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lunedì 27 luglio 2009

Cani bastardi che odiano la propria stessa terra



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Chissà  perché era una cosa che sentivamo nell’aria. Un brivido malefico che sentivamo scorrere lungo la schiena, perché la cultura in questo posto è stata sempre un elemento sconosciuto a molti personaggi che purtroppo capiscono solo il tintinnio dei soldi e l’interesse privato, ma arrivare persino a questi feroci atti di vandalismo è qualcosa di inammissibile.

Una sorpresa amara per i ragazzi e gli archeologi che sono tornati al lavoro dopo il fine settimana: il pavimento in marmo riportato alla luce agli inizi dei lavori è stato malvagiamente e ferocemente distrutto durante il week end.

Le teste di cazzo che si sono date tanto da fare per distruggere, sperando di trovare chissà che cosa, ciò che era stato portato alla luce con tanto interesse ed attenzione, hanno le ore contate e non la passeranno tanto liscia. Sono già state attivate le conoscenze del caso e quei nomi sono saltati fuori, e allora sarò la persona più felice del mondo quando li vedrò arrestati. Chi non sa rispettare la propria terra in tutte le sue componenti sociali e culturali, non merita di starci.

Resta un forte amaro in bocca per un atto vandalico che non ha giustificazioni. Qualsiasi possa essere stato il motivo di tale azione, politico o di puro interesse privato, è qualcosa che fa  accapponare la pelle a chi in questi scavi vede non solo un’opportunità per il futuro del carinolese, ma anche  la possibilità di conoscere meglio la storia di questa terra. Non tutti siamo animati dallo stesso amore, ma chi non riesce a rispettare neppure ciò che di buono c’è  sul proprio territorio o antepone altre meschine cose,  non merita di essere considerato parte integrante di una comunità civile. Merita solo la galera. E l’avrà. Bastardi.

Il Quiquirì

domenica 26 luglio 2009

A tressette come al golf


L'altro giorno si è concluso il torneo estivo di tressette a Casanova. Dopo accanite e travagliate fasi eliminatorie sono arrivati in finale quattro baldi giovanotti, Antonio Di Donato e Salvatore Sorvillo, alias Bocchetti, contro Salvatore Iovinella e Stefano Corvino. Per la cronaca l’ambito titolo, rappresentato da un florido prosciutto, è andato alla coppia Didonato- Sorvillo, quest’ultimo alle primissime ore dell’alba era in piazza a “pariarsi” giustamente. La manifestazione è stata organizzata da Salvatore Sorvillo in tutti i particolari, prevedendo anche un buffet finale con pizza e vino, buono nonostante fosse figlio di genitori ignoti. L’organizzazione in verità non è stata impeccabile anche perché mancavano regole scritte e il neo top manager Sorvillo ha dovuto fare tutto da solo. Comunque è stata una esperienza positiva per lui e per tutti i partecipanti e sicuramente l’organizzazione che condurrà del prossimo torneo sarà perfetta. Questa la nuda cronaca dell’evento ma è stato molto più interessante il suo aspetto sociale. Per la prima volta si sono visti insieme cimentarsi una ventina di ragazzi, alcuni giovanissimi, tutti insieme impegnati a superarsi sportivamente senza proteste e senza lamenti accettando sportivamente anche l’eventuale sconfitta. Si è avuto il piacere di vederli senza l’immancabile bicchiere di birra ma diligentemente impegnati come in un campo di golf. Addirittura molti per l’occasione sfoggiavano la maglietta migliore del guardaroba. Sembra qualcosa di banale un torneo di tressette ma può essere anche foriera di un nuovo modo di pensare e di incontro tra i giovani. Si può partire dal tressette ed arrivare al golf, intendendo con questo sport un' attività più nobile: l’importante è farla insieme. Il bello del paese rispetto alla città è stato sempre lo stare insieme. Questo negli ultimi anni è venuto a mancare in tutti i nostri paesini con gli scompensi conseguenti. Ciò ha comportato di vivere in paese come in città, con gli svantaggi sia del paese che della città.
Questo torneo, basato su qualcosa di futile come il tressette, è stato il termometro della potenzialità giovanile del paese. Si sono visti impegnarsi allo spasimo nel ricordare le carte, discutere, anche farsi qualche piccolo segno proibito ma per una settimana tutti insieme appassionatamente. Si auspica che in futuro il loro impegno si anche riversi su qualche attività più elevata, l’importante è che continuino a stare insieme . Il gruppo è uno scudo contro i pericoli esterni ed anche interni del proprio animo negli immancabili momenti di depressione.

TRE DI BASTONI

venerdì 24 luglio 2009

A proposito di percoche…

Siamo tutti un po’ presi dagli scavi di Foro Popilio  che sembra comincino a fare sognare un futuro diverso, più ottimistico. Si parla già di una Pompei nascosta che porterà ricchezza e splendore al territorio, un lancio turistico che potrà farci solo bene.

E’ affascinante sognare in questo modo, tuttavia le altezze possono far girare la testa. E’ meglio che   scendiamo con i piedi per terra. Per diverse ragioni.
Prima che il sito possa essere visitabile, passeranno sicuramente molti anni. Nel frattempo si dovranno reperire i  fondi necessari per continuare a scavare con  attenzione. Nessuno sa, inoltre, come si presenterà il sito e quale interesse archeologico potrà riservare.
Chiaramente noi speriamo tutto il meglio possibile, ma non possiamo ipotecare il futuro.
E’ bene vivere nel presente e il presente si chiama agricoltura. Con la A maiuscola.
Tutti sappiamo che l’agricoltura è sempre stata la ruota che ha fatto girare l’economia del Comune fin dal tempo dei tempi ed è perciò fondamentale non trascurare questo settore di primaria importanza  pur conservando uno sguardo lungo, che si spinge lontano.
Per valorizzare la nostra agricoltura e renderla competitiva sul mercato è fondamentale un’azione di ammodernamento tecnico e organizzativo. Piccoli passi sono stati fatti, ma non sono sufficienti.
Ad esempio, tranne qualche temerario, la produzione vinicola, che nell’antichità ha dato lustro alla zona, è molto diminuita e si limita alla produzione di vini comuni a consumo locale, incapaci di inserirsi con successo in circuiti più ampi.  Lo stesso identico discorso può farsi per l’olio.
Si è invece verificato un incremento notevole di superfici coltivate a frutteti, soprattutto pesche, sia perché più redditizie per la minor esigenza di mano d’opera, sia per il più facile inserimento sul mercato regionale e nazionale. Mancano però, sul territorio, strutture aziendali che permettano la trasformazione, conservazione e distribuzione dei nostri prodotti agricoli in un circuito nazionale e internazionale. Non si intravedono progetti in questa direzione che invece potrebbero essere la carta vincente della nostra agricoltura.
Si registra, nella nostra area, un eccessivo frazionamento delle aziende agricole, tutte a conduzione diretta da parte del coltivatore e per lo più gestite con manodopera familiare. La loro dimensione media, circa due ettari o poco più, comporta scarse capacità finanziarie da parte dei conduttori e quindi scarse possibilità di ammodernamento nella gestione agricola.
Inoltre, la mancanza di un sistema integrato a livello orizzontale  (tra le varie aziende) e verticale (tra produzione e trasformazione dei prodotti agricoli) determina una stasi difficilmente superabile.
L’intoppo alla realizzazione di un’agricoltura più competitiva e che usi tecniche di coltivazione moderne ed innovative, si potrebbe ovviare favorendo la creazione di  consorzi e cooperative.
Qualcuno dei produttori agricoli, provenienti però da Parete e Giugliano, lo ha fatto, ma sono cooperative del loro territorio d’origine e non del carinolese.
L’ostacolo più grosso sembra però essere quello di superare una mentalità restrittiva e chiusa per acquisirne una più moderna e manageriale.

Zio Tobia

martedì 21 luglio 2009

Perchè gli scavi a Foro Popilio



In molti in questi giorni avendo saputo dell’inizio degli scavi a Foro Popili si sono chiesti le motivazioni di questi lavori. L’inizio di questa, che si spera una bella storia, ha inizio la primavera del 2008 quando il neoassessore alla cultura di Carinola si recò in sopralluogo in quella località. Finalmente una svolta, un assessore alla cultura di Carinola si interessava dei beni culturali del comune e non solo dei concertini come nel passato. Alla visita era presente,oltre a Di Lorenzo, il sovrintendente di allora di Caserta e Benevento, Mario Pagano e il Professore Michele Raddi da poco nominato consulente del sindaco per i beni archeologici del comune di Carinola. Questo incarico gli fù affidato sia per il curriculum di tutto rispetto presentato ma anche perché Raddi era stato collaboratore e grande amico di p. Michele Piccirillo che lo aveva presentato e garantito per la sua professionalità. La cronaca dell’incontro anche se in forma ridotta, per espresso desiderio del sovrintendente, fu pubblicata sul Corriere di Caserta a firma del giovane corrispondente locale. L’assessore si entusiasmò subito al progetto che incominciò a preparare nei particolari. La novità fu un’altra, il via all’iniziativa fu dato senza calcoli politici, come è stata ed è prassi a Carinola. I proponenti erano persone che non votano a Carinola e chi li accompagnava a stento controlla il proprio voto. L’assessore fu convinto dalle notizie dettagliate che gli furono date dal sovrintendete che da giovane aveva lavorato in zona. Questi gli parlò delle porte della città, dell’anfiteatro e forse dell’esistenza di una cattedrale, in quanto dai suoi studi gli risultava che era stata sede vescovile. Ora quello che sembrava un progetto fantasioso è diventato realtà, da qualche settimana studiosi e volontari stanno portando avanti la prima campagna di scavo a Foro Popili. Le risorse messe disposizione sono limitate, come il bilancio comunale, ma potrebbero essere sufficienti per raccogliere notizie di questa città di cui si conosce pochissimo. Gli scavi potrebbero portare alla luce reperti utili per scrivere la storia della città e dell’intero Ager Falernus. Questi pochi soldi messi a disposizione, che allo stolto sembrano sprecati, potranno essere un investimento validissimo per attrarre finanziamenti consistenti. Serviranno sicuramente per attirare l’attenzione di tutti gli studiosi a livello nazionale ed anche mondiale. I tesori sepolti non servono a nessuno, per tesori intendiamo la storia delle nostre origini e dei nostri antenati, non oro e diamanti come qualcuno si aspetta. Questa è una scommessa in cui tutti devono credere, la cultura come mezzo di sviluppo morale ed economico delle nostre terre. Ormai le automobili sono troppe, gli elettrodomestici sono troppi, perfino i generi alimentari sono troppi: il campo dove investire per attirare capitali abbinati al progresso è solo la cultura. Bisogna predicare questo concetto ai molti che non si sono mai mossi da questi paeselli allargando la loro ristretta visione della vita oltre la Campania e se possibile anche oltre l’Italia. Se si riuscirà a convincere la maggioranza dei Carinolesi sul futuro vantaggio di questo progetto il gioco è fatto, altrimenti continueremo a parlare di percoche e olio che non si vende o che il prezzo è basso.



Il guardiano di Civitarotta

domenica 19 luglio 2009

I soliti poco-noti

Sul Comune di Carinola cambiano le amministrazioni, ma la presenza dei soliti camaleonti non vede mai il suo tramonto. All’interno degli uffici comunali si aggirano eruditi consulenti che, grazie a selezioni di tipo squisitamente partitico, svolgono attività di supporto non gratuito ai vari impiegati di settore. Basta girare per il comune e li vedi li, soddisfatti di aver raggiunto un grande obiettivo, ossia quello di essere riusciti con la loro faccia tosta e prostituzione partitica a garantirsi uno stipendio. Ultimo caso è la presenza come consulente dell’Ufficio tecnico comunale dell’ingegnere Cestrone, un tecnico di origini falcianese, sposato a Casanova di orientamento onnipartitico. La sua recente elezione a consulente dimostra come questa amministrazione non abbia capito (o finge di non capire) un cavolo di come lavorare tagliando col passato torbido non troppo lontano. Nulla da dire sulle competenze tecniche del Cestrone che certamente a premiarlo non è stato l’esser arrivato vincitore a una selezione pubblica, ma l’aver girato e sostato nelle stanze dell’Ufficio Tecnico comunale al soldo di altri grandi luminari e anziani ingegneri che da anni assurgono consulenze dal comune sotto ogni amministrazione, direttamente o, come in questo caso, tramite i loro discepoli. Le rivoluzioni si fanno affinchè tutto resti come prima.


Anonimo via web

giovedì 16 luglio 2009

Speculazioni a 40 gradi all'ombra




Non posso fare a meno di evidenziare alcune impressioni che l’amministrazione (ex civica) mi riflette in faccia. Un gruppo che unitosi per scalzare Di Biasio a tutti costi ogni giorno mette alla luce le diversità d’intenti e le lontananze programmatiche. Lasciando da parte i chiari e unici intenti prettamente politici di alcuni elementi, mi sembra che vi sia un atteggiamento definibile come “sgurrito” in molti amministratori. Con il termine  dialettale “sgurrito” s’intende persona o animale scacciato in malo modo ma può significare anche colui che, spaventato, non sa bene cosa fare, da non confondere con smarrito che invece significa semplicemente perso, confuso ma senza essere spaventato.  Chiarito il significato del termine mi sembra proprio che assessori come Giacca, Napolano, DI Lorenzo o Del Prete sembrano davvero sgurriti rispetto al lavoro amministrativo. 
Giacca, assessore all’agricoltura, in questo periodo di gestione non ha presentato nessun programma per quanto riguarda il suo campo così come Napolano, che dopo l’euforia dei primi giorni sembra essere sparito. Di Lorenzo ci prova ma è  fortunato viste le ripetizioni di politica fatte dal sindaco Mannillo, mentre Del Prete presumibilmente assessore dei servizi sociali è praticamente sconosciuto ai molti. Assessorati importanti che però sono occupati da persone che per aver desiderato il potere per troppo tempo adesso che lo hanno ottenuto si sono sgurriti.

Smentito il detto storico di Andreotti, infatti il potere sembra proprio aver logorato questi individui i quali fino ad oggi non hanno presentato un minimo di progetto.  Caro Giacca, l’agricoltura è un campo (perdonatemi il gioco di parole) che in un territorio come il nostro dovrebbe essere tra quelli più importanti e invece solo mutismi. E tu caro assessore allo sport tutti sanno che ti hanno dato l’assessorato per avere il trasferimento e oggi sembra proprio che ti hanno mandato a comprare il sale. Per quanto riguarda l’assessore ai servizi sociali la domanda non è perché ma chi è!? Visto che molti non sanno nemmeno la  faccia dell’assessore Del Prete.
Di Lorenzo è un caso a parte, visto che per sua fortuna ha Mannillo che gli fa il dopo scuola e molti tifosi che lo ringraziano sui manifesti anche se molti sostengono che si ringrazi da solo. Lo so che vi state chiedendo che tra gli assessori mancano Marcantonio e il nostro caro amico Gigino la peste ma qui c’è da fare un altro tipo di discorso. 
Se per i primi l’inesperienza può determinare sgurrimento per questi due, invece, che il potere lo hanno maneggiato da tempo,  posso dire che lavorano lavorano, aivoja se  lavorano. Purtroppo per noi, fanno  un altro tipo di lavoro che non riguarda l’amministrazione pubblica ma piuttosto l’amministrazione privata. Gigio la peste da abile venditore di se stesso non gli ne frega veramente un cazzo dell’ecologia basti pensare all’isola ecologica promessa che non c’è alla video sorveglianza che appena la nominò anche le galline lo mandarono a fare in culo e per non parlare della questione dei vigili dove  prima dice si poi vota no e alla fine si lamenta che due mesi sono pochi, e che minchia, deciditi Gigi! 
Marcantonio,  definibile come "l’uomo della notte",  non si capisce perché è diventato carissimo amico di Antimuccio Marrese e un giorno si e uno no escono sorridenti dal suo ufficio.   Gli esami arrivano ed è giusto nominare il prof. del figlio come capo del gruppo di valutazione, alla faccia delle promesse che descrivevano un organico tutto carinolese ma come si sa, gli esami non finiscono mai.  Insomma che non me ne vojate cari assessori ma alla fine mi state facendo diventare mannilliano, che sembra l’unico che lavora non sempre bene ma lavora. Oddio come cambiano le cose no no non è possibile non posso tifare per Gennaro scherzavo scherzavo è il caldo è il caldo. 
strappamunnezza  

mercoledì 15 luglio 2009

Forum Popilii: lento risveglio dopo millenni di sonno

forum popilii - scavi, inserito originariamente da Il Quiquiri.
Tutti noi amanti del patrimonio artistico  e della storia carinolese abbiamo sempre saputo che c’è e sappiamo dov’è. Lo sanno soprattutto i tombaroli che per anni non hanno risparmiato di visitarla di notte per razziarne i reperti archeologici. D’altra parte, le mura di cinta ancora ben visibili denunciano la presenza di qualcosa di grandioso che si nasconde sotto i campi coltivati: una città di cui si è sempre sentito parlare come una leggenda e che è meglio conosciuta a tutti col nome di Civitarotta. 
Dopo più di duemila anni di abbandono, Forum Popilii ritorna lentamente alla luce grazie a finanziamenti comunali che ne permettono i lavori di scavo per circa tre mesi. Non è molto, ma è un inizio.
E’ stata un’emozione abbastanza forte vedere i primi muri riaffiorare dal terreno, intuire un perimetro urbano grande e complesso che forse nasconde sorprese interessanti.
Non si conosce molto di questa città sepolta e gli scavi saranno la chiave di lettura che aiuterà a conoscere la sua storia e quella di tutto il territorio.
Quasi sicuramente, il primo momento della fondazione della città è dovuta ai Pelasgi, con un nome certamente diverso. Più tardi, Forum Popilii fu contesa tra i Sanniti e i Romani e assoggettata a questi ultimi che ne fecero una colonia romana, inserendola nel sistema latifondistico a conduzione schiavistica caratteristica di tutto l’agro Falerno. Più tardi assurse  al ruolo di città autonoma.
Trae il nome forse da un console romano, Popilius Laenates, che ne avrebbe fondato il forum, ossia il centro commerciale, o anche da qualche proprietario terriero della gens Popilia. Non è sicuro e le speculazioni sull’origine del  nome sono diverse.
Quello che invece è certo è che Forum Popilii era il centro più importante di tutto l’agro Falerno  ed era nata proprio come luogo di commercio e di scambio di tutta l’area.
Da un’iscrizione parietale a Pompei, dove si citano giochi di gladiatori a Forumpopilii, si può dedurre che la città fosse provvista di un anfiteatro, ma anche questa informazione non è probatoria, mentre la menzione di Terme in un’epigrafe frammentaria riporta ad un sistema di rifornimento idrico costante. Da un’altra epigrafe ritrovata in Masseria Aceti nel 1886, si testimonia l’esistenza di quattro porte  d’accesso che permettevano il collegamento tra la città e il territorio circostante.
Queste poche informazioni a disposizione degli archeologi sono più che sufficienti per giustificare l’importanza archeologica dell’area e avviare una prima campagna di scavi.
Forum Popilii, dopo secoli di attività commerciale, fu improvvisamente abbandonata dai suoi abitanti perché probabilmente attaccata e distrutta dall’ esercito romano.
Qualche torto era stato fatto a Roma e quando Roma si arrabbiava, non guardava in faccia a nessuno!
Sembra, infatti,  che tra le sue mura si fosse rifugiato Lucio Sergio Catilina, perseguitato dopo la famosa congiura. Il rifiuto ostinato dei cittadini foropopilensi di far allontanare dalla città Catilina, scatenò la furia di Roma che la fece radere al suolo.
Così, quella stessa Roma che l’aveva resa grande e importante, ne decretò la fine.
Storia o leggenda? Non possiamo dirlo.
Ci auguriamo solo che questi scavi restituiscano testimonianze in grado di ricostruirne la storia e il fascino.

Clio

Altre Foto                                                                             
       Fonti
                                                                                                              notizie desunte dagli studi di: Paul Artur
 Giampietro D’Angelo
Giuseppe Guadagno
Werner Johannowsky
Francesco  Miraglia
Ugo Zannini
           

mercoledì 8 luglio 2009

Finalmente il reggimento

Dopo molte traversie burocratiche, discussioni, due concorsi contestatissimi anche all’interno della maggioranza, finalmente a Carinola si è concluso il reclutamento del reggimento dei vigili urbani. Finalmente il Colonnello Comandante che il comune di Carinola ha nel proprio organico può disporre di truppe in numero adeguato per combattere su tutti fronti . Tra poco gli automobilisti maleducati dovranno adeguarsi alla nuova situazione e comportarsi in modo civile. In breve tempo una pattuglia sarà incaricata di controllare la sosta selvaggia che rende difficoltoso o molte volte blocca il traffico in tutte le frazioni. Fra poco una pattuglia sarà incaricata di verificare lo smaltimento dei rifiuti domestici con il controllo del corretto deposito dei rifiuti differenziati nei sacchetti. Fra non molto sarà allestita anche una pattuglia che controllerà le strade rurali effettuando controlli che prenderanno la forma di veri e propri blitz. 
Queste incursioni nelle campagne serviranno a prevenire gli incendi e i tagli abusivi dei boschi controllando i mezzi ed i conducenti onde intercettare o almeno scoraggiare l’attività dei piromani estivi e dei ladri di legna. A breve saranno formate delle pattuglie che individueranno i proprietari dei frontisti dei terreni adiacenti tutte le tipologie di strade obbligandoli al taglio dei rovi che ostruiscono le sedi stradali . A breve entrerà in azione una pattuglia, che agirà in borghese, che svolgerà un delicato e difficile lavoro di intelligence. Saranno incaricati, fingendosi cacciatori, raccoglitori di funghi o semplicemente podisti dilettanti, di identificare e denunciare all’autorità giudiziaria i seminatori di immondizia. Queste persone sono quelli che si divertono a buttare rifiuti nei posti più impensati, nelle montagne, nelle pianure, nei corsi d’acqua, vicino alle fontane, nelle piazze, nelle ville comunali ed in ogni dove. Questi dispensatori di rifiuti che danneggiano gravemente il territorio sono difficili da individuare in quanto possono essere sia ragazzi che persone mature o innocue vecchiette. A questi ed altri lodevoli servizi saranno addetti i nuovi vigili fra poco tempo. 
MA.....per adesso devono essere addestrati e quindi una metà di loro deve sostare nell’ufficio insieme ai vigili anziani. Insieme a loro devono vigilare che dal televisore non giunga qualche notizia di incidenti e così poter accorrere velocemente. Per l’altra metà, che per questione di spazio non entra nell’ufficio, il comandante sta approntando un’altra stanza con televisore e telefono da dove accorrere non appena avuta la segnalazione di qualche avversità o reato. Il comandante per razionalizzare al meglio l’impiego di tutta la guarnigione ha proposto all’amministrazione comunale di organizzarli nel salone di palazzo Novelli, dove di solito si celebra il consiglio comunale per intenderci. Installarvi due tre televisori, telefoni, computer, radiotelefono ed un megaschermo per le teleconferenze. Per adesso devono sottoporsi ad un duro addestramento in modo da raggiungere lo stesso grado di preparazione e spirito lavorativo dei veterani perciò per adesso li affiancano sulle panchine a guardare il caos della piazza e nell’ufficio con gli occhi al televisore e gli orecchi al telefono e  telefonino, fumando tante tante sigarette.  Appena finito il duro addestramento e saranno assegnati ai servizi per i quali saranno stati preparati Carinola cambierà, è solo questione di tempo.
Maresciallo Fantozzi

venerdì 3 luglio 2009

Prove di legalità





In nessuna nazione al mondo, anche la più arretrata, la parola illegalità è bistrattata come in Italia. Questo paese che si vanta di essere la culla del diritto è diventato per merito di una casta politica di arraffoni il paese delle leggi e scritte e non applicate. Questa situazione è ormai nota in tutto il mondo e per questo motivo tutti i soggetti di malaffare delle nazioni limitrofe e non si sono riversati in Italia, sicuri di essere garantiti dall’illegalità diffusa in cui vive. Il governo in carica con l’approvazione del pacchetto sicurezza dà l’impressione di provare a creare un argine al dilagare dell’illegalità di massa.

Ormai si ha l’impressione che si va verso due visioni della società, chi vuole che sia regolata da regole e chi dall’anarchia che favorisca il più furbo se non il più delinquente. Fin’ora era prevalsa questa seconda visione che ha portato ad un aumento di immigrati clandestini spropositato per le possibilità di questo paese. Questi arrivi incentivati e protetti da un buonismo ipocrita e a volte interessato ha portato ad un disagio insopportabile per i cittadini italiani ma soprattutto per gli immigrati. Per arginare un fenomeno ormai fuori controllo, anche per rispondere alle richieste di gran parte della popolazione il governo ha varato impachetto sicurezza. La legge approvata prevede diversi articoli tra cui i più salienti sono, l’introduzione del reato di clandestinità, una norma ovvia in tutto il mondo, contrastata da noi, in quando c’è chi sostiene che è un diritto entrare in un altro paese senza permesso. Carcere per chi affitta ai clandestini, con questa norma si elimina o almeno si limita il ricatto su chi vive in clandestinità.

Togliere la patria potestà a chi manda i figli minori a mendicare, o peggio a rubare, se può essere giustificato chi mendica per vivere è da condannare chi induce a farlo i propri bambini. Assieme a queste altre norme che vanno nella stessa direzione oltre ad autorizzare onesti cittadini a segnalare persone o atti illegali. Contro questa norma si sono scatenate le forze dell’ordine che evidentemente non gradiscono interferenze nel loro lavoro. Il loro non controllato e non deve sottostare all’inconveniente che arrivino molte telefonate alle quali nessuno risponde. Inoltre sono state inasprite le pene per i delinquenti soggetti al 416 bis ovvero mafiosi e camorristi. A leggerle sembrano tutte norme di buon senso e tese al ripristino almeno ad una parvenza di legalità , invece una parte del parlamento le ha contestate vivamente tacciandole con vari aggettivi dal nazista al razzista. Scorrendo le forze politiche che si sono opposte aspramente all’approvazione della legge troviamo tutta l’opposizione. Non ci si meraviglia della sinistra che ha sempre mostrato la delinquenza come un atto di ribellione al potere costituito né di qualche partito che notoriamente ha nelle proprie file mafiosi o amici di mafiosi.

Si resta scandalizzati invece dall’atteggiamento tenuto dal partito di Di Pietro che della legalità ha fatto la propria bandiera. Si resta costernati assistere che voti contro ad un provvedimento che inasprisce le pene ai mafiosi o che obbliga gli stranieri ad entrare in Italia in modo legale. Qualcuno ha giustificato il proprio voto contrario sostenendo che quelle norme sono insufficienti a combattere l’illegalità dando l’impressione di vergognarsi del proprio voto negato. Non è che queste norme risolvano il problema della legalità, fortemente compromessa, nel nostro paese ma almeno ci provano a segnare la strada in quella direzione, speriamo che si continui.

Il nipote di Maroni

martedì 30 giugno 2009

Casale chiama, il Sindaco non risponde



L'anno paolino che si è appena concluso, è stato un evento di straordinaria importanza per tutto il mondo cattolico.
Si è celebrato infatti, il bimillenario della nascita di S. Paolo Apostolo, occasione unica nella vita di tutti i cristiani attualmente in vita.
Anche nella vicina Casale di Carinola si è celebrato questo evento alla presenza del Vescovo Antonio Napolitano, con la straordinaria partecipazione, nonostante la pioggia incessante, di tutte le parrocchie della Diocesi di Sessa A.
Gli unici a non essersi resi conto dell'importanza dell'evento, sono stati gli amministratori del Comune di Carinola.
Tutti assenti, nonostante la comunicazione del programma fatta al Comune circa un mese fa.
Quello che si è presentato agli occhi dei fedeli, che si sono radunati nella piazza parcheggio di Casale, è stato a dir poco uno spettacolo indegno, vista la circostanza.
Erbacce alte un metro in ogni dove, cartacce e residui del mercato rionale del sabato disseminati lungo le strade percorse dai fedeli di S. Paolo Apostolo.
Ancora una volta i Casalesi sono stati trattati come cittadini di serie "B". E' evidente che questa Amministrazione targata Gennaro Mannillo, non è in grado di gestire nemmeno le piorità sul proprio territorio e questo grazie principalmente all'inefficienza degli addetti ai lavori, Assessori e Ufficio Tecnico.

Saluti

LUX

lunedì 29 giugno 2009

tacita ricchezza


Questa lettera, scritta da don Paolo Farinella, prete e biblista della diocesi di Genova al suo vescovo e cardinale Angelo Bagnasco, è stata inviata qualche settimana fa e circola da giorni su internet. Riguarda la vicenda Berlusconi, vista con gli occhi di un sacerdote. Alla luce degli ultimi fatti e della presa di posizione di Famiglia Cristiana che ha chiesto alla Chiesa di parlare, i suoi contenuti diventano attualissimi.


Egregio sig. Cardinale,

viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E' il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.

Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.

Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di "frequentare minorenni", dichiara che deve essere trattato "come un malato", lo descrive come il "drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio". Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell'omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull'inazione del suo governo. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente h! a trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la "verità" che è la nuda "realtà". Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell'Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete ! fatto fallire un referendum in nome dei supremi "principi non negoziabili" e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono "per tutti", cioè per nessuno.

Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all'integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi.
Non date forse un'assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi "parlate per tutti"? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l'immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E' forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l'attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l'8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell'inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.

I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra a stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull'odio dell'avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con "modelli televisivi" ignobili, rissosi e immorali.

Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l'altro 50% sotto l'influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d'interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pa! stori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa?

Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita "dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale"? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall'eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l'etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant'Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché "anche l'imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa". Voi onorate un vitello d'oro.

Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da "mammona iniquitatis", si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d'oro? Quando il vostro silenzio non regge l'evidenza dell'ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: "troncare, sopire ... sopire, troncare".

Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? "Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo ... si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest'urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti... A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent'altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire" (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una "bagatella" per il cui perdono bastano "cinque Pater, Ave e Gloria"? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: "Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che! invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix" (La Stampa, 8-5-2009).

Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l'integerrimo sant'Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell'imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: "Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro" (Ilario di Poitiers, Contro l'imperatore Costanzo 5).

Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei "per interessi superiori", lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.

Lei ha parlato di "emergenza educativa" che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei "modelli negativi della tv". Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l'arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del "velinismo" o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull'altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a benef! icio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l'Italia.

Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all'Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: "Non licet"? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro "tacere" porta fortuna.

In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.

Genova 31 maggio 2009
Paolo Farinella, prete

giovedì 25 giugno 2009

Mancava un po’ di sana diossina…

Diossina4, inserito originariamente da Il Quiquiri.

Bello il nostro ambiente. Di questi tempi, se passeggi per la campagna, ti investe l’odore della melissa e della mentuccia selvatica; delle ginestre ancora in fiore e della citronella.

E’ un vero piacere passeggiare sotto la frescura dei rami che ombreggiano le strade vicinali. Camminando, pensi che molte persone chissà quanto pagherebbero per vivere in posti come questi. Se poi sali un centinaio di metri su per le colline, puoi spaziare lo sguardo sulla pianura rigogliosa di alberi e di campi, punteggiata di paesini che dall’alto sembrano di porcellana.

Che fortunati che siamo a vivere in un posto così!

Un vero paradiso…. se non fosse per i tagli abusivi dei boschi che spazzano via le ultime oasi d’alto fusto; per gli incendi dolosi che ci stanno desertificando le montagne; per la monnezza che cittadini incivili sversano in ogni impensabile luogo; per l’acqua inquinata da nitrati che abbiamo bevuto per anni senza che nessuno ci abbia informato o si sia preoccupato della nostra salute; per la distruzione sistematica e inarrestabile delle nostre zone più belle e selvagge che invece andrebbero valorizzate.

Indovinate cosa mancava in tutto questo?... Ecco, mancava un po’ di sana diossina.

Beh, è arrivata!

Qualcuno si diverte a bruciare materiale velenoso e ad inquinare l’aria con nere colonne di fumo che si alzano minacciose nel cielo.

Chi sarà? Cosa brucerà? Dove la brucerà?

Un pensiero cattivo mi passa per la mente…. Ma no! Non può essere! Ma a che vado a pensare!......ma una domanda mi sorge spontanea: non è che la nostra plastica differenziata se ne va in fumo?

Ad occhio e croce, sembra la zona della Vetere, ma non posso esserne sicuro. So solo che il nostro cielo, ogni tanto, si tinge di nero cupo per i vapori velenosi che si diffondono nell’aria e che sicuramente non ci fanno tanto bene.

Siamo alle solite: ognuno fa il proprio comodo e nessuno controlla o previene i comportamenti illegali di cittadini incivili. Nessuna iniziativa educativa a protezione dell’ambiente; nessuna iniziativa informativa; nessun interesse verso questo problema che diventa sempre più importante.

Ben altri sembrano essere gli interessi del nostro assessorato all’ambiente e all’ecologia.

Se avessimo per assessore all’ambiente un indigeno della Papuasia, avremmo risolto i nostri problemi ambientali già da molto tempo.

Oggi come oggi, solo i cosiddetti ‘selvaggi’ riescono a capire l’importanza dell’ambiente naturale in cui vivono e a proteggerlo con le unghie e con i denti! Grrrrrr!