Chat

lunedì 17 novembre 2008

Pari opportunità all'italiana

In questi giorni poco risalto ha avuto sui media l’ennesima condanna dell’Italia da parte della comunità europea. È  in relazione al trattamento previdenziale  vigente in Italia che prevede che le donne possano andare in pensione a 60 anni mentre gli uomini a 65. Per chiunque non sia italiano è incomprensibile come si possa approvare una norma così discriminatoria, verso entrambi i sessi. Il legislatore, poco attento, voleva riconoscere un qualcosa in più  alle donne per renderle uguali agli uomini ed invece ne  ha sancito la diversità per legge. 
Agli stranieri  bisognerebbe spiegare   che l’Italia è il paese delle cosche, nel senso che poche persone si mettono insieme e riescono ad ottenere tutto quel che vogliono distorcendo le leggi per avere privilegi. Negli anni 60-70 ci fu il movimento femminista , che poi degenerò in cosca. Partendo dalla discriminazione delle donne, vera o presunta, fecero approvare una serie di provvedimenti che favorivano le donne rispetto agli uomini  senza eguagliarle, anzi. Ottennero la precedenza  nelle graduatorie per ottenere un alloggio, per  un contributo pubblico, per iniziare una attività commerciale o agricola, tanto per fare un esempio. Inoltre ottennero l’ingresso nelle forze armate (sic) e nelle forze di polizia ma senza avere accesso alle stesse mansioni dei colleghi o non a tutte. Un esempio su tutti le ferrovie dello stato non fanno effettuare servizio notturno alle conduttrici. Stendiamo un velo pietoso sul loro ingresso per legge nel mondo della politica che è un’altra pari opportunità all’italiana. Con questo pretesto sono state  piazzate, compagne, mogli, amanti e  anche avventure occasionali (unica eccezione il comune di Carinola dove c'e' solo un consigliere donna e non le e' stato assegnato alcun incarico).  Particolarità per legge che servono solo ad acuire la differenza tra i sessi, che pure esiste, invece di eliminarla o attenuarla. Un problema culturale si elimina diffondendo la nuova cultura, non elargendo privilegi che sanciscono ancora di più le differenze. L’Italia è conosciuta in tutto il mondo per essere un paese anomalo in tutto, non può certe essere controtendenza su questo argomento. 
Da notare infine che non a tutti siamo sconosciuti: a  Bruxelles molti  commissari infatti  non erano d’accordo con la condanna,   sostenendo  che  non si doveva procedere con la procedura di infrazione in quanto si trattava di "pari opportunità all’italiana".

3 commenti:

  1. Zampi non poteva avere incarichi in quanto i voti che ha avuto le sono stati dati da Mannillo e quindi deve aspettare se cade qualcosa dalla tavola. Già è molto che è stata eletta consigliere comunale. Sicuramente Vincenzo aveva più voti di lei e chissà come è arrivato dopo di lei.

    RispondiElimina
  2. Caro Quiquiri'
    non mi sembra giusto, se posso dire la mia, fare di tutta l'erba un fascio.
    L'Italia e' un Paese in cui siamo mooolto indietro in materia di diritti delle donne, specie sul lavoro. Siamo un Paese in cui, ti garantisco, a parita' di ore lavorative e tipo di impiego una donna ha un salario piu' basso rispetto al collega uomo, specialmente al sud, specialmente per lavori nelle campagne o in fabbrica.
    Detto questo, sono completamente d'accordo con te per quanto riguarda l'argomento "donne in politica" e non mi sembra neppure giusto debbano andare in pensione prima. Non credo pero' che in certi tipi di lavoro i turni di notte siano un' opzione opportuna per una donna e i motivi sono ovvi.
    In secondo luogo, demonizzare le lotte delle donne degli anni settanta, con tutte le loro cadute di stile ed esagerazioni, credo sia profondamente ingiusto. Le loro conquiste (poche) ci hanno portato ad una societa' piu' aperta e moderna, e non sarebbe potuto essere altrimenti.
    Ti invito a darti un'occhiata attorno, specie se vivi al sud: ti accorgerai che c'e' un motivo se siamo gli ultimi in europa da questo punto di vista. La donna ancora oggi deve superare il doppio delle difficolta' rispetto all'uomo (che gia' ha i suoi problemi) quando si tratta di trovare un lavoro giustamente retribuito e che garantisca almeno il minimo di diritti sindacali.

    un abbraccio

    RispondiElimina
  3. X18.46 bellissimo commento. Forse l'autore del post non è stato molto chiaro nell'esposizione dell'argomento. Penso che voleva dire che per raggiungere una vera e giusta parità tra i sessi ci vorrebbero norme più concrete che il regalino dell'età pensionabile.

    RispondiElimina

prego utilizzare un nickname