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mercoledì 29 agosto 2012

I politici del qua qua



Non tutti sono a conoscenza della polemica che in questi giorni imperversa in Puglia con contendenti principali Romina Power e l'assessore alle opere pubbliche della regione. Putroppo in Italia la stampa è asservita al potere politico e pubblica solo quello che fa comodo a questo. 
La regione Puglia aveva dato il via alla realizzazione di una condotta fognaria che sfocia nel mare di Manduria sul litorale Salentino. L'operazione stava andando in porto tra l'indifferenza generale degli abitanti della zona, ormai diventati indifferenti a qualunque scempio ambientale come tutti gli italiani. 

Fortunatamente per loro da anni si è insediata in quei luoghi, adottandoli e venedone adottata, un'americana di nome Romina Power molto conosciuta e stimata in tutto il mondo. Questa signora ha scritto una lettera di protesta al presidente della regione Vendola chiedendogli di rivedere il progetto. Le motivazioni sono semplici: quel mare è uno dei più belli del mondo. Chi va in vacanza in quelle zone resta colpito dalla sua trasparenza degna delle migliori mete turistiche esotiche. Il boom di presenze che sta registrando il Salento in questi anni è dovuto esclusivamente al suo mare. Il reclamizzato presidente della Puglia invece di salvaguardare questa unica risorsa economica permette ogni tipo di attentati, si permette di costruire nell'acqua e di distruggere la bellissima pineta o addiritura di scaricare liquami. 
Anche in questa occasione ha dimostrato la sua fama di paladino dell'ambiente risolvendo immediatamente la questione passando la pratica al suo assessore alle opere pubbliche. 

Questi, un politicante di lungo corso riciclato  democristiano nel Pd , ha risposto alla Power che la depurazione non è come ballare il Qua Qua. Con questa frase ha compendiato l'arroganza autoreferenziale di tutta la politica italiana che non vuole essere contraddetta da nessuno nemmeno per un motivo giusto. 
Forse quell'opera già appaltata dovrà fornire fondi per le prossime elezioni e non si può permettere a nessuno di fermarla. Sfortunatamente per lui ed il suo presidente super ambientalista la sua frase si è ritorta contro di loro. Per incanto  tuti i movimenti ambientalisti stanno facendo sentire la loro voce e perfino Al Bano è sceso in campo per difendere la ex moglie da cui è separato da anni. Tante manifestazioni all'insegna del qua qua per dire a questi politici che sono solo dei quaquaraquà

Gazzettino del Salento

sabato 25 agosto 2012

DOVE ANDIAMO?


DOVE ANDIAMO?

Dove andiamo?
I poeti, gli artisti, i filosofi ispirati, i saggi sinceri, le menti esasperate lo sanno: verso l’abisso.
Ma, dalla nostra origine, durante i secoli, le religioni, soprattutto le tre grandi religioni monoteiste, hanno anestetizzato la follia primitiva del pensiero che esiste in ciascuno di noi. Così la risposta sensata “noi andiamo all’abisso” eccede il nostro vocabolario, le nostre conversazioni immaginabili, può essere gli stessi nostri così tragici monologhi segreti. Noi non andiamo da nessuna parte che non sia un luogo abitabile. Ecco venire a noi il tempo delle convulsioni.
Lo spirito più normale,
per esempio quello di un uomo politico,
lo sente, lo sa, se ne spaventa:
noi andiamo verso l’abisso.

Tuttavia,
noi viviamo e siamo degli esseri viventi.
In vita ancora.
Ora, gli uomini sfidano tutto,
sfidano il destino, sfidano i pronostici,
sfidano Dio.

L’uomo, è colui che tenta L’Impossibile.
In vita ancora,
noi tentiamo l’impossibile.

Noi non eviteremo l’abisso.
Ma noi vogliamo immaginare, quindi creare al di là
dell’abisso prossimo,
orribilmente prossimo,
le comunità, le città
un’altra presenza sulla terra,
un altro modo di abitare qui,
un’altra maniera di passare il tempo
della nostra vita sulla terra.


INTERRUZIONE

I pensieri antichi sono dei virus, essi sterminano silenziosamente miliardi di particelle di poesie, di filosofie, di società di aforismi in via di costituzione, di popoli dalle intuizioni selvagge. Nei licei, le università, nelle istituzioni culturali, nei media,
in questi ospedali del sapere, agonizzano e muoiono di queste malattie nosocomiali che sono i pensieri antichi, i geni, gli inventori, gli insensati.

Come fare?
Suscitare in tutti i campi la venuta di un’ INTERRUZIONE.

Provocare un GUASTO.

Che nasca e si prolunghi in un’immensa esitazione
delle coscienze,
che s’apra e si ingrandisca all’infinito come un vortice
tra tutte le attività,
che alcun avvenimento non sia d’ora in poi
vicino di un altro avvenimento,
ognuno gironzolando solo giorno e notte in un mondo
inedito senza continuità,
come se apparisse, fragile poi infrangibile
nel silenzio infine regnante,
la parola innocente che si prenderà gioco di tutto.

Queste linee non sono incantesimi
né delle nuove superstizioni,
esse vogliono parole sagge,
essere vengono a voi in un pensiero di precisione :
dove andiamo? verso l’abisso.
Impossibile!
Ma ancora?
Eh bene si, noi siamo in vita ancora.
Noi vogliamo offrire delle nuove città
e delle comunità che verranno dopo l’interruzione,
aldilà dell’abisso.

(Traduzione tratta da un manifesto letterario a firma di Michel Buttel, apparso in agosto 2012 sulla rivista francese L’Impossible)

MiSo

lunedì 20 agosto 2012

Qualcosa bolle in pentola


Spero di non sbagliarmi, ma percepisco un sommovimento  clandestino, ma non troppo, che sembra appropriarsi  degli animi di molti carinolesi, quasi fossimo al tempo  dei carbonari. Che sia l’inizio di nuovi moti di liberazione? Non è affatto strano che in pieno 2012 e in un paese democratico ci si debba liberare di qualcuno, ma forse ci si deve liberare più da qualcosa che da qualcuno.
Ci si deve assolutamente liberare da un certo modo di fare politica, da quella politica oligarchica che ha penalizzato enormemente il territorio e i cittadini, favorendo solo il signore di turno e la sua corte. I frutti di questa politica li vediamo: territorio economicamente affossato, ambientalisticamente distrutto, culturalmente ottenebrato; centri cittadini sporchi e abbandonati a qualsiasi tipo di degrado, strade cittadine secondarie dissestate fini all’inverosimile, servizi sociali e civici assolutamente inesistenti, cittadini scontenti e trascurati. Niente si è fatto per la comunità! E allora, fino a quando si può essere complici di questa irresponsabile gestione della cosa pubblica? Perché, è bene dirlo chiaro e tondo, chi non si oppone è complice.

I signori di turno hanno sempre adottato una gestione amministrativa, diciamo, molto “disinvolta”, in cui i finanziamenti pubblici andavano a finire dappertutto, ma non dove dovevano andare. E così ci ritroviamo un Comune che fa solo pietà  nel suo avvilente abbandono, ma, in compenso, ci ritroviamo un ex sindaco particolarmente ricco e con la villa al mare, comprata con i soldi pubblici; che si è piazzato molto bene sulla scala lavorativa provinciale e altrettanto bene ha piazzato i suoi figli. La sua politica è stata così disinvolta che oggi, in Comune, ci ritroviamo sette (e dico sette!) capi-settori che mangiano più della metà dei soldi pubblici (i nostri, quelli delle nostre scandalose tasse!) per i loro grassi stipendi e indennità varie e che potrebbero essere spesi in altro modo. Per pagare la ESOGEST ad esempio, altra azienda senza macchia e senza paura,  che senza soldi non canta messe e ci lascia, in piena calura agostina, immersi nell’immondizia. Neanche al Comune di   Roma o di Milano ce ne sono  tanti di capi-settori! 

Ci ritroviamo la SACOM che è entrata di lenza e si è piazzata di chiatto e che non sappiamo come toglierci dal groppone. Il popolo di Carinola non finirà mai di ringraziare l’ intraprendente  ex sindaco per tutti i regali che ha fatto alla comunità. Ma spenta la sua stella, se n’è accesa subito un’altra di uguale splendore e che oggi brilla imperterrita tra Casale di Principe e Carinola, regalandoci tutto il meglio in appalti pubblici. Beh, ogni favore, si ripaga; è giusto che sia così. Solo che i favori personali dei signorotti locali li ripaga sempre e solo la cittadinanza. Consapevolmente o inconsapevolmente. E allora basta! Basta ai  padroni, basta ai sottopadroni, ai lecchini, ai cagnolini, ai topini,  alle zoccole e a chiunque usi la cosa pubblica per scopi personali. E’ ora che Carinola imbocchi la via  del riscatto  e si liberi da ogni traccia di asservimento. Ci riusciremo? Chissà! La battaglia si può vincere solo se si combatte. Con guerrieri valorosi.

giu.ma

martedì 14 agosto 2012

Il Campetto della Vergogna



La  Giunta comunale in data 08/08/2012 ha deliberato le tariffe per il campo di calcetto di Casanova, vi risparmiamo quelle ad ore e a titolo semplificativo vi riportiamo quelle giornaliere per i residenti e per i non residenti  (Turisti, emigrati etc. ):

cinquanta/00 euro per ogni giorno o frazione di giorno (residenti)
cento/00 euro per ogni giorno o frazione  (non residenti)


Manifestazioni non sportive nel campetto ???

218,75 euro per i residenti
437,50 euro per i non residenti

Nella stessa delibera si è deciso di aumentare la mensa scolastica da  TRENTA/00 EURO  a CINQUANTA/00 EURO per ogni alunno.

 C’è crisi, c’è crisi, c’è crisi.

P.S. Il campetto è chiuso o  è aperto? Mi rivolgo ai Vigili di Casanova che noto spesso in piazza.
Un campetto senza spogliatoio è utilizzabile?
La Giunta ha approvato un progetto con indizione di gara per realizzare un impianto fotovoltaico sullo spogliatoio del campetto di Casanova. L’unica parte realizzata dello spogliatoio sono le fondamenta.
Recatevi dietro la villa, ormai abbandonata,  nel degrado totale, così come, puntualmente, denunciato dal Quiquiri e chiedetevi dove potrebbe essere realizzato l’impianto  fotovoltaico. Giggino è un “genio” quando sarete in molti vi farà pagare la tassa, tanto per non smentirsi “Giggino il Tasso”.

Tex

Amaro ritorno


Ieri di ritorno dalla Spagna subito ho reperito notizie sulle ultime vicende carinolesi. Ho notato che  ancora una volta la classe dirigente ha permesso il perpetuarsi di violenze e danneggiamenti per l'economia di Carinola. Non è tollerabile la dichiarazione resa dal Primo Cittadino e pubblicata nel sito Carinola.net. A mio avviso il Sindaco, la sua giunta e la maggioranza consiliare dovevano intervenire anche con proteste clamorose per evitare tale soppressione, e non lasciare tale compito alla minoranza o ad alte forze politiche non presenti in Consiglio Comunale. Forse non ci si rende conto che senza tali strutture l'economia carinolese subirà una battuta di arresto non solo nella frazione capoluogo, in cui la maggior parte delle attività commerciali sarnno destinate alla chiusura, ma anche in tutte le frazioni circostanti che ogni giorno attendono ed assistono al passaggio degli utenti della sede staccata del Tribunale. 
È proprio vero. Non solo tale maggioranza non riesce a muovere nessun passo per proteggere e garantire l'ormai atteso sviluppo del settore agricolo nascondendosi dietro alla frase ""non ci sono soldi"", ma questi riescono brillantemente a perdere la seconda fortuna della nostra terra, ovvero la sede staccata del Tribunale. 
Mi diceva qualche anno fa un imprenditore del Nord ""tutti sono capaci a realizzare opere con capitali a disposizione, ma solo i migliori riescono a realizzarle con zero risorse""....a ciò mi va di aggiungere che chi oggi amministra Carinola ne riesce a carpire fondi per incentivare l'agricoltura, che ricordo essere la prima attività economica praticata nel comune di Carinola, ne riesce a conservare le poche risorse che il martoriato territorio ha. Un ringraziamento allora lo devo a chi riesce in questa ridicola opera e a tutti coloro che perseverano nel sostenere tali persone.

anonimo

mercoledì 8 agosto 2012

La valorizzazione paga sempre, ma…


Ho visitato più volte la Basilica di Foro Claudio in questi ultimi tempi ed ho potuto notare la continua crescita di visitatori e fedeli che, ogni domenica, affollano la chiesa. Non vengono solo ad ascoltare la Messa, ma vengono anche a visitare il luogo. Li vedi scrutare gli affreschi con attenzione, cercare di leggere  le poche didascalie visibili, alzare gli occhi per ammirare il magnifico affresco dell’abside centrale. Qualcuno vorrebbe saperne di più, ma la sua curiosità è costretta ad un arresto perché non c’è chi possa dare spiegazioni se non il sacerdote. Né ci sono ancora depliant informativi che possano soddisfarla.
Il nostro stupendo monumento è stato ancora più impreziosito dalla presenza di una suggestiva  statua della Vergine proveniente da Medjugorie, messa alla destra dell’abside per chi entra, e illuminata dalla luce di un faretto che ne risalta la bellezza. Ci si è anche fornirti di amplificazione per il servizio liturgico perché, non dimentichiamo, il luogo è prima di tutto una chiesa. I fedeli che vengono da ogni parte ad ascoltare la Messa sono ora tantissimi e qualcuno è costretto a sedersi sui gradini perché non trova posto.
Un gioiello di Basilica che richiama gente e un sacerdote attivo e innamorato della sua missione sono un’ accoppiata vincente per Carinola: la gente risponde con la sua presenza e il Comune, paurosamente in letargo, sembra risvegliarsi all’improvviso, grazie alla valorizzazione dei beni storici presenti sul territorio e alle persone giuste che sanno contribuire alla loro valorizzazione con attività adeguate. Ora, per il prossimo 14 Agosto, vigilia dell’Assunta, ci sarà un’altra bellissima iniziativa: una fiaccolata che verso le 23,30 partirà dal paese per dirigersi all’Episcopio, dove a mezzanotte sarà celebrata la Messa.

Tutto bene? Tutti felici e contenti? Affatto. Il neo c’è sempre a deturpare ogni bellezza...

Il luogo affascina e attira. Le giovani coppie fanno a gara  per  sposarsi in quella chiesa, tanto che è nata quasi una simpatica competizione tra la Basilica e il Convento di San Francesco, altro bellissimo luogo gettonato dalle coppie. Il primo ad aprire la fila degli sponsali è stato proprio l'onorevole Grimaldi, che ha voluto impreziosire il suo recente matrimonio circondandosi della cornice storica della Basilica, per l'occasione stupendamente ripulita e addobbata. 
Tutto si fa per l'onorevole! E per i comuni mortali?...  
Dalle nostre parti diciamo: finita la festa,  gabbato il santo.

Non si possono valorizzare luoghi di richiamo popolare e poi abbandonarli a se stessi. Il parcheggio predisposto ai lati della Basilica non è sufficiente a contenere la marea di auto che ora arrivano, inoltre il luogo va continuamente ripulito da erbacce e rami infestanti.  Chi lo fa? I LSU comunali? Niente affatto. Lo fanno normalissimii cittadini che dedicano un po’ del loro tempo alla manutenzione del luogo perché, in sottinteso, è come se fosse stato detto: ecco, ora che la Basilica ce l’avete, arrangiatevi voi.
Solita solfa, solita storia. 
tricchetracche

lunedì 6 agosto 2012

Un Comune all' avanguardia


Fontana zampillante
Chi si lamenta dell’amministrazione di questo Comune e dell’on. Grimaldi che l’ha voluta, non ha capito nulla della vera politica; quella attiva, quella del fare. 
Come Berlusconi è stato il salvatore dell’Italia, l’on. Grimaldi è stato il salvatore del nostro Comune. Sotto la sua guida, gli amministratori hanno operato miracoli e oggi possiamo vedere ciò che in paese non abbiamo mai visto prima: centri abitati pulitissimi, beni culturali curati e valorizzati, acqua corrente a tutto spiano, spazi verdi per adulti e bambini molto ben tenuti, in cui gli uni e gli altri possono trascorrere piacevoli momenti di svago e di crescita. Sicuramente i bambini ricorderanno, da adulti, l’oasi felice in cui sono cresciuti e che ha contribuito a farli diventare persone mature, ben equilibrate e felici di ritornare nel luogo della loro infanzia e adolescenza. 
Anche i vecchi ricorderanno i loro momenti trascorsi a chiacchierare insieme a tanti compaesani, a farsi una partitina a bocce, a sorbirsi un gelato in una villa pulita, circondati dalle nuove generazioni. Peccato che non ci saranno più per tramandare la serenità della loro vecchiaia, vissuta in questo piccolo ma caro Comune.
La forza politica dell’on. la possiamo vedere proprio dall’operato di questa amministrazione che riceve finanziamenti a pioggia per la realizzazione delle sue idee. E’ la prova che quando hai un concittadino in un posto che conta, molti problemi vengono risolti. Bene ha fatto la maggioranza dei cittadini di Carinola a votare la lista da lui voluta e a fidarsi ciecamente delle sue promesse. 
Ora si ritrovano esattamente quello che volevano e quello che l’on. aveva assicurato: un Comune splendido, vivibile, ben tenuto e senza grossi problemi. Mi auguro che alle prossime elezioni vorranno riconfermare la sua efficientissima squadra.


Vasca con pesciolini....

.... e fiori di lillà
 



Pulitissimo spazio giochi

Altro pulitissimo spazio giochi
Efficiente campetto multifunzionale
Giardino all'inglese


Geppi

mercoledì 1 agosto 2012

Metamorfosi


Carinola - Loggiato di Palazzo Marzano

Carinola e le sue trasformazioni, quale è il bilancio? Proviamo a farlo insieme, cominciando dall’ urbanistica. Passando per il paesaggio rurale, le cose avrebbero bisogno di essere quanto meno riviste, regolamentate, attuando provvedimenti volti alla tutela delle preesistenze, come ad esempio quelle che troviamo nelle corti, negli antichi palazzi privati dei centri storici, nelle masserie e nei casolari che tanto suggestionano i nostri sguardi. Non è impresa facile, soprattutto in tempi di crisi, ma piuttosto che stravolgere le cose di punto in bianco, sarebbe opportuno operare con piccoli interventi per volta. Sia chiaro, se aspettiamo indirizzi dalle amministrazioni e dai tecnici che ci governano - sempre impegnati a litigare per la marmellata - non concluderemo un bel niente, dunque si confida nel buon senso dei proprietari. 
Case disabitate, sommate all’abbandono e all’incuria, dominano per la maggiore i centri storici di Carinola (l’Annunziata), Casanova (Borgo Laurenzi), Ventaroli, Casale, Nocelleto,  tutti potenzialmente attrattivi se fossero rimaneggiati e quotidianamente puliti dal personale di cui dispone l’amministrazione. Ma cio’ non avviene e non capiamo perché nonostante gli sforzi necessari non siano cosi’ ciclopici. Un punto negativo dunque per il paesaggio urbano. Il paesaggio rurale e naturale soffre anch’esso dell’incuria, ma  tutto sommato  basterebbe almeno un’ annuale pulizia dei rovi, anche per impedire alle fiamme degli incendi estivi di deturpare le cascine ed i terreni. Gia’, gli incendi estivi! Doloroso capitolo degli ultimi venti anni. Come combatterli? Il sindaco e l’ amministrazione vogliono davvero farlo, per preservare il paesaggio naturale delle montagne e delle colline del Comune a favore delle prossime generazioni? Chissa’ se ci hanno mai pensato, se quanto appena detto è mai stato oggetto di discussione, posto addirittura come un punto all’ordine del giorno di una qualsivoglia riunione di maggioranza. 
Ci riserviamo di dubitare, sperando che qualcuno dei consiglieri possa per caso leggere questo pezzo e farsi carico di far pressione per una sana discussione in maggioranza. Positive invece le trasformazioni avvenute e che stanno per avvenire nei palazzi  e nelle chiese del Comune, dove interventi degli ultimi anni hanno rinnovato le parti interne ed esterne di numerosi gioielli artistico-architettonici, che possono essere visitati,speriamo al piu’ presto da turisti e studiosi. Ed infine come è cambiata la nostra comunità? Quali sono le aspirazioni e le angosce quotidiane? Forse, come i centri storici e le campagne, anche noi ci lasciamo troppo abbandonare, o allora preferiamo bruciare dentro, come gli incendi, senza che nessuno ci porti dell’acqua per spegnere le fiamme.

Masase

domenica 29 luglio 2012

Bandiera Blu? no... Gialla


 Nel guardare il mare della riviera domizia di questi giorni a tutto si pensa ma non al blù. il blù inteso come mare pulito e trasparente e soprattutto salubre. L'esposizione della bandiera rossa che segnala mare mosso dovrebbe essere affiancata da una gialla. Per intenderci la gialla era quella che segnalava pericolo di epidemie sulle navi contagiate dal colera o dallo scorbuto. 

Il massimo si  è raggiunto mercoledì pomeriggio quando i pochi bagnanti hanno vissuto qualche ora di terrore. Ad un tratto nel mare sono comparse numerosissime chiazze scure e minacciose lungo tutto il litorale che lentamente ma inesorabilmente si avvicinavano alla riva. Quelli che guardavano cercavano di indovinare cosa stesse in arrivo, chi optava per la pulitura clandestina di qualche petroliera, chi per il guasto del depuratore di Mondragone, la maggioranza, visto il vento di scirocco, che tirava da Napoli, pensavano alla monnezza napoletana. Quando  lo sbarco si è concluso sulla spiaggia si è potuto constatare da una rapida ispezione che invece si trattava di rifiuti locali. Il forte temporale che si è abbattuto i giorni scorsi su Mondragone ha fatto sì che la grande massa d'acqua  ripulisse tutti i fossi di scolo e fognature abusive varie. Se il vento fosse rimasto di levante nessuno si sarebbe accorto di nulla ma girato a scirocco il mare ha consegnato tutto al mittente. 

Tutta la spiaggia era cosparsa di erbacce, legna marcia, frutta e verdura, campionari di ogni tipo di plastica, e perfino la carogna di un animale che a prima vista sembrava quella di un maiale rivelatasi poi per quella di un cane. Non mancavano numerose siringhe  di quelle che usano i dibiateci e non, segnale che nella zona ci sono tanti che soffrono di quella patologia, peccato che qualcuna era sporca di sangue. La presenza più preoccupante era quella dei vermi, tanti vermi, non quelli scuri o rossi che saltano chiamati comunemente pulci di mare e che mangiano il pescato:  vermi lunghi e piatti che strisciavano sul bagniasciuga cercando di raggiugere l'arenile provenienti dal mare dove evidentemente erano schiusi. 

Questa la cruda cronaca, le riflessioni ovvie e ripetitive sono sempre le stesse. La più bella spiaggia d'Italia violentata da popolazioni incivili che vivono in mezzo ad un tesoro senza apprezzarlo. Non solo non lo valorizzano come tanti altri ma fanno di tutto per distruggerlo e renderlo improponibile agli occhi di tutti, locali e non. 

Un piccolo segnale positivo è dato dagli  imprenditori locali che in questi anni hanno fatto notevoli sforzi per migliorare le loro strutture.  Anche in questi giorni si sono dati da fare giorno e notte per pulire tutto e cancellare i segni della marea nera. Peccato che le istituzioni non facciano la loro parte, sarebbe di valido aiuto noleggiare uno spazzamare che funzionasse nel periodo estivo facendo pagare un ticket ai gestori dei lidi che sarebbero felici di versarlo. Per gli interventi a terra bisognerà aspettare che cresca il senso civico degi indigeni e non, finchè non si abitueranno alla civiltà moderna. Anche le lente  istituzioni campane sembra  si stiano muovendo con uno stanziamento fuori del normale denominato proprio "Bandiera blù" - bisognerebbe vigilare su come vengono impiegati questi fondi e che servano effettivamente al risanamento e alla valorizzazione del Litorale Domizio.Vigilare per impedire che non prendano la solita via delle tasche dei soliti noti e, se dovesse accadere,  chiedere che vengano scoperti e perseguiti subito e non dopo decine di anni come come si usa da queste parti.

Bagnante Affranto






venerdì 13 luglio 2012

OMMMMMMMMMM....


Voce bassa, occhi socchiusi, viso disteso ed avvolto in vesti orientali, abbiamo quasi fatto fatica a riconoscere il nostro big della politica, regista di vittorie lampanti, e di commissariamenti coatti. 

Un bagliore alabastrino lo avvolge, mentre invoca divinità dai nomi irripetibili. Raggiunto in Nepal, dove si trova per un viaggio molto speciale - La Ricerca del Cambiamento - si è subito aperto con la stampa planetaria, affrontando con serenità anche la calda questione Tribunale. «E’ assurdo tutto cio’. Non posso crederci, percio’ mi sono imbarcato su un battello di pescatori indiani, non potendo piu’ soffrire le crude parole dell’ Olandese. Credetemi,  non dirò più fregnacce, mai piu’ promesse vaghe, finanziamenti e posti vari: non  prometterò più niente alla mia gente, ma solo di poter trovare la pace interiore. Credetemi questo posto, questi monaci, queste tigri mi hanno cambiato letteralmente la vita. Forse adotterò un elefante, spero di poterlo far vedere ai carinolesi!” Gia’ il cambiamento è in lui, ora lo percorre e lo libera. Espressione iperlogorata dalla vecchia classe politica locale, il cambiamento rappresenta la parola più detta dai balconi per far abboccare i poveri elettori idealisti, mentre gli altri, i faccendieri ed i disperati stanno già pensando ad altro, i primi agli affari e alle buste i secondi a frigoriferi e alle televisioni al plasma. 

Al comando di due amministrazioni, la prima caduta per sua volontà, questo grosso pesce della politica casertana non riesce purtroppo a concretizzare nel suo piccolo comune un margine di cambiamento, cosi’ ha pensato di cercarlo da solo, altrove. Fatto di un’ altra stoffa, di seta, come quella che indossa,  riserva molte sorprese per il popolo. “Si, è tempo di cambiare ed i primi a farlo dobbiamo essere noi. Insegnero’ il digiuno e la preghiera, a rispettare la natura e la fauna che la abita! Insegnero’ a rispettare gli altri. Infine a meditare durante i consigli e credo che Antimo sara’ assessore delegato”. Mille idee, tanti propositi, ma quando tornerai a Carinola? “Tornare? Sarebbe assurdo, al contrario qui aspetto i carinolesi, tutti e naturalmente Giggi per primo. Ma a questo punto dovete concedermi spazio, perché voglio invitare degli amici speciali in segno di pace. Gennaro,  Mattia, Marcantonio, venite vi ospitero’ tra i monaci e le tigri che veglieranno su di voi.” 

Programma ambizioso, forse un tantino troppo, e chissà se questi ultimi tre accetteranno di restare con le tigri! Ma la domanda è: riuscirà a fondare una nuova Carinola in Nepal? Lo scopriremo fra qualche tempo. Intanto, Ommm....Ommmm…

Buddha

giovedì 5 luglio 2012

L’incursione del conte Biasox


In una serata molto calda, nel salone delle feste del palazzo della contea di Calenum si teneva il gran consiglio . L’aria afosa rendeva l’aria irrespirabile ed i notabili della contea là riuniti non vedevano l’ora di uscire fuori. L’argomento della riunione era la costruzione dei cimiteri ideata e progettata dal conte Biasox quando regnava sulla contea. La tentazione di quasi tutti i notabili era di non procedere più alla realizzazione di quelle opere in quanto solo il conte ne avrebbe incassato i proventi oltretutto era da tempo irreperibile. Il presidente dell’assemblea aveva appena finito di leggere l’ordine del giorno da discutere quando fu interrotto da un frastuono di ferraglia proveniente dall’esterno. Nemmeno il tempo di alzare la testa ed eccoti a tu per tu col conte Biasox in persona inguainato in una elegantissima corazza argentea e col suo cappello adornato di piume di pavone. I quattro gendarmi addetti al’ordine pubblico, destati dalla confusione, erano accorsi trafelati con le daghe strette fra le mani. Riconosciuto il conte rimisero le armi nel fodero e si inchinarono in un deferente saluto. I servi della gleba che erano presenti, con la segreta speranza che si mangiasse a sbafo come di consuetudine, si alzarono in piedi e la maggior parte si inginocchiò a mani giunte. Il povero Don Luis per poco non cadde dalla sedia per lo spavento e si congratulò con sé stesso per non essersi seduto sul trono. Tutti gli altri cavalieri restarono impietriti sulle sedie cercando furtivamente con lo sguardo una via di fuga. 
Nel terrore generale Il conte Biasox sguainò la sua spada che era stata benedetta dal papa quando era partito per la prima crociata. Il rumore e gli occhi di fuoco del conte terrorizzarono ulteriormente gli astanti che per paura di irritarlo si sforzavano perfino di non respirare. In quel silenzio tombale la voce tenorile del conte si potè sentire fino a qualche kilometro dal palazzo.  Il suo discorso inizialmente fu semplice e comprensibilissimo   “l’affare dei sepolcri”, disse, “è stata una mia idea e guai a chi ne impedirà la realizzazione, chi non sarà ucciso dalla mia spada sarà deferito al gran giurì di Maradonia mio amico che lo farà marcire per sempre in prigione, non mi interessa che i servi della gleba non sono contenti perchè loro non hanno diritti”. Notato che l’assemblea  lo guardava ed ascoltava con attenzione incominciò a dilungarsi con i suoi vecchi discorsi insensati. Mentre continuava nella sua orazione il suo ex generale, l’infido Abner da San Ruosi, ora ridotto a paggio di corte, gli girava intorno a capo chino disegnando suoi ritratti in varie pose che all’indomani avrebbe mostrato agli amici. Anche le dame presenti lo guardavano ammirate e contraccambiate dal suo sguardo che le frugava nel decolletè. In particolare donna Laura de Passerinis inguainata in un bellissimo vestito rosa arrivato da Parigi gli sorrideva estasiata. In verità cercava di attirare l’attenzione del conte perché questi la mantenesse ancora a capo della banda di suoi sostenitori. Il conte continuava con i suoi sproloqui che niente aggiungevano o levavano alle prime frasi  del suo discorso  tanto che il presidente dovette farsi coraggio e pregarlo di interrompersi per permettere ad altri di parlare. Dopo un’altra mezz’ora di chiacchiere inutili intervenne il duca Giano Trifronte. Questi si era recato al gran consiglio  per perorare la causa dei servi della gleba che non riuscivano a pagare le spese imposte da Biasox per seppellire i propri cari. Trovatosi al cospetto del conte, tenendo fede al proprio nome, immediatamente cambiò il suo discorso e spiegò a tutti i presenti che il progetto era quanto di meglio si potesse ideare e che avrebbe portato la contea nei primi posti di gradimento del regno di Maradonia. A lui fece seguito il suo amico fraterno Mattia il Gerarca, vestito nella sua tenuta tutta nera elmo compreso, fece impallidire ancora di più il già provato Don Luis. Il gerarca facendo sfoggio della sua ben nota abilità oratoria dimostrò l’inettitudine del conte reggente il cerusico Don Luis in quanto non ancora aveva iniziato i lavori del cimiteri. Completò il suo discorso con l’invito a ritirarsi fra i suoi pazienti per permettere a Biasox di tornare sul trono. A questo punto superato il momento di terrore prese la parola il prode cavaliere de Paganicus che iniziò a dimostrare come il progetto favorisse gli introiti del conte a discapito del popolo. Vista la piega del discorso intervenne il socio di Biasox, quello che materialmente doveva realizzare il maestoso progetto del conte. Questi con voce imperiosa ed ancora più potente di quella del conte minacciò di pubblicare delle carte segrete in suo possesso che dimostravano che tutti erano d’accordo alla realizzazione del progetto di Biasox. A queste parole il povero Antimus Mutus incominciò a contorcersi sulla sedia in quanto quell’energumeno lo fissava insistentemente come se si rivolgesse a lui in particolare. Lo stesso faceva Antonio il Russo anche se non smetteva di dare consigli a Don Luis su come dovesse comportarsi. Ristabilito il silenzio sepolcrale e avuto sentore che il suo ordine sarebbe stato eseguito il conte Biasox come era comparso così all’improvviso sparì tra i rumori della sua armatura ed il rombo della sua potente carrozza che si allontanò nella notte verso una meta sconosciuta a tutti. A questo punto il conte reggente Don Luis de Santa Cruz che era quasi scivolato sotto la sedia per la paura ricominciò a respirare ed anche a riprendere l’uso della parola. Assicuratosi più volte che il conte Biasox fosse davvero andato, via,  iniziò prima a balbettare e poi a parlare correttamente.  Man mano che illustrava il suo pensiero gli ascoltatori non credevano alle loro orecchie. Don Luis appoggiava la tesi di de Paganicus che quel progetto fosse una grande truffa ai danni del popolo di Calenum ideato solo per arricchire Biasox  e pertanto lui si sarebbe impegnato a farlo sparire. Accortosi però di essersi sbilanciato troppo, temendo la reazione del Conte aggiunse che nel caso non ci fosse riuscito, o che il gran giurì glielo avesse imposto, avrebbe realizzato il progetto. I servi della gleba che avevano inteso solo la prima parte del discorso acclamarono Don Luis a gran voce e con tantissimi applausi.

Il Conte del Grillo                                                                                                                                                                                                  

Il Marcio Dentro


In tempi così difficili per tutti è bene pungolare in continuazione coloro che poco amministrano il nostro infelice Comune a fare finalmente delle nuove e sane scelte a favore della creazione di forme occupazionali, anche temporanee, che possano dare sollievo alle famiglie, quindi ai giovani che popolano il territorio. Come? Occorre avere coraggio, idee e buon senso. 
Ho letto della creazione di un elenco comunale per lavori estivi retribuiti con dei buoni. Molti non sanno di cosa si tratta, altri lo condannano  a priori. A mio avviso, potrebbe essere un piccolo passo avanti, purchè vi sia trasparenza ed assenza di qualsiasi speculazione politica dei più deboli, abitudine che purtroppo alcuni dei dinosauri hanno innata ed il piccolo idolo Grimaldi pur non riesce ad abbandonare. Smettetela di raccontare baggianate, non crede più nessuno alle vostre vili promesse. Come sarete ricordati? Malissimo se continuate con questo passo ignobile. In ogni caso spero si siano iscritti in molti, senza passare per questo o per quell’altro, ed ora aspettiamo con curiosità i risultati di questo progetto. Ovviamente bisogna guardare lontano, anticipare i cambiamenti, o almeno farsi trovare pronti. Ed ecco ad esempio che si ripropone un problema storico per il Comune a cui sarebbe bene pensare in  questi giorni, ovvero a come  sostenere i piccoli e medi imprenditori agricoli locali, costretti spesso a svendere il lavoro di un anno intero, sotto pioggia e sole. Cosa ne è stato del bilancio partecipato?Pochi lo sanno. Cosa ne sarà del raccolto estivo degli agricoltori carinolesi? Rispondi tu, Massimo il Grande Ingannevole, tanto sai sempre cosa dire pur di umiliarci. Ma ecco cosa avviene altrove, in Emilia ad esempio, dove piccoli mercati ortofrutticoli sono costruiti per gli imprenditori agricoli di due o tre comuni promotori, nei quali si stabiliscono dei vantaggi rispetto a coloro che vengono da fuori a vendere i loro prodotti. Immaginate un piccolo mercato ortofrutticolo a San Donato o sull’ Appia dove troviamo per la maggiore banchi con frutta e verdura coltivata nel Comune di Carinola. Sarebbe un nuovo modo di fare agricoltura, economia e comunità sopratutto, concependo il ‘piccolo circuito agricolo’, ossia una rivoluzione tutta carinolese,  a favore delle famiglie di agricoltori che si specializzano nella biodiversità dei prodotti mediterranei, senza dimenticare che all’occorrenza potrebbe essere utile un bel po’ di manodopera in più se il gioco riuscisse. Ma come non crederci se pensiamo alle nostre mele, ciliegie, albicocche, pesche, zucchine, melanzane, broccoli, cavoli, cipolle che finirebbero per attirare utenze anche dai comuni vicini a dispetto delle spese nei grandi centri commerciali, piuttosto lontani e freddi. Due volte a settimana, il mercoledi’ ed il sabato, ed il gioco è fatto. Massimo il Grande Ingannevole voleva invece un grande centro da fare non so dove e con non so chi ed a favore di chissà cosa. Come è vero che pur di ingannare qualcuno si inganna da solo.
Da quando sono piccolo assisto a tutti i comizi. Ora sono grande e grosso e un mercato ortofrutticolo resta sepolto negli scaffali dell’ufficio elettorale dove decine di programmi, lunghi ed articolati, giacciono all’ombra del coraggio, del buon senso e della voglia di fare bene per tutti noi.  
MASASE