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martedì 12 febbraio 2008

La miniera d'oro del conte Biasox: I Sepolcri

Il conte di Calenum Biasox , si riscaldava davanti al grande camino del suo immenso studio, nelle cui scaffalature erano riposti, molto ordinatamente, migliaia di libri che trattavano tutto lo scibile umano. Era molto stanco, aveva trascorso la solita giornata di lavoro intenso. Aveva esaudito le richieste dei valvassori, aveva ascoltato le suppliche di qualche servo della gleba e aveva elargito anche qualche elemosina, logicamente prese dalla cassa della contea. Oltre che stanco era pure molto nervoso, lo avevano informato che il vassallo Giano De Fontanavecchia stava cospirando come al solito alle sue spalle, nonostante il mattino gli avesse giurato fedeltà pubblicamente. Non riuscendo a riposare, si ricordò dei libri che in altre circostanze erano stati decisivi per farlo addormentare. Allungò la mano senza alzarsi dalla poltrona e prese un libro a caso. Lesse il titolo e sobbalzò : “I Sepolcri”. Dopo essersi toccato per scaramanzia, lo sfogliò e stava quasi per buttarlo quando fu colto dal commento , che illustrava il pensiero dell’autore che sosteneva l’importanza di una degna sepoltura in una tomba che ricordasse il defunto insieme alle sue opere . Dopo aver letto subito pensò ai suoi sudditi che tenevano molto all’ultima dimora e facevano a gara per avere la tomba più bella qualunque fosse il loro censo anzi…..Tutta la notte la passò pensando alle opere che si svolgono in un cimitero e come tassarle. Prima cosa ampliarli , più tombe più soldi , poi tassa sulla sepoltura, sulle esumazioni tassa sulle ristrutturazioni oltre alle tasse sulle nuove tombe. Tutte le tasse dovevano essere maggiorate se il defunto aveva più di 60 anni. Pensò anche una tassa sui lumini, sui fiori, raddoppiando quella sui fiori freschi per compensare le spese di smaltimento una volta appassiti, oltre alla tassa sulle ossa, che doveva essere calcolata in proporzione al peso del cadavere. La mattina illustrò i suoi piani al suo consulente legal- finanziario, Abner da San Ruosi , questi lo approvò nella sostanza però gli consigliò di dare tutto l’affare in gestione ad una ditta di fiducia. Questo stratagemma avrebbe evitato il passaggio delle somme nelle casse della contea , di conseguenza evitato il controllo da parte dei valvassori che venendo a conoscenza dell’entità delle somme avrebbero potuto reclamarne una parte. Altra motivazione che Abner gli illustrò era che i servi della gleba potevano ribellarsi agli esattori della contea mentre non lo avrebbero fatto nei confronti di esattori stranieri specialmente se li si faceva venire dalla vicina Mazzunaria dove Biasox vantava molte amicizie. Convinto dalle osservazioni del suo consigliere , anche perché già aveva deciso in tal senso ma voleva far credere di esservi indotto, diede ordine all’amanuense della contea di preparare l’editto e affiggerlo in ogni borgo della contea ordinando a tutti di osservarlo pena la morte o l’esilio.

IL CONTE DEL GRILLO

giovedì 7 febbraio 2008

La Fame

Napoli, 26 X 2007. Terrazzo

Una tale confusione nella mente- ma forse più dell’animo- lo sospende in una solida attesa, muta ovviamente. Una nebbia, oramai risaputa, sta per prendere il completo controllo di Riccardo, di parecchie funzioni-azioni, è quasi ovunque , e sa che sarà difficile rifiutarla. Non gli resta altro da fare che aspettare che si dissolva. Ora però avverte di non poter parlare. Che cosa lo divora, sono le sue emozioni che bollono, insidiate da serpi vivaci, in uno stagno di lacrime. Insieme a queste - o meglio, in questo preciso momento in un abisso non troppo lontano- respirano, agitandosi affannosamente, cavalli silvani. Fuma come un dannato e beve vino rosso affacciato sul mondo. Avete capito bene, certo, affacciato, non affamato.

Dopo circa un minuto, accende una sigaretta…

Fame. Si, Fame, mille volte dovrà urlarlo. Fame vergine: primitiva condizione dell’uomo, inesprimibile ossessione, che quando si manifesta del tutto naturale può renderci leggerissimi, ci sprofonda in un attimo, di cui non ne abbiamo coscienza, nello spirito del tempo.Un morso di serpente. Un morso verace. Un piede nel fango. Una bocca desiderata da occhi pendenti da lacci lunari. Che cos’è dunque la fame? E se è, cos’altro è? Dimentichiamo il bisogno strettamente biologico. Trascuriamolo, per un momento. La fame nasconde e riserva qualcosa di più profondo, di primigenio. L’assoluto. La fame, quante volte l’ho detto, invecchia e muore con noi. E prima ancora vive con noi. La fame muore con noi?La fame non deve necessariamente morire con noi. Probabilmente noi potremo dover farvi i conti anche dopo che siamo, come si dice, trapassati. Oppure è ancora possibile che noi non saremo più interessati dal fenomeno “fame”, e che sia tutta una questione fra lei e la morte. Quanta fame hanno, ed hanno avuto, gli uomini fino ad arrivare ad ora, ai giorni nostri? Fame nobile e indegna, passeggera, vigorosa, fame di gloria, di peccato, di verità, di vizi, di giustizia, fame di vino e di donne.Fame di vita e d’amore. Fame di morte. Tutto questo si è ripetuto in maniera necessariamente ciclica fino ai nostri giorni, così sciatti in quanto troppo liberi, spesso indecisi tra pesce o carne, giorni marroni, e di tanto in tanto poco inattesi, notturni. Una fame che spesso da’ , ad un primo sguardo, un’impressione di salute, di rigoglio. Delle volte è effettivamente così, ma poi vi si possono scoprire, scavando meglio, radici profondissime maledettamente malate di superbia, di paura. Fame Impura. Il quadro non è certo da apocalisse, da inizio della fine del mondo; tuttavia ancora facciamo fatica a resistere ad una fame malsana . Mi si potrebbe facilmente accusare- come taluni a volte fanno quando si trovano impossibilitati a rispondere, o annoiati da simili argomenti- di qualunquismo, di generalizzare, di tendenza alla globalizzazione, di sommarietà di contenuti. No? Probabilmente nel mondo l’ inganno ha sempre troppo fame rispetto alla verità.In certi casi si sfamano entrambi. E’ questa la crisi che sprigiona vapori diversi, mischiati.

Misero Gaudio

Con infamia e senza lode

Non mi sento più italiano nè tanto meno carinolese.
Sono sconvolto dall’ipocrisia che ogni giorno sti pezzi di m£%d@ ci buttano addosso.
Sono stufo che nel momento in cui sti b@$tard* fanno le loro porcate tutti infuriati invochiamo la gogna e poi, lentamente ci limitiamo a grugnire silenti.
Il problema che sti quattro ladri se ne sono presa davvero troppa della nostra vita, hanno tolto l’identità di un popolo ritagliandoci e cucendoci addosso la fisionomia di una qualsiasi e degradata periferia napoletana. Un territorio pieno di sole, natura, storia, arte ridotto ad un piatto appetitoso per pochi. I ragazzi vogliono vivere noiosamente in pace vogliono fare teatro fare musica dipingere stare bene invece i ragazzi caleni in questo schifo sono diventati semplici ultras della curva A. Basiliche medievali, conventi unici, costruzioni romane, non contano perché sono cultura e la cultura è per gli effeminati morti di fame mentre il cemento gli appalti alle ditte cammorristiche la munnezza si che sono cose da non perdere. Solo profitto, questo siete voi, ma non un profitto sano o ridimensionatamente disonesto, solo soldi e potere per sentirsi meglio di chi invece ha fatto sacrifici per niente. La logica del potere è la logica della merda. Fate schifo: ancor di più fanno schifo chi vi continua a pendere dai vostri favori. Anzi no queste persone sono brava gente che per situazioni particolari sono costrette a seguirvi i peggiori sono invece quelli che per cinquanta euro chiudono gli occhi e vi regalano il culo. Il mio non è uno sfogo ma una sveglia aprite gli occhi gente non facciamoci togliere la dignità oltre all’identità già buttata nello schifo dei loro interessi.

JaKulazione feroce

mercoledì 6 febbraio 2008

La tela di Penelope di Calenum

Il conte di calenum Biasox dell’omonima contea nel regno di Maradonia passeggiava nervoso nel salone del suo palazzo. Tutto il giorno aveva ricevuto i numerosi valvassori e valvassini e tutti gli avevano fatto la stessa lamentela. Ormai erano due mesi che lo sterco di cavallo non veniva raccolto poiché gli sversatoi del regno erano saturi e non ne erano stati approntati di nuovi e la contea era sommersa dallo sterco. Nel contado di Carani il palazzo della sua più fedele valvassina era assediato dallo sterco e anche lei, anche se con molta deferenza, gli aveva porto le sue rimostranze. L’onta più grande l’aveva subita il pomeriggio quando alcuni servi della gleba invece di riverirlo come al solito, avevano sibilato alcune invettive tra cui aveva inteso chiaramente “faccia di zoccola” Lui invece di far intervenire le guardie e farli arrestare, anche perché era in vigore un suo editto che vietava qualunque tipo di protesta, fece finta di non aver sentito. La sua magnanimità era dettata dalla consapevolezza delle condizioni veramente schifose in cui teneva i suoi sudditi e voleva evitare qualunque innesco di rivolta. Tutto quello sterco nelle strade della contea stava provocando malori ai vecchi ed ai bambini e c’era il timore che si avesse un ‘epidemia. Ma quello che lo preoccupava di più non era certo la salute del popolo ma il crescente spirito di rivolta dei sudditi che lui notava in pericoloso aumento. Oltre agli insulti sibilati i villici nottetempo avevano sversato lo sterco sotto la sua abitazione in tale quantità che avevano bloccato il transito dei carri per mezza giornata. Immerso nei suoi pensieri continuava a girare nella stanza senza pausa, cosicchè la consorte , dama premurosa e innamorata , nonostante le sue stravaganze ed altro, gli portò una tazza di brodo che lui rifiutò dicendo di avere lo stomaco chiuso per il nervosismo. La consorte visto che non riusciva a calmarsi e a riposare gli porse un libro preso a caso nella fornitissima biblioteca consigliandogli di leggerlo, sicura che si sarebbe addormentato come aveva sempre fatto alla sola vista di un libro. Quella sera invece, causa le preoccupazioni ,non si addormentò incominciò a leggere stentatamente in quanto per lui la cultura era tempo rubato all’esercizio del potere. Il libro era l’Odissea. Alle prime pagine pensò : Ma chi è questa gente di cui non ho mai sentito parlare ma che me ne importa di fatti successi secoli fa! E così sfogliava e leggeva qualche frase ad ogni capitolo. Così facendo arrivò al capitolo che narrava di Penelope che per resistere alle proposte di matrimonio dei suoi superbi pretendenti aveva promesso di sposarli quando avesse finito di tessere il velo nuziale con le proprie mani. Biasox si illuminò in volto e nonostante leggesse stentatamente per le sue note carenze culturali, comprese benissimo il significato e immediatamente progettò un piano analogo per risolvere i problemi che lo assillavano e si addormentò profondamente . Svegliatosi riposato convocò i suoi valvassini informandoli che avrebbe risolto personalmente il problema di dove depositare lo sterco e di dare notizia ai servi della gleba che la soluzione era ormai questione di pochi giorni . Così incominciò a tessere la sua tela dicendo che avrebbe firmato l’editto dell’ubicazione del sito a condizione che i proprietari fossero d’accordo. La mattina indicava un sito e la sera, tramite suoi fidati tirapiedi aizzava i proprietari a protestare per non farlo realizzare guadagnando per ogni sito indicato una settimana . Indicò Carabottolis, Cascanum, San Biagius,strada consolare Appia , fiume Riello, Santa Fortunata, tutti contestati dai proprietari o dai confinanti e lui era costretto a strappare l’editto e prepararne un nuovo . Finalmente il console generale del regno per lo sterco aprì un grande deposito a poche leghe di distanza dalla contea . Biasox si adoperò a far pulire la contea in pochi giorni facendo trasportare tutto lo sterco che si trovava nelle strade della contea nel sito indicato. Tutti gli riconobbero il merito di aver fatto il possibile per risolvere la terribile crisi ma di non esserci riuscito prima per colpa di altri. E così tra i salamelecchi dei valvassori e dei valvassini e gli applausi dei servi della gleba continuò a regnare per tanti anni ancora.

Il Conte del Grillo




martedì 5 febbraio 2008

Ovvio ma terribile


L’emergenza rifiuti, diversamente da qualche settimana fa, è scivolata vertiginosamente nel dimenticatoio mediatico, diventando una vicenda normale appartenente al folklore campano. Giornali nazionali e locali, così come le reti televisive, giorno dopo giorno, delicatamente sono passati alle vicende di Carla Bruni tralasciando lo schifo campano. E dico questo tralasciando il fatto che i mezzi di comunicazione, oltre che dedicarsi ad una cronaca parassitaria, hanno ben pensato di non indagare sui responsabili e le dinamiche profonde di tale vicenda. “E’ colpa della camorra!” Sono queste le parole che hanno caratterizzato il dibattito inerente a tale faccenda, senza interrogarsi quali siano le vie d’accesso dei camorristi, chi siano i referenti e chi ha aperto le porte a questi pezzi di merda. Tutti contro la camorra e intanto alla fine dei conti secondo il mio punto di vista saranno proprio i clan a “risolvere” il problema. I rifiuti sono stati il collante perfetto che ha unito una volta e per tutte camorra e politica ma nonostante ciò si fa finta che i due mondi sono lontani e antitetici. Una politica che ha preso le metodologie della camorra o viceversa? Ciò che alla fine ne rimane e che il nostro territorio è stato ucciso. Tornando su Carinola, che non è esclusa dal circolo della merda, posso solo dire che siamo giunti alla fine. Siamo cadaveri che camminano, zombi narcotizzati privi di qualsiasi brutale voglia di sopravvivenza. Siamo delle vittime anzi schiavi di un sistema lontano miglia e miglia dalla più piccola idea di civiltà. Un territorio agricolo offeso e massacrato dalle dinamiche camorristiche. Proprio così: siamo stati uccisi e sconfitti dagli affari dei pochi. La politica ha sempre guardato prima alla preservazione della propria posizione, poi al consolidamento della stessa posizione e quindi agli affari propri che riflettendosi sull’altro ne afferma i primi due punti. Un gioco risaputo che oggi sta palesando tutta la vergogna della nefandezza dei nostri rappresentanti. A Carinola non c’è mai stata la volontà di uscire da questi giochi: basti pensare al fatto che non si è mai voluti uscire dal consorzio Ce4 nonostante non vi è mai stato un servizio accettabile, nonostante i suoi rappresentanti sono indagati per infiltrazione camorristica. Perché? La risposta non così difficile in quanto c’è l’opportunità di dare qualche posto di lavoro, impiegare qualche delegato nell’organico amministrativo guadagnando voti e rinforzare la propria posizione amministrativa. Ovvio ma terribile. Un territorio che potrebbe vivere semplicemente utilizzando la sua storia le sue tradizioni, la sua agricoltura. Invece i nostri terreni saranno con il passar del tempo tanti munnezzai. Prima Selleccola, oggi i terreni vicino alle pesche tra il carcere e la stazione domani magari a casa tua. Ormai la frittata è stata fatta e bisogna assolutamente raccogliere la spazzatura ma alla fine chi ha perso siamo noi. La volontà di guarire non c’è perché la speculazione sulle medicine è altissima, basta pensare allo schifo che si è fatto con Carabottoli dalla fine degli anni novanta fino ad oggi: prima discarica, poi oasi ecologica (con anche diverse proposte di farci parchi per bambini!!!), quindi discarica e alla fine nuovamente oasi. Decidetevi! Adesso sarà costruito un buco e spacciato come sito a norma arricchendo il costruttore di turno. E’ così quando in un mondo di pazzi il sano propone la cura quest’ ultimo è destinato o all’estinzione o alla omologazione. Volevo dire delle cose ma alla fine ne ho dette altre ma ciò che mi rimbalza nella mente dopo tutto è semplicemente odio odio odio per le facce di zoccola che hanno permesso tutto questo e che alla fine saranno portati in trionfo.

DePOPa




Nota del Quiquiri'. Si consiglia di leggere questo articolo apparso sul CORRIERE DELLA SERA nel quale viene citato diverse volte Carinola badate pero' che non si tratta della Rubrica della Citta' della Domenica (leggetevi il programma elettorale che porto' l'attuale amministrazione alla vittoria nel 2003).

lunedì 4 febbraio 2008

La Grotta dei Briganti e il Ponte Romano: quando la storia ha il sapore di leggenda.


Qualche giorno fa, alcuni di voi hanno mostrato grande interesse per la Grotta dei Briganti e per il Ponte Romano, erroneamente definito etrusco, situati a poca distanza l’una dall’altro nelle campagne di Casanova. Ebbene, per chi è interessato a questi luoghi è giusto abbia le informazioni corrette.
La Grotta dei Briganti non è una vera grotta, ma è in realtà la bocca d’uscita di un lunghissimo budello sotterraneo per il deflusso delle acque piovane che, insinuandosi nella Grotta di Santa Venere circa 500 metri più su, defluivano nel canale in cui si trova la grotta.
Se infatti osservate bene, noterete che la grotta ha la sua apertura in un canale il quale, fiancheggiando l’attuale casa del prof. Daniele, convogliava le acque nel Rio Malerba. Certo, oggi le cose sono un po’ cambiate, ma tutto è ancora lì. Se poi osservate ancora meglio l’interno della grotta, noterete che la conformazione della stessa è quasi a triangolo: la base più ampia e la volta più stretta. Questa conformazione è propria delle gallerie scavate dalle acque nel corso dei millenni per farsi strada verso un’ uscita.
La storia vera e propria, da cui la grotta prese quel nome così affascinante, risale al settecento, al periodo in cui scorrazzava nelle vostre campagne il famigerato brigante Michele Pezza, meglio conosciuto come Fra’ Diavolo.
Fra’ Diavolo imperversava sul confine tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio e non risparmiava i vostri luoghi che, essendo così vicini al Real Cammino (l’ Appia) su cui praticava le sue imboscate, gli offrivano un’ ottima via di fuga. Fu proprio lui a scoprire l’esistenza di quel budello sotterraneo e ad usarlo per i suoi attacchi o per le sue ritirate. Insieme alla sua banda, compariva e scompariva all’ improvviso nelle vostre campagne e nessuno sapeva da dove fosse spuntato o che fine avesse fatto. Poi qualcuno notò i suoi movimenti e così si iniziò a chiamare quel budello Grotta dei Briganti. Queste informazioni erano ben conosciute dai vostri trisavoli e bisnonni, peccato che non le hanno mai tramandate abbastanza e sono andate perse.
Durante l’ultima guerra, la grotta fu usata dai vostri parenti come nascondiglio quando cadevano le bombe o quando i tedeschi rastrellavano il paese in cerca degli uomini. Qualcuno vi praticò anche un’uscita laterale di sicurezza da usarsi in caso di bisogno, ma purtroppo la grotta fu anche murata verso il fondo. Oggi non è possibile esplorarla più di tanto perché, ad un certo punto, ci si trova di fronte un muro di blocchi di tufo che impedisce di andare oltre. Peccato! Sarebbe stato bello esplorarla, magari con degli speleologi, e ritrovarsi a Santa Venere! Una bella metropolitana naturale d’altri tempi!
Il Ponte Romano a schiena d’asino, situato anch’esso sullo stesso canale, è la conferma che in quel luogo scorreva acqua. Il ponte univa e unisce appezzamenti di terreno, ma non viene più usato perché altri sentieri vengono praticati. Dovreste però tenerlo più pulito e curato o rischiate di perdere questa bella testimonianza del passato!
Da quel ponte, a metà ottocento, capitombolò don Tommaso Mazzucchi col suo cavallo. Inseguito dai briganti (più recenti questa volta, forse la banda di Francesco Tommasino), i quali volevano prenderlo in ostaggio per chiedere un riscatto, don Tommaso si diede a galoppare a rompicollo attraverso i terreni per non farsi prendere e, passando a tutta velocità sullo stretto ponte romano, cadde giù insieme al suo cavallo. Non potendo trascinarlo via, i briganti lo abbandonarono a se stesso. A ricordo di quell’avventura, don Tommaso zoppicò per tutta la vita.
Il fascino della storia! Purtroppo non ho documenti scritti da mostrarvi; tutto è però verificabile in loco. Mi affido anche ai commenti di chi ha altre notizie sulla grotta e sul ponte così si potrà ampliare questa pagina di storia così suggestiva e affascinante.
Alla prossima pagina.

CLIO


martedì 29 gennaio 2008

Nobiltà Borghesia e......



Qualche decina di anni fa, non secoli, nel comune di Carinola vivevano numerose famiglie che si fregiavano del titolo di “don” o “donna” a seconda del sesso. Queste famiglie oltre a detenere il potere economico, logicamente non in egual misura, detenevano anche il potere politico. Tale potere veniva esercitato con tutti i difetti moderni del sottogoverno, o peggio. Il posto sul Comune di impiegato veniva assegnato al parente, i posti più umili agli altri. La maggioranza dei cittadini che per censo non appartenevano alla casta criticavano e biasimavano tale sistema ma lo accettavano molto più di oggi. La casta di allora, tra tantissimi difetti, da giudicare però nel contesto dei tempi, aveva un grandissimo pregio: il decoro. Era obbligatorio il comportamento decoroso nell’azione amministrativa in tutte le sue fasi. Era un obbligo associato a quello dell’onestà a cui nessun amministratore si sottraeva. A quella stagione seguì quella della borghesia che con il boom economico si moltiplicò a dismisura: avvocati, notai, medici, imprenditori ecc. Questa nuova casta logicamente oltre al potere economico si impossessò anche di quello politico. Il potere veniva esercitato per la parte negativa allo stesso modo delle caste precedenti con una forte attenuazione dei concetti di etica,decoro e onestà. In quel periodo tutto il popolo partecipava all’azione amministrativa esercitando un controllo pressante su di essa. Nel consesso comunale era sempre presente la rappresentanza della vecchia classe politica, anche se in misura minoritaria che assicurava un minimo rispetto dei principi morali. Dopo la stagione dei professori , di cui Prodi è l’ultimo esemplare rimasto, abbiamo la stagione degli attori: Berlusconi, D’Alema, Casini, Fini, Bertinotti. ecc. a Roma mentre a Carinola abbiamo: Di Biasio, Mannillo ecc. Per questi l’etica, il decoro sono termini sconosciuti, l’unica dote da ostentare è la faccia tosta e il sorriso beffardo a 35 denti. Con questa classe politica i principi di etica e decoro, per non parlare di altro, già attenuati prima che arrivassero loro, sono quasi spariti, non ci si preoccupa nemmeno dei più elementari servizi come l’igiene o la raccolta dei rifiuti lasciando gli abitanti a razzolarci dentro per mesi.

Anche in queste amministrazioni sono rimasti i rappresentanti di quelle famiglie che facevano dell’etica e del decoro il loro più grande impegno, preferendo morire di fame per non venire meno ad essi. Nell’amministrazione attuale di Carinola coloro che dovrebbero rappresentare i valori anzidetti dovrebbero essere Mazzucchi e Marrese, non certo Di Biasio che non si sa quali principi ha appreso oltre quello delle sceneggiate e delle pantomime. Soprattutto questi due se fossero rispettosi dei loro avi dovrebbero incalzare il sindaco e costringerlo a trovare una soluzione all’orripilante situazione della montagna di rifiuti che tengono ormai nel giardino di casa. Invece si sono appiattiti sulle posizioni del loro capo omologandosi a lui moralmente e non sanno fare altro che pigolare intorno a lui ripetendo incessantemente "Pascà ma quando lo fai arrivà l’esercito?”


Il Conte del Grillo

domenica 27 gennaio 2008

Muoia Sansone con tutti i Filistei


Le dimissioni di Mastella, nuovo Sansone della politica, hanno trascinato dietro di sé una prevedibile catastrofe: caduta del governo Prodi e conseguente sfiducia del Consiglio Regionale della Campania alla sciagurata giunta di Bassolino…. e l’esultanza della destra è inevitabile. Sic transit gloria mundi!
E’ da un anno e mezzo che si aspettava il capitombolo di questo governo, da prima che cominciasse a governare e, alla fine, è arrivato! E i cani, che non avevano mai mollato l’osso, si sono avventati su di esso con incredibile voracità.
Non è che le cose andassero effettivamente bene, ma il flemmatico Prodi ci stava provando a far girare la ruota nel verso giusto e faceva pena mentre, con stringato ottimismo, cercava di trascinare a tutti i costi il suo carrozzone carico di monelli indisciplinati e immaturi. Purtroppo, quando gli ingranaggi sono assemblati male, il movimento è lento, cigolante; la ruota si stacca dall’asse e cade… Patapuff!
L’ indagato Mastella, dagli occhi luciferini, ha fatto tenerezza quando declamava il suo amore per la consorte e la scelta di dimettersi per starle vicino e per difendere la sua onorabilità. Quasi quasi ci si credeva anche! Ma era tutto ben orchestrato, e le sue parole non erano in sintonia con il suo sguardo di giaietto: da esso traspariva il suo ruolo di prim’attore in tutto questo patatrac. Mastella sapeva esattamente che avrebbe provocato il distacco della ruota dal carrozzone della politica italiana: due più due fa necessariamente quattro, ma era proprio quello che voleva! In questo momento, lo scopo prioritario di Clemente non è certo la difesa dei cittadini italiani o la risoluzione dei loro problemi, né tantomeno la risoluzione del gravissimo problema campano dei rifiuti: è solo quello di pararsi il culo, suo e di sua moglie, mettendo un bavaglio alla Magistratura. E chi ha interesse a far tacere e magari riformare la Magistratura? Lui, sempre e solo lui, il Cavalier Berluska e la sua Band! Alleluja! Vedrete che alleanze si faranno sotto il cielo di Roma! Da rabbrividire!
E noi comuni mortali guardiamo i balletti della politica quasi con noncuranza, perché tutto sommato, con quella gente lì che si porta a casa 15.000 e più euro al mese solo riscaldando una sedia o sputandosi in faccia in diretta TV come i più biechi degli uomini, non abbiamo nulla a che fare. Loro dicono di essere i rappresentanti del popolo italiano. Mah!.. Sarà!...io non mi sento affatta rappresentata da questi individui!
Il popolo italiano, quello da mille euro al mese o anche meno, ha altri problemi: i soldi a fine mese che non bastano mai e non coprono le spese, le morti sul lavoro che non vengono evitate da nessuno, quelle in uno schifo di ospedale per una semplice operazione di tonsille o appendicite, figli che a trent’anni non riescono a trovare uno straccio di lavoro e vanno in depressione, delinquenti che ti trovi fin dentro il salotto di casa e t’ammazzano per quattro soldi, montagne di rifiuti che hanno avvelenato una delle regioni più fertili d’Italia e umiliato, davanti agli occhi del mondo, uno dei popoli più fieri del pianeta Terra. Questi e altri i veri problemi del popolo italiano. Ma ai nostri politici non interessano più di tanto e i loro bla bla bla senza senso non ingannano più nessuno. Li sopportiamo, fingiamo di crederci, ci divertiamo anche, tanto cosa cambia? Noi, con mille euro si vive e con mille euro si vivrà, e chissà quale magra pensione ci aspetta! Loro, invece, sono interessati solo ad acquistare il maggior numero di azioni: l’ ‘Azienda Italia’ fa gola a tanti e non saranno risparmiati colpi.
Agli italiani non gliene ne può fregare di meno della caduta del governo Prodi, tanto sanno perfettamente che i suonatori cambiano ma la musica è sempre quella. E chi fanaticamente difende un personaggio o un altro, sembra solo un povero illuso che suscita commiserazione.
Pessimismo? No, realtà! Nessun politico ha mai dato più di quanto ha preso.
La storia ci insegna che cadono i governi, cadono le gloriose teste coronate o meno, ma chi alla fine resta a difendere gli interessi del popolo è il popolo stesso che, tradito, ingannato, strumentalizzato, raggirato, si sveglia all’ improvviso e alza la voce. Come sta succedendo al popolo campano che sta difendendo con le unghie e con i denti il proprio territorio, ucciso e avvelenato dalla mala politica.
Bravissimo, popolo campano! Fatti sentire! E la tua voce, come squillo di tromba, si alzi fino a far crollare le mura di Gerico!



TALIA


giovedì 24 gennaio 2008

Impariamo dai Bambini...

Per chi ha commentato:

falciano, francolise... li il problema si è risolto forse perchè non c'è gente
che come voi fa ostruzionismo per partito preso... invece di criticare fate
proproste costruttive che fino ad adesso non ho sentito nemmeno u una!!!


Queste pagine sono estratte da un libro delle ELEMENTARI. Sarebbe utile che il sindaco e consiglieri vari di Carinola le leggessero! Vogliamo dargli il beneficio del dubbio e pensare che non e' perche' sono impegnati in tutte altre (meno sociali) faccende che non prendono provvedimenti per la differenziata, bensi' a causa delle loro (e di conseguenza nostre) limitate capacita' mentali. Visto che non sanno come si fa e soprattutto a cosa serve la raccolta differenziata magari possono imparare dai bambini...
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clicca qui per scaricare il manuale della differenziata dei bambini delle elementari.
Piu' semplice di cosi, SI MUORE (ma davvero, e di tumore)
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ps. per chi si sente un coraggioso e vuole vedere qualcosa che in altre parti e' gia' realta' ma da noi solo un miraggio, puo' cliccare qui per scaricare il progetto differenziata del Comune di Cigole (Brescia)
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DoRaemon e Lamu'

mercoledì 23 gennaio 2008

Sull'intervento di prodi alla Camera

Credo che come me molte persone quando parla il nostro Presidente del Consiglio siano sopraffatti da uno sbadiglio inarrestabile seguito da una noia mortale che ci porta a cambiare canale... ho ovviato a questo problema "leggendo" il suo intervento in modo da non sentire quel senso di assopimento al suono della sua voce...
Posso dire che a fine lettura il mio unico commento può essere solo che non capisco come si possa essere così falsi e negare l'evidenza davanti all'Italia intera. Dico solo la mia opinione a prescindere dal colore politico che comunque non ho perché ormai si passa sempre dalla padella alla brace...
Io personalmente non mi rispecchio nel discorso del Presidente (che allego e vi consiglio di leggere) e nelle cose che "ha fatto" questo Governo. Posso dire che io personalmente ho più paura ad andare in giro per le strade da sola rispetto ad alcuni anni fa, non ho più soldi di prima, anzi, non noto nessun aiuto negli affitti o nell'aiutare le coppie o gli universitari, non mi hanno assolutamente tagliato l'Ici, non ho visto nessuna tutela particolare per l'ambiente a parte le ridicole domeniche senza auto (ma solo nei centri urbani) o la tassa per entrare a Milano (se paghi non c'è smog non lo sapevate?) e credo che un governo si debba rendere conto da solo se c'è un problema come quello dei rifiuti (che non è un problema di ieri) e non arrivare all'"emergenza" per poi far finta di risolvere il problema! come poi? con l'esercito? bella idea!!! e i responsabili di questa "emergenza"? non esistono! e nel frattempo che si provvede a cercare a chi affibbiare tonnellate di rifiuti che si fa? si organizzano per la raccolta differenziata? macchè! ora bisogna pensare a tenersi stretti nelle poltrone e allisciarsi in mezzo discorso alla Camera il ministro della Giustizia
inquisito... e bisogna ricordarsi una cosa... che è vero che fino al processo si è "innocenti" ma visto che c'è la "possibilità" che sia colpevole e condannato magari si potrebbe anche evitare di continuare a ribadire il proprio appoggio...visto che è il NOSTRO Presidente e quindi ci rappresenta... Insomma questi e altri pensieri peggiori mi sono passati per la mente leggendo il suo discorso... e ho capito che quasi quasi è meglio che abbia quella voce da prete insopportabile... almeno evito di ascoltarlo e sentire come ci prende per imbecilli... Scusate la nota polemica...

Clicca qui per il discorso del presidente del consiglio.

Lamu'

Il paese dei balocchi


E’ trascorso quasi un mese da quando il commissario per l’emergenza rifiuti ha autorizzato (intimato anzi) tutti i comuni a dotarsi di una discarica di stoccaggio temporaneo. Il sindaco di Carinola insieme ai suoi più stretti fidati, ma soprattutto esperti collaboratori quali il vicesindaco nonché delegato all’ecologia e l’assessore alla sanità nonché alla cultura, subito si è attivato, il sito ufficiale di Carabottoli, allestito anni fa proprio dall’attuale sindaco con finanziamenti pubblici è stato dichiarato inidoneo, non si sa da chi. Si vocifera che se quel sito veniva dichiarato idoneo sicuramente il sindaco sarebbe stato dichiarato inidoneo a camminare in quella zona da quelli del posto. Hanno individuato la cava dismessa di via per Cascano, inagibile perché a un km abita un grande elettore. Allora hanno pensato al deposito dismesso dell’ENEL (via del carcere): niente da fare, ad un km ci sono le suore anch’esse grandi elettrici. Allora località via Appia, non idoneo, ad un km c’è parco Libellula, 70 voti sicuri. Allora che fare? Idea grandiosa: portiamo i rifiuti a Selleccola insieme a quelli che già ci stanno. Il comitato antidiscarica subito si mobilita e minaccia insurrezioni e blocchi stradali prendendo posizione all’ingresso della strada. Il vicesindaco per protesta si dimette , anzi minaccia di dimettersi se…….E’ mai possibile che non sapessero che meno di un mese fa il sito era stato dichiarato inagibile dall’ARPAC? Sì che lo sapevano ma sindaco e soci devono giocare con i sentimenti della gente, prima si indica il posto dopo si cancella facendo il favore a Tommaso, ad Antonio, alle suore e a tutti i casanovesi dichiarando ai giornali che Selleccola non è idoneo. Intanto i rifiuti hanno raggiunto il primo piano delle case. Non c’è problema, con un manifesto informano che per adesso non vi sono sintomi di epidemie, ergo i rifiuti possono restare in strada. E’ mai possibile che queste persone che sono così solerti quando devono dare un incarico, nominare o nominarsi in qualche ente, poi fanno il giro dei quattro cantoni per non decidere? L’augurio è che lo facciano deliberatamente, il sospetto però è che non siano capaci altrimenti non ci troveremmo in queste condizioni. Basta guardare i comuni limitrofi, nessuno si trova nella condizioni di Carinola: per trovarne uguali , bisogna andare nell’aversano o nelle periferie degradate di Napoli. Fortunatamente a Falciano c’è stata la svolta, in modo che almeno nella zona c’è chi fa compagnia nella schifezza. Come è possibile che il comune sia caduto così in basso ? Il comune di Carinola era il comune più civile della zona da secoli. Sede di baroni, sede vescovile, dove sono nati politici illustri, magistrati, professori universitari, filosofi, grandi studiosi e soprattutto abitato da persone oneste e pulite. Adesso si trova in mano a ad attori che cercano solo di fare fumo senza realizzare niente di concreto e adesso ci stanno togliendo anche il decoro omologandoci ai napoletani e coprendoci della stessa vergogna . Ma è possibile che in un comune così vasto con così pochi abitanti non si trovi un sito per lo stoccaggio dei rifiuti come ha fatto Sessa, Cellole, Francolise,? Se non sono capaci di organizzare la differenziata perché non chiedono aiuto al sindaco di Francolise che è una persona disponibile? No loro devono fare i giochetti, sono politici fini, il loro senso della vergogna non è comune a quello della maggioranza del popolo. Logicamente se leggono queste note sorridono perché loro sono furbi, pensano questo non sa che tra poco arriva San Gennaro e una volta fatta pulizia sarà tutto dimenticato fino alla prossima crisi. Loro sono sicuri che tutti dimenticheranno le barzellette e le nefandezze di cui si sono resi protagonisti , credono di prendere in giro tutti. Chissà, il giorno del giudizio è vicino, può darsi che qualcuno le prossime feste estive se le veda in ultima fila.


Belfagor


domenica 20 gennaio 2008

Enigmi (2)

Questi sono due indovinelli distinti, ma hanno la stessa risposta:


C’è un pezzo di carne dentro una grotta oscura.


Sto sempre in casa, son coperta tutta, sempre son bagnata e mai asciutta .


:-) A Voi!

sabato 19 gennaio 2008

Sistema Mastella, sistema Campania


Sono ormai due giorni che leggiamo notizie e vediamo reportage di ogni genere sulla FAMIGLIA Mastella. Si è avuto uno spaccato dell’attività di questa grandissima FAMIGLIA che come ben si intuisce è composta, oltre al capo, in primis dalla coniuge presidente del consiglio della Campania, assessori e consiglieri regionali, da sindaci, prefetti, giudici del TAR e da un nutrito reggimento di funzionari di tutti i livelli. Tutti sono utili alla FAMIGLIA , dall’usciere al direttore generale, un ottimo capo sa che molte volte il bidello serve alla causa più del Rettore. Servire la causa, ma quale causa? Dai discorsi ufficiali si parla di difendere i poveri aumentando i loro salari, la libertà di tutti soprattutto dei più deboli, pensare al progresso del mezzogiorno ed a un radioso futuro di benessere per i giovani e le loro future famiglie. Questi i buoni propositi: purtroppo è difficile realizzarli per tutti, oltretutto poco conveniente far progredire tutto il popolo, conviene aiutare solo i membri della FAMIGLIA, quelli che le giurano fedeltà assoluta e assicurano il loro voto e quello di familiari e conoscenti, più voti più incarichi. E’ noto a tutti il contratto concluso con Bassolino alle ultime elezioni regionali, che in base al numero di voti raccolti avrebbe ricevuto in cambio tot assessorati, tot direzioni nelle ASL,tanti posti, tot avanzamenti di carriera ecc. I particolari del patto li sanno solo loro due, di preciso trapelò soltanto che se avesse avuto un notevole incremento di voti, come poi si è verificato, avrebbe ricevuto la presidenza del consiglio regionale, logicamente alla moglie che era stata inserita nei primi posti del listino, cosicchè nella peggiore delle ipotesi era eletta consigliere regionale. Quando nelle intercettazioni lo si sente minacciare Bassolino, non sono minacce, bensì il richiamo al rispetto dei patti. Non voglio tediare col racconto di tutta l’attività politica di Mastella, oltretutto non la conosco interamente, volevo solo darvi una vaga idea del sistema Campania. Un sistema che rende molto, politicamente ed economicamente, provate a sommare i lauti introiti dei coniugi, senza contare quelli dei figli, sto parlando di introiti legali….. più voti più soldi per tutti e incarichi da investire per nuovi adepti che portano altri voti e così fino a diventare ministro della giustizia con lo stesso giochetto pure a Roma. Restiamo in Campania dove Mastella detiene, penso io, il 20 per cento del pacchetto soldi pubblici e il restante ottanta chi lo detiene? La risposta più logica è: Bassolino, De Mita e Pecoraro, le percentuali non le conosciamo ma sicuramente non sono uguali. Tutta questa tiritera sicuramente avrà urtato la suscettibilità dei famigli, ma vorrei specificare che non sto scrivendo queste cose per condannare il sistema, non serve a niente, ma condanno i risultati di questo sistema. Che Mastella Bassolino Pecoraro e De Mita si dividano le risorse e i posti della Campania tra i loro famigli mi va bene e sono anche d’accordo con loro quando sostengono che i giudici non dovrebbero metterci il naso . NON sono d’accordo però quando gli uffici diretti dai loro famigli non funzionano, quando gli ospedali diretti dai loro direttori ammazzano invece di curare, quando si diventa primario o professore universitario solo in base ai voti che uno porta, quando i loro grandi esperti Facchi, Paolucci ecc. ci fanno vivere nella monnezza e cosa ancor più grave farci apostrofare nel mondo come zozzi napoletani. Su queste e su altre inefficienze analoghe non mi trovate d’ accordo e con me quelli che non appartengono alle vostre cosche cioè quelli che da questo perverso sistema che vi siete dato ricevono solo danni materiali e morali. Mi auguro che altri giudici indaghino sul restante 80 per cento del sistema politico campano e provvedano agli atti consequenziali, per i danni che apportano ai cittadini quotidianamente, non per i privilegi di cui godono. Ogni tanto i sogni si avverano, anche il procuratore di Napoli è anziano.
IL FRATELLO DI BELFAGOR