I bambini sgambettano felici davanti a noi e infine arriviamo in villa, dove altre mamme hanno avuto la nostra stessa idea. Al nostro arrivo, la prima cosa che ci colpisce è l’enorme quantità di cartacce e bottiglie vuote di birra gettate dovunque: per terra, nelle aiuole, sui muretti... Muretti? Forse una volta si poteva chiamarli così, ora sono solo un ammasso indefinito e cadente di calce e cemento da cui sono spariti tutti i mattoni e buona parte della recinzione in ferro. Per noi mamme, quella visione post-bellica è un pugno nello stomaco, ma ai bambini tutto quello spazio a loro disposizione deve sembrare, ai loro occhi di piccoli, un’ enorme possibilità di movimento. Un’altra sorpresa è però in agguato. Un bel tratto di selciato è letteralmente tappezzato di pezzi di vetro! Impensabile far giocare dei bambini così piccoli in quel posto! Ci guardiamo sconcertate: ma questa villa non viene mai ripulita? Ci sono o non ci sono più gli spazzini comunali? Figure fiabesche che esistono sulla carta, ma non nella realtà. Storie che si ripetono a quanto pare! Ricordo che quando ero ragazza, insieme ad altri giovani, prendemmo l’iniziativa di ripulire la villa che veniva sfacciatamente trascurata dagli organi competenti, e passammo una giornata intera a tagliar erba, raccogliere cartacce e bottiglie, ramazzare il selciato; ancora oggi conservo le ramazze. Beh, dopo trent’anni non è cambiato niente! I punti di incontro e di socializzazione, così come gli spazi per i bambini, non sembrano essere nell’interesse delle varie amministrazioni…
La cosa più difficile da fare è convincere i bambini che non possono giocare là dove vorrebbero e allora, per calmare i loro ghiribizzi, promettiamo di mostrar loro i pesciolini della fontana… Fontana? Una pozzanghera lurida e melmosa, dove, tra lattine di coca e bottiglie di plastica galleggianti, cercano di nuotare due poveri pesci rossi, così malinconici, ma così malinconici che ti fanno stringere il cuore!
Visto che al centro della villa non è possibile stare, decidiamo di far fare ai bambini una passeggiatina intorno, su per i gradini… Peggio che andar di notte! Anche qui il selciato è completamente malridotto, gli spigoli rovinati e pericolosi. Una caduta su un gradino in quello stato significherebbe correre d’urgenza in ospedale.
Va bene, cambiamo decisamente zona e portiamoli nel campetto!...Campetto? Uno spiazzo colorato in verde, pieno di buche e fessure che minacciano l’incolumità di chi si azzarda ad andarci a giocare. Mah! Tant’ è!...
Andiamo verso il campetto e speditamente stiamo per guadagnare la porta quando un monello ci fa notare l’entrata di servizio: un enorme buco nella rete metallica, del diametro di circa due metri. A che serve girare intorno per entrare dalla porta quando puoi usare un’ entrata più comoda?... Entriamo e i bambini cominciano immediatamente a giocare a pallone con le decine di bottiglie di plastica abbandonate sul campo. Tirarle in porta e fare gol sembra il loro spasso; certo se ci fosse la rete alle porte sarebbe più divertente, ma non si può avere tutto dalla vita!...
Dopo un po’, improvvisamente qualcosa attira l’attenzione della più grandicella, che ferma ai bordi del campetto, chiama e indica col suo ditino aldilà della rete. Guarda che ti riguarda e che vedo? …un bel serpentone scuro e lucente che sinuosamente svicola sul selciato esterno e si dirige verso l’erba alta che chissà da quando non viene tagliata e che le ultime piogge hanno reso particolarmente rigogliosa. Oddio, una vipera! esclama mia sorella. Ma quale vipera e vipera! E’ un comunissimo biacco che non fa del male a nessuno!... Ecco, ci voleva anche la lezione di scienze in una giornata come questa, e chissà quali tesori nasconde quel triangolo d’erba in zecche, rospi, serpenti, ratti e, perche no?, qualche vipera…
Istintivamente mi viene da pensare ai bellissimi spazi-giochi del nord e della Svizzera, pulitissimi, con erbetta ben curata, fontanelle e tanti giochi in legno, non in plastica, così armoniosamente in linea con l’ambiente. In posti così ti accorgi persino di essere una persona e ti senti felice di esserlo. Bah! D’altra parte noi, qui,viviamo su un’ altro pianeta….
Mentre sono immersa nei miei pensieri, dalla piazza, i candidati alle prossime amministrative arringano alla folla nel loro primo comizio pubblico. Sento distintamente la voce di uno di loro che promette un cambiamento radicale nella gestione amministrativa del Comune perché, dice, chi ama veramente la propria terra può desiderarne solo il bene… Mi ruba un sorriso. E meno male che, almeno qualcuno, Carinola ce l’ha nel cuore; finora l’hanno avuta da tutt’altra parte!
Inguaribile Idealista