Quante ricorrenze…e tutte per rendere omaggio e ringraziare chi ci sta vicino. Dovremmo essere grati verso l’Illuminato che ha pensato a suggerirci che era nostro “dovere”, in quel giorno fatidico di cui ha anche fornito la data, precipitarci a comprare qualcosa che potesse dimostrare il nostro affetto verso il festeggiato. Non importa cosa…più pagheremo e più grande sarà il nostro amore. San Valentino è appena dietro l’angolo e molti di noi, se non tutti, abbiamo compiuto il nostro dovere di bravi cittadini, ingabbiati nella spirale di un consumismo che non conosce pause.
Tra poco scoccherà la ricorrenza più eclatante: La Festa delle Donne.
Dedicata alle Donne…tutte le donne, sia che vivano nel nostro ricco occidente che in sperduti villaggi, immersi nella foresta…. anche se quest’ultime non sono state informate che dovrebbero essere felici ed essere festeggiate.
E’ questa l’unica ricorrenza per la quale ha senso una data: 8 Marzo…e per la precisione 8 Marzo 1908, data in cui, a New York, 129 operaie perirono in uno stabilimento tessile, dove era in corso uno sciopero per protestare contro le condizioni di lavoro. Dopo aver chiuso le porte dello stabilimento, fu appiccato il fuoco e tutte le operaie all’interno furono arse vive.
Questa data venne in seguito proposta da Rosa Luxemburg in ricordo della tragedia e divenne il simbolo delle vessazioni che la donna ha subito nel corso dei secoli, ma anche il punto di partenza per il loro riscatto.
Oggi, tutti i Paesi del mondo lo celebrano, a seconda della loro posizione geografica e cultura, ma vorrei soffermarmi sul come si vive in Europa e, in particolare, nel nostro Paese.
Tutto questo era portato avanti da loro: le Donne…ed erano pochi gli uomini politici che appoggiavano le loro richieste. Donne…soltanto donne. Con le loro lotte riuscirono a raggiungere dei successi…ma quanta fatica e quante umiliazioni. Sento ancora salire dentro me l’indignazione provata, per un processo intentato per stupro da una di queste coraggiose donne, nell’ascoltare l’arringa di un avvocato della difesa: la “parte lesa” portava i jeans e quindi era particolarmente difficile usarle violenza se lei non era accondiscendente. Ci fu un sollevamento da parte del popolo femminile…un po’ meno da quello maschile.
Che vergogna!
E poi…come non ricordare l’impegno del nascente Movimento Femminista? Disprezzato, deriso, oltraggiato e non solo dagli uomini, ma, e questa è la parte più dolorosa, dalle stesse donne. In quel periodo non esisteva ancora la legge sull’aborto e coloro che decidevano in questo senso, dovevano farlo in clandestinità, affidandosi, il più delle volte, a mani inesperte o, quantomeno, a subire l’intervento in ambienti non idonei. Poche potevano rivolgersi a cliniche private compiacenti. Pensiamo un attimo a queste donne….alla sofferenza nel prendere questa terribile decisione.
E chi c’era vicino a queste donne e ragazze in quel momento? Nella maggior parte dei casi c’erano loro: le vituperate femministe. Erano loro vicino al lettino a tenerle la mano. Erano loro a dare qualche parola di conforto e, sempre loro, ad aiutarle a superare quei terribili momenti.
Non voglio, con questo, spezzare una lancia in favore dell’aborto…ognuno è libero di pensare secondo coscienza. Ma, prima di giudicare, bisognerebbe conoscere le motivazioni che portano a questa decisione non facile e che lascerà per sempre una cicatrice dentro.
Siamo nel secondo millennio e molte cose sono cambiate da quegli anni, ma non illudiamoci che tutto sia risolto. La violenza contro le donne esiste ancora e tutti i giorni ne veniamo a conoscenza. Abbiamo parlato degli stupri, commessi nelle nostre città in qualsiasi ora del giorno e della notte. Ma esiste anche un’altra forma di violenza, ancora più terribile. Quella commessa entro le mura domestiche e della quale, salvo rare eccezioni o quando essa sfocia in omicidio, ben poco si parla. Quante donne (e bambini) sono picchiate o violentate entro casa? Tantissime, ma esiste, purtroppo, una forma di “vergogna” che vieta loro di denunciare questi abusi per varie ragioni, a causa delle conseguenze che ne deriverebbero.
8 Marzo….festa della Donna.
Nel corso degli anni, lentamente, è cambiato il modo di ricordare questa ricorrenza, fino ad arrivare ai nostri giorni, per accorgerci che si è perduto il vero significato di questa festa, trasformata in puro consumismo
Mi rivolgo a voi Donne…quante di voi ricordano l’episodio iniziale che ha portato a ricordare questo giorno? Quante ricordano le lotte intraprese da voi, dalle vostre mamme e nonne per raggiungere certi obiettivi? Quante hanno ancora negli occhi e nella mente il dolore dipinto sul volto di quelle poche e coraggiose donne che trovavano il coraggio di denunciare uno stupro?
Dimenticato?
Già….oggi non è più di “moda” ricordare certi episodi. Meglio una pizza con le amiche. E la pizza sarebbe ancora passabile se, anche per pochi secondi, si volgesse il pensiero alle tante, troppe donne che, in molte parti del mondo, soffrono e mancano di tutto.
Troppo triste vero? Certo, meglio delegare ai nostri rappresentanti queste “fastidiose” incombenze.
Non parliamo poi di un altro modo per “festeggiare” copiato dai maschietti, in nome della “parità” raggiunta: lo spogliarello maschile.. Immagino che non esista sistema migliore per ricordare quelle povere sventurate morte in un rogo o per volgere un pensiero alle tante donne “schiacciate” in certi Paesi, dall’arroganza e brutalità dell’uomo!
Ma le prime sono oramai morte…e le seconde sono tanto lontane….pensiamo a divertirci…la vita è già abbastanza complicata!
8 Marzo….festa della Donna
Faccio le mie scuse alle lettrici che si sentissero offese da quanto ho scritto, perché sono cosciente che alcuni vostri atteggiamenti verso questa ricorrenza, sono anche frutto dai cattivi esempi che noi uomini proponiamo. Ma sta alla vostra intelligenza il saper scindere ciò che è bene da ciò che non è. E voi lo siete intelligenti, più di noi.
Non vi dico di passare questo giorno confinate tra le pareti domestiche a discutere sulla situazione della donna nel mondo oppure a trovare soluzioni perché il mondo sia un po’ più giusto verso chi nulla possiede.
Però qualcosa potete fare. Quando vi troverete con le amiche davanti alla rituale pizza (non parlo dello spogliarello perché mi auguro che nessuna di voi abbia quest’idea malsana), osservate un minuto di silenzio e lasciate che i vostri pensieri vadano a tutte quelle donne che ancora vivono in condizioni miserabili, che ancora non conoscono o non possono usufruire dei diritti a loro spettanti.
Un pensiero non risolverà nulla, ma almeno vi avrà dato modo di tornare indietro nel tempo….a quel tempo in cui anche da noi le donne si trovavano in queste condizioni.
E parlatene. Non dovete permettere che questa data sia soltanto un semplice rituale legato al mazzetto di mimosa.
E’ sacra!
È stata scritta col sangue e con il dolore d’altre donne….prima di voi.
Auguri