Articolo tratto da casertace.net
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Un lettore ci pone il questito all'indomani della notificazione al medico e neo primo cittadino di un provvedimento dell'autorità giudiziaria, che, di qui a due o tre mesi, potrebbe condurre al suo rinvio a giudizio
Salve, Vi scrivo per portavi a conoscenza che tra i 34 medici indagati nell'inchiesta "Asl - Piedimonte Matese" figura anche Luigi Salvatore Angelo De Risi (Luigi Di Risi il nome usato in modo errato nell'articolo). De Risi il 16 maggio è stato eletto Sindaco di Carinola (CE) nelle fila del NPSI. Leggendo il vostro articolo e gli articoli delle altre redazioni inerenti sempre alle stesse indagini a Carinola si è scatenata una polemica perchè ci sono dei giuristi che ritengono che in caso di condanna in primo grado di un sindaco per tale reato sia previsto il commissariamento del comune!!! Potete approfondire??? Grazie.
Lettera firmata
LA RISPOSTA DEL DIRETTORE:
Non è cominciata, dunque, certo bene l’avventura di Luigi De Risi, all’anagrafe Luigi Salvatore Angelo De Risi alla guida del Comune di Carinola. Il suo nome, infatti, risulta presente nell’elenco dei 34 medici indagati dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per il reato di peculato. Un’indagine chiusasi con l’invio delle comunicazione ai sensi dell’articolo 416 bis del codice di procedura penale e che di qui a uno massimo due mesi, quando gli indagati stessi avranno, eventualmente, presentato alla procura stessa elementi a loro discolpa, attraverserà un altro bivio importante: quelle delle più che possibili, a questo punto, richieste di rinvio a giudizio, con annessa fissazione dell’udienza preliminare, alla fine della quale, ascoltate accusa e difesa, il giudice, che in questa funzione, si chiama, appunto, giudice per l’udienza preliminare (gup), deciderebbe, nel caso, se mandare o meno a processo gli indagati.
Il reato contestato a De Risi rende ancor più delicata la sua situazione, dato che il peculato appartiene proprio a quella categorie delle patologie dei funzionari della pubblica amministrazione. De Risi, dunque, secondo l’ipotesi accusatoria che si va, mano mano, consolidando nella testa dei magistrati inquirenti, da dipendente pubblico, cioè da dipendente di un’ospedale dell’Asl “Caserta uno” avrebbe introitato guadagni illegali, dopo aver dichiarato l’adozione del regimeintramoenia, non trasferendo all’Asl la parte di incassi (fifty fifty, cinquanta e cinquanta) che gli derivavano dall’esercizio dell’attività di medico specialista privato, in aggiunta a quella di medico nella’ambito di una struttura ospedaliere pubblica. Siccome De Risi è diventato sindaco di Carinola lo scorso 16 maggio, appoggiato da una lista civica che faceva perno sulla regia politica del consigliere regionale del Nuovo Psi, Massimo Grimaldi, uomo vicinissimo al governatore della Campania, Caldoro è evidente che un’accusa di peculato finisce, comunque, per pesare nell’attività di un sindaco, per di più tanto collegato con autorevolissimi ambienti istituzionali, quand’anche si tratti di un’accusa che non è stata ancora provata in un processo e, dunque, tocchi una persona innocente fino a sentenza definitiva di Cassazione passata in giudicato.
Per il momento, Casertace non prende posizione e attende gli eventi, proponendosi, però, di seguire, con attenzione, l’evoluzione del percorso giudiziario.
E veniamo alla polpa della lettera giuntami: a Carinola, qualcuno dice che il peculato, in caso di condanna di primo grado dell’imputato porti automaticamente alla decadenza dalla carica pubblica ricoperta. Non è proprio così, ma neanche si tratta di una fregnaccia a assoluta.
Dò un contributo di chiarezza al lettore: cominciamo a dire che la contestazione che viene fatta a De Risi riguarda il primo e non il secondo comma dell’articolo 314 del codice penale: dunque si tratta di “peculato” e non della sua variabile più blanda di “peculato d’uso”, che si fonda, a differenza della versione ordinaria del reato, sul trattenimento temporaneo da parte del funzionario pubblico dei beni di proprietà altrui, allo scopo di farne, appunto, “uso temporaneo”. La precisazione è importante perché questa, in passato, fu materia dibattuta nel casodella decadenza del sindaco di Messina, fino a che una sentenza della Corte costituzionale, innescata da una contestazione di legittimità sollevata dalla Cassazione, non chiuse il casoconsiderando incostituzionale un articolo del decreto legislativo che metteva a riparo dall’ineleggibilità e, dunque, dalla sospensione, chi era stato condannato per la fattispecie meno grave di peculato d’uso e, dunque, equiparando, per gli effetti relativi al mantenimento delle cariche pubbliche il peculato pieno a quello d’uso,
Quello ipotizzato per De Risi è, dunque, peculato, diciamo così, pieno. E allora non resta altro da fare che ricorrere alle norme contenute nel Testo Unico degli enti locali, precisamente al combinato degli articoli 58 e 59, i quali, da un lato elencano tutti i reati che, in caso di sentenza definitiva passata in giudicato e in caso di patteggiamento decretano l’annullamento, dunque, la cancellazione dell’elezione del condannato, dall’altro, proprio nell’articolo 59 associano il provvedimento meno afflittivo della sospensione a chi ha riportato condanne non definitive per quei reati, tra cui c’è proprio quello dell’articolo 314, cioè il peculato.
Per farla breve, siccome una condanna di primo grado, al pari di una condanna di secondo grado, non è condanna definitiva, si ci limita alla semplice sospensione. Ordunque, se De Risi, da qui a uno o due anni (questo dipende dai tempi della giustizia) fosse condannato per peculato, sarebbe automaticamente sospeso dalla carica di sindaco, Sospeso e non decaduto. Il che significa che non si andrebbe automaticamente a nuove elezioni, ma sarebbe il suo vice a guidare le sorti del Comune di Carinola,
Spero di essere stato chiaro.
Gianluigi Guarino