Una lezione ci viene dalle donne di Nocelleto che, rifiutandosi di subire le prepotenze del signorotto di turno, si rivolgono alla Regina Elena per avere un po’ di giustizia.
Credo valga la pena leggere questa bella pagina della nostra storia che ci dimostra che nulla è cambiato: è sempre il popolo a soffrire per lo strapotere dei più forti.
Buona lettura.
Clio
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Nocelleto di Carinola 25 Maggio 1913
Augusta Sovrana!
Noi donne firmatarie non siamo per chiedere alla Maestà Sua grazia pecuniaria e né favori. La grazia che le chiediamo è di raccomandarci al nostro Sovrano e suo augusto sposo che ci faccia fare giustizia. Tutte noi fimatarie siamo povere, viviamo con la giornata e siamo contente, però non vogliamo essere trattate come bestie feroci. Noi non vogliamo seccare la Maestà Sua , perché già contemporaneamente tutto è stato esposto nel piego a Sua Maestà il re della disgrazia che ci ha colpito nell’essere ammorbate dalle bufale in questo nostro ameno villaggio di Nocelleto di Carinola, provincia di Caserta. Noi qui donne accenneremo soltanto a sua maestà, che tra noi è raro che vi è chi tiene tre camice, cosicchè siamo costrette a lavare alla meglio due volte la settimana, e ciò succede di sera, perché il giorno dobbiamo andare a lavorare le terre, in contrario non si mangia. Ebbene siamo private dell’acqua dal proprietario delle mozzarelle che è il cavalier Foglia,
la nostra disgrazia, come sopra abbiamo detto, e i nostri uomini hanno dimostrato contemporaneamente a Sua Maestà il Re. Ora dimo a Sua Maestà, che noi madri e sorelle, quando i nostri figli e fratelli sono chiamati sotto le armi per difendere la Patria e per onore della Nazione, non neghiamo, anzi incoraggiamo i nostri cari a partire per soldati col dire loro: fatevi onore, siate ubbidienti ai superiori. E perciò ripetiamo qui grazia e giustizia a Sua Maestà. Si tratta d’igiene per duemila abitanti che un proprietario, Cavalier Foglia, con l’aiuto del Prefetto ci sta considerando come bestie feroci. Niente di meno, oltre alla malaria, ne (ci) si toglie con prepotenza l’acqua potabile e ne si (la si) impesta l’acqua col farne i bagni alle bufale, e dopo, è il nostro primo alimento.
Si prega Sua Maestà per la giustizia, a farci liberare dalle bufale e restituire l’acqua potabile, che da tanti secoli è stata proprietà del nostro paese ed il nostro primo alimento.
Ecco tutta la grazia che supplichiamo umilmente a Sua Maestà noi donne firmatarie.
Se poche siamo a firmare è perché siamo povere e non tutte le donne sanno leggere e scrivere. La maggior parte delle donne nel nostro villaggio sono analfabete.
Ossequiando le Maestà Loro ci firmiamo:
Carmela Di Fusco
Rosaria Miola
Maria di Fusco
Francesca Cunaro (? quasi illegibile)
Maria Alfieri
Emilia Gianna
Carolina Razzino
Maria Bertolino
Alessandra Russo
Chiara Marafina
Teresa Pallazo
Antonia Passeretti
Anna Lepore
Amelia Bertone
Clementina la Torre
Assunta Marcello
Margherita Razzino
Anna ?
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