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martedì 14 settembre 2010

La natura si ribella


Alluvione_0039Dopo qualsiasi disastro ecologico, piangiamo la distruzione di paesi interi e i morti che inevitabilmente non mancano. Sfortunati che pagano le conseguenze del dissennato abuso dell’ambiente naturale che si sono protratti per anni. Tante sono state le tragedie dovute alla negligenza dell’uomo e alla poca attenzione verso l’ambiente, a cominciare da quelle del Polesine a quella di Firenze nel 1966, ma se prima avevamo la scusa di non poter capire e non poter prevedere, ora questa scusa non l’abbiamo più.
Dopo il disastro di Atrani, il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza fa notare che sono i torrenti e i corsi d'acqua minori il tallone d'Achille italiano: "Interventi errati di messa in sicurezza che hanno aumentato il rischio invece di mitigarlo, rettificazioni, intubazioni, abusivismo e mancata manutenzione sono le conseguenze di una gestione del territorio sciagurata, dove la prevenzione rimane troppo spesso un proclama disatteso e l'allarme resta inascoltato fino a quando il rischio si trasforma in tragedia. Il governo continua a parlare di 'grandi opere' inutili mentre, con la finanziaria 2010, ha drasticamente tagliato sulla tutela del territorio e la difesa del suolo, azioni che dovrebbero essere prioritarie e che possono coniugare la sicurezza dei cittadini con il rispetto dell'ambiente. Questa è la vera sfida per rendere davvero moderno il nostro Paese".

Sarno 1998: durante la notte del 5 maggio 1998, a causa delle abbondanti piogge, una valanga di fango si stacca dalla montagna di Pizzo di Alvano e precipita a valle sui comuni di Sarno, Siano, Bracigliano e Quindici alla velocità di 300 m al minuto. Le vittime sono 160, tra cui 137 sono di Sarno. Centinaia gli sfollati e i senza tetto. Tutti i giornali parlano di tragedia annunciata e gli studiosi sanno perfettamente che alla tragedia hanno concorso due elementi: l’incuria dell’uomo e un territorio geologicamente fragile. I comuni interessati a questa tragedia si trovano, infatti, in una stretta piana attraversata dal fiume Sarno, alle pendici del monte Pizzo di Alvano. Il monte è composto da un basamento calcareo ricoperto da uno strato di detriti piroclastici derivati dalla deposizione, nel corso dei secoli, delle polveri delle eruzioni del Vesuvio. I suoli vulcanici non consolidati innescano delle colate di fango che si rivelano essenzialmente distruttive.
I 140 mm di pioggia continua che in 48 ore cadde sul luogo, non avrebbe causato un simile disastro se non fossero state coinvolte delle variabili idrogeologiche ed umane. Le più importanti, citate dal sito meteoscienze sono chiaramente: la presenza di un subtrato permeabile e facilmente erodibile sul monte Pizzo; la costruzione di case e strade alla base di una formazione geologica instabile; la quasi mancanza di alberi sul monte; l’occlusione di tutti i canali naturale di scolo che avrebbero dovuto drenare le acque in discesa dal monte Pizzo.
Ischia 10 novembre 2009: dopo giorni di pioggia insistente, una frana di fango e pietre si stacca dal monte Epomeo e precipita sul porticciuolo di Casamicciola, trascinando a mare decine di auto. Muore una ragazza che era in auto con la mamma. Anche qui non sono stati fatti interventi per la messa in sicurezza di un territorio fragile perché i primi fondi che vengono tagliati da una finanziaria, sono quelli destinati alla difesa del territorio, come lamenta il sindaco.
Atrani 10 settembre 2010: anche qui, dopo una pioggia insistente, un fiume di fango e detriti vari si riversa nel paese a causa del letto di un torrente su cui è costruita una strada. L’angusto alveo sotterraneo del torrente non riesce a contenere la fiumana di fango piena di detriti e tronchi d’albero staccatisi dalla montagna e la strada “scoppia” letteralmente sotto la forza distruttrice della natura. Muore una ragazza il cui corpo non è stato ancora ritrovato.

Casanova di Carinola: ??????..... E’ solo questione di tempo.

Cassandra

sabato 11 settembre 2010

Solidarietà ipocrita

Da più di tre settimane siamo bombardati dai media nazionali e internazionali sulla vicenda di Sakineh.

Come in altri casi simili, ossia quandi si tratta di dare addosso al governo iraniano, si è scatenata la corsa alla solidarietà. Ministri, presidenti della repubblica, giornalisti e gente comune, tutti a manifestare contro “l’atto di barbarie” rappresentato dalla condanna a morte per Sakineh, da tutti chiamata per nome come fosse una celebrità (qualcuno ne conosce il cognome? È Mohammadi Ashtiani per vostra informazione).

Non voglio apparire insensibile ai temi del trattamento delle donne: non lo sono, ma odio la doppiezza dei politici e l’ipocrisia dei nostri mezzi di informazione, che in effetti dovrebbero chiamarsi di disinformazione in quanto ci parlano della vicenda tralasciando alcuni fondamentali particolari. Ci ripetono che la donna è stata condannata per … adulterio!! E poi segue, quasi a bassa voce … per aver organizzato l’omicidio del marito. Bene, diciamolo chiaramente: la donna è stata condannata per concorso in omicidio. Per quanto non si possa essere d’accordo con la sharia islamica, e io non sono d’accordo, va sottolineato che in questo caso l’adulterio è stato considerato un' aggravante del reato principale, ossia l’aver tolto la vita ad un’altra persona. Vogliamo trovare un parallelo nella nostra evoluta società occidentale? Teresa Lewis, in Florida, USA, condannata a morte per un reato analogo. Ci ripetono che è stata condannata a morte per lapidazione, e per agghiacciarci di più ci mostrano immagini di donne che subiscono questa orribile sentenza. Peccato però che quelle immagini siano risalenti al periodo immediatamente successivo alla rivoluzione islamica, negli anni 80. La pratica della lapidazione è infatti in disuso da più di 15 anni, e nel 2002 una moratoria ha vietato tale modalità di esecuzione delle condanne a morte. E’ inoltre dal 2008 è all’esame del Parlamento iraniano la cancellazione della lapidazione dai testi di procedura penale iraniani. Volete un altro parallelo? In Francia, la condanna a morte tramite la ghigliottina è stata abolita ufficialmente solo nel 1981, e in diversi stati degli USA è ancora prevista l’esecuzione tramite fucilazione e impiccagione.

Quali sono gli scopi dei nostri mezzi di informazione? Sono quelli di informare, o di controllarci?

Casi come questo ci fanno rendere conto in maniera lampante quanto ci sia bisogno sempre di una coscienza critica, sospettosa di qualunque fonte di informazione, che metta a confronto le diverse voci e che soprattutto non prenda mai troppo sul serio la voce della folla.

Speak e Span

mercoledì 8 settembre 2010

Cambiare "Insieme per Cambiare"

Dopo alcuni mesi dalla vergognosa fine dell'esperienza amministrativa della giunta Mannillo che capeggiava la lista di maggioranza INSIEME PER CAMBIARE, si leggono ancora manifesti a nome di quella lista. Sembra assurdo che qualcuno, come l'ex sindaco Mannillo, non abbia capito che quell' esperienza è finita e deve essere dimenticata. Tutti hanno preso atto del fallimento di quello che doveva essere un rilancio della vita amministrativa di Carinola. In molti ingenuamente si erano convinti che si potesse veramente cambiare metodo ed obbiettivi  amministrativi affidando tale incarico ad uomini super stagionati e delle più disparate estrazioni politiche.  Parafrasando: un gran premio non vi si può partecipare con macchine datate la cui direzione tecnica è affidata a team di varie case mischiati. Sarà impossibile vincere in quanto nelle gare importanti la Ferrari cercherà di accreditare il proprio nome a discapito della Mac Laren.
Così è successo a Carinola, è stata ideata una squadra formata da socialisti di sinistra, che si possono anche definire comunisti, insieme a socialisti di destra che si possono definire fascisti, insieme a fascisti dichiarati con una spruzzata di ex democratici cristiani. Tutti i più forti insieme per vincere, non certo per cambiare, tantomeno per amministrare. Normale che al primo appuntamento importante, quale le elezioni provinciali e regionali, ci si accapigli per arrivare primi a discapito degli altri. generando in quelli che non sono riusciti  a concretizzare le loro ambizioni il desiderio di vendetta nei confronti dei presunti responsabili. Questo è successo a Carinola ed è inconfutabile che la mancata elezione di Russo al consiglio provinciale ha scatenato la bagarre che è sfociata nella sfiducia al sindaco. Quello che è sembrato un evento straordinario alla luce della disanima della lista che sosteneva il sindaco  è invece un epilogo normale. Il fatto eccezionale è stato che forze così eterogenne siano riuscite a restare insieme per due anni ed in verità amministrando nemmeno tanto male. 

Ora che si incomincia a parlare della composizione della nuova amministazione è necessario innanzitutto ripristinare l'ordine politico nelle varie liste che concorreranno mettendo insieme solo candidati ispirati alla stessa linea politica.  Atto primo: la coppia politica più bella del mondo del momento, ovvero Dilorenzo -Mannillo, devono decidere del loro futuro. Finirla col concubinaggio disastroso che hanno condotto finora e trasformarlo in un rapporto serio ed onesto. In parole semplici o Mannillo diventa fascista o Di Lorenzo comunista. Se nessuno dei due vuole cambiare, come legittimimo loro diritto, allora devono separarsi rientrare nei loro partiti di estrazione e candidarsi in liste opposte. Assolutamente non si deve ripetere l'ammucchiata per il potere rappresentata dalla lista Insieme per Cambiare che una ben orchestrata campagna elettorale ha spacciato per lista innovativa. Le liste in campo devono essere formate nel rispetto dei partiti ispiratori dei candidati per evitare che si ripeta il disastro amministrativo le cui conseguenze si stanno ancora vivendo. Evitare di mettere insieme tanti capibastone con l'unico scopo di creare un  cartello elettorale vincente che difficilmente si trasformerà in un cartello amministrativo vincente sul piano operativo. Auspichiamoci l'impegno di tutti per avere chiarezza nella formazione di liste che siano ispirate all'insegna dell'omogeneità politica  allo scopo di amministrare bene, non solo per coronare personalissime ambizioni di qualche individuo. Solo con la vittoria di una lista di centrosinistra doc o di centro destra  doc si potrà avere un periodo di pace amministrativa. Se al contrario, come sembra, si formeranno liste basate esclusivamente sul conteggio della forza elettorale dei componenti e provenienti dalle più disparate esperienze politiche si continuerà ad essere amministrati dai commissari  prefettizi ad anni alterni.

Geronimo

martedì 7 settembre 2010

I gamberi: il piatto preferito dei carinolesi

Molti politici carinolesi non amano il pesce azzurro che, nel mare, sfreccia in avanti come saetta. E neppure  amano i vari saporitissimi uccellini che volano alto. Amano invece i gamberi, quei piccoli crostacei che sgambettano silenziosi sui fondali marini, a volte in acque scure e un po’ torbide. Buonissimi i gamberi, certo; hanno solo la caratteristica di camminare all’indietro.
Ecco, molti politici carinolesi sono così: amano camminare all’indietro. Quando si fa qualche passo in avanti preferiscono fermarsi e ritornare indietro.
Non sono mai riuscito a capire pienamente il motivo di questo comportamento. A parte l’interesse personale che forse non ha trovato  piena soddisfazione, io penso ci sia gelosia e invidia di fondo verso chi cerca di fare qualche passo in avanti.
E’ un po’ la caratteristica dell’ italiano quella di mettere i bastoni tra le ruote a chi vuole procedere in avanti, invece di spianargli la strada;  perché non sopporta che qualcuno possa essergli in qualche modo superiore. Credo che questo atteggiamento sia  il frutto  di una mediocrità individuale che non si riesce a superare.  L’unica cosa che il mediocre può fare, è nascondersi dietro un alto concetto di se stesso e bloccare chi mediocre non è.
Con questo non intendo spezzare una lancia in favore di chicchessia, ma ho occhi per vedere e un cervello per pensare.
Chi ha messo il Comune tra le mani dei commissari prefettizi, sperando di apportare chissà quale forma di giustizia e  quale miglioramento, si è rivelato un vero gambero, ottuso e  stolto.
La situazione non è affatto migliorata tra le mani dei commissari, ma vecchi e mai risolti problemi sono venuti di nuovo a galla. Ci ritroviamo di nuovo pieni di immondizia perché gli operai della Esogest  hanno incrociato le braccia, visto che non vengono pagati da due mesi. A niente è valsa la riunione di qualche giorno fa che ha visto protagonisti la dott.ssa Ciaramella, i responsabili della Esogest e due sindacalisti che rappresentano gli operai, alcuni dei quali lamentano le cattive condizioni in cui sono costretti a lavorare sul territorio dove non è presente neanche l’ombra di un’isola ecologica..
La litania che si sente anche dai commissari è sempre la stessa: non ci sono soldi. Ma che fine fanno i soldi delle nostre carissime bollette per la TARSU? E’ mai possibile che questi soldi non bastano mai, nemmeno per risolvere UNA situazione, una sola?
Ora, tra cartacce che svolazzano in ogni luogo e  mucchi di sacchetti colmi depositati davanti alle case e nelle piazze, a cui aggiungo l’inciviltà dei giovani nottambuli che lasciano le tracce della loro presenza dovunque, siamo tutti molto felici, per la gioia dei bambini (pochi per fortuna) che, in villa, possono agguantare di tutto, soprattutto bottiglie di birra e lattine taglienti.  
Non si riesce neppure a far spegnere due maledetti riflettori del campetto che da mesi rimangono accesi tutta la notte! Chi lo paga quello spreco di  energia elettrica se non noi con le nostre tasse?
E non è finita qui. La lapide ricordo messa in onore del nostro amico e concittadino Giovanni Pezzulo, caduto in Afghanistan nel 2008, fino a pochi giorni fa era (per ora devo usare il passato) vergognosamente circondata da bidoni dell’immondizia. Quell’aiuola in particolare dovrebbe essere la più curata, un angolo di pace con erbetta e bellissimi fiori messi li ad onorare la memoria di un nostro giovane morto così lontano da casa. E noi, invece di fiori, lo onoriamo con il pattume! E’ veramente vergognoso!
Siamo scesi proprio in basso se i nostri cari caduti li circondiamo di tutto fuorché di fiori! La situazione, chiaramente, non era sfuggita ai familiari che di tutto questo se ne dolgono e lamentano. Il fratello Guido ha pubblicamente fatto sentire la sua voce scrivendo queste accorate parole:

“Mi chiamo Guido Pezzulo e sono il fratello del sottotenente Giovanni Pezzulo, caduto in terra afgana il 13 febbraio 2008. Sono terribilmente amareggiato per una situazione che si è venuta a    creare negli ultimi mesi.
Lo scorso aprile, sotto l’amministrazione Mannillo, è stata posta una targa in onore di Giovanni nella villa comunale di Casanova di Carinola. Ebbene, quella targa che dovrebbe essere circondata da aiuole di fiori è praticamente ricoperta da spazzatura. E visto che questa spazzatura viene tolta una volta a settimana, il nome di mio fratello è praticamente sprofondato nell’immondizia.
Per me e per i miei familiari è davvero doloroso assistere ad una tale scempio. Per mio padre e mia madre è un colpo al cuore passare di lì. Non bastano le lacrime versate per la perdita così tragica di un figlio, devono piangere ancora per la raccolta differenziata. E pensare che quei bidoni, spostati di due-trecento metri, non darebbero alcun fastidio.
Non voglio puntare il dito contro qualcuno, ma faccio appello a chiunque abbia un po’ di senso civico. Ma quei bidoni vanno tolti subito. Altrimenti faremo provvedere affinché la targa venga spostata in un posto lontano dall’immondizia. Perdonate il mio sfogo, ma spero che questa incresciosa situazione venga risolta al più presto. Vi saluto cordialmente”.

Questa è la vergognosa situazione che ci perseguita: incuria, negligenza, inciviltà e regresso. Passi in avanti non se ne vedono nemmeno a cercarli col lanternino. Ora, dopo  un articolo apparso su un giornale locale con la lettera di Guido Pezzulo, almeno l’immondizia intorno alla lapide-memoria è stata tolta.  Ma quanto durerà questa delimitatissima pseudo-pulizia?
Cari politici, sapete cosa vi dico? Cambiate piatto: troppi gamberi possono far male. Ve lo dice chi di cucina se ne intende. E comunque, con voi, ci rivedremo a Filippi!

Gambero Rosso

domenica 5 settembre 2010

Fine e inizio

Questo è un classico articolo di fine estate, niente di più niente di meno. Un pezzo che non vuole parlare né di politica né di ecologia e nemmeno di gestione amministrativa e così via. E’ un articolo un po’ malinconico, proprio come settembre. L’estate è finita, o meglio così si dice, e tutti torneranno nella calda tana. Non esageriamo, dopo tutto siamo solo all’inizio di settembre e c’è ancora tempo  per l’ ultimo tuffo, l’ultima festa e per i delusi d’amore può esserci il colpo di coda di fine estate, tanto desiderato. Lo so, ci sono stati un sacco di problemi  ma, questo, è un semplice articolo di fine estate che non vuole denunciare   non ha nemmeno la pretesa di risolvere nessuno degli scandali carinolesi. Lo so che ogni angolo di collina è stato messo a ferro e a fuoco e che se continuiamo di questo passo  tra qualche estate ci sarà l’assoluto degrado. Lo so che come al solito le strade, le ville comunali, così come tutti gli impianti sportivi sono sporchi e mal tenuti  ma come ho già detto  questo è un banale, malinconico, articolo di fine e state. Tra qualche settimana si comincia a parlare di vino, poi di funghi  e poi di elezioni amministrative. Lo so che saranno sempre gli stessi che dopo essersi mischiati per la millesima volta e dopo aver presentato  l’ennesima faccia nuova che però è solo una faccia, sempre gli stessi andranno ad amministrare e che come sempre, faranno sempre le stesse cose. Un piacere a me un piacere a te, un regalino a quello, due regaloni a me, lo so. Tutto andrà come sempre, tutto allo stesso modo.  Ma ritorniamo al tema di questo articolo cioè la fine dell’estate, che per molti è stata un po’ moscia con pochi turisti e poche feste e per altri, sicuramente i più giovani, la solita ma unica estate 2010 dove si è fatto qualcosa che l’anno prima non si è fatto. Settembre un mese strano che, contemporaneamente,  chiude  una fase ma ne apre un’altra. Lo so, che per molte persone tipo i politici sarà sempre la stessa fase cioè quella di andare in quel posto al prossimo. Lo so che tra un po’ incominceranno a parlare di concretezza, responsabilità e magari anche di amore e rispetto verso il proprio territorio e tutte queste cose che dovrebbero essere cose serie ma, purtroppo, sono diventati semplici parole di cui se ne perde il senso. Lo so che questo è  solo il solito  articolo  che cerca di essere malinconico per la fine del caldo, delle notti  in spiaggia, i sorrisi, gli sguardi e che dovrebbe parlare di cose estive ma purtroppo qua a Carinola caldo o freddo è sempre la solita cosa.     

ISpro

giovedì 2 settembre 2010

Ancora incendi


Pure se fosse diventata già una sorta di abitudine il veder bruciare quasi ogni giorno pezzi di verde, non si può non parlarne, fare finta che non si possa far nulla: già il solo discuterne può portare a qualche idea nuova, magari qualche iniziativa. Ma c’è bisogno di fare qualcosa, non solo per sentirci a posto con le coscienze (e fin da subito dico che queste righe non ne hanno nessuna pretesa), piuttosto per riappropriarci di qualcosa che da molti anni è come se non ci appartenesse più. Guardiamo allibiti le nostre colline bruciare da un mese a questa parte, mandiamo al cielo qualche spergiuro, quindi alziamo la cornetta, comunichiamo allarmati alla Guardia Forestale il luogo più o meno esatto, mentre con la coda dell’occhio proviamo a seguire le fiamme o il fumo sperando che si fermino. E basta. Non possiamo fare altro che attendere che i soccorsi arrivino con tanta acqua. Intanto sono le nove e mezzo di sera, e una corona di fiamme ha già da un pezzo scollinato sulla Cava di Vaglie, affacciandosi con tutta la voracità che acquista con il vento. Lingue di fuoco sulla montagna del Purgatorio, una scena che di sera, ricorda forme medievali, visioni selvagge.

Nessun sospetto in un mese di incendi? Nessun indizio? E’ possibile tutto ciò? Stop! fermiamoci un momento: qualche giorno fa, gli uomini delle Guardia Forestale di Reggio, insieme al Nucleo Investigativo Ambientale e Forestale del Comando provinciale hanno arrestato in flagranza di reato un uomo. Infatti, “Da molti giorni le pattuglie del Corpo Forestale sorvegliavano la zona a causa delle ripetute segnalazioni di incendi verificatisi nei giorni scorsi. Nella tarda serata di ieri, dopo un prolungato appostamento, l'arresto” (http://www.calabriaonline.com/articoli/reggio-calabria-sorpreso-mentre-appiccava-fuoco-arrestato-piromane_2023.htm). Ecco perché potrebbe servire a qualcosa segnalare in continuazione, ma a queste devono seguire pattuglie della Forestale, con il compito di porre fino a questo scempio, facendo appostamenti. Forse sarà un compito molto difficile, ma non impossibile per uomini determinati catturare i piromani di turno. Difatti, tutti quelli che avessero visto qualche cosa di sospetto, un numero di targa, devono affidarlo alle forze dell’ordine.

Infine, eccovi un terzo vademecum inutile: “Gli ecosistemi forestali proteggono dai dissesti idrogeologici, aumentano la fertilità dei suoli, salvaguardano la qualità delle acque, conservano la biodiversità animale e vegetale, concorrono alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e all’attenuazione dei fenomeni legati ai cambiamenti climatici. Il Protocollo di Kyoto attribuisce una centralità ai boschi anche sul piano economico”. Peccato, davvero, tante belle cose ci danno i boschi. 

Pirro

martedì 31 agosto 2010

Carinola non è un paese per vecchi

aridità compromessa, inserito originariamente da archifra.


Sono un tipo molto reattivo al mondo che mi circonda, ogni avvenimento che si verifica interagisce con la mia coscienza, con la mia sensibilità, con la mia cultura. E avviene allora che ti nascono idee in testa che devi necessariamente esprimere altrimenti ti tormentano quotidianamente. Alla domanda scherzosa: come si va da queste parti? La risposta è stata: peggio dello scorso anno. Così ho saputo che non abbiamo più un Sindaco, che la Giunta è caduta, ma nessuno mi ha saputo spiegare chiaramente il perché. Nè io ho insistito a saperne di più per il semplice motivo che io le cose del mondo le giudico in un modo tutto particolare. Resta il FATTO che la nostra comunità non ha un sindaco, pertanto è in qualche modo paralizzata. Mi chiedo a quale o quali statisti, (un Cavour,un Moro,un Berlinguer,un Craxi?) è dovuta questa operazione di alta ingegneria politica..Quando si fa un’azione, di nostra iniziativa o, come spesso accade in politica, piovuta dall’alto e subita pecorescamente, bisogna pensare quell’azione a quali conseguenze conduce.Quali vasti orizzonti amministrativi ha aperto questa crisi? Quali grandi prospettive per il futuro?Quali profonde idee rinnovatrici ha ispirato l’autore o gli autori di questa crisi? Noi cittadini vogliamo saperlo per ringraziare del grande interesse dimostrato nei nostri confronti. O dobbiamo credere, (per carità!) che lor signori sanno solo cincischiare tra loro e dei cittadini se ne infischiano altamente? Insomma, tirando le somme,quest’azione è un bene o un male per la comunità?

Ringrazio l’autore di quest’operazione perché ha fatto nascere in me una interessante idea. Io non faccio altro che andare a caccia di idee. L’idea che gratuitamente mi è stata offerta (sarei disposta a pagarla se conoscessi l’autore) è quella di scrivere un saggio di psicologia sociale dal titolo: SAGGIO DI ISTRUZIONE PUBBLICA RIVOLUZIONARIA.

La parola RIVOLUZIONARIA sta ad indicare niente di violento, ma trasformazione, scombussolamento, rigenerazione delle coscienze; sta ad indicare il tentativo di distruggere un modo di pensare stantio e rovinoso per creare un pensiero nuovo verso la società, la politica, la vita; sta ad indicare la demolizione di linguaggi blableggianti, vecchi, retorici, inconcludenti, per creare linguaggi nuovi, più incisivi e carichi di significato. Per linguaggio non intendo solo quello della parola, ma anche quello delle azioni,degli atteggiamenti, del modo di porsi di fronte alla realtà.

Malgrado i miei molti anni ho ancora la fortuna di “incazzarmi” e questa filosofia dell’incazzamento mi spinge prepotentemente ad agire, per come so e posso fare, nella realtà.

Incazzarsi nel modo giusto fa bene alla salute, mantiene giovane, illumina la coscienza. Molti non si sanno incazzare. Il loro incazzamento è finto, falso, ipocrita, sbraitante e fa male alla salute e alla società.

Questa è la premessa per giustificare eventuali espressioni troppo forti che potranno scaturire dalla mia penna. E’ che dentro di me sono molto incazzato.A farmi incazzare è il “politicume” degenerativo e prima ancora l’atteggiamento del popolo che da questo “politicume” si lascia pisciare in testa nella più assoluta indifferenza.

Il Politico, dice la più luminosa mente che è comparsa su questa terra-Aristotele-è colui che fa il bene della sua città e sa creare uomini dabbene. Proprio come sta scritto sulla fronte e nelle coscienze di gran parte dei nostri amministratori!

Vorrei che la lunga partita fosse finita. Partita giocata con carte truccate e da giocatori disponibilissimi a barare.

Bisogna cambiare mazzo di carte, prenderne uno intonso, vergine e distribuire le carte per una nuova partita facendo molta attenzione a chi si siede al tavolo.


SAGGIO DI ISTRUZIONE PUBBLICA RIVOLUZIONARIO

Ho preso finora alcuni appunti, sei per l’esattezza, per scrivere questo provocatorio saggio. Sono solo degli appunti,a cui non so se in seguito darò ordine e sistematicità.

Appunto 1

Qualche anno fa uscì un buon film tratto da un libro molto più bello del film, dal titolo NON E’ UN PAESE PER VECCHI.
Mi chiesi allora se il mio paese- il mio Comune- fosse o no un paese per vecchi. La risposta che mi diedi fu no. Mi chiesi poi se fosse un paese per bambini e mi dissi che non era nemmeno un paese per bambini fino ad accorgermi che non è nemmeno un paese per giovani e neppure per anziani.
Una comunità senza anima, senza carattere. Una comunità priva di ogni senso civico, senza nessuna energia spirituale, senza un barlume di educazione, senza nessuna apertura sanamente comunicativa.
Una comunità allo sbando, un paese che si è arreso, che si nutre solo di indifferenza ed egoismo. Un paese che non ha orgoglio se non quello, misero, strettamente legato alla propria persona. Niente, nemmeno una briciola per la comunità. Una comunità di miserabili piccinerie e particolarismi, dove la gioventù cattolica anziché generare energia spirituale aprendosi evangelicamente al prossimo fa casta a sé; dove giovani cattolici e non cattolici si abbandonano a mollezze quotidiane d’ogni genere senza sentire mai il bisogno di impegnare un briciolo della loro anima nel sociale. Intelligenze moralmente sprecate, coscienze vendute. Vite che non sanno cos’è la vita, il sapore pregnante della vita, quello che nutre di significato l’esistenza.Vite che non sanno provare un grammo di dolore o di indignazione per le cose che accadono nel mondo e pertanto non possono provare un grammo di vera felicità, quella che deriva proprio dalla soddisfazione spirituale per aver dato qualcosa di te al mondo.
Paese di “padreterni”, di presuntuosi, di gente che si crede e non è, dove tutti parlano parlano e non dicono niente:


“Quanta brava gente
parla e…non dice niente
quanta brava gente
te sta a sentì
e nun te sente”(M.Troisi).

Gente che dà sempre la colpa agli altri e mai a se stessa, che non è mai sfiorata da una crisi di coscienza, da un dubbio, ha solo certezze, ignorando che è il dubbio, da quando esiste il mondo, a creare Civiltà.Le certezze sono degli imbecilli, i dubbi sono di coloro che fanno la Storia, piccola o grande.

Gente che politicamente sa solo “sgarrupare” e mai costruire.

Mi auguro che ci sia qualcuno in grado di confutare ciò che con molta amarezza ho affermato. Naturalmente io so che c’è anche una percentuale che non entra in nessuna delle categorie che ho descritto. E a costoro indirizzo le mie parole, realisticamente consapevole, che non cadranno nel vuoto. Non cadranno nel vuoto perché in molti c’è la nostalgia di ascoltare un timbro di voce diverso, c’è la nostalgia di un vento nuovo, forte, che possa spazzare via ogni genere di sudiciume, fisico e mentale.
Mi rivolgo a costoro, giovani per lo più ed anche agli anziani che non hanno il cuore catramato di indifferentismo e di egoismo.Ce ne sono e molti di più di quanto si immagini.
Ecco.Questo primo appunto non è altro che un sasso gettato nello stagno.
Per il popolo di Internet e per tutti coloro disposti ad ascoltare.
Ho pronto un mazzo di carte nuovo.Ve lo offro. E’ giunta l’ora di iniziare una nuova partita.Seria. Al tavolo sono ammessi solo giocatori onesti e capaci di dare energia a questo territorio i cui abitanti mi pare siano ben definiti dalle parole di un mio amico artista, ospite di questa terra alcune estati fa: Da nessuna parte ho visto intelligenze vive come qui e da nessuna parte ho visto uno spreco di intelligenza come qui.
Sprecare o sfruttare male la propria intelligenza è peccato mortale!

Ma via tutto questo. Inizia una nuova partita.Chi comincia a dare le carte?


Amorevolmente


EL COYOTE

giovedì 26 agosto 2010

L’eterno riposo tra le erbacce

Il breve pezzo del  lettore che si è firmato  “emigrante per orgoglio” ha stuzzicato non poco la mia curiosità.  Emigrante lamentava lo stato di incuria del Cimitero Centrale di Carinola, affermando che non gli era stato possibile mettere un fiore sulla tomba di sua sorella morta anni fa, nel lontano 1969.
“Cavoli, che esagerazione!” - ho pensato tra me e me-  “per quanto ci possano essere delle erbacce come è possibile non poter mettere un fiore su una tomba?!”
E così, visto che anch’ io ho i miei nonni e i miei zii che riposano in quel luogo, ho preso la digitale e sono andato al Cimitero Centrale a salutare i miei cari.
Già sul cancello principale ho potuto  notare lo stato di trascuratezza  e degrado che regna in quel luogo: erba non tagliata da mesi, bottiglie e vasetti di plastica vuoti gettati qua e là tra le tombe e che nessuno ha mai raccolto, lumini consumati che il vento e la pioggia  hanno spazzato via.

Più mi addentravo tra i vialetti e più potevo constatare il grande senso di abbandono che impera nel luogo dove riposano persone care di tutte le famiglie del Comune. Ma il non plus ultra l’ ho trovato tra le sepolture  inumate nel terreno. Sepolture?...se cosi si possono chiamare! In una foresta vergine di erbacce alte due metri, e dico due metri,   a malapena si intravedevano decine e decine di lapidi. Allora, come un lampo, mi sono venute in mente le parole di De Andrè “dormi sepolto in un campo di grano, non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall’ombra dei fossi, ma sono mille papaveri rossi”.
Ironia della sorte! Anche i nostri defunti dormono ben all’ombra, ma non dei papaveri rossi che almeno sono bellissimi a vedersi, bensì di erbacce infestanti che denotano solo l’inciviltà e la negligenza di chi è tenuto alla cura e al decoro del cimitero. Forse era questo lo spazio a cui si riferiva Emigrante.
Qualche privato cercava di ripulire alla meglio davanti alle tombe dei propri cari, ma era un’impresa molto difficoltosa e che comunque non spetta a loro.

Sono andato via  da quel luogo molto amareggiato. Ho avuto vergogna, si, vergogna,  perché era come se  i nostri cari fossero stati gettati in una discarica e dimenticati. 
Ma la vergogna non può essere la mia, né di Emigrante o di qualsiasi altro cittadino; la vergogna deve essere di chi è delegato alla cura dei luoghi santi, ma non rispetta la dignità dei defunti,  permettendo che riposino in simili penose condizioni!
Se il Comune si trova in ristrettezze tali da non potersi permettere di far ripulire i cimiteri, lo dica chiaramente. Una squadra di cittadini di buona volontà si trova sempre. E gratis.

Caron Dimonio


























martedì 17 agosto 2010

Lunarte - Quarta Edizione


Anche quest’anno sta per fare ritorno Lunarte, il festival multiartistico che accenderà, la notte del 20 agosto, le luci dei vicoli del borgo Carani di Casanova di Carinola. La manifestazione è stata fondata nel 2007 ad opera dell’associazione culturale carinolese Cantina Cultura Calena ed è patrocinata dal comune di Carinola. Il festival, che a partire dal 2008 ha potuto giovare anche della collaborazione dell’associazione culturale Etèrnit di Mondragone,  ha assunto negli anni sempre maggiore importanza, portando in giro un’idea di arte propositiva e corale, capace di celebrare le energie di giovani artisti provenienti da tutta Italia.

Dal 2007 Lunarte mette in scena un teatro unico, un circo senza tendoni e senza palcoscenico, che ha per tetto le stelle e per palco gli angoli più affascinanti del paese. Casanova di Carinola rappresenta, infatti, il fulcro del festival, il luogo dove vengono fatte confluire e possono manifestarsi le diverse performance. Come ogni anno vicoli, borghi, piccole e grandi piazze saranno messe a disposizione dai cittadini di Carinola per questo magico evento, permettendo così di far riscoprire, in modo originale, il vasto patrimonio culturale, artistico e architettonico del proprio paese. Quest’anno Lunarte si concederà un unico appuntamento durante il quale teatranti, musicisti, artisti di strada si esibiranno simultaneamente, creando una sorta di percorso itinerante ricco di cultura e di fascino.

Protagonista assoluto di questa edizione è il teatro. Gli spettacoli in programma sono sei: “La dolce metà di Barbablù” di Pino Carbone, con Francesca De Nicolais e Luca Mancini; “La ricetta della verità” con Chiara D’Ostuni e regia di Manuela Rossetti; “Il marciapiede n°2” di e con Francesco Maiorca; “Bigmazziata” scritto ed interpretato da Loredana Simioli, ed infine, “Il vuoto e la maschera di Pulcinella” scritto ed interpretato da Eduardo Ricciardelli.
A completare la sezione del teatro ci sarà anche lo spettacolo “Le bugie di Mangiafuoco”, che rappresenta la tappa conclusiva del percorso didattico e laboratoriale “Lunarte ragazzi” diretto dagli artisti Luigi Morra e Pasquale Passaretti, che ha coinvolto, nei mesi di luglio ed agosto, i bambini del comune di Carinola.

Protagoniste di questa edizione saranno anche le mostre e le esposizioni: “Esterno notte – Cortile”, la collettiva curata da Pasquale Aversario, che ospiterà le opere di Massimiliano Bertolino, Mena Rota, Nicola Piscopo e Antonio Conte. Sara Zollino esporrà le sue fantastiche foto della serie “Strade”. Il festival dedicherà uno spazio anche ai maestri dell’artigianato: la mostra, organizzata in collaborazione con MarteLive Campania, coinvolgerà i lavori di diversi artisti, tra i quali Ilaria Ciancio e Nasty Box. Ma ci saranno anche artigiani locali. Lo spettacolo globale del 20 agosto, si concluderà con il concerto spettacolo dai ritmi brasiliani dell’orchestra Pega Onda.

Il progetto Lunarte risulta essere affascinante e al tempo stesso carico di socialità, in quanto mette insieme e fa incontrare molteplici culture artistiche, rendendo l’evento una grande festa del teatro e delle arti in generale, in un’atmosfera trascinante e coinvolgente, in uno dei borghi più belli d’Italia.

Valeria Zecchini
Ufficio stampa Associazione Culturale Etèrnit

lunedì 16 agosto 2010

Cambia il Maestro, ma la musica è sempre la stessa

Come tutti gli anni  a cavallo del mese di luglioed agosto vengo  nel mio paese natale , non solo per respirare un pò di aria nativa  ma anche per rivivere la mia passata giovinezza , rivedendo i miei amici di scuola ,grazie a Dio ancora in buona salute, ma anche per andare ad onorare i miei defunti al cimitero di Nocelleto. In genere questo luogo è il biglietto da visita del proprio paese , certamente  i politici precedenti al Commissario   non hanno fatto gran chè , durante la gestione  Di Biasio e anche durante la gestione Mannillo,d'estate è praticamente  una foresta di erbacce che sono più alte delle croci messe sulle tombe, mi è stato praticamente impossibile poter depositare  un fiore sulla tomba della mia sorellina morta nel lontano 1969. E' stata fatta una strada  una strada che collega  via Stefano ceca con quella che porta sul savone , l'anno scorso era tenuta abbastanza bene , ma quest'anno in alcuni tratti è quasi ostruita dalla vegetazione . La Festa in onore di San Sisto si è conclusa  e anch'io devo tornare al mio lavoro  a Milano, ma ritornerò anc'ora e spero di poter depositare qualche fiore sulla tomba di mia sorella.

Emigrante per orgoglio.  

venerdì 13 agosto 2010

Il maschio in crisi d’identità

Sembra impossibile che in questo XXI secolo, caciarone e libertino, le donne vengano ancora stuprate e  uccise in gran quantità, eppure è così. In questo vecchio e corrotto occidente, troppe donne giornalmente subiscono gli assalti di maschi famelici e vendicativi che trovano più facile stuprarle che sedurle; più facile ammazzarle che conquistarle. 
Cosa sta succedendo al maschio occidentale? 
E’ evidente che una bella fetta dell’universo maschile occidentale (e non solo) è in chiara crisi di identità, soprattutto tra gli strati più bassi della popolazione,  perché il suo ruolo di padrone delle sorti femminili, radicatosi saldamente nel suo dna, ha subìto uno stravolgimento che lo ha scombussolato. Ora vive in uno stato di confusione sociale che lo rende insicuro e, come tutti gli insicuri,  le sue azioni e reazioni possono essere imprevedibilmente pericolose.
Certamente la liberazione femminile dal giogo maschile è stata troppo rapida ed ha raggiunto livelli di conquista inaspettati. Le donne hanno dato prova, in pochi anni, di essere capaci, abili, autosufficienti, responsabili,  non solo nell’antico ruolo di moglie e madre finalmente liberata, ma anche in quello più competitivo di lavoratrice o dirigente, dimostrando che la sottomissione all’uomo era arbitraria e ingiustificata.
Dal canto suo, un certo tipo d’uomo guarda oggi alla donna, non più come una preda da conquistare ad ogni costo, ma come un’astuta predatrice che sta minacciando la sua posizione e il suo territorio. Tutto ciò ha fatto saltare i vecchi meccanismi sociali che non sono stati ancora sufficientemente riequilibrati.  Questo tipo d’ uomo fa fatica ad accettare la parità; fa fatica ad avvicinarsi alla donna “nuova” perché ha paura di non essere all’altezza. 
Forse la dilagante omosessualità tra gli uomini  trova le sue giustificazioni in tale paura.
Gli stupri e gli assalti assassini alle donne rientrano nella reazione e nel tentativo inconscio di ripristinare il vecchio ruolo di dominatore abituato a prendersi ciò che vuole e che non accetta la sconfitta da parte di una donna o lo lotta con essa. Una buona parte di responsabilità l’ha anche la televisione che continua a proporre la donna oggetto, alla portata di tutti i desideri maschili, pronta per essere usata ed abusata.
Queste potrebbero essere le motivazioni sociologiche e psicologiche di certi comportamenti, ma ne esiste ancora una, più vicina alle scienze naturali e perciò più accettabile: la ricomparsa dell’animalità.
Di fronte ai sollecitanti stimoli della società moderna e di fronte a certi scontri sociali che non lo vedono più signore indiscusso, questo tipo d’uomo ricade nella condizione, mai del tutto scomparsa, che ha abbandonato millenni fa e riprende a comportarsi come quella  bestia che era.

Lady B

lunedì 9 agosto 2010

Il silenzio delle nuove generazioni


Caro Quiquirì,
avrei voluto iniziare scrivendo: ebbene si, mi sbagliavo, non è vero che le nuove generazioni sono mute, assenti e disinteressate. Avrei voluto poter proseguire, scrivendo: SONO QUI, parlano, scrivono, e hanno una gran voglia di cambiare le cose, di fare, di sbagliare!
E invece no, caro Quì. Invece, accidenti a loro, sono qui a darmi ragione. Sono qui a ripetermi  ancora una volta che i giovani non esistono più, e che se è vero che Li condizionano, Li reprimono, Li deludono, è altrettanto vero che essi SI FANNO condizionare, SI FANNO reprimere, SI FANNO deludere.  Parlo alla terza plurale perchè non sono giovane, non rientro nè voglio rientrare in questa categoria sociologica che non ha più maitres à penser cui riferirsi.
Quel che è peggio è che tali elugubrazioni mi fanno sentire un adulto inacidito che non ha nessun rispetto per la nuova generazione, che non prova  niente di niente per una generazione  che non ha nemmeno avuto l'onore di una sconfitta e che invece è innamorato della generazione precedente, quella di chi ha osato, ha provato, ha avuto il coraggio di sbagliare.
E allora?  Allora che fare, se non ci sono più giovani?
Se "ci troviamo  di fronte a una sedicente giovane  generazione che in tutti i suoi  moti e impulsi è intollerabilmente assente, che ha rinunciato prima di qualunque conflitto" ... che  fare?

Adulto deluso

venerdì 6 agosto 2010

Il Peggiore

fini


Tra le tre cariche della Repubblica, la Presidenza della Camera dei Deputati anche se considerata la terza sicuramente è stata sempre prestigiosa come le altre due, cioè la Presidenza della Repubblica e la Presidenza del Senato. I vari presidenti sono stati sempre personaggi politici di spessore che si sono sempre contraddistinti per il rispetto del ruolo istituzionale ricoperto e di quella carica. Ricodiamo nell'era repubblicana Gronchi, Leone, Ingrao, Pertini, Iotti, Napolitano, Violante, Casini, Bertinotti. Se si scorre la biografia di questi politici si comprenderà come quasi tutti erano di forte apparteneza al proprio partito, alcuni in modo viscerale come Ingrao, Bertinotti e lo stesso Pertini. Una volta eletti presidenti però si sono spogliati della loro fede, ovviamente senza abiurarla, e hanno adeguato il loro comportamento alla carica ponendosi in egual modo nei confronti di tutti i deputati di qualunque colore fossero. Alcuni di loro, eletti presidenti della repubblica come l'attuale presidente Napolitano, hanno continuato ad operare al di sopra delle parti come se non fossero stati iscritti mai ad alcun partito. Da ricordare anche la Pivetti, un personaggio del tutto diverso da quelli su citati in quanto proveniente dalla società civile, digiuna del concetto di istituzione oltre che giovanissima. Questa ragazza si immedesimò nella carica cercando di imitare i predecessori più autorevoli e forse riuscì anche a superarli. Sono memorabili i suoi tailleur che per lei che era una mezza soubrettina abituata a vestirsi in altro modo dovevano essere una tortura. Dall'abbigliamento al comportamento si sforzò, riuscendovi, ad adeguarsi al ruolo istituzionale ricoperto ricevendo le congratulazioni di tutti.

Come tutto anche le istituzioni si degradano o per essere buoni, si modernizzano, giustificando con questo termine lo scadimento etico di molte istituzioni e perfino della magistratura, perfino della magistratura. Dopo tanti nobili presidenti della camera abbiamo questo attuale che è l'unico che non ha congelato la propria storia e la propria provenienza. Si ha il sospetto che abbia chiesto lui di essere eletto a quella carica col progetto di sabotare da quel posto privilegiato l'azione del governo. Quotidianamente ha disturbato e rallentato i lavori della camera, facendo pendere le proprie decisioni quasi sempre da una parte. Se è vergognoso da presidente favorire una fazione politica lo è ancora di più se si favorisce quella avversa al proprio schieramento di appartenenza. La giusta reazione della parte danneggiata, anche se tardiva, è arrivata con tanto di sfiducia per l'operato del presidente ma senza effetto. Ormai il comportamento che dovrebbe essere la sua vergona è diventato il suo vanto anche perchè fortemente sostenuto dalla parte politica che lui ha sempre favorito nel suo mandato. Altra vergona nella vergogna, una parte politica che giustifica ed incoraggia un presidente che oltraggia una importante istituzione, anche questo fa parte del decadimento di cui si trattava prima. Non si confondano queste riflessioni come un attacco verso Fini ed a favore di Berlusconi ma semplicemente in difesa delle istituzioni che devono essere sempre rispettate da tutti, principalmente da chi le rappresenta. Non si può combattere le proprie battaglie, anche se giuste, avvalendosi della propria carica istituzionale perchè la si svilisce. Non si può da presidente della camera fare tutti i giorni comizi, collaborare alla destabilizzazione del quadro politico o addirittura sovvertire i regolamenti parlamentari per favorire la confusione. Partecipare a conventicole segrete o lavorare per creare bande di disturbatori col solo scopo di mettere in difficoltà i propri avversari con i quuali oltretutto ci si è alleati. Queste azioni sono legittime per qualunque politico ma non per il presidente di un organo istituzionale e l'esempio più fulgido è l'attuale presidente della repubblica che bacchetta chi sbaglia senza guadare la parte di appartenenza. Se si legge la cronistoria della presidenza della camera dei deputati mai si è assistito a comportamenti tanto riprovevoli e pertanto senza ombra di dubbio si può assegnare a Fini il titolo di Il Peggiore.