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giovedì 4 febbraio 2010

Il bivio dei dannati

Lo strano caso di questi signori politici potrebbe iniziare più o meno così: tutto il casino in casa è rientrato, eppure tutto è di nuovo ricominciato. Ma che cacchio stavo a dire? Boh, che ne so..
Da qualche tempo comunque, so agitati, fanno e sfanno in continuazione, si puntano, si sgraffiano quasi (sembrano gatti in calore sui tetti altissimi) e poi si amano. Nel senso politico della parola. Ma questo che cos’è? dove ci porterà? Qualcuno l’altro giorno sosteneva, sui gradini di una vecchia chiesetta, che nella maggioranza le cose stanno strane, questi qua stanno a pensà ad altri cazzi, ad altre manovre ed il sindaco capisce però che i numeri sono quelli che sono. Ah capi’? Ma da tempo Gennaro lo riconosce, spingendo le situazioni emergenziali verso un bivio, in cui da una parte c’è il suo fronte - con l’assessore Mattia di Lorenzo ( ed i suoi medesimi) e dall’altra c’è il rischio per quiei cinque o sei, seppur lontanamente intravisto, di cadere dalla poltrona.…Ma il suo rischio è maggiore? no? Quando sarà di nuovo sindaco? Per carità, all’inizio e in seguito si è provato a fare cose (maggiore cura urbana, bonifica Selleccola, scavi archeologici, finanziamenti) anche se un ombra di stile radical-Biasox è rimasta nei metodi.
Tuttavia è indubbio che da tempo si decide poco, o niente. Allora? Sti cazzi. Che vuoi? A che pensano?pensano che chiove, e chiove merda! Ma ragiona un po’ in che mese stiamo? Pensano alla Provincia, alla Regione. Questi mo per un po’ penseranno in grande, ai i palazzi, le piazze, le gran palle da dire in questi luoghi. E a Carinola chi ce pensa? C’hanno pensato, e ci penseranno dopo, perché c’avevano pensato già bene prima quando facevano i comizi…In che senso? Aò non capisci niente!!! Mo lavorano di fantasia, come gli stregoni...Aò e questo l’avevo capito da mò!!! cioè, vuoi dire che c’hanno ancora un po’ di tempo prima d’andarsene, è vero, ma ormai la gente non s’aspetta più gran chè, se so dimostrati già…E allora?Allora va ‘a zappà i cetruli, e nce pensà.

Umberico Umbertazzi

lunedì 1 febbraio 2010

Le donne vittime di violenza.

Mettere in discussione la violenza alle donne ha rappresentato, per la prima volta a livello mondiale, la volonta di sapere per capire e intervenire su un fenomeno che per secoli e millenni si è posto come assoluto e indiscutibile, leggittimo a tutti gli effetti.
In particolare le donne sono state le tipiche vittime della violenza domestica, che si è sviluppata in tutte le sue forme, da quella fisica ai rapporti sessuali imposti, dalle percorse all'omicidio, dalle minacce all'abuso psicologico e alla deprivazione economica.
In effetti la coscienza sociale ha per molto tempo considerato queste manifestazioni di violenza come questioni personali fra coniugi e, conseguentemente, le ha relegate nel privato, in tal modo non solo legittimandole ma a volte, riconoscendole ufficialmente.
Definire il significato del termine "violenza", la sua natura, le ripercussioni su chi le subisce e sulla società intera, è un impresa molto ardua: esistono dei luoghi comuni sulla violenza e in particolare sulla violenza contro le donne, che rendono difficile qualsiasi definizione universale condivisa di questo termine.
La violenza sulle donne ha una sua specificità, che è quella della differenza tra chi la agisce e chi la subisce: la differenza di genere. Si tratta cioè di una violenza che un genere(quello maschile) perpetra su un altro genere(quello femminile); non può essere considerata una devianza della sessualità maschile, ma è la componente intrinseca ed essenziale all'esercizio del potere maschile sul corpo femminile("Associazione Donna",dattiloscritto non pubblicato,2005).
IL primo rapporto su Violenza e salute, pubblicato dall'OMS il 4 ottobre 2002, riferisce che delle donne morte in modo violento, tra il 40% e il 70%, è stata uccisa dal proprio partener o marito.
La violenza contro le donne è un vero e proprio fenomeno sociale, diffuso in tutto il mondo, in tutti gli ambienti culturali, religiosi e razziali.
 
Claudia Ciappino

giovedì 28 gennaio 2010

Laurea honoris causa al Conte Biasox



In una radiosa giornata di sole invernale, tutti gli abitanti della contea di Calenum furono svegliati dallo scampanìo delle campane e da festosi squilli di tromba. Più tardi, in ogni angolo del contado il banditore ufficiale della contea si fermò per annunciare la lieta notizia: il Gran Maestro delle Scienzae Paraculae dell’università di Iervolinia, capitale del regno di Maradonia, aveva deciso di assegnare al conte Biasox la laurea honoris causae per i suoi altissimi meriti nel campo della scienza della Paraculapsicologia. La gioiosa notizia era stata comunicata da un corriere inviato personalmente dal re di Maradonia, Don Antonio Afraulanum de Mondezzis. Nel messaggio assicurava anche la sua presenza il giorno della cerimonia del conferimento, confermando così la sua personale amicizia ad uno dei suoi più fedeli vassalli. Il corriere, invece che a cavallo come di solito, era giunto guidando un carro. Questo si era reso indispensabile per trasportare le numerosissime pergamene che erano state necessie per scrivere le motivazioni dell’assegnazione dell’onorificenza.

Inutile soffermarci sull’immensa gioia del conte all’annuncio della notizia: erano anni che la sollecitava e finalmente si erano decisi. Per lui che era riuscito solo ad ottenere titoli di scuole basse grazie ai suoi grandi servigi resi come vassallo, finalmente arrivava un titolo accademico. Finalmente poteva guardare con la solita ma adesso certificata alterigia sia il Duca Giano Trifronte e che l’infido Abner, di cui conosceva i sentimenti di disprezzo nei suoi confronti, senza immaginare che quelli del Conte verso di lui erano ancor maggiori. Le motivazioni della concessione del titolo citate erano innumerevoli, dalle più semplici quali l’attribuzione di onorificenze a persone inutili o di lavori a ditte inefficienti, arrivando alle perle della sua scienza che erano descritte con dovizia di particolari. Vi era minuziosamente descritta la sua abilità nella vendita della concessione dell’illuminazione pubblica della contea ad una ditta sua amica proveniente dalla vicina contea di Tangentonia. Il servizio delle lampade, affidato ad un solo addetto malpagato, alla sua dipartita con abili discorsi fu trasformato in un ricchissimo appalto in favore degli amici del Conte. Riuscì a dimostrare che il costo della ditta era inferiore al compenso pagato per l’unico dipendente, calcolando però che questi avrebbe lavorato duecento anni. Dopo di questo veniva citato l’ampliamento dei cimiteri della contea, che con una brillante trovata erano stati trasformati da cimiteri della contea in cimiteri del regno. Con questo piccolo stratagemma invece di essere progettati per contenere i defunti di una popolazione di otto/diecimila persone, lo furono per cinque/sei milioni. Ovviamente l’appalto era andato sempre agli stessi suoi amici.
Continuando la lettura delle pergamene si arrivava al punto che rappresentava la sua opera più ingegnosa nel campo della paraculapsicologia: Al ministero delle acque dove era stato momentaneamente mandato dal viceré per dotare quell’ente di una guida autorevole, subito aveva messo in azione le sue grandi virtù. Riuscì ad organizzare la cessione di tutta l’acqua della sua giurisdizione ad una ditta sua amica. La giustificazione della cessione era scritta su ben dieci pergamene: con dotte e calzanti osservazioni si dimostrava la bontà dell’operazione che avrebbe dato un servizio più efficiente al suo amato popolo. Ma il punto pregnante che era stato poi determinante nella concessione dell’onorificenza era quello che trattava il rapporto che lui instaurava con gli altri. Veniva descritta la sua grande abilità nel soddisfare gli alti ideali di tutti coloro che gli erano intorno. Lui soddisfaceva i desideri e le virtù di tutti, fossero re o viceré, oppure dei vassalli e valvassini o semplici servi della gleba. Ognuno riceveva per quello che meritava e forse di più a seconda del grado e della collaborazione data nell’iter dell’affare, a Volte anche semplicemente tacendo. La sua arte eccelsa gli aveva permesso di portare a termine tutte le sue grandi opere senza che che mai nessuno si fosse opposto. Anche Giano Trifronte, che attualmente occupava fraudolentemente il suo trono, aveva sempre approvato le sue fantasiose invenzioni dell’amministrazione del bene pubblico della contea. Proprio questa ricerca diurna del soddisfacimento delle esigenze e della felicità dei suoi servitori e collaboratori era citato nella pergamena di attribuzione del titolo.

Inoltre fu data disposizione a tutti i professori e gli istitutori di inserire nei piani di studio le imprese del conte Biasox, in modo che a tutti gli studenti fosse data la possibilità di acquisire sì tanto ingegno. Fu ordinato di scrivere il nome del conte Biasox nell’elenco degli uomini illustri di Maradonia con la motivazione di essere stato il più attivo nella ricerca del benessere del popolo anche se era riuscito solo a realizzare quello suo personale……



IL CONTE DEL GRILLO

martedì 26 gennaio 2010

Il giorno della (s)memoria: il campo di concentramento di Gaza


Enormi manifesti comunali campeggiano sulle belle locandine d’affissione per ricordare uno sterminio che molti vorrebbero dimenticare o di cui molti altri non hanno mai sentito parlare. Campi di concentramento, reticolati, enormi ciminiere stanno lì fotografate a ricordare agli italiani e ai carinolesi che la shoa ebraica è stato uno degli eccidi più crudeli di cui una parte di umanità si è macchiata.

Uno dei più crudeli….Ma non il solo… Tanti sono gli stermini di cui non si parla.

Il popolo ebraico ha oggi la soddisfazione di veder commemorato quel suo grande dolore del passato in tutto il mondo, mettendo sotto gli occhi di tutti la propria immagine di vittima eterna che non ha uguali nella Storia e che, proprio per questa unicità, gode di qualsiasi giustificazione per le sue azioni. Anche del fatto che da vittima si sia trasformato in carnefice.
Il potere cammina con il potere. Ci va a braccetto. Ci va a puttane insieme. E l’Italia, una delle otto potenze mondiali, non può non ricordare l’olocausto ebraico per far piacere agli Stati Uniti e allo stesso Israele.

Il mio giorno della memoria, oggi, sarà leggermente diverso e ricorderà non la vittima Israele, ma le vittime di Israele; coloro che nessuna potenza commemora o vuole ricordare e che anzi vengono indicati come i cattivi della situazione: i palestinesi, quel popolo di straccioni e fetenti che osa opporsi al potere politico e militare israeliano e che osa avere pretese come una casa, un pezzo di terra, del cibo, delle scuole, delle cure mediche. Che osa pretendere semplicemente una vita! Quel popolo su cui piove fosforo bianco e piombo fuso con la scusa che Hamas ha lanciato contro Israele razzi Qassam.

Oggi i palestinesi vivono confinati nella Striscia di Gaza, dove si rifugiarono dopo esser fuggiti o espulsi dalle loro terre nel 1948. Vivono in otto campi profughi gestiti dall’ONU. La Striscia è circondata da una barriera di metallo voluta da Israele e da una zona tampone di 300 metri anch’essa controllata dagli israeliani. Anche dopo il cosiddetto “ritiro” d’Israele dai territori della Striscia nel 2005, l’assedio è continuato e dal 2006 tutti i valichi di accesso sono chiusi o controllati dall’esercito israeliano, con conseguenze disastrose per la popolazione palestinese. Non passano scorte alimentari, non passano medicinali e carburante, né materiale edile per la ricostruzione. Non passa nulla se non quando vuole e ciò che vuole Israele. L’unica cosa che veramente passa è l’odio israeliano.
La chiusura dei valichi è la principale causa di sofferenza della popolazione che vive senza scorte alimentari e senza il carburante necessario a far funzionare i generatori elettrici. Il popolo che fidava solo sugli aiuti umanitari, dopo la vittoria di Hamas, si vede privato anche di questi a causa dei congelamenti degli aiuti internazionali che hanno reso la situazione ancora più disastrosa. L’emergenza sanitaria è grave; i feriti delle incursioni aeree israeliane non sanno dove andare per curarsi perché gli israeliani negano il permesso di andare sia in Israele che in Egitto. Costretto a vivere in un territorio blindato dove vengono affamati di proposito uomini, vecchi, donne e bambini, il popolo palestinese sta vivendo, giorno per giorno, una tragedia che viene nascosta agli occhi del mondo perché chi ha mezzi per diffonderla, non lo fa. Intanto si continua a commemorare, anno dopo anno, le vittime della shoa ebraica offerte al mondo intero sull’altare dell’ipocrisia mediatica.

Ma io non ci sto. Non posso starci. Non mi sento di avere misericordia per chi non ha misericordia.



Nuvola Rossa



domenica 24 gennaio 2010

Mucca pazza o proprietario criminale?

Da qualche anno sulla provinciale Casanova – Falciano si sono verificati gravi incidenti – che per fortuna non hanno generato morti se non nella causa che li ha generati: mucche in libertà. Ebbene si, questo utile e innocuo quadrupede, della cui proprietà molti sanno ivi compresi chi dovrebbe vigilare sull’ordine pubblico e sulla sicurezza dei cittadini, di notte scende dalle montagne che sovrastano gli abitati di Casanova e Falciano e spesso si riversa sulla strada provinciale creando in più di un’occasione gravi incidenti automobilistici. L’unica iniziativa che le amministrazioni dei due comuni sembrano aver preso al momento, per arginare il gravissimo problema – un vero pericolo alla pubblica incolumità, è l’installazione di segnaletica di pericolo con la dicitura “attenzione animali vaganti”. Bene, credo che queste problematiche debbano trovare un posto di rilievo tra chi è preposto alla tutela del cittadino. È inaudito che  tutt’oggi continuino quelle docili mucche a pascolare liberamente e che il proprietario di cui si sa nome, cognome e soprannome continui a non essere responsabilizzato circa questo grave problema di cui lui è il principali responsabile. Qui si tratta di un reato perseguibile penalmente. Gli animali hanno l’unica colpa di poter pascolare liberamente, anche ai danni di proprietari dei numerosi fondi coltivati e di qui ogni tanto riversarsi sulla provinciale schiantandosi sotto la macchina dello sventurato di turno. I loro proprietari sono tenuti alla custodia e vigilanza. Per fortuna che non c’è stato ancora il morto (e speriamo “vivamente” che non ci sia mai) altrimenti il proprietario sarebbe responsabile anche del grave reato di omicidio colposo. È ora che la magistratura, le forze dell’ordine, le amministrazioni locali si pongano seriamente il compito di porre fine a questo grave e decennale problema. Certamente non ci vuole il mago per capire questi animali da dove giungono, basterebbe schiodare il sedere dalle sedie e fare delle indagini approfondite e non limitarsi ad intervenire solo quando, purtroppo, qualcuno ci rimette la propria incolumità e anche la propria auto. Il caso, infatti, non è piccola cosa. Ricordiamo alle persone tenute a fronteggiare questo problema che la salute e l’incolumità del cittadino è la cosa a cui loro per prima devono dedicarsi.


Anonimo via web

mercoledì 13 gennaio 2010

Parliamo di Polo, che non è il Polo Nord!!



Sono settimane, se non mesi, che la vita politica carinolese è bloccata sulla questione dell'ubicazione del polo scolastico. Come la questione giustizia sta bloccando il governo italiano, così questo problema sta bloccando l'amministrazione comunale di Carinola. Si parla apertamente di problema anche se due milioni di euro non dovrebbero essere un problema: a tanto ammonta la somma messa a disposizione del comune dalla regione Campania per la realizzazione del polo scolastico.


Il progetto finanziato prevedeva la realizzazione di un polo scolastico unico, ovvero un solo complesso scolastico per tutto il comune. Il progetto prevedeva asilo nido, scuola materna, elementari e medie, oltre ad annessi servizi di mensa, ed impianti sportivi. Questo il progetto presentato e sponsorizzato da tutti, soprattutto dal vicesindaco De Risi che l’ha fatto sempre suo anche in campagna elettorale.

Descritto così, sembrerebbe incomprensibile la discussione che si è aperta e che continua in seno alla maggioranza ed anche all'opposizione. Passati al progetto esecutivo, il sindaco ha avuto le prime perplessità, la principale delle quali è che la somma a disposizione era sufficiente solo per un primo lotto dei lavori. La somma, decurtata dalle spese tecniche, per la sicurezza, per l'esproprio del terreno e altre spesucce generali, non era sufficiente nemmeno per ultimare la struttura grezza dell'erigendo edificio. Allora il sindaco ha elaborato una sua proposta alternativa su come disporre della somma. Il suo progetto consisteva nel cambiare il progetto da polo scolastico unico in principale. Sembrerebbe un semplice cambio di denominazione, invece è uno stravolgimento totale del progetto iniziale, con risvolti economici e politici non indifferenti.

Per essere chiari il Polo Unico è il progetto caro a De Risi, il polo principale è il progetto del sindaco approvato dalla giunta a variante di quello finanziato. Proviamo a chiarire i principali vantaggi e svantaggi per la popolazione derivanti dalla realizzazione di uno dei due progetti.

- Principale vantaggio del polo unico sarebbe usufruire di una struttura moderna e sicura fornita di tutti i comfort e le attrezzature moderne sia didattiche che ludico-sportive. Sul piano politico-sociale favorirebbe una maggiore integrazione tra le frazioni e una maggiore omogeneizzazione nel loro tasso culturale. Gli inconvenienti sarebbero la chiusura di tutte le strutture scolastiche attualmente operanti sul territorio con la conseguente creazione di una folta popolazione scolastica pendolare. Questo dovrebbe comportare la creazione di un efficiente ed articolato servizio di trasporto per gli studenti con una notevolissima spese per la comunità. Inoltre si avrebbe un forte calo del personale occupato poiché con l'accorpamento non si avrebbero più classi di 15-20 ragazzi ma di 25-30 come previsto dalle disposizioni ministeriali. Altro inconveniente, forse il principale: la struttura sarebbe realizzata in vari lotti quindi con l'esigenza di più finanziamenti la cui erogazione non sarebbe assicurata nel tempo. Si rischierebbe di creare un'altra cattedrale nel deserto come quella adiacente alla chiesa di Nocelleto, che non si sa quando diventerà un impianto fruibile.

- D'altra parte, la trasformazione del progetto da polo unico in polo principale permetterebbe di realizzare, con la somma a disposizione, degli interventi sugli edifici scolastici di Carinola centro, in particolare sull'edificio della scuola elementare ed il completamento della scuola materna incompiuta da anni di cui molti ignorano l'esistenza. Si metterebbe in sicurezza l'edificio della scuola elementare e si metterebbe in funzione una scuola materna pubblica completamente arredata e funzionante. I vantaggi di questa proposta sarebbero l'ultimazione in tempi brevi del progetto e, cosa non da poco, la sufficienza dei fondi disponibili. I fondi a disposizione dovrebbero bastare anche per sistemare la palestra esistente, della quale si potrebbero servire le tre strutture adiacenti. La realizzazione di questo progetto permetterebbe il mantenimento dello stesso numero di personale scolastico o addirittura di incrementarlo con l'apertura della scuola materna. Limiterebbe il fenomeno della migrazione scolastica in modo da poterla gestire con più efficienza. I risvolti negativi sarebbero l'abbandono definitivo della realizzazione di un impianto scolastico moderno ultrafunzionale e l'ulteriore congestionamento del traffico intorno al tribunale. Su questo punto ci si augura che i tecnici, in caso si realizzasse il polo principale, come sembra, prevedano un senso unico su via S. Biagio verso Casale e Ville.

Le vicende politiche collegate sono note a tutti, almeno quelle ufficiali: il vicesindaco ha continuato a difendere il progetto del polo unico contro il suo sindaco, finendo in minoranza nella giunta e nel gruppo consiliare di maggioranza in quanto è stata approvata la proposta del sindaco. Le sue dimissioni, ventilate ma non ancora formalizzate, dovrebbero essere un atto dovuto e non discrezionale. Un altro fronte si è aperto anche nell'opposizione, dove qualche furbone con la scusa del polo scolastico sta tentando di impadronirsi del PD. Sembra che l'azione non sia riuscita perchè condotta in malo modo ma pare che sia ancora in atto. La politica purtroppo poche volte si interessa delle esigenze dei cittadini e, come in questo caso, invece di cercare la soluzione migliore, ricorrendo magari ad un referendum popolare, è stato trasformato nell'ennesima occasione per la resa dei conti o per rivalse personali. Questa la situazione del comune di Carinola, che lo rende sempre più uguale alla situazione politica regionale e nazionale, dove ci si batte solo per il proprio interesse col pretesto di curare gli l'interessi dei cittadini, ogni giorno più sudditi.
Victor

lunedì 11 gennaio 2010

Resoconti e risvolti

La vicenda polo scolastico, soprannominato campus, sta svelando il vero volto della maggioranza che ha vinto le ultime elezioni amministrative comunali a Carinola.
Come da più parti ipotizzato , sembrava inevitabile che prima o poi si sarebbe giunti allo scontro frontale fra anime diametralmente opposte costrettesi a convivere per abbattere un potere costituito nel quale molti di loro, in passato, si erano riconosciuti.
Spesso la delusione o il mancato raggiungimento di un obbiettivo porta a prendere decisioni affrettate, mossi più da uno spirito di vendetta che da un progetto amministrativo credibile e realizzabile.
Qualche anno fa, nel momento in cui la scettro passava da Pasquale Di Biasio ad Antimo Marrese, alcuni rappresentanti del partito democratico si sono sentiti defraudati e hanno ritenuto passare il guado e schierarsi contro, sostenendo una coalizione civica, marcatamente di centro-destra, almeno nei suoi componenti, come poi ampliamente dimostrato dall’adesione in massa nel PDL, fatta eccezione del Sindaco e della dottoressa Zampi, rispettivamente PSE (Sinistra e Libertà) e UDC, con la speranza di abbattere i vecchi amici e sostituirsi a loro nella gestione della cosa pubblica comunale.
Fin qui tutto era sembrato filare liscio, Mannillo Sindaco, De Risi Vice Sindaco, Micillo, Giacca e Russo con posizioni di rilievo, Di Lorenzo, capo indiscusso della destra Carinolese nominato Assessore e l’On Grimaldi che ha piazzato pedine importanti ai fini della maggioranza con, credo, 4 consiglieri al suo attivo e qualche Assessore , quando all’improvviso viene fuori la delibera che vuole assumere 14 vigili urbani a tempo determinato: questo episodio ha fatto scattare la prima scintilla, in quanto due dei sei Assessori , tra cui De Risi , si erano dichiarati contrari e di fatto non hanno partecipato alle sedute di Giunta che ne deliberavano l’assunzione.
I “vigilini” hanno prestato servizio per un primo periodo a cavallo dell’estate, poi sono stati temporaneamente congedati per essere di nuovo riassunti e tuttora in servizio sulle strade comunali.
Digerita questa pillola, probabilmente amara, ecco che arriva il pomo della discordia, in quanto quello che sembrava essere un regalo fatto all’Amministrazione Comunale grazie all’intercessione dell’On Oliviero, esponente di spicco del PSE, partito in cui milita il Sindaco di Carinola, nonché consigliere Regionale dell’area alto Casertano, invece di essere accolto come tale si è dimostrato una mina vagante che passa di mano in mano col rischio di brillare da un momento all’altro.
Il finanziamento, che originariamente doveva essere realizzato all’altezza dell’incrocio sulla provinciale che da Carinola porta a San Donato, così come recita il progetto originario approvato in Regione, e che in una fase successiva ha subìto diverse prese di posizione circa la sua ubicazione, è giunto alla decisione definitiva, in quanto supportata da una delibera votata in consiglio comunale che vuole farla nascere nell’area in cui oggi sorge la scuola elementare di Carinola, sennonché durante il dibattimento in aula consiliare è saltato fuori un terreno, ex eca , di cui non tutti sembra fossero a conoscenza, di cui il Comune addirittura potrebbe disporre a titolo gratuito.
Il motivo del contendere sembrava essere, perché con questo fatto nuovo è tutto da riscrivere, l’ubicazione in primis e successivamente, ma non per questo di secondaria importanza, la dicitura polo unico scolastico, dove unico stava per abolizione di tutte le asilo, elementari e medie comunali che sarebbero dovute confluire in un unico istituto capace di offrire una soluzione ottimale a tutti gli studenti disseminati sul territorio.
A quanto pare però il finanziamento di due milioni di euro, se pur cospicuo, non risulterebbe sufficiente al completamento dell’opera, ed inoltre non tutti sarebbero d’accordo sull’accentramento delle elementari in un unico polo, per cui la maggioranza consiliare , ad eccezione dell’opposizione e del consigliere/assessore De Risi, ha votato una delibera che andrebbe a finanziare, almeno nell’immediato, la sola costruzione della nuova scuola media, abbandonando momentaneamente l’idea del campus, tanto cara all’assessore.
De Risi, a sua volta ha ritenuto, in seguito a questa votazione, dimettersi sia da Assessore che dal partito del PDL giudicando scorretto il comportamento dei suoi colleghi di partito, che non solo hanno votato la delibera “scuola media” ma non hanno mostrato solidarietà al loro esponente, che ha deciso con un fantastico colpo di scena, di andare a collocare tra i banchi “vuoti” della opposizione, provocando lo stupore di tutti i presenti.
Se crisi non è poco ci manca, perché ora bisogna surrogare o reintegrare l’assessore dimissionario che al momento sembra non voler tornare sui suoi passi, per cui nel caso di una sostituzione si andrebbero a sbilanciare gli equilibri faticosamente raggiunti, dal canto suo il Sindaco potrebbe essere tentato a nominare una figura più vicina alle sue posizioni politiche, in quanto essendo gran parte dei consiglieri di maggioranza approdati in un unico partito, cambiando il quadro iniziale della lista civica, avendo incassato un voto contrario dal suo vice, vedono il Primo Cittadino alquanto isolato in Consiglio per cui alla ricerca di un nuovo sostegno in giunta capace di riequilibrare i rapporti di forza, anche in virtù del voto contrario incassato da De Risi sulla votazione della delibera .
Ad oggi non ci è dato sapere qual è l’orientamento che sarà seguito e siamo sulla scia delle ipotesi e solo quando si concretizzerà la decisione potremo scoprire le reazioni e le contromosse che la parte “lesa” vorrà adottare .
Intanto, a quanto pare, il Dr De Risi stando alle notizie fin qui lette, sembra voglia dare battaglia, da oppositore, specie sul destino del Polo scolastico, e sta adoperandosi per verificare la fattibilità sull’area emersa durante la seduta consiliare, intanto, fuoriuscito dal PDL sembrerebbe alla ricerca di una nuova collocazione politica che lo vedrebbe vicino a Rutelli che in campo nazionale a provocato una scissione dal PD creando un movimento centrista che strizza l’occhio anche all’ ‘UDC di Casini.
La situazione è in continuo fermento ed i risvolti, a ridosso delle Regionali, possono essere imprevedibili, in quanto le forze dovranno convergere sui propri candidati e dimostrare la reale consistenza elettorale raggiunta alla luce dei due anni di amministrazione conseguiti, solo dopo si potranno emettere verdetti e fare ipotesi anche in prospettiva comunale , qualora le cose dovessero precipitare e quindi rimettere tutto nelle mani degli elettori.
Noi siamo spettatori passivi e ci auguriamo che si faccia solo e sempre l’interesse della collettività, indipendentemente da ambizioni personali e sete di potere fine a se stesso, per cui auguriamo a tutti gli attori di questa vicenda di essere scrupolosi esecutori di un mandato che li vuole deputati a fare gli interessi dei cittadini indipendentemente dal colore politico e dalle vicende personali .
Alla luce di tutto ciò il Sindaco si è ritrovato vittima di un malanno che lo ha costretto alle cure, e che speriamo le renda presto alla vita pubblica, ora più che mai, intricata da vicende politiche personali ed in prospettiva di una battaglia amministrativa senza esclusione di colpi , in cui è di vitale importanza dimostrare il peso specifico di ogni gruppo politico operante sul territorio, per programmare, anche, il futuro del Comune di Carinola.
Auguri Sindaco!

Snupy


venerdì 8 gennaio 2010

Forza Gennaro

Da qualche giorno il nostro sindaco è ricoverato in ospedale per un intervento chirurgico di emergenza all'addome. L'intervento si è reso necessario, a quanto appreso dai familiari, per un blocco intestinale che oltre a procurargli dolori lancinanti era pericoloso per le sue conseguenze se non si fosse intervenuto immediatamente. Tutta la cittadinanza ha espresso la propria solidarietà cercando di fargli sentire la propria vicinanza e il proprio affetto umano. Dicendo tutti s’intende includere anche i suoi provvisori compagni di cordata nell'avventura politica che lo vede al vertice del comune di Carinola. Si vuole includere anche loro anche se non si è certi che tutti siano prostrati dal dolore per l'inconveniente capitato al loro capo.


In verità, analizzando gli avvenimenti politici di questo anno e mezzo di amministrazione ibrida, gli attacchi sono stati quasi quotidiani senza interruzioni, feste comprese. Molti si affannano a dare la colpa ai molti pranzi di lavoro e politici sostenuti, in verità senza sacrificio, che lui ha offerto e che gli sono stati offerti. Non tutti sono convinti di questa spiegazione, anzi quelli più vicini a lui attribuiscono l'inconveniente allo stress continuo a cui è stato sottoposto da parte degli avversari politici ma principalmente da parte dei cosiddetti “amici”.

Ha iniziato con la costituzione della giunta, dove ha dovuto spartire per mille volte i posti disponibili tra i vari boss politici o presunti tali che avevano contribuito alla sua elezione. Oltre agli incarichi reali ha dovuto distribuirne moltissimi virtuali per mantenere fede alle promesse fatte in campagna elettorale. Dopo ha dovuto fronteggiare la situazione rifiuti, cimiteri, personale del comune, questuanti vari e ciliegina sulla torta il concorso per i v.v.u.u. Mentre si dedicava a questo ed alle restanti attività dell’'amministrazione, buche delle strade comprese, doveva resistere ai continui attacchi delle sue star politiche.

Ogni giorno sentire la "pelèa " del giorno del monaco sordo di Nocelleto che col suo sorrisetto ammiccante tra i tanti dispettucci gli ha proposto e fatto cambiare una decina di tecnici comunali. Poi resistere agli assalti del suo ministro della cultura che se non frenato avrebbe sicuramente organizzato anche la festa degli Eschimesi. Ascoltare ogni giorno la preghiera del responsabile sportivo di non rimuoverlo dall'incarico altrimenti sarebbe dovuto tornare in caserma. Sentire le sciocchezze del responsabile della pubblica istruzione che proponeva ogni giorno qualche progetto assurdo per giustificare lo stipendio. Acconsentire a tutte le iniziative del suo ministro dell'agricoltura che doveva organizzare qualcosa di grandioso e dispendioso per mettersi alla pari del suo collega casanovese.

Assieme a questi tarli giornalieri, i veri padroni del comune, ovvero i dirigenti, che ogni giorno gli chiedevano un aumento di indennità o un incarico nuovo da togliere agli altri. In ultimo il comandante in capo della banda dei demolitori del suo fegato, quello che in teoria doveva essere il suo principale alleato, il suo vice. Questi non ha mai digerito la sua posizione subalterna, candidatosi a dispetto di chi non lo aveva voluto sindaco ha continuato a fare dispetti anche a sé stesso quando non trovava a chi farli, cambiando un partito al giorno. Altro che pranzi! Questi e altri suoi ineffabili amici non presenti in prima persona nell'amministrazione hanno contribuito al crollo del suo fisico. Come si dice con una colorita espressione dialettale, Lo hanno schiattat n’cuorp.. Gennaro era convinto di addomesticarli con qualche concessione, qualche promessa e qualche minaccia, ma non è facile neutralizzare chi esercita quell'attività da una vita o chi possiede la dote innata del tradimento, anche se pure lui è dotato di tutte queste belle virtù. Ormai il nostro Gennaro è a un bivio: scegliere tra la politica e la vita, il che vuol dire famiglia ed amici veri, o almeno ad un diverso approccio verso la politica. L'augurio dei benpensanti è che risolva subito il piccolo incidente e che il periodo di riposo gli serva anche per ripensare la sua attività ed i suoi rapporti nei confronti di tutti, che siano più chiari e sinceri anche da parte sua in modo da vivere serenamente e senza inconvenienti al fegato. Forza Gennaro.



Dott. House



lunedì 4 gennaio 2010

E chest’ è!



Mentre continua la diatriba politica sul luogo dove dovrebbe sorgere il Polo Scolastico; mentre il dott. De Risi non riesce a decidersi da che parte vuole stare perché non si sente sostenuto e si dimette da vice sindaco perché non si sente ascoltato; mentre continuano manifestazioni culturali di cui l’Amministrazione va fiera e si gloria di esse elencandole in un calendario 2010; mentre continua la meschina guerricciola tra politici o la loro ipocrita ossequialità a cui fa seguito lo scodinzolamento dei rispettivi sostenitori, c’è chi, in questo rigido inverno, “vola” dalla finestra da un’altezza di circa dieci metri e si va a “posare”, per fortuna vivo ma con le gambe rotte, nel terreno sottostante.
Vincenzo, questo il suo nome, ha detto ai vicini che lo hanno soccorso, che si era affacciato alla finestra quando improvvisamente è precipitato nel vuoto…. Come e perché è volato dalla finestra? Un capogiro o altro?... Questa finestra è fornita di un sicuro davanzale o qualcosa è venuto meno, viste le condizioni disastrose della casa in cui l’uomo, quasi ottantenne, abita?

Vincenzo lo conosciamo tutti o quasi. Vive solo in un vecchio appartamento malandato nei pressi dell’Annunziata a Carinola, sfornito di qualsiasi comodità. La poca pensione di cui gode non gli permette di ristrutturare la casa né di munirla delle comodità di cui avrebbe bisogno. Il risultato di tutto questo è che Vincenzo, d’inverno, muore di freddo e solo il buon cuore del dott. Apicerni che gli permette di dormire nell’anticamera del suo studio, lo salva da una morte da barbone….Quanti Vincenzo ci sono nel nostro Comune? A chi spetta la cura di questi cittadini più infelici? Solo alla carità cristiana delle persone?Non voglio dire altro. Se si pensasse di più, mediante l’istituzione di un minimo di servizi sociali, a risolvere problemi seri come questo e che investono una buona fascia di popolazione, potremmo parlare di Comune con la C maiuscola. Ma finché manca l’attenzione verso le fasce più deboli, l’istituzione Comune manca di assolvere ad una delle sue funzioni più fondamentali.


Befy

mercoledì 30 dicembre 2009

Le smentite di Feltri



Le ultime vicende del Cavaliere hanno fatto passere in secondo piano molte informazioni, tra cui le smentite di Feltri sul caso Boffo che sono arrivate dopo tre mesi.
Ma non bisogna lasciare da parte queste informazioni.
Le accuse di molestie omosessuali di Boffo, direttore di Avvenire, verso il marito di una signora si sono rivelate una grande bufala. Il signor Feltri voleva solo deviare l’attenzione dalle avventure sessuali del Premier verso altre direzioni. E ci è andato di mezzo Boffo perché anche il suo giornale, di solito pacato ed estraneo a certe cose, si era permesso di lanciare qualche accusa contro l’intoccabile Presidente del Consiglio.
Ora dopo tre mesi, Feltri smentisce e dice che la ricostruzione dei fatti non corrisponde al contenuto degli atti processuali. Una fotocopia del casellario giudiziale e una nota a parte che riassumevano la motivazione della condanna gli erano state passate da un “informatore affidabile” a cui lui aveva creduto ad occhi chiusi…. Balle!
Ragionamento: come può un direttore giornalistico che si ritiene serio e credibile (?) pubblicare una notizia che accusa un altro direttore senza verificarne la veridicità?
Conclusione: visto la pubblicazione di una notizia falsa, Feltri non è né serio e né credibile.
Quale era veramente il suo intento, quello di dare una notizia irrilevante per la vita della nazione o quella di distogliere l’attenzione da Berlusconi che in quel momento era sotto le mire della stampa nazionale ed estera per le sue avventure sessuali a Villa Certosa e salvargli così la faccia?
Conclusione: quella di salvargi la faccia.
Chi è veramente Vittorio Feltri? Perché ci teneva tanto a salvare il Cavaliere?
Chi mai può essere: uno scudiero al soldo del Premier.
E come mai ora, all’improvviso, si ricrede e smentisce la notizia che tre mesi fa ha sollevato un polverone?
Conclusione: Tre possono essere le motivazioni. Primo: lo scopo che si era prefisso è stato raggiunto e quindi è bene riabilitare Boffo per riallacciare buoni rapporti con la Chiesa. Secondo: è stato lo stesso Premier ad imporglielo sempre per riallacciare i rapporti con la Chiesa e non averla contro in un momento per lui molto critico. Terzo: Feltri sente puzza di ruzzolone per il Cavaliere e vuole mettersi le spalle al sicuro. Non si sa mai.
Ma chi veramente può prendere in considerazione uno come Vittorio Feltri?
Conclusione: solo gli stupidi e i disinformati. E l’Italia ne è purtroppo piena, sia degli uni che degli altri.
In fin dei conti, anche lui deve stare bene attento, visto che non è quello stinco di santo che vuole far credere agli altri. Anche lui è stato condannato a 18 mesi per diffamazione e la condanna è facilmente reperibile in rete, basta cercare Vittorio Feltri condannato. E anche lui è stato accusato, attraverso una lettera anonima, di avere il “vizietto” dell’omosessualità.
Non voglio mettermi a sindacare se Feltri è o non è omosessuale, non mi interessa, ma prima di scagliare la prima pietra sugli altri è bene esaminare i propri peccati. Prima o poi, tutti i nodi vengono al pettine.

White Jaguar

lunedì 21 dicembre 2009

Le fantastiche avventure di Giggino e il tasso

Sebbene quella sera fosse andato a letto abbastanza tardi, pensò di aver dormito almeno dieci ore. Si sentiva estremamente riposato. Sveglissimo. Eppure, allo stesso tempo, tremendamente preoccupato. La verità però è che erano appena suonate le tre e mezza di notte, e fuori passò una macchina sfrecciando verso Nocelleto. In quel momento Giggino de Risi, capì che doveva assolutamente capire cosa gli stesse accadendo. Perché continuava a svegliarsi nel cuore della notte?Andò in cucina e cominciò ad analizzare. In quel periodo sul comune era il terrore dei dipendenti. Nessuno poteva dire il contrario. Naturalmente non era una cosa di tutti i giorni. Lui ci saliva meno di tutti gli altri sul comune. Ma come fa Marcantonio a starci tutti i giorni dalla otto meno dieci? Non se lo sapeva spiegare. Ciò nonostante, continua a pensare, quando decideva di andare, allora erano cazzi amari. Le rivoluzioni negli uffici erano frequenti. In quella stessa mattina doveva cambiare tutto. Poi sti cazzi se per quindici giorni non si faceva più vedere…. Eppure sentiva che avrebbe dovuto ricercare nel fondo marino della sua coscienza politica per qualcosa di più profondo. Il Polo Scolastico forse? Ma no, quello si farà come dice Gennaro... eppure c’è tanta terra qui vicino casa mia… Gennaro…Gennaro…Gennaro…Questo nome, come una eco pastorale  continuava a tornargli nella mente. Non riuscì a liberarsi e gli venne il singhiozzo. Allora bevve un bicchiere d’acqua al sapore di violette di bosco e si lasciò cadere su una poltrona. Penso che doveva dormire ma in quel momento sentì qualcosa alla porta. Non ebbe alcun  timore,  e si avvicinò verso l’ingresso…. Aperta la porta, guardò di fronte a sé, ma non vide nessuno. Stava per richiudere la porta quando si sentì chiamare da una voce roca e profonda: “Giggino! Sono qui! Abbassa lo sguardo”: era un grosso e corpulento tasciuto, che lo guardava dritto negli occhi. Giggino pensò di essere ammattito e lasciò cadere il suo soft drink.

Perché ti stupisci così tanto? – chiese con calma il tasciuto - sono Brunetta, l’ambasciatore del regno di Piedmontin e porto notizie gravi: il reggente della contea è caduto vittima della terribile epidemia della scrofa, e i suoi sudditi si trovano senza una guida. Solo tu, data la tua esperienza maturata nella contea di Calenum al seguito di ben due mostri sacri come il temibile Biasox e il suo degno successore Giano dè Fontanavecchia detto il Bifronte, puoi condurci verso il superamento di questo periodo di crisi e verso un nuovo inizio.

Lusingato, Giggino si versò un altro drink, e fece per pensarci su.

 Coraggio – insisté il tasciuto – seguimi attraverso le montagne e torna nel villaggio dove sei nato.

Giggino esitò. Guardò dalla finestra l’appezzamento di terreno dove nei suoi piani sarebbe sorto il Polo scolastico, e sembrò deciso a voler scacciare l’incomodo ospite. Poi improvvisamente prese la sua vecchia e polverosa casacca da montagna, e si incamminò dietro al tasciuto.

Continua…


Gatto Nero & Gatto Bianco