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lunedì 1 dicembre 2008

Le tante facce delle mafie

Le mafie hanno nomi diversi in tanti momenti e punti diversi del globo, ma uno solo è l’atteggiamento che le distingue: la prepotenza. Esplicita o silenziosa. Fisica o psicologica.
La prepotenza è sempre sopraffazione, è sempre arroganza, è sempre despotismo. È sempre aggressività ed ingiustizia. E’ sempre chiusura mentale, ignoranza intellettuale e spirituale. Profonda ignoranza.
Anche quando si avvale di lauree o si nasconde dietro cortesissimo atteggiamento.
L’impulso mafioso, storicamente radicato nella società e nella cultura del sud e non solo, diventa parte dell’intimo sentire di un individuo e ne condiziona i comportamenti.
Un comportamento mafioso può annidarsi nel tuo vicino di casa che ti costringe a subire la sua invadenza perché si arroga il diritto di parcheggio davanti la porta di casa tua; nel tuo migliore amico che non ti saluta perché pretende che il tuo pensiero sia conforme al suo; nel tuo amico consigliere comunale che si arrabbia se lo critichi per qualche mancanza nell’ambito del suo servizio; in chi fa fallire un concorso comunale pubblico per ripicca contro qualcuno; nella stessa amministrazione comunale che da incarichi a chi gli è politicamente più vicino trascurando gli altri; in chi fa vincere un posto di lavoro a colui/colei che gli fa più comodo; in chi assegna incarichi di rilievo a persone che non se lo meritano o non ne sono all’altezza, ma hanno bisogno di essere ripagate; in chi da un’ adesione politica solo perché vuole ottenere qualcosa.
E’ sicuramente presente nella politica nazionale che si nutre di simili atteggiamenti ed è’ in coloro che non hanno voluto concedere a Roberto Saviano e a Enzo Biagi la cittadinanza onoraria milanese e l’ambrogino d’oro perché alla mafia e alla camorra devono render conto o non si identificano nei valori di giustizia e democrazia evidenziati da questi due scrittori.
E’ attivamente presente anche in chi diventa adulatore della classe politica in carica, mettendo da parte le proprie idee, per averne un utile tornaconto, ed è passivamente presente anche in chi, palesandole invece le proprie idee, è costretto a non firmarsi per tutelare la propria pace e la propria tranquillità….
Il termine ‘mafioso’ o ‘camorrista’ nato per indicare un appartenente ad organizzazione criminale, è diventato sinonimo di un comportamento individuale e sociale molto diffuso che delle organizzazioni criminali conserva, in piccolo, un meccanismo simile per ottenerne effetti simili.
Chiaramente, le conseguenze di questi comportamenti ricadono sempre sulle persone più deboli e incapaci di difendersi dalla tracotanza dei prepotenti.
Non si può parlare di vittoria sulle mafie e sulla camorra fino a quando non si riuscirà ad annullare questi atteggiamenti così radicati nella società e nella vita di ogni giorno.
Ma lo vogliamo veramente?

Robin Hood

Domande su Saviano




N.B. Per questo sondaggio non sono previsti commenti. Per problemi di accesso o domande inviate una mail a redazione@ilquiquiri.com

Grazie
La Redazione Il Quiquiri

venerdì 28 novembre 2008

Lettera da Milano

Cari Quiquirìni,

qui é la Redazione Immaginaria di Virgolaz che vi scrive da Milano.

Il 28 novembre prossimo (stasera, ndr) dedicheremo il nostro appuntamento mensile di musica, arte e socialità al "Sud ribelle & protagonista". Lo faremo un po' perché una parte dei partecipanti ai nostri gruppi di lavoro fa parte della cosiddetta "2G" meridionale (con ben due membri dal comune di Carinola), un po' perché giudichiamo il momento sufficientemente propizio per parlare in modo non omologato delle piccole e grandi mafie, organiche al modello sociale che ci sommerge, che inquinano in vario modo le nostre esistenze.

Proporremo con tutta la semplicità di cui siamo capaci una nostra narrazione collettiva basata su brevi letture di Roberto Saviano, Musiche dal Sud (prevalentemente Pino vecchio stile & tradizione napoletana), "Immagini & Parole" pescate -tra l'altro- dal vostro sito. Tanto per rimanere in tema, a pochi metri da noi si svolgerà uno spettacolo di una nota scuola milanese di musica e danza africana con la quale stiamo concordando ulteriori ponti di solidarietà creativa.

Ci rivolgiamo a voi perché pensiamo che l'unica reazione possibile allo stato delle cose sia quella che proviene dal basso, perché apprezziamo i blog aperti a tutte le posizioni, perché leggendovi spassionatamente abbiamo fatto nostri nuovi punti di vista e perché, in ultima istanza, "the revolution is faceless".

Nel percorso che ci ha portato a questo appuntamento abbiamo studiato quintali di carta (inviata in parte alla redazione quiquirìna) e ci siamo progressivamente scoperti presuntuosi nel pensare di riuscire a produrre una convincente sintesi informativa che non fosse "provinciale", scontati e qualche volta retorici nelle proposte, ingenui razzisti nella collocazione geografica del concetto "mafia" e inadeguati nella visione complessiva del problema.

Inizialmente pensavamo di lanciare al mondo una provocazione antimeridionale o filo-camorrista nel tentativo di "desavianizzare" Saviano, che oggi incarna il simulacro del dogma della lotta a gomorra con cui molti pensano di mettersi la coscienza a posto senza nemmeno alzarsi dalla poltrona (e soprattutto lasciando a Roberto tutti i rischi del caso).

Pensavamo così di scremare tra i sommersi e i salvati della cultura mafiosa e di fare uscire allo scoperto tutti i potenziali "Saviani" che pure esistono e conducono ogni giorno la propria lotta personale contro l'impero del male a Milano come a Carinola.

Ci siamo resi conto dell'enormità della nostra ambizione e abbiamo scoperto che la realtà é più surreale di ogni possibile provocazione.

Era necessario fare un passo indietro e ripartire da capo tutti assieme.

Eccoci dunque qui, "in braghe di tela", a chiedervi con tutta l'umiltà di cui siamo capaci un messaggio per fare un passo avanti nel nostro ragionamento, un contributo culturale costruttivo per mettere un altro tassello nel mosaico della resistenza alla barbarie. Garantiamo che lo faremo rispettosamente nostro, lo tratteremo con riguardo e lo inseriremo nelle doverose repliche a tutti coloro che ci chiederanno conto di che ruolo pensiamo di svolgere nella battaglia contro il "sistema".

Perchè non si può stare sempre a guardare.

La Redazione Immaginaria




martedì 25 novembre 2008

La Pax Mannilliana

Che musica, che volti fieri! occhi – soprattutto quelli del sindaco- che esprimevano gioia, sogni di gloria di un vicinissimo cambiamento. 
E che cambiamento, nel vento! Una pace ed una serenità nei lavori che pareva Pasqua. Il consiglio comunale di lunedì è stato bellissimo. Sentivo infatti qualcuno seduto proprio dietro di me che mormorava- forse sedotto dagli occhi brillanti ed epici quali sono quelli del sindaco- “come son belli, come son belli”…Si , erano tutti belli, nessuno escluso, anche quelli della minoranza erano belli, e calmi. Marrese pareva Richard Gere, a tratti.. Lo so che lo sapete già che Marrese sembra andare d’accordo più con la maggioranza che con la minoranza, ma perché Marrese è uomo di mondo, non perché aspiri a qualcos’altro... Stesso discorso per Verrengia, che se ne sta sempre calmo, ad ascoltare e gli va quasi tutto bene, tranne quello che non può proprio votare, come ad esempio un assestamento di bilancio (ma forse chissà quanto pagherebbe per votarlo, o meglio per star seduto in maggioranza, affianco a Gennaro). Insomma, Gennaro mette d’accordo quasi tutti. Ma non ci riesce proprio con Capezzuto? (ma lui preferisce farsi chiamare Brunetta, non dimenticatelo mai) e con Franco Di Biasio? (che menomale del fratello ci ha preso solamente la pettinatura vintage). Insomma  è una super maggioranza (ma con gli uomini di Grimaldi?), larga, “tecnicamente” preparata che ora aspetta solo che arrivino problemi da risolvere. 
Ma poi dove sono ‘sti problemi, dove? Ma che scherziamo? Pare che non ve ne siano perché lunedì si è scoperto- e questo lo dobbiamo a Brunetta- che sono stati assegnati, un mese prima che chiuda l’esercizio finanziario 2008, altri e 50.000 euro alla cultura (per un budget complessivo di duecentosettemila euro- mentre per le strutture scolastiche appena cinquemila). Così che nella giornata nazionale della sicurezza nelle  scuole, e proprio mentre arriva una segnalazione del dirigente scolastico di Carinola su due strutture scolastiche “pericolanti”, la maggioranza imbacucca le tasche a chi sa gestire feste, farine, (rifiuti) e forche. Ora sapete pure le somme, ma se non ve ne fotte, tanto meglio. Intanto sono state ridotte le indennità per il cosiddetto nucleo ecologico, che poi corrisponde ai volontari della protezione civile, che oltre a non venire pagati da due mesi, ora hanno avuto pure un taglio di 3000 euro. Così che tra tagliaboschi selvaggi, bracconieri e piromani per interesse le nostre montagne appartengono sempre più a questi vili personaggi, mentre Mattia e Gennaro si fanno gli amici.. con la cultura..
Rocco Maria degli  Scalzi.
ps: sul concetto di cultura per la politica carinolese è stato scritto un apposito post

lunedì 24 novembre 2008

Cosa stanno facendo?

 
Da qualche mese si vedono girare delle persone intorno al monumento ai caduti che si trova nella piazza di Casanova. Un paio sono vestiti da operai e addirittura hanno montato anche una impalcatura su cui sono saliti qualche volta. Ogni tanto è comparso uno con la barba e la giacca da artista, che dava l'impressione di dare delle disposizioni ai due vestiti da operai. Osservando attentamente il monumento non si capisce che lavoro hanno svolto. 
Se qualcuno è riuscito a capirlo lo illustri su questo blog.
 
Sarebbe interessante inoltre sapere se e'possibile conoscere l'importo di questo lavoro virtuale, da chi è stato commissionato e a chi.
Si precisa che i fiori e la bandiera sono lavori realizzati dagli operai del comune e non hanno niente a vedere con la fantomatica ditta che ha girato e rigirato intorno al monumento per tanto tempo.
 
Restiamo in ansiosa  attesa di  notizie al riguardo che possano svelare questo mistero carinolese.
clicca per ingrandire le immagini
i segnalators

sabato 22 novembre 2008

Il nuovo look del Campanile

Proprio come un moderno ragazzo di oggi, il campanile di piazza maggiore De Rosa a Casanova si è cambiato velocemente di vestito.
Non era molto soddisfatto di quell’abito scialbo e incolore che gli era stato confezionato in tutta fretta ed allora ha deciso di ricambiarsi, indossando qualche abbellimento che lo renda più attraente, più chic!
Beh, quello che ci vuole, ci vuole!
Un paio di settimane fa, era ricomparsa di nuovo l’impalcatura messa di malavoglia da operai immusoniti, che guardavano i passanti con occhio truce e bieco come per dire: “ ma gli affari vostri non ve li fate mai?”
Ebbene no, non ce li facciamo mai! Noi siamo qua anche  per questo! Per essere la spina nel fianco di chi non fa bene il proprio dovere!
Vogliamo negare che adesso il campanile è un po’ più bello?....anche se….
Ma non stiamo a cercare il pelo nell’uovo! Bisogna anche accontentarsi e soprattutto riconoscere la disponibilità e la collaborazione di chi ha ascoltato la voce dei cittadini ed ha richiamato all’ordine chi di dovere.
La voce dei cittadini va sempre  tenuta in seria considerazione quando fa rilevare qualche mancanza, anche se si esprime attraverso un blog che sembra il bastian contrario di ogni situazione!
La cura rivolta al campanile era un atto dovuto.
E’ bene considerare che una piazza non a caso è il cuore del paese. E’ ritenuta dai cittadini un po’ il salotto di casa, il luogo dove ci si incontra, si chiacchiera, ci si confronta e scontra, e dove nascono tante idee.  Mi sembra giusto tener pulito e  accogliente il salotto di casa per far sì che tutti ci stiano volentieri e ci si ritrovino.
Forse d’estate la cosa è più visibile, quando tante persone siedono ai tavoli a chiacchierare, ma in ogni giorno dell’anno la piazza è sempre luogo di aggregazione.
Tanto c’è ancora da fare per rendere accogliente la piazza: rivalutare la zona villa e la zona parcheggio, pretendere la cura di certe case che deturpano l’insieme  trasmettendo una sensazione di abbandono, ma bisogna anche saper comprendere che non si ha a disposizione una bacchetta magica e che certi interventi hanno bisogno di un po’ di tempo.
Noi, da bravi cittadini, aspettiamo,  con la speranza di riuscire a vedere al più presto la piazza perfettamente risistemata. Se questo non dovesse verificarsi, beh, la nostra voce si alzerà di nuovo forte e chiara, fino a quando non troverà orecchie disposte ad ascoltare.
Un casanovese d’hoc

giovedì 20 novembre 2008

Risposta del Presidente dell'associazione Nessun Dorma

questa e' una risposta al post "La piu' sonnolenta delle associazioni"
Cari personaggi di Looney Tunes, caro Gatto Silvestro: non mi ha per niente stupito il tuo qualunquismo e la tua facilità d’accusa nei nostri confronti.
Sebbene tu conosca quanto è lunga e dura la strada che porta al raggiungimento dei propri obiettivi, hai deciso per un giorno di lasciare in pace Titty e cercare di acchiappare Nessun Dorma, non facendo i conti, però, con un limite ben noto a chi, come Nessun Dorma, fa parte del mondo reale.

In uno degli ultimi tuoi episodi mi ha molto divertito vederti rotolare dal secondo piano e accartocciarti a mò di fisarmonica per poi fallire ancora una volta nella cattura del simpatico uccellino giallo, noi qui invece dobbiamo stare attenti persino a respirare, immagina, perché è solo compiendo questo involontario gesto che potremmo avvelenarci e morire.

Ti ho apprezzato poi, ne “La strada per Andalay”, dove sei alle prese con un velocissimo topo che grida “Andale…andale”, qui invece, colti dal senso di fame, non corriamo dietro ai topi (non ancora), ma occupiamo la maggior parte del nostro tempo a lavorare (molte volte anche con basse retribuzioni) per cercare di avere una vita dignitosa.

Come la tua nonnina poi, che è nota a tutti per essere un’appassionata di viaggi, anche noi abbiamo le nostre passioni, che purtroppo però non sempre riusciamo a seguire come vorremmo, ma che poco a poco cerchiamo di costruire nel migliore modo possibile.

Ti invito quindi a pregare i tuoi autori di liberarti, così come fece la Disney per Roger Rabbit, affinché tu possa farti un giro nel nostro mondo e possibilmente comprendere che nemmeno il nostro “Titty” è così facile da catturare.

…dal mondo reale
Salvatore Marrafino, Presidente Associazione Nessun Dorma

mercoledì 19 novembre 2008

La lunga strada


Nella Carinola amministrativa non sono pochi i fraintendimenti in merito alle competenze dei vari assessori i quali, distratti dai propri tornaconti politici, dimenticano spesso e volentieri in che cosa consista il ruolo ricoperto.

Per non essere troppo qualunquista (una parola molto di moda tra i politici Italiani quando si parla in negativo della casta) vorrei concentrarmi sul ruolo d’assessore alla cultura che nel nostro comune assume i tipici caratteri del “masto di festa”. Proprio così, il compito dell’assessore alla cultura carinolese è quello di stilare un calendario di eventi, logicamente non curati da lui, ed elargire soldi ad amici e clienti di vario tipo. Così faceva la Mazzucchi e, giustamente, per senso di continuità, lo stesso sta facendo il nazicomunista Mattia Di Lorenzo. Sia chiaro, quello che sto tentando di dire non è la solita critica alle feste sagre ecc. ecc. che a mio avviso sono sempre ben gradite ma è piùttosto l’analisi di un modo di fare che continua a perpetuarsi senza via d’uscita da ormai troppo tempo.

L’assessorato alla cultura a Carinola sembra quasi come un compito di ripiego e di copertura finalizzato all’auto-celebrazione della corrente politica al potere, dove tra festicciole e premi, dove la cosa più importate è sempre il buffet, la classe amministrativa illude e si auto illude di saper fare cultura. Ma la CULTRA e decisamente ben altra cosa. La CULTURA è crescita, valorizzazione di un territorio è la radice dell’identità di un popolo. A Carinola non si è mai pensato d’investire in cultura in quanto gli affari veri si fanno con l’urbanistica, con l’ecologia, con le consulenze e soprattutto con il cemento, riducendo la cultura a semplice motivo ludico estivo svilendone così il vero significato e appiattendo le competenze dell’assessorato in questione. In questi anni non si è fatto nulla e l’attuale assessore Di Lorenzo, dopo anni di critica feroce (e giusta) nei confronti della Mazzucchi, ha ben deciso di continuare sulla stessa via interessandosi esclusivamente ai giochi politici che, sicuramente, offrono più prospettive personali.

Carinola, che potrebbe vivere di cultura, sembra avviarsi verso uno spaventoso cammino di anonimato culturale che cancellerebbe inevitabilmente i secoli di storia che hanno caratterizzato il nostro territorio accostandosi senza mezzi termini all’anticultura dei centri a noi vicini che come sappiamo non se la passano troppo bene. Eppure basterebbe così poco per offrire ottime opportunità al nostro comune per inserirsi nei circuiti culturali che contano: basterebbe sacrificare un’ estate carinolese e con i soldi risparmiati si potrebbero rifunzionalizzare strutture comunali lasciate a marcire, trasformandole in centri di cultura come, ad esempio, un museo che ospiti i reperti archeologici presenti nei nostri confini i quali, invece, vanno ad arredare le case di estranei. Oppure si potrebbero creare spazi per le associazioni fattive che coordinate dall’assessore alla cultura potrebbero unitamente lavorare per il nostro comune dando vita a vere iniziative. Invece, a Carinola, è sempre tutto uguale da anni dove se sei cliente fai, anzi hai (cosa ben diversa) : basta pensare all’usufrutto gratuito dell’ex carcere feminile di Carinola ad una pseudo associazione, i cui componenti hanno ben pensato di schierarsi dalla parte del sindaco il quale, inoltre, gli ha affidato (sempre a questa anomala associazione che a quanto pare è priva sia d’iscritti che di statuto e consiglio, elementi che ne certificherebbero, appunto, la connotazione di associazione) il restauro di monumenti vari. Un piccolo esempio che dimostra la prerogativa di non fare, ma dare per avere voti.

Nella mia ingenuità, l’assessore alla cultura lo immagino come una persona che quotidianamente vive nella cultura, un appassionato che non perde occasione di informarsi sulla mostra di turno, sull’evento del mese, da cui imparare per applicare da noi. Una persona che sia concentrata a far conoscere tutto il bagaglio del proprio popolo e non semplicemente un masto di festa interessato solo a quelle dinamiche politiche finalizzate all’autoconservazione e al resoconto personale. In piccole realtà sicuramente più fortunate di noi che non hanno come targa CE vengono invasi da persone da tutta Italia per partecipare a seminari, stage e workshop tenuti da esperiti del settore culturale. Mi spiego meglio, il mio assessore ideale informatissimo com’ è del panorama culturale italiano, potrebbe organizzare un seminario di giornalismo ( la prima cosa che mi è venuta in mente) invitando (pagando) uno dei giornalisti più in voga, pubblicizzare il bando di partecipazione su internet o presso testate giornalistiche e vedrai che Carinola si riempierebbe di persone che, logicamente pagando l’iscrizione al seminario, non solo porteranno a casa un attestato di partecipazione ma avranno conosciuto il territorio carinolese aiutando le casse del comune. Quello dei seminari è una proposta che in piccole località di campagna come la nostra funziona da anni ricavandone non solo pubblicità del territorio ma anche discreti introiti economici. Il mio assessore alla cultura ideale dovrebbe essere un coordinarote tra le diverse realtà, una fucina di idee ma invece l’assessore, quello vero, preferisce le sagra del baccalà e ovviamente la propria carriera politica. Sono sicuro che si dirà che il comune in questi mesi si sta dedicando molto alla cultura con la partecipazione del salone internazionale del gusto a Lugano, con il restauro dell’Episcopio, con il progetto della scuola unica che, secondo il mio modesto parere, in un’area che vanta una storia millenaria, è semplicemente il minimo.

Un popolo senza cultura o meglio senza la coscienza della cultura è un popolo destinato alla becera omologazione alla cultura del cemento.

De Popa

lunedì 17 novembre 2008

Pari opportunità all'italiana

In questi giorni poco risalto ha avuto sui media l’ennesima condanna dell’Italia da parte della comunità europea. È  in relazione al trattamento previdenziale  vigente in Italia che prevede che le donne possano andare in pensione a 60 anni mentre gli uomini a 65. Per chiunque non sia italiano è incomprensibile come si possa approvare una norma così discriminatoria, verso entrambi i sessi. Il legislatore, poco attento, voleva riconoscere un qualcosa in più  alle donne per renderle uguali agli uomini ed invece ne  ha sancito la diversità per legge. 
Agli stranieri  bisognerebbe spiegare   che l’Italia è il paese delle cosche, nel senso che poche persone si mettono insieme e riescono ad ottenere tutto quel che vogliono distorcendo le leggi per avere privilegi. Negli anni 60-70 ci fu il movimento femminista , che poi degenerò in cosca. Partendo dalla discriminazione delle donne, vera o presunta, fecero approvare una serie di provvedimenti che favorivano le donne rispetto agli uomini  senza eguagliarle, anzi. Ottennero la precedenza  nelle graduatorie per ottenere un alloggio, per  un contributo pubblico, per iniziare una attività commerciale o agricola, tanto per fare un esempio. Inoltre ottennero l’ingresso nelle forze armate (sic) e nelle forze di polizia ma senza avere accesso alle stesse mansioni dei colleghi o non a tutte. Un esempio su tutti le ferrovie dello stato non fanno effettuare servizio notturno alle conduttrici. Stendiamo un velo pietoso sul loro ingresso per legge nel mondo della politica che è un’altra pari opportunità all’italiana. Con questo pretesto sono state  piazzate, compagne, mogli, amanti e  anche avventure occasionali (unica eccezione il comune di Carinola dove c'e' solo un consigliere donna e non le e' stato assegnato alcun incarico).  Particolarità per legge che servono solo ad acuire la differenza tra i sessi, che pure esiste, invece di eliminarla o attenuarla. Un problema culturale si elimina diffondendo la nuova cultura, non elargendo privilegi che sanciscono ancora di più le differenze. L’Italia è conosciuta in tutto il mondo per essere un paese anomalo in tutto, non può certe essere controtendenza su questo argomento. 
Da notare infine che non a tutti siamo sconosciuti: a  Bruxelles molti  commissari infatti  non erano d’accordo con la condanna,   sostenendo  che  non si doveva procedere con la procedura di infrazione in quanto si trattava di "pari opportunità all’italiana".

venerdì 14 novembre 2008

Genna’, quanto ti costa quella poltrona?!

Un trafiletto di qualche giorno fa mi ha fatto un po’ scuotere la testa. A Sessa Aurunca si è tenuto un convegno del Popolo delle Libertà che si appresta a diventare PPE, Partito Popolare Europeo, con la partecipazione di Ventre, Nicola Cosentino, Mario Landolfi, tutta la  crema della destra nostrana. Durante il convegno sarebbero state esposte le modalità attraverso cui il Pdl si trasformerà in PPE. Le solite chiacchiere di facciata, insomma, sotto le quali probabilmente si celano meschine lotte di potere, analoghe a quelle scatenatesi al momento dello scioglimento dei DS e Margherita per creare il PD. Da due partiti ne nasce uno, e cioe’: meno incarichi da spartire.
Nell’articolo si nota che tra i sindaci presenti al convegno era previsto il nostro dott. Gennaro Mannillo.
Non so se il nostro amico sindaco ci sia andato al Convegno, e francamente non mi interessa, ma  il fatto che venga invitato ad una manifestazione di destra, e venga a trovarsi gomito a gomito con tutta l’elite provinciale e regionale di destra, la dice lunga.
E meno male che durante la campagna elettorale ci aveva tenuto a far firmare un manifesto a Gennaro Oliviero in cui si chiariva che lui era e rimaneva un uomo del PS!
Ma che sciocco! Sono io a non aver capito bene! Il nostro sindaco, da quella persona intelligente che è, non fa altro che aprirsi alla circolazione delle idee, che siano di destra o di sinistra, e partecipa personalmente a qualsiasi iniziativa che lo permetta.
Gennaaaa’!.... quanto ti rimane di sinistra? Forse neanche la tasca dei pantaloni!
Lo abbiamo sempre saputo che la politica è uno schifo, che  si deve continuamente convivere con compromessi vari se si vuole rimanere a galla o acquisire qualcosa, ma tu oltre alla poltrona di sindaco che cosa hai acquisito?... ti ritrovi con una maggioranza  destroide a cui devi per forza sacrificare qualcosa per rimanere a galla. Ora, dopo  sette mesi di amministrazione sei considerato più di destra che di sinistra!
Ti fa piacere tutto questo?
Ma se ci penso bene… questi sono solo problemi senza senso che ci creiamo noi pecorelle. Chi la politica la vive, sa perfettamente che destra e sinistra uguali sono, e che le minuzie e le ideologie a cui si attaccano i comuni mortali sono solo delle metodologie di reclutamento voti e nulla più, ma la dignità , dove la mettiamo la dignità ? Non esiste proprio più, o forse non e’ mai esistita?
Tom e Jerry

martedì 11 novembre 2008

La più sonnolenta delle associazioni

C’è una cosa che mi piacerebbe tanto fare a Natale: regalare una sveglia, una di quelle antiche e belle trillanti, ad ogni ragazzo di Casanova, soprattutto a quelli di “Nessun dorma” che, dopo un’ improvvisa quanto effimera vampata estiva, sono caduti irrimediabilmente in un letargo senza speranza.
Neppure i fulmini che cadono sonoramente molto vicini a loro riescono a svegliarli. E certamente non li sveglieranno neanche i rintocchi del campanile che si prepara di nuovo a suonare proprio vicino alle loro orecchie e che, tutto sommato, non farà male a nessuno.
Che siano stati tutti punti dalla mosca tze tze?!!.....
O forse la monnezza che circola in paese è ormai irrilevante e non desta la loro attenzione, visto che solo di monnezza ci si riesce ad occupare ultimamente!
Quando sentii di questa nuova associazione, dal nome impegnativo, rimasi veramente molto contento. “Wow!- pensai – finalmente un po’ di giovani che si mettono in discussione. Avremo chi tutela e sorveglia il territorio e potremo stare un po’ più tranquilli!”
Invece un mio amico, molto più realisticamente e forse cinicamente, mi disse: “Uh…vedrai! Dormiranno a sette materassi… Non li conosci i giovani casanovesi? Non hanno gli zebedei per certe cose.”
Lui non aveva torto. Ed io mi sono rivelato  il solito ingenuo.
Mi aspettavo tante cose: presenza assidua e costante ai Consigli Comunali, un foglio informativo per il pubblico dopo, manifesti, manifestini, dibattiti pubblici con gli amministratori, iniziative formative volte ad educare il cittadino alla conoscenza e al rispetto del territorio, civili battaglie per il risanamento del territorio laddove è stato violato, attenzione al patrimonio artistico, stands informativi messi in particolari occasioni anche solo per farsi conoscere e reclutare soci o simpatizzanti, sorveglianza costante sul territorio e sull’operato dell’amministrazione…. Mi aspettavo, insomma, una presenza giovanile attiva e determinante nella vita del Comune.
E invece?…E invece, niente!
Allora mi è venuto un dubbio: forse quel  nome altisonante, alla Pavarotti, è solo un modo un po’ scherzoso per definire un gruppo di inguaribili pigroni che si dilettano nel dolce far nulla. Una barzelletta insomma.  Una presa per i fondelli per se stessi e per gli altri.
Dico: era proprio necessario illudere le persone che magari in questa associazione ci hanno creduto e si aspettavano qualcosa di buono?
Chi decide di assumersi delle responsabilità per la comunità e il territorio, dovrebbe essere consapevole dell’impegno di cui si è caricato e dovrebbe avere la costanza di portarlo avanti. O almeno provarci.  Se poi si vuole continuare a fare i bambini anche a trent’anni, beh allora è meglio rimanere a dormire ed evitare questo tipo di inutili azioni.
Mi sembra però giusto far osservare a questi ‘nessundormienti’ che lo strapotere di chi amministra o governa, poggia proprio sulla pigrizia e sul qualunquismo di chi guarda, osserva e lascia correre, senza voler muovere un dito. Lamentarsi poi, non serve a nulla.
E dopo questa piccola precisazione, vi auguro sogni d’oro!
Gatto Silvestro

lunedì 10 novembre 2008

Perché mi piace Barack Obama

Il paese delle pari opportunità non ha smentito se stesso. Barack Obama, giovane afro-americano, è il primo presidente di colore degli Stati Uniti d’America. Obama è il sogno americano che diventa realtà, ma è soprattutto il profetico sogno di Martin Luther King  che si realizza. Quarant’anni sono passati da quando il pastore protestante statunitense arringava alle folle con la sua famosa “I have a dream” rimasta pietra miliare nella storia delle lotte per i diritti civili dei neri d’America.
In questi anni la democrazia americana ha galoppato, non tanto ai  livelli presidenziali, quanto nel cuore e nella mente degli americani.
Il cammino non è stato semplice: la democrazia americana, prima di arrivare ad Obama, è passata attraverso il sangue di Lincoln, dello stesso Martin Luther King, di Malcom X  ed è passata attraverso il difficile impegno sociale e politico di persone come Angela Davis, scomoda intellettuale afro-americana che delle battaglie per i diritti civili ne ha fatto un scopo di vita.
Tuttavia, Obama mi piace non perché è il primo nero a diventare presidente degli USA, ma perché racchiude in sé quello che ho sempre ammirato in una persona: la consapevolezza e il rispetto della propria appartenenza, la forza di volontà, l’impegno costante, la fiducia nelle proprie capacità.
Obama ha avuto le idee chiare fin da subito e non le ha celate. La sua sfida è quella di demolire l’idea di un’America imperialista, aggressiva e bellicosa che basa il proprio potere sulla forza delle armi per far crescere un’America nuova che basa il proprio potere sulla forza delle idee, sui diritti civili, sul rispetto dell’ambiente e degli altri.
E’ consapevole che gli americani sono abbastanza maturi da accettare questo cambiamento e il fatto che lo abbiano votato in massa gli ha dato ragione.
Dopo un personaggio negativo come Bush, considerato uno dei peggiori presidenti che l’America abbia mai avuto, Obama è certamente il meglio che l’America abbia mai partorito finora.
Mezzo bianco e mezzo nero, di umile famiglia che ha saputo guadagnarsi una dignità sociale, vissuto in parti diverse del mondo, con un cognome giapponese, Obama sembra essere il compendio di tutto il mondo, colui che racchiude in sé una globalità razziale e culturale senza precedenti. Ogni popolo, ogni persona si riconosce in lui. Forse è per questo che piace tanto.
Qualcuno lo accusa di non avere abbastanza esperienza politica per governare un paese grande e complesso come gli USA,  penso invece che lui sia abbastanza intelligente da saperlo e quindi si circonderà delle persone giuste. Ambizioso si, ma presuntuoso no.
Ce la farà perché crede in quello che fa, crede in se stesso e crede nella forza della democrazia, ma crede soprattutto nella forza della idee che possono essere grande veicolo di crescita sociale ed economica.
Molti paesi della civilissima Europa, tra cui l’Italia,  hanno ancora molto da imparare, sia per quanto riguarda l’applicazione della democrazia, sia per il rispetto reciproco che dovrebbero avere le parti politiche in causa.
L’Italia in particolare, sembra lontana anni luce da un comportamento veramente democratico, e per certi versi l'elezione di Obama a Presidente degli Stati Uniti mi rattrista nno poco guardando alla situazione politica del mio paese. 
Speranzoso

mercoledì 5 novembre 2008

Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella di tutto il reame?

Ricominciano ad apparire sui nostri muri manifesti politici che accusano e manifesti che rispondono alle accuse.
La politica carinolese sembra esser fatta di botta e risposta a suon di manifestini invece che di dialogo e collaborazione tra le parti in causa. Sulle orme della politica nazionale, ci si preoccupa di offendersi a vicenda, di accusarsi a vicende delle rispettive mancanze amministrative verso il territorio e  il popolo carinolese, ma non ci si preoccupa di collaborare per il bene degli stessi che ne avrebbero invece urgente bisogno.  Per un comune piccolo come il nostro, pieno di tanti atavici problemi e bisognoso di interventi in ogni sfera, la via della collaborazione sarebbe la cosa migliore, ma non ci si riesce a staccarsi  dai canoni offensivi ed aggressivi dettati dalla politica nazionale. Peccato!....
Un manifesto del PD rivolge varie accuse l’attuale amministrazione: di non aver tenuto fede alle promesse fatte in campagna elettorale, ossia la rescissione del contratto con la SACOM per la gestione dei cimiteri; di non aver ancora portato il PUC in Consiglio Comunale; di aver aumentato la Tarsu del 25%.
Puntualmente, dopo un paio di giorni, è arrivata la risposta dell’altra parte, sottolineando che tali accuse sono solo bugie volte a screditare il lavoro dell’amministrazione.
Insieme per cambiare ci tiene a far sapere che, dopo opportuna analisi della situazione, l’attuale amministrazione ha preferito intraprendere la strada della risoluzione contrattuale con la SACOM per non incorrere nell’ammenda di 800.000 euro prevista per la rescissione del contratto.
Per quanto riguarda il PUC, sembra che il ritardo nell’affrontare l’argomento in Consiglio Comunale sia dovuto alla lentezza con cui sono stati presentati gli atti da parte dei tecnici incaricati dalla precedente amministrazione, tra cui il segretario dell’UDC Pasquale Galdieri, in parte già quietanzato. Al terzo punto, l’attuale amministrazione si difende dicendo che la Tarsu non è aumentata neanche di un centesimo!
Come al solito siamo in precario equilibrio tra bugie e verità.
Allora per vedere quanto è profondo il pozzo, sono andato a rovistare tra le bollette di mia madre (per fortuna le ha tutte in ordine, in singole buste!) ed effettivamente ho visto che la quota monnezza di quest’anno è la stessa dell’anno scorso. Né un centesimo in più, né uno in meno. Almeno su questo, gli attuali amministratori hanno ragione, mentre al PD e all’ UDC si allunga il naso come Pinocchio! Guarda, guarda…
Com’è divertente dire bugie o farsi le scarpe! Ci si mantiene vivi, allegri, svegli, con un cervello sempre in allenamento per vedere come devi fregare l’altro!
Peccato che in tutto questo chi ne paga le pene e le conseguenze siamo sempre noi cittadini, schiacciati tra intrallazzi vari, sballottolati di qua e di là tra una bugia e l’altra, spettatori di infiniti e disgustosi trasformismi politici mentre i problemi, quelli seri, non ce li risolve nessuno.
L’unico vero interessamento di ogni amministrazione ed opposizione che si susseguono, sembra quello di aggredirsi a vicenda, di far risaltare l’una le colpe dell’altra parte, di mettere in risalto la propria bravura, con l’unico risultato di far crescere nei cittadini un profondo senso di nausea.
Nessuna collaborazione in vista, nessuna proposta, nessun tentativo di dialogo per la crescita del territorio. E allora?....E allora, è inutile stare a gonfiarsi di boria, con manifesti e manifestini, per meriti e capacità inesistenti: per noi, tutti uguali sono.
E mentre loro, i politici, rincorrono soffici poltrone, poveri noi che rimaniamo sempre con il culo sulle dure panche e nessuno ci offre neanche un cuscino per stare un po’ più comodi!
Asso di bastone