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venerdì 8 agosto 2008

De tressettis


Il Primo Trattato sul Gioco del TreSette risale al 1750, scritto da un tal Chitarella. Esso è compendiato da un decalogo di regole essenziali che determinano lo spartiacque tra l'onesto giocatore e la bestia. Le differenze chiave poi la fanno la capacità di memorizzazione delle carte in uscita e l'esperienza sulla probabilità di vittoria in giocate a rischio.

Ma a distanza di 2 secoli, sono le regole di Chitarella ancora attuali, nel gioco agonistico e violento pieno d'alcool e bullismo dei baracci di periferia? Il presente post intende rivedere con un nuovo occhio critico il decalogo chitarelliano dell'"Onesto Giuocatore":

1. Chitarella dice:

Di prima mano, con il tre, non devi mai bussare.

Un'antica valutazione del più attuale: "Chi bussa perde l'asso". A gioco ancora coperto, dichiarare di comandare sotto un palo da un indubbio vantaggio informativo all'avversario. Numerose scuole aborrono ancora oggi la dichiarazione di Tre. Chi ha il Tre deve vedere scorrere il gioco ed eventualmente intervenire, mai guidarlo. In prima manus soprattuto. Esemplare e Chiarificatore. Validità Attuale: 100%

2. Chitarella dice:

Se hai una rientrata puoi bussare forte e risoluto.

Del genere, fuori tutto, posso riprendere altrove e farmi 2 pali buoni. Solo una bestia potrebbe non eseguire. Validità Attuale: 100%

3. Chitarella dice:

Si usa bussare con tre carte oltre l'ammattatore (carico).

Nel gioco classico, non si chiama un gioco senza averlo almeno terzo, a rischio di subire la "messa a giro" degli avversari del proprio carico. In un gioco prudente, la chiamata dell'Asso Terzo è già un bel rischio, e personalmente l'aborro, ma il Due terzo può essere interessante. Il Tre terzo rischia di essere un gioco molto debole, ed andrebbe chiamato solo se non ci sono alternative migliori. Bussare con il Due secondo è Gioco Estremo a rischio di bestialità. Il Tre secondo si striscia subito e poi si riesce con la più bassa (rischioso anch'esso). Validità Attuale: 70%

4. Chitarella dice:

Col re quarto, accompagnato da cavallo e donna, bussa per malizia.

Altrimenti definito "Liscia e Busso" o Liscio Vero. Se non si ha per riprendere (da lì la chiamata "Fuori la Napoli", magari è meglio starsi zitti. validità Attuale: 50%

5. Chitarella dice:

Con il re o l'asso terzo non si bussa ne' si scarta.

Ponderata specificazione del punto 3. Chiamare Terzo Liscio con il Dieci spesso serve a farselo mettere a giro. Evitabile. Validità Attuale: 100%

6. Chitarella dice:

Sapendo che il compagno ha il tre, gioca il due del tuo ventotto.

Regola spartiacque tra il Giuocatore e la Bestia. Giocando il Due, anche se il Tre non cade, ci si assicura una presa e si constringe eventualmente l'avversario a tirare fuori le figure. Una chiamata con il Ventotto fatta con una scartina è da aborrire, dato che consente all'avversario di tenere il Tre, utilizzare utilmente un Re o un Cavallo e cambiare sicuramente gioco. Validità: 100%

7. Chitarella dice:

Se hai il venticinque col re, e' di regola bussare col tre.

Lo sapevate? Personalmente mi sfuggiva. Bella chicca che aiuta a regolarsi. Validità: 250%

8. Chitarella dice:

Di solito gioca al seme dove scartano gli avversari.

Molto raffinato. Non basta guardare il proprio scarto ma conviene guardare quello degli avversari. Esso probabilisticamente fornisce un informazione doppia e giocare allo scarto combinato dei due spesso garantisce una giocata azzeccata. Un corollario immediato del teorema è quello secondo cui si dovrebbe evitare di fornire all'avversario un informazione troppo facile e diretta sul proprio scarto (se il mio compagno scarta ripetutamente coppe, evitare di farlo anche noi, eventualmente piombando una carta di rientrata) .... Si rischia ovviamente la bestialità. Validità Attuale: 80%

9. Chitarella dice:

E' vergognoso giocare contro lo scarto del tuo compagno e giustificarti che ti eri distratto.

Meditate gente, meditate. Validità: Indiscussa

10. Chitarella dice:

L'avarizia e' sempre una brutta cosa ma alle carte e' deleteria.

Fulminante. Analogo della regola del Sacrificio degli scacchi (e chi dice che il Tressette non è filosofia eh?). Personalmente, che sono risicone di natura e tendo a giocare sulla difensiva (anche a scacchi) dovrei imparare da questa regola a fare meno la Bestia.

11. Chitarella dice:

Preoccupati di fare prima il punto, se vuoi essere buon giocatore.

Regola ambigua. Potrebbe essere un richiamo al vizio inveterato (anche nel sottoscritto) di voler fare l'ultima presa (o altrimenti di "Chiudersi in Mano") sacrificando prese e punti nella fase iniziale ed intermedia del gioco. Va moderata con la precedente. Anche quì andiamo genericamente sul filosofico.

Le mani controverse a cui andrò incontro in futuro potrebbero essere postate per un più ampio commento da parte della comunità scientifica tutta.

(..........Se non smette di piovere, quì sono guai...........)


il tressettista silenzioso

martedì 24 giugno 2008

L’altra vacanza: gioielli italiani


L’estate ci è piombata addosso all’improvviso, come da qualche anno succede, e con il caldo che incalza si pensa alle vacanze, al mare o qualsiasi altro posto dove rifugiarsi per un po’. Chi di noi non desidera regalarsi una bella vacanza, rompere con il tran tran della quotidianità e rilassarsi in qualche luogo incantevole? Credo che tutti lo desideriamo, ma il più delle volte sogniamo paesi esteri che possano regalarci emozioni sconosciute, diverse.


Chi un viaggio se lo può permettere, non ci pensa due volte a farsi un capatina all’estero, tornando a casa carico di ricordi, di foto e di souvenirs. Chi invece un viaggio non può permetterselo, deve orientarsi verso luoghi più accessibili. Non è un problema: c’è un modo diverso di concedersi una vacanza ed è quello di andare alla scoperta di luoghi italiani sconosciuti in cui trascorrere un week end diverso. E ce ne sono tanti… basta solo guardarsi intorno.



Un’occasione di famiglia mi ha portato per caso in uno di questi luoghi, che non esito a definire un vero gioiello italiano, e ne sono rimasta profondamente colpita. Parlo del Borgo di Tragliata, a una ventina di km da Roma, sull’Aurelia.
E’ un piccolo borgo molto antico: poche case, immerse nel verde e adibite ad agriturismo biologico. Per chi vuole ristorarsi dalle fatiche e riprendersi dallo stress è veramente il luogo adatto dove trascorrere un paio di giorni in tranquillità e in intimità.
Mi ha colpito il modo in cui l’intero borgo è stato restaurato: ogni piccolo dettaglio è stato rispettato e valorizzato per cui l’atmosfera che si respira nelle case è quella familiare ed accogliente del secolo scorso, quando la famiglia viveva e si muoveva in una dimensione tutta a misura d’uomo .



Il borgo sorge su un suggestivo sperone di tufo e risale all’epoca etrusca di cui ancora conserva i blocchi delle mura perimetrali e i granai ad imbuto. Nel periodo romano, sotto Traiano, divenne una ‘domus coltivata’ funzione che ha mantenuto nel corso dei secoli. Il borgo passò poi ai papi che l’hanno tenuto fino a quando non fu acquistato, nel secolo scorso, dalla famiglia dell’attuale proprietario.



Ogni epoca storica ha lasciato la propria impronta; del periodo medioevale si conserva una torre di avvistamento pei i Saraceni, inglobata nel nucleo centrale, e una piccola chiesa. Due stupendi casali del seicento accolgono gli ospiti nei loro ambienti rustici e caldi. Si può accedere alle case più alte attraverso stretti sentieri a gradini intagliati del tufo del periodo etrusco.
Accanto al fascino del passato si può usufruire di comodità moderne che rendono la permanenza piacevole. Dal borgo si può anche andare verso il vicino lago di Bracciano in salutari e piacevoli escursioni.
Consiglio a chi può farlo di non lasciarsi sfuggire l’occasione di trascorrere un fine settimana in questo bellissimo borgo. Ne ritornerà sicuramente ritemprato e con tanta voglia di ritornarci.



Fata Morgana