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sabato 6 dicembre 2008

Il Grande Esodo post-unitario


Le ricerche di questa particolare pagina vanno dalla fine del 1800 al 1924 e sono costate qualche anno di lavoro, ma non mi sarebbe stato possibile farle se non avessi avuto l’aiuto e la collaborazione di una mia carissima amica che, per tanto tempo, ha avuto la pazienza di cercare gli emigranti carinolesi negli archivi di Ellis Island. A lei va la mia riconoscenza ed il mio grazie.

Mi sono fermata a quota mille inserendo, per mio interesse personale, anche Sacco e Vanzetti, ma i carinolesi emigrati negli USA sono molti di più. Devo anche precisare che le registrazioni di fine ottocento sono molto approssimative e, pur ritenendo alcuni emigranti originari di Carinola, non ne ho però la certezza. Chi volesse contribuire ad ampliare questa pagina con informazioni e storie o richiedere una ricerca, può farlo attraverso questo sito o scrivendo in privato a: clio@ilquiquiri.com

*****

L’ emigrazione di fine ottocento e inizio novecento fu uno dei fenomeni sociali più vasti, più tristi e più angosciosi che l’Italia abbia mai conosciuto. Il neo Stato unificato, ancora in fase di assestamento, non fu in grado di garantire la sopravvivenza a tutti i cittadini, soprattutto ai contadini del sud che, privati persino degli usi civici da secoli loro fonte di sostentamento, piombarono in una povertà senza speranza. L’ intero sud si ritrovò in una condizione di arretratezza da cui non si è mai ripreso.

Non ci furono, da parte dello Stato, iniziative governative capaci di rivoluzionare ed equilibrare l’economia e così masse di contadini, condannate alla povertà, intrapresero volontariamente la via dell’emigrazione verso il Nord America o l’Argentina, inseguendo un sogno di benessere che sembrava l’unica l’alternativa alla miseria.

Se da un lato lo stesso governo vide favorevolmente il fenomeno perché allontanava il rischio di esplosioni sociali e contribuiva al riequilibrio dell’economia mediante le rimesse degli emigranti, dall’altro dovette rendersi conto che la continua emorragia della forza lavoro verso il nuovo mondo era una vera calamità per l’agricoltura perché lasciava le campagne deserte e prive di manodopera.

Infatti, dalle province del sud Italia, a lungo tartassate dalla malaria, dalla povertà e dall’analfabetismo, grandi masse di contadini si diressero verso il nuovo mondo in crescita e che offriva tante possibilità di lavoro. Cifre da capogiro: un milione di italiani nelle ultime due decadi del XIX secolo e più di tre milioni nelle prime due decadi del XX secolo.

Terreni e masserie furono lasciate deserte, senza più lavoranti, e interi villaggi senza gente.

L’ideale dell’emigrante era quello di guadagnare abbastanza dollari per poter tornare in patria, comprare una casa, un pezzo di terreno e vivere tranquilli per il resto della vita. Migliaia lo fecero, ma milioni di altri rimasero per sempre in America e il prezzo pagato non fu affatto piccolo, sia per chi partiva sia per chi rimaneva.

Famiglie intere furono per sempre spezzate e gli affetti divisi: affetti di madri, di padri, di fratelli e sorelle, di figli e soprattutto di mogli.

Si crearono in Italia eserciti di “vedove bianche” che non videro più tornare i loro mariti, padri dei loro figli, perché di loro si erano perse per sempre le tracce o avevano formato altre famiglie.

Altre “mogli”. Altri figli.

La separazione di per sé fu molto difficile e sofferta, drammatica conseguenza dell’emigrazione.

I contadini furono costretti a lasciare case e villaggi che non erano semplicemente dei luoghi, ma erano comunità in cui era racchiuso un intero modello di vita e di valori a cui erano ancorati. Lasciarono monti e campi familiari, i cimiteri in cui riposavano i loro cari, le chiese, la gente, gli animali, gli alberi che avevano da sempre conosciuto e che facevano parte dell’intimo contesto del loro essere, per ritrovarsi in un mondo completamente diverso, dove nulla era loro familiare e dove l’impatto culturale poteva essere drammatico.

Sradicati da tutto questo, impreparati al nuovo sistema di vita, si ritrovarono in un prolungato stato di crisi, per mesi, per anni, sospesi tra il vecchio e il nuovo, letteralmente in “bilico” tra un mondo e l’altro. Solo chi fu in grado di adattarsi alle nuove condizioni e alle nuove sfide fu capace di assorbire l’inevitabile shock della migrazione e crearsi, di conseguenza, una vita.

Il Comune di Carinola, con tutte le sue frazioni, non fu affatto estraneo al fenomeno dell’emigrazione. I carinolesi partirono insieme a decine, a centinaia, tentando la grande avventura.

C’era probabilmente sul territorio, qualcuno che aveva sostituito l’antica figura del ‘caporale’ con una specie di ‘agente di viaggio’ per far fronte alle nuove richieste commerciali e che procurava biglietti sulle navi in cambio di un piccolo utile personale. Grazie all’aiuto di queste persone, centinaia di carinolesi lasciarono Carinola, Casale. Casanova, Falciano, Nocelleto, S. Bartolomeo, S. Croce, S. Donato, S. Ruosi e Ventaroli per luoghi lontani, appoggiandosi ai compaesani che li avevano preceduti e che offrivano volentieri il loro aiuto.

Gli anni ‘clou’ furono il 1905 e 1906. In quegli anni navi intere, piene di carinolesi, trasportavano il loro carico di speranza verso l’altra parte del mondo. Solo nel 1906 partirono, durante lo stesso viaggio con la nave Indiana, più di 50 carinolesi. Tutti uomini.

Il nostro Comune conobbe il dramma della separazione, l’angoscia di vecchi padri e madri che non videro più i loro figli, di mogli che non videro più i loro mariti, di figli che non conobbero mai i loro padri.

Se da un lato l’America rappresentò la realizzazione di un sogno di benessere a lungo agognato, dall’altro essa rappresentò l’allontanamento definitivo dai propri cari e dalle proprie radici.

Qualche carinolese non resistette a questo violento sradicamento dalle rassicuranti abitudini secolari a cui era abituato e nel nuovo mondo ci lasciò ben presto la vita.

Ma questa è un’altra pagina.

Clio 
Fonte: Archivi di Stato di Caserta e Napoli; Ellis Island Passenger Records

venerdì 5 dicembre 2008

Sogni annebbiati

Io amo l’amministrazione comunale di Carinola. Proprio così, è bello vedere un team di persone accreditate, pieno d’igegno e voglia di fare, sempre vicino ai cittadini.

Nel nostro comune sono tante le iniziative, noi cittadini siamo sempre informati di cosa si sta facendo e i nostri amministratori hanno a cuore che tutto venga fatto nella più totale trasparenza. Pensiamo, infatti, alle continue riunioni cittadine dove ogni due settimane il sindaco e i suoi amministratori incontrano i contribuenti carinolesi per informare passo passo su ciò che sta succedendo sull’affare cimiteri, ed è meraviglioso vedere come lo scambio continuo di idee tra politica e cittadinanza dia sempre buoni frutti.

Proprio partendo da una proposta ideata da un residente carinolese, l’amministrazione sta facendo in modo che nella cava di Vaglie nasca un pozzo comunale in modo da garantire che non ricapitino strane disavventure. Un’ idea abbracciata dai nostri illustri politici che, in questo modo, risparmieranno sulla fornitura idrica la quale, prima, veniva distribuita da un pozzo privato. Io adoro questa classe politica che non ha paura del confronto, che ascolta i giovani incontrandoli con sincera umiltà e cercando di carpire le necessità e le paure della precarietà. Grazie a ai nostri amministratori, moltissimi giovani sono tornati finalmente a casa riuscendo a lavorare qui nel territorio in cui sono nati. Le guardie ecologiche hanno dato respiro a molti giovani disoccupati e lo stesso è avvenuto grazie alle cooperative di pulizia delle strade e quelle che s’interessano del sociale: adesso si sta facendo si che tutti i muratari si uniscano in una unica grande ditta, in modo da poter offrire lavoro senza vedere ambigue ditte di forestieri.

Poi, il piano regolatore, istituito con logica e coscienza, sta dando i suoi frutti determinando un sviluppo tale che chiude la vie al cemento selvaggio, ma con criterio e coscienza possiamo vedere su tutto il territorio una crescita tranquilla e coerente alle nostre caratteristiche. Una classe amministrativa che ha chiuso con il passato, che punta all’innovazione come l’assessore all’urbanistica che, in questo periodo, sta sudando sette camice per controllare che tutti i cantieri vengano realizzati secondo le regole. Per non parlare dell’assessore all’ecologia, che in un batter d’occhio ha ripulito la Sellecola ed è riuscito perfino ad avere i permessi per constatare di persona cosa vi sia nell’ex base Nato. Tutto pulito e profumato!  forse si dice in giro che nascerà un parco, proprio li dove per anni c’era la spazzatura, ma che idea!

Sono felice di essere un carinolese e soprattutto sono felice di questo team amministrativo che non ha paura di sbagliare, rischiare ed è sempre aperta alle critiche. L’ultima idea che mi ha riepito d’orgoglio è stata l’attivazione di uno sportello dove quotidianamente la gente può recarsi ed esprimere problematiche strutturali, sociali e burocratiche. Tutto viene appuntato e segnalato in tempi record agli amministratori che cercano subito di risolvere l’ostacolo del giorno. Io amo il mio comune.

Suona la sveglia, cavolo sono in ritardo devo andare a lavoro, ca**o, ancora nebbia ma piove sempre in questa città del c**zo bha devo smettere di fare sti sogni. 
Dew

mercoledì 3 dicembre 2008

Perchè non posso dirmi di sinistra

Molte volte quando esprimo la mia avversione per la sinistra italiana, mi sento fare quasi sempre la stessa osservazione. Come fai tu, figlio di lavoratori, tu stesso lavoratore eche vivi di stipendio, a votare Berlusconi e i padroni che stanno con lui? Qualcuno più radicale aggiunge anche Fini accompagnato da  fascisti e nazisti. Ometto di citare quelli che mi accomunano a Bossi come se fossi io a procurargli tutti i voti che prende e non il loro meschino comportamento. Siccome quando provo a spiegare il mio pensiero vengo sistematicamente aggredito verbalmente approfitto dell’ospitalità  di questo sito  per farlo. Premetto che rispetto le idee di tutti ma parimenti pretendo che siano rispettate le mie, non condividerle, che è ben altro.
Non posso dirmi di sinistra perchè considero il lavoro, qualunque sia,  la principale attività della persona e la fonte di sostentamento per sé e la  propria  famiglia. Per averlo ci si  deve impegnare seriamente nello studio o nell’attività che si  intende intraprendere. Al contrario, la sinistra si impegna solo in politica o nel sindacato per ottenere senza fatica sostanziose prebende per incarichi  molte volte  inutili.  Considero lo stato la mia  seconda famiglia   e non sopporto che masnade di teppisti, che quasi tutti  si dicono di sinistra, devastino strade,  opere pubbliche, automezzi di privati ,  che occupino  edifici abusivamente o addirittura  scuole per bivaccarci. Con questo non voglio essere frainteso che sono contro la protesta, solo che non deve prevaricare i diritti  degli altri. La sinistra invece li difende senza se e senza ma,  considerandoli un loro tesoretto elettorale da tutelare.  Quando accendo il televisore ed è in onda una tavola rotonda su qualunque argomento, prima che parlino individuo  subito i rappresentanti della  sinistra.  O hanno gli occhiali sulla testa, o la sciarpa legata a nodo scorsoio, o la barba incolta. Se non hanno nessuno  di questi segni distintivi,   si mantengono la fronte con la mano aperta per sostenere tutto lo scibile umano che vi è contenuto. Se per caso non li individuo subito basta che aprano bocca che li riconosco. Dicono tutti la stessa cosa,  non dormono la notte per pensare ai poveri , (loro usano il termine incapienti), a chi non arriva alla fine del mese, ai precari, ai cassa integrati, a tutte le persone che sono in difficoltà. Sembrano la reincarnazione di  Gesù,  spesso usano  le stesse  parole. La differenza è che Lui finì crocifisso, questi vogliono finire in Mercedes e con la scorta sfruttando il voto di questi poveretti, Bertinotti  docet. Siccome i posti sono limitati, il loro impegno è nel moltiplicarli in modo che tutti possano avere un posto di assessore, di presidente, di consigliere, consiglio di amministrazione di enel, enam, inps, sviluppo italia, eca, cic ciac. Tutti rigorosamente ignoranti in modo da dare  lavoro pure ai parenti come consulenti ,  anche loro  ignoranti, logicamente.  La loro attività principale è di  creare enti inutili dove  prendere soldi  facili alle spalle dei  fessi che devono lavorare per finanziarli con  metà del loro magro  stipendio. I lavoratori, convinti che siano dalla loro parte,  li votano pure,  anche se in molti  negli ultimi anni  li  stanno capendo. Stendo un velo pietoso sul problema Alitalia, dove tutta la sinistra compatta ha difeso i lavoratori più privilegiati  e nullafacenti abbandonando i meno pagati  e precari al loro destino. Dove raggiungono il massimo dell’ipocrisia e della loro attività di procacciatori di voti è sul tema immigrazione. La sinistra sostiene che chiunque lo voglia deve venire in Italia. Hanno diritto ad una casa  ed a un lavoro preferibilmente qualificato. Degli italiani a loro non interessa in quanto sono convinti che tutti guadagnino come loro e minimo hanno due abitazioni. Il loro vero interesse invece è quello di creare tanti centri di accoglienza, tante mense di solidarietà, centri sanitari e altre opere di assistenza. Tutto amministrato e gestito da loro volontari lautamente retribuiti  e tutto  finanziato con i  soldi  di chi lavora. Siccome ne hanno fatto entrare milioni, molti dei quali dediti al furto, lo  hanno quasi depenalizzato trasformandolo in una sorte di tassazione aggiunta. Non per loro che vivono in residence esclusivi o sotto sorveglianza della polizia, c’è pericolo che ce li possano rubare.  Gli esponenti della sinistra il massimo lo raggiungono quando si parla di cultura . Siccome si atteggiano  a tali   si credono intellettuali. Abbiamo fenomeni come Nanni Moretti o Muccino: questi  in un mese è diventato il migliore d’ Italia appena si è imparentato con Veltroni. Senza dilungarmi nell’elenco di sgrammaticati scrittori bravi perché di sinistra. Solo un accenno  ai giornalisti  di  sinistra,  sinistri  di aspetto e di linguaggio. Specialisti  solo a  parlare male della parte avversa e leccare i propri senza ritegno alcuno. Provare per credere, guardate Annunziata, Lerner, Fazio ecc,  io li vedo con delle facce bieche e …Marrazzo che merita una parola in  più. Avete visto nella trasmissione Report chi sono i suoi assessori? Gentaglia da coda alla vaccinara dediti a qualunque imbroglio e poi  si riempiono la bocca di onestà e cultura (vedere sotto).  La sinistra della Campania ve la risparmio, ci vuole un libro a parte. Confesso il mio più grande godimento  è vederli sostituiti nei posti inutili che hanno creato, non mi interessa da chi, anche dai   nazisti.  Mi ubriacherò per la gioia il giorno che Pasquale Di Biasio sarà rimosso, sostituito dall’attuale incarico politico, privando quell’ente della sua pluriennale esperienza nel maneggio di lavori pubblici. Con il mio discorso non voglio essere frainteso che quelli di destra siano migliori, è la stessa scuola, ma da loro  mi sento meno preso per i fondelli. Questi ai poveri qualche euro che cade loro dalla tasca glielo danno. La sinistra gliene dà migliaia, ma solo col pensiero.    Il giorno che gran parte dei  lavoratori  italiani arriveranno alle mie convinzioni,   oltre   al rispetto che già è venuto meno nei loro confronti cesseranno anche di votarli e temerò per la loro incolumità. Il mio sogno velleitario è che sparisca questa accozzaglia di profittatori della povera gente e creare un nuovo partito con un vero sindacato che difenda  veramente i deboli e distribuisca le immense ricchezze pubbliche di cui si sono illegittimamente  appropriati.
BELFAGOR

l'assessore regionale Di Carlo in un fuori onda di Report sui suoi rapporti con il monopolista della gestione dei rifiuti della Regione Lazio.


lunedì 1 dicembre 2008

Le tante facce delle mafie

Le mafie hanno nomi diversi in tanti momenti e punti diversi del globo, ma uno solo è l’atteggiamento che le distingue: la prepotenza. Esplicita o silenziosa. Fisica o psicologica.
La prepotenza è sempre sopraffazione, è sempre arroganza, è sempre despotismo. È sempre aggressività ed ingiustizia. E’ sempre chiusura mentale, ignoranza intellettuale e spirituale. Profonda ignoranza.
Anche quando si avvale di lauree o si nasconde dietro cortesissimo atteggiamento.
L’impulso mafioso, storicamente radicato nella società e nella cultura del sud e non solo, diventa parte dell’intimo sentire di un individuo e ne condiziona i comportamenti.
Un comportamento mafioso può annidarsi nel tuo vicino di casa che ti costringe a subire la sua invadenza perché si arroga il diritto di parcheggio davanti la porta di casa tua; nel tuo migliore amico che non ti saluta perché pretende che il tuo pensiero sia conforme al suo; nel tuo amico consigliere comunale che si arrabbia se lo critichi per qualche mancanza nell’ambito del suo servizio; in chi fa fallire un concorso comunale pubblico per ripicca contro qualcuno; nella stessa amministrazione comunale che da incarichi a chi gli è politicamente più vicino trascurando gli altri; in chi fa vincere un posto di lavoro a colui/colei che gli fa più comodo; in chi assegna incarichi di rilievo a persone che non se lo meritano o non ne sono all’altezza, ma hanno bisogno di essere ripagate; in chi da un’ adesione politica solo perché vuole ottenere qualcosa.
E’ sicuramente presente nella politica nazionale che si nutre di simili atteggiamenti ed è’ in coloro che non hanno voluto concedere a Roberto Saviano e a Enzo Biagi la cittadinanza onoraria milanese e l’ambrogino d’oro perché alla mafia e alla camorra devono render conto o non si identificano nei valori di giustizia e democrazia evidenziati da questi due scrittori.
E’ attivamente presente anche in chi diventa adulatore della classe politica in carica, mettendo da parte le proprie idee, per averne un utile tornaconto, ed è passivamente presente anche in chi, palesandole invece le proprie idee, è costretto a non firmarsi per tutelare la propria pace e la propria tranquillità….
Il termine ‘mafioso’ o ‘camorrista’ nato per indicare un appartenente ad organizzazione criminale, è diventato sinonimo di un comportamento individuale e sociale molto diffuso che delle organizzazioni criminali conserva, in piccolo, un meccanismo simile per ottenerne effetti simili.
Chiaramente, le conseguenze di questi comportamenti ricadono sempre sulle persone più deboli e incapaci di difendersi dalla tracotanza dei prepotenti.
Non si può parlare di vittoria sulle mafie e sulla camorra fino a quando non si riuscirà ad annullare questi atteggiamenti così radicati nella società e nella vita di ogni giorno.
Ma lo vogliamo veramente?

Robin Hood

Domande su Saviano




N.B. Per questo sondaggio non sono previsti commenti. Per problemi di accesso o domande inviate una mail a redazione@ilquiquiri.com

Grazie
La Redazione Il Quiquiri

venerdì 28 novembre 2008

Lettera da Milano

Cari Quiquirìni,

qui é la Redazione Immaginaria di Virgolaz che vi scrive da Milano.

Il 28 novembre prossimo (stasera, ndr) dedicheremo il nostro appuntamento mensile di musica, arte e socialità al "Sud ribelle & protagonista". Lo faremo un po' perché una parte dei partecipanti ai nostri gruppi di lavoro fa parte della cosiddetta "2G" meridionale (con ben due membri dal comune di Carinola), un po' perché giudichiamo il momento sufficientemente propizio per parlare in modo non omologato delle piccole e grandi mafie, organiche al modello sociale che ci sommerge, che inquinano in vario modo le nostre esistenze.

Proporremo con tutta la semplicità di cui siamo capaci una nostra narrazione collettiva basata su brevi letture di Roberto Saviano, Musiche dal Sud (prevalentemente Pino vecchio stile & tradizione napoletana), "Immagini & Parole" pescate -tra l'altro- dal vostro sito. Tanto per rimanere in tema, a pochi metri da noi si svolgerà uno spettacolo di una nota scuola milanese di musica e danza africana con la quale stiamo concordando ulteriori ponti di solidarietà creativa.

Ci rivolgiamo a voi perché pensiamo che l'unica reazione possibile allo stato delle cose sia quella che proviene dal basso, perché apprezziamo i blog aperti a tutte le posizioni, perché leggendovi spassionatamente abbiamo fatto nostri nuovi punti di vista e perché, in ultima istanza, "the revolution is faceless".

Nel percorso che ci ha portato a questo appuntamento abbiamo studiato quintali di carta (inviata in parte alla redazione quiquirìna) e ci siamo progressivamente scoperti presuntuosi nel pensare di riuscire a produrre una convincente sintesi informativa che non fosse "provinciale", scontati e qualche volta retorici nelle proposte, ingenui razzisti nella collocazione geografica del concetto "mafia" e inadeguati nella visione complessiva del problema.

Inizialmente pensavamo di lanciare al mondo una provocazione antimeridionale o filo-camorrista nel tentativo di "desavianizzare" Saviano, che oggi incarna il simulacro del dogma della lotta a gomorra con cui molti pensano di mettersi la coscienza a posto senza nemmeno alzarsi dalla poltrona (e soprattutto lasciando a Roberto tutti i rischi del caso).

Pensavamo così di scremare tra i sommersi e i salvati della cultura mafiosa e di fare uscire allo scoperto tutti i potenziali "Saviani" che pure esistono e conducono ogni giorno la propria lotta personale contro l'impero del male a Milano come a Carinola.

Ci siamo resi conto dell'enormità della nostra ambizione e abbiamo scoperto che la realtà é più surreale di ogni possibile provocazione.

Era necessario fare un passo indietro e ripartire da capo tutti assieme.

Eccoci dunque qui, "in braghe di tela", a chiedervi con tutta l'umiltà di cui siamo capaci un messaggio per fare un passo avanti nel nostro ragionamento, un contributo culturale costruttivo per mettere un altro tassello nel mosaico della resistenza alla barbarie. Garantiamo che lo faremo rispettosamente nostro, lo tratteremo con riguardo e lo inseriremo nelle doverose repliche a tutti coloro che ci chiederanno conto di che ruolo pensiamo di svolgere nella battaglia contro il "sistema".

Perchè non si può stare sempre a guardare.

La Redazione Immaginaria




martedì 25 novembre 2008

La Pax Mannilliana

Che musica, che volti fieri! occhi – soprattutto quelli del sindaco- che esprimevano gioia, sogni di gloria di un vicinissimo cambiamento. 
E che cambiamento, nel vento! Una pace ed una serenità nei lavori che pareva Pasqua. Il consiglio comunale di lunedì è stato bellissimo. Sentivo infatti qualcuno seduto proprio dietro di me che mormorava- forse sedotto dagli occhi brillanti ed epici quali sono quelli del sindaco- “come son belli, come son belli”…Si , erano tutti belli, nessuno escluso, anche quelli della minoranza erano belli, e calmi. Marrese pareva Richard Gere, a tratti.. Lo so che lo sapete già che Marrese sembra andare d’accordo più con la maggioranza che con la minoranza, ma perché Marrese è uomo di mondo, non perché aspiri a qualcos’altro... Stesso discorso per Verrengia, che se ne sta sempre calmo, ad ascoltare e gli va quasi tutto bene, tranne quello che non può proprio votare, come ad esempio un assestamento di bilancio (ma forse chissà quanto pagherebbe per votarlo, o meglio per star seduto in maggioranza, affianco a Gennaro). Insomma, Gennaro mette d’accordo quasi tutti. Ma non ci riesce proprio con Capezzuto? (ma lui preferisce farsi chiamare Brunetta, non dimenticatelo mai) e con Franco Di Biasio? (che menomale del fratello ci ha preso solamente la pettinatura vintage). Insomma  è una super maggioranza (ma con gli uomini di Grimaldi?), larga, “tecnicamente” preparata che ora aspetta solo che arrivino problemi da risolvere. 
Ma poi dove sono ‘sti problemi, dove? Ma che scherziamo? Pare che non ve ne siano perché lunedì si è scoperto- e questo lo dobbiamo a Brunetta- che sono stati assegnati, un mese prima che chiuda l’esercizio finanziario 2008, altri e 50.000 euro alla cultura (per un budget complessivo di duecentosettemila euro- mentre per le strutture scolastiche appena cinquemila). Così che nella giornata nazionale della sicurezza nelle  scuole, e proprio mentre arriva una segnalazione del dirigente scolastico di Carinola su due strutture scolastiche “pericolanti”, la maggioranza imbacucca le tasche a chi sa gestire feste, farine, (rifiuti) e forche. Ora sapete pure le somme, ma se non ve ne fotte, tanto meglio. Intanto sono state ridotte le indennità per il cosiddetto nucleo ecologico, che poi corrisponde ai volontari della protezione civile, che oltre a non venire pagati da due mesi, ora hanno avuto pure un taglio di 3000 euro. Così che tra tagliaboschi selvaggi, bracconieri e piromani per interesse le nostre montagne appartengono sempre più a questi vili personaggi, mentre Mattia e Gennaro si fanno gli amici.. con la cultura..
Rocco Maria degli  Scalzi.
ps: sul concetto di cultura per la politica carinolese è stato scritto un apposito post

lunedì 24 novembre 2008

Cosa stanno facendo?

 
Da qualche mese si vedono girare delle persone intorno al monumento ai caduti che si trova nella piazza di Casanova. Un paio sono vestiti da operai e addirittura hanno montato anche una impalcatura su cui sono saliti qualche volta. Ogni tanto è comparso uno con la barba e la giacca da artista, che dava l'impressione di dare delle disposizioni ai due vestiti da operai. Osservando attentamente il monumento non si capisce che lavoro hanno svolto. 
Se qualcuno è riuscito a capirlo lo illustri su questo blog.
 
Sarebbe interessante inoltre sapere se e'possibile conoscere l'importo di questo lavoro virtuale, da chi è stato commissionato e a chi.
Si precisa che i fiori e la bandiera sono lavori realizzati dagli operai del comune e non hanno niente a vedere con la fantomatica ditta che ha girato e rigirato intorno al monumento per tanto tempo.
 
Restiamo in ansiosa  attesa di  notizie al riguardo che possano svelare questo mistero carinolese.
clicca per ingrandire le immagini
i segnalators

sabato 22 novembre 2008

Il nuovo look del Campanile

Proprio come un moderno ragazzo di oggi, il campanile di piazza maggiore De Rosa a Casanova si è cambiato velocemente di vestito.
Non era molto soddisfatto di quell’abito scialbo e incolore che gli era stato confezionato in tutta fretta ed allora ha deciso di ricambiarsi, indossando qualche abbellimento che lo renda più attraente, più chic!
Beh, quello che ci vuole, ci vuole!
Un paio di settimane fa, era ricomparsa di nuovo l’impalcatura messa di malavoglia da operai immusoniti, che guardavano i passanti con occhio truce e bieco come per dire: “ ma gli affari vostri non ve li fate mai?”
Ebbene no, non ce li facciamo mai! Noi siamo qua anche  per questo! Per essere la spina nel fianco di chi non fa bene il proprio dovere!
Vogliamo negare che adesso il campanile è un po’ più bello?....anche se….
Ma non stiamo a cercare il pelo nell’uovo! Bisogna anche accontentarsi e soprattutto riconoscere la disponibilità e la collaborazione di chi ha ascoltato la voce dei cittadini ed ha richiamato all’ordine chi di dovere.
La voce dei cittadini va sempre  tenuta in seria considerazione quando fa rilevare qualche mancanza, anche se si esprime attraverso un blog che sembra il bastian contrario di ogni situazione!
La cura rivolta al campanile era un atto dovuto.
E’ bene considerare che una piazza non a caso è il cuore del paese. E’ ritenuta dai cittadini un po’ il salotto di casa, il luogo dove ci si incontra, si chiacchiera, ci si confronta e scontra, e dove nascono tante idee.  Mi sembra giusto tener pulito e  accogliente il salotto di casa per far sì che tutti ci stiano volentieri e ci si ritrovino.
Forse d’estate la cosa è più visibile, quando tante persone siedono ai tavoli a chiacchierare, ma in ogni giorno dell’anno la piazza è sempre luogo di aggregazione.
Tanto c’è ancora da fare per rendere accogliente la piazza: rivalutare la zona villa e la zona parcheggio, pretendere la cura di certe case che deturpano l’insieme  trasmettendo una sensazione di abbandono, ma bisogna anche saper comprendere che non si ha a disposizione una bacchetta magica e che certi interventi hanno bisogno di un po’ di tempo.
Noi, da bravi cittadini, aspettiamo,  con la speranza di riuscire a vedere al più presto la piazza perfettamente risistemata. Se questo non dovesse verificarsi, beh, la nostra voce si alzerà di nuovo forte e chiara, fino a quando non troverà orecchie disposte ad ascoltare.
Un casanovese d’hoc

giovedì 20 novembre 2008

Risposta del Presidente dell'associazione Nessun Dorma

questa e' una risposta al post "La piu' sonnolenta delle associazioni"
Cari personaggi di Looney Tunes, caro Gatto Silvestro: non mi ha per niente stupito il tuo qualunquismo e la tua facilità d’accusa nei nostri confronti.
Sebbene tu conosca quanto è lunga e dura la strada che porta al raggiungimento dei propri obiettivi, hai deciso per un giorno di lasciare in pace Titty e cercare di acchiappare Nessun Dorma, non facendo i conti, però, con un limite ben noto a chi, come Nessun Dorma, fa parte del mondo reale.

In uno degli ultimi tuoi episodi mi ha molto divertito vederti rotolare dal secondo piano e accartocciarti a mò di fisarmonica per poi fallire ancora una volta nella cattura del simpatico uccellino giallo, noi qui invece dobbiamo stare attenti persino a respirare, immagina, perché è solo compiendo questo involontario gesto che potremmo avvelenarci e morire.

Ti ho apprezzato poi, ne “La strada per Andalay”, dove sei alle prese con un velocissimo topo che grida “Andale…andale”, qui invece, colti dal senso di fame, non corriamo dietro ai topi (non ancora), ma occupiamo la maggior parte del nostro tempo a lavorare (molte volte anche con basse retribuzioni) per cercare di avere una vita dignitosa.

Come la tua nonnina poi, che è nota a tutti per essere un’appassionata di viaggi, anche noi abbiamo le nostre passioni, che purtroppo però non sempre riusciamo a seguire come vorremmo, ma che poco a poco cerchiamo di costruire nel migliore modo possibile.

Ti invito quindi a pregare i tuoi autori di liberarti, così come fece la Disney per Roger Rabbit, affinché tu possa farti un giro nel nostro mondo e possibilmente comprendere che nemmeno il nostro “Titty” è così facile da catturare.

…dal mondo reale
Salvatore Marrafino, Presidente Associazione Nessun Dorma

mercoledì 19 novembre 2008

La lunga strada


Nella Carinola amministrativa non sono pochi i fraintendimenti in merito alle competenze dei vari assessori i quali, distratti dai propri tornaconti politici, dimenticano spesso e volentieri in che cosa consista il ruolo ricoperto.

Per non essere troppo qualunquista (una parola molto di moda tra i politici Italiani quando si parla in negativo della casta) vorrei concentrarmi sul ruolo d’assessore alla cultura che nel nostro comune assume i tipici caratteri del “masto di festa”. Proprio così, il compito dell’assessore alla cultura carinolese è quello di stilare un calendario di eventi, logicamente non curati da lui, ed elargire soldi ad amici e clienti di vario tipo. Così faceva la Mazzucchi e, giustamente, per senso di continuità, lo stesso sta facendo il nazicomunista Mattia Di Lorenzo. Sia chiaro, quello che sto tentando di dire non è la solita critica alle feste sagre ecc. ecc. che a mio avviso sono sempre ben gradite ma è piùttosto l’analisi di un modo di fare che continua a perpetuarsi senza via d’uscita da ormai troppo tempo.

L’assessorato alla cultura a Carinola sembra quasi come un compito di ripiego e di copertura finalizzato all’auto-celebrazione della corrente politica al potere, dove tra festicciole e premi, dove la cosa più importate è sempre il buffet, la classe amministrativa illude e si auto illude di saper fare cultura. Ma la CULTRA e decisamente ben altra cosa. La CULTURA è crescita, valorizzazione di un territorio è la radice dell’identità di un popolo. A Carinola non si è mai pensato d’investire in cultura in quanto gli affari veri si fanno con l’urbanistica, con l’ecologia, con le consulenze e soprattutto con il cemento, riducendo la cultura a semplice motivo ludico estivo svilendone così il vero significato e appiattendo le competenze dell’assessorato in questione. In questi anni non si è fatto nulla e l’attuale assessore Di Lorenzo, dopo anni di critica feroce (e giusta) nei confronti della Mazzucchi, ha ben deciso di continuare sulla stessa via interessandosi esclusivamente ai giochi politici che, sicuramente, offrono più prospettive personali.

Carinola, che potrebbe vivere di cultura, sembra avviarsi verso uno spaventoso cammino di anonimato culturale che cancellerebbe inevitabilmente i secoli di storia che hanno caratterizzato il nostro territorio accostandosi senza mezzi termini all’anticultura dei centri a noi vicini che come sappiamo non se la passano troppo bene. Eppure basterebbe così poco per offrire ottime opportunità al nostro comune per inserirsi nei circuiti culturali che contano: basterebbe sacrificare un’ estate carinolese e con i soldi risparmiati si potrebbero rifunzionalizzare strutture comunali lasciate a marcire, trasformandole in centri di cultura come, ad esempio, un museo che ospiti i reperti archeologici presenti nei nostri confini i quali, invece, vanno ad arredare le case di estranei. Oppure si potrebbero creare spazi per le associazioni fattive che coordinate dall’assessore alla cultura potrebbero unitamente lavorare per il nostro comune dando vita a vere iniziative. Invece, a Carinola, è sempre tutto uguale da anni dove se sei cliente fai, anzi hai (cosa ben diversa) : basta pensare all’usufrutto gratuito dell’ex carcere feminile di Carinola ad una pseudo associazione, i cui componenti hanno ben pensato di schierarsi dalla parte del sindaco il quale, inoltre, gli ha affidato (sempre a questa anomala associazione che a quanto pare è priva sia d’iscritti che di statuto e consiglio, elementi che ne certificherebbero, appunto, la connotazione di associazione) il restauro di monumenti vari. Un piccolo esempio che dimostra la prerogativa di non fare, ma dare per avere voti.

Nella mia ingenuità, l’assessore alla cultura lo immagino come una persona che quotidianamente vive nella cultura, un appassionato che non perde occasione di informarsi sulla mostra di turno, sull’evento del mese, da cui imparare per applicare da noi. Una persona che sia concentrata a far conoscere tutto il bagaglio del proprio popolo e non semplicemente un masto di festa interessato solo a quelle dinamiche politiche finalizzate all’autoconservazione e al resoconto personale. In piccole realtà sicuramente più fortunate di noi che non hanno come targa CE vengono invasi da persone da tutta Italia per partecipare a seminari, stage e workshop tenuti da esperiti del settore culturale. Mi spiego meglio, il mio assessore ideale informatissimo com’ è del panorama culturale italiano, potrebbe organizzare un seminario di giornalismo ( la prima cosa che mi è venuta in mente) invitando (pagando) uno dei giornalisti più in voga, pubblicizzare il bando di partecipazione su internet o presso testate giornalistiche e vedrai che Carinola si riempierebbe di persone che, logicamente pagando l’iscrizione al seminario, non solo porteranno a casa un attestato di partecipazione ma avranno conosciuto il territorio carinolese aiutando le casse del comune. Quello dei seminari è una proposta che in piccole località di campagna come la nostra funziona da anni ricavandone non solo pubblicità del territorio ma anche discreti introiti economici. Il mio assessore alla cultura ideale dovrebbe essere un coordinarote tra le diverse realtà, una fucina di idee ma invece l’assessore, quello vero, preferisce le sagra del baccalà e ovviamente la propria carriera politica. Sono sicuro che si dirà che il comune in questi mesi si sta dedicando molto alla cultura con la partecipazione del salone internazionale del gusto a Lugano, con il restauro dell’Episcopio, con il progetto della scuola unica che, secondo il mio modesto parere, in un’area che vanta una storia millenaria, è semplicemente il minimo.

Un popolo senza cultura o meglio senza la coscienza della cultura è un popolo destinato alla becera omologazione alla cultura del cemento.

De Popa

lunedì 17 novembre 2008

Pari opportunità all'italiana

In questi giorni poco risalto ha avuto sui media l’ennesima condanna dell’Italia da parte della comunità europea. È  in relazione al trattamento previdenziale  vigente in Italia che prevede che le donne possano andare in pensione a 60 anni mentre gli uomini a 65. Per chiunque non sia italiano è incomprensibile come si possa approvare una norma così discriminatoria, verso entrambi i sessi. Il legislatore, poco attento, voleva riconoscere un qualcosa in più  alle donne per renderle uguali agli uomini ed invece ne  ha sancito la diversità per legge. 
Agli stranieri  bisognerebbe spiegare   che l’Italia è il paese delle cosche, nel senso che poche persone si mettono insieme e riescono ad ottenere tutto quel che vogliono distorcendo le leggi per avere privilegi. Negli anni 60-70 ci fu il movimento femminista , che poi degenerò in cosca. Partendo dalla discriminazione delle donne, vera o presunta, fecero approvare una serie di provvedimenti che favorivano le donne rispetto agli uomini  senza eguagliarle, anzi. Ottennero la precedenza  nelle graduatorie per ottenere un alloggio, per  un contributo pubblico, per iniziare una attività commerciale o agricola, tanto per fare un esempio. Inoltre ottennero l’ingresso nelle forze armate (sic) e nelle forze di polizia ma senza avere accesso alle stesse mansioni dei colleghi o non a tutte. Un esempio su tutti le ferrovie dello stato non fanno effettuare servizio notturno alle conduttrici. Stendiamo un velo pietoso sul loro ingresso per legge nel mondo della politica che è un’altra pari opportunità all’italiana. Con questo pretesto sono state  piazzate, compagne, mogli, amanti e  anche avventure occasionali (unica eccezione il comune di Carinola dove c'e' solo un consigliere donna e non le e' stato assegnato alcun incarico).  Particolarità per legge che servono solo ad acuire la differenza tra i sessi, che pure esiste, invece di eliminarla o attenuarla. Un problema culturale si elimina diffondendo la nuova cultura, non elargendo privilegi che sanciscono ancora di più le differenze. L’Italia è conosciuta in tutto il mondo per essere un paese anomalo in tutto, non può certe essere controtendenza su questo argomento. 
Da notare infine che non a tutti siamo sconosciuti: a  Bruxelles molti  commissari infatti  non erano d’accordo con la condanna,   sostenendo  che  non si doveva procedere con la procedura di infrazione in quanto si trattava di "pari opportunità all’italiana".

venerdì 14 novembre 2008

Genna’, quanto ti costa quella poltrona?!

Un trafiletto di qualche giorno fa mi ha fatto un po’ scuotere la testa. A Sessa Aurunca si è tenuto un convegno del Popolo delle Libertà che si appresta a diventare PPE, Partito Popolare Europeo, con la partecipazione di Ventre, Nicola Cosentino, Mario Landolfi, tutta la  crema della destra nostrana. Durante il convegno sarebbero state esposte le modalità attraverso cui il Pdl si trasformerà in PPE. Le solite chiacchiere di facciata, insomma, sotto le quali probabilmente si celano meschine lotte di potere, analoghe a quelle scatenatesi al momento dello scioglimento dei DS e Margherita per creare il PD. Da due partiti ne nasce uno, e cioe’: meno incarichi da spartire.
Nell’articolo si nota che tra i sindaci presenti al convegno era previsto il nostro dott. Gennaro Mannillo.
Non so se il nostro amico sindaco ci sia andato al Convegno, e francamente non mi interessa, ma  il fatto che venga invitato ad una manifestazione di destra, e venga a trovarsi gomito a gomito con tutta l’elite provinciale e regionale di destra, la dice lunga.
E meno male che durante la campagna elettorale ci aveva tenuto a far firmare un manifesto a Gennaro Oliviero in cui si chiariva che lui era e rimaneva un uomo del PS!
Ma che sciocco! Sono io a non aver capito bene! Il nostro sindaco, da quella persona intelligente che è, non fa altro che aprirsi alla circolazione delle idee, che siano di destra o di sinistra, e partecipa personalmente a qualsiasi iniziativa che lo permetta.
Gennaaaa’!.... quanto ti rimane di sinistra? Forse neanche la tasca dei pantaloni!
Lo abbiamo sempre saputo che la politica è uno schifo, che  si deve continuamente convivere con compromessi vari se si vuole rimanere a galla o acquisire qualcosa, ma tu oltre alla poltrona di sindaco che cosa hai acquisito?... ti ritrovi con una maggioranza  destroide a cui devi per forza sacrificare qualcosa per rimanere a galla. Ora, dopo  sette mesi di amministrazione sei considerato più di destra che di sinistra!
Ti fa piacere tutto questo?
Ma se ci penso bene… questi sono solo problemi senza senso che ci creiamo noi pecorelle. Chi la politica la vive, sa perfettamente che destra e sinistra uguali sono, e che le minuzie e le ideologie a cui si attaccano i comuni mortali sono solo delle metodologie di reclutamento voti e nulla più, ma la dignità , dove la mettiamo la dignità ? Non esiste proprio più, o forse non e’ mai esistita?
Tom e Jerry