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lunedì 8 giugno 2009

E il bauscia abbassò le orecchie


Il risveglio non è stato così doloroso come ci si aspettava. Sondaggi impazziti (commissionati chissà da chi) ed exit pool arrangiati in fretta e furia pochi minuti dopo la chiusura delle urne sparavano cifre allarmanti di un Pdl lanciato verso quota 43%. Un plebiscito annunciato da far tremar le vene e i polsi. Poi fortunatamente, col passare del tempo e con lo spoglio dei primi dati reali, si è capito subito che era stata tutta una bufala e che il tronfio trionfo dell'imperatore assoluto si sarebbe ridimensionato in una più compassata "vittorietta", facile facile, più per pochezza dell'avversario che per merito proprio.

E sì, perchè a guardare i freddi numeri, il Cavaliere ha ben poco da rallegrarsi. Il suo Popolo della Libertà, contrariamente a tutte le previsioni altisonanti, strombazzate da ogni pulpito possibile e immaginabile, persino dalle macerie fumanti dell'Abruzzo, che fantasticavano di un consenso "quasi imbarazzante" al 75%, ha ridotto i ranghi e ha dato segni di smottamento. A poco più di un anno dalle elezioni politiche del 2008 e a pochi mesi dalla fusione ufficiale di An con Forza Italia, il Pdl è sceso dal 37,4% al 35,2%, con un calo di più di due punti percentuali. Una piccola sconfitta, a ben vedere, che già suscita malumori e nervosismi all'interno del partito. A fronte soprattutto delle aspettative ultra-ottimistiche del nostro premier, che, da buon bauscia milanese, aveva fatto credere agli Italiani di essere lì lì per ottenere la maggioranza assoluta nel paese. "L'obiettivo è il 51%", aveva dichiarato. Beh, per ora, nemmeno con il binocolo. Una bella ridimensionata del tutto salutare, che non può che far bene alla democrazia.

Significa che il paese non è ancora rincoglionito del tutto. Qualche flebile speranza esiste ancora. Ad analizzare le cifre, si scopre che a tradire il premier è stato soprattutto il sud, in cui l'affluenza è stata scarsissima, ben al di sotto del 50%. Ma non può essere semplicemente l'astensionismo del sud, in cui comunque il Pdl ha sfondato quota 40%, a giustificare il passo indietro del cavaliere. La verità è che la sua Sicilia, dove l'anno scorso aveva ottenuto un altisonante 46%, ha deciso di voltargli le spalle e l'ha punito sonoramente facendogli perdere qualcosa come 13 punti percentuali a favore del Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo. Un travaso di voti non certo casuale dopo gli scontri interni dei giorni scorsi, che hanno portato l'MPA a gareggiare da solo e anzi contro coloro che fino a un giorno prima erano stati fedeli alleati. Berlusconi ha sbagliato completamente le mosse, ha creduto di essere padrone della Sicilia e ha rotto con Lombardo come se niente fosse, dimenticando forse chi comanda in quelle zone. E non aggiungo altro.

A rendere ancora più amara la vittorietta del Pdl e a turbare i sonni di Berlusconi è l'affermazione straordinaria della Lega Nord. Un partito che ha saputo attrarre a sempre più consensi, rubati ora all'alleato Pdl, ora all'avversario Pd. La quota raggiunta del 10,2% con un aumento di due punti rispetto alle politiche del 2008 è un segnale fortissimo. La Lega spadroneggia al Nord, in cui ottiene consensi unanimi lungo tutto l'arco alpino attorno al 19-20%, con punte vicine al 30% nel Veneto. Al di sotto del Po invece scompare miseramente, racimolando un 3% al centro e praticamente nulla al sud e nelle isole. E' un dato che fa riflettere. Si dice che i consensi siano una conseguenza della linea dura (almeno a parole) contro i clandestini e i rom e una richiesta forte di sicurezza urbana. Ci sarebbe da dedurre allora che solamente nelle valli padane viene percepito questo senso di insicurezza e questo bisogno di farla finita "con i clandestini che rubano e stuprano". Eppure la stampa ci ha raccontato nei dettagli numerosi episodi di violenze ben al di fuori dei confini nordici e di sbarchi continui sulle coste della Sicilia e della Puglia. Forse che in quelle zone gli sta bene vivere a contatto con i clandestini e accettano di buon grado gli stupri "alle loro donne"? Non credo.

E' che nel nord bauscia e ricco e nelle valli padane abbastanza ignorantotte ma incredibilmente orgogliose della loro identità si insinua sempre più convinta l'idea che l'essere "cattivo" faccia figo e che il buonismo sia per poveri sfigati. La moda del "politically incorrect" tira di brutto, soprattutto tra i figli di papà (sia di destra che di sinistra, si intende), che gongolano al pensiero di giocare alle secessione dai terroni e a guardie e ladri con gli extracomunitari. La cosa che dovrebbe far più scalpore è come il voto alla Lega venga percepito ancora (anzi, oggi più che mai), come un voto di protesta. Sembrerebbe incredibile, ma dopo aver passato quindici anni a banchettare abbarbicati alle poltrone di Roma ladrona, i leghisti sanno mantenere ancora un'aurea di innocenza rivoluzionaria.

La maggior parte di coloro che aderiscono a questo partito lo fanno soprattutto per una forma di delusione nei confronti di una politica (sia berlusconinana, sia sinistroide) che vedono troppo ingabbiata, immobile, burocratica. La Lega dà invece al proprio elettorato l'idea di essere un partito dinamico, fuori dagli schemi, che parla in dialetto come la gente del popolo, che chiacchiera poco e che agisce molto. Fa niente se poi la realtà è completamente opposta. Questo è il messaggio che passa e che attira sempre più persone, deluse e disilluse. Per Berlusconi sarà un bel grattacapo tenere assieme l'alleanza con un partito che verrà a batter cassa sempre più insistentemente e che su molte questioni di fondo ha visioni diametralmente opposte (vedi Turchia). E avrà anche un bel grattacapo a tener a bada la fronda interna di Alleanza Nazionale, che ha accettato con il mal di pancia di sparire e sciogliersi nel Pdl e che ora potrebbe temere di essere trascinata in basso da una caduta di popolarità del premier a favore degli odiati alleati leghisti.

Proprio per questo, come immaginavo, il miglior modo che gli elettori disorientati del PD avevano per mettere in difficoltà Berlusconi era votare Lega. Non sto scherzando. E credo che un po' sia successo veramente.

Due parole sul partito democratico. C'è una cauta soddisfazione al quartier generale. La parola d'ordine è: "Berlusconi non ha sfondato. Abbiamo tenuto. ". Bisognerebbe capire che cosa hanno tenuto. Perchè sono dichiarazioni decisamente ridicole. Il crollo rispetto a un anno fa è stato di 7 punti percentuali tondi tondi. Se non è una disfatta rovinosa questa. Se hanno tirato un bel sospiro di sollievo ad aver ottenuto un misero 26%, c'è da immaginare allora che i vecchi marpioni del Pd si aspettavano addirittura qualcosa di molto peggio. Non so, probabilmente pensavano di scomparire del tutto. Una bella coda di paglia. E dire che, a quanto pare, Franceschini negli ultimi mesi ha recuperato consensi. Non oso immaginare a che livelli infimi di popolarità l'avesse portato Veltroni attorno a dicembre-gennaio. Questo per chi rimpiange o giustifica ancora il nostro Walter, che in pochi mesi è riuscito nell'ardua impresa di dilapidare milioni di consensi. A futura memoria di chi auspica ancora un dialogo con lo statista.

Ma la vera vincitrice morale di queste elezioni è senza dubbio l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Il suo partito ha praticamente raddoppiato le preferenze rispetto a qualche mese fa, schizzando ad un incredibile 8%. Tutto come da copione. Voti in gran parte rubati al Pd con qualche frangia di sinistra più estrema e addirittura di cani sciolti provenienti da Alleanza Nazionale. Il dato che mi sembra più importante constatare è il fatto che l'Idv sia un partito senza frontiere, nel senso che è distribuito in modo omogeneo sul territorio con punte del 10% nel sud. Evidentemente le idee che lo sostengono non sono legate a "nazionalismi interni", al contrario per esempio della Lega, ma parlano al cittadino italiano in generale. I temi della giustizia, della legalità, della lotta alla mafia, conditi da un sano antiberlusconismo come forma mentis, sono un mix che viene apprezzato da nord a sud, da est a ovest. Questo mi fa pensare che l'Idv ha una base molto più concreta e solida su cui costruire, rispetto ad altri partiti che cavalcano le onde emozionali del momento (vedi la Lega con i clandestini).

E' ancora più straordinario il risultato dell'Idv se si pensa all'oscuramento mediatico a cui è sottoposto. Senza aver alcuna visibilità sui giornali, dove anzi è stato spesso fatto oggetto di attacchi denigratori e campagne feroci sia da destra che da sinistra, e con una minima visibilità televisiva (qualche comparsa a Ballarò e Annozero), il partito di Di Pietro ha raddoppiato i consensi. La spiegazione è subito trovata. Il popolo che vota Di Pietro è principalmente giovane e informatizzato. Ha maturato il suo appoggio all'Idv spegnendo la televisione e informandosi in rete, dove la propaganda berlusconiana è nuda e sbugiardata nella sua falsità.

Ora sta a Di Pietro mettere a frutto questo patrimonio di consensi. La strada è tracciata e non può più tornare indietro. L'annuncio che alla prossima tornata elettorale verrà tolto il suo nome dal simbolo del partito è, credo, un segnale incoraggiante. Questo partito, se veramente vuole crescere e creare qualcosa di nuovo, deve assumere al più presto una dimensione più ampia. E per farlo è necessario un passo indietro proprio di colui che ne è stato l'ispiratore. Non credo che l'uomo Di Pietro, con tutti i suoi limiti, possa ottenere più di quanto ottenuto in queste ultime elezioni. Perchè, intendiamoci, finora il partito Idv è coinciso esattamente con l'uomo Di Pietro. Ora io credo, e credo che l'abbia capito lo stesso Di Pietro, che il partito è maturo per fare il salto di qualità e diventare veramente la piattaforma su cui la società civile, quella migliore, quella onesta, quella dalla parte della legalità, quella informata e attenta che ha voglia di scardinare il sistema corrotto e clientelare, possa salire e ottenere visibilità e forza.

Il compito di Di Pietro nel futuro sarà quello di ripulire le basi del proprio partito dagli arruffoni e dai furbastri, riciclatisi e saliti a tempo sul carrozzone. Deve avere il coraggio di rinnovare mano a mano comitati e consiglieri comunali attraverso un monitoraggio attento e selettivo alla radice. Il giocattolo che ha in mano è delicato e importantissimo. Di Pietro ha il dovere di non tradire la fiducia di quella che io ritengo la parte più sana della società.

Noi saremo qui a vigilare. Non ci si può permettere più alcun errore.

Federico (con suo permesso)

da Verra' un giorno

sabato 6 giugno 2009

Voto intelligente

Domani si vota per il Parlamento Europeo e c’è tanta gente disinformata che voterà male o che non sa ancora chi votare. Le nostre mamme, i nostri nonni, i nostri zii, i nostri anziani in genere non ci hanno capito un tubo e sicuramente voteranno colui che riesce a catturare la loro attenzione con quel sorriso falso e ipocrita che gli si è stampato sul viso. Non sanno i nostri anziani che proprio loro, con una presenza di 11 milioni sul territorio italiano, sono la preda preferita del caimano; sono coloro che riesce spudoratamente a raggirare e ad ammaliare di più, come un cobra.

Gli anziani di Casanova, tanto tradizionalisti e religiosi, legati a Maria SS. Grande ed Eccelsa in maniera viscerale, non hanno visto e non vedranno le foto di Villa Certosa, pubblicate dal quotidiano spagnolo El Pais.

A Villa Certosa, la bella residenza sarda dove ogni fine settimana arrivano gli amici del Premier con voli privati dello Stato, non si fanno discussioni  intellettuali, non si parla dei terremotati d’Abruzzo, ma si mangia e si beve e l’amore si fa. E sicuramente anche qualche altra cosa.

Se i nostri vecchietti avessero sotto gli occhi quelle foto, vedrebbero ragazze nude con le tette al sole e uomini politici con il pisello al vento, ben in vista e pronto all’azione. Non credo che sarebbero tanto contenti i nostri vecchi di vedere questo tipo di cose, ma purtroppo queste notizie da noi non passano e sappiamo bene perché. Il Premier non vuole far sapere agli italiani il tipo di porcate che fa, ma solo quanto sia buono ed affettuoso con tutti! Ormai la dittatura mediatica ha raggiunto livelli paurosi….

Personalmente non voglio influenzare nessuno nel proprio diritto al voto, mi interessa solo liberarmi da quella mezza cartuccia d’uomo che si sente il padrone del cielo e della terra e che ci sta coprendo di ridicolo agli occhi del mondo. Se siamo intelligenti possiamo iniziare dalle europee.

Per questo motivo, voglio dire agli amici di andarsi a guardare le foto sulla Rete e magari farle vedere anche ai loro familiari poco convinti. Tutti devono sapere chi è veramente la persona che sta a capo del governo, che cosa fa e come spende i nostri soldi. Non credo sia degno di rappresentare gli italiani onesti.

La moglie Veronica ci ha provato ad aprirci gli occhi, ma è stata subito zittita. Ora tocca a noi farlo capire almeno ai nostri familiari, non con parole e discussioni inutili, ma con le prove.

Se sapremo votare con intelligenza è la volta buona che daremo uno smacco a questo buffone  di corte e cominceremo a respirare un po’ di libertà. Lo spero davvero.

Robindale

martedì 2 giugno 2009

Dissequestratevi la memoria



In queste settimane l’amministrazione con manifesti, volantini e senza dimenticare le dichiarazioni trionfalistiche apparse sul giornale pubblicitario finanziato con i soldi dei contribuenti, ha propagandato al limite della sopportazione il dissequestro della ex base Nato, da poco sgombrata dai rifiuti. Il dissequestro, avvenuto nelle scorse settimane, secondo l’amministrazione è una promessa diventata fatto, così come il concorso poco chiaro dei vigili che, sempre secondo gli amministratori evidenzia il lavoro e gli sforzi della prima stagione di gestione comunale.
A questo punto, credo che sia importante fare qualche passo indietro nel tempo giusto per sopperire, in qualche modo, al problema dell’amnesia che più che una complicazione attinente alla memoria è un malcostume culturale tutto italiano, il quale nelle mani della politica diventa spesso un importante asso nella manica per fare pubblicità gratuita e per accollarsi meriti inesistenti che offende l’intelligenza di molti cittadini che, per fortuna, non hanno problemi di memoria.
E’ doveroso ricordare e sottolineare che la brutta vicenda dell’ex base Nato è il frutto di decisioni amministrative risalenti alla passata amministrazione, dove l’attuale sindaco Mannillo ricopriva la carica di assessore all’ecologia nonché quella di vice dell’ex sindaco Pasquale Di Biasio, con il quale ha condiviso tutte le scelte inerenti all’utilizzo dello spiazziale antistante la struttura militare in disuso come discarica provvisoria. La scelta di portare la spazzatura comunale sopra la Sellecola fu determinata dalla preoccupante crisi regionale dei rifiuti, secondo le indicazioni commissariali che imponevano alle amministrazioni di provvedere autonomamente a scegliere un sito provvisorio per sversare le immondizie vista la saturazione di molti impianti preposti.
Finita la crisi, i rifiuti sulla Sellecola non si sono mossi di un centimetro determinando una situazione di emergenza ambientale per molti anni, fino a quando il consigliere d’opposizione Mattia Di Lorenzo con il sostegno dell’intera minoranza evidenziò la situazione agli organi preposti, i quali ne imposero il sequestro. Oggi, queste cose sembrano ormai storia lontana visto che i nemici sono diventati amici e viceversa.
La lista neoeletta elogia la sua azione dimenticando che fu proprio il sindaco Mannillo uno degli autori della scelta di usare l’ex base militare come discarica, come del resto si sorvola anche sulle note posizioni dell’attuale vicesindaco De Risi, il quale nel periodo caldo di Vaglie propose di portare le ecoballe a Sellecola. Poi quello che mi fa sorridere sono proprio gli ex consiglieri di opposizione, oggi in maggioranza, che prima hanno fatto il possibile per sequestrare il sito in questione e oggi esultano insieme a coloro che scelsero Sellecola. Il dissequestro, così come la bonifica, non devono essere momenti di pubblicità fatti passare come grandi azione politiche, in quanto si è risolto un problema causato da molti degli stessi che oggi si vantano di aver concretizzato una promessa fatta. Personalmente se rompo il vetro dell’abitazione del mio vicino prima chiedo scusa poi riparo il danno e mestamente torno a casa rammaricandomi di ciò che ho fatto dei soldi spesi per il vetro e per la brutta figura: non credo proprio che dopo aver risolto il danno causato da me stesso mi pongo come eroe con i miei amici per aver fatto ciò che è mio dovere fare in quanto nel torto.
Invece, questi signori prima fanno il danno, poi fanno sequestrare tutto e alla fine gridano con arroganza e magnificenza di aver risolto il problema, quando in realtà come si dice dalle nostre parti hanno fatto solo metà del loro dovere.

MeMore

lunedì 1 giugno 2009

Help



Mancano ormai pochi giorni per l’appuntamento alle elezioni europee e non solo. Dico non solo quelle, poiché si svolgono anche quelle comunali e provinciali, oltre al bistrattato referendum. Un rito annuale che si celebra solo in Italia, su cui si potrebbe ipotizzare il reato di Eleziopoli. Con questo termine intendo il giro di affari, piccoli e grandi che ruotano intorno alle elezioni, visto il modo macchinoso in cui sono organizzate nel nostro paese. Aspettiamo qualcuno che ci scriva un libro sopra o apra un’inchiesta.

Il mio cruccio immediato è per chi votare alle elezioni europee. Io sono uno che sente l’importanza di queste elezioni, in quanto in Europa si decidono le linee guida delle politiche nazionali. Anche se i governi locali si oppongono alle direttive che non fanno loro comodo, comunque devono sottostare ad esse. Quindi sono importanti i rappresentanti che si eleggono al parlamento europeo, in quanto dalle loro capacità di incidere sulle direttive comunitarie scaturiscono vantaggi o svantaggi per il paese che rappresentano. Partendo da queste considerazioni, certamente non faziose, ho iniziato a esaminare le liste proposte dai vari partiti nelle varie circoscrizioni.

Non ho potuto avere informazioni sull’argomento dai giornali e dalle televisioni in quanto hanno parlato solo delle amanti di Berlusconi o delle sue vicende giudiziarie. Hanno ignorato il vero problema che ho accennato sopra, Berlusconi volutamente e gli altri perché succubi della sua linea elettorale, sinistra inclusa. Esaminando le varie liste sono andato in affanno. Quella del centrodestra non mi va in quanto è adulterata dalla presenza di Berlusconi, non per motivi politici ma semplicemente perché non andrà mai a fare l’eurodeputato. Lo stesso discorso vale per Di Pietro, candidato in tutte le circoscrizioni, ed anche perché ultimamente dice tutto e il contrario di tutto senza avere una linea politica come tempo fa. L’UDC nemmeno a parlarne, sono repubblicano e cattolico e non voto per chi candida re, rinnegati e pluripregiudicati. Il PD è ridotto a fare la politica di Novella 2000, avendo perso ormai ogni cognizione della politica reale di questo paese. Le varie sinistre le detesto in quanto ancora una volta sono solo alla ricerca del posticino personale dei vari lidèr, come hanno dimostrato con l’ ennesima scissione.

Aiutatemi a scegliere, sono tentato di non andare a votare ma per la mia mentalità antiquata è una grave mancanza. Ammiro il mio sindaco Mannillo che, al contrario di me, ha le idee chiarissime. Egli, infatti, non volendo aderire alla sua maggioranza consiliare iscritta al PDL, cosa che avrebbe condizionato il suo potere personale, e non potendo nemmeno restare nel suo partito di origine, il PD, per non essere condizionato da Di Biasio, allora si è auto-nominato capo di Sinistra e Libertà, da leggere in questo caso Libertà Sinistra, così che la sua mano sinistra non sa cosa fa la sua destra. Lui sì che sa decidere e bene, io purtroppo no, perciò aiutatemi a decidere. Non votare o votare e per chi, aiuto!


Amleto da Casoria











domenica 31 maggio 2009

un mare di....


(Sogno).. Non vorrei che sedermi per ore, quindi sdraiarmi, riposare…Abbracciare nel mare il sapore salato della vita. Nuotare per sempre. Non esisterebbe più la California. Non sarebbe che un viaggio come tanti altri da fare. L’estate la passo a Mondragone. Mi piace quel nome, splendere di sale e sole sulle spiagge di Mondragone. Tramontare col sole. ..Ma da anni non mi può più piacere quel maledetto mare e quelle lerce spiagge. Ma è più forte di me. Devo vederlo, andarci, riposare, leggere, fare il bagno nell’acqua marrò. Una cazzo di bestemmia non mi viene in gola, perché non c’è posto. Dimentico. Ma oggi non ho potuto dimenticare. Ne ho vista troppa e troppi di uomini, donne e bambini, sdraiarsi nel lordume di plastica, vetro e cartacce, così adagio, spassionatamente parlando, bevendo e buttando la lattina di fanta finita e le cicche di sigarette lì a fianco. Una discarica sbrigativa e frantumata sono le spiagge libere (quest’anno) del litorale domitio. Una stella di merda che non sa gridare più. Le ho viste da Pescopagano fino a Sinuessa e dove non sono gestite dai lidi privati, c’è di tutto. Per lo più si tratta del cosiddetto indifferenziato. Cioè tutto. Il mare piange e piango dentro  anche io questa sera, mentre ripenso a quanto vento caldo e dolce sta passando sul mare ora , in questo preciso momento. Ora si alza una busta di plastica che si dirige verso un copertone Michelin, che sta li da vari mesi, appostato nella calda sabbia. 
Che cazzo, sarebbe meglio un deserto, così non passerebbe più l’uomo mazzonico. L’uomo moderno e merdoso che butta cose a terra, ogni minuto, ogni secondo. Deve buttare qualche merda della sua merdosa anima. E se facesse davvero il bagno in un mare di merda, appena uscito accenderebbe una sigaretta e andrebbe a strizzarsi il costume vicino alla moglie. Una mano sulla zizza e poi la butterebbe per scherzare nel mare di merda. Intanto si alza il vento e me ne torno. Domani ci rivado a Mondragone, per prendere il sole. In silenzio. Non so piangere. Da piccolo non mi hanno educato né a questo né ad altro.
 
Mus. Carannan

venerdì 29 maggio 2009

Catastrofi da evitare





Nell’ottobre del 1978 o 1979, il carinolese fu investito da un pauroso nubifragio come non se ne erano mai visti. L’acqua proveniente dalla montagna si riversò su Casanova trascinando con sé alberi, rami e quant’altro poteva distruggere lungo il cammino. Il canale della Grangelsa scaricò tanta di quell’acqua che si allagò tutta la zona Fontana Vecchia e Santa Lucia.

Le pecore di zi’ Salvatore Marrafino, che si trovavano ricoverate in una grotta-ovile, furono trovate immerse nell’acqua fino al collo e molte di loro si salvarono perché riuscirono a tenere ben alta la testa al di sopra dell’acqua. Gli agnelli invece furono tutti spazzati via dalla piena e ritrovati a Carinola, qualcuno addirittura sugli alberi. I campi più bassi furono completamente sommersi e distrutti. I danni causati dalla piena furono ingenti.

Tutto è successo trent’anni fa. Non è poi tanto se ci si pensa.

Che cosa mi riporta indietro di trent’anni? Perché ricordo questo episodio? Perché l’osservazione del territorio, come si presenta attualmente, e il perpetuarsi di pericolose azioni abusive, mi portano ad alcune riflessioni.

Diamo troppo per scontato che certe catastrofi non possano succedere da noi. Ne siamo troppo sicuri. Invece quello che è successo appena trent’anni fa, potrebbe benissimo verificarsi di nuovo. Il cambiamento del clima su tutto il pianeta, poi, non è un dato confortante e fa presupporre che potrebbe succedere di tutto dovunque.

E allora guardiamoci intorno; esploriamo il nostro territorio.

Tutti i canali predisposti dalla natura per il convoglio delle acque sono stati ostruiti da tonnellate di immondizia che l’inciviltà dei cittadini vi ha gettato. Alcuni sono stati ostruiti da cattivi interventi di pubblica edilizia, come il ponte sulla Fontana Vecchia che sarà il primo a saltare se si verificasse un’ altra piena.

Il nostro territorio non è per niente pronto ad accogliere eventi simili. Se la natura ha pensato a fornirlo di tantissimi canali naturali per il deflusso delle acque, l’ uomo ha pensato ad alterarlo disastrosamente nullificando l’azione della natura stessa. Come se non bastasse, l’uomo continua imperterrito a distruggere tutto ciò che è messo a difesa dell’ambiente naturale con le proprie azioni scellerate. Una tra questa è il taglio abusivo degli alberi.

E’ questa una piaga più volte denunciata sulle pagine di questo blog e che sembra non trovare soluzione, forse perché viene molto sottovalutata.

Intanto il barone delle Vaglie, dopo aver fatto piangere tanti piccoli proprietari terrieri per i danni che le sue mandrie procurano ai campi altrui o all’incolumità dei guidatori, continua imperterrito a tagliare alberi sui terreni demaniali e porta la legna sulla sua Tenuta dove avviene il commercio vero e proprio. Là, vanno a rifornirsi camion provenienti da ogni dove e per tutto l’anno. Ha persino assunto alle sue dipendenze degli extracomunitari per tagliare quanto più è possibile. Di questo passo, tra qualche tempo ci ritroveremo una montagna completamente brulla e desertificata.

A niente sono valse le varie denunce legali fatte da cittadini coscienziosi. A niente è valso averlo ripreso direttamente. A niente è valso aver portato in loco un agente della forestale che ha definito l’atto come ‘cose di poco conto’ che non hanno nessuna conseguenza. E così il barone delle Vaglie scorrazza per la strada della forestale a suo piacimento usando persino la chiave della sbarra che gli è stata data da qualche amico fedele. Come la vogliamo chiamare questa tacita intesa? Solidarietà? O semplicemente connivenza?

Intanto il territorio viene privato di preziosi baluardi difensivi che tengono insieme il terreno: gli alberi, appunto.

Se dovesse mal capitare un altro nubifragio disastroso con conseguente piena, tonnellate di terreno si riverserebbero sul paese, distruggendo uomini e cose. E allora di chi sarà la colpa?....

Non voglio sembrare una Cassandra, ma non credo sia buona cosa sentirsi troppo al sicuro da certi eventi. Se si vuole evitare un’altra Sarno, è importante monitorare continuamente il territorio, tenerlo pulito e frenare le azioni di cittadini sconsiderati che per il loro utile tornaconto mettono a rischio l’incolumità dell’intera cittadinanza.

Gala

lunedì 25 maggio 2009

Gimme Five!



Un manifesto mai visto negli anni passati campeggia sui nostri muri: dai il 5 x mille ai servizi sociali del tuo Comune.

Caspita! Perché a Carinola ci sono i servizi sociali? Non me ne sono mai accorto! E che tipo di servizi offrono?

Ah già! La pulizia nelle case dei vecchietti, tante ore la settimana. I dodici giorni di terme a Suio, sempre per gli anziani. Il pullman scolastico che porta gli studenti alla scuola media di Carinola…. Un po’ pochino per essere chiamati servizi sociali.

Ma ecco che dopo la Parrocchia, anche il Comune si appresta a chiedere il contributo dei cittadini, ora che la borsa dello Stato ha stretto i cordoni.

A chi darli questi nostri soldini? A dire il vero, io non li darei proprio a nessuno. Perché dovrei?

Non mi sembra ci sia, da parte dell’Amministrazione Comunale, una sensibilità verso i problemi sociali e, da quarant’anni a questa parte, sono stati fatti pochissimi passi avanti. Inesistenti.

Se ci fosse solo una parvenza di servizi sociali, la gente sarebbe invogliata a dare il cinque x mille, ma non c’è neanche quella. Allora cosa dobbiamo pensare? Che il Comune aspetta a istituirli con il nostro cinque x mille? Ora? Se così fosse, vuol dire che come Ente amministrativo ha fallito, e già da molto tempo. Vuol dire che la cittadinanza è stata privata per tantissimo tempo di forme assistenziali indispensabili e l’aiuto che avrebbe dovuto dare il Comune ai suoi cittadini è stato menefreghisticamente delegato ad altri, ossia alla Chiesa e ai cittadini stessi, attraverso forme di solidarietà cristiana. Esse però non hanno la professionalità e la specificità di servizi che potrebbe offrire un Ente competente e le aspettative di aiuto sociale rimangono disilluse. Eppure i problemi ci sono, e ce ne sono tanti, perché se è vero che la vita moderna ha portato un po’ di benessere in più, è anche vero che ha portato con sé tanti problemi in più.

Esistono anche da noi vecchi soli, bambini che vivono situazioni difficili, adolescenti allo sbando non sempre controllabili e controllati dai genitori, disabili, famiglie che attraversano periodi di crisi economica, coppie che subiscono il dramma della separazione, adulti in situazioni di grave disagio sociale, immigrati provenienti da vari paesi del sud-est europeo e dal Nord Africa, per non parlare del problema legato alla droga, poco visibile ma molto presente.

Non mi sembra che a Carinola ci sia una minima struttura in grado di affrontare le problematiche legate a queste situazioni.

Tante cose si potrebbero fare, ma quella più urgente sarebbe l’apertura di uno Sportello Sociale in ogni frazione più grande (o almeno uno a Carinola!) a cui possono rivolgersi tutte le categorie per ricercare le informazioni sui servizi e le risorse della rete sociale territoriale; molte persone in affanno non sanno neanche a chi rivolgersi. Questo sportello, oltre a dare le informazioni giuste, avrebbe la funzione di ‘smistare’ il problema in causa presso strutture e istituzioni specifiche che possono prestare il loro servizio professionale. Occorrerebbe quindi una rete di collegamenti delle strutture sociali territoriali capaci di accogliere e soddisfare le richieste dei cittadini. Ma siamo molto in alto mare. Tutto è nelle mani di pochi Patronati che possono evadere solo determinate richieste. Altri problemi rimangono irrisolti.

Se alcune fasce di età vengono comunque ben coperte da istituzioni religiose presenti sul territorio, quali i bambini e gli anziani, altre fasce, come gli adolescenti, i giovani e gli adulti con grave disagio sociale, sono più difficoltose da trattare e richiederebbero interventi mirati. Ad esempio, il problema della droga tra i giovani non trova un punto di ascolto in nessun luogo e non basta fare una conferenza una tantum sull’argomento per sentirsi la coscienza a posto o pensare di aver risolto il problema. Idem per gli adulti soli con situazione di disagio sociale. Solo a Casanova ce ne sono circa tre e dovrebbero essere seguiti regolarmente, ma non esiste figura professionale comunale che si preoccupi di vedere se queste persone possono badare a se stesse, sia da un punto di vista pratico che sanitario.

Qualche amministratore più polemico potrebbe dire che non ci sono mai stati abbastanza fondi per avviare un discorso simile e il 5 per mille ha proprio lo scopo di affrontarlo. Mah! Non è una scusa plausibile. Io credo invece che se ci fosse stata la volontà politica di affrontare il problema, i fondi si sarebbero trovati così come si sono trovati per le tante feste e iniziative fatte per accontentare alcuni elettori. Ci sono cose che hanno una priorità assoluta e un Comune attento e responsabile verso i propri cittadini sa fare le scelte giuste.

Queste considerazioni mi spingono a chiedermi: perché dovrei dare il cinque per mille al mio Comune che solo adesso tira in ballo servizi sociali mai esistiti o che lo sono stati solo sulla carta? No, non ci sto. L’attenzione verso i più deboli è una cosa molto seria e va affrontata in maniera molto seria.

Misterlady

venerdì 22 maggio 2009

Merito al Quiquirì



Sono un nuovo arrivato in questo territorio, se così si può dire; un carinolese che ha passato la maggior parte della sua vita al nord per lavoro e ora sono di nuovo qui, la maggior parte dell’anno, a godermi la pensione che spero sarà lunga. Da diversi mesi leggo questo blog che ho scoperto per puro caso, ma non ho mai lasciato un commento. Ho preferito fare il lettore e, perché no? l’osservatore.
Dagli articoli che leggo e anche da molti commenti poco edificanti, ho capito che chi scrive è tendenzialmente di sinistra anche se non si colloca in un’ area specifica. Ma forse non è corretto dire di sinistra, diciamo che è una mente critica, perché molte volte ho notato accuse anche a personaggi chiaramente di sinistra. Non so se a scrivere siano solo giovani o anche meno giovani, quello che però ho notato è la grande varietà di argomenti che si affrontano su questo blog, seri e meno seri, ma tutti con un grande senso di responsabilità e di serietà.
Tutto questo mi ha fatto molto piacere.
Vengo da una provincia della ‘padania’ dove ho lavorato per anni e dove esser meridionale equivale un po’ ad essere un emarginato sociale e il più delle volte io stesso, che pur ci vivevo da tempo, ho dovuto subirmi delle allusioni o delle frecciatine poco felici, per questo ho sempre ritenuto la popolazione meridionale la più buona nell’animo e la più preparata in senso culturale.
Il Quiquirì mi da ragione.
Trovo che molti articoli siano di ottima fattura: critici, informativi e piacevoli da leggere e aspetto sempre con ansia un articolo nuovo.
Personalmente, non approvo le accuse che si fanno a questi ragazzi di non fare abbastanza per il loro Comune. Non li conosco personalmente e non so cosa facciano nella vita, ma aver messo insieme un blog come questo che permette di confrontarsi, di scambiarsi idee ed opinioni, anche contrastanti, è già un merito di per sé. Poi ognuno ha il diritto di fare le proprie scelte di vita.
Voglio augurare a queste giovani menti carinolesi di continuare con passione a scrivere e a tenerci informati su tutto quello che accade e a darci la loro visione delle cose che non è mai quella generalmente diffusa. Per fortuna.
Congratulazioni ragazzi. Non avete niente da invidiare ai vostri coetanei del nord, se non un pizzico di fortuna in più!

Antonio

martedì 19 maggio 2009

Acquaruò l' acqua è fresca? E' comm' na rosa






Tanti anni fa, quando l’intera popolazione era impegnata nei lavori dei campi, tra le varie figure lavorative, c’era l’acquaiuolo. Questi aveva il compito di procurare l’acqua alla fonte, rivolo o sorgente più vicina e dissetare gli operai intenti nell’attività agricola. Questo compito di solito era affidato alla persona più gracile del gruppo che a volte era anche la più sfaticata. Invece di andare continuamente a rifornirsi di acqua a volte dava la stessa, pertanto gli operai per auto tutelarsi chiedevano “acquaruò l’acqua è fresca?” Alla domanda quegli logicamente rispondeva sempre di sì, anche quando era caldissima. Questa espressione pertanto è rimasta a significare che chiedere giustificazioni o informazioni alle persone interessate è inutile in quanto si conosce già la risposta a loro favore. La conferma del detto su esposto si è avuta con le conclusioni delle inchieste sulla guerra ultima di Gaza. Il 22 Aprile scorso l’esercito israeliano ha comunicato i risultati di ben cinque commissioni d’inchiesta sull’operazione “piombo fuso” formate da personale dell’esercito.

Ogni commissione doveva verificare un’ accusa: bombardamenti di uffici delle nazioni unite, colpi di armi leggere e di cannoni contro personale medico e paramedico, uccisione di civili non combattenti,impiego di armi al fosforo bianco,distruzione indiscriminata di edifici da parte delle truppe di terra. Le conclusioni sono state che "l’esercito israeliano ha agito secondo i valori morali e le leggi internazionali di guerra ed hanno messo in campo un enorme sforzo per colpire solo terroristi, facendo tutto il possibile per evitare vittime civili. Si è ribadito che la colpa è di Hamas che non ha accettato di combattere in campo aperto ma nascondendosi tra la popolazione civile. I risultati degli sforzi si sono visti più di due terzi delle vittime sono state donne e bambini. Meno male che si sono sforzati.

Anche l’Onu indaga tramite proprie commissioni di indagini sulle stesse accuse, ma i lavori sono ancora in alto mare. Meglio indagare sui respingimenti dei clandestini che attua il governo italiano, è meno rischioso.

il nipote di Arafat

giovedì 14 maggio 2009

Terza lettera ai casanovesi devoti a Maria SS. Grande ed Eccelsa




Ormai ci siamo; pochi giorni ed è festa di maggio, come ogni anno, da sempre, per sempre. Casanovesi e non, vicini lontani e lontanissimi tornano a casa colorando le strade di risate, saluti, abbracci, schiamazzi, tacchi di scarpe che su e giù percorrono via nazionale tra bancarelle, luci, musiche. E poi, spumoni, birre noccioline per-e-mus seduti in un brivido totale di gioia al bar. La banda, le processioni, l’infiorata, la Grangelsa. Già la Grangelsa e dunque il piccolo santuario, icona di una festa, di un paese, di un popolo che anche quest anno si presenta chiuso, inagibile ma come sempre bianchissimo.

Questa è la terza lettera che scrivo puntuale come la letterina a babbo natale per capire i perché di un lavoro di ristrutturazione approssimata, inadeguato e soprattutto mai ultimato. Da anni, il santuario, dopo il rifacimento della facciata è INCOMPLETO e come normalmente accade dalle nostre parti non se ne sa nulla e sempre seguendo la prassi, nessuno fa domande. In questo momento non m’interessa sapere che fine hanno fatto i soldi spartiti tra consulenti, architetti, ingegneri e avvocati buoni. Oggi voglio parlare di ricordi. Il solito ricordo che ho dell’interno del santaurio. Proprio così, a pochi giorni dalla festa di maggio non voglio sapere perché si continua a dire che mancano le autorizzazioni necessarie per smuovere i soldi e quindi completare la ristrutturazione ma voglio invitare tutti i lettori a fare un salto indietro e ricordare cosa c’era dietro la porta. Io ricordo un spazio piccolo che accoglieva la statua della madonna e consenti va a tutti i fedeli di entrare velocemente, seguendo una lunga fila, giusto il tempo di una genuflessione e un segno della croce. Un affresco che con pensieri da bambino lo ricordo strano quasi buffo, una figura in primo piano con capelli e barba lunga e grigia che planando su un paesaggio verde sorride. Questo e il mio ricordo e visto che risale a quando non capivo ancora cosa significasse innamorarsi forse non è attendibile. Non ho voglia di parlare del solito atteggiamento dei governanti, dei governati e dei furbi ma voglio invitarvi a ricordare e superare con la mente la porta chiusa a chiave con catenacci silenziosi.

Tutti, dovremmo chiederci il perché di questa situazione congelata da anni e comprendendere che una facciata (a parer mio di cattivo gusto) e un tetto nuovo non significa un lavoro terminato. Domenica, dopo la funzione o chi vuole prima ma anche durante, guardiamoci negli occhi e chiediamoci “ ma da quanti anni non aprono il santuario e chi cazz gestisce i soldi di questa situazione e perché non vanno avanti” Con questo invito vi saluto e vi auguro una buona festa di maggio, ci vediamo l’anno prossimo punto e a capo.


martedì 12 maggio 2009

Le ipocrisie del Pdl




  Qualche sera fa, guardando il telegiornale, mi ha colpito l’espressione gioiosamente strafottente del nuovo ministro per il Turismo, Michela Brambilla, mentre firmava il suo mandato, e l’espressione seriamente impassibile, da sfinge, del Presidente Napolitano.

Ho capito immediatamente che questo Ministero dato a questo nuovo ministro è l’ennesimo colpo basso ai danni degli italioti per sistemare una zoccola d’alto rango. E allora mi sono chiesto chi fosse questa oscura Michela Brambilla mai sentita prima.

Ci ha pensato Beppe Grillo a farmelo sapere inviandomi, come ogni sera, i suoi pezzi.

Michela Brambilla, figlia di un industriale del nord, ha iniziato la sua ‘carriera politica’ come show girl del sado-maso, sbatacchiando sfrontatamente di qua e di là le sue protuberanze superiori a mo’ di palloncini colmi d’acqua; ondeggiando le sue rotondità posteriori, a misura ravvicinata, davanti alla telecamera; palpando e facendosi palpare a più non posso da mani voraci e vogliose che le hanno assicurato una ricca e promettente carriera. La stessa carriera è stata promessa alle tante belle starlettes e attricette che il Cavaliere vorrebbe candidare per le europee e che hanno suscitato il disgusto di sua moglie Veronica Lario.

Se gli italiani usassero di più il cervello e si fermassero a riflettere, informandosi magari attraverso una stampa libera (ancora ce n’è) o la Rete, si renderebbero conto di quanta ipocrisia regna nel Pdl.

Un partito che si proclama sostenitore di ogni libertà e custode di ogni vero valore tradizionale è in realtà il più farisaico dei partiti che l’Italia abbia mai avuto, persino della vecchia DC dalla cui scuola proviene.

Le libertà che esso sostiene sono solo quelle che si prende il signor Berlusconi per difendere i suoi interessi, e questo non ci stancheremo mai di dirlo. E’ inutile, tuttavia, andare a rispolverare continuamente la censura sulla libertà d’informazione che questo governo opera minuziosamente giorno per giorno, così come è inutile sottolineare la dipendenza economica delle migliori testate giornalistiche e televisive dal portafogli del Cavaliere. Chiaramente, in questo contesto, le notizie che passano sono solo quelle che vuole lui. Per il resto, regna il silenzio. Alla faccia della libertà!

Mi piace invece soffermarmi su un altro aspetto, finora trattato molto in sottofondo.

Quali messaggi, provenienti dall’operato di questo governo, passano alle nuove generazioni? Quali valori vengono diffusi tra i giovani e tra i cittadini? Se ci si riflette, è facile capirlo.

Riescono forse quelli che impegnano tutta la loro vita nello studio, nel lavoro quotidiano, nel sacrificio di una lunga gavetta malpagata? Neanche a pensarci! Riescono quelle che sanno conquistare il cuore e la mente del Cavaliere con la loro puttanizia. Grande puttanizia. Talmente grande che potranno essere quelle che andranno a rappresentare il popolo italiano al Parlamento Europeo a seguito dell’operazione di scambio “tu dai una cosa a me, io do’ una cosa a te”.

Mi chiedo: in che modo ci rappresenteranno? Che cosa hanno in comune con l’operaio in cassa integrazione, con la casalinga che non sa come far quadrare il bilancio familiare, con le famiglie sfasciate, con gli adolescenti allo sbando, con i vecchi soli e malati, con i giovani precari che non sanno se e come riusciranno a costruirsi un’esistenza dignitosa? Che cosa ne sanno veramente loro dei problemi quotidiani della vita quotidiana delle persone ordinarie, loro viziose viziate preoccupate solo di arrivare in alto senza sforzo? Chi vive di reality non può capire chi vive di realtà e il tentativo di Ghedini, ospite ad Anno Zero, di paragonare queste donne spregiudicate a donne della sinistra come Nilde Iotti o Pina Picierno, persone pulite e seriamente impegnate, è stato quanto mai patetico. Non ci sono paragoni che reggono.

Il messaggio che passa alle nuove generazioni non è certo quello dell’ impegno e del sacrificio, ma è questo: più stronzo sei, più carriera farai; più disonesto sei, più riverito sarai; meno cervello hai, più salirai. Tanto c’è chi pensa per te.

E pensare che quando fu eletto Luxuria, il Pdl ne disse di tutti i colori. Quando poi andò a fare la pipì nel bagno delle donne, ne disse di tutto e di più. Ora nessuno parla per le scelte immorali del Cavaliere se non sua moglie. Grandi uomini quelli del Pdl! Si scandalizzano per Luxuria, ma accettano la ripugnante immoralità di queste donne.

Gli altri valori tradizionali, tanto cari al Vaticano, di cui questo governo vorrebbe essere custode sono quelli cristianissimi della famiglia, della solidarietà e dell’attenzione ai più poveri e ai meno fortunati. Per questo motivo si sta deviando tutta l’attenzione del mondo sul palcoscenico allestito a L’Aquila dove viene esibito l’impegno e l’interesse di questo governo verso i terremotati; intanto non si parla di aiuti economici a chi ha perduto il lavoro; intanto non si parla di responsabilità nella costruzione degli edifici pubblici crollati; intanto non viene garantita giustizia alle famiglie che hanno perso un figlio nel crollo della Casa dello Studente; intanto la Lega propone posti riservati ai milanesi sugli autobus di linea, in pieno stile apartheid sudafricano, spargendo spudoratamente il seme del razzismo; intanto centinaia e centinaia di poveri cristi che hanno attraversato il mediterraneo, vengono respinti in Libia senza pietà e senza pensare che qualcuno di loro va incontro alla morte. La loro vita non vale quella di Eluana Englaro che era già morta da 17 anni.

Essere contrari all’aborto, non acconsentire alla ricerca usando le cellule staminali, non voler staccare una spina a chi sta faticosamente morendo, non fa del Pdl un partito serio, custode dei valori fondamentali della vita; fa del Pdl un partito di cialtroni, capace di gabbare la gente che non vuole e non sa vedere le cose come in realtà sono.

Le giustificazioni per queste ipocrisie sono quanto mai nocive soprattutto per gli italiani. Cominciate a riflettere, gente, prima che sia troppo tardi.


Red Eagle

domenica 10 maggio 2009

Che ambiente meritiamo?


E’ ancora possibile recuperare  la spiritualità con l’ambiente naturale del territorio carinolese? In molti vi scommettono e fanno bene. Io sono fra questi e aggiungo che bisogna partire da oggi. Perchè se mettiamo ad esempio che servirebbero dieci anni per un ripristino totale dell’ecosistema naturale, se già iniziamo domani ci vorranno dieci anni più un giorno. Ma da dove bisognerebbe ripartire? Da lontano...Da quel poco che conosco, negli ultimi tre decenni  sembra che l’approvvigionamento quotidiano, come la coltivazione intensiva del territorio collinare, oltre che di quello pianeggiante e montano, ( compresi i pascoli di bestiame) sia rapidamente calato intorno dall’inizio degli anni ’70 fino alla metà ’80, con la fuga nelle città (d’Italia e dell’estero). Ebbene questo non è successo solo a Carinola  ma in moltissime zone d’Italia, come nei colli Berici ad esempio (a sud di Vicenza) nei quali si è avuto un grosso movimento emigratorio, ma  vi è stato però un ritorno consistente, con la ripresa di attività rurali e commerciali dopo gli anni ‘90. Dunque sembra che l’abbandono delle campagne del carinolese sia grosso modo coinciso con una pratica  crescente d’inquinamento periodico dell’ambiente (ma i controlli dov’erano?e ora dove sono?). Per contro possiamo affermare che  una seria politica ambientale – come non è stata attuata fino ad oggi- e di sviluppo agricolo e naturalistico verrebbe  con determinazione e concretezza portata avanti con successo,potrebbe canalizzare  un ripopolamento delle campagne e la crescita della produzione di prodotti autoctoni ( uliveti, vigneti, canapa, sambuco, grano..) insieme quindi al rispetto ambientale. Ma bisogna partire dal sanare tutte le discariche delle campagne e collinari, nei pressi degli ex rivoli, portare da domani subito via l’eternit da dove sempre più spesso viene abbandonato. Quindi cominciare con l’acquisto di depuratori per posizionarli dove vengono confluite le acque reflue. Cercare di accantonare coltivazioni che durante l’anno  hanno spesso bisogno di pesticidi vari.  Da qui dividere la rete fognaria degli scarichi commerciali e delle abitazioni dalle fogne per il solo deflusso delle acque piovane, le quali possono confluire nei fiumi che finiscono in mare. Insomma servono soldi e serve che vengano spesi bene. Questo significherebbe creare le condizioni per svilupparci con quello che tanto ci offre la nostra amara terra. Ma questo gli amministratori non vogliono capirlo. Sembra non riguardarli. Eppure pare che anche questo hanno promesso…Ma noi  che stiamo maturando una nuova coscienza territoriale vogliamo che questo sia fatto bene e lo vogliamo ora. Perché è nostro, ed è sacro. Altro capitolo su cui insisteremo tenacemente nelle prossime settimane riguarderà  la salvaguarda dei boschi collinari, sul disboscamento invernale e quindi  sull’incombente minaccia degli incendi estivi. L’amministrazione però ha siglato un piano antincendi con la protezione civile, che vedrà vigilanza diurna e postazioni fisse. Ma serve che anche la comunità si rivolti una buona volta contro questi soprusi e scempi territoriali.


Veleno Mangiapane