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mercoledì 13 gennaio 2010

Parliamo di Polo, che non è il Polo Nord!!



Sono settimane, se non mesi, che la vita politica carinolese è bloccata sulla questione dell'ubicazione del polo scolastico. Come la questione giustizia sta bloccando il governo italiano, così questo problema sta bloccando l'amministrazione comunale di Carinola. Si parla apertamente di problema anche se due milioni di euro non dovrebbero essere un problema: a tanto ammonta la somma messa a disposizione del comune dalla regione Campania per la realizzazione del polo scolastico.


Il progetto finanziato prevedeva la realizzazione di un polo scolastico unico, ovvero un solo complesso scolastico per tutto il comune. Il progetto prevedeva asilo nido, scuola materna, elementari e medie, oltre ad annessi servizi di mensa, ed impianti sportivi. Questo il progetto presentato e sponsorizzato da tutti, soprattutto dal vicesindaco De Risi che l’ha fatto sempre suo anche in campagna elettorale.

Descritto così, sembrerebbe incomprensibile la discussione che si è aperta e che continua in seno alla maggioranza ed anche all'opposizione. Passati al progetto esecutivo, il sindaco ha avuto le prime perplessità, la principale delle quali è che la somma a disposizione era sufficiente solo per un primo lotto dei lavori. La somma, decurtata dalle spese tecniche, per la sicurezza, per l'esproprio del terreno e altre spesucce generali, non era sufficiente nemmeno per ultimare la struttura grezza dell'erigendo edificio. Allora il sindaco ha elaborato una sua proposta alternativa su come disporre della somma. Il suo progetto consisteva nel cambiare il progetto da polo scolastico unico in principale. Sembrerebbe un semplice cambio di denominazione, invece è uno stravolgimento totale del progetto iniziale, con risvolti economici e politici non indifferenti.

Per essere chiari il Polo Unico è il progetto caro a De Risi, il polo principale è il progetto del sindaco approvato dalla giunta a variante di quello finanziato. Proviamo a chiarire i principali vantaggi e svantaggi per la popolazione derivanti dalla realizzazione di uno dei due progetti.

- Principale vantaggio del polo unico sarebbe usufruire di una struttura moderna e sicura fornita di tutti i comfort e le attrezzature moderne sia didattiche che ludico-sportive. Sul piano politico-sociale favorirebbe una maggiore integrazione tra le frazioni e una maggiore omogeneizzazione nel loro tasso culturale. Gli inconvenienti sarebbero la chiusura di tutte le strutture scolastiche attualmente operanti sul territorio con la conseguente creazione di una folta popolazione scolastica pendolare. Questo dovrebbe comportare la creazione di un efficiente ed articolato servizio di trasporto per gli studenti con una notevolissima spese per la comunità. Inoltre si avrebbe un forte calo del personale occupato poiché con l'accorpamento non si avrebbero più classi di 15-20 ragazzi ma di 25-30 come previsto dalle disposizioni ministeriali. Altro inconveniente, forse il principale: la struttura sarebbe realizzata in vari lotti quindi con l'esigenza di più finanziamenti la cui erogazione non sarebbe assicurata nel tempo. Si rischierebbe di creare un'altra cattedrale nel deserto come quella adiacente alla chiesa di Nocelleto, che non si sa quando diventerà un impianto fruibile.

- D'altra parte, la trasformazione del progetto da polo unico in polo principale permetterebbe di realizzare, con la somma a disposizione, degli interventi sugli edifici scolastici di Carinola centro, in particolare sull'edificio della scuola elementare ed il completamento della scuola materna incompiuta da anni di cui molti ignorano l'esistenza. Si metterebbe in sicurezza l'edificio della scuola elementare e si metterebbe in funzione una scuola materna pubblica completamente arredata e funzionante. I vantaggi di questa proposta sarebbero l'ultimazione in tempi brevi del progetto e, cosa non da poco, la sufficienza dei fondi disponibili. I fondi a disposizione dovrebbero bastare anche per sistemare la palestra esistente, della quale si potrebbero servire le tre strutture adiacenti. La realizzazione di questo progetto permetterebbe il mantenimento dello stesso numero di personale scolastico o addirittura di incrementarlo con l'apertura della scuola materna. Limiterebbe il fenomeno della migrazione scolastica in modo da poterla gestire con più efficienza. I risvolti negativi sarebbero l'abbandono definitivo della realizzazione di un impianto scolastico moderno ultrafunzionale e l'ulteriore congestionamento del traffico intorno al tribunale. Su questo punto ci si augura che i tecnici, in caso si realizzasse il polo principale, come sembra, prevedano un senso unico su via S. Biagio verso Casale e Ville.

Le vicende politiche collegate sono note a tutti, almeno quelle ufficiali: il vicesindaco ha continuato a difendere il progetto del polo unico contro il suo sindaco, finendo in minoranza nella giunta e nel gruppo consiliare di maggioranza in quanto è stata approvata la proposta del sindaco. Le sue dimissioni, ventilate ma non ancora formalizzate, dovrebbero essere un atto dovuto e non discrezionale. Un altro fronte si è aperto anche nell'opposizione, dove qualche furbone con la scusa del polo scolastico sta tentando di impadronirsi del PD. Sembra che l'azione non sia riuscita perchè condotta in malo modo ma pare che sia ancora in atto. La politica purtroppo poche volte si interessa delle esigenze dei cittadini e, come in questo caso, invece di cercare la soluzione migliore, ricorrendo magari ad un referendum popolare, è stato trasformato nell'ennesima occasione per la resa dei conti o per rivalse personali. Questa la situazione del comune di Carinola, che lo rende sempre più uguale alla situazione politica regionale e nazionale, dove ci si batte solo per il proprio interesse col pretesto di curare gli l'interessi dei cittadini, ogni giorno più sudditi.
Victor

lunedì 11 gennaio 2010

Resoconti e risvolti

La vicenda polo scolastico, soprannominato campus, sta svelando il vero volto della maggioranza che ha vinto le ultime elezioni amministrative comunali a Carinola.
Come da più parti ipotizzato , sembrava inevitabile che prima o poi si sarebbe giunti allo scontro frontale fra anime diametralmente opposte costrettesi a convivere per abbattere un potere costituito nel quale molti di loro, in passato, si erano riconosciuti.
Spesso la delusione o il mancato raggiungimento di un obbiettivo porta a prendere decisioni affrettate, mossi più da uno spirito di vendetta che da un progetto amministrativo credibile e realizzabile.
Qualche anno fa, nel momento in cui la scettro passava da Pasquale Di Biasio ad Antimo Marrese, alcuni rappresentanti del partito democratico si sono sentiti defraudati e hanno ritenuto passare il guado e schierarsi contro, sostenendo una coalizione civica, marcatamente di centro-destra, almeno nei suoi componenti, come poi ampliamente dimostrato dall’adesione in massa nel PDL, fatta eccezione del Sindaco e della dottoressa Zampi, rispettivamente PSE (Sinistra e Libertà) e UDC, con la speranza di abbattere i vecchi amici e sostituirsi a loro nella gestione della cosa pubblica comunale.
Fin qui tutto era sembrato filare liscio, Mannillo Sindaco, De Risi Vice Sindaco, Micillo, Giacca e Russo con posizioni di rilievo, Di Lorenzo, capo indiscusso della destra Carinolese nominato Assessore e l’On Grimaldi che ha piazzato pedine importanti ai fini della maggioranza con, credo, 4 consiglieri al suo attivo e qualche Assessore , quando all’improvviso viene fuori la delibera che vuole assumere 14 vigili urbani a tempo determinato: questo episodio ha fatto scattare la prima scintilla, in quanto due dei sei Assessori , tra cui De Risi , si erano dichiarati contrari e di fatto non hanno partecipato alle sedute di Giunta che ne deliberavano l’assunzione.
I “vigilini” hanno prestato servizio per un primo periodo a cavallo dell’estate, poi sono stati temporaneamente congedati per essere di nuovo riassunti e tuttora in servizio sulle strade comunali.
Digerita questa pillola, probabilmente amara, ecco che arriva il pomo della discordia, in quanto quello che sembrava essere un regalo fatto all’Amministrazione Comunale grazie all’intercessione dell’On Oliviero, esponente di spicco del PSE, partito in cui milita il Sindaco di Carinola, nonché consigliere Regionale dell’area alto Casertano, invece di essere accolto come tale si è dimostrato una mina vagante che passa di mano in mano col rischio di brillare da un momento all’altro.
Il finanziamento, che originariamente doveva essere realizzato all’altezza dell’incrocio sulla provinciale che da Carinola porta a San Donato, così come recita il progetto originario approvato in Regione, e che in una fase successiva ha subìto diverse prese di posizione circa la sua ubicazione, è giunto alla decisione definitiva, in quanto supportata da una delibera votata in consiglio comunale che vuole farla nascere nell’area in cui oggi sorge la scuola elementare di Carinola, sennonché durante il dibattimento in aula consiliare è saltato fuori un terreno, ex eca , di cui non tutti sembra fossero a conoscenza, di cui il Comune addirittura potrebbe disporre a titolo gratuito.
Il motivo del contendere sembrava essere, perché con questo fatto nuovo è tutto da riscrivere, l’ubicazione in primis e successivamente, ma non per questo di secondaria importanza, la dicitura polo unico scolastico, dove unico stava per abolizione di tutte le asilo, elementari e medie comunali che sarebbero dovute confluire in un unico istituto capace di offrire una soluzione ottimale a tutti gli studenti disseminati sul territorio.
A quanto pare però il finanziamento di due milioni di euro, se pur cospicuo, non risulterebbe sufficiente al completamento dell’opera, ed inoltre non tutti sarebbero d’accordo sull’accentramento delle elementari in un unico polo, per cui la maggioranza consiliare , ad eccezione dell’opposizione e del consigliere/assessore De Risi, ha votato una delibera che andrebbe a finanziare, almeno nell’immediato, la sola costruzione della nuova scuola media, abbandonando momentaneamente l’idea del campus, tanto cara all’assessore.
De Risi, a sua volta ha ritenuto, in seguito a questa votazione, dimettersi sia da Assessore che dal partito del PDL giudicando scorretto il comportamento dei suoi colleghi di partito, che non solo hanno votato la delibera “scuola media” ma non hanno mostrato solidarietà al loro esponente, che ha deciso con un fantastico colpo di scena, di andare a collocare tra i banchi “vuoti” della opposizione, provocando lo stupore di tutti i presenti.
Se crisi non è poco ci manca, perché ora bisogna surrogare o reintegrare l’assessore dimissionario che al momento sembra non voler tornare sui suoi passi, per cui nel caso di una sostituzione si andrebbero a sbilanciare gli equilibri faticosamente raggiunti, dal canto suo il Sindaco potrebbe essere tentato a nominare una figura più vicina alle sue posizioni politiche, in quanto essendo gran parte dei consiglieri di maggioranza approdati in un unico partito, cambiando il quadro iniziale della lista civica, avendo incassato un voto contrario dal suo vice, vedono il Primo Cittadino alquanto isolato in Consiglio per cui alla ricerca di un nuovo sostegno in giunta capace di riequilibrare i rapporti di forza, anche in virtù del voto contrario incassato da De Risi sulla votazione della delibera .
Ad oggi non ci è dato sapere qual è l’orientamento che sarà seguito e siamo sulla scia delle ipotesi e solo quando si concretizzerà la decisione potremo scoprire le reazioni e le contromosse che la parte “lesa” vorrà adottare .
Intanto, a quanto pare, il Dr De Risi stando alle notizie fin qui lette, sembra voglia dare battaglia, da oppositore, specie sul destino del Polo scolastico, e sta adoperandosi per verificare la fattibilità sull’area emersa durante la seduta consiliare, intanto, fuoriuscito dal PDL sembrerebbe alla ricerca di una nuova collocazione politica che lo vedrebbe vicino a Rutelli che in campo nazionale a provocato una scissione dal PD creando un movimento centrista che strizza l’occhio anche all’ ‘UDC di Casini.
La situazione è in continuo fermento ed i risvolti, a ridosso delle Regionali, possono essere imprevedibili, in quanto le forze dovranno convergere sui propri candidati e dimostrare la reale consistenza elettorale raggiunta alla luce dei due anni di amministrazione conseguiti, solo dopo si potranno emettere verdetti e fare ipotesi anche in prospettiva comunale , qualora le cose dovessero precipitare e quindi rimettere tutto nelle mani degli elettori.
Noi siamo spettatori passivi e ci auguriamo che si faccia solo e sempre l’interesse della collettività, indipendentemente da ambizioni personali e sete di potere fine a se stesso, per cui auguriamo a tutti gli attori di questa vicenda di essere scrupolosi esecutori di un mandato che li vuole deputati a fare gli interessi dei cittadini indipendentemente dal colore politico e dalle vicende personali .
Alla luce di tutto ciò il Sindaco si è ritrovato vittima di un malanno che lo ha costretto alle cure, e che speriamo le renda presto alla vita pubblica, ora più che mai, intricata da vicende politiche personali ed in prospettiva di una battaglia amministrativa senza esclusione di colpi , in cui è di vitale importanza dimostrare il peso specifico di ogni gruppo politico operante sul territorio, per programmare, anche, il futuro del Comune di Carinola.
Auguri Sindaco!

Snupy


venerdì 8 gennaio 2010

Forza Gennaro

Da qualche giorno il nostro sindaco è ricoverato in ospedale per un intervento chirurgico di emergenza all'addome. L'intervento si è reso necessario, a quanto appreso dai familiari, per un blocco intestinale che oltre a procurargli dolori lancinanti era pericoloso per le sue conseguenze se non si fosse intervenuto immediatamente. Tutta la cittadinanza ha espresso la propria solidarietà cercando di fargli sentire la propria vicinanza e il proprio affetto umano. Dicendo tutti s’intende includere anche i suoi provvisori compagni di cordata nell'avventura politica che lo vede al vertice del comune di Carinola. Si vuole includere anche loro anche se non si è certi che tutti siano prostrati dal dolore per l'inconveniente capitato al loro capo.


In verità, analizzando gli avvenimenti politici di questo anno e mezzo di amministrazione ibrida, gli attacchi sono stati quasi quotidiani senza interruzioni, feste comprese. Molti si affannano a dare la colpa ai molti pranzi di lavoro e politici sostenuti, in verità senza sacrificio, che lui ha offerto e che gli sono stati offerti. Non tutti sono convinti di questa spiegazione, anzi quelli più vicini a lui attribuiscono l'inconveniente allo stress continuo a cui è stato sottoposto da parte degli avversari politici ma principalmente da parte dei cosiddetti “amici”.

Ha iniziato con la costituzione della giunta, dove ha dovuto spartire per mille volte i posti disponibili tra i vari boss politici o presunti tali che avevano contribuito alla sua elezione. Oltre agli incarichi reali ha dovuto distribuirne moltissimi virtuali per mantenere fede alle promesse fatte in campagna elettorale. Dopo ha dovuto fronteggiare la situazione rifiuti, cimiteri, personale del comune, questuanti vari e ciliegina sulla torta il concorso per i v.v.u.u. Mentre si dedicava a questo ed alle restanti attività dell’'amministrazione, buche delle strade comprese, doveva resistere ai continui attacchi delle sue star politiche.

Ogni giorno sentire la "pelèa " del giorno del monaco sordo di Nocelleto che col suo sorrisetto ammiccante tra i tanti dispettucci gli ha proposto e fatto cambiare una decina di tecnici comunali. Poi resistere agli assalti del suo ministro della cultura che se non frenato avrebbe sicuramente organizzato anche la festa degli Eschimesi. Ascoltare ogni giorno la preghiera del responsabile sportivo di non rimuoverlo dall'incarico altrimenti sarebbe dovuto tornare in caserma. Sentire le sciocchezze del responsabile della pubblica istruzione che proponeva ogni giorno qualche progetto assurdo per giustificare lo stipendio. Acconsentire a tutte le iniziative del suo ministro dell'agricoltura che doveva organizzare qualcosa di grandioso e dispendioso per mettersi alla pari del suo collega casanovese.

Assieme a questi tarli giornalieri, i veri padroni del comune, ovvero i dirigenti, che ogni giorno gli chiedevano un aumento di indennità o un incarico nuovo da togliere agli altri. In ultimo il comandante in capo della banda dei demolitori del suo fegato, quello che in teoria doveva essere il suo principale alleato, il suo vice. Questi non ha mai digerito la sua posizione subalterna, candidatosi a dispetto di chi non lo aveva voluto sindaco ha continuato a fare dispetti anche a sé stesso quando non trovava a chi farli, cambiando un partito al giorno. Altro che pranzi! Questi e altri suoi ineffabili amici non presenti in prima persona nell'amministrazione hanno contribuito al crollo del suo fisico. Come si dice con una colorita espressione dialettale, Lo hanno schiattat n’cuorp.. Gennaro era convinto di addomesticarli con qualche concessione, qualche promessa e qualche minaccia, ma non è facile neutralizzare chi esercita quell'attività da una vita o chi possiede la dote innata del tradimento, anche se pure lui è dotato di tutte queste belle virtù. Ormai il nostro Gennaro è a un bivio: scegliere tra la politica e la vita, il che vuol dire famiglia ed amici veri, o almeno ad un diverso approccio verso la politica. L'augurio dei benpensanti è che risolva subito il piccolo incidente e che il periodo di riposo gli serva anche per ripensare la sua attività ed i suoi rapporti nei confronti di tutti, che siano più chiari e sinceri anche da parte sua in modo da vivere serenamente e senza inconvenienti al fegato. Forza Gennaro.



Dott. House



lunedì 4 gennaio 2010

E chest’ è!



Mentre continua la diatriba politica sul luogo dove dovrebbe sorgere il Polo Scolastico; mentre il dott. De Risi non riesce a decidersi da che parte vuole stare perché non si sente sostenuto e si dimette da vice sindaco perché non si sente ascoltato; mentre continuano manifestazioni culturali di cui l’Amministrazione va fiera e si gloria di esse elencandole in un calendario 2010; mentre continua la meschina guerricciola tra politici o la loro ipocrita ossequialità a cui fa seguito lo scodinzolamento dei rispettivi sostenitori, c’è chi, in questo rigido inverno, “vola” dalla finestra da un’altezza di circa dieci metri e si va a “posare”, per fortuna vivo ma con le gambe rotte, nel terreno sottostante.
Vincenzo, questo il suo nome, ha detto ai vicini che lo hanno soccorso, che si era affacciato alla finestra quando improvvisamente è precipitato nel vuoto…. Come e perché è volato dalla finestra? Un capogiro o altro?... Questa finestra è fornita di un sicuro davanzale o qualcosa è venuto meno, viste le condizioni disastrose della casa in cui l’uomo, quasi ottantenne, abita?

Vincenzo lo conosciamo tutti o quasi. Vive solo in un vecchio appartamento malandato nei pressi dell’Annunziata a Carinola, sfornito di qualsiasi comodità. La poca pensione di cui gode non gli permette di ristrutturare la casa né di munirla delle comodità di cui avrebbe bisogno. Il risultato di tutto questo è che Vincenzo, d’inverno, muore di freddo e solo il buon cuore del dott. Apicerni che gli permette di dormire nell’anticamera del suo studio, lo salva da una morte da barbone….Quanti Vincenzo ci sono nel nostro Comune? A chi spetta la cura di questi cittadini più infelici? Solo alla carità cristiana delle persone?Non voglio dire altro. Se si pensasse di più, mediante l’istituzione di un minimo di servizi sociali, a risolvere problemi seri come questo e che investono una buona fascia di popolazione, potremmo parlare di Comune con la C maiuscola. Ma finché manca l’attenzione verso le fasce più deboli, l’istituzione Comune manca di assolvere ad una delle sue funzioni più fondamentali.


Befy

mercoledì 30 dicembre 2009

Le smentite di Feltri



Le ultime vicende del Cavaliere hanno fatto passere in secondo piano molte informazioni, tra cui le smentite di Feltri sul caso Boffo che sono arrivate dopo tre mesi.
Ma non bisogna lasciare da parte queste informazioni.
Le accuse di molestie omosessuali di Boffo, direttore di Avvenire, verso il marito di una signora si sono rivelate una grande bufala. Il signor Feltri voleva solo deviare l’attenzione dalle avventure sessuali del Premier verso altre direzioni. E ci è andato di mezzo Boffo perché anche il suo giornale, di solito pacato ed estraneo a certe cose, si era permesso di lanciare qualche accusa contro l’intoccabile Presidente del Consiglio.
Ora dopo tre mesi, Feltri smentisce e dice che la ricostruzione dei fatti non corrisponde al contenuto degli atti processuali. Una fotocopia del casellario giudiziale e una nota a parte che riassumevano la motivazione della condanna gli erano state passate da un “informatore affidabile” a cui lui aveva creduto ad occhi chiusi…. Balle!
Ragionamento: come può un direttore giornalistico che si ritiene serio e credibile (?) pubblicare una notizia che accusa un altro direttore senza verificarne la veridicità?
Conclusione: visto la pubblicazione di una notizia falsa, Feltri non è né serio e né credibile.
Quale era veramente il suo intento, quello di dare una notizia irrilevante per la vita della nazione o quella di distogliere l’attenzione da Berlusconi che in quel momento era sotto le mire della stampa nazionale ed estera per le sue avventure sessuali a Villa Certosa e salvargli così la faccia?
Conclusione: quella di salvargi la faccia.
Chi è veramente Vittorio Feltri? Perché ci teneva tanto a salvare il Cavaliere?
Chi mai può essere: uno scudiero al soldo del Premier.
E come mai ora, all’improvviso, si ricrede e smentisce la notizia che tre mesi fa ha sollevato un polverone?
Conclusione: Tre possono essere le motivazioni. Primo: lo scopo che si era prefisso è stato raggiunto e quindi è bene riabilitare Boffo per riallacciare buoni rapporti con la Chiesa. Secondo: è stato lo stesso Premier ad imporglielo sempre per riallacciare i rapporti con la Chiesa e non averla contro in un momento per lui molto critico. Terzo: Feltri sente puzza di ruzzolone per il Cavaliere e vuole mettersi le spalle al sicuro. Non si sa mai.
Ma chi veramente può prendere in considerazione uno come Vittorio Feltri?
Conclusione: solo gli stupidi e i disinformati. E l’Italia ne è purtroppo piena, sia degli uni che degli altri.
In fin dei conti, anche lui deve stare bene attento, visto che non è quello stinco di santo che vuole far credere agli altri. Anche lui è stato condannato a 18 mesi per diffamazione e la condanna è facilmente reperibile in rete, basta cercare Vittorio Feltri condannato. E anche lui è stato accusato, attraverso una lettera anonima, di avere il “vizietto” dell’omosessualità.
Non voglio mettermi a sindacare se Feltri è o non è omosessuale, non mi interessa, ma prima di scagliare la prima pietra sugli altri è bene esaminare i propri peccati. Prima o poi, tutti i nodi vengono al pettine.

White Jaguar

lunedì 21 dicembre 2009

Le fantastiche avventure di Giggino e il tasso

Sebbene quella sera fosse andato a letto abbastanza tardi, pensò di aver dormito almeno dieci ore. Si sentiva estremamente riposato. Sveglissimo. Eppure, allo stesso tempo, tremendamente preoccupato. La verità però è che erano appena suonate le tre e mezza di notte, e fuori passò una macchina sfrecciando verso Nocelleto. In quel momento Giggino de Risi, capì che doveva assolutamente capire cosa gli stesse accadendo. Perché continuava a svegliarsi nel cuore della notte?Andò in cucina e cominciò ad analizzare. In quel periodo sul comune era il terrore dei dipendenti. Nessuno poteva dire il contrario. Naturalmente non era una cosa di tutti i giorni. Lui ci saliva meno di tutti gli altri sul comune. Ma come fa Marcantonio a starci tutti i giorni dalla otto meno dieci? Non se lo sapeva spiegare. Ciò nonostante, continua a pensare, quando decideva di andare, allora erano cazzi amari. Le rivoluzioni negli uffici erano frequenti. In quella stessa mattina doveva cambiare tutto. Poi sti cazzi se per quindici giorni non si faceva più vedere…. Eppure sentiva che avrebbe dovuto ricercare nel fondo marino della sua coscienza politica per qualcosa di più profondo. Il Polo Scolastico forse? Ma no, quello si farà come dice Gennaro... eppure c’è tanta terra qui vicino casa mia… Gennaro…Gennaro…Gennaro…Questo nome, come una eco pastorale  continuava a tornargli nella mente. Non riuscì a liberarsi e gli venne il singhiozzo. Allora bevve un bicchiere d’acqua al sapore di violette di bosco e si lasciò cadere su una poltrona. Penso che doveva dormire ma in quel momento sentì qualcosa alla porta. Non ebbe alcun  timore,  e si avvicinò verso l’ingresso…. Aperta la porta, guardò di fronte a sé, ma non vide nessuno. Stava per richiudere la porta quando si sentì chiamare da una voce roca e profonda: “Giggino! Sono qui! Abbassa lo sguardo”: era un grosso e corpulento tasciuto, che lo guardava dritto negli occhi. Giggino pensò di essere ammattito e lasciò cadere il suo soft drink.

Perché ti stupisci così tanto? – chiese con calma il tasciuto - sono Brunetta, l’ambasciatore del regno di Piedmontin e porto notizie gravi: il reggente della contea è caduto vittima della terribile epidemia della scrofa, e i suoi sudditi si trovano senza una guida. Solo tu, data la tua esperienza maturata nella contea di Calenum al seguito di ben due mostri sacri come il temibile Biasox e il suo degno successore Giano dè Fontanavecchia detto il Bifronte, puoi condurci verso il superamento di questo periodo di crisi e verso un nuovo inizio.

Lusingato, Giggino si versò un altro drink, e fece per pensarci su.

 Coraggio – insisté il tasciuto – seguimi attraverso le montagne e torna nel villaggio dove sei nato.

Giggino esitò. Guardò dalla finestra l’appezzamento di terreno dove nei suoi piani sarebbe sorto il Polo scolastico, e sembrò deciso a voler scacciare l’incomodo ospite. Poi improvvisamente prese la sua vecchia e polverosa casacca da montagna, e si incamminò dietro al tasciuto.

Continua…


Gatto Nero & Gatto Bianco

martedì 15 dicembre 2009

Caspita! E’ di carne!


Pensavo che il nostro Premier, nella sua onnipotenza e onnipresenza, fosse fatto di una materia non di questo mondo. Un insieme di fotoni sconosciuti che gli davano l’immortalità e quindi l’arroganza verso i comuni mortali non sintonizzati sulla sua lunghezza d’onda. Quel bel viso liscio super tirato, i finti capelli  sempre a posto, quello pseudo-sorriso stampato sul viso in tutte le occasioni offrivano  l’immagine di un super-eroe inattaccabile, ricomponibile, sempre in piedi, come Ercolino, il vecchio pupazzo di plastica di tanti anni fa.

E invece, con l’aggressione di Milano, patapuffete, tutto è crollato a culo per terra.

E’ proprio come noi! Fatto di carne che si lacera, di sangue che scorre, di ghigni di dolore. Caspita!

Mi dispiace, umanamente mi dispiace, perché qualsiasi tipo di violenza è condannabile, ma non voglio unirmi alla folla fanatica che adesso fa del Premier la povera vittima di una violenza alimentata solo da una parte politica, né voglio unirmi alle false commiserazione di tanti politici che si precipitano al suo cappezzale per portagli un ipocrito conforto e un’ipocrita solidarietà. Neppure voglio strapparmi le vesti o gridare allo scandalo, come stanno facendo  tanti leccaculo, per le oneste parole di Di Pietro che ha ricordato il ruolo di  istigatore di folle del Premier contro i suoi nemici, tutti “comunisti”, perché non si allineano al suo pensiero, e quello della Lega che non fa altro che alimentare sentimenti razzisti nel cuore degli italiani, dico io.

 No. Non è lui la vittima, anche se adesso cavalcherà l’onda della pietà umana per riguadagnare consensi. Lui, con un po’ di soldini, visto che ne ha tanti, si rimetterà subito a posto; avrà un viso nuovo, denti nuovi, un sorriso nuovo e sarà pronto a ricominciare come prima e peggio di prima.

Vittime, quelle vere, sono le migliaia di persone che stanno perdendo il lavoro e  stanno lottando con le unghie e con i denti per non perderlo; sono gli operai in cassa integrazione che non sanno se un lavoro lo avranno più e precipitano nella depressione più nera perché, alla loro età, la speranza non è più prevista; sono i giovani che il lavoro devono cercarlo col lanternino e non lo trovano o sono costretti ad andare via per crearsi una parvenza di vita; sono tutte le famiglie che, con uno straccio di stipendio, si arrabbattono giorno per giorno per mettere un piatto in tavola o mandare i figli a scuola; sono gli extracomunitari discriminati e spesso picchiati a causa del clima razziale alimentato dalla Lega; sono le centinaia di morti sul lavoro, a cominciare dalle sette vittime della Thyssen Krupp, le cui famiglie probabilmente non avranno neanche la soddisfazione di un po’ di giustizia se passerà la vergognosa legge sul processo breve; sono i morti delle strage di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, di Bologna, di Ustica, dell’ Italicus, per parlare di quelle più famose, che dopo tanti anni ancora stanno aspettando di avere dei colpevoli e dei mandanti che nessuno ha fretta di trovare.

E senza vergognarmi di dirlo chiaro e forte, è stato soprattutto lui, il nostro Premier, a creare questo clima di violenza che serpeggia nel Paese; lui che aggredisce e minaccia di continuo verbalmente i suoi oppositori politici; lui che non ha mai esitato a calpestare i diritti dei cittadini italiani per far valere i suoi; lui che parla di democrazia, ma sta instaurando una dittatura a 360 gradi; lui che ha pensato soprattutto a salvare se stesso e le sue aziende  con leggi ad personam, ma non fa niente per salvare dalla catastrofe i lavoratori italiani; lui che calpesta la legittimità del Parlamento e della Magistratura demonizzandoli e giustificare così le prossime schifose leggi volte a nullificare le azioni di queste due istituzioni; lui che vive come un satrapo assiro e vuole invece apparire candido, vittima di chissà quali congiure, contro la sua immagine;  lui che non sa dialogare con nessuno se non con chi accetta passivamente il suo volere e impone solo la sua volontà.

Mi dispiace, ma non riesco ad essere ipocrita. Pur condannando qualsiasi atto di violenza, un po’ di umiltà può fargli solo bene. Capire che anche lui può cadere e farsi male gli farà perdere quella smania di onnipotenza e riportarlo di nuovo entro quella dimensione umana che ha perso da tempo.

Nuvola Rossa

sabato 12 dicembre 2009

Al signor Corona


Egregio signor corona, oggi 10/12/2009 lei è stato condannato a 3 anni e 7 mesi di reclusione per estorsione e tentata estorsione, in seguito alle note vicende delle foto ai personaggi famosi. In pratica lei immortalava i cosiddetti vip in atteggiamenti o situazioni “imbarazzanti” e poi li ricattava per non pubblicare le foto sulle riviste, ottenendo così un guadagno illecito Le è andata anche bene poiché era stata chiesta per lei dal Pubblico Ministero una pena ben più pesante. Inoltre è previsto per il febbraio del 2010 un altro procedimento a suo carico per la faccenda delle banconote false che lei ha spacciato nel 2008 all’aeroporto di Fiumicino. Come se non bastasse lei è stato più volte denunciato dalle forze dell’ordine per resistenza e lesioni e numerose volte ha subito il ritiro della patente per eccesso di velocità, l’ultima volta mi sembra che sia avvenuto in Svizzera dove su queste cose sono molto più attenti e fiscali di noi. Quello che emerg! e da tutto questo, è un quadro tanto chiaro quanto inquietante: lei è un delinquente!
Eppure oggi dopo la lettura della sentenza che la condannava, lei signor corona, ha avuto la sfrontatezza di contestare e criticare i giudici, ha detto che andrà via dall’Italia, e l’ha detto a mo’ di minaccia come se questa nazione fosse destinata a perdere uno dei suoi figli migliori o fosse destinata a rimpiangerla per sempre. Ma lei chi è signor corona, o chi crede di essere, che cosa ha fatto - a parte i reati che ha commesso - per la nostra Italia di cui lei dice di vergognarsi? Eppure lei è una di quelle persone che “possono scegliere”, nella vita perché è una persona di bell’aspetto, poteva scegliere di fare l’attore, magari di fiction, poteva scegliere di fare qualche sport, perché onestamente ha anche un bel fisico e magari poteva eccellere in qualche disciplina; niente di tutto questo. Lei ha scelto la strada sbagliata, la strada del facile guadagno e del facile successo, la strada dell’illegalità, scelta che oggi finalmente lei paga grazie ! ai giudici da lei tanto criticati. Ma la cosa che più mi ha lasciato sbigottito in tutta questa vicenda è la frase da lei oggi pronunciata:
mi vergogno di essere italiano.
Signor corona le voglio semplicemente dire che sono io a vergognarmi di essere italiano quando penso che lei è un mio connazionale.
Le voglio dire di non vergognarsi di essere italiano ma di vergognarsi per la sua scelta e la sua condotta di vita; di vergognarsi di aver speculato sulla vita privata di un ragazzo brasiliano di nome Adriano nel momento peggiore della sua vita, non solo calcistica, che dopo un grave lutto in famiglia ha avuto una forte depressione, e con la depressione signor corona, forse lei non lo sa, ma si può morire!
Le voglio dire di non vergognarsi di essere italiano perché italiani sono anche Benigni, Battiato, Bocelli, Saviano (mio comprovinciale), Camilleri, Rita Levi Montalcini, Roberto Baggio, Valentino Rossi, Piero Angela, Ennio Morricone etc. etc; italiani sono stati Troisi, Pavarotti, Enzo Biagi, Pertini, De Sica, Sergio Leone, Falcone, Borsellino e rispettive scorte, la squadra 6/A dei Vigili del Fuoco di Roma, i morti dell’Abruzzo e tanti altri che adesso dimentico. Sono italiani tutti gli anonimi che si guadagnano il salario e lo stipendio alzandosi all’alba, lavorando di notte, facendo gli straordinari, rischiando la propria vita sul posto di lavoro, quelli che vanno al lavoro anche se stanno male (grazie al nano frustrato) per non perdere soldi dalla paga, sono italiane tutte le donne che la mattina accompagnano i figli a scuola e poi vanno al lavoro e si dannano l’anima per far quadrare i conti del bilancio familiare ed è italiano quel bambino di 3 o 4 anni dell' asilo nido di Pistoia che si è levato dal gruppetto di compagni terrorizzati per andare a tenere il braccio e consolare una bambina di 14 mesi maltrattata e picchiata da una maestra impazzita.
Signor corona che altro dirle? Le auguro che il soggiorno nelle patrie galere (se mai ci andrà) le dia modo di riflettere, ma se per qualche motivo dovesse restare a piede libero, faccia quello che ha minacciato di fare: lasci questo paese! Nessuno la rimpiangerà.

Due Calzini

giovedì 10 dicembre 2009

Il gatto e la volpe


Non so se arrabbiarmi o meno, ma sicuramente sono rimasto molto perplesso o quanto meno infastidito nel leggere il post di Roberto sul randagismo sul sito Carinola.net.
Perché perplesso e infastidito? chiederete voi. In fin dei conti si tratta di una buona proposta, da non prendere sottogamba. Infatti, nulla da eccepire sulla proposta. Solo che la stessa, identica proposta è stata fatta dal sottoscritto dalle pagine del Quiquiri, un blog che reputo dinamico, propositivo e anche  abbastanza impegnato.
E’ vero che non mi sono neanche firmato scrivendo quel post, ma l’articolo è là, leggibile, riscontrabile, verificabile e porta la data del 12 novembre scorso. 
Cosa succede sui blog di Carinola? Si gioca al gatto e alla volpe?
Non è la prima volta che delle proposte provenienti dal Quiquiri  se ne appropriano altri personaggi per dar lustro a se stessi o anche al proprio partito politico, fingendosi candidi come agnelli. E’ successo con la proposta della borsa di studio intitolata al ten. Giovanni Pezzulo di cui si appropriò il candidato della Margherita alle ultime elezioni; oppure con quella di consorziare l’agricoltura il cui post porta la data del 24 luglio 2009 e con tante altre proposte che ora neppure ricordo.
Anche se questo mi fa enormemente piacere perché vuol dire che le idee sono valide, devo ammettere che non è corretto ignorare o fingere di ignorare che esse provengono da altre fonti.
Il Quiquiri è un blog che predilige l’anonimato, è vero, ma questo non vuole dire che dietro ci siano i fantasmi; basterebbe solo dire “proposta dei ragazzi del Quiquiri” o come dir si voglia e la coscienza sarebbe a posto. Tutti felici e contenti.
Con questo, non voglio neppure accusare Roberto di essersi impadronito di un’idea pensata da altri perché magari davvero non l’ha letto il post (ma perché ci ha tenuto tanto a precisare che l’ha sentito a Canale 5, forse per avere un alibi?). Anche questo però è un punto a suo sfavore. Vuol dire che non sta attento a ciò che succede intorno a lui. Non ascolta, non sa ascoltare o non vuole ascoltare le poche voci critiche o meno che pur cercano di smuovere un po’ le coscienze in questo territorio. Anche lui è pieno di prevenzioni verso certe realtà perché si attacca all’apparenza e non ai contenuti preferendo la sicurezza di un nome scritto sulla carta, ignorando o fingendo di ignorare chi questo nome non lo scrive.
Ma se io mi firmassi Antonio, Francesco, Giuseppe o Giovanni, farebbe differenza?
Caro Roberto, non sapresti mai se il mio nome è quello giusto o che faccia io abbia. Perciò impara ad ascoltare chiunque, impara ad ascoltare  l’ “altro”, anche se non ha nome e non ha volto.

FN

martedì 8 dicembre 2009

Alla ripudiata Vestale di Bacco


La Festa della Vendemmia a Casale di Carinola - 2008 - foto tratta da Casaleweb


L’altra sera ho avuto il piacere di avere mio ospite Bacco (ci incontriamo amichevolmente ogni tanto); è venuto con Arianna, un grappolo di ninfe ed una piccola mandria di satiri. Sono dovuto scendere parecchie volte in cantina, ma ne valeva la pena. Chiacchierando del più e del meno e prima che le ninfe si mutassero in baccanti, il dio, in vena di confidenza e per l’amicizia che ci lega, mi ha confessato di essersi rifugiato da me per sfuggire ad una sua petulante ed indegna vestale. Indegna, ha detto, per il suo “sgarrupante” modo di esprimersi, per la sua lettura molto limitata della realtà, per i suoi orizzonti gretti ed angusti. Non soddisfatta di un suo scritto scadente e miserevole (il clan dei casalesi) su cui ho sorvolato con la mia notoria misericordia cristiana (poveretta! Fu il mio commento) ora ha voluto marcare la dose definendo la Festa della Vendemmia, Festa degli ubriaconi.

A questo punto, tirato per il pelo, varcato il mio limite di sopportabilità e sapendo che questa “roba” viene letta anche in luoghi lontani, provo a dire la mia.

La Festa della Vendemmia è la Festa della Memoria. Nata non solo per dare allegria, questa brutta copia della felicità, ma una festa capace di penetrare nell’anima di tutto un popolo, eccitandone amorevolmente lo spirito, creandogli emozioni profonde, commuovendolo. Essa ha inteso rinfocolare il senso civico (quanto bisogno di senso civico nei nostri paesi!), suscitare interesse per un ritorno all’antico orgoglio della comunità, smussare egoismi valorizzare culturalmente ed economicamente il vino, ricordare le generazioni passate proiettarne la storia verso il futuro per non dimenticare che l’uomo non è altro che il prodotto degli uomini che ci hanno preceduto e che non c’è futuro se non coltiviamo il passato. Una Festa che coinvolge tutti: bambini, giovani, donne, anziani. Una Festa capace di avvolgere il vecchio mondo dei nostri padri innestandovi l’energia della vita moderna. Una Festa con la responsabilità di ogni cittadino. C’è qualcosa di sacro, un ! alto significato, morale e civile; c’è un gesto nobile, un onore, un brindisi d’amore offerto ai nostri antenati (anche ai tuoi cara ex vestale) che hanno fondato i nostri paese; ai padri che piantarono sul nostro territorio la sacra pianta dell’uva; un gesto d’amore strettamente legato alla natura e allo spirito dell’uomo.

Basta? Potrei aggiungere il grande richiamo di gente, non solo di questi luoghi, potrei dire del prestigio che da a tutto il Comune, e tante altre cose.

Poi vieni tu e scambiando lucciole con lanterne, ti metti a fare distruttivi paragoni. Ti metti ad esaltare un avvenimento, per quando mi riguarda positivo, (la Festa del Vino) ma per farlo devi denigrare, con molta povertà di sentimento, la Festa della Vendemmia

E' in questo modo, con questi linguaggi, con questo modo di pensare la realtà, e quindi anche la politica, che intendete migliorare le sorti di questo territorio? La Festa è anche un modo di combattere le partigianerie e le piccinerie dilaganti e vuole costruire e non "sgarrupare" come tenti di fare tu con ciò che affermi in Il club dei casalesi e in questo scritto ultimo che vuol far credere che la Festa non abbia altri scopi che quello di una ubriacatura generale.

Sappi che la Festa del vino non è altro in fondo che un ramo innestato sul grande albero di quella Festa. La Festa delle Vendemmia ha fatto nascere sensibilità nuove, ha creato energia spirituale soprattutto in coloro che ne hanno capito e sentito il valore.

Essa esprime la coscienza civile ed etica di tutto un popolo. Per il suo valore, per i suoi significati è, deve essere al di sopra ogni bega politica, di ogni masturbazione politica, per il semplice fatto che appartiene a tutti, a quelli di destra a quelli di sinistra,a quelli di sotto e a quelli di sopra. E nessuno NESSUNO deve avere la sfrontatezza di abusare e servirsi di essa, vuoi per fini bassamente politici, vuoi per altri scopi. Io non credo, non voglio credere, che qualcuno abusando del suo Potere voglia togliere a questa Festa la sua peculiarità, la sua profonda originalità che consiste nella sua indipendenza. Un politico intelligente e sensibile sa molto bene che farebbe solo male a tutto un popolo e soprattutto a se stesso, nel caso tenti di farlo. Un saggio politico da questa manifestazione e da altre manifestazioni che nasceranno, spero nel territorio, deve solo trarre ispirazione per svolgere bene il suo importantissimo compito, lasciando esprimere la società civile liberamente. C'è un Comitato,che magari può anche commettere qualche errore, ma che, per dieci anni, si è impegnato in una fatica più grande di quanto generalmente si crede, per offrire qualcosa di veramente valido, energetico a tutto il nostro territorio.

Il guaio è che tu, cara ex vestale, e parecchi altri, abituati a navigare su barchette di carta nelle calme acque della piscina di Internet, malgrado le alte potenzialità di questo strumento, non riuscite a sporgervi oltre i bordi della piscina stessa. Provate ad entrare in mare aperto, sfidate qualche vera tempesta, mettetevi a servizio del Capitano Achab per la caccia a Moby Dick o, se proprio non ce la fate, salite almeno sulla zattera del mio amico Hackleberry Finn lungo l'infinito Mississippi della vita. Vi scoprirete orizzonti molto più vasti, luminosi, sentirete allargare la vostra mente ed il vostro cuore e vi accorgerete quanto sia interessante e meravigliosa la vita.

Cordialmente da: un casalese che è anche un carinolese, un casanovese, un nocelletese, un ventarolese, un sandonatese; che è anche un italiano, un europeo, un asiatico, un americano, un africano e un oceanico.


Con una zampa spezzata
EL COYOTE


sabato 5 dicembre 2009

Il comunista Fini


Che bello! Tra le tante persone che in Italia meritano l’appellativo di “comunista” come il peggiore degli insulti da parte di questo governo, ora vi rientra anche Gianfranco Fini. Finché scodinzolava dietro a Berlusconi dicendo sempre “sissignore”, tutto è andato bene. Coalizione compatta. Governo forte della prepotenza indiscussa del premier. Poi all’improvviso, o forse non tanto, Fini ha iniziato a usare la testa, si è accorto di avere un cervello, ma soprattutto si è accorto di avere una dignità di uomo e di politico e ha cominciato a dire “no, così non mi sta bene”. Si è dato a difendere la Costituzione, l’autonomia della magistratura e ad accusare il premier il quale, solo perché ha il consenso dei tantissimi italiani disinformati, pensa di aver diritto all’immunità. Ha avuto persino la temerarietà di celebrare Nilde Iotti, presidente della Camera dal 1979 al 1992 con le parole: “Nilde Iotti offrì un esempio di imparzialità e di equilibrio che le valse il riconoscimento e la stima di tutte le parti politiche. Non rinunciava, però, alle sue idee”
E bravo Gianfranco!
Con queste parole Fini è diventato più che mai l’uomo nero del Pdl, o meglio un “comunista!” come tutti quelli che non la pensano come il premier e non lo assecondano nelle sue baggianate.
Benvenuto tra noi Gianfranco!
Non può farci che piacere notare che l’unico che fa opposizione sia l’ex alleanzino, anche se forse un po’ di conti se li è fatti prima di mettersi a fare opposizione. Quali? Be’, capito che per Berlusconi è iniziata la parabola discendente, Fini ha preferito mettere una bella distanza di sicurezza tra lui e il premier. Ha altre mire lui: probabilmente la prossima presidenza del Consiglio.
E’ anche vero che Fini ha una concezione diversa della destra da quella che continuano ad avere il Pdl e la Lega ancora saldamente legati a una destra fascistoide, prepotente e razzista. Fini vuole invece una destra moderna, senza radici razziste o populiste; una destra che sia garante della Costituzione anche rispetto al Quirinale e alla Consulta tanto odiati da Berlusconi.
Quale sarà la strategia di Fini? Staremo a vedere.
Intanto mi chiedo e domando, qualora si arriverà ad una rottura tra Fini e Berlusconi, come spero, dove andranno a collocarsi i nostri assessori carinolesi che per convenienza o un’errata lungimiranza sono confluiti in massa in un moribondo Pdl? Resteranno al loro posto o si staccheranno di nuovo per saltare sul carro del nuovo probabile vincitore?
Anche questo staremo a vedere. E con molto interesse e curiosità. Ma tanto si sa: in politica non regna la coerenza; solo l’opportunismo.

Babbo Natale