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martedì 26 agosto 2008

Come ammazzare un amico e vivere soddisfatti

     Chi non ha desiderato almeno una volta nella vita di ammazzare un amico che ci ha fatto un torto o ci ha fatto star male per qualche motivo?! Penso che sia successo un po’ a tutti. In casi come questo la vendetta è d’obbligo, o non si supererà mai quel senso di frustrazione che ci opprime.

Ebbene, se volete togliervi dallo stomaco quel peso che vi angoscia, non c’è altro modo per rimettervi in carreggiata: impiccatelo!
Studiare come togliere di mezzo la causa del vostro malessere è la cosa che più vi darà soddisfazione, ma bisogna esaminare bene il soggetto da eliminare e poi passare ai fatti.
E’ opportuno, infatti, procurargli una sofferenza lenta e pungente, prima di dargli il colpo finale.
La vendetta è un piatto che va sempre servito freddo!
Per cominciare, chiedetegli il grande favore di farvi scrivere delle medicine dalla dottoressa Mazzucchi, perché voi siete occupatissimo quel giorno e avete assolutamente bisogno di un medicinale…. Se è un vero amico non vi negherà il suo aiuto.
Dopo due ore di anticamera in uno studio affollatissimo, a sentire lagne di pazienti, variazioni di ricette da cucina o a sopportare le lunghissime intromissioni degli informatori farmaceutici, state pur certi che uscirà da quello studio con un forte mal di testa e con un tal senso di avvilimento che la sua spavalda sicurezza comincerà a vacillare.
Il primo gradino è superato.
Per peggiorare il suo malessere, invitatelo poi a cena da vostra nonna, dicendogli che ci sono le vostre belle cugine appena arrivate dal nord e che volete assolutamente fargliele conoscere. Da buon maschio latino, non dirà di no e vi seguirà con piacere. Ma, sorpresa delle sorprese! Invece delle cugine che hanno perso il treno, fategli trovare i vostri carissimi amici Guiduccio e Mimmo che, tra una fettina di vitello con piselli e una mozzarella con insalatina mista, lo bombarderanno di rosari e vite di Santi fino a fargli venire un’ indigestione epocale.
Non c’è problema. Quattro passi lo rimetteranno in sesto. Fategli fare, quindi, un giro in macchina verso Casale, dove un gruppo musicale eseguirà, cosa rara, le sue canzoni preferite, quelle di un cantautore inglese molto bravo che, purtroppo, non è più tra noi….
Ma che jella! Anche questa informazione era sbagliata!.... E dopo un’ora di Mimì Palmiero, il vostro amico sarà in seria agonia.
Bisogna solo dargli il colpo di grazia!
Ritornate a Casanova e offritegli un caffè prima di lasciarlo, ma un buon caffè. Uno di quelli che hanno fatto la storia baristica del paese.
Ma… guarda, c’è Giovanni che canta! Che facciamo? Ci fermiamo un attimo in piazza a sentirlo?… Nooo, ti prego! Dopo Mimì Palmiero, Giovanni no!
Allora, portatelo al bar di zi’ Giuannina e ordinate un caffè…
Ottimo!... Ma dopo qualche minuto, ecco che cominciano i torcimenti di pancia, dei torcimenti così forti che non si riesce a resistere. E mentre vedrete il vostro amico sbiancare in viso e salutarvi in tutta fretta per correre a casa, un senso di leggerezza si diffonderà in tutto il vostro essere.
Vendetta è fatta! E credetemi: niente vi darà miglior soddisfazione!

Il giustiziere della notte



mercoledì 20 agosto 2008

Collaborazione si… collaborazione no

Alcune parole sembra che non facciano parte del vocabolario carinolese. Tra queste, quella più sconosciuta sembra essere: “collaborazione”.
Il Garzanti dice che collaborare significa “contribuire con altri alla realizzazione di un progetto, di un’opera; partecipare a un’attività comune anche di tipo intellettuale”.
Perché da noi non esiste questa parola o esiste solo saltuariamente?... Forse perché non crediamo tutti nelle stesse cose.
Se diamo uno sguardo al passato, possiamo prendere lezioni dalla Storia, come sempre: l’ Impero Romano è stato grande e potente finché tutti hanno creduto nelle stesse cose e collaboravano per la grandezza di Roma. Quando poi è arrivato il Cristianesimo a ‘rompere le uova nel paniere’, l’ Impero è imploso su se stesso perché non si credeva più nelle stesse cose.
Non è cambiato molto.
Le iniziative si arenano per gli stessi due motivi: perché mancano le collaborazioni o perché chi le cerca in realtà le respinge, consapevolmente o inconsapevolmente, chiudendosi in un uovo difensivo che, col tempo, invece di aprirsi alla vita, si annacqua e poi implode. Questa chiusura è o potrebbe essere scambiata per arroganza e quindi ha un effetto respingente.
Oggi come oggi, le collaborazioni sono necessarie perché una realtà così complessa e articolata come la nostra, anche se ristretta, è difficile da gestire. Ci si stanca, si corre il rischio di ripetersi e di afflosciarsi…. Si avrebbe bisogno di una pausa, di passare il testimone a qualcun altro, ma non c’è nel nostro territorio, la cultura del collaborare.
E forse non ci sarà mai, perché più passa il tempo e peggio è.
Ci si trincera dietro i “poi”, i “vedremo”, i “devo pensarci”, ma quello che effettivamente va avanti sono i “chi me lo fa fare!” e i “chi se ne frega!”
La pigrizia ha raggiunto più che mai, nel nostro Comune, livelli patologici.
Le uniche realtà che riescono a resistere a lungo sono quelle impiantate sul sacrificio dei pochi o dell’unica persona che si accolla le fatiche di molti.
Sappiamo benissimo come vengono considerate queste persone dagli altri e anche da se stesse, ma se non ci fossero loro a portare la croce, tante cose non si farebbero e rimarremmo impantanati in una dimensione così piccola da risultare poi soffocante.
Eppure le collaborazioni stentano ad arrivare…
Persino le associazioni che nascono con tanto entusiasmo, sugli stessi interessi di tutti i soci, finiscono col vivacchiare fino a quando non esalano l’ultimo respiro e di loro non rimane che il nome.
Se non cambiamo atteggiamento, le varie Nessun Dorma corrono il rischio di trasformarsi in Tutti Dormono. Sonoramente.
Lady Oscar

domenica 17 agosto 2008

Questo passa il convento…!

Dove si va stasera?... C’è solo l’imbarazzo della scelta.


Ogni serata di questa calda estate è ricca di eventi: piano bar qua, gruppo jazz là, musical a Casanova, Palmiero a Casale, Lunarte Festival a Ventaroli, Concerto a Nocelleto, notte delle stelle, notte bianca, sagra dell’olio nostrano, sagra della fresella, delle penne, delle cozze, della porchetta, delle anguille e baccalà, dell’uva e chi più ne ha più ne metta, tutto fino a settembre. E poi?

E po’ s’addorm’ a criatura!



Intanto a questi giovani, e non solo, diamogli un’estate movimentata, facciamogli fare un’ indigestione di iniziative musicali e mangerecce; diamogli bar aperti fino alle tre di notte (ahia!) dove possono scolarsi birre e liquorini a più non posso; che importa se poi vanno in villa a fare il tiro a segno con bottiglie di vetro, a urlare come ossessi rompendo le scatole a chi ha necessità di dormire perché la mattina deve lavorare; che importa se poi cadono per terra come sacchi fradici che non si reggono in piedi… che importa se strombazzano col clacson fino alle quattro del mattino o se rompono i timpani con i loro autoradio a tutto volume… Intanto si sono divertiti! D’ altra parte, d’ estate tutto è permesso…

A onor del vero, un’estate così ricca di iniziative non si era mai vista. Non sarà un modo per distrarci da altre cose?...

Ricchissima di eventi la sagra dell’olio. Bellissima e affollatissima la notte bianca.

Il nostro assessore alla cultura si è dato molto da fare e gliene dobbiamo dare atto, ma dobbiamo anche fargli notare, insieme al resto dell’Amministrazione naturalmente, che la vita del Comune continua anche dopo l’estate. Continua per tutti: per i bambini, i giovani, i meno giovani e i vecchi. Si certo, bambini e giovani andranno a scuola, ma sappiamo benissimo che la loro energia è inesauribile e ha bisogno di sfogarsi in qualche modo, possibilmente in modo positivo. E allora come vogliamo farla sfogare quest’ energia se non mettiamo a disposizione strutture adatte alla loro crescita? E come vogliamo far sviluppare questo Comune se non vengono approntate un minimo di strutture che possano far crescere i nostri giovani e richiamare un minimo di turismo, anche se endogeno?

Se togliamo il Campo Sportivo e gli inadeguati campetti di calcetto, Carinola non ha alcun tipo di struttura ricreativa, sportiva, culturale, sociale. Il Palazzetto dello Sport che dovevasi costruire a Nocelleto sembra destinato a rimanere una di quelle cattedrali nel deserto tanto famose in Italia. Il sociale, poi, è lasciato solo agli organismi religiosi e non c’è stata una continua e seria attenzione verso i più deboli e i vecchi da parte delle varie amministrazioni comunali.

Forse un Consultorio non sarebbe male…

Urgono, sul territorio, spazi sicuri per i giochi dei bambini e per il riposo dei vecchi. Urgono strutture sportive più consistenti di un semplice campetto di calcio, le quali possano impegnare tanti giovani. Urgono strutture per la vita culturale e artistica del Comune. Tante cose urgono…

Incrementiamo pure l’economia qualificando meglio la nostra agricoltura perché meglio possa fronteggiare le spinte competitive del mercato, ma non dimentichiamo tutto il resto.

E’ chiaro che non si può pretendere l’impossibile, neanche da chi dimostra di avere tanta buona volontà, ma se vogliamo veramente guardare verso il futuro, facciamolo a trecentosessanta gradi.

Credo sia arrivato il momento di cominciare a farlo.


Merlino



domenica 10 agosto 2008

Forze che si disperdono

     Mi è piaciuto molto l’inizio del post della nuova associazione Nessun Dorma: “non possiamo più permetterci di rimanere ognuno confinato nella propria isola…” E’ una verità che dovrebbe essere tenuta presente sempre, soprattutto da tanti giovani casanovesi.
Su questa frase mi piace fare delle considerazioni e coinvolgere  tante persone nella discussione, se può interessare.
Casanova, insieme a Casale, è il paese che più si occupa di cultura e di tante iniziative positive, basti pensare alle tante realtà che vivono ed operano in questa frazione:
il Comitato Cittadino
la Compagnia Teatrale ‘A Scarpasciota
il Gruppo Folk ‘A Cetta
la Cantina Culturale Calena
l’Associazione Nessun Dorma.
Forse dimentico qualcosa?... Si, tutte le varie realtà religiose legate alla Parrocchia e al Convento.
Ben vengano tutte queste realtà culturali, sociali e religiose se riescono, ognuna nel proprio specifico, a dare dei contributi positivi alla vita del paese, ma è assolutamente necessario superare lo scoglio dell’isolamento o altrimenti sono solo forze che si disperdono senza creare granché.
Quando dico che bisogna superare lo scoglio dell’isolamento intendo dire che non ci si deve accontentare della partecipazione a questa o quella iniziativa messa in atto da questo o quell’associazione; no! Bisogna saper collaborare. Si, col-la-bo-ra-re!
Collaborare significa dire sì se un amico appartenente a una di queste realtà ti chiede una mano; significa farsi avanti e chiedergli se ha bisogno di aiuto se lui non te lo chiede. Forse non te lo chiede perché non ci ha pensato o perché ha paura di disturbare. Significa mettere a disposizione un po’ del tuo prezioso tempo per gli amici che stanno facendo qualcosa di buono per la comunità. Significa, in breve, rendersi disponibili.
Molto spesso si ottengono solo ‘no’ camuffati dietro improrogabili faccende o occupazioni, ma tutti sappiamo che è solo inguaribile pigrizia o mero menefreghismo!
    E scusatemi se lo dico chiaramente, ma i meno disponibile a collaborare sono proprio i giovani, o molti giovani, che orientano le loro forze e i loro interessi verso cose forse più eccitanti o più rilassanti, dipende dalla persona, ma non spendono una briciola di energia per il loro paese.
   Non siamo all’altezza delle loro possibilità forse o dei loro interessi?  beh, la crescita di una comunità dipende dall’apporto di tutti, e se tanti non collaborano ci vuole certamente più tempo a crescere.
Ora sento con piacere Salvatore o Antimo ( non so chi ha scritto il post) che dicono che non possiamo più essere isole… Finalmente, dico io! E’ una vita che lo stiamo dicendo senza tanto successo! Meglio tardi che mai!
    Non più isole dunque, e non solo per il nostro territorio fisico a rischio monnezza, ma per tutto!
Cerchiamo di liberarci un po’ della pigrizia e del menefreghismo che ci caratterizza perché  se si cresce, si cresce tutti insieme! 
Galatea

sabato 9 agosto 2008

Ultime dalle olimpiadi del TreSette

SUCCEDE IN CITTA'

Clamoroso. Corvino fuori dai giochi. "Mi hanno boicottato, ottavi senza i campioni".


Corvino salvato dall'aceto.

Un mancamento improvviso alla vista del figlio qualificato mentre lui ignominiosamente falliva il passaggio agli ottavi.
La serietà della situazione è stata chiara fin dal primo momento. Solo un pronto intervento con i sali ha permesso di salvare il noto giocatore da una corsa all'ospedale.
Intanto la commissione disciplinare prosegue gli accertamenti sulla terza partita, al centro di polemiche. I tifosi puntano il dito: "la Napoli andava fatta"



I RISULTATI:
Vittoria "di peso" della coppia Giacommino-Giulio
Partite a gironi: Fuori Michele e Mario. Chiudono a tre punti.
I protagonisti: sconfitta immeritata. Ma Giacommino gongola e rincara la dose: "per una volta il vangelo è stato sconfessato: gli ultimi sono rimasti ultimi".

Dino: se non vinco lascio Casanova e torno a Roma.
"I bookmakers mi danno favorito". Ma è subito polemica sulle quotazioni. Sorvillo jr.:"ha scommesso su se stesso".

Sciammereca: lo special one.
Anche Dino si sbilancia: "è un campione". E Zio Felice lo fa osservare in vista della prossima rosa mondiale.

L'INTERVISTA:
Il segreto di Mast'Egidio: "divento un tutt'uno con le carte".
Ma gli avversari accusano: "si fanno i segni"

LA NOVITA'

Antonio il sincero dice una bugia: è polemica.

L'EDITORIALE
Il 28 piombo

IL FRONTE SICUREZZA
Terrore ai Giochi: visto Mast'Egidio scappare col prosciutto.
Armando e Fiore: ci bastano i salami

LA POLITICA
Il Sindaco non partecipa: è bufera.
Mannillo: "Non voglio nemici". Alla domanda sul perchè risponde: "non parlo con la stampa".

Zio Felice: un fantasma che si aggira per i tavoli

Clamoroso: Il Maggiore boicotta i giochi.
Visibilmente alterato, espone la bandiera: "BASTA SFILATE INUTILI: TIBET LIBERO"

Il professore: tutti contro di me
Il commissario esterno denuncia il clima di ostilità nei suoi confronti alla vigilia degli ottavi. In serata la brusca frenata: "al prosciutto ci sarò"

IL SOSPETTO
Abbondanza pescato in una bettola.
Ma ai test antidoping risulta negativo: nessuna traccia di sangue.

L'ombra di tressettopoli sul torneo.
Marrafino: "qualcuno voleva dopare l'intera squadra". Di Donato confessa: "si, mi sono dopato".


venerdì 8 agosto 2008

De tressettis


Il Primo Trattato sul Gioco del TreSette risale al 1750, scritto da un tal Chitarella. Esso è compendiato da un decalogo di regole essenziali che determinano lo spartiacque tra l'onesto giocatore e la bestia. Le differenze chiave poi la fanno la capacità di memorizzazione delle carte in uscita e l'esperienza sulla probabilità di vittoria in giocate a rischio.

Ma a distanza di 2 secoli, sono le regole di Chitarella ancora attuali, nel gioco agonistico e violento pieno d'alcool e bullismo dei baracci di periferia? Il presente post intende rivedere con un nuovo occhio critico il decalogo chitarelliano dell'"Onesto Giuocatore":

1. Chitarella dice:

Di prima mano, con il tre, non devi mai bussare.

Un'antica valutazione del più attuale: "Chi bussa perde l'asso". A gioco ancora coperto, dichiarare di comandare sotto un palo da un indubbio vantaggio informativo all'avversario. Numerose scuole aborrono ancora oggi la dichiarazione di Tre. Chi ha il Tre deve vedere scorrere il gioco ed eventualmente intervenire, mai guidarlo. In prima manus soprattuto. Esemplare e Chiarificatore. Validità Attuale: 100%

2. Chitarella dice:

Se hai una rientrata puoi bussare forte e risoluto.

Del genere, fuori tutto, posso riprendere altrove e farmi 2 pali buoni. Solo una bestia potrebbe non eseguire. Validità Attuale: 100%

3. Chitarella dice:

Si usa bussare con tre carte oltre l'ammattatore (carico).

Nel gioco classico, non si chiama un gioco senza averlo almeno terzo, a rischio di subire la "messa a giro" degli avversari del proprio carico. In un gioco prudente, la chiamata dell'Asso Terzo è già un bel rischio, e personalmente l'aborro, ma il Due terzo può essere interessante. Il Tre terzo rischia di essere un gioco molto debole, ed andrebbe chiamato solo se non ci sono alternative migliori. Bussare con il Due secondo è Gioco Estremo a rischio di bestialità. Il Tre secondo si striscia subito e poi si riesce con la più bassa (rischioso anch'esso). Validità Attuale: 70%

4. Chitarella dice:

Col re quarto, accompagnato da cavallo e donna, bussa per malizia.

Altrimenti definito "Liscia e Busso" o Liscio Vero. Se non si ha per riprendere (da lì la chiamata "Fuori la Napoli", magari è meglio starsi zitti. validità Attuale: 50%

5. Chitarella dice:

Con il re o l'asso terzo non si bussa ne' si scarta.

Ponderata specificazione del punto 3. Chiamare Terzo Liscio con il Dieci spesso serve a farselo mettere a giro. Evitabile. Validità Attuale: 100%

6. Chitarella dice:

Sapendo che il compagno ha il tre, gioca il due del tuo ventotto.

Regola spartiacque tra il Giuocatore e la Bestia. Giocando il Due, anche se il Tre non cade, ci si assicura una presa e si constringe eventualmente l'avversario a tirare fuori le figure. Una chiamata con il Ventotto fatta con una scartina è da aborrire, dato che consente all'avversario di tenere il Tre, utilizzare utilmente un Re o un Cavallo e cambiare sicuramente gioco. Validità: 100%

7. Chitarella dice:

Se hai il venticinque col re, e' di regola bussare col tre.

Lo sapevate? Personalmente mi sfuggiva. Bella chicca che aiuta a regolarsi. Validità: 250%

8. Chitarella dice:

Di solito gioca al seme dove scartano gli avversari.

Molto raffinato. Non basta guardare il proprio scarto ma conviene guardare quello degli avversari. Esso probabilisticamente fornisce un informazione doppia e giocare allo scarto combinato dei due spesso garantisce una giocata azzeccata. Un corollario immediato del teorema è quello secondo cui si dovrebbe evitare di fornire all'avversario un informazione troppo facile e diretta sul proprio scarto (se il mio compagno scarta ripetutamente coppe, evitare di farlo anche noi, eventualmente piombando una carta di rientrata) .... Si rischia ovviamente la bestialità. Validità Attuale: 80%

9. Chitarella dice:

E' vergognoso giocare contro lo scarto del tuo compagno e giustificarti che ti eri distratto.

Meditate gente, meditate. Validità: Indiscussa

10. Chitarella dice:

L'avarizia e' sempre una brutta cosa ma alle carte e' deleteria.

Fulminante. Analogo della regola del Sacrificio degli scacchi (e chi dice che il Tressette non è filosofia eh?). Personalmente, che sono risicone di natura e tendo a giocare sulla difensiva (anche a scacchi) dovrei imparare da questa regola a fare meno la Bestia.

11. Chitarella dice:

Preoccupati di fare prima il punto, se vuoi essere buon giocatore.

Regola ambigua. Potrebbe essere un richiamo al vizio inveterato (anche nel sottoscritto) di voler fare l'ultima presa (o altrimenti di "Chiudersi in Mano") sacrificando prese e punti nella fase iniziale ed intermedia del gioco. Va moderata con la precedente. Anche quì andiamo genericamente sul filosofico.

Le mani controverse a cui andrò incontro in futuro potrebbero essere postate per un più ampio commento da parte della comunità scientifica tutta.

(..........Se non smette di piovere, quì sono guai...........)


il tressettista silenzioso

domenica 3 agosto 2008

Cultura di parte

Alla fine della stupenda rappresentazione di “Forza venite gente”, messa in scena dalla Compagnia Teatrale ‘A Scarpasciota, gli spettatori se ne andavano a fatica, incapaci di staccarsi dai ragazzi che avevano regalato loro una serata bellissima, piena di emozioni. Le loro straordinarie voci e la loro maturità scenica hanno messo in risalto le grandi potenzialità che questo Comune vanta e che, ahimè, non vengono aiutate a crescere e a formarsi.

Forse nel Comune ci sarebbe bisogno di un Auditorium. Magari a Casanova che vanta tradizioni teatrali antiche; così si smetterebbe di vedere gli amici della Scarpasciota lavorare come schiavi sotto il sole e con il rischio che un acquazzone scombussoli tutta la grammatica e mandi a monte il lavoro di mesi in un attimo. E si smetterebbe di ritrovarsi tra i piedi dirigenti scolastici così fifoni e mentalmente rigidi, come quello in cui si è incappati quest’anno, che prima di concedere l’esterno della scuola, dico l’esterno, ha preteso domande in carta da bollo! Alla faccia della collaborazione tra scuola e territorio tanto declamata nelle indicazioni del Ministero della Pubblica Istruzione!

Un altro aspetto che certo non aiuta la crescita culturale del nostro Comune è la ben nota e antipatica latitanza dell’ opposizione alle varie manifestazioni culturali dell’Estate Carinolese….

Cultura? Certo, ma solo se è organizzata dalla propria parte politica. Se è organizzata dall’ ‘altra parte’ se ne può fare volentieri a meno! E’ un comportamento questo che ha sempre distinto le nostre Amministrazioni.

Cultura si, ma di ‘colore’!

Così, mentre gli amici si impegnano al massimo per regalare ai concittadini manifestazioni di un certo livello culturale, si può tranquillamente vedere gli ex consiglieri comunali seduti davanti al bar a bere una birretta con gli amici o l’ex assessore alla cultura passeggiare per le strade del paese con noncuranza. Tanto non sono più fatti loro!

E meno male che chi produce cultura non se frega più di tanto di certe cose e lavora senza pregiudizi, sia con quelli di destra che con quelli di sinistra o con quelli di centro, perché la cultura, che piaccia o no, non ha colore politico, anche se si tende a darglielo.

Bravi gli amici della Scarpasciota che hanno allestito uno spettacolo veramente straordinario, pieno di fascino, bravissimi i giovani attori, meno bravi i nostri politicanti che con il loro snobismo politico sono sempre un pessimo esempio per tutta la cittadinanza carinolese.

mercoledì 30 luglio 2008

Proiezione di "Biutiful Cauntri"


"Non possiamo più permetterci di vivere ognuno confinato nella propria isola; gli ultimi tristi eventi che ci hanno così direttamente colpiti devono aprirci gli occhi su un aspetto fino ad ora forse sempre troppo sottovalutato: la NOSTRA terra deve ritornare ad essere tale. Non abbiamo più scuse; è arrivato il momento di metterci davvero in gioco.

L’Associazione “Nessun dorma” invita tutti alla proiezione - il giorno Venerdì 1 agosto alle ore 21:00 presso il Monumentale Convento di San Francesco di Casanova - di “Biùtiful Cauntri”, di Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero, prodotto da Lionello Cerri e vincitore, tra i tanti riconoscimenti ricevuti, del Nastro d’Argento 2008. Ospiti della serata saranno il regista Andrea D’Ambrosio e Raffaele Del Giudice, direttore di Legambiente Campania. Nel corso della serata verrà presentata l’Associazione e verrà data la possibilità di aderire a tutti coloro che sentiranno, come noi, la necessità di cambiare le cose che non ci piacciono e di difendere ciò che di bello abbiamo.

“Biùtiful Cauntri” non è solo uno dei tanti documentari sull’ecomafia in Campania e “Nessun dorma” non è solo una delle tante Associazioni che nascono silenziosamente e allo stesso modo muoiono. Siamo davvero pronti ad accettare questa nuova, necessaria sfida? Parliamone…

Venerdì 1 agosto vi aspettiamo: perché la vera libertà è partecipazione."

Da parte dell'associazione "Nessun Dorma", Carinola

domenica 27 luglio 2008

Pensavate che…… ma invece.


Alla vigilia dei risultati della prova selettiva per la graduatoria dei vigili stagionale, mentre l’insigne commissione di scienziati capeggiata dal colonnello e ripeto colonnello Mario Tuozzi chirurgicamente correggeva i test, nella piazzetta di Casanova esplodeva il totovigili. C’era chi mormorava che dei posti a disposizione cinque erano riservati a Tuozzi o meglio a l’ex sindaco Di Biasio e ciò che rimaneva doveva essere spartito tra il sindaco Mannillo, Grimaldi e Di Lorenzo; chi addirittura sosteneva che nel momento in cui qualche spregiudicato secchione e/o un non cliente che grazie all’ausilio della sua preparazione malauguratamente avrebbe conquistato i primi posti, sovvertendo così le cambiali politiche, si sarebbe bloccato tutto approvando il ricorso dell’opposizione. Addirittura si mormorava che alla fine di tutto, visto l’aridità delle casse comunale, soltanto due unità avrebbero vestito la divisa da vigile. Addirittura c’era chi sosteneva che Mattia Di Lorenzo già nel periodo pre-elettorale aveva promesso solo a Casanova, ben dieci posti sicuri da vigile. Un concorso urlato dai balconi, approvato in giunta e in consiglio, un concorso che per la sua concretizzazione, i nostri rappresentanti (scusate ma dopo aver digitato questa parola sono scappato in bagno) hanno tagliato i capo settori. E invece tutto è stato vano a causa dell’ignoranza dei partecipanti. Proprio così, non è colpa loro e dei loro giochi politici, dei loro mancati accordi e dei loro contrasti ma è colpa dei partecipanti che non hanno saputo rispondere a banalità del tipo: a quanti gradi si cuoce la pasta per la pizza oppure l’anno e il mese di una dato decreto ecc. - O andate a scuola e poi ne riparliamo o decido io chi deve fare il vigile e non ne parliamo più- questo sembrava dire Tuozzi sulle colonne di un quotidiano locale. -La prossima volta la commissione la faccio io compresi i quiz e a chi dico io le domande saranno del tipo: i tre nipoti di paperino- questo, invece, ha pensato il sindaco Mannillo dopo la bocciatura di massa. Scherzi a parte, ciò che ne esce fuori da questa vicenda è l’ennesima prova del fallimento di una generazione politica la quale sopravvive grazie al voto di scambio e sul clientelismo sfrenato. Di Biasio- Mannillo due facce di una stessa medaglia entrambi sorretti, appunto, da queste metodologie e intanto chi rimane offeso sono tutti coloro che, magari, hanno sacrificato giorni in spiaggia per studiare e tentare di entrare in una graduatoria per poi sperare un giorno di guadagnare qualcosa. Tutti bocciati soltanto perché non c’è stato l’accordo politico questa è l’unica verità anche se si dirà che tutto è stato fatto secondo legge e che le domande sono in rispetto dei canoni ministeriali così come le correzioni sono state attuate all’insegna della trasparenza. Nessuno mette in dubbio queste considerazioni ma alla fine crediamo, tutti, che i vigili a Carinola non si faranno fino a che non sarà rispettata l’unica regola, ovvero la norma del voto di scambio. Adesso sicuramente assisteremo alla telenovele infinita tra il sindaco e il comandante, dove uno sconfessa l’altro buttandosi rispettivamente fango addosso ma alla gente non gli frega niente gli fregava soltanto di guadagnare qualcosa. Già m’immagino il sorriso da furbo di Tuozzi che tronfio del suo potere decisionale è soddisfatto per averlo messo a quel posto alla Mannillo team che ha fatto i conti senza l’oste, mentre il sindaco e i suoi stanno cercando di trovare il modo di sistemare i loro rispettivi clienti. Gennà ti offro un suggerimento, allarga a trenta persone la tua segreteria tanto per i vigili hai capito che non puoi fare nulla. Ah la segreteria, me ne ero dimenticato e pensare che uno staff così, caro Gennarino è invidiato anche dal sindaco di New York ma questa è un’altra storia becera della politica Carinolese. Ah dimenticavo, mi fate schifo tutti.

Jakulazione Feroce

sabato 26 luglio 2008

Trekking in montagna


Le nostre montagne sono veramente molto belle, eppure tantissimi carinolesi, soprattutto giovani, non le conoscono. Sarebbe molto interessante e salutare organizzare, nel periodo estivo, delle passeggiate in montagna e godere dell’aria pura, dei panorami mozzafiato che da lassù si possono ammirare e delle zone boscose che ancora, per fortuna, resistono.

Le tante associazioni che operano sul territorio, o la rinascente Pro Loco, dovrebbero farsi carico di un’iniziativa simile, se non altro per far conoscere, a chi lo desidera, l’ambiente naturale che ci appartiene. Ne vale veramente la pena.

Bisognerebbe partire all’alba o quasi.

E’ vero, non a tutti fa piacere alzarsi così presto d’estate, ma questa è l’ora migliore per affrontare la montagna senza stancarsi. Bastano un paio di scarpe da ginnastica, uno zainetto dove mettere acqua e merenda e un bastone per aiutarsi nella salita. Anche una macchinetta fotografica naturalmente, per chi desidera immortalare la nostra pianura dall’alto. Certo, chi è allenato non risente della fatica, ma anche chi non lo è può salire lentamente, fermarsi ogni tanto a riprendere fiato e poi ripartire.

Il percorso più comodo è senz’altro quello della Grangelsa. Partendo dalla piazza di Casanova si arriva facilmente sul posto, dove si può fare una prima sosta davanti al Santuario o tra le belle piazzole approntate dalla forestale, vedere i reperti archeologici situati dietro la chiesetta e poi riprendere la risalita.

Salendo a destra, lungo la costa di Corbellino, è possibile vedere il canale sottostante e parte dell’antico borgo dei Lorenzi. Con un po’ di fiatone, si arriva alla piana di Corbellino dove si può fare una seconda sosta. Dalla piana non si vedono panorami, ma si è circondati dai crinali dei monti circostanti che danno un piacevole sensazione di altitudine.

A sinistra della piana, inizia la strada della forestale, ampia e comoda, che in breve tempo conduce alla cosiddetta Tavola. Un panorama stupendo della pianura sottostante toglierà il fiato agli scalatori che si saranno avventurati fin là. Nei giorni di aria limpida è possibile vedere la pianura fino a Napoli, con il Vesuvio di fronte, Capo Miseno a destra e Ischia circondata dal mare.

Ci si potrebbe fermare, fare colazione e tornare indietro, ma per i più tenaci e allenati, la camminata è appena all’inizio.

Proseguendo, infatti, per la strada della forestale, ci si immette sulla Panoramica di Falciano dove termina il nostro giro che, dalla piazza di Casanova alla fine della Panoramica, è stato di una quindicina di chilometri! Troppi? Non per chi è allenato, e comunque le bellezze che si osservano dall’alto ricompensano della fatica.

E non è finita! Dalla strada della forestale che unisce Casanova a Falciano via montagna, partono diversi sentieri che portano ancora più su. Così si può salire verso Campo di Rose, proprio sul crinale della montagna, e dominare dall’alto sia la pianura campana che il golfo di Gaeta. Oppure salire a San Martino, dove si può visitare l’antico Cenobio e la grotta in cui visse il Santo. Un altro sentiero, nel canale di Sant’Angelo, porta all’omonima stupenda grotta dove, ai primi secoli della cristianità, visse l’eremita Angelo. E poi ancora su. Stesso panorama, stessa meraviglia.

Una volta lassù, ti rendi conto che vivi in un paradiso, da difendere e tutelare a tutti costi…..

E cosa vuoi di più dalla vita?

Galatea

giovedì 24 luglio 2008

Ho Visto

Ho visto

Un ministro del Regno

Che faceva gesti scurrili

Al risuonare dell'inno

Ho visto

Un ministro del Regno

Che minacciava chi

Gli aveva bocciato

Il figlio

Ho visto

Un ministro del Regno

Che inseguiva i ragazzini

Per 'prendere le impronte'

Ho visto

Un ministro del Regno

che non sapeva come fare

a fare il ministro

Maestà,

Ho detto allora,

Dite qualcosa

Fate qualcosa

Va via villano,

Mi ha risposto

Non mi interessa

Tutto questo

Ma una cosa posso dirti

E te la dirò in eterno

  • Io sono Io
  • Io sono il Bene di tutti
  • Nessuno può rivolgermi la parola
  • Tutti possono solo adularmi
  • E soprattutto
  • IO Sono al di sopra di tutto
  • E Nessuno ha il potere di giudicarmi!!
  • Così sia scritto
  • Per i secoli dei secoli

Cavallo pazzo

martedì 22 luglio 2008

Casanova il paese dei vicoli ciechi

Viaggiando per l’Italia, soprattutto in quella centrale e settentrionale, si nota che ogni cittadina, anche la più piccola, ha una sua caratteristica che la rende unica. Di solito all’ingresso dell’abitato si viene accolti da numerosi cartelli che insieme al nome della cittadina citano la sua particolarità. Incontriamo la città delle ceramiche, la città del sole, la città delle terme, la città del vino, la città dell’olio, la città dei mostri ecc. Ogni amministrazione tende a pubblicizzare la caratteristica saliente del paese e farlo conoscere per quello come attrattiva turistica.

L’amministrazione di Carinola con delibera 29 del 31 giugno c.a. ha individuato le particolarità fondamentali di ogni frazione ed ha deciso di mettere in bilancio una somma per propagandarle. In verità la delibera non è ancora arrivata al vaglio della giunta ma ci andrà al più presto.

Non è trapelata la dicitura che sarà abbinata a ogni frazione, tranne quella di Casanova, dove quanto prima ai due ingressi del paese sarà installato un tabellone montato su impalcatura metallica di dimensione 3mtx5mt. Su di essi campeggerà la scritta – CASANOVA PAESE DEI VICOLI CIECHI- Tale denominazione è dovuta alla particolarità di essere il paese con più vicoli ciechi in Italia. La giunta ha conferito incarico all’università di architettura di Aversa di compiere una ricerca per scoprire se abbia anche più vicoli ciechi di tutta Europa. Se la ricerca sarà positiva in tal senso, ci si attiverà per l’ iscrizione nel Guinness dei primati, provvedendo a riportarlo nel logo pubblicitario. Per accentuare questa particolarità è stato convocato l’ingegnere incaricato di redigere il piano regolatore del comune invitandolo a crearne ancora, in modo che nel tempo si possa raggiungere il record mondiale dei vicoli ciechi.

Nel frattempo è stato demandato all’ufficio urbanistica del comune l’incarico di studiare nuovi nomi ai vicoli in questione. L’ufficio, come di consuetudine, si è subito attivato ed ha portato già le prime proposte sul tavolo del sindaco da sottoporre al vaglio della giunta. Tramite le nostre conoscenze influenti siamo riusciti in anteprima a leggere le proposte:

Via De Gasperi dovrebbe cambiare in Via dell’Imbuto perché finisce in una stradina di un metro.

Via della Posta in via della Congrega perché termina nel terreno di proprietà della congrega.

Vico Toppetta in vico del Non Ritorno perché chi vi entra con la macchina, se non è un asso del volante, non riesce a tornare indietro.

Vico Valle in vico Dalla valle al Vallone, perché termina in vico Vallone.

Via Laurenzi in piazzetta della Girata (è ovvio il motivo).

Via del Pino in via Zannini- Di Lorenzo dal nome di coloro che parcheggiandovi la macchina da più di trenta anni hanno acquisito il diritto per usucapione.

Vico Carani in vicolo dei Maleducati Emeriti, perché parcheggiano in modo da impedire il transito. Essi riceveranno una nota di merito in quanto contribuiscono alla peculiarità del paese rendendo vicolo cieco anche uno dei pochi che non lo e’.

Via Appia in vico Troianiello-Gentile (stesso motivo di via del Pino).

Lo studio sta continuando per cambiare i nomi degli altri numerosi vicoletti senza uscita che rendono Casanova unica.

L’iniziativa dell’amministrazione ha ricevuto il plauso della quasi totalità della popolazione di Casanova. Purtroppo non manca la solita sparuta minoranza di incontentabili col vizio di dire no ad ogni iniziativa , anche se nobile come questa. Questi sobillatori continuano a sostenere l’esigenza di un circonvallazione del paese in cui far confluire molti dei vicoli ciechi e collegare fra di loro quelli vicini. Inoltre chiedono addirittura di rimuovere le macchine che stazionano permanentemente nei vicoli multandole. Speriamo che l’amministrazione non si faccia fuorviare dai pochissimi dissidenti e porti avanti in tempi brevi il geniale progetto, in modo che anche Casanova sarà annoverato tra i paesi più caratteristici d’Italia.

Fox Derrier

lunedì 21 luglio 2008

ferrovia del mare


Con immenso piacere ho letto sul giornale on line Caserta Oggi del 17 Luglio ‘08 che la Provincia di Caserta ha dato mandato di fattibilità per il recupero dell’antica linea ferroviaria Sparanisi-Gaeta, e che l’assessore provinciale ai Trasporti, Antonio Reccia, ha incontrato tutti i sindaci dei comuni interessati al progetto per illustrare l’iniziativa.
Sarebbe veramente un progetto bellissimo ripristinare, magari per fini turistici, l’antica linea ferroviaria che ha reso, in passato, un grande servizio a tante comunità del casertano e, allo stesso tempo, sarebbe anche un interessante recupero di un pezzo della nostra storia che mi fa piacere condividere con voi.

Il tronco ferroviario Sparanisi-Gaeta, voluto come via verso il mare e verso i nuovi posti di lavori in città, fu innestato sulla già esistente linea Napoli-San Germano, l’attuale Napoli–Roma via Cassino, che Francesco II di Borbone aveva fatto costruire dal 1850 circa.
La ‘Linea degli Aurunci’, come veniva chiamata, fu costruita dalla Società Italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo, meglio conosciuta come Mediterranea, in forza della convenzione 21 Giugno 1888 e approvata dalla Legge del 20 Luglio 1888 n° 5550 e la Legge del 5 Luglio 1889 n° 877.
La Mediterranea era un consorzio di banche straniere con ruolo preponderante della Banca Generale di Roma ed era la società di cui il neo Stato unificato si servì per riunire la maggior parte delle ferrovie della penisola, dopo averle riscattate dalle mani dei privati.
Per la costruzione di questa linea, nel Comune di Carinola furono espropriati molti terreni di proprietà di cittadini per la maggior parte di Casale. I signori Nicola Rozera , Giacomo Rozera, Lorenzo Taffuri, Michele Matano, Tommaso Trabucco, Nicola Napoletano, Giuseppe Migliozzi, Raffaele de Cristofaro, Pasquale Torrico e Maria Teresa Ruosi subirono l’esproprio di parte dei loro fondi per permettere la realizzazione di quest’opera. Nell’Agosto del 1890, tuttavia, essi non avevano ancora ricevuto i prezzi dell’espropriazione e fecero istanza alla società costruttrice affinché ricevessero quanto spettava loro e affinché tali somme venissero pagate presso la Ricevitoria del Registro di Carinola e non di Caserta.
La somma totale di tutti i terreni confiscati nel Comune ammontava ad oltre 1000 lire.
Anche gli abitanti di Minturno fecero istanza contro la Società lamentando la svalutazione dei propri terreni espropriati.
Tra alti e bassi, soddisfazioni e malcontento, la nuova linea fu inaugurata il 3 Maggio1892 mediante giro di collaudo disposto dall’Ispettorato delle Strade Ferrate e interessava i comuni di: Sparanisi, Teano, Carinola, Sessa, Castelforte, Minturno, Castellonorato, Maranola, Formia e Gaeta. Il giorno dopo, 4 Maggio, la linea entrava in regolare servizio.
Le fermate lungo la tratta ferroviaria erano: Sparanisi (snodo), Maiorisi, Carinola (San Donato), Cascano, Sessa Aurunca Superiore (S. Agata), Cellole-Fasani, San Cosma e Damiano-Castelforte-Suio Terme, Minturno-Scauri, Formia (snodo), Gaeta.
Le stazioni che cadevano nel territorio del Comune di Carinola erano due: Maiorisi e Carinola (San Donato); un servizio di carrozzelle private univa continuamente le stazioni alle frazioni.
La linea, che nel corso degli anni aveva subìto qualche modifica, è rimasta attiva fino al 1957, per la tratta Sparanise-Formia, e fino al 1966 per la tratta Formia-Gaeta, quando fu definitivamente soppressa perché ormai poco usata. Il progresso faceva infatti il suo cammino anche nel nostro Comune: erano arrivate le automobili e la più importante linea Roma–Napoli via Formia aveva preso il sopravvento.
Clio
Fonte: Archivio di Stato di Caserta- Prefettura I serie- Ponti e Strade