, ai cagnolini, ai topini,  alle zoccole e a chiunque usi la cosa pubblica per scopi personali. E’ ora che Carinola imbocchi la via  del riscatto  e si liberi da ogni traccia di asservimento. Ci riusciremo? Chissà! La battaglia si può vincere solo se si combatte. Con guerrieri valorosi.

giu.ma

martedì 14 agosto 2012

Il Campetto della Vergogna



La  Giunta comunale in data 08/08/2012 ha deliberato le tariffe per il campo di calcetto di Casanova, vi risparmiamo quelle ad ore e a titolo semplificativo vi riportiamo quelle giornaliere per i residenti e per i non residenti  (Turisti, emigrati etc. ):

cinquanta/00 euro per ogni giorno o frazione di giorno (residenti)
cento/00 euro per ogni giorno o frazione  (non residenti)


Manifestazioni non sportive nel campetto ???

218,75 euro per i residenti
437,50 euro per i non residenti

Nella stessa delibera si è deciso di aumentare la mensa scolastica da  TRENTA/00 EURO  a CINQUANTA/00 EURO per ogni alunno.

 C’è crisi, c’è crisi, c’è crisi.

P.S. Il campetto è chiuso o  è aperto? Mi rivolgo ai Vigili di Casanova che noto spesso in piazza.
Un campetto senza spogliatoio è utilizzabile?
La Giunta ha approvato un progetto con indizione di gara per realizzare un impianto fotovoltaico sullo spogliatoio del campetto di Casanova. L’unica parte realizzata dello spogliatoio sono le fondamenta.
Recatevi dietro la villa, ormai abbandonata,  nel degrado totale, così come, puntualmente, denunciato dal Quiquiri e chiedetevi dove potrebbe essere realizzato l’impianto  fotovoltaico. Giggino è un “genio” quando sarete in molti vi farà pagare la tassa, tanto per non smentirsi “Giggino il Tasso”.

Tex

Amaro ritorno


Ieri di ritorno dalla Spagna subito ho reperito notizie sulle ultime vicende carinolesi. Ho notato che  ancora una volta la classe dirigente ha permesso il perpetuarsi di violenze e danneggiamenti per l'economia di Carinola. Non è tollerabile la dichiarazione resa dal Primo Cittadino e pubblicata nel sito Carinola.net. A mio avviso il Sindaco, la sua giunta e la maggioranza consiliare dovevano intervenire anche con proteste clamorose per evitare tale soppressione, e non lasciare tale compito alla minoranza o ad alte forze politiche non presenti in Consiglio Comunale. Forse non ci si rende conto che senza tali strutture l'economia carinolese subirà una battuta di arresto non solo nella frazione capoluogo, in cui la maggior parte delle attività commerciali sarnno destinate alla chiusura, ma anche in tutte le frazioni circostanti che ogni giorno attendono ed assistono al passaggio degli utenti della sede staccata del Tribunale. 
È proprio vero. Non solo tale maggioranza non riesce a muovere nessun passo per proteggere e garantire l'ormai atteso sviluppo del settore agricolo nascondendosi dietro alla frase ""non ci sono soldi"", ma questi riescono brillantemente a perdere la seconda fortuna della nostra terra, ovvero la sede staccata del Tribunale. 
Mi diceva qualche anno fa un imprenditore del Nord ""tutti sono capaci a realizzare opere con capitali a disposizione, ma solo i migliori riescono a realizzarle con zero risorse""....a ciò mi va di aggiungere che chi oggi amministra Carinola ne riesce a carpire fondi per incentivare l'agricoltura, che ricordo essere la prima attività economica praticata nel comune di Carinola, ne riesce a conservare le poche risorse che il martoriato territorio ha. Un ringraziamento allora lo devo a chi riesce in questa ridicola opera e a tutti coloro che perseverano nel sostenere tali persone.

anonimo

mercoledì 8 agosto 2012

La valorizzazione paga sempre, ma…


Ho visitato più volte la Basilica di Foro Claudio in questi ultimi tempi ed ho potuto notare la continua crescita di visitatori e fedeli che, ogni domenica, affollano la chiesa. Non vengono solo ad ascoltare la Messa, ma vengono anche a visitare il luogo. Li vedi scrutare gli affreschi con attenzione, cercare di leggere  le poche didascalie visibili, alzare gli occhi per ammirare il magnifico affresco dell’abside centrale. Qualcuno vorrebbe saperne di più, ma la sua curiosità è costretta ad un arresto perché non c’è chi possa dare spiegazioni se non il sacerdote. Né ci sono ancora depliant informativi che possano soddisfarla.
Il nostro stupendo monumento è stato ancora più impreziosito dalla presenza di una suggestiva  statua della Vergine proveniente da Medjugorie, messa alla destra dell’abside per chi entra, e illuminata dalla luce di un faretto che ne risalta la bellezza. Ci si è anche fornirti di amplificazione per il servizio liturgico perché, non dimentichiamo, il luogo è prima di tutto una chiesa. I fedeli che vengono da ogni parte ad ascoltare la Messa sono ora tantissimi e qualcuno è costretto a sedersi sui gradini perché non trova posto.
Un gioiello di Basilica che richiama gente e un sacerdote attivo e innamorato della sua missione sono un’ accoppiata vincente per Carinola: la gente risponde con la sua presenza e il Comune, paurosamente in letargo, sembra risvegliarsi all’improvviso, grazie alla valorizzazione dei beni storici presenti sul territorio e alle persone giuste che sanno contribuire alla loro valorizzazione con attività adeguate. Ora, per il prossimo 14 Agosto, vigilia dell’Assunta, ci sarà un’altra bellissima iniziativa: una fiaccolata che verso le 23,30 partirà dal paese per dirigersi all’Episcopio, dove a mezzanotte sarà celebrata la Messa.

Tutto bene? Tutti felici e contenti? Affatto. Il neo c’è sempre a deturpare ogni bellezza...

Il luogo affascina e attira. Le giovani coppie fanno a gara  per  sposarsi in quella chiesa, tanto che è nata quasi una simpatica competizione tra la Basilica e il Convento di San Francesco, altro bellissimo luogo gettonato dalle coppie. Il primo ad aprire la fila degli sponsali è stato proprio l'onorevole Grimaldi, che ha voluto impreziosire il suo recente matrimonio circondandosi della cornice storica della Basilica, per l'occasione stupendamente ripulita e addobbata. 
Tutto si fa per l'onorevole! E per i comuni mortali?...  
Dalle nostre parti diciamo: finita la festa,  gabbato il santo.

Non si possono valorizzare luoghi di richiamo popolare e poi abbandonarli a se stessi. Il parcheggio predisposto ai lati della Basilica non è sufficiente a contenere la marea di auto che ora arrivano, inoltre il luogo va continuamente ripulito da erbacce e rami infestanti.  Chi lo fa? I LSU comunali? Niente affatto. Lo fanno normalissimii cittadini che dedicano un po’ del loro tempo alla manutenzione del luogo perché, in sottinteso, è come se fosse stato detto: ecco, ora che la Basilica ce l’avete, arrangiatevi voi.
Solita solfa, solita storia. 
tricchetracche

lunedì 6 agosto 2012

Un Comune all' avanguardia


Fontana zampillante
Chi si lamenta dell’amministrazione di questo Comune e dell’on. Grimaldi che l’ha voluta, non ha capito nulla della vera politica; quella attiva, quella del fare. 
Come Berlusconi è stato il salvatore dell’Italia, l’on. Grimaldi è stato il salvatore del nostro Comune. Sotto la sua guida, gli amministratori hanno operato miracoli e oggi possiamo vedere ciò che in paese non abbiamo mai visto prima: centri abitati pulitissimi, beni culturali curati e valorizzati, acqua corrente a tutto spiano, spazi verdi per adulti e bambini molto ben tenuti, in cui gli uni e gli altri possono trascorrere piacevoli momenti di svago e di crescita. Sicuramente i bambini ricorderanno, da adulti, l’oasi felice in cui sono cresciuti e che ha contribuito a farli diventare persone mature, ben equilibrate e felici di ritornare nel luogo della loro infanzia e adolescenza. 
Anche i vecchi ricorderanno i loro momenti trascorsi a chiacchierare insieme a tanti compaesani, a farsi una partitina a bocce, a sorbirsi un gelato in una villa pulita, circondati dalle nuove generazioni. Peccato che non ci saranno più per tramandare la serenità della loro vecchiaia, vissuta in questo piccolo ma caro Comune.
La forza politica dell’on. la possiamo vedere proprio dall’operato di questa amministrazione che riceve finanziamenti a pioggia per la realizzazione delle sue idee. E’ la prova che quando hai un concittadino in un posto che conta, molti problemi vengono risolti. Bene ha fatto la maggioranza dei cittadini di Carinola a votare la lista da lui voluta e a fidarsi ciecamente delle sue promesse. 
Ora si ritrovano esattamente quello che volevano e quello che l’on. aveva assicurato: un Comune splendido, vivibile, ben tenuto e senza grossi problemi. Mi auguro che alle prossime elezioni vorranno riconfermare la sua efficientissima squadra.


Vasca con pesciolini....

.... e fiori di lillà
 



Pulitissimo spazio giochi

Altro pulitissimo spazio giochi
Efficiente campetto multifunzionale
Giardino all'inglese


Geppi

mercoledì 1 agosto 2012

Metamorfosi


Carinola - Loggiato di Palazzo Marzano

Carinola e le sue trasformazioni, quale è il bilancio? Proviamo a farlo insieme, cominciando dall’ urbanistica. Passando per il paesaggio rurale, le cose avrebbero bisogno di essere quanto meno riviste, regolamentate, attuando provvedimenti volti alla tutela delle preesistenze, come ad esempio quelle che troviamo nelle corti, negli antichi palazzi privati dei centri storici, nelle masserie e nei casolari che tanto suggestionano i nostri sguardi. Non è impresa facile, soprattutto in tempi di crisi, ma piuttosto che stravolgere le cose di punto in bianco, sarebbe opportuno operare con piccoli interventi per volta. Sia chiaro, se aspettiamo indirizzi dalle amministrazioni e dai tecnici che ci governano - sempre impegnati a litigare per la marmellata - non concluderemo un bel niente, dunque si confida nel buon senso dei proprietari. 
Case disabitate, sommate all’abbandono e all’incuria, dominano per la maggiore i centri storici di Carinola (l’Annunziata), Casanova (Borgo Laurenzi), Ventaroli, Casale, Nocelleto,  tutti potenzialmente attrattivi se fossero rimaneggiati e quotidianamente puliti dal personale di cui dispone l’amministrazione. Ma cio’ non avviene e non capiamo perché nonostante gli sforzi necessari non siano cosi’ ciclopici. Un punto negativo dunque per il paesaggio urbano. Il paesaggio rurale e naturale soffre anch’esso dell’incuria, ma  tutto sommato  basterebbe almeno un’ annuale pulizia dei rovi, anche per impedire alle fiamme degli incendi estivi di deturpare le cascine ed i terreni. Gia’, gli incendi estivi! Doloroso capitolo degli ultimi venti anni. Come combatterli? Il sindaco e l’ amministrazione vogliono davvero farlo, per preservare il paesaggio naturale delle montagne e delle colline del Comune a favore delle prossime generazioni? Chissa’ se ci hanno mai pensato, se quanto appena detto è mai stato oggetto di discussione, posto addirittura come un punto all’ordine del giorno di una qualsivoglia riunione di maggioranza. 
Ci riserviamo di dubitare, sperando che qualcuno dei consiglieri possa per caso leggere questo pezzo e farsi carico di far pressione per una sana discussione in maggioranza. Positive invece le trasformazioni avvenute e che stanno per avvenire nei palazzi  e nelle chiese del Comune, dove interventi degli ultimi anni hanno rinnovato le parti interne ed esterne di numerosi gioielli artistico-architettonici, che possono essere visitati,speriamo al piu’ presto da turisti e studiosi. Ed infine come è cambiata la nostra comunità? Quali sono le aspirazioni e le angosce quotidiane? Forse, come i centri storici e le campagne, anche noi ci lasciamo troppo abbandonare, o allora preferiamo bruciare dentro, come gli incendi, senza che nessuno ci porti dell’acqua per spegnere le fiamme.

Masase

domenica 29 luglio 2012

Bandiera Blu? no... Gialla


 Nel guardare il mare della riviera domizia di questi giorni a tutto si pensa ma non al blù. il blù inteso come mare pulito e trasparente e soprattutto salubre. L'esposizione della bandiera rossa che segnala mare mosso dovrebbe essere affiancata da una gialla. Per intenderci la gialla era quella che segnalava pericolo di epidemie sulle navi contagiate dal colera o dallo scorbuto. 

Il massimo si  è raggiunto mercoledì pomeriggio quando i pochi bagnanti hanno vissuto qualche ora di terrore. Ad un tratto nel mare sono comparse numerosissime chiazze scure e minacciose lungo tutto il litorale che lentamente ma inesorabilmente si avvicinavano alla riva. Quelli che guardavano cercavano di indovinare cosa stesse in arrivo, chi optava per la pulitura clandestina di qualche petroliera, chi per il guasto del depuratore di Mondragone, la maggioranza, visto il vento di scirocco, che tirava da Napoli, pensavano alla monnezza napoletana. Quando  lo sbarco si è concluso sulla spiaggia si è potuto constatare da una rapida ispezione che invece si trattava di rifiuti locali. Il forte temporale che si è abbattuto i giorni scorsi su Mondragone ha fatto sì che la grande massa d'acqua  ripulisse tutti i fossi di scolo e fognature abusive varie. Se il vento fosse rimasto di levante nessuno si sarebbe accorto di nulla ma girato a scirocco il mare ha consegnato tutto al mittente. 

Tutta la spiaggia era cosparsa di erbacce, legna marcia, frutta e verdura, campionari di ogni tipo di plastica, e perfino la carogna di un animale che a prima vista sembrava quella di un maiale rivelatasi poi per quella di un cane. Non mancavano numerose siringhe  di quelle che usano i dibiateci e non, segnale che nella zona ci sono tanti che soffrono di quella patologia, peccato che qualcuna era sporca di sangue. La presenza più preoccupante era quella dei vermi, tanti vermi, non quelli scuri o rossi che saltano chiamati comunemente pulci di mare e che mangiano il pescato:  vermi lunghi e piatti che strisciavano sul bagniasciuga cercando di raggiugere l'arenile provenienti dal mare dove evidentemente erano schiusi. 

Questa la cruda cronaca, le riflessioni ovvie e ripetitive sono sempre le stesse. La più bella spiaggia d'Italia violentata da popolazioni incivili che vivono in mezzo ad un tesoro senza apprezzarlo. Non solo non lo valorizzano come tanti altri ma fanno di tutto per distruggerlo e renderlo improponibile agli occhi di tutti, locali e non. 

Un piccolo segnale positivo è dato dagli  imprenditori locali che in questi anni hanno fatto notevoli sforzi per migliorare le loro strutture.  Anche in questi giorni si sono dati da fare giorno e notte per pulire tutto e cancellare i segni della marea nera. Peccato che le istituzioni non facciano la loro parte, sarebbe di valido aiuto noleggiare uno spazzamare che funzionasse nel periodo estivo facendo pagare un ticket ai gestori dei lidi che sarebbero felici di versarlo. Per gli interventi a terra bisognerà aspettare che cresca il senso civico degi indigeni e non, finchè non si abitueranno alla civiltà moderna. Anche le lente  istituzioni campane sembra  si stiano muovendo con uno stanziamento fuori del normale denominato proprio "Bandiera blù" - bisognerebbe vigilare su come vengono impiegati questi fondi e che servano effettivamente al risanamento e alla valorizzazione del Litorale Domizio.Vigilare per impedire che non prendano la solita via delle tasche dei soliti noti e, se dovesse accadere,  chiedere che vengano scoperti e perseguiti subito e non dopo decine di anni come come si usa da queste parti.

Bagnante Affranto