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lunedì 9 agosto 2010

Il silenzio delle nuove generazioni


Caro Quiquirì,
avrei voluto iniziare scrivendo: ebbene si, mi sbagliavo, non è vero che le nuove generazioni sono mute, assenti e disinteressate. Avrei voluto poter proseguire, scrivendo: SONO QUI, parlano, scrivono, e hanno una gran voglia di cambiare le cose, di fare, di sbagliare!
E invece no, caro Quì. Invece, accidenti a loro, sono qui a darmi ragione. Sono qui a ripetermi  ancora una volta che i giovani non esistono più, e che se è vero che Li condizionano, Li reprimono, Li deludono, è altrettanto vero che essi SI FANNO condizionare, SI FANNO reprimere, SI FANNO deludere.  Parlo alla terza plurale perchè non sono giovane, non rientro nè voglio rientrare in questa categoria sociologica che non ha più maitres à penser cui riferirsi.
Quel che è peggio è che tali elugubrazioni mi fanno sentire un adulto inacidito che non ha nessun rispetto per la nuova generazione, che non prova  niente di niente per una generazione  che non ha nemmeno avuto l'onore di una sconfitta e che invece è innamorato della generazione precedente, quella di chi ha osato, ha provato, ha avuto il coraggio di sbagliare.
E allora?  Allora che fare, se non ci sono più giovani?
Se "ci troviamo  di fronte a una sedicente giovane  generazione che in tutti i suoi  moti e impulsi è intollerabilmente assente, che ha rinunciato prima di qualunque conflitto" ... che  fare?

Adulto deluso

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