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venerdì 24 luglio 2009

A proposito di percoche…

Siamo tutti un po’ presi dagli scavi di Foro Popilio  che sembra comincino a fare sognare un futuro diverso, più ottimistico. Si parla già di una Pompei nascosta che porterà ricchezza e splendore al territorio, un lancio turistico che potrà farci solo bene.

E’ affascinante sognare in questo modo, tuttavia le altezze possono far girare la testa. E’ meglio che   scendiamo con i piedi per terra. Per diverse ragioni.
Prima che il sito possa essere visitabile, passeranno sicuramente molti anni. Nel frattempo si dovranno reperire i  fondi necessari per continuare a scavare con  attenzione. Nessuno sa, inoltre, come si presenterà il sito e quale interesse archeologico potrà riservare.
Chiaramente noi speriamo tutto il meglio possibile, ma non possiamo ipotecare il futuro.
E’ bene vivere nel presente e il presente si chiama agricoltura. Con la A maiuscola.
Tutti sappiamo che l’agricoltura è sempre stata la ruota che ha fatto girare l’economia del Comune fin dal tempo dei tempi ed è perciò fondamentale non trascurare questo settore di primaria importanza  pur conservando uno sguardo lungo, che si spinge lontano.
Per valorizzare la nostra agricoltura e renderla competitiva sul mercato è fondamentale un’azione di ammodernamento tecnico e organizzativo. Piccoli passi sono stati fatti, ma non sono sufficienti.
Ad esempio, tranne qualche temerario, la produzione vinicola, che nell’antichità ha dato lustro alla zona, è molto diminuita e si limita alla produzione di vini comuni a consumo locale, incapaci di inserirsi con successo in circuiti più ampi.  Lo stesso identico discorso può farsi per l’olio.
Si è invece verificato un incremento notevole di superfici coltivate a frutteti, soprattutto pesche, sia perché più redditizie per la minor esigenza di mano d’opera, sia per il più facile inserimento sul mercato regionale e nazionale. Mancano però, sul territorio, strutture aziendali che permettano la trasformazione, conservazione e distribuzione dei nostri prodotti agricoli in un circuito nazionale e internazionale. Non si intravedono progetti in questa direzione che invece potrebbero essere la carta vincente della nostra agricoltura.
Si registra, nella nostra area, un eccessivo frazionamento delle aziende agricole, tutte a conduzione diretta da parte del coltivatore e per lo più gestite con manodopera familiare. La loro dimensione media, circa due ettari o poco più, comporta scarse capacità finanziarie da parte dei conduttori e quindi scarse possibilità di ammodernamento nella gestione agricola.
Inoltre, la mancanza di un sistema integrato a livello orizzontale  (tra le varie aziende) e verticale (tra produzione e trasformazione dei prodotti agricoli) determina una stasi difficilmente superabile.
L’intoppo alla realizzazione di un’agricoltura più competitiva e che usi tecniche di coltivazione moderne ed innovative, si potrebbe ovviare favorendo la creazione di  consorzi e cooperative.
Qualcuno dei produttori agricoli, provenienti però da Parete e Giugliano, lo ha fatto, ma sono cooperative del loro territorio d’origine e non del carinolese.
L’ostacolo più grosso sembra però essere quello di superare una mentalità restrittiva e chiusa per acquisirne una più moderna e manageriale.

Zio Tobia

16 commenti:

  1. Finalmente un articolo che prende in considerazione un aspetto basilare della nostra economia. Spero che vi saranno molti contributi propositivi da cui si potranno avere idee e aiuti.

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  2. caro zio tobia io, invece, credo che i problemi della nostra agricoltura siano nati proprio con la scelta della coltura della pesca che solo nei primi anni riscosse successo e guadagni che interessarono solo i grandi proprietari terrieri e le cooperativa di raccolta e lavorazione frutta presenti sul territorio i quali se non ricordo male riuscirono a guadagnarci anche grazie agli imbrugli legati al così detto "scamazzo". io credo che invece di incaponirisi sulle pesca sull'ammodernamento dei mezzi di produzione ecc ecc la cosa giusta sia proprio di scegliere tutti insiemi piccoli medi e grandi produttori insieme agli amministratori colture alternative che più possono incidere sul mercato. pensiamo alle metodoligie naturali e biologiche che ormai sono una realtà in tutto il mondo e non a macchinari moderni ecc ecc. quindi bisogna secondo me cominciare da capo e non investire su qualcosa che con la concorrenza spagnola non ha nessun ritorno economico importante.l'era della pesca è finita bisogna convincersene e puntare su altro.

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  3. Si è vero. Quello è stato un momento buono solo per qualche furbo che ne ha approfittato della situazione, ma non ha portato continuità di lavoro e quel benessere diffuso che si sperava. Ormai la pesca ha fatto il suo tempo e dovrebbe essere rimpiazzata da altre colture. Ben vengano tutte le proposte del caso.

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  4. X 15,03
    Ti dò pienamente ragione. Le aziende sono scomparse ma le pesche sono rimaste. Bisogna cambiare musica ma quale sarà quella giusta?

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  5. Zio Tobia la sa lunga. Ciò che dice è senz'altro condivisile. La sua analisi è impeccabile e lascia intendere due cose: zio Tobia non è un politico politicante -di quelli che abbiamo eletto a rappresentarci-; zio Tobia è probabilmente uno del settore (uno che se ne intende). Ma non credo che sia importante in fondo chi sia (poteva firmare il post se voleva, come è nel suo stile)è importante quello che dice. Coglie esattamente nel centro del problema senza necessità di offendere e di ingiuriare. Zio Tobia è un uomo di cultura vera che ci sembra venire da una passione autentica per la cultura popolare. Parla di quello che c'è, l'agricoltura, e di cui nessuno, stranamente, sembra volersi occupare. Eppure ci sono tanti fondi e possibilità per rafforzare e potenziare la nostra economia che possono ampiamente colmare le debolezze di sistema che nel post sono state evidenziate. C'è bisogno soltanto di credere che ciò sia possibile e lavorarci seriamente. (ma per me lavorare seriamente significa lavorare 12 ore al giorno, e non quando si ha un poco di tempo libero - quello per me è hobby -). Non dispero che prima o poi qualcuno decida di occuparsi davvero dei problemi dell'agricoltura. Mi piacerebbe che ci fossero proprio persone come zio Tobia ad occuparsene, proponendo un progetto serio intorno al quale mettere insieme produttori, associazioni di categoria, Comune e magari Provincia e Regione. Oggi le cose (quelle serie) si fanno soltanto così. Ahimè noi siamo ancora fermi agli "scavi light" alla ricerca di improbabili "bronzi di Civitarotta". Non sono contrario agli scavi ma credo proprio che le priorità siano altre. CIPPI'

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  6. il post di zio tobia caro cippi è semplicemente gratuito ed è privo di una vera analisi in quanto dire che bisogna rimodernare i mezzi di produzione per quanto rigurda la percoca è come dire tutto e niente. a me zio tobia invece sembra un agricoltore politico che vorrebbe inserirsi non so dove. ma credo che il problema sia la paura di rischiare dei grandi proprietari che tutto sommato ci vivono di campagna con sacrificio ma ci vivono mentre i piccoli medi proprietari sono ormai alla "frutta" in piena indifferenza dei rappresentanti di categoria e della politica locale. ciò che dovrebbe cambiare non sono i mezzi ma il modo di fare agricoltura scegliere un unico e nuovo prodotto, fare un marchio e rischiare rischiare rischiare poi dio vede e provvede

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  7. La vicenda percoche nel nostro territorio è la dimostrazione praticas del detto" invece di regalare del pesce insegna a pescare. Questa massima stilata per le popolazioni africane è attuale per il comune di Carinola. Qui invece di portare una economia innovativa fu portata la percoca che servì ad arricchire poche persone.In modo onesto o disonesto è un discorso a parte.Oggi dopo un cinquantennio resta poco o niente, è la dimostrazione che bisogna far progredire prima la società e dopo i singoli individui. Viceversa non è attuabile.Adesso brancoliamo nel buio, nei commenti precedenti si parla di innovare,trovare colture alternative,cominciare da capo, macchinari moderni e altre astrusità. Sono parole dette per parlare non proposte concrete, esempio diamoci alla coltivazione delle piante da legno o altro, solo parole vuote. Le chiacchere non servono, le idee sì, ma non è facile averle. Una piccola idea si sta realizzando e a qualche cippa gli dà anche fastidio.Parlo degli scavi a Civitarotta che oltre a procurare piccolissimi vantaggi lavorativi nell'immediato possono procurare delle grandissime opportunità nel futuro. Il resto tutto fumo senza arrosto basta rileggere i commenti a questo post, nessuna proposta concreta solo elucubrazioni sintomi delle proprie insoddisfazoni dascaricare addosso a qualcuno.

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  8. X 12,47
    Ognuno capisce i post a modo suo e ci vede quello che ci vuole vedere, Io credo che le pesche menzionate da zio Tobia siano solo un esempio e che non si riferisca a una ammodernamento specifico alla produzione della pesca ma a tutto il sistema agricolo praticato in zona. Produzioni nuove e metodologie nuove sarebbero auspicabili, ma soprattutto ci sarebbe bisogno davvero di consorziare la nostra agricoltura per renderla più forte. Ma chi si sentirebbe di osare? Eppure un tentativo lo si potrebbe fare....

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  9. Anche i percocari fanno gli "scavi" ma dentro alle fossette mettono delle piante che danno prodotti, le percoche, che vengono venduti e consumati. GLi scavi di Civitarotta servono solo ad aprire la strada a chi scava la notte e vende sul fiorente mercato internazionale dei reperti. e' ovviamente la mia personale opinione, credo rispettabile come quella di chiunque altro, fino a prova contraria. La prova contraria ci sarà solo quando si riusciranno a trovare i fondi: per fare una "vera" campagna di scavi(parliamo di milioni di euro); per difendere il sito dagli attacchi sistematici dei tombaroli. Fino ad allora, come sembra si evince anche dal post precedente trattasi di " una mera azione propagandistica" tra l'altro anche pericolosa. Diecimila euro o poco più è il prezzo di una serata nemmeno la più importante dell'estate carinolese. Ma davvero c'è qualcuno che crede ancora alle balle e si beve tutto quello che gli viene propinato senza ragionare un momento con la propria testa? Io credo che quei tempi sono finiti, o almeno lo speravo. Invece mi devo ricredere. Ho fatto l'errore di non considerare che "quelli che hanno bisogno del padrone" sono una buona fetta degli italiani, per fortuna comunque meno della metà. Se le energie si concentrassero sull'agricoltura forse si riuscirebbe ad avere qualche risultato tangibile.
    C'è veramente poco da inventare, non servono le idee, una volta fatte le analisi della situazione che zio Tobia ha svolto occorre solo vedere in che modo il piano regionale può essere utilizzato per rafforzare la filiera e la produzione.
    CIPPI' o Cippa se vi fa più piacere

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  10. Chi non ha idee ed oltretutto è convinto che le idee, intese come progetti non servono, può fare una sola cosa, zappare e in silenzio.

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  11. Ho grande rispetto per gli zappatori. Molto poco per i nostalgici di un tempo che non ritornerà mai più. Le idee degli altri possono essere non in linea con le mie ma io le rispetto ugualmente. Nessuno può però costringermi a condividerle. Le idee come i progetti, secondo me, li dovrebbero mettere i nostri cari politici (io non lo sono) come pure le risorse, che solo loro hanno disponibili, non credi genio delle 12.57? Io sono daccordo con te, servono le idee e i progetti, ma non li devi chiedere a me: chiedili a loro. Fatti spiegare. Digli che a Carinola non sono tutti beoni che si fanno buttare il fumo (polvere in questo caso)negli occhi. Fuori le idee e fuori i progetti, altrimenti trattasi delle solite piccolissime operazioni veterodemocristiane, che per carità non giudico. Altrimenti a cosa servono i nostri politici (di maggioranza e di minoranza), che cosa li paghiamo a fare? E poi rifletti un poco, caro amico, davvero credi che se non fosse soltanto una operazione meramente pubblicitaria con risvolti potenzialmente dannosi per il sito (come io credo) ci avrebbero speso così poco? E se uno non è disposto ad investirci nemmeno quanto investe per le fagiolate e sagre varie che cosa significa? E' semplice: nemmeno lui ci crede. Ma per me va bene anche così, figurati... Mi dispiace solo che la mia voce fuori dal coro faccia saltare i nervi di qualcuno. Questa, amici, chiamasi libertà. Non è una cosa fantastica e inebriante? godiamocela prima che inseriscano le regole che vogliono mettere il bavaglio a chiunque si arroghi il diritto di "pensare con la propria testa" e di esprimere opinioni non in linea con quello dei "padroni". Certo chi è incapace di fare autocritica e di apprezzare i suggerimenti che possono venire anche da modesti contributi come il mio o quello di zio Tobia (due modesti zappatori fieri di esserlo quì ed ora per solidariatà, vicinanza ed educazione) ne ricaverà soltanto ... l'ulcera. Ma penso che sono soltanto problemi suoi.
    saluti a tutti
    CIPPI' o CIPPA come preferite
    Salud CIPPI'

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  12. X 6,41
    E tu coltiva cucozze!

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  13. Interrogato il morto ... non risponde!
    CIPPI'

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  14. VORREI SAPERE MICHELE ZANNINI CHE INCARICO RICOPRE SUL COMUNE E A CHE COSTI????????????????

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