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giovedì 2 giugno 2011

REFERENDUM: giovani in movimento

Per fortuna tutta l’Italia, o quasi, ha capito l’importanza del prossimo referendum, ma purtroppo c’è sempre  una fetta di popolazione che non la capisce e se ne sta tranquilla a casa invece di andare a votare. Per far si che si raggiunga il quorum del 50% più uno che assicuri la validità delle votazioni, è opportuno che tutte le forze disponibili si diano da fare per informare i cittadini e li convincano ad andare a votare.

E’ quello che sta succedendo anche a Carinola.

Da circa un mese,  un gruppo di giovani e meno giovani si  riunisce nell’oratorio di Casanova per approntare una campagna informativa per la cittadinanza carinolese e regalarle anche una serata diversa, all’insegna della musica e dell’informazione referendaria.

Ma per potere mettere insieme una serata simile c’è bisogno di impegno, buona volontà e un po’ di soldini per affrontare le spese che inevitabilmente si devono sostenere.

Nonostante molti amici abbiano fatto a proprie spese le fotocopie per il volantinaggio e diversi gruppi musicali abbiano dato la propria disponibilità gratis perché consapevoli dell’importanza della manifestazione, c’è tuttavia la SIAE da pagare, un palco da affittare, il servizio tecnico, l’attacco elettrico con ENEL e altre spesucce varie.

Oltre ad auto-tassarsi, il gruppo ha bisogno anche dell’aiuto di tutti i commercianti di Carinola che possano elargire un piccolo contributo per la buona riuscita della manifestazione, per cui rivolgo a loro l’invito ad accogliere questi ragazzi e partecipare con fiducia alla loro richiesta: quello che stanno facendo, lo fanno per tutto il popolo carinolese e non per loro stessi. Il minimo che tutti noi possiamo fare è condividere ogni sforzo che si fa per il nostro benessere comunitario.

Grazie a tutti.

Una di loro

mercoledì 1 giugno 2011

Analisi primo Consiglio Comunale (2)

Che noia fare un’analisi su Massimo, ma in qualche modo bisogna pure afferrare il senso delle scelte prodotte nel primo consiglio comunale, svoltosi ieri a Palazzo Petrucci, in una sala consiliare capovolta per l’occasione. Quindi cominceremo proprio da questo. Invertita la disposizione dei tavoli, ci si è ritrovati in una sala molto più ariosa, dove il popolo era sopra, gli amministratori qualche gradino più sotto. Ma per ora sembra solo simbologia derisiana. La notizia invece è un'altra, ed è fin troppo semplice fare sarcasmo sui due dinosauri, Marrese e Russo, fuori dalla giunta e da incarichi per la prima volta, variamente ringraziati per il “passo indietro”, seduti nei pressi del presepe, uno accanto all’altro, scambiandosi mezzi sorrisi, tentando di smorzare il colpo, la botta, la mazzata, o come volete chiamarla, di Massimo Grimaldi. Poco lontani dai Re magi ( ossia i tre assessori esterni, Tonino Pagano, Antonio Giorgio, Fabio Passaretti) , i due sembravano quasi volersi abbracciare per consolarsi dal freddo politico.
Certo Giggi ha avuto fermezza, ma prima, madonna, quante ne ha tentate. Correva voce di parecchi assessorati proposti nelle ultime 48ore, da Casanova a Nocelleto, passando per Carinola. AAA si cercavano disperatamente volti puliti, professionisti, ragazzi e ragazze da mettere in giunta, ed alla fine ha accettato un ventitreenne, Fabio Passaretti, un bravo ragazzo, tranquillo, studente di ingegneria. Ovviamente di Nocelleto. Ma perché non individuarli prima che si trionfasse, permettere una formazione, farli arrivare in giunta a poco a poco, magari quasi alla fine della turnazione?Perchè all’ultimo momento? Massimo Grimaldi così ha deciso, premiando solo Luigi Verrengia con la vicesindacatura per tenerlo buono per il dopo-Giggi. Infilando due suoi componenti nelle commissione elettorale ( il diligente Nardelli ed il piccolo Di Spirito) ha poi espresso il desidero che Carinola restasse senza assessore, in cambio Peppe del Prete si accontenta della presidenza del Consiglio. E ancora il piccolo Di Spirito vicepresidente.
Massimo, in poche parole ha fatto capire a tutti che ha lo scettro in mano, ma questo Russo e Marrese lo sapevano fin dall’inizio eppure hanno accettato di remare per lui e per Giggi. (Essere più forti, trionfare, sedersi sul comune, questo dolore che Carinola sopporta). Ma con queste scelte di forza Massimo fa capire soprattutto a chi non lo ha votato, a chi voterà, che con lui si può far tutto. Dalla mattina alla sera siedi in consiglio comunale, entri nelle commissioni, diventi assessore. Sei grande, famoso. Tutto questo a costo dello svilimento del significato di formazione politica-amministrativa. Con lui fai prima l’amministratore e poi la formazione.
Ma qual è il prezzo che Carinola paga? Certamente è molto pericoloso questo metodo, in quanto chi si affaccia alla politica per la prima volta ha bisogno di formarsi da solo, farsi da solo, pensare da solo, decidere da solo, ovviamente con un gruppo fidato alle spalle. Ma per ora la gente vuole questo.

DeLucis

Analisi primo Consiglio Comunale (1)

Con la riunione del consiglio comunale di ieri si è completato l'organigramma della squadra che collaborerà col neo sindaco di Carinola. Con la nomina della giunta, del presidente del consiglio e commissioni varie, gli adempimenti preliminari sono stati tutti ultimati e bisogna solo operare. Non ci sono più ostacoli all'inizio dell'azione di questo sindaco che ha sempre eruttato progetti in tutti i campi, da quello delle finanze comunali a quello dell'economia, senza tralasciare lo sport e il sociale. Se realizzerà la metà dei progetti che ha predicato in tanti anni, Carinola diventerà una piccola Svizzera. L'eminenza grigia della lista ha pensato a tutto mettendogli tutti i mezzi a disposizione, lui ci deve mettere solo l'impegno.
Mai nessun sindaco ha potuto avere a disposizione tanti mezzi ed agganci amministrativi come questo. Ha un assessore proviciale eletto con lui, ha il presidente del bilancio regionale che lo protegge, inoltre, cosa non da poco, una giunta oltremodo docile.
Sua eminenza con una grandiosa manovra politica ha eliminato i dinosauri che avrebbero potuto intralciare il lavoro della giunta.Veramente encomiabile questa operazione che ha portato all'estinzione dei due dinosauri sopravvissuti. Dopo aver eliminato Mannillo, Di Lorenzo e Di Biasio adesso ha ingabbiato anche Marrese e Russo dopo averli sfruttati elettoralmente. Prime mosse azzeccatissime da parte dell'allenatore che ha fornito anche una squadra che più arrendevole di così non si poteva trovare: Giorgio, Verrengia, Passaretti non sono dei piantagrane, tantomeno Pagano, da sempre grande elettore del sindaco. Questi ora non ha alcuna giustificazione o alibi per sottrarsi alla concretizzazione dei suoi programmi. Nessuno lo disturberà e tutti lo aiuteranno, anche se qualcuno  volesse ostacolarlo non ha la forza per farlo, visto che in consiglio ci sono tutti gruppi politici singoli.. Non potrà certo essere disturbato dall'ipotetico gruppo dei due dinosauri eliminati,  adesso contano i numeri non i voti. Un consigliere di cinquecento preferenze vale uno, quanto quello di centocinquanta.
Quindi il sindaco può e deve lavorare in tutta serenità, abituandosi anche  a pensare prima di parlare, cosa non facile per lui. Ieri sera ha confermato questo suo difetto cronico gaffando nei confronti della maggioranza, nei confronti di Di Spirito e dell'opposizione nei confronti della lista di Zannini. Ha rivelato coram populi che Di Spirito non ha voluto cariche e che non voleva nemmeno quella simbolica di vice presidente del consiglio per paura di dover parlare. Ha poi apostrofato i componenti della lista  Coraggio e Libertà col termine "guagliuni". Bene ha fatto Zannini a rintuzzarlo fermamente, ricordandogli che tutti i componenti la sua lista ed anche i supporters, sono stimati professionisti. La reazione dell'altro  arriverà quando capirà. Si spera che in futuro faccia attenzione alle sue parole ricordandosi di essere il sindaco e non un politicante da bar. Tutto a gonfie vele dunque, perciò sindaco lavora e se possibile in silenzio.

Sfreccero

Circuito socio-Culturale Caleno


A breve sarà operativa la nuova ONLUS Circuito socio-culturale Caleno (C.C.C. ONLUS). L’associazione si pone come proposito quello di creare uno spazio culturalmente attivo, aperto a chiunque abbia a cuore l’equitá sociale, la cultura, la promozione di attivitá socio culturali in Italia e all’estero tramite progetti di cooperazione, progetti che permettano di ideare e promuovere attività artistiche, culturali, teatrali e artigianali. Il Centro è un’associazione senza scopo di lucro che ha come fine quello di divenire l’epicentro di un laboratorio di idee e attivitá in continua evoluzione, un luogo aperto a tutte le menti fervide della zona e non, così come a gruppi e realtá di ogni tipo. Dopo i successi di iniziative quali il Lunarte Festival giunto ormai alla 5ª edizione, ci proponiamo di far crescere l’idea della cultura vista come un propellente dinamico capace di creare e sviluppare le potenzialitá di giovani e meno giovani.
Chiediamo per tanto l’aiuto di tutti coloro vogliano in un modo o nell’altro collaborare con noi in questo affascinante ed ambizioso progetto. Stiamo allestendo la nuova sede del centro che si trova nella piazzetta dei Laurenzi a Casanova di Carinola (Via Grangelsa 87) e come si puó ben immaginare, c’è bisogno di tutto o quasi, oltre a tanto lavoro da fare.
Chiunque abbia in casa oggetti o materiale vario da buttare via o riposto in qualche dimenticata dispensa o cantina ha dunque la possibilitá di contattarci. Verremo a vedere quello che vogliate darci (in forma di prestito o come donazione) e lo porteremo ed useremo come allestimento per la sede.
Gli oggetti ed i materiali di cui abbiamo bisogno possono essere : libri, libreire, scaffali, monitor, proiettori, PC, poltrone,  scrivanie e qualsiasi altra cosa vi venga in mente.
Se avete intenzione di collaborare con un’ iniziativa dinámica e nuova, che ha come idea base quella della partecipazione totale di chiunque abbia a cuore la cultura come base fondante dei rapporti sociali e come incentivo per lo sviluppo e l'evoluzione di tutti, non esitate a contattarci all’indirizzo mail ccclunarte@gmail.com

oppure contattate:  
Mario Piccirillo (mariopicci@gmail.com) 3386811004
Michele Sorvillo (misorvillo@yahoo.it) 3386812014
Pasquale Passaretti (passarettip@hotmail.it) 3890582014
Giorgio Di Lorenzo (giogridi@hotmail.it)

Grazie a tutti dallo staff della C.C.C ONLUS!!!!!

lunedì 30 maggio 2011

Viva Giggino!

De Magistris è sindaco di Napoli. Un altro "Giggino" (così viene chiamato dai suoi amici) che però ha in comune con il nostro Giggino, purtroppo, solo il nome. Rappresentante di un nuovo modo di fare politica, fatto di idee concrete e non di intrighi, saltimbanchi e cambiacasacca a tradimento, una persona pulita che non è mai sceso a compromessi con i poteri forti. La sua vittoria è la dimostrazione che l'impegno a favore della legalità alla lunga paga, e sopratutto che il nostro capoluogo regionale si è finalmente svegliato. Ciò lascia ben sperare anche per il nostro futuro locale, dove per il momento le coscienze sembrano ancora addormentate e dove si è preferito continuare con il "meno peggio", dando il comune in mano a una banda di politicanti da quattro soldi con a capo un pagliaccio politico, che solo a sentirlo parlare, con i suoi discorsi vacui di chi non ha il minimo senso della realtà, mi viene da piangere. 

Ma ripenso ai risultati di Napoli e Milano - e un sorriso stampato sul viso, oggi, non me lo toglie nessuno.
Ovvio, queste alla fine sono piccole cose se ci si pensa bene, nel senso che ci vuole ben altro che una sconfitta del governo alle comunali, per cambiare un Paese complessamente infognato come il nostro. Ma forse è arrivato quel segno tanto atteso che l'aria sta cambiando. 
Se persino Milano volta pagina, dopo 20 anni, magari il berlusconismo  si sta sgretolando. Visto che lui ha contribuito a farla, Milano. 
O almeno si comincia ad avvertire quella nausea tipica prima di un'indigestione. Quell'alito pesante.
Tutto e' meglio di quello che abbiamo dovuto tollerare in questi ultimi anni. L'ignoranza becera, la papponeria, il ladrocinio legittimato. Legittimato a tal punto che improvvisamente non si sono dovuti manco piu' nascondere, i criminali, visto che gli si e' creato un habitat favorevole. Sono usciti dalle loro tane e gongolano in doppio petto, trionfanti. 
Eppur si muove - nonostante l'intossicazione mentale-televisiva, la lobotomizazzione degli adolescenti, il fumo negli occhi, il populismo sudamericano, la piacioneria sboccata da bar che tanto piace a certi italiani, le promesse di soldi facili ... la gente gli ha votato contro. E dico tutti, pure quelli che sventolavano le bandiere ai suoi comizi. 
Vuol dire, probabilmente, che tutta quella schiera di gente che fino a ieri ci ha mangiato sopra, chi piu' chi meno, ora si trova improvvisamente a bocca asciutta. Non ce n'e' piu' per nessuno. Neanche gli scarti, sono rimasti, di quel festoso banchetto andato avanti per anni.

Onesti o criminali, il pane e' finito. E chi prometteva la moltiplicazione di pani e di pesci si ritrova ad arringare piazze vuote.
Se qualcuno ha la voglia e la forza di far cambiare rotta alla politica italiana, questo e' il momento giusto. Se veramente ci fosse qualcuno.
Se qualcuno cogliesse il segnale e lo incanalasse, non dico a rivoluzionare il sistema, ma almeno a renderlo piu' razionale, vivibile. 
Non per noi, sinceramente, ormai la nostra generazione e' andata cosi', c'e' poco da riparare. Per i figli che metteremo al mondo, un giorno, si spera.


Basco Amaranto


Ru Carrettiegliu de ru priatorio

Dopo quasi 20 anni ieri a Casale di Carinola si è svolto l’ultima parte “de Ru carretiegliu de ru Priatoriu”, è stato un grandissimo successo. Sabato pomeriggio il comitato di Maria Ss. Delle Grazie alle ore 14,30 ha iniziato il giro di tutte le contrade di Casale per raccogliere tutti gli oggetti che il popolo Casalese ha voluto donare. Il giro con il carrettino è terminato quasi alle ore 20.00, e tutti quello che è stato raccolto è stato portato all’oratorio Parrocchiale di Casale, e stato bellissimo vedere tutto il salone dell’oratori riempito da generi alimentari a oggettistica varia. E’ proprio vero, il popolo Casalese ha nel cuore Maria Ss. delle Grazie. Per il comitato festeggiamenti, la serata è stata molto lunga, poiché hanno dovuto creare tutti i lotti per poi poterli vendere il giorno successivo, il lavoro è terminata alle ore 01,30 . Il giorno successivo il 29 il comitato dal primo mattino già era all’opera per cercare di organizzare tutto al meglio. Dopo un ripasso di tutti i lotti creati la sera precedente, si sono spostati nella piazzetta di Casale dove hanno iniziato ha preparare tutto per il pomeriggio. Alle ore 17.30 lo start dopo moltissimi anni ecco inizia “Ru carretiegliu de ru priatoriu”, le persone che si trovavano nella piazzetta hanno subito iniziato a comprare quello che il banditore Carmine A. metteva all’asta. La serata è terminata alle ore 22.00, ed è stato un pomeriggio veramente divertente sia per gli adulti che per i bambini. Alla fine della serata guardando in faccia tutti i membri del comitato, si poteva riscontrare che erano molto stanchi, perché  sono stati due giorni molto faticosi, però nei loro volti si poteva anche guardare la contentezza di aver fatto passare un pomeriggio in allegria a tutto il paese e di aver fatto rinascere una tradizione che ormai a Casale era svanita nel nulla. Il comitati Maria Ss. delle Grazie ringrazia di vero cuore tutto il Popolo Casalese per tutto quello che fanno per la riuscita della Festa di Maria Ss. delle Grazie.

venerdì 27 maggio 2011

Il morso del serpente

Le cose cominciarono a complicarsi quando i Progenitori si abbandonarono al morso seduttore del Serpente. Dopo, non si accontentarono più della conoscenza: vollero l’onniscienza. Non si accontentarono più dell’autorità: vollero l’onnipotenza. E il Serpente, soddisfatto della sua opera, cominciò ad essere il padrone indiscusso degli animi trasformando la semplicità in scaltrezza, la fame in ingordigia, la condivisione in sopraffazione, la verità in menzogna. Il Giardino lussureggiante divenne deserto arido e pietroso; non più luogo di felicità, ma luogo di espiazione: la Terra era infine nata.

In questa enorme landa deserta, un pezzo del Giardino primigenio, chiamato Carinola, resistette fino a quando il Serpente non lo scoprì e volle impadronirsene. Vi disseminò le famiglie più pericolose e velenose dei suoi figli e, con pazienza, aspettò...

Tra le spire di questi rettili, il territorio calinensis cominciò la sua lenta, ma inesorabile trasformazione. Una volta distrutte le lussureggianti foreste montane, rinsecchiti e infettati i ruscelli limpidi e chiacchierini, sostituiti i fiori silvestri con cumuli di sudiciume maleodorante, dispersi e allontanati gli animi dissidenti, Carinola fu preda dei voraci serpenti che continuarono senza sosta l’opera di distruzione.

Il territorio era comunque troppo piccolo per l’enorme voracità dei rettili ed essi cominciarono a mordersi tra di loro in una feroce lotta per la sopraffazione. Annientato il python biasionis, zittiti gli elapidi juniores, schiacciati gli aspis viperidae, l’anaconda regia si nascose soddisfatto sull’Albero del Libero Arbitrio per dettare la sua volontà, facendosi aiutare dal fedelissimo serpente corallo, senz'altro minuscolo rispetto a lui, ma capace di stregare con i suoi sgargianti colori ottenuti con innumerevoli mutazioni.
Gli aspis viperidae erano tosti, molto tosti ad arrendersi. Sebbene schiacciati al suolo dal peso dell’ enorme anaconda regia, le teste di tutto il parentado schizzavano fuori come saette e continuavano a mordere, a mordere,  scagliando il loro veleno contro chiunque si trovasse a tiro, anche contro chi non c’entrava proprio nulla ed era solo di passaggio. Non sapendo accettare la definitiva disfatta, gli aspidi cominciarono ad accusare gli altri della loro sconfitta, incapaci di valutare il peso della loro forza che, in confronto a quella dell’anaconda regia, era ben misera.

Quando finalmente se ne resero conto, si dileguarono in silenzio lasciando al suolo un’enorme pozza di viscido, rivoltante veleno.

La lotta era stata infine debellata, ma quale impavido combattente riuscirà a debellare l’anaconda e a ristabilire l'ordine primigenio?... Mah!

Dubius Dubiosis



mercoledì 25 maggio 2011

La compagnia si ritrova

Era passato ormai un mese dalla fine del Grande Gioco di Biasox. I coraggiosi di Micheligno cercavano tutti di riposarsi e di ritornare alla vita semplice, di tutti i giorni.

Il successo da loro ottenuto aveva fatto il giro di tutta la contea, e ormai tutta la popolazione era a conoscenza dell’avvenimento.

Micheligno non riusciva a dormire pensando a quanto era accaduto.

Ricordava con molto piacere e con tanta emozione i giorni precedenti al grande gioco, fatti di passione, e di lotta contro il tempo.

Ora però un funesto pensiero gli sobbalzava continuamente per la mente, e si chiedeva: “ E ora che ne sarà di me?” Pensava ancora parlando con se stesso :

” Siamo stati capaci di vincere un’azzuffata, aiutati anche dalle energie, del poco peso, dei nostri pochi anni, ma ora come continuare l’opera come membro del gran consiglio”?

Non trovando risposta nei suoi pensieri decise: “Ricomincerò da dove ho iniziato!”

Fu cosi che si mise in viaggio verso la montagna di Kasanovia per cercare il pastore Franz.

In poco tempo arrivò alla casa del barbuto pastore, che come sempre era intento a curare il suo buon vino, che produceva dalla sua vigna.

Dopo averlo cercato per tutta la capanna, Micheligno, conoscendo le abitudini di Franz, scese in cantina, e fu così che riuscì a trovare Franz che travasava il vino a suo modo, ovvero dalla damigiana al suo stomaco. Lo trovò riverso per terra con stretto tra i denti un tubo che usciva dalla damigiana, anche se annebbiato dai fumi dell'alcool riuscì ad intravedere il giovane e perfino a riconoscerlo. Dopo avergli dato tre o quattro pacche sulle spalle che gli procurarono una quasi polmonite costrinse il malcapitato Micheligno a tragugiare tutto di un fiato un boccale di vino. Per una persona quasi astemia bere tutto quel vino alle nove del mattino... sono da immaginare le conseguenze.

Dopo i saluti affettuosi e... dolorosi Franz portò il giovanotto a spasso tra i suoi olivi in modo che all'aria aperta avrebbero parlato meglio. Micheligno espresse le sue perplessità e le sue preoccupazioni al canuto amico, gli disse che non sapeva di chi fidarsi e che aveva paura dei tranelli di Biasox e del suo visconte Giano Trifronte divenuto nel frattempo El Querelator (anche se ormai relegato ad una posizione del tutto secondaria) - senza dimenticare il padrone di turno il marchese De Grimaldellis, che spadroneggiava nella contea per mezzo del cerusico don Luis de Santa Cruz, che aveva messo a capo di questa.

Franz, tra un singhiozzo e l'altro, cercò in tutti i modi di rassicurarlo sulla fedeltà dei suoi amici e sulla compattezza del gruppo. Mentre tornavano verso la capanna furono investiti da un effluvio di profumi vari per cui entrambi all'unisono dissero: c'è il politologo di Sanseverino! Non avevano sbagliato, e anche se mancavano ancora più di un centinaio di metri dalla capanna, il profumo francese che era solito usare il politologo gli aveva anticipato la sua presenza. Questi poco riusciva parlare in quanto aveva consumato tutte le sue energie nel raccontare alle donzelle le sue imprese nel grande gioco. Naturalmente aveva ingigantito sempre di più il suo racconto tanto che tutti erano convinti che l'esito della battaglia era esclusivo merito suo, ed anche lui.

Con la poca voce rimastagli raccontò che la dama Laura de Passerottis aveva affrontato gli armati del marchese Grimaldellis difesa dagli sgherri di Biasox, ma che questi appena trovatisi nella mischia l'avevano abbandonata al suo destino nelle mani degli avversari. Gli sgherri l'avevano legata nella fontana della piazza di Nocellum, e dopo averle tagliato i capelli l'avevano ricoperta di pomodori della fabbrica locale, famosi per il maleodore che procuravano e che rimaneva per mesi. Dopo il linciaggio, la dama aveva giurato di non voler più vedere Biasox e annunciato di ritirarsi nel convento di San Martino come eremita.

Mentre continuavano nei commenti, il galoppo di un cavallo li portò fuori della capanna, dove giunse il giovane Tussolotto da Ripabene. L'arrivo di Tussolotto preoccupò non poco Micheligno, il quale sapeva che questi era l'incaricato di sorvegliare le mosse di tutta la comitiva di lazzaroni che spadroneggiavano nella contea. La sua abilità era rinomata: riusciva a controllare Biasox mentre parlava con Giano e nello stesso tempo riusciva a sentire le arringhe di Mattia il gerarca e sapere le decisioni di Grimaldellis in tempo reale: leggenda vuole che avesse il dono dell'ubiquità. Tussolotto li rassicurò dicendo che li voleva informare che Grimaldellis aveva organizzato la prima riunione generale di tutti i suoi bricconi e che nel frattempo Biasox ed i suoi accoliti per i forti mal di pancia mangiavano tanti di quei limoni che erano costretti a rubarli.

Li informò inoltre che un individuo, alquanto basso e paffutello, si aggirava nelle piazze di Calenum chiedendo di Micheligno, non sembra pericoloso però meglio fare attenzione. Franz subito si incaricò di risolvere il caso strozzando il misterioso personaggio ma Micheligno lo pregò di non preoccuparsi e di tornare ai suoi travasi.

Il politologo subito partì a spron battuto verso Calenum, avendo preso l'impegno del caso con una semplice strizzatina dell'occhio, proponendosi di risolverlo nel più breve tempo possibile grazie alle sue innate doti diplomatiche.

Continua...

Goffredo il Merlo.

L'oro Blu

riceviamo e volentieri pubblichiamo :

Ci stanno rubando l'acqua!
Come possiamo permettere che l'acqua, nostra madre, sia violentata e fatta diventere mera merce per il mercato? Per tutti i cristiani l'acqua è un grande dono di Dio e non può essere trasformata in merce.
'' Donna dammi da bere!'' chiede un Gesù stanco ed assetato, a una donna samaritana, nel vangelo durante la Quaresima, in tutte le chiese cattoliche del mondo.
L'ONU afferma che ,entro la metà del nostro secolo, tre miliardi di esseri umani non avranno accesso all'acqua potabile. E' un problema etico e morale 
di dimensioni planetarie che ci tocca direttamente.E' lo stesso Papa Benedetto XVI ad affermare nella sua enciclica sociale Caritas in Veritate n.27 che L'ACQUA E' UN DIRITTO UNIVERSALE DI TUTTI GLI ESSERI UMANI.
Il segretario della CEI, Mon. Mariano Crociata, ha affermato durante il convegno ad Assisi su ''Sorella Acqua'', in aprile 2011, che :'' In questo scenario conservano tutto il loro peso i processi di privatizzazione, che vedono poche multinazionali trasformare l'acqua in affare, a detrimento dell'accesso alle fonti e quindi dell'approvvigionamento, con conseguente perdita di autonomia da parte degli enti governativi.Il tema va affrontato dalla comunità internazionale, per uso equo e responsabile della risorsa, bene strategico- l'oro blu! -attorno al quale si gioca una delle partite decisive del prossimo futuro. Richiede un impegno comune, che sappia orientare le scelte e le politiche per l'acqua, concepita e riconosciuta come diritto umano, come bene dalla destinazione universale (...) A dire quanto queste problematiche tocchino la sensibilità comune, la Corte Costituzionale ha ammesso a referendum due quesiti, sui quali il popolo italiano sarà chiamato ad esprimersi nel prossimo mese di giugno''.
Come cristiani non possiamo accettare la legge Ronchi, votata dal nostro Parlamento (primo in Europa) il 19 novembre 2009, che dichiara l'acqua come bene di rilevanza economica. 
IL REFERENDUM DEL 12 e del 13 giugno sarà molto importante per bloccare questo processo di privatizzazione dell'acqua e per salvare l'acqua come grande dono per l'umanità.
Lettera di Padre Adriano Sella e padre Alex Zanotelli.

RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM...perchè il governo non farà passare gli spot nè in Rai nè a Mediaset.Sapete perchè? Perchè nel caso in cui riuscissimo a raggiungere il quorum lo scenario sarebbe drammatico per i governanti ma stupendo per tutti i cittadini italiani: Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. E' necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone.
Ripeto che il referendum non sarà pubblicizzato in TV.
I cittadini, non sapranno nemmeno che ci sarà un referendum da votare il 12 giugno. Quindi: i cittadini, non andranno a votare il referendum.
Vuoi che le cose non vadano a finire cosi? Pubblicizza il referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti.

Passaparola!

lunedì 23 maggio 2011

Gli indignados e gli ammosciados

Sono giorni che la nomenklatura spagnola trema sotto l'assedio democratico di migliaia di giovani che hanno deciso di prendere in mano il loro destino. La reazione è stata subito di repressione invece che di ascolto, per sentire e capire il motivo della protesta. Forse sanno benissimo quali sono le rivendicazioni anche senza averle ascoltate.
I giovani vogliono semplicemente lavorare, anche ad uno stipendio inferiore dei loro genitori. Non è possibile che nel cuore del vigore si stia con le mani in mano. Giustamente i giovani spagnoli hanno deciso di far sentire la loro voce e di premere su chi può e deve affinchè risolva il loro problema primario quello dell'occupazione.

Mentre in Spagna c'è il movimento degli indignados, in Italia c'è quello degli ammosciados. Una massa di giovani che dalle alpi a Pantelleria dormono di giorno e bevono di notte. Hanno perso, forse mai sentito, il sacro furore dell'indignazione. Non si indignano per niente, i potenti italiani piccoli o grandi che siano, possono passare sulle loro palle che tanto loro non si indignano. Non si indignano per la piena disoccupazione in cui li fanno vivere, non si indignano per la mancanza di prospettive future, non si indignano nemmeno quando affermano che loro alcuni lavori non li vogliono fare, come se stessero ad offrirli tutti i giorni. Non si indignano quando, con questa scusa, fanno arrivare centinaia di migliaia di stranieri, ammantando l'operazione come assistenza umanitaria. Non si indignano quando costringono questi poveretti a contendersi i pochi posti di lavoro con gli italiani a prezzi sempre più bassi.
Loro sono sempre più ammosciados, al sud bevono soltanto, al nord il sabato ascoltano anche la musica di Vasco Rossi e dopo di nuovo a dormire. Qualcuno che si indigna lo fa in modo sbagliato, partecipando alla lotta di una fazione politica contro l'altra, cadendo nel tranello del sinistra e destra ed attualmente Berlusconi ed anti Berlusconi. Questi ammosciados non comprendono che tutti i politici sono loro nemici, loro sono quelli che succhiano la linfa vitale di questa nazione, accumulando solo per loro grandi fortune che restano inutilizzate.
Loro fidano sulla mancanza di indignazione degli ammosciados perciò si permettono tre o quattro stipendi e macchine di lusso a spese di quella minoranza che lavora . Gli ammosciados non si indignano se questi personaggi, la gran parte mediocri ed incolti, godano di appannaggi favolosi come il presidente dell'ultima provincia d' Italia: Caserta. Il suo presidente gode di tre o quattro stipendi ed usa come auto blu, una cinquemila di cilindrata biturbo rottamando la ancora efficientissima Lancia Thesis. Inoltre ha nominato un suo parente direttore generale che gestisce quasi venti incarichi (anche Carinola) che gli fruttano quasi un milione di euro l'anno.
Loro possono, sanno che qui nessuno si indigna perchè non comprendono che se alcuni hanno tanti incarichi gioco forza altrettanti saranno disoccupati. Se un medico lavora in ospedale, a casa e per l'assicurazione è logico che tanti medici sono disoccupati. Se ingegneri, architetti, avvocati, fisici, chimici ecc. insegnano e poi esercitano la libera professione è logico che tanti sono disoccupati. Se i magistrati restano in servizio fino a settatacinque anni è logico che tanti siano disoccupati. Tutto questo accade perchè in Italia i giovani sono quasi tutti ammosciados, se non diventeranno indignados per loro i tempi saranno sempre più cupi. Tranne per i figli e nipoti dei politici, ovviamente.

Ignazyo Lorca

domenica 22 maggio 2011

La festa che riequilibra


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Gli echi delle sofferte elezioni della scorsa settimana vanno infine affievolendosi per lasciare il posto alla normalità. Una normalità che per alcuni ha il sapore amaro della sconfitta, per altri l’esaltazione della vittoria.
Si continuerà  a parlare di queste elezioni ancora per qualche tempo, ma intanto i cittadini stanno lentamente rientrando nei ranghi, occupandosi delle proprie quotidiane faccende; cercando di allontanare  le ostilità politiche che ha diviso gli animi.
Ed ecco subito la “festa di maggio” che riporta un po’ di equilibrio in una comunità troppo manipolata dagli interessi politici, troppo sballottolata di qua e di là senza troppo rispetto: ciò che la politica divide e invelenisce, la festa unisce.
Dopo l’esperienza elettorale che li ha visti antagonisti ed avversari, i casanovesi si stringono ora intorno alla loro Madonna, ritrovando il piacere di essere una comunità unita, pacifica e collaborativa; mettendo definitivamente da parte le ostilità trasportate negli animi dai tanti signori della guerra che pur ci sono, e tanti!
Già da diversi giorni, mentre molti ancora discutevano sui risultati elettorali, moltissime persone si dedicavano alla raccolta del mirto e dei fiori e alla loro preparazione serale in diverse case.

La suggestiva fiaccolata notturna di venerdì verso la Chiesetta della Grangelsa ha contribuito grandemente ad infondere negli animi la pace perduta nei giorni scorsi, fino ad arrivare a sabato notte, clou  della  preparazione alla processione domenicale.
Come sempre, dopo la mezzanotte, si da inizio all’ Infiorata, lo stupendo tappeto floreale che si snoda lungo via Grangelsa. Tutti presenti; tutti e più ancora: Antonio, Palmina, Giovanni, Lucia, Maria, Antonetta, Giovanna, Giacomo, Mariano, Michele, Pasquale, Olga e tanti, tanti giovani. 
28Si bisbiglia, ci si organizza, ci si predispone per le varie mansioni, ci si piazza ai posti di “combattimento”, si inizia ad apparecchiare la strada…. Ed ecco che lentamente, ma incessabilmente il tappeto comincia prendere forma, a srotolarsi… Molti caffè accompagnano la nottata; molte battutine e prese in giro allietano la stanchezza e le lunghe ore di lavoro, ma lo spirito di aggregazione è più vivo che mai. La comunità è di nuovo coesa, unita, ben desta, pronta ricostruire ciò che molti vorrebbero distruggere: il proprio senso di appartenenza e la propria rispettabilità.


sabato 21 maggio 2011

Memento

MANIFESTO DEL QUIQUIRISMO (già pubblicato nell' Aprile 2009)

Il Quiquiri non è un movimento ma un atteggiamento, un modo di essere sintetizzabile nell’azione di rivalsa, denuncia, difesa della nostra terra. Il quiquirismo è una condizione che si pone con assoluta purezza e lontananza dal marciume mentale che ha contraddistinto l’attuale generazione politica, incapace di costruire, proporre, valorizzare, difendere il nostro territorio. Una politica malsana che tra le tantissime nefandezze spicca su tutto il turpe e viscido demerito di aver radicato nell’animo dei cittadini una perenne condizione disfattista al limite della rassegnazione.
Il Quiquirì, ancor prima del proliferare dell’utilizzo ormai “domestico” del web, servendosi di mezzi semplici quali: un comune pc, dei fogli A4 piegati in due, una fotocopiatrice e tante idea diverse con piena spontaneità, libertà, autonomia ( inclusa quella finanziaria) ha sempre assunto una posizione antagonista verso tutto ciò che è frutto della collusione tra potere e interesse privato, tra arrivismo e falsità, mala gestione e cattivo gusto. Peculiarità di un modo di fare che, purtroppo, si perpetua ancora oggi e che offende tutti quei cittadini liberi ma paradossalmente vittima della degenerazione innescata in questi ultimi venti anni.
Il Quiquiri fin dalla sua nascita ha come primo obbiettivo la distruzione della falsa idea imposta negli anni da alcuni “signori” che approfittando della posizione istituzionale hanno mutato il concetto di diritto in concetto di favore personale tra chi comanda e chi è comandato. Una mentalità ormai palese che presto raggiungerà la gogna. Un modo di fare che ha arricchito dei nullafacenti dediti alla menzogna e alla pronta ritrattazione. Capaci di dissimulare il vero e trasformare il fetore delle loro feci in ammaliante profumo. Signori che atteggiandosi a padroni hanno reso deserto una terra fertile, annichilito le intelligenze, spopolato le strade dai giovani, assoggettato gli ignavi. Il Quiquiri da due fogli A4, distribuito fugacemente negli esercizi pubblici quasi per gioco è una realtà tangibile che nella maniera più assoluta non avrà mai a che fare con queste dinamiche che mascherate dietro le diversità partitiche sono unitamente caratterizzata dalla sporcizia delle loro azioni.
In questi anni Il Quiquirì ha visto denunce, minacce, scampate aggressioni ma allo stesso tempo tentativi di corruzione e arruffianamenti da parte di questi “signori” i quali non possono essere identificati di destra,sinistra o centro ma in un solo e unico agglomerato di ributtante sporcizia. Semplici pezzenti culturali che deboli e smarriti di fronte alla libertà delle idee della gente, l’unico motore di tutto, possono quotidianamente appurare lo sdegno e la miseria che i CITTADINI liberi provano nei loro confronti.
La necessità di questo breve manifesto nasce dall’ennesimo tentativo strumentale ma puntualmente debole dei soliti noti che cercano d’infangare la freschezza di una realtà che non abbasserà mai la voce e senza mezzi termini pretende il rispetto per la NOSTRA terra e dei suoi abitanti che sono gli unici e indissolubili padroni.

Nucleo base Quiquiri

venerdì 20 maggio 2011

Il mistero del post scomparso

Qualche giorno fa mi è capitato di leggere sul quiquiri un post molto, ma molto interessante a firma N.R. (Nuvola Rossa).

Come sempre fa, Nuvola diceva delle verità molto indigeste, così indigeste che si saranno piazzate sullo stomaco di qualcuno: fatto sta che il post, dopo un paio di giorni è scomparso! Chi non ha avuto modo di leggere quello che c’era scritto, non lo leggerà mai più. Io non lo ripeterò. E vi dico anche perché.

In un primo momento mi sono molto arrabbiato ed ho blaterato un po’, ma poi ho capito. Il post di Nuvola lasciava trapelare delle accuse abbastanza specifiche che possono essere oggetto di indagine e quindi non si possono pubblicare se non si hanno delle prove di fondo.

Ora, io scrivo questo post non per suscitare curiosità verso il post di Nuvola Rossa che è stato eliminato, ma per dare la mia solidarietà a tutti i ragazzi che si occupano di questo blog.

Non deve essere per niente facile scrivere sulla nostra realtà politica cercando di essere obiettivi e credibili, e non deve essere per niente facile subire minacce, provocazioni, avvertimenti e simili.

Eppure questi ragazzi sopportano giorno per giorno queste cose per darci un po’ di giusta informazione e di obiettività. Tutto qui. Grazie ragazzi!