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lunedì 31 gennaio 2011

La pseudo emancipazione carinolese


La grande emancipazione culturale che trapela dai commenti del post precedente mi fa inorridire: difesa  incondizionata del Berluska, offese ai presunti comunisti e a tutti coloro che dicono una parola di schietta obiettività contro il nostro Premier, e pretesa di ragionare con la propria testa... Con la propria testa? Mah! Questa è proprio grossa!
Avere una testa e ragionare con essa, per me significa non allinearsi con nessuno se non con se stessi.  Sentirsi vicino ad un certo partito politico o a una persona non significa pensarla come la pensa il Partito o quella persona, ma è il Partito che la pensa come me e con me condivide aspettative, aspirazioni e altro.
Chi sono i nuovi “emancipati” di questo Comune? Ce ne sono tantissimi a quanto pare,  e tutti tendono verso la stessa direzione: non a destra, che sarebbe la cosa più normale e accettabile, ma verso il basso. Molto in basso. Tanto in basso da giustificare le porcate di un porco, legittimandole a discapito di qualsiasi prova contraria e facendolo passare per una povera vittima del sistema giudiziario.
Siete diventati tutti porci come lui? Vi sta bene come Premier un corruttore di minorenni, un bugiardo, uno psicolabile, un opportunista che ha a cuore solo la salvaguardia dei propri interessi e non quello di milioni di italiani? Che cosa ha dato questa persona al popolo italiano in fatto di benessere sociale, economico e culturale? Niente. Quale messaggio ha fatto passare tra le nuove generazioni?

Uno solo e ve lo dico io quale: venditi e otterrai.
E così ci troviamo una maggioranza di venduti. Vi sta bene tutto questo? A quanto pare si. Allora vi dico che mi fate un po’ schifo perché, per allinearvi con un uomo idolo, rinnegate tutti i valori dei vostri genitori, dei vostri nonni, del carinolese tutto: l’onestà, la dignità, l’operosità e i sani valori della cristianità. Mi dispiace amici, ma non siete degni di chiamarvi carinolesi perché non avete più nulla di quello che distingueva il vero carinolese onesto.
Ve lo ricordate Monsignor Nogaro, il nostro ex Vescovo che era sempre in prima linea nelle battaglie sociali e nella difesa dei più deboli? Ebbene vi consiglio di leggere questo suo articolo. Forse vi chiarirà le idee.

Accettare i non-valori che ci propone il Premier significa sputare in faccia a tutto ciò che è legale ed onesto, a tutto ciò che da dignità all’uomo. E per favore, non lo fate passare per la povera vittima: è solo un gran farabutto opportunista. Le vittime siete voi e non ve ne accorgete.

Ma non mi fate per niente pena. Tutto sommato, Berlusconi è il capo di governo che vi meritate

N. R.


mercoledì 26 gennaio 2011

Articolo 15

Tutti coloro che hanno avuto un percorso scolastico, anche limitato, conoscono a grandi linee gli articoli principali della costituzione italiana. In particolare, i professori di diritto insegnano agli allievi, quelli sulle libertà personali. Uno di questi è l'articolo 15 che recita: - La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili - Le vicende hot del presidente del consiglio sono state trattate in tutti i particolari più scabrosi ma non da questo punto di vista. Nessuno ne parla per non essere accusato di prendere le difese di Berlusconi, senza comprendere , a mio avviso, che difendendo i diritti inviolabili di Berlusconi si difendono anche quelli dei comuni cittadini. Verissimo che in presenza di reati gravi il giudice può violare questo diritto ma bisognerebbe regolamentare la gravità dei reati.

Se ci si intromette nella vita di chiunque sia sospettato di avere un rapporto con ragazze di vita, gran parte degli italiani dovrebbero essere spiati. Se a quelli che frequentano prostitute o escort, come si chiamano adesso, aggiungiamo quelli che frequentano ragazzi di vita o trans, dobbiamo mettere sotto controllo quasi tutti gli italiani. Con questo intendo che è un reato talmente diffuso quello sessuale che ormai non si considera più tale. Tra l'altro basta guardare i film in circolazione e le tramissioni televisive per capirlo. Allora bisognerebbe o derubricarlo ad una infrazione punendolo con una multa o annullare l'articolo 15 permettendo di controllare se tutti si comportano in modo moralmente ineccepibile. A questo punto già sento gli antiberlusconiani inveire contro il servo di turno che vuole difendere l'indifendibile. Il dividersi pro o contro le gesta amorose di Berlusconi, alla gente comune come noi non porta nulla. Se i conduttori famosi, su questo argomento, si accapigliano e fanno accapigliare i loro ospiti è per questioni di audience, che a loro porta più guadagno. Alle persone normali che si dividono sulle nottate di Berlusconi ed il numero di ragazze inchiappettate non apporta nulla. Ognuno si faccia il proprio convincimento seguendo i propri veri pricipi morali e si comporti di conseguenza. Se sono state rispettate le regole nell' inchiesta invece dovrebbe interessare tutti, in quanto malauguratamente ci si trovasse nelle stesse condizioni, si potrebbero avere conseguenze devastanti che, a volte, hanno portato anche al suicidio.

Provo ad esprimere il mio pensiero, anche se sono convinto di non essere creduto per la sua genuinità, in quanto in tutti c'è il germe del pro o contro. Ci provo lo stesso, secondo me è eccessivo che venga violato il diritto costituzionle della riservatezza di una persona per una scappatella ed anche per cento. Ben altro sarebbe il mio giudizio se si stesse parlando di droga o mafia. Trovo eccessivo per un reato simile che non venga rispettato l'articolo 15 ed in questo caso anche l'articolo 25 della costituzione che garantisce ad ognuno un giudice precostituito. Sono libertà costituzionali fondamentali che non devono essere intaccate per nessuno, ricordando a chi gioisce oggi per il disagio del proprio avversario che potrebbe piangere un domani per il proprio.



sabato 22 gennaio 2011

C’era una volta la montagna….


Montagna19
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        I nostri monti fanno talmente parte della nostra normalità paesaggistica che quasi non li vediamo più e perciò  non vengono tenuti nella giusta considerazione. Chi oggi li guarda, ci vede solo delle elevazioni pietrose, un po’ aride e non si sofferma ad alcuna considerazione speculativa. 
Chi invece riesce ad allungare lo sguardo oltre ciò che vede, verso periodi lontani  e realtà diverse, quando essi erano verdi e lussureggianti, ricchi di acque torrentizie e di popolo operoso,  comprende che non sono solo un elemento decorativo permanente, ma sono stati e sono un’intima parte della nostra evoluzione sociale, economica e culturale fin dai tempi più antichi.
Essi sono stati il perno principale intorno al quale ruotava l’economia e la vita del territorio, dando alle genti che lo hanno abitato sicuro sostentamento e anche benessere. 
Sebbene di piccole dimensioni, i monti massicani possono essere tranquillamente chiamati “montagne” perché  superano la quota dei 600 metri richiesti con il Monte Massico, che è alto poco più di 800 metri, e di altre cime poco più basse quali  Monte Pecoraro, Corbellino, Monte Petrino e Monte Cicoli.
Geologicamente, la catena del Massico è una diramazione calcarea del Vulcano di Roccamonfina che si estende fino al Mar Tirreno e conserva ancora le tracce del passaggio dell’uomo nel suo divenire, a cominciare da tempi remotissimi. Interessantissime sono senza dubbio le “pagliare” del Massico che ho avuto modo di vedere personalmente qualche anno fa: resti di capanne in pietra  perfettamente circolari che potrebbero essere state abitazioni  di un insediamento preistorico o ricoveri per pastori d’altri tempi. Non conosco studi al riguardo.
Nell’antichità classica, essa era il confine settentrionale della Magna Grecia ed aveva quindi un’importanza fondamentale nella delimitazione territoriale e culturale: al di qua e al di là del Massico, due mondi socialmente, economicamente e culturalmente diversi che, ad un certo punto, si incontrarono, si scontrarono e infine si fusero in un unico grande popolo.
Con i romani, la catena del Massico divenne fondamentale per l’economia della zona grazie alle coltivazioni del pregiato Falerno che inorgogliva le tavole dei patrizi romani nella capitale. I resti delle numerose ville romane che ancora punteggiano le sue pendici, sono la testimonianza di una vita molto fruttuosa, dedita alla produzione del vino. I proprietari di queste ville, senz’altro splendide,  non erano solo ricchi romani con una casa in campagna  da queste parti, ma erano sicuramente anche produttori del Falerno la cui commercializzazione con Roma era legata ad un determinato tipo di anfora: di tipo greco-italico  in periodi più antichi e vari tipi di dressel (IA, IB, 2-4) dal III sec a.C. alla metà del I sec. d.C.
Anche queste anfore venivano prodotte in zona e numerosissime sono le fornaci ritrovate lungo le falde del Massico. Questo testimonia una filiera produttiva e commerciale incredibilmente dinamica e vitale che sicuramente portò in zona se non ricchezza almeno benessere.
Il Falerno non era però l’unico prodotto commerciabile proveniente dai nostri monti; anche l’olio aveva la sua importanza, ma soprattutto la carne di cinghiale. I recenti brevi scavi a Foro Popolio hanno portato alla luce le ossa di centinaia di cinghiali, il che fa supporre che la zona commerciasse anche questa carne selvatica molto richiesta e che i monti ne fossero pieni. La caccia al cinghiale era dunque  un’attività praticata quotidianamente e molto redditizia.
Il periodo paleocristiano cosparse questi monti  con il seme della sacralità, quando le loro numerose grotte ospitarono cristiani perseguitati, eremiti contemplativi e asceti, diventando “grotte di fede”. Oltre alla più famosa grotta di San Martino, dove il santo si ritirò in solitudine, esistono anche l’enorme grotta di Sant’Angelo, quella quasi inaccessibile di Santa Venere (o Verene) e San Mauro. Quando poi il cristianesimo divenne la ben consolidata religione ufficiale, diversi monasteri e cenobi  furono costruiti in luoghi solitari sui monti, dove i monaci si isolavano per vivere la propria fede.
Attraverso i secoli, l’economia del carinolese è andata mutando, ma i monti hanno sempre rappresentato una parte fondamentale di essa.
La produzione intensiva del Falerno fu sostituita in parte da quella dell’olio, e la montagna forniva ai baroni prima e al Comune poi, un cospicuo reddito annuale grazie all’affitto delle “cesine” a conduzione familiare. Le cese della catena del Massico sono state per secoli, fino a qualche decennio fa,  l’unica fonte di sostentamento delle famiglie casanovesi e falcianesi che in esse producevano i basilari ceci, cicerchie, fagioli e grano, oltre a sfruttarne legna e quant’altro. Proprio perché le cese erano così importanti per il sostentamento familiare, la montagna veniva curata e tutelata in maniera quasi maniacale e la flora e la fauna mediterranea trovavano in essa l’ habitat naturale ideale, rendendola rigogliosa e florida.
Il periodo post-unitario soffuse invece questi monti col fascino del brigantaggio, allorquando divenne via di fuga e rifugio ai numerosi briganti che scorrazzavano nel sessano e nel carinolese.  E rifugio sono stati per i nostri padri e nonni, quando, durante la Seconda Guerra Mondiale,  i tedeschi perlustravano i paesi in cerca di uomini da avviare al lavoro coatto; e ancora da essi, trasformati in luoghi dispensatori di morte, giunsero in paese le cannonate che uccisero decine di civili, nostri parenti.
Storia e  storie si sono intrecciate e posate su di essi che per sempre ne custodiranno la memoria, ma la sensibilità per la loro sorte non è più la stessa così come non è più lo stesso il rispetto e la tutela.

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“C’era una volta la montagna”  mi suggerisce  che non posso non far seguire “Mi ricordo montagne verdi” nonché “Com’era verde la mia valle”. Questo excursus panoramico storico di Clio così denso, pregno dei continui riferimenti ai passaggi evolutivi  umani che sul nostro territorio si sono susseguiti, dalla preistoria all’ultimo periodo post-bellico, mi da il coraggio di lanciare l’ennesimo grido di allarme: i nostri monti non sono più NOSTRI! Le nostre valli (vaglie) non sono più verdi!
Una visione piccina dello sfruttamento delle nostre risorse ambientali ha lanciato sui nostri monti, come cercatori d’oro nel Klondike, ambigui e biechi personaggi che quotidianamente se ne appropriano.
Nell’attuale epoca moderna, i nostri monti, ormai abbandonati, da tempo non ricevono più le cure religiose che i nostri avi vi dedicavano; sottovalutati e legalmente dimenticati dalle varie amministrazioni che nel tempo si sono susseguite, sono divenuti terra di conquista da parte di chiunque voglia depredarli di alberi, abbandonarvi rifiuti e, infine, incendiarli per avere pascolo fresco.
Tali azioni viziate, illegali e non perseguitate da alcun Organo preposto, attuate da persone prive di
qualsiasi cultura storica e/o ambientale, ha trasmesso nella maggior parte della popolazione indigena l’idea di un unico, misero, immediato, possibile guadagno. Non mi stancherò mai di ripeterlo: uno sfruttamento simile è da ciechi in quanto pericoloso e limitato nel tempo.
Siamo figli ingrati ed irriconoscenti,  abbiamo cancellato con gesti incivili, conditi da ignoranza, la sacralità che, attraverso i monti, ci legava ai nostri antenati…
Sono solo segno dei tempi, mi si dice: giustissimo! Tempi bui, dico io. E spesso mi ritrovo a pensare… che… un buon padre, sempre attento e vicino ai propri figli, si aspetta un atto d’amore e di riconoscenza quando attraversa dei periodi e delle vicissitudini poco piacevoli.

C’era una volta la montagna…. Così inizieranno i nostri racconti alle future generazioni.

Clio & Cleo

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mercoledì 19 gennaio 2011

Riflessioni Amatriciane : Antimus Mutus

Antimus Mutus non si tiene. La data di celebrazione del turno elettorale amministrativo che ingloba anche Carinola si avvicina e lui freme, si agita, si dimena, si distende come una molla. Oggi qua, domani là. E’ una sorta di Santissima Trinità: ha il dono dell’ ubiquità. Lo trovi ovunque vi sia un capannello di persone intente a parlar di politica. Prevale persino nel singolarissimo derby con Marcantonio Russo, il vecchio della politica carinolese, già pronto per passare a miglior vita, che forse, quanto a girovagare come uno “spendone” (Brunetta se ci sei batti un colpo) lo insidia seriamente. Mutus ha colpi in serbo, assi nella manica, uscite pirotecniche dell’ ultime ora. Vedrete cosa sarà capace di combinare pur di mettersi alle spalle il frustrante periodo di opposizione, solo formale s’ intende, degli ultimi due anni. Saprà stupirvi ancora una volta. Sentite come è bravo a cambiar pelle. Seguitemi per lo spazio di pochi attimi. In un articolo vergato di suo pugno ai tempi del CCD, sull’ organo ufficiale del partito e che io rinvenni nell’ allora sede del movimento (anno 1998 circa) in cui all’ epoca militava Zinzi Mimì da MARCIANAISE (cosi pronunciano gli indigeni), ubicata all’ inizio di via Mazzini a Caserta scriveva: ”dobbiamo arginare in ogni modo il Centrosinistra, a tutti i livelli. Solo il Centrodestra e Berlusconi possono salvare l’ Italia e, con essa, la nostra amata Campania e Terra di Lavoro. Le prossime amministrative dovranno essere il momento della prova del nove. E il Centrodestra dovrà prevalere, Comune per Comune, sul Centrosinistra e sulle liste civiche ad esso riconducibili.” Bene, dopo sessanta giorni, dico sessanta, non un secolo, si votò anche a Carinola e Mutus Antimus, nome d’ arte azzecatissimo dalla redazione del Quiquirì di Antimo Marrese da Casale, cosa fa? Clamoroso al Cibali! Si allea con Pasquale Di Biasio (espressione autentica del più squisito centrosinistra) diventandone addirittura Assessore. In campagna elettorale, esibirò in milioni di copie, se del caso, questo articolo, ancora gelosamente custodito nel mio archivio, laddove qualcuno dovesse dubitare della veridicità di ciò che scrivo!!!!! Ma qual è il programma attuale di Mutus? Ha mandato, in concorso con un manipolo di automi etorodiretti, a zampe all’ aria quello scapigliatone di Mannillo, ha fritto in padella Pasquale Di Biasio, ormai considerato cavallo-cappone, inutile perfino per le monte, un tempo apprezzate e politicamente vantaggiose, specie se consumate presso il palazzo di Città. Ha stretto alleanza solida con Grimaldi, De Risi, con I socialisti , Buccheri e Locandieri, e pure non si ferma. Perché, ci si chiede ? E’ presto detto. Mutus odia la tecnologia, il progresso, la globalizzazione. Ama i servizi sociali e Capriglione, nutre una inestinguibile passione per qualche dipendente comunale addetta allo scopo ma, soprattutto, ed è questo quello che più lo manda in bestia fungendo da mordente per il suo infaticabile attivismo, schifa visceralmente Bill Gates e i suoi maledettissimi computers! Si perché Mutus è contro la informatizzazione, l’ avanzamento in rete, internet e suoi succedanei. Lui è per la carta, la carta pura e semplice, la carta straccia. La carta, magari igienica, ma pur sempre carta. Punto e basta. Il suo albero preferito è il Pioppo: sarebbe capace di sventrare, da solo, la foresta dell’ Amazzonia e ripopolarla di soli Pioppi. Lui declinerebbe perfino una passeggiata alle due del pomeriggio con Marcantonio e Micio Micillo, su e giù per viale dei ciliegi ad ordir trame che manco De Mita, pur di distribuire certificati ad ogni piè sospinto con foga, impeto e abnegazione da mulo. Del resto è con i certificati che ha costruito la sua carriera (si fa per dire). Una carriera a cui solo l’ avvocato dal ”cappello western” dà ancora un po’ di credito, se è vero, come è vero, che ancora lo intervista per sapere sulle sorti e gli obiettivi dei dieci più famigerati e ridicoli dell’ Universo mondo. A proposito di politica, dato che tra i dieci dimissionari, da tempo non più tali, non si riesce a trovare la cosiddetta quadra, Mutus ha suggerito una sensazionale, avveniristica e straordinaria soluzione: tornare alla politica. Si, proprio cosi. Avrebbe declamato stizzito e adontato e con tono enfaticamente tribunizio: torniamo alla politica! Si? E come? Viene da chiedere. Sfornando certificati a iosa? Certificati, per dindirindella, certificati, solo ed esclusivamente certificati, ha imperativamente chiosato Marrese Mutus, si certificati, Benedetto Iddio!! Ma come cazzo volete fare politica senza certificati? Mah, io non vi capisco, avrebbe aggiunto sgomento e inviperito. Ma può essere? Vi chiederete. Si può essere. Anzi ..è! Ipse dixit. Lo stesso deprimente personaggio, in politica dagli settanta, che la mattina, forte dell’ accordo consociativo con Marcantonio, negli ultimi due anni, arrivava a Carinola, sostava sulla soglia del tabacchino di proprietà Trabucco (nipote di De Risi) in compagnia di Giovanni Micillo, volgeva lo sguardo sopra (Micillo manco se ne accorgeva tanto era preso dallo sfornar battute su pollastri e melelle) , verso il balcone del gabinetto del Sindaco e, pensando di non essere scorto, alla chetichella, quatto quatto, decadente per stile e andatura, si avviava verso l’ ufficio tecnico dove veniva accolto con onori e feste da “Pietro l’ Inutile” a lui devoto e regalatogli da Marcantonio: lo ha detto, lo ha proprio detto. A mò di intemerata e, cosa ancora più inquietante, lo ha pensato e lo pensa ancora..! Mi sia consentita una domanda, per chiudere: ”Massimo ma a che ti serve sto campione?”E’ con lui che vuoi rinnovare?Ti rendi conto che è già pronto per Rolando De Cristofaro? Fammi sapere se te ne dovessi avvedere..

Vincenzo l’ Amatriciano

P.s. Che ve pozzana accire sti recchiuni pecchè nun pensate a cuarnà le mugliere voste? Purtatele a me ….ve facciu verè i….Ah Musulinu uu!

domenica 16 gennaio 2011

Panta Rei


Inesorabilmente  le lancette dell’ orologio compiono il loro giro a cui fa da triste riscontro lo scorrere, altrettanto inarrestabile, delle pagine del calendario. Passano i giorni, se li conti anche i minuti  e   perfino i secondi,  e si approssima ineludibile la data delle elezioni. E con essa, buona novella nel “panta rei” generale, l’ inarrestabile ascesa al tramonto dei tre più disperati politici che oggi esprime il Comune di Carinola : Pasquale Di Biasio, Gennaro Mannillo e Antonio Russo. Appartenenti alla stessa specie di Dinosauri fuori stagione ,  i famigerati tre  ancora si dimenano  per ogni dove nel tentativo patetico e improbabile di salvare la pelle salpando su qualche Arca che tuttavia , a meno di colpi di scena dell’ ultima ora ,quantunque si aggirasse per quel Mare Magnum del teatrino politico carinolese, non darà loro diritto di accesso a bordo. Affatto diversi, hanno in comune la dote della “tuttologia” e quella di sentirsi, per effetto di essa, almeno 20 spanne al di sopra degli altri. Tutti e tre hanno già occupato lo scranno di “primus inter pares” dei carinolesi e ovviamente sono convinti di aver lavorato con zelo e merito e,  per questo, vorrebbero, anzi pretendono, di ritornarvi e nemmeno prendono in considerazione, neppure lontana, neppure remota, una alternativa alla loro consumata sapienza e al loro mastodontico cervello. Russo batte il territorio comunale  palmo a  palmo, manco fosse una trottola,  pensando di esercitare ancora un potere persuasivo su qualche malcapitato interlocutore, quando lo trova. Già perché in molti, quasi tutti invero,   ormai,  quando lo scorgono da lontano se la danno a gambe , tanto è diventato tedioso e insopportabile  con le sue teoria-truffa, tutte protese a gettar fango all’ indirizzo del suo “sodomizzatore” finale : Massimo Grimaldi. Di Biasio, dopo aver fatto “specchio mio specchio”  al risveglio,  di buon ora, a casa, prima di uscire ed essersi convinto delle sue divine virtù, invia in avanscoperta le donne del PD, certo  più guardabili della Bindi ma , come lei, abbastanza vacue  sotto il profilo dell’ efficacia argomentativa . Mannillo invece si ritorce su stesso, inventa teorie, stira e ammira, sforna nomi da bruciare  e non si accorge che è terminato in fuori gioco da almeno tre mesi , sicchè i suoi cerini non producono fiamma e a furia di sfregarli per appiccare il rogo in cima al quale ha riposto i suoi competitori,  da giustiziare per lesa maestà s’ intende, non si avvede che il cerino usato sta per  emettere scintille incendiarie nella parte finale dell’ asticella, ossia tra le sue mani. Insomma,  i tre giurassici esemplari sono proprio alla frutta : non gli resta che far piccini dispettucci, ricorsi anonimi, offendere alle spalle ; cattiverie da comari in astio, calunniare  come rivali ai ferri corti e proni a far uso di qualsiasi espediente pur di veder  soffrire, anche per lo spazio di un attimo, l’ antagonista,  screditare a furia di vomitare una miscela di cui solo le fiere malvagie  come  loro dispongono : un micidiale preparato intriso di fiele e sterco! Nulla potranno però al fine di arrestare l’ epilogo di un ciclo , di una epoca, di un periodo, di un’ era, mettetela come volete, chiamatela come meglio reputate, tanto il risultato non cambia e può essere sintetizzato con un solo angosciante(per loro) termine: Fine. I Dinosauri carinolesi tra poco più di 100 giorni saranno  un pagina amara che molti ricorderanno con rabbia, altri con magone e  traumatica preoccupazione di ritorno e,  molti ancora,  non rammenteranno neppure(menomale, beati loro). Che passino i cento giorni !!!! Grazie a Dio saremo liberi… e gli esemplari preistorici TROMBATI, PER SEMPRE!!!! La provvidenza esiste, aveva ragione Manzoni! E il tempo è GALANTUOMO.

Quiquirigno22

giovedì 13 gennaio 2011

Ha ragione Lui, i comunisti ci sono ancora.

Quando berlusconi si scaglia contro i comunisti molti lo accusano di pura propaganda sostenendo che i comunisti non esistono più. Molti lo accusano di voler creare dei fantasni ad hoc per convincere le persone a seguilo in finte battaglie. Molti di questi scettici in questi giorni si son dovuti ricredere seguendo  le immagini trasmesse da Torino. Davanti alla fabbrica della Fiat sono sfilati tutti gli impiegati del comunismo italiano. E' arrivato Vendola col suo orecchino e la erre moscia ad incitare i lavoratori alla lotta contro i padroni. Bene hanno fatto alcuni lavoratori ad invitarlo a lavorare per un giorno della sua vita. Sono arrivati tutti i gerarchi della Fiom e della Cgil oltre a parecchi esponenti del PD. Se i primi sono espliciti nell'incitare i lavoratori i compagni politici sembrano un pò vergognarsi nel chiedere ai lavoratori di votare contro il proprio futuro. Forse, almeno gli esponenti del PD, veramente stanno iniziando a ripudiare il comunismo. Gli altri stanno combatterndo una battaglia feroce per ottenere in caso di vittoria la chiusura della fabbrica. Come si possa seguire condottieri del genere è il segreto dei veri comunisti che godono nel combattere le guerre perse. In questa vicenda se perdono devono entrare in fabbrica con la coda tra le gambe in quanto sconfitti. Se vincono non entreranno lo stesso in fabbrica in quanto la produzione sarà delocalizzata in qualche altra nazione. Se qualcuno avesse dei dubbi se sono comunisti veri se li togliesse lo sono infatti vanno contro i loro interessi. Non solo contro i loro ma anche contro il futuro di tanti giovani che sperano di trovare un lavoro in quella realtà. Bisogna ricordare che la Fiat non assume solo operai o quadri ma anche tecnici laureati in quando dispone di un collaudato reparto di progettazione e di design.Con i tempi che corrono solo degli sconsiderati possono augurarsi il trasferimento di  una tale realtà produttiva. Il motivo di tanta ostilità è ancora più assurdo dell'obbiettivo che si prefiggono in quanto si sta discutendo di qualche minuto in meno per la mensa o perchè bisogna avere il dirito di assentarsi quando si vuole. Proprio ragionamenti da comunisti che voglion imporre il proprio volere pensando di essere ancora ai tempi di Gianni Agnelli che cedeva alle loro richieste assurde in cambio di cospicui finanziamenti statali. Non hanno compreso che si sta parlando di fondi privati che devono rientrare nelle tasche di chi li anticipa ed in cambio i lavoratori ricevono lo stipendio che assicura benessere a loro ed alle loro famiglie.. Regole elementari di economia che per i comunisti sono ostrogoto pensando che Pantalone paghi sempre. L'assurdità maggiore è di quella parte  di lavoratori  che rischiano il posto di lavoro per seguire questi pifferai falsi che vogliono continuare a comandare senza comprendere il cambiamento dei tempi. Se proprio volessero continuare a contare nella politica aziendale dovrebbero comportarsi come i sindacati americani che hanno investito nella fabbrica diventandone azionisti di riferimento. I nostri sindacalisti investono invece in pulmann che portano gli iscritti a Roma in manifestazioni oceaniche che celebrano la loro potenza. Solo fumo per nascondere il loro vero interesse: campare alle spalle dei lavoratori fingendo di difendere i loro diritti dimenticando quello principale che è il lavoro. Il giorno che si impegneranno su questioni serie, prioritariamente lavoro per tutti, quello sarà il giorno che non esisteranno più i comunisti.
Didò

martedì 11 gennaio 2011

Così parlò Zarathustra (1)


Chi si é dimesso ha segnato il suo futuro perchè ha arrecato un danno irreparabile, per questo motivo il candidato sarà Rosa Di Maio e con molta probabilità sarà Sindaco.
La triade Di Lorenzo- Migliozzi-Galdieri difficilmente formerà la lista senza l'appoggio del gruppo Mannillo.
Gli altri si schiereranno da una parte e dall'altra.
La lista di opposizione, comprenderà Di Biasio e sarà capeggiata da De Risi.
Mannillo non parteciperà alla competizione ""tifando "" religiosamente per la Di Maio.
Pronostico per i quattro dell' opposizione:
Di Biasio F., Antonio Russo, Capezzuto Francesco, De Risi Luigi.
Gli eletti Di Maio, Nardelli, Esposito, Del Prete, Di Francesco, Marrese, Verrengia, Migliozzi (medico).
Una buona opposizione.La stessa maggioranza.
Casanova non esprimerà nessun Consigliere. Primo dei non eletti Giorgio.
Così ha voluto Massimo. Bravo.

Zarathustra

domenica 9 gennaio 2011

I banditi del degrado

RU DEGRADO!!!!!!!!  Questa è l’espressione ormai diventata proverbiale che tra noi amici istintivamente s’intona appena entriamo nelle ville comunali, mentre passeggiamo per le strade di Carinola, mentre osserviamo, appunto, il degrado emotivo, culturale che si respira nel nostro comune. Non voglio parlare del cattivo servizio di raccolta, decisamente e proporzionatamente  lontano dall’altissima tarsu che i cittadini pagano. Non voglio parlare dell’abbandono morale che caratterizza molti dei carinolesi come non voglio discutere del disinteresse aggressivo dei giovani i quali, senza nessuna illusione di miglioramento, preferiscono una vecchiaia cerebrale anticipata. Non voglio assolutamente discutere della scemenza  dei finti intellettuali che chiusi nella solitudine dell’associazionismo inconcludente, non propongono nemmeno una briciola di alternativa.  “ RU DEGRATO” che più dannoso della diossina, secondo dopo secondo ci allontana da una qualsiasi svolta economica, sociale, culturale e ci avvicina sempre più nell’impero di Gomorra che fino a qualche tempo fa veniva vista con timore e lontananza. Ovviamente, tutti ,pezzo dopo pezzo, contribuiamo alla costruzione del regno indiscusso de “RU DEGRATO”.  Ma, allo stesso tempo, sono convinto che ci sono personaggi e ripeto personaggi in quanto non possono essere definite  persone, che hanno una  responsabilità maggiore cioè quella di aver determinato, grazie alle loro dinamiche parassitarie e degenerative finalizzate ai loro semplici tornaconti, l’ apertura delle porte del palazzo de RU DEGRATO. Lontano da specificare le singole schifose azioni che sono cosa pubblica, voglio semplicemente dichiarare i nomi ( in ordine sparso) così come si fa nei necrologi,  come nelle liste dei banditi, come per gli imputati ecc.
PASQUALE  DI BIASIO, GENNARO MANNILLO, ANTONIO RUSSO, LUIGI DE RISI,MATTIA DI LORENZO, GIOVANNI MICILLO, ANTIMO MARRESE, ENZO CERALDI, MASSIMO GRIMALDI.  Questi i banditi che amano in maniera sadomasochistica  RU DEGRADO. Questi i banditi che hanno la taglia da un milione di euro. Questi che senza degrado non possono vivere che senza le loro schifezze non sono niente. Personaggi che non hanno nel cuore Carinola come qualcuno dice ma Carinola nel culo se mai. Ovviamente ci sono anche gli altri banditi che non ho messo perché semplici schiavi e hanno una taglia ancora bassa ma potenzialmente tra qualche anno potrebbero diventare sporchi così come i loro maestri. A marzo si vota e tutti sti cosi chiamati politici riempiranno i bar, le strade, illudendo qualche ignorantone di paese, comprandosi qualche voto, costruendo fittizie compagini politiche tutte verso l’unica cosa che conta:  RU DEGRATO.  


Degradato

venerdì 7 gennaio 2011

Pettegolezzi

Sembra che finalmente si sia arrivati ad un accordo. Dopo varie cene e cenette a luci basse e finestre chiuse in quel di Santa Croce e di Nocelleto, il dott. De Risi ha ceduto alle lusinghe dell’on Grimaldi, accettando di candidarsi a sindaco alle prossime elezione. In cambio della sua disponibilità, avrà la promozione a Primario di Cardiologia nell’ospedale di Piedimonte Matese, dove già lavora da anni. Gli sono stati assicurati 2000 voti a Nocelleto e dintorni, con buone possibilità di essere quindi il prossimo sindaco di Carinola.

Ma in politica, si sa, non si fa nulla per nulla e allora, qual è il tornaconto per Grimaldi? Perché un tornaconto c’è, è inutile negarlo. Ebbene, De Risi sarà solo un sindaco di facciata, ma chi realmente amministrerà il Comune sarà il nostro onorevole o chi per lui.

L’uomo libero e indipendente non si è smentito. E’ libero di fare quello gli piace, anche di fare il pupazzo in mani poco affidabili. L’importante è ottenere ciò che si vuole e al prezzo che si reputa giusto.

Al nostro eroe, più che il benessere dei cittadini, la legalità, la salvaguardia ambientale, il rilancio del territorio, interessa soddisfare le sue ambizioni personali e professionali e le sue tasche: se il Comune cadrà nelle mani sbagliate, non credo ci sarà tutto questo e non credo si potrà più sperare in una ripresa economica onesta.

L’altra parte, quella del vecchio barone Di Biasio, conta in un rilancio del PD attraverso il lancio di gentili pulzelle ben determinate ad essere protagoniste e non più comparse.

Bah! Pettegolezzi di palazzo? Staremo a vedere. Mancano pochi mesi alle elezioni e già si respira aria di battaglia su tutti i fronti. Aria fetida.

Di una cosa sono sicuro: si prospetta una gara all’ultimo colpo e molti cadranno feriti.

A meno che……

ID

mercoledì 5 gennaio 2011

Truffa aggravata


Non sono abituato ad imbonire per ottenere linee di credito e, pertanto, se dico che il Quiquiri, da sempre,si è distinto per imparzialità, giustezza giornalistica e senso della misura, lo faccio perché  ne sono  seriamente e profondamente convinto.  Argomenti  bollenti come i casi “Cosentino” e “Ce4”, l’ indagine sui depuratori e le incursioni della GDF presso l’ UTC del Comune di Carinola,  sono stati raccontati con dovizia di particolari e ammirevole piglio cronacale.Ecco perché mi stupisce che il Quiquiri ’ non abbia battuto nemmeno una riga su uno scandalo che si ingigantisce giorno dopo giorno e che riguarda da vicino alcuni esponenti politici locali e qualcuno limitrofo, affatto di secondo piano. Uno scandalo, asciugato, in gergo si dice cosi, perfino dagli implacabili organi di stampa locali quali la Gazzetta e il Corriere di Caserta. Ci sarebbe da chiedersi il perché ……  lo posso solo immaginare…… In ogni caso i siti nazionali  e i casertani Casertasette e Casertace, ancora riportano la notizia che travolge il Consulente del Lavoro carinolese, Giovanni Grimaldi, fratello dell’ on. Massimo e dirigente del Psi di Caldoro, nonchè il coordinatore cittadino di Sessa Aurunca dello stesso partito, l’ imprenditore Corbo con la moglie, colto con le mani nella marmellata. Truffa aggravata ai danni dell’ INPS di Perugia per un ammontare di euro 760mila, dico settecentosessantamila, quella scoperta dai Carabinieri del Comando provinciale di Perugia. Verificare per credere….Con l’ auspicio di un rilancio della notizia. Non per brame revansciste ma semplicemente per equità di cronaca nei confronti dei soggetti tirati in ballo, beninteso  giustamente, dal Quiquiri per le vicende di cui in apertura.  Con i migliori auguri di Buon Anno.

TRUFFA AGGRAVATA - Nei guai  un imprenditore edile di Sessa Aurunca, Raffaele Corbo,  con i cantieri in Umbria  e un Consulente del lavoro, Giovanni Grimaldi, con studio a Carinola, nel casertano.
Contestate gravi  violazioni per l'occupazione di lavoratori in nero e fittizio inquadramento con contratti oltremodo gonfiati e resi per ciò, truffaldinamente,  più convenienti.


PERUGIA – Dieci persone sono state denunciate alle Procure della Repubblica di Perugia e Santa Maria Capua Vetere per il reato di truffa aggravata e falso ai danni dell'Inps del capoluogo umbro e di quello di Terra di Lavoro.

Le  pesanti violazioni contestate riguardano l'occupazione di lavoratori in nero, il fittizio inquadramento dei dipendenti con contratti più convenienti di apprendistato o a progetto, la falsa erogazione di indennità di maternità, malattia e assegni familiari di fatto mai erogate, la fruizione di indennità di cassa integrazione non dovuta. Una vera e propria bomba che deflagra reati gravissimi in uso solitamente alla criminalità organizzata.

L'omissione contributiva complessiva sarebbe di oltre 760mila euro,  anche se l’ importo è destinato a crescere sensibilmente, oltre alle sanzioni di legge.
E' questo il bilancio di un'operazione condotta dai Carabinieri dell'Ispettorato del Lavoro di Perugia, nel quadro delle verifiche nei confronti di una azienda edile con sede in provincia di Caserta, ma operante da anni anche in Umbria e da tempo finita nel mirino della Benemerita per una sequenza notevole di condotte  apparse più che sospette.

I militari, si legge in una nota, in sinergia con i funzionari della Direzione Provinciale del Lavoro e dell'Inps, nell'esaminare oltre un centinaio di posizioni lavorative attivate dall'azienda negli ultimi anni, hanno appurato la dinamica posta in essere,tesa all'evasione sistematica dei contributi per i dipendenti, nonché ad altre condotte illecite, frutto evidentemente di una pianificata e certosina azione richiedente competenze specifiche specie nel campo della consulenza del lavoro.

In particolare, prosegue la nota, sono stati denunciati e per questo versanti ad oggi in posizioni gravissime,  il responsabile della ditta C.R. (Corbo Raffaele, ndr - 34 enne, di Sessa Aurunca), la moglie N.A. (37 enne) e  il consulente del lavoro G.G. (Giovanni Grimaldi, ndr - operante nella provincia di Caserta), incaricato della gestione delle paghe e dei contributi.

La donna, impiegata nella società, è stata denunciata in concorso con il marito per aver prodotto false dichiarazioni reddituali finalizzate alla fraudolenta erogazione di assegni familiari.

I lavoratori dipendenti (T.A. 62 ; P.F. 54 enne, T.A. 58 enne, T.G. 62 enne, A.P. 39 enne, ; D.G.R. 41 enne e D.G.D. 39 enne,) sono stati denunciati per aver percepito indennità di disoccupazione non dovuta in quanto riferita a periodi in cui sono risultati occupati alle dipendenze della ditta.
Sono in corso, per questi fatti, ulteriori accertamenti che  coinvolgono anche altre forze di Polizia, non ultimo il nucleo antifrodi della Guardia di Finanza,  per verificare la procedura di erogazione ed appurare il coinvolgimento di altre persone. 
 

L’ inchiesta nelle ultime ore lascia pensare ad una sua probabile estensioni a macchia d’ olio anche in altre regioni della penisola. Per la cronaca l’ imprenditore sessano è anche Coordinatore del nucleo locale del PSI di Caldoro e lo stesso Commercialista, Giovanni  Grimaldi,  risulta essere  esponente del medesimo  partito oltre che fratello del Consigliere regionale della Campania, on. Massimo Grimaldi.

Fonte: CASERTACE
Martedi 28 dicembre 2010

Maradona

domenica 2 gennaio 2011

Il lestofante

Da alcuni giorni sono apparsi dei volantini con il titolo ""LESTOFANTI"":  l' autore potrebbe essere Gennaro Mannillo oppure un altro componente di Insieme per cambiare.

Mi chiedo e molti cittadini si chiedono: chi potrebbe essere il lestofante a cui si rivolge l'autore?

Potrebbe essere Enzo Ceraldi?

Cerchiamo di capire. Enzo Ceraldi a parte i suoi Hobbies, velina dei dimissionari ed addetto stampa della ""famiglia"" Grimaldi, svolge la professione di Avvocato, gestisce un sito di ""famiglia"", ed è stato per cinque anni badate bene cinque anni dal 2003 al 2008 Assessore alle finanze del Comune di Carinola Amministrazione Di Biasio.

Seguendo le sue teorie sulla tassa dei rifiuti é Lui il responsabile degli aumenti, vi spiego il perchè.

Mannillo sostiene che nei due anni ha migliorato il servizio ed ha aumentato la tassa in modo contenuto in conseguenza delle bonifiche effettuate sul territorio: Selleccola (2000 Tonnellate rimosse e sversate con la somma di Euro 320.000,00 grazie anche alll'intervento dell'Esercito).
Nell'anno 2010 Mannillo in crisi politica ha approvato la tassa per € 2.80 al mq confermata nel bilancio di Previsione 2010.
Nell'anno 2010 i Commissari hanno determinato un aumento di 0,80 al mq portando la tassa ad € 3.60 al mq: la più alta della Provincia di Caserta.
Enzo Ceraldi asserisce che il ruolo sia stato formato con i debiti del passato. Quali debiti? Quelli accumulati dal 2003 al 2008 quando Ceraldi era Assessore. Potrebbe essere Lui il Lestofante a cui si riferiva Mannillo? La risposta ai lettori ed agli elettori attivi e passivi.

Trifasico

venerdì 31 dicembre 2010

Bbuche bbuche


Gentilissimi miei signori, noi vi faremo un grande inchino
siamo sinceri di vero cuore e siamo afflitti pellegrini.

Siamo stati a Bettelemme la capanna a visitare
ru giureo de Gerusalemme non può reggersi e camminare.

Siamo giunti nella grotta giusto a coro di mezzanotte
dove nacque il divino Agnello tra il bue e l’asinello.

Centoquarantaquattromila di fanciulli preparati
furono messi a fila a fila quegli agnelli immacolati.

E San Pietro riparava quelle grandi coltellate.

Ih che fece quel gran Santo venne in sogno a Costantino
e che San Silvestro aveva una specifica divina

Costantino imperatore fu lebbroso di natura
per sanarsi il suo malore ne voleva sentir la cura.

Chiamò dentro il suo capitano e col suo reggimento intero
dette ordine di partire Santo Silvestro a visitare.

Mentre Messa lui diceva poche rape seminava
poche rape lui faceva per far mangiare ai soldati.

Dai soldati istupiditi furono cotte e ben mangiate
con quell’acqua battesimale solo quella lo poté salvare

Bbuche buche e violino cu’ chitarra e mandolino
Mamme e figli  tutti  uniti se ne andavano in allegria.

Nuj tenemmu nu ciucciariegliu ca l’avemma scurtecane
la carne la ramm’a ri gliupi e la pelle a ru bbuche bbuche.

Quant’onore avemm’avuto rent’a sta casa ammu trasutu
e tenetece sempe a mmente ca nuj semmu brava ggente.

Oi Sperlonga mia Sperlonga e persino alla Maddalena
e che Dio ve la guarda a questa vostra bella mugliera.

Oi Sperlonga mia Sperlonga e persino a Santo Vito
e che Dio ve lo guarda  a questo vostro bello marito.

Oi Sperlonga mia Sperlonga e persino a San Giovanni
e che Dio ve li guarda i vostri figli e tutti quanti.

E a voi padrona di casa e cacciatece ‘na bella spasa
d’auciati e susamiegli e ‘na trentina de beccheriegli.

E se poi ci canta il gallo
a tutti quanti buon principio d’anno.

L’anno vecchio se n’è andato e domani è l’anno nuovo
comme ce semmu arrivati auannu, arriveremo da cca a cient’anni (x 3).

Oi Maronna ca ‘Mparavisu stai
libera ‘sta casa da le pene e da ri ‘uai.
Oggi è San Silvestro e nui facemmu festa,
curri padrone ca la 'otta  cola
fa priestu e fa currenne c’amma ine camminenne
fa priestu e nun tardà ru bbuche bbuche  ‘o camminà
ru bbuche bbuche  ‘o camminà
ru bbuche bbuche  ‘o camminà!

Questa lunga e bella canzone augurale di fine anno quasi certamente è giunta a noi dal sessano. Non sappiamo, originariamente, in quale periodo possa  essere collocata, ma sicuramente, passando di anno in anno e di bocca in bocca, ha subito molte modifiche ed alterazioni al punto che alcune parole o frasi sembrano non avere un senso logico.
La canzone si appoggia sulla leggenda e sulla storia di San Silvestro I, Vescovo di Roma, il quale liberò la città da un drago  che seminava fetori e malattie   e che riuscì a guarire l’imperatore Costantino dalla lebbra. Facendolo immergere in una vasca con acqua battesimale invece che in una vasca piena del sangue di fanciulli appena nati, come gli avevano suggerito i medici di corte, il Santo guarì completamente l’ imperatore. La leggenda continua con un documento agiografico dove si afferma che Costantino, prima di imbarcarsi per l’ Oriente, per riconoscenza della sua guarigione donò l’Italia e l’Occidente a Silvestro e depose personalmente  l’atto di donazione sulla tomba di San Pietro. Nello stesso documento fu riconosciuta la supremazia del Vescovo di Roma sui Patriarchi di Alessandria, Antiochia, Gerusalemme e Costantinopoli. Questa grande mistificazione della donazione di Costantino  a San Silvestro andò avanti per tutto il medioevo e solo nel 1440 fu dimostrata  da Lorenzo Valla la falsità del documento che Papa Stefano II aveva divulgato nel 756 per  sottrarre la Chiesa al potere patriarcale bizantino.
Questo canto è il frutto che quel periodo ci ha elargito? In che modo e con quali mezzi è arrivato fino a noi?
Se qualcuno ha delle ulteriori informazioni e se esiste una versione diversa, lo faccia sapere. Saremo ben lieti di ampliare la nostra conoscenza e i nostri studi.
Buon anno a tutti.

Anno Vecchio