Un manifesto mai visto negli anni passati campeggia sui nostri muri: dai il 5 x mille ai servizi sociali del tuo Comune.
Caspita! Perché a Carinola ci sono i servizi sociali? Non me ne sono mai accorto! E che tipo di servizi offrono?
Ah già! La pulizia nelle case dei vecchietti, tante ore la settimana. I dodici giorni di terme a Suio, sempre per gli anziani. Il pullman scolastico che porta gli studenti alla scuola media di Carinola…. Un po’ pochino per essere chiamati servizi sociali.
Ma ecco che dopo la Parrocchia, anche il Comune si appresta a chiedere il contributo dei cittadini, ora che la borsa dello Stato ha stretto i cordoni.
A chi darli questi nostri soldini? A dire il vero, io non li darei proprio a nessuno. Perché dovrei?
Non mi sembra ci sia, da parte dell’Amministrazione Comunale, una sensibilità verso i problemi sociali e, da quarant’anni a questa parte, sono stati fatti pochissimi passi avanti. Inesistenti.
Se ci fosse solo una parvenza di servizi sociali, la gente sarebbe invogliata a dare il cinque x mille, ma non c’è neanche quella. Allora cosa dobbiamo pensare? Che il Comune aspetta a istituirli con il nostro cinque x mille? Ora? Se così fosse, vuol dire che come Ente amministrativo ha fallito, e già da molto tempo. Vuol dire che la cittadinanza è stata privata per tantissimo tempo di forme assistenziali indispensabili e l’aiuto che avrebbe dovuto dare il Comune ai suoi cittadini è stato menefreghisticamente delegato ad altri, ossia alla Chiesa e ai cittadini stessi, attraverso forme di solidarietà cristiana. Esse però non hanno la professionalità e la specificità di servizi che potrebbe offrire un Ente competente e le aspettative di aiuto sociale rimangono disilluse. Eppure i problemi ci sono, e ce ne sono tanti, perché se è vero che la vita moderna ha portato un po’ di benessere in più, è anche vero che ha portato con sé tanti problemi in più.
Esistono anche da noi vecchi soli, bambini che vivono situazioni difficili, adolescenti allo sbando non sempre controllabili e controllati dai genitori, disabili, famiglie che attraversano periodi di crisi economica, coppie che subiscono il dramma della separazione, adulti in situazioni di grave disagio sociale, immigrati provenienti da vari paesi del sud-est europeo e dal Nord Africa, per non parlare del problema legato alla droga, poco visibile ma molto presente.
Non mi sembra che a Carinola ci sia una minima struttura in grado di affrontare le problematiche legate a queste situazioni.
Tante cose si potrebbero fare, ma quella più urgente sarebbe l’apertura di uno Sportello Sociale in ogni frazione più grande (o almeno uno a Carinola!) a cui possono rivolgersi tutte le categorie per ricercare le informazioni sui servizi e le risorse della rete sociale territoriale; molte persone in affanno non sanno neanche a chi rivolgersi. Questo sportello, oltre a dare le informazioni giuste, avrebbe la funzione di ‘smistare’ il problema in causa presso strutture e istituzioni specifiche che possono prestare il loro servizio professionale. Occorrerebbe quindi una rete di collegamenti delle strutture sociali territoriali capaci di accogliere e soddisfare le richieste dei cittadini. Ma siamo molto in alto mare. Tutto è nelle mani di pochi Patronati che possono evadere solo determinate richieste. Altri problemi rimangono irrisolti.
Se alcune fasce di età vengono comunque ben coperte da istituzioni religiose presenti sul territorio, quali i bambini e gli anziani, altre fasce, come gli adolescenti, i giovani e gli adulti con grave disagio sociale, sono più difficoltose da trattare e richiederebbero interventi mirati. Ad esempio, il problema della droga tra i giovani non trova un punto di ascolto in nessun luogo e non basta fare una conferenza una tantum sull’argomento per sentirsi la coscienza a posto o pensare di aver risolto il problema. Idem per gli adulti soli con situazione di disagio sociale. Solo a Casanova ce ne sono circa tre e dovrebbero essere seguiti regolarmente, ma non esiste figura professionale comunale che si preoccupi di vedere se queste persone possono badare a se stesse, sia da un punto di vista pratico che sanitario.
Qualche amministratore più polemico potrebbe dire che non ci sono mai stati abbastanza fondi per avviare un discorso simile e il 5 per mille ha proprio lo scopo di affrontarlo. Mah! Non è una scusa plausibile. Io credo invece che se ci fosse stata la volontà politica di affrontare il problema, i fondi si sarebbero trovati così come si sono trovati per le tante feste e iniziative fatte per accontentare alcuni elettori. Ci sono cose che hanno una priorità assoluta e un Comune attento e responsabile verso i propri cittadini sa fare le scelte giuste.
Queste considerazioni mi spingono a chiedermi: perché dovrei dare il cinque per mille al mio Comune che solo adesso tira in ballo servizi sociali mai esistiti o che lo sono stati solo sulla carta? No, non ci sto. L’attenzione verso i più deboli è una cosa molto seria e va affrontata in maniera molto seria.
Misterlady
Caspita! Perché a Carinola ci sono i servizi sociali? Non me ne sono mai accorto! E che tipo di servizi offrono?
Ah già! La pulizia nelle case dei vecchietti, tante ore la settimana. I dodici giorni di terme a Suio, sempre per gli anziani. Il pullman scolastico che porta gli studenti alla scuola media di Carinola…. Un po’ pochino per essere chiamati servizi sociali.
Ma ecco che dopo la Parrocchia, anche il Comune si appresta a chiedere il contributo dei cittadini, ora che la borsa dello Stato ha stretto i cordoni.
A chi darli questi nostri soldini? A dire il vero, io non li darei proprio a nessuno. Perché dovrei?
Non mi sembra ci sia, da parte dell’Amministrazione Comunale, una sensibilità verso i problemi sociali e, da quarant’anni a questa parte, sono stati fatti pochissimi passi avanti. Inesistenti.
Se ci fosse solo una parvenza di servizi sociali, la gente sarebbe invogliata a dare il cinque x mille, ma non c’è neanche quella. Allora cosa dobbiamo pensare? Che il Comune aspetta a istituirli con il nostro cinque x mille? Ora? Se così fosse, vuol dire che come Ente amministrativo ha fallito, e già da molto tempo. Vuol dire che la cittadinanza è stata privata per tantissimo tempo di forme assistenziali indispensabili e l’aiuto che avrebbe dovuto dare il Comune ai suoi cittadini è stato menefreghisticamente delegato ad altri, ossia alla Chiesa e ai cittadini stessi, attraverso forme di solidarietà cristiana. Esse però non hanno la professionalità e la specificità di servizi che potrebbe offrire un Ente competente e le aspettative di aiuto sociale rimangono disilluse. Eppure i problemi ci sono, e ce ne sono tanti, perché se è vero che la vita moderna ha portato un po’ di benessere in più, è anche vero che ha portato con sé tanti problemi in più.
Esistono anche da noi vecchi soli, bambini che vivono situazioni difficili, adolescenti allo sbando non sempre controllabili e controllati dai genitori, disabili, famiglie che attraversano periodi di crisi economica, coppie che subiscono il dramma della separazione, adulti in situazioni di grave disagio sociale, immigrati provenienti da vari paesi del sud-est europeo e dal Nord Africa, per non parlare del problema legato alla droga, poco visibile ma molto presente.
Non mi sembra che a Carinola ci sia una minima struttura in grado di affrontare le problematiche legate a queste situazioni.
Tante cose si potrebbero fare, ma quella più urgente sarebbe l’apertura di uno Sportello Sociale in ogni frazione più grande (o almeno uno a Carinola!) a cui possono rivolgersi tutte le categorie per ricercare le informazioni sui servizi e le risorse della rete sociale territoriale; molte persone in affanno non sanno neanche a chi rivolgersi. Questo sportello, oltre a dare le informazioni giuste, avrebbe la funzione di ‘smistare’ il problema in causa presso strutture e istituzioni specifiche che possono prestare il loro servizio professionale. Occorrerebbe quindi una rete di collegamenti delle strutture sociali territoriali capaci di accogliere e soddisfare le richieste dei cittadini. Ma siamo molto in alto mare. Tutto è nelle mani di pochi Patronati che possono evadere solo determinate richieste. Altri problemi rimangono irrisolti.
Se alcune fasce di età vengono comunque ben coperte da istituzioni religiose presenti sul territorio, quali i bambini e gli anziani, altre fasce, come gli adolescenti, i giovani e gli adulti con grave disagio sociale, sono più difficoltose da trattare e richiederebbero interventi mirati. Ad esempio, il problema della droga tra i giovani non trova un punto di ascolto in nessun luogo e non basta fare una conferenza una tantum sull’argomento per sentirsi la coscienza a posto o pensare di aver risolto il problema. Idem per gli adulti soli con situazione di disagio sociale. Solo a Casanova ce ne sono circa tre e dovrebbero essere seguiti regolarmente, ma non esiste figura professionale comunale che si preoccupi di vedere se queste persone possono badare a se stesse, sia da un punto di vista pratico che sanitario.
Qualche amministratore più polemico potrebbe dire che non ci sono mai stati abbastanza fondi per avviare un discorso simile e il 5 per mille ha proprio lo scopo di affrontarlo. Mah! Non è una scusa plausibile. Io credo invece che se ci fosse stata la volontà politica di affrontare il problema, i fondi si sarebbero trovati così come si sono trovati per le tante feste e iniziative fatte per accontentare alcuni elettori. Ci sono cose che hanno una priorità assoluta e un Comune attento e responsabile verso i propri cittadini sa fare le scelte giuste.
Queste considerazioni mi spingono a chiedermi: perché dovrei dare il cinque per mille al mio Comune che solo adesso tira in ballo servizi sociali mai esistiti o che lo sono stati solo sulla carta? No, non ci sto. L’attenzione verso i più deboli è una cosa molto seria e va affrontata in maniera molto seria.
Misterlady