Chat

martedì 13 gennaio 2009

dreams in the rain...

alone in the rain
Foto di Andrea Gasparro

Dreams in the rain...


tutto questo sara' dimenticato,


come lacrime nella pioggia..


e' tempo... di fuggire



La pioggia non smetterà più di cadere. O forse per tanto tempo ancora credette di sentirla venir giù. Aveva appena terminato di leggere La fanciulla dagli occhi d’oro di Balzac, messo su un disco di Franz Liszt, quando qualcuno bussò alla sua porta. Bussò una seconda volta. Allora si alzò dal letto e si diresse verso l’ingresso notando un colpetto di tosse. Chi mai poteva essere alle cinque di pomeriggio? Buonasera signore- lo salutò subito un uomo sui cinquant’anni, scarno in viso ma vestito all’inglese in maniera impeccabile e strano a credersi non aveva addosso un segno della pioggia..

Che cosa desidera?-gli chiese Daniel senza troppa convinzione.

-Mi servirebbe una cosa..sono venuto apposto da molto lontano e..

Mi scusi – lo interruppe senza paura quel giovane dal crine fulvo- ma io non la conosco e non so proprio chi lei sia. Ma proprio mentre stava per chiudere la porta in faccia allo sconosciuto, una lacrima cominciò a rigare il viso di quell’uomo misterioso.

I due rimasero qualche attimo uno di fronte all’altro senza parlare. Poi lo sconosciuto prese a parlare di nuovo, stavolta però arretrando di un passo agitò dei guanti neri, assai consumati. E disse placidamente: - Se mi permetterete di entrare un minuto vi spiegherò in poche parole quello di cui ho bisogno.

-Prego entrate pure.

Il vecchio poté notare quanto quel giovane aveva in quel periodo in odio la cura della casa. Tutto era in un disordine quasi insano. Il divano somigliava ad un grosso pezzo di formaggio mangiucchiato. Un odore di muschio e di tana copriva tutti gli altri odori mentre pile di libri circondavano come un’ alcova il suo letto. Quadri e disegni davano un qualche segno di distrazione e poesia a quelle tre stanzette umide, mentre il resto era coperto o da sporco o da polvere che sarebbe poi diventata altro.

I due intanto si erano seduti in cucina al piccolo tavolo e Daniel preparava una tisana all’arancio.

Dopo che ebbe fatto il primo sorso il vecchio disse di chiamarsi Osvaldo, raccontò che veniva da un paesino della Germania e che era cieco da alcuni giorni.

-Ah- fece Daniel- così lei è tedesco e parla così bene l’italiano.

-Mia madre era italiana di origine siciliana precisamente. Ora a me servirebbero i suoi occhi. Il motivo non posso rivelarglielo ma può immaginare perché mi son permesso di chiederli proprio a lei..

-A dir la verità non l’ho compreso. Ma comunque i miei occhi mi occorrono, devo finire di leggere tutti quei libri che vede laggiù.

-Ah, ma se è per questo li potrà leggere con tutta tranquillità. A me servono per qualche ora giusto il tempo che smetta di piovere e poi glieli riporterò.

-Non le credo e comunque no.

A questo punto i due si alzarono e Daniel andò verso la porta, la aprì e fece cenno al vecchio di uscire.

-Bene, mi dispiace- fece il vecchio, ma lei con quegli occhi non amerà mai nessuno. La sua anima è cieca e vede io pur essendo cieco vedo meglio di lei. Volevo solo provare i suoi occhi e far carezzare le labbra di una fanciulla, dai capelli neri come gli occhi. La sua pelle..

-Davvero?ecco li prenda.. la prego io aspetterò qui..Il vecchio scappò con una risata mefistofelica quando Daniel di colpo si svegliò e capì che s’era di nuovo addormentato di pomeriggio. Si tocco il volto e vide le sue mani. Dopo essere passato sotto la doccia si vestì con cura, prese l’ombrello e uscì di casa, dopo due settimane di pioggia, in cerca di quella fanciulla. La notte lo rapì come un sogno alato.



continua.....


Lo Sceicco bianco.
summer rain

sabato 10 gennaio 2009

Questione di stile

Si parla con soddisfazione della giornata del 7 Gennaio a Carinola e si tessono le lodi di ogni aspetto che l’ha contraddistinta, pur con l’inclemenza del tempo.

Gli ottimi prodotti tipici locali, il Gruppo Folk di Casanova, i vigili urbani in alta uniforme, il coro dei bambini, la straordinaria pulizia del capoluogo, le stupende voci del tenore e della Ricciarelli hanno attirato nel capoluogo una folla enorme … Tutto bello, tutto perfetto.

In tutta questa perfezione, c’è stato però un neo di cui non si parla: il comportamento dei cittadini carinolesi.

Credo, invece, sia proprio opportuno parlarne. Se è vero che i panni sporchi si lavano in famiglia, è anche vero che parlare di un problema è già un po’ come risolverlo.

Ho assistito con sgomento ad un episodio molto avvilente, paragonabile solo ad un’invasione di cavallette o alla calata dei vandali: il momento del buffet!....

Mai visto qualcosa di così umiliante!... Persone che si avventavano sul cibo con voracità, come non avessero mai visto tanto ben di Dio o come non fossero appena passate le feste natalizie che ci hanno tenuti tutti a stomaco ben pieno. Una ressa incredibile!

I bambini del terzo mondo avrebbero avuto sicuramente un comportamento più corretto. La fame, quella vera, rende discreti e timidi.

Episodi sconcertanti si sono verificati: torte rubate dal tavolo per la paura di non averne una fetta o per portarsele a casa, mozzarella che veniva nascosta, capoccioni che prenotavano alimenti da portare via come fossero al ristorante, vino ed olio sparito nel nulla, come per magia, gente che riempiva piatti capaci di sfamare dodici persone….

Le signore che erano dietro il tavolo e che hanno preparato tanta buona roba, sono rimaste letteralmente sconvolte e hanno asserito che mai più parteciperanno a qualcosa di simile!

Nonostante l’Amministrazione ce la stia mettendo tutta per dare a Carinola un volto signorile e all’altezza dei tempi, certe cadute di stile dei cittadini ci riportano indietro di anni, anzi secoli. Non ai tempi della guerra, quando pur si soffriva la fame con dignità, ma ai tempi delle caverne, quando l’animalità la faceva da padrone sull’uomo. E questo non è affatto edificante.

La manifestazione è senz’altro riuscita, ma quella stonatura ha rovinato un po’ la serata. Se dovessi fare un esempio, direi che è stato come far indossare un vestito di Armani ad un selvaggio.

Il vestito è perfetto nel taglio e nella forma, ma il selvaggio rimane quello che è.

Non è la prima volta che si verificano episodi simili. Questo mi fa pensare a tre cose: o Carinola non ha raggiunto un sufficiente livello di civiltà ed in tal caso bisogna provvedere; o è un Comune che soffre la fame ed anche in questo caso bisogna provvedere; oppure nel dna del carinolese si annida il gene della strafottenza e della maleducazione. E questo è più allarmante.

C’è anche un quarto pensiero che mi sfiora la mente: tutto ciò che viene pagato da altri è più buono e va sicuramente assaggiato, ad ogni costo. Ma c’è modo e modo di farlo!

Tra le tante cose a cui pensare, l’Amministrazione ha anche questa su cui riflettere: prima di rifare il look al Comune e prima di inserirlo in un circuito competitivo, credo sia opportuno dare a molti cittadini carinolesi delle belle lezioni di stile.

Un cittadino molto disgustato

venerdì 9 gennaio 2009

Loro, gli Altri..... e noi.

In questi giorni di festività natalizie i muri del comune di Carinola sono stati tappezzati di manifesti di vario genere - in verità non tutti affissi negli spazi appositi – alcuni dei quali mi hanno incuriosito molto. 

Oltre ai manifesti pubblicitari e a quelli augurali dell’amministrazione comunale, ve ne erano molti affissi da “Loro”, cioè la vecchia amministrazione, defenestrata nell’ultima tornata elettorale, che hanno pensato bene di lanciare il proprio messaggio il giorno di Natale. A Capodanno hanno invece risposto gli “Altri”, cioè gli amministratori in carica. “Loro” contestavano la nomina del nuovo consulente dell’ufficio tecnico comunale: oltre a confutare la legittimità del provvedimento, contestavano anche il nome del prescelto, in quanto, a loro dire, reo di una grave mancanza nei riguardi dei Carinolesi. Il nuovo consulente infatti qualche anno fa ebbe dal commissariato per i rifiuti un incarico per uno studio di fattibilità sull’uso della cava di Casanova come discarica. 

Gli “Altri” hanno risposto, con lo stesso mezzo, che il consulente non serve per la monnezza, capitolo ormai chiuso, ma per implementare il procedimento dei lavori pubblici che va a rilento. Oltre a queste risposte, diciamo così di ordine tecnico, hanno contestato anche la data scelta per l’affissione, il giorno di Natale. Con un giro di parole hanno rimproverato a “Loro” di essere poco cristiani nonostante appartengano a partiti di quella ispirazione. 

Queste le ragioni di “Loro” e di quegli “Altri” - ma chi rappresenta NOI? NOI intesi come cittadini, che dovrebbero essere guidati e difesi sia da Loro che dagli Altri. Si ha l’impressione che parlare di rifiuti dopo tanto tempo si voglia solo creare un polverone per non aprire gli occhi ai gattini, che saremmo noi. E’ per lo meno sospetto che non si discuta pubblicamente del licenziamento dell’ing. Montanari, che sembra sia stato costretto alle dimissioni dal nuovo assessore ai lavori pubblici Russo, addirittura contro il volere del sindaco. Il peccato di Montanari, per gli Altri , sarebbe quello di aver collaborato per anni col sindaco uscente. Dico io: visto che e’ un tecnico, non si comprende il motivo per cui avrebbe dovuto ostacolarlo invece di concorrere alla realizzazione dei progetti proposti. Per noi se un tecnico è bravo nel risolvere i problemi tecnici che si presentano ed è capace di procurare finanziamenti necessari per le opere pubbliche, dovrebbe essere inamovibile. Le voci su questo ingegnere in tal senso sono state sempre positive. 

Comunque, al meglio come al peggio non c’è mai fine, pertanto se il nuovo tecnico, Perillo, è più capace, è un bene che sia chiamato a sostituire il dimissionario forzato. Se sarà capace di migliorare il funzionamento della macchina comunale ben venga.
Se fossero queste le ragioni, noi sosterremmo questo tipo di discussione per l’interesse di tutta la comunità carinolese. Invece si ha la sensazione che “Loro” abbiano interessi con l’ex consulente e gli “Altri” li vogliano creare col nuovo consulente e noi non siamo presi in considerazione per niente. Speriamo che, come asserito nel manifesto degli “Altri”, cambiando i musicanti cambi anche la musica, ma di solito è sempre la stessa.

TUMM ACC

mercoledì 7 gennaio 2009

Circenses sine pane

Anch’io volto pagina. Ogni sera. Quando mi siedo accanto al fuoco e posso prendere tra le mani un libro.
La lettura mi distende e mi riappacifica con me stesso. Mi prepara ad un buon sonno.
Perciò scelgo con cura i libri da leggere prima di andare a letto. Evito i gialli e i libri particolarmente drammatici, mentre preferisco quelli distensivi come la letteratura da viaggio.
Credo che l’ Amministrazione Comunale la pensi come me: non bisogna sovraccaricare il popolo di ulteriori problemi; è opportuno invece distendere gli animi, creare le condizioni per rilassarsi, divertirsi senza pensare troppo; fuggire dalla realtà per rifugiarsi in un mondo di strombazzamenti natalizi, processioni in pompa magna, concerti e concertoni con nomi altisonanti capaci di impressionare i semplici e non solo. Alla grande!
Mai abbiamo avuto tante solenni distrazioni, neanche nei migliori periodi dibiasiani, quando si cercava di offuscarci il cervello prima della stoccata finale.
Che sia una strategia comune a tutte le amministrazioni comunali carinolesi che si susseguono? Impressionare il più possibile per evitare brontolii e malcontenti.
La maggioranza del popolo, si sa, è superficiale. Si attacca al fatuo. Si lascia convincere da ciò che vede. Più una cosa lo colpisce favorevolmente, più si parla bene del potere in carica. 
E allora diamogli il fatuo.
Cavolo! Katia Ricciarelli! E quando te la sognavi una come lei a Carinola?
Bravo Gennaro. Bravo Mattia. Brava tutta l’Amministrazione che ci da la possibilità di godere della voce di una primadonna come quella senza pagare un centesimo!....
E la facciata è salva. Nuova, lucida, splendente. Impressionabile.
Ma se solo mi azzardo a guardare all’interno del palazzo, vedo le cose di sempre: mura sporche e cadenti, infissi rotti, cose che cadono a pezzi. Mah!
Questo libro l’ho già letto decine di volte e conosco a memoria il finale.
Meglio chiuderla qui questa pagina. Definitivamente.
Giovenale

lunedì 5 gennaio 2009

Invidia o Perfidia

Uno strano foglietto passa di mano in mano in questi giorni, destando la curiosità e anche il disgusto nelle persone. Vi si racconta un’astrusa favoletta fatta di topini, topine, micette miao miao, pastorelli e pecorelle, sartine e crispelle…. sulla falsa riga di questo blog a cui ha cercato di rubare lo stile.

Molti hanno infatti pensato che fosse fotocopia di qualche articolo pubblicato sul Quiquiri e subito hanno puntato il dito, additando come colpevole un blog che non c’entra proprio niente.

Invece le signore e signorine (donne sono!) non si sono servite del mezzo mediatico per gettare il proprio veleno sulla vittima, o meglio, le vittime, ma hanno fatto tutto da sé.

Come ratti paurosi e prudenti si sono mosse di notte, con circospezione e, camminando sotto sotto i muri, hanno distribuito il proprio capolavoro di perfidia… O invidia?

Ancora una volta la commissione festa, composta di molte donne, è fatta bersaglio di tante accuse gratuite che fanno un po’ stizzire.

Ah le donne! Quando si accorgono che le altre possono diventare potenziali rivali in qualche cosa, non risparmiano colpi e, da tenere fatine, si trasformano in terribili janare!

Personalmente, vedo in questa commissione, persone che lavorano e si impegnano molto per la buona riuscita della festa; se poi ogni tanto si concedono una pausa mangereccia per ritemprarsi dalla fatica, non ci vedo assolutamente nulla di male.

Ma il maligno mette radici nell’animo femminile.

Evidentemente chi accusa pensa di poter fare meglio e gioca tutte le carte per creare problemi all’attuale commissione. Siamo sicuri che, qualora entrassero in gioco loro, troverebbero tutte le porte aperte? Bah!

Da questa bagarre paesana, anche divertente se vogliamo, non posso fare a meno di trarre una riflessione. Tolto l’aspetto religioso, non sono mai stato un fanatico delle feste patronali, ma tutto questo me le fa apprezzare ancora meno.

Non credo che la nostra Protettrice abbia bisogno di feste come noi le intendiamo; ancor meno ha bisogno di questi sentimenti che animano la festa a Lei dedicata.

Le nostre cattiverie trasferiamole in altri campi, in politica magari (o è proprio quella che si nasconde sotto un velo di religiosità?), ma lasciamo al sacro almeno una parvenza di rispetto.

Cri Cri

venerdì 2 gennaio 2009

Buon 3009 a tutti

Oggi, primo gennaio 3009, festeggiamo l’arrivo del nuovo anno scambiandoci  i sempiterni auguri di un anno migliore del precedente, di prosperità e pace.
Sono trascorsi ormai quaranta anni dall’ultimo conflitto mondiale e, fortunatamente, stiamo vivendo un periodo storico abbastanza tranquillo dopo i lutti e le distruzioni causate dalla guerra.
Lo stato guida del mondo amministra le sorti del mondo con giustizia e lungimiranza, sedando con la forza eventuali tensioni e nello stesso tempo elargendo aiuti umanitari per i popoli bisognosi.  
La Cina, uscita vittoriosa dal conflitto mondiale, è il baluardo della democrazia e la esporta in tutto il mondo, con tutti i mezzi, bombardamenti compresi. L’alleanza militare e politica con l’Iran e l’India, nonché la circospetta neutralità della Russia e del Giappone,  che hanno permesso la sconfitta della coalizione dei paesi occidentali,  si e’ concretizzata con la creazione di un immenso  esercito comune, che difende e  impone  la democrazia in  tutto il mondo.
Allo scoppio del conflitto, si era temuto per la distruzione totale della terra a causa delle migliaia di bombe atomiche stipate negli arsenali di tutte le nazioni. Fortunatamente ciò non è avvenuto, anche grazie alla  bravura degli strateghi cinesi coadiuvati dai loro scienziati. Il segreto e la chiave del successo fu un piccolo strumento chiamato "immobilizzatore", che permette di neutralizzare tutti i congegni elettrici ed elettronici. Il lungo raggio di azione dell’apparecchiatura fu un tragico inconveniente per gli occidentali, abituati ormai alla guerra “virtuale” basata sui computer, alla quale i soldati prendevano parte comodamente seduti ad una console di gioco...  ma non per i cinesi e gli islamici, i quali erano presenti in misura massiccia in tutto il mondo. Durante i decenni precedenti avevano invaso,silenziosamente e incessantemente tutto il mondo, così che ad un ordine prestabilito bloccarono tutti i mezzi degli avversari. A quel punto fu un giochetto per l’alleanza orientale distruggere tutte le basi e i mezzi del nemico fermi a terra e, in meno di un anno, occuparono tutto l’occidente.
I presidenti e i re delle potenze occidentali, insieme ai ministri e i generali, furono imprigionati e giudicati. Furono sottoposti a regolari processi pubblici in tribunali indipendenti e difesi da avvocati di fama.  Il tribunale li riconobbe tutti colpevoli di crimini contro l’umanità, condannandoli all’impiccagione. Fu impiccato prima i presidente degli Stati Uniti, seguito dal re della Gran Bretagna e il suo primo ministro, poi quelli di  Germania, Francia, Spagna, Belgio e altri capi di staterelli minori che si erano uniti a questi. Unica eccezione fu fatta per i governanti italiani, condannati solo ad alcuni anni di carcere in quanto a  pochi giorni dalla conclusione del conflitto avevano cambiato alleanza schierandosi con la Cina (molti di loro avevano anche cambiato religione).
Purtroppo, nonostante la democrazia portata loro col sangue di molti cinesi, alcuni terroristi sono ancora attivi ed attentano alla pace organizzando attacchi e manifestazioni. Spesso lanciano bottiglie incendiarie contro i carri armati, che sono costretti a mitragliarli e distruggere le loro case; lanciano pietre contro i soldati, che sono costretti a falciarli.  Proprio pochi giorni fa, in alcune zone di Israele hanno costruito dei mortai con cui lanciano razzi che arrivano fino a dieci km, per cui l’aviazione è stata costretta a bombardare eliminando un migliaio di terroristi.
Auguriamoci che il nuovo anno porti a più miti consigli questi fanatici o che il nostro glorioso esercito democratico decida di eliminarli tutti in modo da garantire la pace e del mondo.
Mai nei secoli una democrazia ha garantito la libertà dei popoli come questa: unico neo sono i programmi televisivi. Ogni giorno qualche canale trasmette avvenimenti di un millennio fa, che sembrano costruite dalla propaganda governativa. Ogni giorno mostrano bombardamenti sui civili di Bagdad, di Beirut, massacri nei villaggi e nei campi profughi palestinesi, l’eccidio di migliaia di bambini. Spesso fanno vedere un grande campo di concentramento con più di due milioni di persone chiuse dentro, circondato da carri armati e centinaia tra aerei ed elicotteri e navi che li bombardano. Molti dei miei compatrioti non credono a quei filmati, in quanto pensano che le autorità militari, civili e religiose sarebbero sicuro intervenute per impedire quelle atrocità. Si, probabilmente si tratta solo di propaganda. Bisogna farsene una ragione, ogni democrazia ha qualche sfasatura, anche questa bellissima del 3009.
Le RoI


mercoledì 31 dicembre 2008

Il vero Terrorismo


Secondo il Jerusalem Post (26 dicembre), "alle ore 11.30, più di 50 jet ed elicotteri d'attacco hanno colpito lo spazio aereo di Gaza e lanciato più di 100 bombe su 50 obiettivi. . Trenta minuti dopo, una seconda ondata di 60 jet ed elicotteri ha colpito 60 obiettivi. . . Più di 170 obiettivi sono stati colpiti da aeromobili della IAP per tutto il giorno. Almeno 230 abitanti di Gaza sono stati uccisi e oltre 780 sono stati feriti."

Mentre scrivo, le notizie sono che Israele sta inviando rinforzi di fanteria e carri armati, in preparazione di una invasione di Gaza.


La scusa che Israele usa per la sua violenza è che di volta in volta l'organizzazione della resistenza palestinese, Hamas, spara dei razzi nel territorio israeliano per protestare contro la vita da lager nazista che Israele impone alla popolazione di Gaza ormai da quasi due anni.

Tali razzi, anche se alcuni stucchevoli tg italiani li chiamano “missili”, sono per la maggior parte inefficaci e mietono di rado vittime israeliane. Tuttavia, il vero scopo per l'attacco israeliano è distruggere Hamas.


Nel 2006 gli Stati Uniti hanno insistito sul fatto che i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania dovessero tenere elezioni libere. Dopo qualche tempo, quando tali elezioni si sono tenute, Hamas ha vinto. Da notare che gli osservatori internazionali hanno reputato “corrette” le elezioni palestinesi del 2006.

Questo tuttavia è inaccettabile per gli americani e gli israeliani.
In Cisgiordania, gli americani e gli israeliani hanno imposto un governo fantoccio, ma Hamas e’ riuscito a tenere duro a Gaza. Dopo ripetuti avvertimenti alla popolazione di Gaza di liberarsi di Hamas e accettare il governo fantoccio e corrotto di Abu Mazen, Israele ha deciso di distruggere il governo liberamente eletto con la violenza delle bombe.


Il resto lo possiamo vedere in TV. I governi USA e UK danno la colpa dei massacri ad Hamas, per non parlare del nostro scandaloso Ministro degli Esteri Frattini. Per questi governi, Israele semplicemente ha sempre ragione. Il governo israeliano può impedire il passaggio di cibo, acqua ed energia elettrica nel territorio di Gaza, ma Hamas non può protestare. Anche se in violazione del diritto internazionale, Israele può scacciare i palestinesi dalle loro terre e insediarvi i “coloni”. Può tenere fermi ai checkpoint i palestinesi per ore anche se bisognosi di urgente assistenza medica, ma Hamas non può protestare.


Queste sono poche delle cose non dette dai tg e dai giornalisti venduti che ci ritroviamo, ma sono tutte informazioni reperibili in rete, e necessarie a comprendere che ciò che si sta consumando in questi giorni non è una guerra, ma un massacro indiscriminato in violazione delle più basilari regole umane. Questo è il vero terrorismo .
Grassetto
Disap. 1. 3.

lunedì 29 dicembre 2008

Lettera da Albino

Gentile Redazione

Ho letto con interesse il post “Donne per le donne ” e mi complimento per la chiara esposizione, anche se, penso, l’argomento dovrebbe essere ampliato ed approfondito.
L’articolo, nella prima parte, mi ha divertito per l’ironia in esso racchiusa, ma anche è stato motivo di riflessione.
Divertito per come è stato presentato il peccato originale….una veste a cui mai avevo pensato: Eva che “convince” il povero Adamo a dare un morso al succulento frutto, andando contro il volere di Dio, non perché ingannata da Satana con le sembianze del serpente, ma perché mossa dalla curiosità che è poi lo stimolo principale per la conoscenza…. sottintendendo quindi la capacità innata nella donna di riuscire a stimolare la creatività dell’uomo in molti campi.
E questo mi ha portato a riflettere sul peso che tante donne, di cui mai conosceremo il nome, hanno avuto nel campo della ricerca, dell’arte, della religione e, permettetemi, anche in un campo da cui le donne sono sempre state estromesse: la strategia militare. Siamo certi che i vari condottieri che si sono susseguiti nei secoli, non chiedessero un ultimo parere alle rispettive mogli prima di intraprendere una battaglia? Se è vero il detto che dietro un grande personaggio c’è sempre una ancor più grande compagna….io propenderei per questa ipotesi.
La seconda parte del post è per me difficile da commentare, in quanto fa riferimento a una realtà, quella carinolese, a me sconosciuta perché ligure, anche se, purtroppo e da quel che ho letto, non credo si discosti molto dalle realtà esistenti in tutte le regioni italiane. Le discriminazioni verso il “gentil sesso” esistono ovunque, a partire da stipendi più bassi (ad eguale responsabilità) fino ad arrivare ai ricatti veri e propri nell’ambito lavorativo (non credo sia necessario specificare di quali ricatti parlo).
Se poi andiamo a verificare il contributo che la donna dà alla società, ci accorgeremo che, in termini lavorativi, il suo apporto è di molto superiore a quello dell’uomo, in quanto, oltre all’eventuale impiego fuori casa, è occupata anche per i lavori necessari al buon andamento della vita famigliare…marito…figli…tenuta della casa e così via. Anche nel caso della pura casalinga, non possiamo parlare di “vita facile”. Credo che ogni padre (non lo chiamo “capo famiglia” perché ritengo questa definizione assolutamente errata) che si sia trovato anche per una sola settimana a dover svolgere il compito della “casalinga” capisca ciò che intendo dire.
Detto questo, vorrei dire la mia opinione sul resto dell’articolo, dove viene evidenziata la bassa considerazione che viene data al lavoro femminile nell’ambito del territorio carinolese.
Mi permetto di fare un appunto.
Vengono elencate le varie attività dove le donne prestano la loro opera… e m’accorgo che sono presenti in tutti i campi. Si dice anche che esse non sono valorizzate come meriterebbero, ma subito dopo si scrive che “si rassegna facilmente a rimanere più nascosta….”
Una domanda sorge spontanea.
Perché?
Non credo che oggi la donna, sia essa abitante a Carinola oppure in altre città,, non abbia la capacità di far valere i propri meriti e/o diritti. Il livello d’istruzione è pari al “sesso forte” (?) e anche la capacità lavorativa non è assolutamente a lui inferiore. Allora…quale la risposta?
La risposta è in quella frase “si rassegna”. Che brutta parola!
Si fa riferimento anche alla presenza politica dell’unica donna facente parte del Consiglio Comunale, poco valorizzata e ascoltata.
Se così fosse, ma questa è soltanto l’impressione di uno che non vive i problemi carinolesi, la colpa di tutto questo ricade su voi donne, che non sapete o non volete agire in modo da cambiare questo stato di cose. A prescindere dall’idea politica di ognuno, siete voi donne che dovete intervenire presso i vostri rappresentanti e PRETENDERE una più corretta rappresentanza nella vita pubblica e siete sempre voi donne che dovete INTERVENIRE presso i vostri rappresentanti sindacali per cambiare uno stato di cose a voi non favorevoli.
L’articolo fa anche riferimento ad una situazione grave verificatasi lo scorso anno nella vostra città e per la quale le donne si sono impegnate in prima persona, ottenendo risultati positivi.
Il caso viene citato come “vero problema” . Perdonate la mia ignoranza, ma tutto quello a cui fa riferimento l’articolo…non rappresenta un vero problema?.
Io penso di sì.
I problemi esistono finché qualcuno non decide di risolverli. Nel vostro caso esisteranno fino a che voi donne non vi renderete pienamente conto che non siete sussidiarie agli uomini e che avete la capacità e l’intelligenza di fare ciò che gli uomini fanno…e penso anche in modo migliore perché, come viene riportato alla fine del post, avete la mente sgombra da sotterfugi politici e di potere.
In parole semplici…siete ancora oneste e, spero, che lo rimaniate ancora a lungo.
Grazie per la disponibilità a ricevere questo mio commento, anche se non sono vostro concittadino, e auguri per il Nuovo Anno.
Albino 

giovedì 25 dicembre 2008

Il vecchio gigante abbandonato

Mentre gli anni passano, i tempi cambiano, le generazioni nascono e muoiono, lui se ne sta lì muto e silenzioso. Inerme. Come uno spettatore attento che assiste ad uno spettacolo dal suo umile e nascosto angolino.
Quasi dimenticato da tutti.
Così dimenticato che può subire violenze senza che nessuno se ne accorga.
I secoli lo hanno travolto, lo hanno scalfito, invecchiato, deturpato, ma non lo hanno abbattuto.
E lui è sempre lì, superbo ed austero nella sua bellezza che forse non meritiamo, e sembra dire a se stesso: ma quando si ricorderanno veramente di me?
Parlo di quello stupendo monumento che è la Basilica di Foro Claudio a Ventaroli. Un gigante. Non tanto per dimensioni, quanto per grandezza culturale ed architettonica. Una perla dei nostri Beni Culturali ed Ambientali.
La storia, passata con intensità anche nelle nostre contrade, ci ha regalato questa straordinaria opera che risale ai primi secoli della cristianità, a quando la fede semplice e decisa degli uomini era impulso alla costruzione di cattedrali, basiliche, chiese.
Era servita come Episcopio ai primi vescovi carinolesi ed era lì quando arrivò, nel 1087 ca. il vescovo Bernardo che anche lui usò come sua prima sede vescovile. E forse non si chiamava Santa Maria in Foro Claudio né Santa Maria in Valle d’Oro. Non ne abbiamo alcuna certezza.
Se la zona in cui sorge l’Episcopio usufruisce oggi del vincolo archeologico, ciò vuole dire che nell’area esisteva un antico centro abitato abbastanza importante e che l’Episcopio era in una posizione favorevole. La presenza, inoltre, della vasca battesimale posta davanti all’edificio ci rivela anche che questa era la Cattedrale. Una strada, allora molto battuta, la univa all’Appia che portava verso Roma e verso Napoli.
Cosa sia successo nel corso dei secoli e perché l’Episcopio si sia poi ritrovato in quella posizione territoriale così poco felice è strettamente legato alla storia di questo territorio e alla crisi delle configurazioni territoriali precedenti, che sono andate man mano scomparendo.
Non sono però un archeologo né uno storico dell’arte e non voglio addentrarmi in un argomento di cui sono incompetente; quello che invece voglio sottolineare è la condizione di totale marginalità in cui si trova oggi tale importantissimo monumento.
Molto poco viene fatto per la sua valorizzazione, sia da parte dell’Amministrazione Comunale che da parte degli altri Enti educativi presenti sul territorio, ossia la Scuola.
Credo che Amministrazione e Dirigente Scolastico dovrebbero sedersi ad un tavolo ed organizzare una serie di iniziative per la diffusione conoscitiva di questo monumento così importante, non solo per l’arte, ma anche per la lingua italiana.
Quanti studenti carinolesi lo conoscono? Quante classi vanno a visitarlo? Perché non si cerca anche di coinvolgere il vicino Istituto d’Arte di Cascano? Perché non si approntano, come stabilito già da molto tempo, le infrastrutture per agevolare l’accesso all’area?
E’ indispensabile che non solo l’Amministrazione debba essere presente e disponibile, ma anche la Scuola debba assumersi la sua bella parte di responsabilità mettendo gli alunni in condizione di conoscere il loro patrimonio artistico, studiarlo, ricercarlo.
Finché tutti gli Enti formativi non ci si mettono veramente d’impegno per formare e responsabilizzare le nuove generazioni alla conoscenza e all’amore per il territorio, non ci sarà nessun decollo per Carinola.
Continueremo a volare sempre rasoterra.
Babbo Natale


lunedì 22 dicembre 2008

Donne per le donne: per non dimenticare

Quando Dio diede la donna come compagna al primo uomo, forse non si aspettava che sarebbe stata proprio lei la prima ad aprire gli occhi. Quella mela, che per la Chiesa è simbolo di peccato e disubbidienza, ha per noi una valenza molto diversa: quella dello stimolo alla curiosità, alla conoscenza e all’azione. Peccato che in quasi tutte le culture sia stata trasmesso solo l’aspetto religiosamente negativo della donna che l’ha relegata in una posizione di sudditanza rispetto all’uomo.
A noi piace pensare che, per secoli, l’uomo si sia preso la rivincita sulla donna, che sapeva più capace e più intraprendente di lui, semplicemente schiacciandola con la sua forza. E, purtroppo, in molti luoghi ancora avviene.
Nella cultura carinolese, per fortuna, non è più così, ma non è ancora colì. La donna tuttora subisce le piccole discriminazioni, volontarie o involontarie, dell’essere donna.
Nel nostro Comune, essa non trova gli spazi adeguati che competono le sue conoscenze e le sue capacità né, tante volte, li cerca. Confinata com’è dalla storia ad un ruolo secondario, si rassegna facilmente a rimanere più nascosta e meno partecipe alla vita pubblica.
L’occupazione femminile sul territorio riguarda, oltre allo scontato ruolo di casalinga e madre, le attività commerciali, l’insegnamento, il lavoro impiegatizio comunale e soprattutto il bracciantato agricolo. In questo periodo di crisi poi, la  disoccupazione ricade di più sulla donna che sull’uomo il quale trova modo di occuparsi in vari altri settori.
La presenza femminile è invece molto più marcata nel sociale e in quelle attività extra scolastiche formative per i nostri adolescenti, quali possono essere le catechiste e le assistenti in oratorio, figure che non essendo molto visibili, non vengono valorizzate come si dovrebbe, ma che hanno un valore importantissimo poiché tolgono tanti ragazzi dalla strada.
La presenza femminile si riscontra anche nelle agenzie assistenziali e nella cura dei luoghi di culto: attività molto utili alla comunità, ma che non producono né denaro né gloria e a cui non viene dato il giusto spessore.
In politica, pur facendo risaltare il suo valore e le sue capacità nella gestione della cosa pubblica, la donna carinolese non ha uno spazio vitale adeguato e la sua ricchezza in fatto di proposte e di risorse, non viene messa a disposizione della comunità.
All’unica donna presente in quest’Amministrazione Comunale non è stato dato nessun incarico di rilievo se non quello di semplice consigliera. Forse meritava di più, sia per cultura sia per capacità.
Eppure la grande capacità di attivazione delle donne si è rivelata nella catastrofe che lo scorso anno stava travolgendo il Comune, quando la presa di coscienza verso il problema che stava arrivando è partita proprio da loro.
Davanti ad un vero problema  che interessava il futuro di tutta la comunità, del territorio e dei figli, la donna ha fatto da traino, attivandosi con tutte le sue forze, tralasciando casa, famiglia, terreni e tutto ciò che di solito la occupava, per assicurare la sua presenza là dove era più necessario e dove sentiva di dover stare, giorno e notte, spronando e coinvolgendo anche gli uomini di famiglia.
Non avendo contorni politici che le offuscavano la mente, la donna si è impegnata in maniera istintiva e schietta per aiutare a sanare una situazione che sembrava difficilissima.
Oggi, a un anno di distanza da quella terribile avventura, sentiamo il dovere di ricordare e rivolgere il nostro pensiero a tutte le donne del Comune di Carinola che hanno saputo difendere il futuro del territorio con le unghie e con i denti, dimostrando di essere tenaci e combattive e, soprattutto, di avere le idee molto chiare. 
Buon Natale
Donne per le donne

giovedì 18 dicembre 2008

Acqua che scorri …



Image and video hosting by TinyPic

Giornate di intense piogge… L’acqua viene giù dal cielo a catinelle, come poche volte è successo negli ultimi anni. Così poche volte che abbiamo dimenticato che l’acqua che cade dall’alto ha bisogno di scorrere da qualche parte per finire al mare tramite i fiumi, i torrenti, i ruscelli, le fognature, i fossi, i canali naturali…. se ancora ci fossero, o fossero efficienti.

Le vie d’acqua che la natura stessa ha predisposto per permettere il deflusso delle acque, a Casanova e non solo, sono diventate ben altro: ricettacoli di immondizia.

Così succede che l’acqua, per seguire il suo naturale impulso a scorrere, si fa strada dove non dovrebbe: nelle strade, nelle campagne, nelle case, depositando dovunque ciò che incontra sul suo cammino: immondizia. Niente altro che immondizia.

Di chi la colpa?

Dell’ inciviltà di alcuni cittadini e della mancanza di adeguata manutenzione.

Nel primo caso, nonostante la raccolta differenziata, i cittadini continuano a sversare sul territorio la loro immondizia. E così succede che importantissimi canali di scolo diventano depositi di plastica, vetro e quant’altro, che ostruiscono il passaggio e impediscono il deflusso delle acque.

Del secondo caso, è inutile parlare: il problema si palesa da sé. Fogne otturate, strade allagate per mancata pulizia dei fossi, cittadini che sono costretti a correre ai ripari volontariamente per ovviare al disagio che questi inconvenienti procurano.

Se nel secondo caso si riesce anche ad intervenire d’urgenza per liberare la fogna o il canale otturato pur lasciando lì l’immondizia, nel primo caso è più difficile intervenire.

La formazione di certi cittadini verso il rispetto e la tutela dell’ambiente richiede molto più tempo e forse anche qualche denuncia. Per loro è più semplice buttare che differenziare!

Propongo una campagna formativa e informativa più efficace del problema, anche usando giovani volenterosi che vanno porta a porta ad illustrare l’importanza della differenziata e del rispetto per l’ambiente.

Se si uniscono tante forze, forse si riesce ad arginare un problema che ancora resiste.

......


Giuseppe Mazzini

mercoledì 17 dicembre 2008

A volte ritornano

E’ ancora lecito al giorno d’oggi aprire il giornale e restare allibiti accorgendosi dal resoconto dei fatti del giorno che molti di essi riguardano condanne, più o meno dure, nei confronti di giornalisti di tutto il mondo che si oppongono, o tentano di farlo, alle incostituzionalità e ai regimi dei propri stati? Giusto per citarne alcuni, si va dalla pseudodemocrazia russa che si “limita” a licenziare Roman Dobrakhotov per aver contestato il discorso del presidente Medvedev al Cremlino, al caso di Guan Jian, reporter cinese arrestato per “attività criminali” (vedi indagini su episodi di corruzione, ndr), per finire in bellezza con la pena di morte prevista per i giornalisti in Iran e molti altri Paesi, soprattutto asiatici, dove la violenza politica si abbatte su di essi celandosi dietro l’alibi, alquanto fragile agli occhi della democrazia di vecchia maniera, dell’attività sovversiva. Eh già, è il caso ormai di parlare di democrazia di vecchia maniera, proprio nei giorni in cui ricorre il sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, su cui ogni democrazia che si rispetti risulta fondata. Ebbene, tale anniversario pare che non basti a rispolverare un po’ le idee a coloro i quali si illudono di vivere in un terzo millennio dove la minaccia delle grandi dittature del ‘900 sembra ormai lontana, superata, solo un brutto sogno da dimenticare. “Cari folli, non siamo mica nel paese delle meraviglie?”, verrebbe da dire. Ma forse quello di Lewis Carroll non è proprio l’esempio più azzeccato, visto che anche tra le sue pagine trova posto la figura minacciosa della regina che urla di fronte a una Alice spaesata e indifesa “Tagliatele la testa!”. E allora, se pure nelle storie per bambini non può mancare la figura dell’autocratico dittatore, forse non ci dovremmo meravigliare leggendo il giornale o apprendendo da qualche grillo parlante che il nostro Sua Eccellenza Perpetua e Immune Presidente del Consiglio delle Avanguardie ha intenzione di mettere mano alla ormai obsoleta Costituzione, non credete? Io penso di no.
Iva Sovvers

lunedì 15 dicembre 2008

Le associazioni come risorsa


Ho letto con molta attenzione tutti i commenti ai due posts che riguardano l’associazione Nessun Dorma,  e mi sono resa conto che non tutti hanno le idee chiare in proposito, come su tante cose del resto. Il confronto dialettico è però sempre positivo, bisogna ammetterlo, perché aiuta a capire.
A parte l’amicizia che ci può legare alle persone che compongono un’associazione e che va al di là di qualsiasi cosa, mi è sembrato giusto e bello che ci sia stata una discussione critica così animata e corretta sull’argomento. Dovrebbe essere sempre così.
Mi va però di dare il mio contributo esponendo le mie idee che, accettate o non accettate che siano, poggiano su un’analisi quasi scientifica del problema (i miei studi, che non sono di Legge, mi danno una mano) e che può aiutare a chiarire alcuni punti oscuri.
Il termine associazione può avere diversi significati, ma indica sempre un’aggregazione di individui. In diritto, essa è un’aggregazione volontaria di persone che si costituiscono per perseguire uno scopo comune. Quindi, prima che un gruppo di persone decida di costituirsi legalmente in un organismo, deve esserci la motivazione che le aggrega e lo scopo che vogliono perseguire, altrimenti non può chiamarsi associazione.
E’ d’obbligo uno Statuto in cui si mettono per iscritto gli scopi che si vogliono perseguire e le norme che ne regolano la vita.
Quando un’associazione si autodefinisce: di promozione sociale che ha interesse a migliorare il territorio; operativa in modo a-politico e a-partitico nel mondo dell’ambiente, del sociale e della cultura;  di seguire gli sviluppi del territorio mediante un’azione informativa non solo verso i soci, ma verso tutti coloro che ne sono interessati, ecc. ecc., è legittimo che orienti il proprio cammino in quella direzione. Come?  Operando e attivando i canali informativi necessari a  rendere pubblico il proprio operato.
La cosa fondamentale è che sia sempre l’associazione ad essere vicina agli altri e non pretendere che gli altri siano vicino all’associazione. D’altra parte, è uno degli scopi per cui essa si è costituita. Infatti, è l’associazione che, costituendosi, si carica di responsabilità e non viceversa. Se poi altre persone, stimolate dall’operato del gruppo, decidono di dare una mano e avvicinarsi, ben venga il loro aiuto e le loro adesioni.
Tutti i commenti di parte che ho letto ai due posts li reputo assolutamente fuori luogo, soprattutto quello che afferma la difficoltà dell’associazione ad operare per mancanza di appoggi politici.
Beh, mi sembra che questa sia stata una scelta, o no? Se un’associazione nasce a-politica ed a-partitica, come ci si può lamentare della mancanza di appoggi politici? Non sembra una grossa contraddizione? Si sapeva fin dall’inizio che gli appoggi non ci sarebbero stati, quindi si era già preparati ad un’esistenza abbastanza difficoltosa.
O quell’altro commento sulle aspettative…
Le aspettative le crea l’associazione stessa nel momento in cui si costituisce legalmente e rende pubblici i propri scopi. Gli altri non si aspettano altro che l’associazione faccia il cammino per cui è nata.
Non voglio però alimentare una discussione che è stata ampiamente affrontata. Voglio sottolineare soltanto che ogni associazione che si costituisce per nobili fini è sempre una grossa risorsa per il territorio, qualunque sia lo scopo: ambientale, sociale, politico, culturale, teatrale, mediatico e via dicendo. E’un canale che unisce le diverse realtà del territorio perché in essa convergono forze ed idee che vengono  poi ridistribuite  e da cui il territorio stesso riceve impulsi di crescita.
Nel proprio specifico, un’associazione apporta dei contributi positivi alla vita del comune anche nel piccolo, ma bisogna che sia aperta alle sollecitazioni che vengono dall’esterno e pronta ad operare e collaborare con altre realtà, istituzionali e non, su cui svolge anche un’azione di controllo.
Il vero problema delle associazioni è però quasi sempre endemico: non tutti i soci ci credono allo stesso modo e non offrono il proprio aiuto come dovrebbero. Questo spesse volte decreta la stasi del gruppo che è costretto ad arenarsi per mancanza di apporti operativi da parte dei soci. In tal caso, o si cercano forze nuove o si è costretti a vivacchiare alla meno peggio.
L’esperienza dimostra che solo se ci si crede si riesce a far funzionare un’ associazione, altrimenti essa rimane solo un nome votato alla sterilità.  
Micetto miao miao