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Porta aperta al sogno |
Qualcuno non avendo sogni più “brillanti” da sognare ha sognato di promuovere la mia candidatura a Sindaco. Da qui una serie di “commenti” via Internet, alcuni dei quali mi sopravalutano (grazie), altri mi sottovalutano (grazie lo stesso).
Li ho letti con un certo imbarazzo, con un po’ di malinconia, un po’ di divertimento, una piccola dose di vanità. Da tutti trapela un certo desiderio, una curiosità di ricevere una risposta. E una risposta la devo, sia per scansare equivoci sia per rispetto verso coloro che la chiedono.
Ma mettendomi a scrivere mi son trovato alla fine con un articolo molto lungo che non oso spedire a nessun sito.
Pertanto quello che state per leggere è ciò che di quell’articolo è rimasto, dopo tagli e sforbiciate varie. In esso dicevo cosa intendo io per Politica, da dove partire per una buona politica. Parlavo di alleanze, del senso civico, del principio di responsabilità; parlavo di arte, di passione, di coraggio, di intelligenza, di fantasia (sì), di linguaggi nuovi e convincenti, di energia spirituale e parlavo anche dell’aspetto cinico della politica (che esiste da quando esiste il mondo), dell’aspetto machiavellico che a volte ti costringe perfino a “sporcarti le mani” e dicevo la differenza che passa tra l’uomo politico di valore e l’uomo politico “scalzacane”. Mi sono autocensurato in quell’articolo nella parte in cui parlavo del modo di fare politica in questi nostri paesi, dove spesso i voti vengono elemosinati o ricattati o comprati in modo da devastare quel famoso senso civico che sta alla base di un sano consorzio umano. Dove la politica si fa a chi “sgarrupa” di più, dove la si fa creando “cricche” chiuse in lotta con altre cricche altrettanto chiuse ecc.
Poiché non mi è mai piaciuto fare di ogni erba un fascio ritengo che nelle precedenti amministrazioni ci siano stati anche elementi onesti e competenti,ma credo anche che spesso la loro onestà e competenza, vuoi per leggerezza, vuoi per mancanza di idee efficaci, vuoi per falso o egoistico “realismo”, siano state soffocate dalla “forza delle cose” che non hanno saputo dominare. Da ciò la mortificante situazione attuale.
Per quanto concerne le risposte dirette ai molti quesiti che mi hanno posto gli internauti ho dovute eliminarle, causa spazio, ma voglio dare una particolare, paradossale (per il lettore, non per me) risposta ad un quesito postomi da parecchi. (Permettetemi di fare un po’ di poesia.)
Dunque: c’è chi batte il tasto sul fatto che io sia un sognatore, un “poeta” e a suo parere la politica è troppo rude per i sognatori e i poeti,ignorando nella sua realistica ingenuità che la pelle dei sognatori è molto più dura di quella dei cosiddetti realisti.
Per prima offro questo aforisma di Flaiano: chi rifiuta il sogno si masturba con la realtà.
Ed io aggiungo:guai a colui che non sogna.
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giardinetti |
Sono i sogni che portano energia nella vita, sono i sogni che portano alle grandi e piccole imprese. Sono i sogni che muovono la Storia, piccola o grande, personale e collettiva. Il grande sogno di Colombo ha portato alla scoperta dell’America,l’apertura di un locale non è altro che il sogno realizzato di qualcuno; piantare una vigna e fare un vino DOC non è altro che un sogno che diventa realtà; il piccolo sogno di qualcuno (ma non poteva farsi i fatti suoi?) spinge me a questo scritto e voi a fare commenti e ciò crea dinamismo sociale, energia dello spirito.
La realtà non è altro che sogno “realizzato”. Naturalmente ci sono sogni egoistici, personali e ci sono i grandi sogni che illuminano parti estese di umanità. Quella “realtà” che non deriva dai sogni è una ben misera realtà. Forse se gli uomini politici “sognassero” un po’ in grande le cose andrebbero meglio.
I HAVE A DREAM (Io ho un sogno). Bastò questa frase negli anni ’60 del secolo scorso per sconvolgere gli Stati Uniti. Che bello sarebbe se ragazzi e ragazze di questo territorio indossassero una maglietta con la scritta I HAVE A DREAM. Per testimoniare che sono spiritualmente vivi,dato che chi non ha sogni è come morto.
La realtà più triste è proprio il fatto che da noi non si sogna più o non si sa sognare. Una comunità che non ha sogni è una comunità che scompare, una comunità alla deriva. Ci faccia un pensierino su questo chi vuole fare politica.
Ci facciano un pensierino tutti. Si cerchi di capire del perché in questi luoghi non si ha più nemmeno la forza, il desiderio di sognare.
L’altra notte, alle tre e ventisette, prendo la macchina e mi faccio un giro per i vari paesi del comune.
Che spettacolo! Dovunque giravo lo sguardo vedevo “sogni” volteggiare nell’etere. Sogni d’oro, sogni d’argento, d’amore, sogni politici, sogni economici, sogni intimi, sogni drammatici… tutti però belli.
Si lamentavano, poveretti, piangevano, pregavano perché qualcuno li sognasse. Ne vidi tanti nel cielo sopra Carinola, sopra Casanova, sopra Nocelleto, ovunque, sogni bellissimi, ma tristi perché nessuno li sognava, né ad occhi chiusi, né ad occhi aperti. Al ritorno proprio nel cielo sopra Casale, e precisamente dove c’è l’obbrobrio di asfalto e cemento adibito, tutto, a parcheggio, ti vedo, avvolto in una luce celestiale, questo sogno: ci sono padri e madri seguite dai loro bambini, vi vedo due politici che studiano il luogo, poi vedo negozianti, produttori, il Comitato della Festa della Vendemmia, altra gente. Mi rendo conto che stanno facendo una sottoscrizione; i due politici hanno stabilito con il loro impegno che quell’angolo viene concesso al popolo casalese perchè ne faccia un’oasi per i bimbi. Ed il generoso popolo casalese dove non provvede l’Amministrazione fa da solo. Ed ecco, come avviene nei sogni, quell’angolo si riempie d’erba, e sull’erba sorgono giochi per bambini, panchine, alberelli. Ed eccoli giocare, i bambini, ed ecco madri sedute sulle panchine che conversano con altre madri. Un piccolo giardino come si trova dovunque, in ogni parte del mondo, dove i bambini, per chi amministra il territorio, significano qualcosa. Solo dove i bambini non significano niente, solo là non c’è un giardinetto pubblico. Quale gusto, quale senso del bello ha guidato l’artefice di questa mostruosità? Questi sono i politici “pratici”, realisti, quelli che sanno spendere i soldi dei cittadini? Con lo stesso danaro, con un po’ di fantasia, si poteva creare un angolo di bellezza e di utilità per un popolo, invece quel popolo, volontariamente o no, è stato schiaffeggiato, è stato umiliato per mancanza di cultura o per motivi forse peggiori da parte degli amministratori. Questa è la politica pratica,”realista”?
Ecco, l’ho provato a sognare io quel sogno, ma appartiene alla categoria dei sogni collettivi e non basta che lo sogni uno soltanto. Devono essere molti a sognarlo perché diventi realtà.
A titolo informativo: i sogni si aggirano nel cielo sopra il nostro Comune solo nelle notti dispari e dopo le tre.
Se volete vederli cercate di non sbagliare. Nelle notti pari girano solo gli incubi.
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Casale |
Sempre in quell’articolo scrivevo, per mettere ben chiare le carte in tavola, una mia rapida biografia politica da quando avevo i pantaloni corti fino ai duri confusi eccitanti oscuri dolorosi pericolosi anni ’70 e poi ,uscito da quegli anni, fino a quando quello che era stato il mio partito cominciò ad autodistruggersi perdendo man mano la sua essenza ideale per essere poi definitivamente massacrato dalle zampate della magistratura. Vidi con tristezza i suoi elementi, i pochi veri, i molti falsi, disperdersi per tutti i punti cardinali della politica. Io, consideratomi politicamente sconfitto, ma forte comunque di quelle esperienze, mi ritirai, come si dice, a vita privata con i miei libri e i miei alunni. Ed ora vivo con voi in un Paese in pieno disfacimento morale ed economico. Un Paese dove la prima e massima espressione democratica - le elezioni-porta il nome di Porcellum o come l’ha definita colui che l’ha scritta, legge Porcata. Porcata:parola che deriva da porco, luogo in cui si rotolano i maiali nel fango; azione da porci.
E noi cittadini (sudditi), privati di vera democrazia, siamo costretti a dare il nostro voto con una legge che, in qualche modo, ci considera porci.
E nessuno si indigna, nemmeno l’evoluto (?) popolo di internet. Nessuno che grida la propria indignazione scrivendo:
IO NON VOGLIO QUESTA LEGGE CHE MI CONSIDERA UN PORCO E NON UN CITTADINO. IO VOGLIO UNA LEGGE CHE MI PERMETTE DI SCEGLIERE IL MIO PARLAMENTARE.
Sto divagando troppo. Dunque. Devo dare una risposta su una mia eventuale candidatura a Sindaco. E qui potrei fare un’azione “canagliesca”, il “furbetto”, potrei fare un bel giochetto di tattica politica tale da mettere un po’ in apprensione qualcuno tenendo in sospeso la risposta.
Ma non è da me. La risposta è necessariamente: NO.
Non per i vari motivi evidenziati sul sito (sognatore, mancanza di conoscenza della macchina amministrativa ecc.). Queste son cose sormontabili con un po’ di impegno, un po’ di studio e con la scelta di efficaci collaboratori. Non sono queste le cose più difficili. Le cose difficili riguardano la coscienza, riguardano la visione che si ha del mondo e della vita, riguardano l’AMORE che si ha per questa terra e per il popolo che la abita, riguardano il principio di responsabilità, la capacità di individuare i problemi veri e di risolverli non per proprio tornaconto ma per l’interesse generale, riguardano la cultura, il senso di giustizia, riguardano il senso civico, la produzione di idee originali, e tante altre cose.
Cose che o si possiedono o non si possiedono. E chi non le possiede dovrebbe farsi da parte per il bene di tutti. Chi invece le possiede ha il dovere di farsi avanti. E l’epoca che lo richiede.
Mai come oggi si ha bisogno di uomini di buona volontà. Non è permesso il disinteresse, la pigrizia, l’indifferenza. Siamo in un periodo storico in cui per essere un buon professionista non basta eseguire bene il proprio lavoro, no, deve sentire anche il dovere di dare una percentuale di se stesso alla comunità, deve con altri sentirsi coscienza critica della società cui appartiene. Lo stesso deve fare un padre per poter essere un buon padre: non può starsene con le mani in mano, indifferente alle cose che accadono intorno lasciando naufragare la comunità e con essa i suoi figli. No. L’indifferentismo, cosa addirittura più grave del delinquentismo, è il male che più disfa la società.
A volte mi chiedo se nel nostro territorio ci siano venti persone, culturalmente mature, evangelicamente sensibili, politicamente preparate, in grado di costituire un comitato da ergersi a COSCIENZA CRITICA del popolo. Un Comitato che possa dialetticamente intervenire nelle scelte dei politici aiutandoli o criticandoli, costringendoli anche a confrontarsi attraverso assemblee popolari. Per dare valore ai cittadini, per dare valore alla Politica. I politici in gamba avrebbero tutto da guadagnarci, in ogni aspetto, mentre i politici “scalzacani” e “affaristi” potrebbero essere smascherati nelle loro azioni. Io so che ce ne sono, più di venti, più di cento, anche tra chi già fa politica, di uomini e donne in grado di indirizzare su binari nuovi il corso delle cose. Basta rigenerarsi, basta mutare pelle al modo di concepire ed affrontare la realtà. Basta sentire il dovere di farlo.
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Casanova |
So che qualcuno leggendo queste parole mi sta prendendo per un alieno o un antiquato, magari sta dicendo (cosa che ho pensato prima di lui) che alle prossime elezioni vedremo le stesse facce e ascolteremo i medesimi discorsi. Dirà che le mie parole sono sole delle parole vuote che si disperdono nel vento. Può darsi, ma io le scrivo lo stesso. Tendo a smuovere un po’ l’aria che respiriamo, aria creata non solo e non tanto dai politici, ma da noi stessi. Naturalmente le colpe dei politici sono più gravi, perché dovrebbero essere di esempio per il popolo.Le scrivo queste parole perché è mio dovere farlo, perché il mio tipo di cultura è dinamico e non statico e ti assicuro ,caro qualcuno, che pur essendo faticoso scriverle (specie con questo caldo) c’è nel farlo una strana misteriosa bellezza che nutre la vita.
Forse potrei anche darle più forza a queste parole, una forza tale da spingere quel “sognato” Comitato della COSCIENZA CRITICA a fare qualcosa di più incisivo: Una lista civica per le prossime elezioni. Che bella, eccitante campagna elettorale ne verrebbe! Noi faremo i nostri discorsi, suoneremo le nostre campane, esporremo i nostri programmi e ci confronteremo con tutti senza alcun timore.
Una lista così non potrei che appoggiarla. Ci sono una ventina di persone sensibili a questo richiamo? Forse non vinceremo ma ne varrà la pena lo stesso. Sono sicuro che qualcuno di quella lista verrà eletto e potrà far sentire la voce del popolo con un nuovo, necessario accento.
O il Comitato o la lista civica. Importante è entrare in giuoco. E’ doveroso per tutti gli uomini di buona volontà.
Suggerisco (ma si può cambiare se qualcuno suggerisce di meglio) il provvisorio motto:
PER LA RINASCITA DI UN COMUNE DOVE (VOGLIAMO) CI PIACE VIVERE.
Se c’è qualcuno interessato alla partita (uomini, donne, giovani, anziani, politici e non politici) si faccia avanti e studieremo il da farsi.
Io non posso essere il protagonista principale per mille ragioni. Ammesso (e non concesso) che possa avere le doti per una simile carica, mi manca quell’energia fisica, causa l’età, che mi sarebbe necessaria per una simile impresa. Mi conosco abbastanza da sapere che un tale incarico assorbirebbe tutte le mie forze e mi creerebbe drammatici problemi che a questo punto della vita non potrei sostenere. I miei compiti sono altri, più marginali, ma, prometto, non privi di incisività.
Questo è tutto (anzi non tutto) quello che avevo da dire per il momento.
So che molti sono abituati a sentire un linguaggio che parla alla pancia e non alla testa.
Io credo fermamente che prima bisogna parlare alla testa (e al cuore) perché anche la pancia sia soddisfatta.
Auguri a tutti
per una buona politica
I HAVE A DREAM
Michele Lepore